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L'occhiata letale - Sardegna Cultura

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e con un ragazzo non è il suo lavoro, però ha promesso<br />

a Girolamo Marini di comporre i fatti e di riportarli<br />

dentro la strada delle norme scritte e anche di quelle<br />

non scritte.<br />

– Sì, tuo padre mi ha spiegato, Efisio, mi ha detto<br />

della tua idea… Sono sorpreso, ma il ragionamento fila,<br />

fila, non ho obiezioni. Aprire la pancia di Tatàno<br />

non bastava a farne uscire fuori l’anello come l’acqua<br />

da un otre… Bisogna saperlo cercare un anello negli<br />

intestini… Tu, però, da adesso in poi devi stare zitto,<br />

muto, fuori da questa storia, fuori. Capito È molto<br />

pericoloso… C’è un morto di mezzo: un morto ammazzato.<br />

Devi stare in silenzio. Silenzio e silenzio.<br />

Guarda con attenzione i fogli sul tavolo: – Solo che<br />

sarà difficile convincere il giudice. Un anello in pancia…<br />

Si preme le tempie e si capisce che non parla a Efisio:<br />

– Figurati il giudice Musino… Tatàno è morto da venti<br />

giorni. Non sarà bello tirarlo fuori da sottoterra. D’altronde<br />

non è stato bello neppure trascinarlo in spiaggia…<br />

Ma la tua idea mi piace, è intelligente! Efisietto,<br />

tu hai un cervellino come un pungiglione! Te ne starai<br />

lontano da tutto, promesso Questa storia, da adesso<br />

in poi, non ti riguarda più.<br />

Efisio ha agitato gli avvenimenti e adesso non sa a chi<br />

si attaccheranno addosso.<br />

Il giudice Musino, della Reale Udienza, è meno toc-<br />

cato di Canelles dall’ipotesi dell’anello negli intestini<br />

perché gli anni hanno addormentato la sua fantasia e il<br />

caldo, il vento e la febbre delle paludi - che lui chiama<br />

paludismo per distinguersi dai poveri che hanno la<br />

stessa malattia ma la chiamano malaria - gli hanno fiaccato<br />

l’istinto inquisitorio mentre gli si è sviluppato<br />

quello altrettanto pericoloso del rinvio. Il giudice rinvia<br />

ogni giudizio, ogni udienza, ogni sentenza e perfino<br />

ogni parere che è possibile rinviare. Musino, spaventato<br />

dalla legge applicata alle cose e alle persone,<br />

emana una specie di esalazione rallentante che avvolge<br />

e intorpidisce qualunque vicenda, uomo o fatto che gli<br />

capitano a tiro di giudizio.<br />

“Un brillante negli intestini Un tesoro in pancia come<br />

in cassaforte E il maggiore Canelles che sottoscrive…<br />

Quest’uomo pensa troppo all’odore delle femmine,<br />

troppo, e vuole farsi bello… Il mondo gira al contrario.<br />

Mai sentita una cosa del genere… Qui si rischia<br />

il ridicolo…”<br />

Di questo timore, del timore di far ridere, il giudice<br />

ha informato la sua vita e il ridicolo lo terrorizza insieme<br />

alla paura di sbagliare giudizio.<br />

Canelles lo sa bene e ha curato ogni particolare, persino<br />

l’ora giusta per far scivolare l’istanza sulla scrivania<br />

di Musino. Il giudice, con gli anni, ha stabilito una<br />

gerarchia delle proprie parti e alla fine si è legato molto<br />

alla sua pancia che gli ricorda il tempo e segna i minuti<br />

con rumori e bruciori.<br />

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