L'occhiata letale - Sardegna Cultura
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e, non lo sa. I dolori della casa costruita intorno al letto<br />
dove i dolori vengono al mondo, diventano grandi e<br />
non passano mai.<br />
Sono già al secondo piatto e durante il primo nessuno<br />
ha parlato. Memèna serve le patate col prezzemolo.<br />
In sala da pranzo c’è silenzio e si sente solo il rumore<br />
delle posate.<br />
Girolamo Marini - molte ossa anche lui e alto - batte<br />
una mano sul tavolo e si rivolge a Efisio ma, ogni tanto,<br />
governa la tavolata con un’occhiata circolare. Si aggiusta<br />
la cravatta. La porta sempre - segna il confine tra la<br />
testa e il resto - e non suda.<br />
– Ti rendi conto che l’assassino, per una qualsiasi ragione,<br />
poteva essere anche lui laggiù Tu sei spaventato<br />
per il morto, ma un morto in più potevi essere proprio<br />
tu, Efisio mio! E se l’omicida avesse voluto mandare a<br />
fondo quel corpo disgraziato e, cercandolo, avesse trovato<br />
te Eh Perché la testa non la usi come dagli scolopi<br />
O sei attento solo a quello che ti insegna padre Venanzio<br />
Ascolta il tuo, di padre: «Uomo saggio e stagionato<br />
sempre meglio ci consiglia…» Non penserai<br />
che essere giovane vuole dire essere invulnerabile E<br />
togliti quel ciuffo dalla faccia.<br />
Tutta la famiglia è zitta e ascolta, i figli guardano nel<br />
fondo del piatto. La mamma Fedela, zitta, si cerca tra i<br />
capelli una forcina per fissare il ciuffo di Efisio, ma<br />
non trova il momento per alzarsi e mettergliela. Fedela<br />
l’appartata, senza peso e gravità, scarpe silenziose, un<br />
corpo silenzioso: nessuno sa quando si sveglia e quando<br />
va a dormire e nessuno si accorge se mangia oppure<br />
no, se sta bene oppure no, ma l’esistenza imprecisa di<br />
Fedela è un’altra faccenda.<br />
Le sei teste nere dei figli - decrescenti come le canne<br />
di un organo da una parte del tavolo all’altra - sono<br />
tutte basse. Salvatore, Efisio, e poi, quattro teste più<br />
piccole, Virgilio, Irma, Vincenzo e Remigio che è arrivato<br />
da poco al diritto della tavola e non capisce tutto<br />
questo silenzio.<br />
Girolamo sente la mano secca di suo padre, Antonio,<br />
che gli stringe la spalla e allora smette di parlare.<br />
In casa funziona così: se parla il nonno non parla il padre,<br />
se parla il padre tace il figlio e in tutt’e due i casi il<br />
figlio sta zitto. Le arterie di vetro dei nonni sono rispettate.<br />
Per loro si sceglie il brodo più leggero, la carne<br />
che non si mastica e la frutta più dolce.<br />
I due vecchi, di solito, fanno ruotare ogni conversazione<br />
sul trapasso perché hanno previsto ogni particolare<br />
del proprio sino a immaginarsi che, a forza di parlarne,<br />
possono controllarlo e deciderlo. La nonna ripete<br />
al marito sempre lo stesso esorcismo: – Guarda, Antonio,<br />
che quando uno di noi due se ne muore, io me<br />
ne vado all’ospizio.<br />
E Antonio risponde sempre con la stessa frase mentre<br />
inzuppa il pane nel vino: – Certo, l’uomo va sempre<br />
avanti a vedere com’è, così quando arrivi tu, Esterina,<br />
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