03.01.2015 Views

Annuario degli Artisti di Fiesole 2013

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Annuari<br />

egli<br />

<strong>Annuario</strong><br />

Arti<br />

DANIELA PRONESTÌ<br />

<strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong><br />

Di FiesolE<br />

<strong>2013</strong>


<strong>Annuario</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong><br />

Di FiesolE<br />

<strong>2013</strong><br />

A cura <strong>di</strong><br />

DANIELA PRONESTÌ


COLLANA<br />

<strong>Artisti</strong> in Toscana<br />

1<br />

Diretta da<br />

FABRIZIO BORGHINI<br />

Patrocinio<br />

Assessorato alle Politiche Culturali<br />

Con il contributo <strong>di</strong><br />

Villa<br />

Gisella<br />

FIRENZE<br />

L’annuario è realizzato da<br />

Iª e<strong>di</strong>zione febbraio <strong>2013</strong><br />

ISBN 978-88-6039-279-4<br />

Tutti i <strong>di</strong>ritti riservati<br />

© Copyright Associazione Toscana Cultura<br />

e Masso delle Fate E<strong>di</strong>zioni<br />

Masso delle Fate E<strong>di</strong>zioni<br />

Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI)<br />

www.massodellefate.it<br />

Foto <strong>di</strong> copertina: Stu<strong>di</strong>o Germogli


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<strong>Fiesole</strong> evoca un’idea <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong> storia<br />

che si perde nel tempo.<br />

La mitologia attribuisce la sua fondazione<br />

ad Atlante e il territorio fiesolano<br />

ha visto la nascita e lo sviluppo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />

appartenenti alle civiltà etrusca, romana e longobarda,<br />

dei quali rimangono importanti e preziose<br />

testimonianze.<br />

La città, soccombente nel 1125 al potere <strong>di</strong> Firenze,<br />

<strong>di</strong>venne nel periodo rinascimentale luogo<br />

d’elezione e “pensatoio illustre”: a ricordarcelo<br />

ancora oggi l’imponente Villa Me<strong>di</strong>ci sulla via<br />

Fra’ Giovanni Angelico.<br />

Ha ispirato, successivamente, dall’Ottocento ai<br />

giorni nostri, tutti i più gran<strong>di</strong> artisti moderni.<br />

Da Ruskin a Hermann Hesse, da Bocklin a Temple<br />

Leader, da Giorgio De Chirico a Primo Conti<br />

e Giovanni Michelucci l’hanno eletta a propria<br />

<strong>di</strong>mora e hanno portato alla nascita <strong>di</strong> Fondazioni<br />

che con<strong>di</strong>vidono con il Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />

il proprio percorso e attività.<br />

<strong>Fiesole</strong>, dunque, deve al proprio passato, antico<br />

e recente, una ricchezza intellettuale e culturale<br />

in cui è doveroso rispecchiarsi e da cui è altrettanto<br />

doveroso attingere.<br />

A questo proposito, si pensi, nel contesto storico-artistico,<br />

al patrimonio dei secoli custo<strong>di</strong>to<br />

nel Museo Ban<strong>di</strong>ni, nell’Area Archeologica e nel<br />

Museo Civico (<strong>di</strong> cui ricorrerà il centenario nel<br />

2014). Si pensi, anche, ai “gran<strong>di</strong> Fiesolani”<br />

che, partendo da Angiolo Maria Ban<strong>di</strong>ni e passando<br />

da Antonio e Xavier Bueno, arrivano a<br />

Giovanni Michelucci, Fernando Farulli, Primo<br />

Conti, maestri eccelsi che rappresentano esempi<br />

e momenti <strong>di</strong> confronto con chiunque voglia cimentarsi<br />

nell’ardua e affascinante esperienza<br />

artistica.<br />

D’altra parte la città deve aspirare a un arricchimento<br />

culturale continuo e protendersi nel presente<br />

e verso il futuro.<br />

Da questo intento si muove il progetto <strong>di</strong> un <strong>Annuario</strong><br />

<strong>degli</strong> artisti <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> contemporanei,<br />

che deve la propria realizzazione alla sagacia <strong>di</strong><br />

Fabrizio Borghini, alfiere moderno dell’arte, e<br />

alla finezza d’intuito storico-artistico <strong>di</strong> Daniela<br />

Pronestì.<br />

L’annuario rappresenta una tappa per un interessante<br />

approfon<strong>di</strong>mento delle realtà attuali<br />

del mondo dell’arte <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>.<br />

La progettazione e realizzazione <strong>di</strong> questa pubblicazione<br />

si inserisce nell’oramai consolidata linea<br />

<strong>di</strong> iniziative culturali che il Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>,<br />

in particolar modo nella persona del Sindaco<br />

Fabio Incatasciato, ha adottato, <strong>di</strong>mostrando,<br />

ancora una volta, un’alta sensibilità verso la <strong>di</strong>vulgazione<br />

e la fruizione del patrimonio culturale<br />

del nostro territorio.<br />

Con il mio partecipe apprezzamento,<br />

Paolo Becattini<br />

Assessore alle politiche culturali<br />

del Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />

<br />

3


4


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

La vitalità artistica e culturale <strong>di</strong> un territorio<br />

si misura in rapporto alla sua<br />

capacità <strong>di</strong> valorizzare il patrimonio<br />

ere<strong>di</strong>tato dai secoli e <strong>di</strong> favorire al contempo<br />

l’ingenerarsi <strong>di</strong> nuove esperienze che<br />

siano espressione della trasformazione della società<br />

nell’impatto con i processi creativi e comunicativi<br />

del presente. Il caso della città <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />

può <strong>di</strong>rsi in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> una realtà che pur mantenendo<br />

integra nel tempo la sua secolare identità<br />

storica e culturale ha saputo rinnovarsi grazie<br />

alla presenza <strong>di</strong> personalità eccellenti, che qui<br />

sono nate o hanno scelto <strong>di</strong> risiedere, e grazie<br />

soprattutto al sentimento della bellezza che,<br />

come ebbe a <strong>di</strong>re John Ruskin nelle Leggi <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>,<br />

questo luogo ispira in virtù delle sue straor<strong>di</strong>narie<br />

ricchezze artistiche e naturali. Lungi<br />

dalla pretesa <strong>di</strong> configurarsi come un volume<br />

impegnato e dando per certi i limiti intrinseci ad<br />

una pubblicazione che non risponde ad un criterio<br />

selettivo, l’<strong>Annuario</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> si propone<br />

<strong>di</strong> compen<strong>di</strong>are le tante anime <strong>di</strong> questo territorio<br />

attraverso l’attività <strong>di</strong> quanti, con linguaggi<br />

ed esiti evidentemente <strong>di</strong>versi l’uno dall’altro,<br />

contribuiscono a rendere vivo e <strong>di</strong>namico lo scenario<br />

artistico locale. È su queste premesse che<br />

si fonda la scelta <strong>di</strong> inserire nel volume registri<br />

espressivi che spaziano dalla tra<strong>di</strong>zionale figurazione<br />

alle ricerche astratte e concettuali, dalla<br />

pittura alla scultura, dalla fotografia al design e<br />

alla moda, con l’intento evidente <strong>di</strong> fare della<br />

varietà una componente imprescin<strong>di</strong>bile per<br />

raccontare il polimorfismo culturale della città e<br />

del suo circondario. L’essenzialità delle informazioni<br />

inserite nelle “schede” de<strong>di</strong>cate a ciascun<br />

artista, organizzate in or<strong>di</strong>ne alfabetico e contenenti<br />

un breve testo biografico, qualche accenno<br />

critico e una o più foto delle opere, rendono<br />

l’annuario un testo <strong>di</strong> facile e veloce consultazione<br />

in grado <strong>di</strong> offrire una panoramica “a<br />

volo d’uccello” sulle molteplici articolazioni che<br />

la creatività artistica assume nel contesto fiesolano.<br />

La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>mostrata dagli artisti<br />

che, comprendendone le ragioni, hanno deciso<br />

<strong>di</strong> prendere parte all’iniziativa, è stata essenziale<br />

per la buona riuscita del progetto, con cui<br />

ovviamente non preten<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> aver messo a<br />

fuoco la totalità dei nomi <strong>degli</strong> artisti che vivono<br />

e operano a <strong>Fiesole</strong> o che gravitano nella sua<br />

orbita culturale, ma siamo convinti <strong>di</strong> aver portato<br />

a termine un’operazione meritoria avvalorata<br />

anche dalla partecipazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> personalità<br />

dell’arte contemporanea. Un ringraziamento<br />

particolare va al Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> e<br />

all’Assessore alla Cultura Paolo Becattini che,<br />

appoggiando fin dal principio l’idea della pubblicazione<br />

e seguendola passo passo nelle <strong>di</strong>verse<br />

fasi realizzative, ha <strong>di</strong>mostrato la sua consueta<br />

sensibilità verso iniziative che, come questa,<br />

rendono omaggio al genius loci della città e<br />

promettono <strong>di</strong> essere un legante tra la coscienza<br />

collettiva e le polivalenze artistico culturali<br />

che, oggi come ieri, contrad<strong>di</strong>stinguono questo<br />

angolo <strong>di</strong> Toscana.<br />

Daniela Pronestì<br />

<br />

5


Aref (Antonello Fera)<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Giallonero, 2007, tecnica mista, cm.120x100<br />

Antonello Fera, in arte Aref, nasce a Reggio<br />

Calabria. Durante gli anni del liceo incontra<br />

e frequenta il laboratorio della scultrice Carmen<br />

Sala dove inizia la sua attivita’ <strong>di</strong> pittura<br />

figurativa. Negli anni a seguire avviene un superamento<br />

e una sperimentazione <strong>di</strong> tecniche e materiali<br />

che lo portano a <strong>di</strong>ventare un pittore astratto e materico.<br />

Molte le mostre alle quali ha partecipato e nel<br />

2008 ha vinto il premio internazionale statale 333 a<br />

Vernio, in provincia <strong>di</strong> Prato.<br />

Di sé stesso, Aref scrive: “La materia informe della vita<br />

in abbozzo è l’origine del mistero della stessa, in essa<br />

la separazione <strong>degli</strong> elementi costituisce la forma genuina<br />

della creatività. È nella ricerca <strong>di</strong> questi atomi<br />

slegati la sua potenza, è nella loro apparente ed isolata<br />

nu<strong>di</strong>tà, veicolata dall’istinto incontaminato dell’essere<br />

umano nei brevissimi istanti in cui vi riesco<br />

Cell. 347 3211378<br />

aref@virgilio.it - arefanto@gmail.com<br />

nell’impeto creativo, che vado a carpirne l’interezza<br />

del suo messaggio. Dall’assemblaggio artificiale<br />

dell’uomo, a ritroso, nella frammentazione dei suoi<br />

elementi”<br />

Nei quadri <strong>di</strong> Aref i colori sono libere particelle vaganti<br />

nello spazio: primor<strong>di</strong>ali elementi dell’essere<br />

che continuamente si staccano e si attraggono a costruire<br />

forme, e soprattutto emozioni… rappresentano<br />

un’indagine attenta alla ricerca dell’intimo e<br />

del nascosto significato dell’essere. Le figure <strong>di</strong><br />

Maya, nonostante le apparenze, non hanno solide<br />

ra<strong>di</strong>ci, ma sono emblematiche rappresentazioni del<br />

dramma dell’uomo sospeso fra corpo e anima, fra<br />

materia e spirito, il soggetto <strong>di</strong> fatto è sempre in bilico<br />

fra una fisicità prorompente e una realtà circostante<br />

indefinita.<br />

Andrea Bolognesi<br />

<br />

7


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Virgilio Bardossi<br />

<br />

1973/<strong>2013</strong> - 40 anni da Fotoamatore<br />

Nato a <strong>Fiesole</strong> nel 1945. È sempre stato affascinato<br />

dalla fotografia. Di professione litografo,<br />

attività che lo ha aiutato nel suo hobby.<br />

Nel 1973 si iscrive ad un club della FIAF<br />

(Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Pre<strong>di</strong>lige<br />

il Bianco-Nero ma fotografa anche a colori. Riconosciuto<br />

da molti come maestro <strong>di</strong> camera oscura<br />

ora <strong>di</strong>ventata “camera chiara”. Fotografa sempre per<br />

gruppo <strong>di</strong> immagini e nei suoi reportage traspare il<br />

contatto umano che riesce a stabilire con le persone.<br />

Le sue opere sono esposte in molte parti del mondo.<br />

Nei concorsi internazionali ha ottenuto numerosi premi<br />

e unanimi consensi. Nella classifica dei concorsi<br />

nazionali è tra i primi come ammissioni e primo ad<br />

avere quattro <strong>di</strong>fferenti stelle nella statistica FIAF. Tra i<br />

riconoscimenti spiccano: 4 Coppe del Mondo, 2 primi<br />

premi, 1 secondo premio, 2 HM e Coppa del Mondo<br />

FIAP (Les enfants du monde) nelle Coppe del Mondo<br />

FIAP per nazioni. Nel 2008 Coppa del Mondo per<br />

Club con G.F. IL Cupolone. Photo Nikon Contest premiato<br />

in tre e<strong>di</strong>zioni. Oltre a libri e calendari ha presentato<br />

alcune cartelle (queste sempre numerate,<br />

firmate ed in tiratura limitata) “Ritratti: Maramures<br />

fine millennio” al congresso FIAP <strong>di</strong> Prato 2001. “The<br />

world of Maramures” al congresso FIAP <strong>di</strong> Budapest<br />

2004, lavoro giu<strong>di</strong>cato il migliore del congresso e che<br />

gli è valso l’onorificenza <strong>di</strong> Maitre FIAP. La rivista francese<br />

Photo Art gli ha de<strong>di</strong>cato un ampio servizio. è<br />

stato invitato con altri fotografi dalla Federazione Cinese<br />

a documentare il Tibet per poi farne un libro<br />

”Focusing on Snow Land”. Nel 2006 la FIAP gli ha<br />

concesso una ulteriore onorificenza EFIAP/p. Si contano<br />

sulle <strong>di</strong>ta delle mani i fotografi nel mondo che possono<br />

vantare queste due massime onorificenze: Maitre<br />

FIAP e EFIAP/p. “Acqua alta a Venezia”, unico<br />

libro fotografico su Venezia che descrive il fenomeno<br />

dell’acqua alta, è stato presentato nella prestigiosa<br />

galleria “Bevilacqua la Masa” in piazza S. Marco in<br />

occasione dei 40 anni dell’alluvione <strong>di</strong> Venezia. Nel<br />

2007 la FIAF gli ha concesso l’onorificenza IFI (Insignito<br />

Fotografo Italiano). Nel 2010: è stata <strong>di</strong>scussa una<br />

tesi <strong>di</strong> laurea sulla sua attibvità da una studentessa <strong>di</strong><br />

Catania (Virgilio Bardossi: Reportage dal mondo). I<br />

lavori più importanti sicuramente sono: Racconti, Acqua<br />

alta a Venezia ed i tre reportages sul Maramures<br />

<strong>di</strong> cui questo autore ha scritto con le foto delle pagine<br />

esclusive. Nella sala del Basolato a <strong>Fiesole</strong> il 23 febbraio<br />

<strong>2013</strong> ha presentato la sua ultima mostra “1973-<br />

<strong>2013</strong> 40 anni da fotoamatore”, considerandolo un<br />

traguardo importante vista la sua continua attività.<br />

Dal libro: Acqua alta a Venezia. Foto eseguita con macchina dentro l’acqua<br />

bvirgy@alice.it<br />

www.bardossivirgilio.it<br />

Onorificenze:<br />

Maitre FIAP<br />

Excellence FIAP<br />

Insign. Fot. Italiano<br />

8


Mariangela Bartoloni<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

L’angelo della verità, la via, la vita, 2010, pigmenti naturali e acrilici su<br />

tela, cm. 60x60<br />

Mariangela Bartoloni si è sempre interessata<br />

all’arte nelle più svariate forme, in particolare<br />

ha lavorato nel campo della<br />

moda. Negli ultimi tempi segue corsi <strong>di</strong><br />

pittura in un laboratorio artistico, approfondendo le<br />

tecniche pittoriche a lei più congeniali. Comincia tramite<br />

lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>di</strong>scipline olistiche a stu<strong>di</strong>are aura<br />

soma, <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> grande profon<strong>di</strong>tà. Scrive <strong>di</strong> lei<br />

Giovanna Gherarduzzi, sua insegnante <strong>di</strong> aura-soma:<br />

“Ho incontrato Mariangela ad una mia presentazione<br />

<strong>di</strong> aura- soma. Attratta dalla profon<strong>di</strong>tà e bellezza del<br />

sistema intraprende questo nuovo percorso, si apre<br />

alla rivelazione dei colori. Diventando per lei chiavi <strong>di</strong><br />

accesso all’anima, inizia a <strong>di</strong>pingere e <strong>di</strong>pinge angeli.<br />

Esprime così la sua essenza. Contatta quella forza,<br />

amore che le permettono <strong>di</strong> creare, sperimentando<br />

armonia, gioia, delicatezza, doni, che lei racchiude<br />

nel cuore e che offre con le immagini dei suoi angeli”.<br />

Mariangela <strong>di</strong>segna angeli evanescenti dalle gran<strong>di</strong><br />

ali bianche protettrici su sfon<strong>di</strong> dai colori vivaci come<br />

metafora <strong>degli</strong> esseri umani che, oppressi dai con<strong>di</strong>zionamenti,<br />

aspirano a liberarsi verso un mondo nuomariangela.bartoloni@gmail.com<br />

www.ilsalotto.biz<br />

<br />

9


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Mariangela Bartoloni<br />

Amore incon<strong>di</strong>zionato, 2010, pigmenti naturali e acrilici su tela, cm. 40x50<br />

10<br />

vo fatto <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> gioia. Prende parte a <strong>di</strong>verse<br />

mostre, come al Forte dei Marmi (Villa Bertelli), a Pordenone,<br />

a Salerno e a Prato (Palazzo Inghirami). Infine<br />

apre la galleria Il Salotto a <strong>Fiesole</strong>, sua città natale<br />

dove con amiche e colleghe con<strong>di</strong>vide l’associazione<br />

Empireo Agapes, rivolta ad aiutare le donne in <strong>di</strong>fficoltà<br />

(www.ilsalotto.biz). Contemporaneamente, attraverso<br />

un’esperienza personale vissuta nello Yorkshire<br />

in Inghilterra, intuisce che i cerchi nel grano<br />

hanno caratteristiche terapeutiche e crea con l’architetto<br />

Lucia Gheri una linea <strong>di</strong> gioielli che non è solo<br />

simbolo, forma, ma anche cristalli, colore, un cocktail<br />

<br />

<strong>di</strong> benessere e gioia con proprietà terapeutiche! Infatti<br />

nasce la linea CheGioia, affiancata dall’azienda<br />

Leonardo snc <strong>di</strong> Arezzo e dalla stu<strong>di</strong>osa e ricercatrice<br />

dei cerchi nel grano Anna Bona. Così la definisce la<br />

sua insegnante <strong>di</strong> pittura, Miriam Cappelletti: “Il colore<br />

è il leit-motiv della pittura <strong>di</strong> Mariangela, che da<br />

tempo ne stu<strong>di</strong>a in maniera approfon<strong>di</strong>ta il significato,<br />

le combinazioni negli abbinamenti, l’influenza<br />

positiva sulla psiche, colore inteso come benessere<br />

quin<strong>di</strong> non solo visivo, quin<strong>di</strong> fisico, ma come qualcosa<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>ssolubilmente legato alla spiritualità <strong>di</strong> ogni<br />

essere umano”.


Diana Baylon<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Spirale quadrata, 2008, carpet, cm. 247x302<br />

ph. Gino <strong>di</strong> Paolo<br />

Diana Baylon (1920) inizia il suo percorso artistico<br />

negli anni ’40 con la ceramica e la<br />

pittura figurativa, passando nei ’50 all’arte<br />

astratta prima su tela e poi su superfici metalliche.<br />

Dall’inizio dei ’60 collabora con la galleria Il<br />

Fiore <strong>di</strong> Corrado del Conte, con la Galleria Numero <strong>di</strong><br />

Fiamma Vigo e la galleria Inquadrature <strong>di</strong> Marcello<br />

Innocenti. Un inizio <strong>di</strong> carriera così rapido che il popolare<br />

cinegiornale Se<strong>di</strong> nei suoi titoli <strong>di</strong> testa include<br />

Il Vice presidente Jonhson in Asia e Il debutto <strong>di</strong> Diana<br />

Baylon (Se<strong>di</strong> n.1226). Nel 1968 si trasferisce in una<br />

casa colonica fiesolana che ristruttura anche con le<br />

sue mani,trasformandola in hermitage che, oltre al<br />

laboratorio e all’atelier, le consentirà un progressivo<br />

<strong>di</strong>stacco dal milieu dell’arte con/temporanea che<br />

aborre. Anomala sia come artista sia come artigiana,<br />

www.<strong>di</strong>anabaylon.it<br />

assembla materiali <strong>di</strong>versi - alluminio, acciaio, ferro,<br />

vetro, plexiglass, carta, lana, pietre e metalli preziosi<br />

- in un crescendo eclettico da molti denunciato e negato<br />

insieme & contemporaneamente, come nel caso<br />

<strong>di</strong> Alfonso Panzetta: “Un eclettismo apparente quello<br />

della Baylon data la continuità e una coerenza assolute<br />

tra un pezzo e l’altro, come se l’artista avesse <strong>di</strong>gerito<br />

e riproposto Brancusi in modo assolutamente<br />

contemporaneo”. Nel 1969 il manifesto del parigino<br />

G30 in collaborazione con la galleria Inquadrature,<br />

esposto a Spoleto al Festival dei due Mon<strong>di</strong>, vede Diana<br />

Baylon assieme a maestri come Pierre Alechinsky,<br />

Jean Dubuffet, Piero Manzoni e a molti altri gran<strong>di</strong><br />

nomi come gli amici Alberto Burri e Lucio Fontana.<br />

“Gli anni ’60 e ’70 sono particolarmente creativi per<br />

l’artista - verga Stefano de Rosa - che anticipò nella<br />

<br />

11


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Diana Baylon<br />

Diana Baylon nel suo atelier <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />

ph. Gino <strong>di</strong> Paolo<br />

scultura e nei metalli <strong>di</strong>pinti, soluzioni formali e novità<br />

linguistiche destinate a essere saccheggiate negli anni<br />

’80 e ‘90”. Nel 2008 Diana Baylon è l’unica artista<br />

invitata dal comitato scientifico del Turin World Design<br />

Capital - presieduto da Gillo Dorfles con la collaborazione<br />

<strong>di</strong> Luisa Bocchietto, presidente dell’Associazione<br />

per il Disegno Industriale - ad allestire una<br />

mostra antologica presso il Miaao, Museo Internazionale<br />

delle Arti Applicate Oggi. A tutt’oggi Diana Baylon<br />

affianca alla sua produzione, la poesia visiva, la<br />

poesia tout court e libri d’artista.<br />

Delle sue mostre in Italia e all’estero menzioniamo<br />

solo le antologiche:<br />

- Diana Baylon, Un viaggio <strong>Artisti</strong>co a cura <strong>di</strong> Stefano<br />

de Rosa, Palazzina Mangani <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, novembre<br />

2002 / gennaio 2003;<br />

- Baylon pittura, scultura, grafica a cura <strong>di</strong> Eugenio<br />

Cecioni, Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno (Pisa)<br />

marzo/ aprile 2007;<br />

- Baylon, Diana Baylon artista per il design, a cura <strong>di</strong><br />

Aldo Ricci, World Design Capital, Torino MIAAO, 19<br />

aprile 18 maggio 2008;<br />

- Percorsi riscoperti dell’arte italiana nella Vaf-Liftung<br />

dagli anni ’40 a oggi, a cura <strong>di</strong> Gabriella Belli e Daniela<br />

Ferrari, Mart <strong>di</strong> Rovereto dal 2 luglio al 3 settembre<br />

2011.<br />

Sue opere sono presenti nelle collezioni del Museo<br />

<strong>degli</strong> Argenti <strong>di</strong> Palazzo Pitti, della Galleria delle Stampe<br />

e dei Disegni della Galleria <strong>degli</strong> Uffizi, della collezione<br />

Vaf-Stiftung presso il Mart <strong>di</strong> Rovereto e altre<br />

collezioni pubbliche e private. Sull’opera <strong>di</strong> Diana<br />

Baylon hanno scritto Gabriella Belli, Marta Casati,<br />

Carlo Cioni, Philippe Daverio, Lucrezia de Domizio<br />

Durini, Daniela Ferrari, Lucio Fontana, Lisa Licitra Ponti,<br />

Anna Mari, Lara-Vinca Masini, Anty Pansera, Alfonso<br />

Panzetta, Aldo Ricci, Paola Barbara Sega, Giuliano<br />

Serafini e altri.<br />

Aldo Ricci<br />

12


Bìri<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Duet, acrilico su tela, cm. 50x50<br />

biri_info@yahoo.com<br />

Bìri nasce oltremare in illo tempore. Dopo<br />

aver fatto l’hippie giovanissimo, si de<strong>di</strong>ca al<br />

palcoscenico e alla musica. Stabilitosi a Firenze,<br />

affascinato dal linguaggio colorito<br />

toscano, scrive il suo stu<strong>di</strong>o sulle parolacce toscane,<br />

Florentine Locutions. Una volta terminato, il libro viene<br />

definito impubblicabile, così lo pubblica da sé.<br />

Sentendo la sua abilità musicale ostacolata dai suoni<br />

tra<strong>di</strong>zionali, inizia a comporre musica elettronica che<br />

lo porta alla pittura astratta, nella quale usa i colori<br />

come fossero suoni musicali in un processo dove il<br />

colore porta alla forma che poi riporta al colore.<br />

<br />

13


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Bìri<br />

YellowShaft, acrilico su tela, cm. 60x40<br />

Forme e colori. La musica elettronica che lui stesso<br />

compone, un pennello piatto, una tavola già preparata<br />

con della vernice bianca, fin dal giorno prima. Una<br />

superficie liscia e luminosa, pronta ad accogliere i colori<br />

che <strong>di</strong> lì a poco l’artista vorrà mettere giù. Dopo<br />

aver scelto quelli adatti, apre i tubetti e senza mescolarli<br />

<strong>di</strong>spone i colori dal centro verso l’esterno. Con<br />

accuratezza richiude i tubetti e velocemente li toglie<br />

dal tavolo <strong>di</strong> lavoro. Quel colore, infatti, non verrà più<br />

ripreso. Ora si de<strong>di</strong>ca alla ricerca delle forme, risultato<br />

<br />

ignoto anche al pittore che mette in rapporto il colore<br />

superficiale col bianco sottostante, che ripassando<br />

continuamente sullo stesso punto si svela. Così si ferma,<br />

si allontana per un attimo a riflettere sugli effetti<br />

<strong>di</strong> quelle linee astratte create a forza <strong>di</strong> togliere, pulisce<br />

il pennello e gira la tavola dall’altro lato. Cambia il<br />

punto <strong>di</strong> osservazione ma continua a togliere, fino a<br />

che decide che per oggi può bastare. Nei giorni seguenti<br />

lo mo<strong>di</strong>ficherà ancora.<br />

Silvia La Rossa<br />

14


Francesco Beccastrini<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

L’Arno nei pressi <strong>di</strong> Firenze, 2012, olio su cartone pressato, cm. 50x70<br />

Francesco Beccastrini nato a <strong>Fiesole</strong> ha iniziato<br />

a <strong>di</strong>segnare e <strong>di</strong>pingere fin da giovanissimo.<br />

La sua attività espositiva iniziata<br />

negli anni Settanta, si è intensificata nel<br />

corso del tempo partecipando a <strong>di</strong>verse manifestazioni,<br />

mostre personali, collettive, fiere e premi, ottenendo<br />

vari riconoscimenti. La sua pittura ha varcato<br />

anche i confini nazionali e le sue opere si<br />

possono trovare in Francia, Germania e Stati Uniti.<br />

Ha scritto <strong>di</strong> lui il professor Carlo Pedretti: “[…] ha<br />

Stu<strong>di</strong>o: Monteloro Firenze<br />

f.beccastrini@virgilio.it<br />

ripercorso come d’istinto le esperienze impressioniste<br />

a livello <strong>di</strong> necessità spirituale e me<strong>di</strong>ate, se non<br />

giustificate, dall’esempio dei Macchiaioli, anch’essi<br />

attenti alla lezione <strong>di</strong> Leonardo. Ed è così che Beccastrini<br />

ha conosciuto la seduzione del colore, si è entusiasmato<br />

alla poetica del territorio e delle sue<br />

tra<strong>di</strong>zioni rurali, ed è pervenuto, pure d’istinto, si<br />

<strong>di</strong>rebbe, a una svolta che lo riporta ai fondamenti<br />

teorici del paesaggio formulati due secoli fa da Alexander<br />

Cozens.[…]”.<br />

<br />

15


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Luciana Biagini Del Bianco<br />

<br />

Fertilità dell’autunno, 2010, pastello su carta, cm. 23x33<br />

Via delle Ginestre 2 - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

www.lucianabiagini.info<br />

Luciana Biagini Del Bianco ha da sempre applicato<br />

la sua innata perizia al <strong>di</strong>segno e a un<br />

severo impegno pittorico eleggendo il pastello<br />

a tramite e strumento <strong>di</strong> rappresentazione.<br />

Ha frequentato corsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e pittura con il<br />

professor Giorgio Barreca. Di lei scrive Pier Francesco<br />

Listri: “I fiori <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> quest’artista vivono nell’aria,<br />

respirano della propria viva fragranza, ma per la magia<br />

del pastello e per l’alta qualità della pittura dei<br />

fon<strong>di</strong>, perdono la convenzionalità <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong><br />

pittura e acquistano invece la fresca grazia della loro<br />

precaria e suprema vitalità vegetale. Sono, questi fiori,<br />

splen<strong>di</strong>damente <strong>di</strong>pinti, anche stemmi <strong>di</strong> nostalgia,<br />

aral<strong>di</strong> <strong>di</strong> un malinconico sguardo sul mondo che la<br />

pittrice sommessamente trasmette senza vistose sottolineature.<br />

Nella bellezza dei fiori si consuma il tempo<br />

breve fra lo sbocciare e l’appassire, e l’artista non<br />

lo <strong>di</strong>mentica. Ne nasce un fare morbido e caldo che<br />

consente tanto la finezza dell’arabesco quanto lo sfumato<br />

delle cromie con l’ausilio <strong>di</strong> luminosi ritocchi.<br />

Magia e merito <strong>di</strong> Luciana Biagini stanno nel bilanciare<br />

con grande equilibrio un’esattezza ottica straor<strong>di</strong>naria<br />

nel rappresentare il vero, conferendogli insieme<br />

un’aral<strong>di</strong>ca suggestione <strong>di</strong> simboli”.<br />

16


Raffaele Bueno<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Arpio, 2003, olio su tela<br />

La biografia <strong>di</strong> Raffaele (RFL) si potrebbe scrivere<br />

come un romanzo: l’elisione del cognome,<br />

la famiglia <strong>di</strong> artisti e intellettuali attraverso<br />

l’Europa, la casa a <strong>Fiesole</strong> con i suoi<br />

animali, i viaggi, gli amici <strong>di</strong> sempre Ragusa e Gattuso...<br />

e gli Etruschi.<br />

“Tornò a <strong>di</strong>pingere viaggiando a lungo, rientrando<br />

nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa, guardandosi intorno, pensando<br />

all’etrusco.”<br />

Così scriveva RFL, quasi in epigrafe al catalogo della<br />

sua mostra alla galleria Philippe Daverio nel 1992.<br />

All’inizio <strong>degli</strong> anni ‘70, dopo un attraversamento <strong>di</strong><br />

avanguar<strong>di</strong>e e dopo una esemplare contestazione<br />

dell’arte (“basta non farla” <strong>di</strong>chiarava) RFL torna alla<br />

pittura <strong>di</strong>pingendo minuziosamente piccoli quadri a<br />

raffaele.bueno@libero.it<br />

“pittura liscia”. Ci torna da lunghi viaggi, domestici<br />

ed esotici. Da viaggi intorno alla sua casa e al mondo<br />

si porta <strong>di</strong>etro tutto, stipato alla rinfusa. Dispone oggetti,<br />

persone, paesaggi, visioni, animali, mostri, <strong>di</strong>vinità<br />

in una sorta <strong>di</strong> retablo domestico dove tutto è<br />

visto attraverso una lente manovrata dalla curiosità e<br />

dagli affetti. Da allora non ha più smesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere<br />

né <strong>di</strong> meravigliarci. I quadri <strong>degli</strong> ultimi anni sono a<br />

“pittura ruvida” ma continuano ad essere sincronici e<br />

duali. Avvicinano figure ed eventi <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong>versi,<br />

contrappongono alchemicamente uomo e natura,<br />

natura e artificio, oriente ed occidente alla ricerca impossibile<br />

<strong>di</strong> una nuova coincidenza oppositorum.<br />

RFL è un grande pittore <strong>di</strong> piccoli quadri. Visitando<br />

una mostra <strong>di</strong> un artista che aveva appeso alle gran<strong>di</strong><br />

<br />

17


Raffaele Bueno<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Totem, 2012, olio su carta<br />

<br />

pareti <strong>di</strong> un museo enormi teloni, RFL mi <strong>di</strong>sse che<br />

avrebbe fatto volentieri una mostra in quello spazio<br />

così grande e bello. Obbiettai che i suoi quadri erano<br />

piccolissimi. “A parte il fatto - mi rispose - che c’è più<br />

pittura in uno piccino mio che in uno grandone suo,<br />

un quadro piccolo è come uno grande visto da lontano”:<br />

perchè RFL è uno che sta lontano. Sta lontano<br />

dal centro senza essere eccentrico. Nei quadri <strong>di</strong> RFL<br />

gli incontri sono imprevisti e i loro motivi misteriosi. Per<br />

quali strade sono arrivati tutti i personaggi e chi ha<br />

fissato l’ora dell’appuntamento L’ora fatale è contemporaneamente<br />

<strong>di</strong>urna e notturna.<br />

Non si può sostare davanti ai quadri <strong>di</strong> RFL: ci si sta<br />

dentro o sono loro che ci attraversano; terribile e meraviglioso<br />

destino quello <strong>di</strong> essere infestati dai suoi<br />

quadri. RFL è un ipnotizzatore che usa il quadro come<br />

uno sguardo; è un affabulatore e ti avvolge con storie<br />

senza inizio né fine. RFL è un conversatore irrefrenabile.<br />

Enuncia verità paradossali ascoltando solo se stesso<br />

o forse un altro RFL che abita nel profondo ed a tratti<br />

emerge consegnandoci dei messaggi. Giu<strong>di</strong>ca i fatti<br />

del mondo per lo più assur<strong>di</strong>. Il suo pessimismo catastrofico<br />

gli deriva da un’acuta analisi dei fatti ed è solo<br />

temperato dalla speranza <strong>di</strong> qualcosa d’impreve<strong>di</strong>bile.<br />

Per descrivere l’opera <strong>di</strong> RFL bisognerebbe vergare un<br />

co<strong>di</strong>ce miniato, con capolettera figurati, con fregi <strong>di</strong><br />

animali e frutti e insetti e animali fantastici <strong>di</strong>spersi<br />

qua e là per le pagine. Poi bisognerebbe pronunciare<br />

formule magiche affinché tutte le creature si animassero<br />

e tutte le lettere cominciassero a fondersi con le<br />

creature. Ma un co<strong>di</strong>ce così può miniarlo solo RFL.<br />

Adolfo Natalini<br />

18


Franco Bulletti<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Li termini de corpi ombrosi (nel segno <strong>di</strong> Leonardo), 2011, acrilico su tela, cm. 50x60<br />

50014 <strong>Fiesole</strong> (FI) - Tel. 055 598702<br />

francobulletti@gmail.com<br />

Franco Bulletti è nato a Firenze, vicino al Ponte<br />

Vecchio, nel 1925. Ha frequentato l’Istituto<br />

d’Arte intorno agli anni ‘40 ed ha lavorato<br />

come grafico per una casa e<strong>di</strong>trice. In veste <strong>di</strong><br />

consulente grafico ha curato la stampa in fac-simile <strong>di</strong><br />

tutti gli scritti <strong>di</strong> Leonardo da Vinci, dal Co<strong>di</strong>ce Atlantico<br />

al Co<strong>di</strong>ce sul volo <strong>degli</strong> uccelli, oltre a numerose<br />

monografie d’arte come il catalogo dell’Ermitage <strong>di</strong><br />

San Pietroburgo e una collana <strong>di</strong> varie monografie<br />

sulle chiese <strong>di</strong> Firenze. Nel 1943 ha esposto per la<br />

prima volta in una collettiva alla Società Belle Arti <strong>di</strong><br />

Firenze con la presentazione <strong>di</strong> Giovanni Spadolini.<br />

Negli anni successivi ha partecipato a numerose mostre<br />

d’arte contemporanea tra Milano, Bologna, Sassoferrato,<br />

Napoli e Barcellona. Ha tenuto personali a<br />

Padova, Ferrara, Vicenza, Copenhagen, Vancouver e<br />

Los Angeles. Ha pubblicato con la Giunti una monografia<br />

delle sue opere curata da Lara Vinca Masini e<br />

Carlo Pedretti, oggi esaurita. Negli ultimi anni ha<br />

esposto alla Galleria Entracte <strong>di</strong> Lugano, a La Fenice<br />

des Artistes <strong>di</strong> Venezia, alla Palazzina Mangani <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />

e alla Galleria Icon <strong>di</strong> Berlino. A Firenze ha esposto<br />

recentemente all’Accademia delle Arti e del Disegno<br />

in una mostra dal titolo Per una classicità moderna<br />

e alla Galleria Orto dei Me<strong>di</strong>ci con Nell’Idea <strong>di</strong> Leonardo:<br />

500 anni dopo.<br />

<br />

19


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Franco Bulletti<br />

Sostenuto <strong>di</strong>nanzi con pilastri rossi, 2011, acrilico su tela, cm. 50x60<br />

20<br />

La mia pittura, <strong>di</strong> Franco Bulletti<br />

Con la mia pittura cerco <strong>di</strong> esprimere due concetti,<br />

fondamentali anche per le leggi fisiche: l’intuizione<br />

strutturale dello spazio e quello del tempo. Quando<br />

mi metto <strong>di</strong> fronte a una tela, cioè a uno spazio definito,<br />

cerco <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le sue possibilità metriche, la<br />

sua sud<strong>di</strong>visione <strong>di</strong>namica in altrettanti sottospazi, in<br />

base ai quali stabilire l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> una successione <strong>di</strong><br />

eventi o la loro contemporaneità. Il tempo invece è<br />

scan<strong>di</strong>to dalla cultura dei ricor<strong>di</strong>, da quanto hanno<br />

detto e fatto i nostri predecessori creando per noi,<br />

con il loro pensiero, la loro arte e il loro linguaggio,<br />

suggestioni idee e forme dentro le quali viviamo e<br />

<br />

siamo immersi. Per questo inserisco frammenti <strong>di</strong> autografi<br />

leonardeschi in facsimile nei miei sottospazi.<br />

Rappresentare questi concetti con le tecniche pittoriche<br />

<strong>di</strong> oggi mi porta ad un chiarimento teorico circa<br />

la luce, i colori e la loro evoluzione. Nella sovrapposizione<br />

<strong>di</strong> carte trasparenti sui colori acrilici, assume un<br />

significato sempre più importante la spazialità del<br />

bianco, secondo l’insegnamento <strong>di</strong> Malevic, per cui si<br />

arriva ad uno stato <strong>di</strong> vuoto o al nulla, con evidenti<br />

riferimenti al contemporaneo. Quello spazio, così<br />

chiaro e trasparente, è forse il monitor <strong>di</strong> un televisore<br />

o <strong>di</strong> un computer, sui quali poter costruire in <strong>di</strong>venire<br />

idee per una nuova società, o forse è il futuro della<br />

pittura che <strong>di</strong>ssolve se stessa.


Enzo Butera<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

“Enzo Butera, tra Funk e New Realism”<br />

<strong>di</strong> Francesco Gurrieri<br />

Quando per la prima volta in ragione della<br />

mia irrefrenabile curiosità per la cultura<br />

artistica, sono sceso da <strong>Fiesole</strong> alla riva destra<br />

<strong>di</strong> Pian <strong>di</strong> Mugnone, mi sono imbattuto<br />

in uno dei più singolari stu<strong>di</strong> d’artista <strong>di</strong> Toscana;<br />

uno spazio dolce e trasgressivo insieme, naturalistico<br />

e fortemente antropizzato: insomma, la metafora <strong>di</strong><br />

un “ossimoro” intenso, forte ed esplicito. Come il<br />

“new realism” <strong>di</strong> Alice Neel o la dura riconversione<br />

figurativa <strong>di</strong> Lucien Freud, gli acrilici <strong>di</strong> Butera spingono<br />

irreversibilmente verso ciò che <strong>di</strong> più macerato<br />

può esprimere la figura umana. C’è, infatti, nelle figure<br />

<strong>di</strong> Butera, una intrinseca <strong>di</strong>sputa esistenziale,<br />

un vitalismo che riposa, hegelianamente, su contrapposizioni<br />

<strong>di</strong>alogiche. In verità, Enzo Butera, che marca<br />

i territori dell’arte almeno dagli anni ’70, ha firme<br />

illustri nel suo curriculum bibliografico (basterebbero<br />

quelle <strong>di</strong> Paolo Emilio Poesio o <strong>di</strong> Paul L. Walzer); ma<br />

questi ne hanno sottolineato più la personalità umana,<br />

il <strong>di</strong>venire del suo percorso trasgressivo e il fascino<br />

del suo talento che implementa le sue ra<strong>di</strong>ci millenarie<br />

con i laboratori della contemporaneità. È<br />

invece ora <strong>di</strong> parlare delle sue opere, della sua poetica<br />

e della sua collocazione nei movimenti e nelle tendenze<br />

dell’arte contemporanea. E ciò non per dare<br />

una collocazione alla sua opera e “repertoriarla” in<br />

qualche modo, ma per render giustizia con una lettura<br />

critica che da conto della sua <strong>di</strong>mensione artistica.<br />

Certo, quando nel ’67, alla University Art Museum <strong>di</strong><br />

Berkley si organizzava la prima esposizione “Funk”<br />

(con<strong>di</strong>zione parallela della beat generation), Butera<br />

era altrove, eppure quel fare “Funk” e quella “Bad<br />

Painting” - <strong>degli</strong> stessi anni e nello stesso crogiuolo<br />

<strong>di</strong> Berkley - sono arrivati per vie misteriose, fino alla<br />

stu<strong>di</strong>o in riva al Mugnone, innescando uno dei più<br />

intensi detonatori del linguaggio artistico. Io non so<br />

a quali traguar<strong>di</strong> porti questo percorso <strong>di</strong> Butera: so<br />

tuttavia per certo che la sua generosa provocazione<br />

plastica vale sicuramente ad allontanarci da tanti<br />

stanchi archetipi che spesso umiliano ogni attività<br />

creativa.<br />

Enzo Butera vive a <strong>Fiesole</strong><br />

www.enzobutera.com - enzobutera@iol.it<br />

Uomo incinto, 1982,<br />

bronzo, cm. h 53<br />

L’uomo incinto, <strong>di</strong> Enzo Butera (1983)<br />

Durante la gravidanza <strong>di</strong> mia moglie ho vissuto la crescita<br />

della “pancia” come un fatto nostro, fino al punto<br />

<strong>di</strong> sentirmi partecipe della gestazione, quin<strong>di</strong> “incinto”:<br />

questo stato è durato nove mesi meno alcune<br />

ore. Perché, dal momento in cui mia moglie ha cominciato<br />

ad avere le doglie, nonostante la mia presenza e<br />

la continua partecipazione, ho sentito che il mio “stato<br />

<strong>di</strong> gravidanza” era finito. Non ero più “incinto”, era<br />

mia moglie a partorire, io ero stato solo un mezzo. In<br />

pancia mi sentivo un enorme buco. La “natura” mi ha<br />

fatto, ahimè, ritornare alla realtà, privandomi <strong>di</strong> una<br />

sensazione che non potrò mai provare. Nonostante il<br />

buco in pancia rimarrò sempre “incinto” in testa.<br />

<br />

21


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Enzo Butera<br />

Omaggio alle madri <strong>di</strong> Plaza de Mayo, 1984, bronzo<br />

h cm. 20<br />

Tenerezza, 2001, bronzo<br />

Vincenzo Butera nasce a Conflenti Superiore<br />

(CZ) nel 1940. Durante l’infanzia aiuta il padre<br />

ad affrescare e a decorare ville e chiese<br />

e lavora nella filodrammatica del paese. Nel<br />

1956, dopo la morte della nonna, lascia la Calabria<br />

per trasferirsi prima a Torino e nel 1960 a Roma, dove<br />

stu<strong>di</strong>a teatro, partecipa a <strong>di</strong>verse estemporanee <strong>di</strong><br />

pittura e vince la borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per l’Accademia Nazionale<br />

d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Nella<br />

seconda metà <strong>degli</strong> anni Sessanta lavora come attore<br />

e organizzatore del Teatro Popolare Viaggiante, mentre<br />

nel 1970 si stabilisce a Zurigo dove apre un atelier<br />

serigrafico, <strong>di</strong>pinge e scolpisce. Nel 1976 ritorna in<br />

Italia, a Venezia, dove prosegue la sua attività artistica<br />

fino al 1984, anno in cui si trasferisce a <strong>Fiesole</strong>. Qui<br />

inaugura il suo stu<strong>di</strong>o-atelier e lavora in ambito artistico,<br />

realizzando il documentario <strong>di</strong>dattico “Maschere<br />

e Volti, dall’idea alla realizzazione <strong>di</strong> una mostra”<br />

(1990) e l’allestimento scenografico per la Lisistrata <strong>di</strong><br />

Aristofane al festival internazionale <strong>di</strong> Teatro Classico<br />

dei Giovani a Palazzola Acreide in provincia <strong>di</strong> Siracusa<br />

(1991). Nel 1995 si reca in Australia per stu<strong>di</strong>are la<br />

cultura aborigena. Tra il 1999 e il 2004 è assessore<br />

all’ambiente del Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>. Nel 2004 promuove<br />

lo scambio tra artisti “Berlino-Florenz” presso<br />

la Galleria Icon. Ha realizzato più <strong>di</strong> 40 mostre personali<br />

tra Zurigo, Ginevra, Parigi, Vienna, Roma,<br />

Firenze, Bologna, Pisa, Ancona, Cosenza, <strong>Fiesole</strong>, Treviri,<br />

Heidelberg, Stoccarda, Recklinghausen, Essen,<br />

Bielefeld e Berlino.<br />

22


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Enzo Butera<br />

Raccoglitrici <strong>di</strong> cicerbite, 2004, olio su tela, cm. 70x70<br />

Linda, 2004, acrilico su tela, cm. 70x70<br />

<br />

23


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Paolo Campidori<br />

<br />

Castello della famiglia Me<strong>di</strong>ci al Trebbio, tecnica mista, cm. 25x35<br />

Paolo Campidori nasce come artista fotografo<br />

nel lontano 1979 per immortalare, nel suo<br />

Mugello natio, le case dei conta<strong>di</strong>ni e le chiesine<br />

che stanno crollando e scomparendo a<br />

causa dell’abbandono delle campagne. Contemporaneamente<br />

associa a quest’attività artistica quella <strong>di</strong><br />

pittore ‘astratto’, un po’ perché gli piace ‘pasticciare’<br />

con i colori, un po’ per reazione alla pittura classica<br />

che vede ogni giorno lavorando come segretario<br />

presso i musei e le gallerie fiorentine. Più che un pittore,<br />

egli sente <strong>di</strong> essere un <strong>di</strong>segnatore perchè gli<br />

piace maneggiare matite, pennarelli, chine, etc. Dopo<br />

aver frequentato spora<strong>di</strong>camente gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> artisti<br />

eccellenti come Silvestro Pistolesi, allievo <strong>di</strong> Pietro Annigoni,<br />

e lo scultore Marcello Guasti, si appassiona al<br />

genere del ritratto a tal punto da farne il suo “cavallo<br />

<strong>di</strong> battaglia”. Molte le mostre <strong>di</strong> cui è stato protagonista<br />

a vario titolo e in cui ha sempre riscosso un buon<br />

successo <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> pubblico. È socio fondatore<br />

dell’Associazione <strong>Artisti</strong> Fiesolani, oltre che scrittore,<br />

giornalista, ricercatore storico, etruscologo. Ha scritto<br />

<strong>di</strong>eci libri e numerosi articoli sull’arte in generale.<br />

Via dell’Arno, 30/A - <strong>Fiesole</strong> Loc. Il Girone (FI) - Tel. 055 6503539 - Stu<strong>di</strong>o: Via Fontebuona, 517, Vaglia (FI)<br />

Cell. 347 6530891 - paolo.campidori@tin.it - www.paolocampidori.eu - www.culturamugellana.wordpress.com<br />

24


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Paolo Campidori<br />

Ritratto <strong>di</strong> donna con cappello, 2011, tecnica mista su cartoncino, cm. 18x28<br />

<br />

25


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

MAGAZINE<br />

www.cte<strong>di</strong>zioni.it - redazione@cte<strong>di</strong>zioni.it<br />

1 9 9 8 - 2 0 1 3 1 5 A N N I I N s I E M E A l l ’ A r t E<br />

Cesare Borsacchi - La Creola<br />

26


Massimo A. Castellani<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Hansel, bn, 2012, cm. 40x50<br />

Massimo A. Castellani, nato e residente a<br />

<strong>Fiesole</strong>, da sempre affascinato dalla fotografia,<br />

ha ripreso a fotografare in età<br />

avanzata, dopo aver mosso i primi passi,<br />

alla fine <strong>degli</strong> anni Cinquanta, con l’allora unica e<br />

maxcastellani@hotmail.com<br />

famosa scuola Ra<strong>di</strong>o Elettra. Segretario del fotoclubfirenze.it,<br />

organizza corsi <strong>di</strong> fotografia per principianti.<br />

Ha esposto in varie parti d’Italia fra cui Firenze,<br />

Milano e Paola.<br />

<br />

27


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Paolo Catelani<br />

<br />

Villa La Tana, 2012, olio su tela, cm. 35x50<br />

Avvicinatosi alla pittura nell’anno 1960, è<br />

stato seguito inizialmente dal pittore Mazzon.<br />

Con il pittore Marcuzzi ha collaborato<br />

a <strong>di</strong>pingere, per una casa e<strong>di</strong>trice inglese,<br />

una collana <strong>di</strong> quadretti commemorativi della storia<br />

dei francobolli <strong>di</strong> quel paese. Lascia la pittura e il <strong>di</strong>segno<br />

nel 1969. Stimolato fortemente dalla figlia Beatrice,<br />

nel luglio 2007 <strong>di</strong>pinge un nuovo quadro. Ama ritrarre<br />

la natura, la campagna e quant’altro lo ispiri. Dal<br />

2010 espone con l’Associazione G. Mazzon al Teatro<br />

Comunale <strong>di</strong> Antella, mentre tra il 2010 e il 2011 ha<br />

esposto ad Ellera, Compiobbi e al Ristorante Le Lance<br />

con l’Associazione <strong>Artisti</strong> Fiesolani. L’ultima sua mostra<br />

si è tenuta a Cellai con l’Associazione G. Mazzon.<br />

Via Viacce 8, Girone, <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Tel. 055 691548 - Cell. 338 3675140<br />

28


Roberto D’Angelo<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Senza titolo, 2001, foto <strong>di</strong>gitale, stampa fotografica<br />

Via Sant’Andrea a Sveglia, 35 G - Cal<strong>di</strong>ne - <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Tel. e Fax 055 540821 - lisca1@tin.it<br />

Roberto D’Angelo, fiorentino <strong>di</strong> nascita, vive<br />

a <strong>Fiesole</strong> dal 1987. È fotografo, giornalista<br />

pubblicista e grande appassionato <strong>di</strong> pesca<br />

oltre che <strong>di</strong> macchine d’epoca. Nel tempo<br />

ha firmato numerosi articoli de<strong>di</strong>cati agli itinerari <strong>di</strong><br />

pesca sia in Italia che all’estero per le più importanti<br />

riviste del settore. Nel 2010 ha esposto a <strong>Fiesole</strong>, nella<br />

Sala del Basolato, con la prima mostra sulle nuvole<br />

dal titolo Cieli Nostrani - scatti da <strong>Fiesole</strong> e <strong>di</strong>ntorni.<br />

Nello stesso anno ha presentato, insieme ad Egisto<br />

Nino Ceccatelli, nella Sala Banti <strong>di</strong> Montemurlo, la<br />

mostra Dal mare al cielo. Nel marzo 2012 Nuvole<br />

all’Hotel Etruria <strong>di</strong> Milano Marittima. Tra le esposizioni<br />

collettive, si ricordano quelle con l’Associazione<br />

<strong>Artisti</strong> Fiesolani: Pennelloliando (2010) Circ. ARCI<br />

Montebeni, <strong>Fiesole</strong>; I Colori <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> (2010)Galleria<br />

Via Larga, Firenze; Recita l’arte 2011 (l’arte guardata<br />

e ascoltata), Sala del Basolato, <strong>Fiesole</strong>; Arte Vinco<br />

2011 (iniziativa benefica), Ristorante Le Lance, <strong>Fiesole</strong>;<br />

2010-2012 mostra permanente quadrimestrale<br />

presso il Ristorante Le Lance. Con il Centro Sperimentale<br />

<strong>di</strong> fotografia <strong>di</strong> Prato, presso la Sala Ovale del<br />

Palazzo Buonamici della Provincia <strong>di</strong> Prato, ha partecipato<br />

alle mostre: Calvana (2010), Prato – la nostra<br />

città e la nostra gente (1981-2010) nel 2011, Il Bisenzio<br />

e le sue acque (2012).<br />

<br />

29


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Paolo della Bella<br />

<br />

Ho ancora tanti sogni arretrati sul mio como<strong>di</strong>no<br />

sogni importanti<br />

che ancora non sono riuscito a sognare.<br />

Aspettano fiduciosi il loro turno<br />

il sogno <strong>di</strong> essere invisibile<br />

e quello in cui<br />

sono inseguito da note musicali.<br />

Il sogno della fata colorata<br />

che entra nel mio letto<br />

e quello <strong>di</strong> volare <strong>di</strong> fiore in fiore<br />

insieme alle farfalle.<br />

Il sogno <strong>di</strong> essere un personaggio del quadro <strong>di</strong> Matisse<br />

la Gioia <strong>di</strong> vivere<br />

quello <strong>di</strong> essere un ladro<br />

che <strong>di</strong> notte forza “castelli in aria”<br />

e quello <strong>di</strong> essere un’altra persona<br />

«per vedere me stesso come mi vedono gli altri».<br />

Ne ho citati alcuni, a caso<br />

ma ce ne sono tanti e tanti ancora.<br />

Spero, un giorno, <strong>di</strong> farcela a sognarli tutti<br />

e <strong>di</strong> rimettermi in pari.<br />

Adesso non sono in grado <strong>di</strong> farlo<br />

perché da molto tempo le mie notti<br />

sono occupate da un solo sogno<br />

un sogno ricorrente<br />

il sogno <strong>di</strong> un sorriso che travolge la gente.<br />

Artista, <strong>di</strong>segnatore e scrittore, ha fatto satira in<br />

particolare sul mondo dei me<strong>di</strong>a. Nel 1967 è<br />

Medaglia d’Oro al Salone Internazionale dei<br />

Comic <strong>di</strong> Lucca, nell’ambito del 2º concorso<br />

per un nuovo personaggio a fumetti. Sempre nel 1967<br />

fonda con Graziano Braschi e Berlinghiero Buonarroti il<br />

www.paolo.dellabella.name<br />

db@paolo.dellabella.name<br />

Gruppo Stanza, che ha nell’umorismo grafico il punto <strong>di</strong><br />

riferimento del proprio lavoro, con il quale pubblica alcuni<br />

libri interamenti stampati in serigrafia, come Settantuno,<br />

vero e proprio libro-oggetto e Settantaquattro, con<br />

prefazione <strong>di</strong> Giambattista Vicari. Produce anche Immagini<br />

umorgrafiche, 1970, cartella <strong>di</strong> serigrafie manuali a<br />

più colori <strong>di</strong> Braschi, Buonarroti e della Bella, tiratura limitata<br />

a 30 copie numerate, con presentazione <strong>di</strong> Mario De<br />

Micheli. Tra la fine <strong>degli</strong> anni Sessanta e l’inizio <strong>degli</strong> anni<br />

Settanta, con il Gruppo Stanza espone <strong>di</strong>segni e opere<br />

grafiche in varie gallerie italiane, tra le quali: Il Ponte, San<br />

Giovanni Valdarno, con prefazione al catalogo <strong>di</strong> Umberto<br />

Eco; Galleria Inquadrature, Firenze; Galleria Il Triglione,<br />

Venezia; Galleria Libreria Einau<strong>di</strong>, Milano; Galleria La<br />

Bottega, Ravenna. Nel 1971, sempre insieme al Gruppo<br />

- seguendo la scia della più antica rivista socialista L’Asino<br />

(dei primi del Novecento) - dà vita alla rivista <strong>di</strong> umorismo<br />

grafico e satira politica Ca Balà, «madre della moderna<br />

satira politica italiana», <strong>di</strong>retta prima da Piero Santi, poi<br />

da Vauro Senesi e Franco Manescalchi. La rivista, prima<br />

mensile poi trimestrale, esce per più <strong>di</strong> nove anni qualificandosi<br />

come punto <strong>di</strong> riferimento per i <strong>di</strong>segnatori politici<br />

italiani. Fra i tanti nomi italiani e stranieri hanno collaborato<br />

alla rivista <strong>di</strong>segnatori come Sergio Barletta, Maurizio<br />

Bovarini, Alfredo Chiappori, Lido Contemori, Giuliano,<br />

Angelo Olivieri, Massimo Presciutti, Andrea Rauch;<br />

artisti come Vinicio Berti, Giuseppe Chiari, Aroldo Marinai,<br />

Siro Midollini, Michele Perfetti, Gianni Toti, Tono<br />

Zancanaro; oltre ad avere attenzioni particolari dal mondo<br />

culturale: Umberto Eco, Cesare Zavattini, Nicola Tranfaglia,<br />

Sergio Saviane, Mario Spinella… In questi anni<br />

pubblica anche un libro <strong>di</strong> poesie Cronologia, Ed. Collettivo<br />

R. Un «sobrio e tagliente “giornale <strong>di</strong> bordo”» come<br />

annota Ferruccio Masini in una recensione su L’Unità del<br />

6 luglio 1977. Finita l’era “cabalistica”, lavora ancora<br />

con il Gruppo Stanza per realizzare la mostra Humour<br />

mon Amour - rassegna <strong>di</strong> umorismo grafico 1940-1982,<br />

allestita alla Palazzina Mangani <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, catalogo E<strong>di</strong>zioni<br />

Il Candelaio, con presentazione (mancata) <strong>di</strong> Cesare<br />

Zavattini e con un intervento <strong>di</strong> Luigi Malerba. Dagli inizi<br />

<strong>degli</strong> anni Ottanta fino alla fine dei Novanta, oltre a produrre<br />

manifesti per la Regione Toscana e il Comune <strong>di</strong><br />

<strong>Fiesole</strong>, documenta, con la macchina fotografica, sempre<br />

a (e per) <strong>Fiesole</strong>, eventi, manifestazioni e “personaggi<br />

che l’hanno visitata, animata, vissuta”! Nello stesso<br />

30


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Paolo della Bella<br />

L’attimo, 2012, acrilici su tela, cm. 70x100<br />

tempo realizza e pubblica libri d’artista o “libri oggetto”<br />

come Sorrisi e Bugie vere, quest’ultimo presentato insieme<br />

ad una sua mostra personale, allo storico Caffè Letterario<br />

Le Giubbe rosse <strong>di</strong> Firenze. Sempre in questi anni,<br />

con l’amico Aldo Frangioni produce una serie <strong>di</strong> opere<br />

grafiche fra le quali una cartella sui 200 anni della Rivoluzione<br />

francese, presentata da Carlo Cresti. Nel 1999 è a<br />

Strasburgo, al Parlamento Europeo, per la sua più importante<br />

mostra antologica dal titolo Un sogno fatto alla<br />

presenza della ragione, a cura <strong>di</strong> Laura Corti; una selezione<br />

della quale viene poi presentata il 9.9.99 a Firenze da<br />

Antonio Paolucci. Da “artista poliedrico” com’è stato<br />

definito, conclude “il millennio” cimentandosi in una<br />

esperienza <strong>di</strong>versa dall’arte pittorica: scrive e re<strong>di</strong>ge con<br />

l’amico Paolo Albani, prima Forse Queneau. Enciclope<strong>di</strong>a<br />

delle scienze anomale, poi Mirabiblia, Catalogo ragionato<br />

<strong>di</strong> libri introvabili. Opere singolari e bizzarre per la prestigiosa<br />

casa e<strong>di</strong>trice Zanichelli. Dopo questa nuova<br />

esperienza lo ritroviamo pittore a Ravenna alla galleria la<br />

Bottega e alla Biblioteca Classense, con la personale Io<br />

sono Don Chisciotte per fortuna; e a Firenze, al Consiglio<br />

regionale della Toscana, in collaborazione con il Gabinetto<br />

Disegni e Stampe <strong>degli</strong> Uffizi, per una mostra insieme<br />

al grande incisore del Seicento Stefano della Bella, verosimilmente<br />

suo antenato. Nell’occasione, con la complicità<br />

del Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, esce, a cura <strong>di</strong> Laura Corti con<br />

prefazioni <strong>di</strong> Barbara Briganti e Vittorio Sgarbi, il libro<br />

Sogni arretrati, praticamente la sua biografia artistica<br />

lunga quarant’anni. Di seguito, oltre ad essere presente<br />

in alcune collettive, realizza ancora mostre personali,<br />

come ad esempio a Livorno: 30 30x30, Esercizi <strong>di</strong> stile,<br />

con un pregevole auspicio <strong>di</strong> Piergiorgio O<strong>di</strong>fred<strong>di</strong>; e,<br />

tanto per non smentire la sua “incoerenza”, anche una<br />

mostra fotografica con Stefano Giral<strong>di</strong>: Scatti e ritratti.<br />

Obiettivo <strong>Fiesole</strong>. Successivamente lo troviamo a Roma<br />

alla Casa delle letterature, e a Ravenna alla Biblioteca<br />

Classense con la mostra Cento <strong>di</strong>segni per Centuria, un<br />

“eccellente lavoro liberamente ispirato al libro <strong>di</strong> Giorgio<br />

Manganelli”; poi a Parigi, alla Maison de l’Italie, per la<br />

mostra collettiva Mulax, con Francoise Canal, Andrea<br />

Chiarantini, Kiki Franceschi, Aldo Frangioni e Marie Claire<br />

Wagner. Infine il 20 settembre 2012 insieme ad Aldo<br />

Frangioni, de<strong>di</strong>ca una “piccola grande mostra” all’amico<br />

Cesare Zavattini per i suoi 110 anni: Dove sta “ZA”.<br />

<br />

31


Paolo della Bella<br />

32<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

<br />

Mostre<br />

*<br />

Il Ponte, San Giovanni Valdarno, 1969. Prefazione al<br />

catalogo <strong>di</strong> Umberto Eco.<br />

*<br />

Galleria Inquadrature, Firenze, 1969.<br />

*<br />

Galleria Il Triglione, Venezia, 1969.<br />

*<br />

Galleria Agrifoglio, Milano, 1971. Presentazione <strong>di</strong><br />

Mario Spinella.<br />

*<br />

Stu<strong>di</strong>o d’arte Il Moro, Firenze, 1971. Catalogo con<br />

prefazione <strong>di</strong> Eugenio Miccini.<br />

*<br />

Casa del Popolo Buonarroti, Firenze, 1972. La pulce<br />

nell’orecchio. Mostra <strong>di</strong> umorismo grafico a cura del<br />

Gruppo Stanza. Prefazione al catalogo <strong>di</strong> Franco Manescalchi.<br />

*<br />

Galleria Libreria Internazionale Einau<strong>di</strong>, Milano,1973.<br />

Mostra Istruzioni per il <strong>di</strong>suso.<br />

*<br />

Galleria La Bottega, Ravenna, 1981. Ca Balà, Uno<br />

sguardo profondo.<br />

Capo <strong>di</strong> buona speranza, Settignano (Fi), 1988. Mostra<br />

Fifty Fifty, I Sogni “in” tasca: 20+20 opere <strong>di</strong> Paolo<br />

della Bella e Aldo Frangioni dal 1968 al 1988.<br />

Parlamento europeo <strong>di</strong> Strasburgo, 1999. Un sogno fatto<br />

alla presenza della ragione, Personale antologica a<br />

cura <strong>di</strong> Laura Corti, con il patrocinio del Consiglio Regionale<br />

della Toscana.<br />

VB Art Center, Firenze, 9.9.99. Presentazione <strong>di</strong> Antonio<br />

Paolucci, 1999.<br />

Floralia, Firenze e il Segnalibro, <strong>Fiesole</strong>, 2000. della Bella<br />

visita della Porta Phytognomonica (1583), «un’estensione<br />

della fisiognomica applicata alle caratteristiche<br />

delle piante» <strong>di</strong> Giovan Battista della Porta (1535-<br />

1615).<br />

Galleria La Bottega e Biblioteca Classense, Ravenna,<br />

2004. Io sono Don Chisciotte per fortuna, a cura <strong>di</strong><br />

Giovanna M. Carli.<br />

Consiglio Regionale della Toscana in collaborazione con<br />

il Gabinetto Disegni e Stampe <strong>degli</strong> Uffizi, Firenze, 2006. Il<br />

mondo festeggiante, Stefano della Bella & Paolo della<br />

Bella (xvii – xxi sec.) a cura <strong>di</strong> Anna Forlani Tempesti e<br />

Giovanna M. Carli.<br />

Galleria Dinamo, Livorno, 2008. 30 30x30 esercizi <strong>di</strong><br />

stile <strong>di</strong> Paolo della Bella, (con un pregevole «auspicio»<br />

<strong>di</strong> Piergiorgio O<strong>di</strong>fred<strong>di</strong>.<br />

Sala del Basolato, <strong>Fiesole</strong>, 2009. Obiettivo <strong>Fiesole</strong>, Mostra<br />

fotografica. Scatti e Ritratti <strong>di</strong> Paolo della Bella e<br />

Stefano Giral<strong>di</strong> - «<strong>Fiesole</strong> descritta attraverso i personaggi<br />

che l’hanno visitata, animata, vissuta».<br />

Casa delle Letterature, Roma, 2010. Cento <strong>di</strong>segni per<br />

Centuria. 100 tavole originali ispirate all’omonimo libro<br />

<strong>di</strong> Giorgio Manganelli, in Cantiere Manganelli 2 -<br />

Assessorato alle politiche culturali.<br />

Quadro 0,96, «Lo spazio espositivo più piccolo del<br />

mondo», <strong>Fiesole</strong>, 2010-2011. parché.<br />

Biblioteca Classense - Manica lunga, Ravenna, 2011.<br />

Cento <strong>di</strong>segni per Centuria. 100 tavole originali ispirate<br />

all’omonimo libro <strong>di</strong> Giorgio Manganelli. Introduzione<br />

al catalogo <strong>di</strong> Salvatore Silvano Nigro.<br />

Maison de l’Italie, Paris, 2012. MULAX, a cura <strong>di</strong> Beatrice<br />

Biagini. Mostra organizzata dall’Associazione italo<br />

francese acuto. Collettiva con Françoise Canal, Andrea<br />

Chiarantini, Kiki Franceschi, Aldo Frangioni, Marie<br />

Claire Wagner.<br />

Quadro 0,96, «Lo spazio espositivo più piccolo del<br />

mondo», <strong>Fiesole</strong>. 2012-<strong>2013</strong>. Dove sta “Za” 110 <strong>Artisti</strong><br />

per i 110 Anni <strong>di</strong> Cesare Zavattini. Ideata e curata<br />

da Paolo della Bella e Aldo Frangioni. Catalogo Cadmo<br />

E<strong>di</strong>zioni con prefazione <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Carabba.<br />

Libri<br />

*<br />

Settantuno. Libro d’artista - o libro-oggetto - del Gruppo<br />

Stanza, 1968. Stampato “in folio” in serigrafia<br />

manuale dal Gruppo Stanza. 108 pagine, 97 copie<br />

numerate.<br />

*<br />

Settantaquattro. Umorismo grafico del Gruppo Stanza,<br />

1970. Stampato in serigrafia manuale dal Gruppo<br />

Stanza. 80 pagine, 200 copie numerate. Prefazione <strong>di</strong><br />

Giambattista Vicari.<br />

*<br />

Aborti si nasce, abortisti si <strong>di</strong>venta. L’aborto a fumetti.<br />

Centro <strong>di</strong> documentazione, Pistoia, 1975. Prefazione<br />

<strong>di</strong> Mauro Mellini<br />

*<br />

Il crudele e il politico. Antologia <strong>di</strong> Ca Balà a cura del<br />

Gruppo Stanza. Milano, Ottaviano e<strong>di</strong>tore, 1977.<br />

Cronologia, Poesie 1967-1974, Collettivo r, 1977. Prefazione<br />

<strong>di</strong> Franco Manescalchi.<br />

*<br />

1968 – 1978 Dieci anni <strong>di</strong> invecchiamento. Non una rievocazione,<br />

né un ennesimo bilancio, ma un pamplhet<br />

sul ‘68. Centro <strong>di</strong> documentazione, Pistoia, 1978.<br />

Sorrisi, libro d’artista, Amanrote, 1992.<br />

Bugie vere, libro d’artista, Amanrote, 1994.<br />

Forse Queneau. Enciclope<strong>di</strong>a delle Scienze Anomale,<br />

Bologna, Zanichelli, 1999.<br />

Mirabiblia. Catalogo ragionato <strong>di</strong> libri introvabili, Bologna,<br />

Zanichelli, 2003.<br />

La tirannia del capolavoro. Reportages da Firenze e dalla<br />

Toscana <strong>di</strong> Giorgio Manganelli, 2009. Estratti da La<br />

Favola pitagorica (Adelphi), a cura <strong>di</strong> Paolo della Bella<br />

e Lietta Manganelli.


Bibliografia<br />

Laura Corti, a cura <strong>di</strong>, Paolo della Bella:<br />

trent’anni d’ironia. Da Ca Balà al Parlamento<br />

europeo, Maschietto & Musolino E<strong>di</strong>tore,<br />

1999. Introduzione <strong>di</strong> Antonio Paolucci.<br />

AA.VV., L’enciclope<strong>di</strong>a tematica - Arte A-Fir,<br />

L’espresso Gran<strong>di</strong> Opere, Rizzoli Larousse,<br />

Rotolito Lombar<strong>di</strong>a, Milano, 2005.<br />

Laura Corti, a cura <strong>di</strong>, Paolo della Bella sogni<br />

arretrati, Bora E<strong>di</strong>zioni, Bologna, 2006. Prefazioni<br />

<strong>di</strong> Barbara Briganti e Vittorio Sgarbi.<br />

Giorgio Di Genova, Storia dell’Arte Italiana<br />

del ‘900. Generazione Anni Quaranta, Bora<br />

E<strong>di</strong>zioni, Bologna, 2009.<br />

* Con il Gruppo Stanza<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Paolo della Bella<br />

Folle letterario, 2009, acrilico su tela, cm. 100x55<br />

A sinistra: sopra, la copertina <strong>di</strong> Ca Balà n. 2 nuova serie, giugno 1976.<br />

Sotto, la copertina del catalogo Obiettivo <strong>Fiesole</strong>. Alberto Sor<strong>di</strong> e Mario<br />

Monicelli in occasione del Premio <strong>Fiesole</strong> ai Maestri del Cinema, 1996.<br />

Nella pagina accanto, le copertine <strong>di</strong> Forse Queneau. Enciclope<strong>di</strong>a delle<br />

scienze anomale, 1999 e <strong>di</strong> Mirabiblia, Catalogo ragionato <strong>di</strong> libri<br />

introvabili, 2003. Zanichelli e<strong>di</strong>tore.<br />

<br />

33


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Aldo Frangioni<br />

<br />

www.aldofrangioni.it<br />

aldofrangioni@live.it<br />

Aldo Frangioni (<strong>Fiesole</strong>, 1947).<br />

Dal 1980 al 2009 svolge attività <strong>di</strong> pubblico<br />

amministratore: Sindaco <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />

(1989-1993), Vice-presidente Fondazione<br />

Primo Conti <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, Presidente Fondazione Giovanni<br />

Michelucci <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>-Pistoia, Presidente Azienda<br />

trasporto <strong>di</strong> Firenze, Ataf (1995-2004), Presidente<br />

Scan<strong>di</strong>cci Cultura. Contemporaneamente svolge attività<br />

artistiche <strong>di</strong> pittura, grafica, scenografia e giornalismo:<br />

<strong>2013</strong> - Sale delle Colonne, Palazzo Comunale <strong>di</strong> Pontassieve<br />

- Due pittori nel 2000 con Franco Bulletti<br />

2012<br />

Galleria Tornabuoni - Cromatismi Simultanei - con<br />

Alexander Jakhnagiev, presentazione <strong>di</strong> Federica Berti.<br />

Quadro 0,96 - <strong>Fiesole</strong>, insieme a Paolo della Bella<br />

“Omaggio a Zavattini” 110 artisti per i suoi 110 anni<br />

- Maison de l’Italie - Parigi - Mulax - con Francoise<br />

Canal, Andrea Chiarantini, Paolo della Bella, Kiki<br />

Franceschi, e Marie Claire Wagner<br />

2011-12<br />

Cura, insieme a Simone Siliani, Michele Morrocci, Rosaclelia<br />

Ganzerli, Sara Chiarello ed Emiliano Bacci, la<br />

rubrica settimanale Cultura Commestibile, per il Nuovo<br />

Corriere <strong>di</strong> Firenze. In aprile 2012 il giornale sospende<br />

le pubblicazione l’inserto, insieme ad un sito<br />

quoti<strong>di</strong>ano, si trasforma in rivista on line<br />

2010<br />

- Personale “Mappe” e “Per un museo innaturale”<br />

presso la “Galleria Vista”, Roma, presentazione <strong>di</strong><br />

Giovanni Faccenda<br />

- Collabora con il Nuovo Corriere <strong>di</strong> Firenze tenendo<br />

la rubrica settimanale “Gallerie e Platee”.<br />

2009<br />

- Istituto <strong>degli</strong> Innocenti <strong>di</strong> Firenze - Biblioteca <strong>di</strong><br />

Scan<strong>di</strong>cci, performance “Borse Nere” con Elena Salvini<br />

Pierallini, e altri artisti.<br />

2008<br />

- Limonaia <strong>di</strong> Pescille - Panzano in Chianti.<br />

“Due Astrattismi”, opere <strong>di</strong> Franco Bulletti e Aldo<br />

Frangioni, presentazione <strong>di</strong> Umberto Cecchi e Elisa<br />

Gra<strong>di</strong>.<br />

- Tredozio – Giar<strong>di</strong>no romantico Fantin – allestimento<br />

34


insieme a Ines Romitti<br />

2007<br />

- Personale “N Particolari “, presso la Galleria Tornabuoni<br />

- Firenze.<br />

2006<br />

- Tecnostaf - <strong>Fiesole</strong> - mostra insieme ad Alvaro Baragli.<br />

-“<strong>Artisti</strong> sotto torchio” – Stamperia d’arte E<strong>di</strong> Grafica,<br />

Firenze.<br />

-“Poetry and Coffee Festival”– Cortona a Palazzo<br />

Ferretti con Alexander Jakhnagiev.<br />

-“Migrare al sud delle città” – Diamante (Cosenza).<br />

Laboratorio personale presso “ZONASUD” <strong>di</strong> Angelo<br />

Aligia, presentazioni <strong>di</strong> Giancarlo Cauteruccio e Pietro<br />

Gaglianò.<br />

-“Poesia toscana del ‘900”, libro d’arte a cura <strong>di</strong><br />

Franco Manescalchi e Gennaro Oriolo. Testo critico<br />

<strong>di</strong> Elisa Gra<strong>di</strong>. E<strong>di</strong>zioni della Bezuga.<br />

- Personale al Cassero me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> Prato “Macroscopie<br />

et Autour de Monsieur Proust”, presentazione <strong>di</strong><br />

Pietro Gaglianò e Sergio Givone.<br />

2005<br />

- Personale alla Galleria Centro d’arte Minerva - Perugia,<br />

presentazione <strong>di</strong> Stefano De Rosa.<br />

- Personale alla Rocca del Girifalco, Cortona, presentazione<br />

<strong>di</strong> Francesco Gurrieri.<br />

- Le Lance – <strong>Fiesole</strong> – “Una situazione fiesolana”, con<br />

Franco Bulletti, Enzo Butera, Chiara Crescioli, Leopoldo<br />

Paciscopi, a cura <strong>di</strong> Corrado Marsan 2004<br />

- Mostra alla Galerie ICON <strong>di</strong> Berlino – con Franco<br />

Bulletti e Enzo Butera, presentazione <strong>di</strong> Ugo Barlozzetti.<br />

- Donazione <strong>di</strong> 12 opere <strong>di</strong> Franco Bulletti e Aldo<br />

Frangioni al Museo d’Arte Contemporanea <strong>di</strong> Noicàttaro<br />

- Bari, <strong>di</strong>rettore Corrado Marsan.<br />

- Allestimento parte decorativa del Residence “Camera<br />

con vista” <strong>di</strong> Firenze, progetto dell’arch. Guglielmo<br />

Anzillotti.<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Aldo Frangioni<br />

Non finito n° 28, 2012,<br />

acrilico su cartonlegno,<br />

cm. 35x100<br />

Nella pagina accanto:<br />

Autour de Monsieur Proust, 2006,<br />

acrilico su foto, cm. 21x27,5<br />

<br />

35


Aldo Frangioni<br />

36<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

<br />

2002<br />

- Personale al Parterre <strong>di</strong> Firenze - “Schegge” presentazione<br />

<strong>di</strong> Giancarlo Cauteruccio.<br />

2001<br />

- Personale al Museo Marino Marini <strong>di</strong> Pistoia: “15<br />

città verticali” presentazione <strong>di</strong> Gianni Pettena.<br />

- Mostra con Franco Bulletti alla Limonaia <strong>di</strong> Villa<br />

Strozzi – Firenze “Il luogo comune”, presentazione<br />

<strong>di</strong> Lara Vinca Masini, testo <strong>di</strong> Luca Faccenda.<br />

1999<br />

- Personale al “Art and Kitchen Club” <strong>di</strong> Marinella<br />

Filastò: 44 <strong>di</strong>segni della serie “Urbe n’uova”.<br />

1997<br />

- Personale alla Galleria “La Bezuga” - “Città al telefono”,<br />

264 <strong>di</strong>segni con scritti <strong>di</strong> Ilaria Ciuti, Graziano<br />

Braschi, Cristopher Zielinski, Alessandro Pesci, Paolo<br />

della Bella, Carlo Cresti, Giovanni Doddoli, Corrado<br />

Marcetti, Nicola Solimano e Giuliano Allegri.<br />

1989-91<br />

- Produce, insieme a Paolo della Bella, una serie <strong>di</strong><br />

opere grafiche fra le quali la cartella sui 200 anni della<br />

Rivoluzione francese, presentata da Carlo Cresti.<br />

1988<br />

- Capo <strong>di</strong> buona speranza, Settignano (Fi), 1988.<br />

Mostra Fifty Fifty, I Sogni “in” tasca: 20+20 opere <strong>di</strong><br />

Paolo della Bella e Aldo Frangioni dal 1968 al 1988<br />

- Mostra “Parole per immagini” al Centro Culturale<br />

Villa Pozzolini <strong>di</strong> Firenze.<br />

1975-80<br />

- Attività espositiva in varie mostre e attività grafica<br />

per pubblicazioni su temi storici e sociali.<br />

1974-75<br />

- Esegue una serie manifesti per il trentennale della<br />

Resistenza e progetta lo stand della Regione Toscana<br />

del trentennale della Resistenza ai Mercati Traianei a<br />

Roma con ad Attilio Valeri.<br />

1971-75<br />

- Collabora con le riviste “Collettivo R” <strong>di</strong> Luca Rosi,<br />

Franco Manescalchi<br />

e “Ca’ Bala” <strong>di</strong> Paolo della Bella, Berlinghero Buonarroti<br />

e Graziano Braschi<br />

1972<br />

- Scenografie per l’opera teatrale <strong>di</strong> Urbano Sabatelli<br />

“Su testi <strong>di</strong> Goytisolo” e per il film “Il nodo della<br />

corda” <strong>di</strong> Valerio Casciarri.<br />

- Organizza la Biblioteca Comunale <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, sotto<br />

la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Ivan Tognarini<br />

1971-1976<br />

- Frequenta la Facoltà <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Firenze; costituisce<br />

con Maria Angela Macrì, Isabella Massini,<br />

Giovanna Sesti, Lanfranco Russo, Paolo Matina, il<br />

“GRUPPOSEI” che realizza:


.Corto 8 mm “Percorsi inversi da una città sulla foce”<br />

.Stu<strong>di</strong>o del torrente Mugnone e del suo bacino, per<br />

un’analisi ecologica, con successive mostre fotografiche;<br />

.Analisi storica della città <strong>di</strong> Prato dalla fine del XVIII<br />

sec. agli anni ‘30<br />

.Sperimentazioni con videotape; corso universitario<br />

con Pio Baldelli<br />

.Storia del movimento associativo nella Provincia <strong>di</strong><br />

Firenze<br />

1969 1971<br />

- Frequenta lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> W. Tode a Firenze dove svolge<br />

attività <strong>di</strong> stamperia d’arte. Espone alla “Galleria Inquadrature”<br />

e in altri spazi d’arte <strong>di</strong> Firenze. Fonda,<br />

insieme ad altri giovani, il Circolo Culturale “Il Giramonte”<br />

<strong>di</strong> Cal<strong>di</strong>ne <strong>Fiesole</strong> dove si svolgono per tre<br />

anni attività espositive, teatrali e cinematografiche.<br />

Si <strong>di</strong>ploma al Liceo <strong>Artisti</strong>co <strong>di</strong> Firenze e si iscrive alla<br />

Facoltà <strong>di</strong> Architettura. Continua ad esporre in mostre<br />

collettive. Mostra <strong>di</strong> Arte/Poesia “Iran oggi” con pittori<br />

e poeti: Alinari, De Poli, Farulli, Midollini, Tre<strong>di</strong>ci,<br />

Goggioli, Venturi, Guasti, Manescalchi, Favati e altri:<br />

1962 - 1965<br />

- Attività presso la Filatura Nazzareno Goti a Capalle<br />

(Campi Bisenzio - FI)<br />

1959<br />

- Esposizione <strong>di</strong> collage alla Scuola L.B. Alberti <strong>di</strong> Firenze<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Aldo Frangioni<br />

Nella pagina accanto:<br />

Volare, oh oh..., 2012, Acrilico su MDF,<br />

cm. 12,5x30,2<br />

Senza titolo, 2012, Acrilico su MDF,<br />

cm. 7x14<br />

Non finito n° 23, 2012,<br />

acrilico su cartonlegno,<br />

cm. 35x100<br />

<br />

37


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Giuliana Fresco<br />

<br />

L’ulivo, 2011, tecnica mista su tela libera cm. 136x178<br />

Giuliana Fresco nasce a Milano e dopo aver<br />

vissuto a Genova, Parigi e Roma si trasferisce<br />

a Londra dove risiede dal 1977 al 2005.<br />

Ritorna a Milano definitivamente nel 2006.<br />

La sua formazione artistica è condotta da auto<strong>di</strong>datta,<br />

anche se l’artista ha frequentato <strong>di</strong>verse scuole<br />

d’arte, fra cui, a Roma l’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> via<br />

Ripetta e a Londra la Royal Academy. L’avere vissuto<br />

in tanti paesi e città <strong>di</strong>verse ha spogliato il suo lavoro<br />

<strong>di</strong> qualsiasi connotazione localistica, conferendogli<br />

invece un’impronta internazionale. Tuttavia Londra<br />

ha rivestito per lei un’importanza speciale, perché è lì<br />

che ha in<strong>di</strong>viduato definitivamente la sua strada e<br />

l’impegno per l’arte è <strong>di</strong>ventato il fulcro della sua vita.<br />

Via Ausonio 6 - cell. 328/ 4619318 - Milano<br />

giuliana.fresco@fastwebnet.it - www.giulianafresco.com<br />

Nella capitale inglese ha assorbito la cultura pittorica<br />

britannica, dai classici a Bacon e Freud, pur conservando<br />

ra<strong>di</strong>ci fortemente “classiche” e italiane che<br />

spiegano, per esempio, il suo rapporto con l’antico e<br />

il riferimento, <strong>di</strong> tipo concettuale e non citazionistico,<br />

a gran<strong>di</strong> maestri che hanno caratterizzato il suo lavoro<br />

fino ad oggi. Fra le principali mostre pubbliche <strong>degli</strong><br />

ultimi anni, si segnalano le personali a Spoleto<br />

(Palazzo Racani-Arroni 2000), Londra (Estorick Collection<br />

2003), Torino (Palazzo Bricherasio 2003), Orvieto<br />

(Palazzo dei Sette 2004), Milano (Palazzo delle<br />

Stelline 2007), Rivoli (Palazzo del Piozzo 2009), <strong>Fiesole</strong><br />

(Museo Civico Archeologico 2011).<br />

38


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Giuliana Fresco<br />

L’isola felice, 2011, olio, pastello, cera su tela, cm. 50x50<br />

Per il lavoro <strong>di</strong> Giuliana Fresco, nel corso <strong>degli</strong> anni, la<br />

memoria è <strong>di</strong>ventata sempre più importante, anzi fondamentale.<br />

Contemporaneamente la sua pittura, che<br />

inizialmente presentava emergenze, per così <strong>di</strong>re,<br />

espressioniste, si è progressivamente spogliata dalle<br />

componenti emotive, dall’impulsività della pennellata,<br />

per riappropriarsi <strong>di</strong> una qualità descrittiva, ma non<br />

naturalistica, sempre più spiccata e sempre più personale.<br />

Questa qualità, squisitamente pittorica si sposa,<br />

spesso, con un bisogno <strong>di</strong> ricordare sempre più intenso<br />

che ha qualcosa dell’evocazione antica (quella <strong>degli</strong><br />

aruspici), della storia e dell’autobiografia. (…) Giuliana<br />

Fresco oggi sottrae quello speciale ricordo al nulla<br />

e lo immerge in uno spazio altro, visionario e però<br />

descritto, raccontato in base a suggestioni che, <strong>di</strong> volta<br />

in volta, le vengono suggerite dal contesto.<br />

Martina Corgnati<br />

Da molti anni la buona pittura sta cercando un <strong>di</strong>fficile<br />

equilibrio: quello tra astrazione e figurazione, forma<br />

e colore, simbolo e rappresentazione. I <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong><br />

Giuliana Fresco sono una delle testimonianze più sentite<br />

e profonde intorno a questa felice ricerca. Da una<br />

parte, quasi sempre nelle sue tele e nelle sue carte, si<br />

<strong>di</strong>stingue una figura, una sagoma, una testa, un volto,<br />

insieme immagine e simbolo <strong>di</strong> una presenza,<br />

un’identità, una coscienza; dall’altra, questa figura è<br />

come invasa, soverchiata, contornata da un vasto turbine<br />

informale.<br />

Paolo Repetto<br />

<br />

39


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Monica Giarrè<br />

<br />

Attesa, 2012, olio e acrilico su tela, cm. 100x120<br />

La presenza <strong>di</strong> Monica Giarrè nel panorama<br />

artistico toscano <strong>degli</strong> ultimi tre lustri si è caratterizzata<br />

soprattutto per la spasmo<strong>di</strong>ca<br />

tendenza alla ricerca e alla sperimentazione<br />

sia formale che contenutistica.<br />

Dal suo primo affacciarsi alla ribalta fiorentina - con la<br />

personale al Palagio <strong>di</strong> Parte Guelfa agli albori del<br />

nuovo millennio - ad oggi, non c’è stato quadro né<br />

mostra che non abbia segnato il raggiungimento <strong>di</strong><br />

un ulteriore passo in avanti nel quoti<strong>di</strong>anamente<br />

esplorato mondo del colore, o in quello ancor più <strong>di</strong>fficilmente<br />

penetrabile dell’equilibrio formale e contenutistico.<br />

Agli esor<strong>di</strong>, i suoi referenti primari sono stati boschi,<br />

piante e fiori ovvero la cornice dorata <strong>di</strong> un’infanzia<br />

monicagiarre@alice.it<br />

che Monica ha rievocato, con nostalgia, nelle opere<br />

<strong>di</strong> quel periodo cercando <strong>di</strong> riprodurre l’incantamento<br />

subito nei suoi primi anni <strong>di</strong> vita.<br />

Le variegate e accese cromie <strong>di</strong> quel periodo, sono il<br />

segnale <strong>di</strong> un affetto caloroso e profondo, più istintuale<br />

che razionale e proprio per questo destinate a<br />

stemperarsi nel tempo per lasciare spazio a una progressiva<br />

adesione a tematiche più intimistiche e a una<br />

più ponderata ricerca introspettiva.<br />

Grazie al magistero <strong>di</strong> Paolo Frosecchi, dalla metà del<br />

primo decennio <strong>degli</strong> anni Duemila, l’artista è passata<br />

dalla natura alla pittura d’interni acquisendo una maturità<br />

lessicale e sintattica che rimanda proprio alla<br />

lezione del maestro fiorentino che è riuscito ad incanalare<br />

la forza <strong>di</strong>rompente del segno e l’aggressività<br />

40


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Monica Giarrè<br />

Beatrice, 2012, olio e acrilico su tela, cm. 100x120<br />

cromatica <strong>di</strong> Monica verso li<strong>di</strong> ancora inesplorati quali<br />

l’intimismo, la psicologia, le atmosfere d’ambiente,<br />

la ricerca della spazialità e una sottesa spiritualità.<br />

Pur non rinnegando le innate doti caratteriali, l’artista<br />

si è progressivamente incamminata per questo<br />

sentiero fino ad allora inesplorato e, temerariamente,<br />

lo ha affrontato a viso aperto rimettendosi in <strong>di</strong>scussione.<br />

I paesaggi, che negli anni si erano “addolciti” rarefacendosi<br />

in una sorta <strong>di</strong> poesia scatizziana, sono andati<br />

a rinserrarsi in interni dove si elevano a protagoniste<br />

della tela le nature morte, che qualche tempo<br />

dopo lasciano la ribalta alle figure femminili mentre le<br />

cromie, scrematura dopo scrematura, si vanno riducendo<br />

a un ristretto e selezionatissimo nucleo <strong>di</strong> colori<br />

capaci <strong>di</strong> sintonizzarsi perfettamente con le atmosfere<br />

sospese che aspirano alla metafisica.<br />

La circolarità che abbraccia le roton<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> corpi e frutti<br />

e le raffinate intersezioni dei segni, sono la cifra<br />

stilistica <strong>di</strong> quel periodo che accompagna la fine del<br />

decennio e che è propedeutico ad un nuovo ciclo,<br />

quello che potremmo definire dell’essenzialità intimistica<br />

tesa alla ricerca della definizione esclusivamente<br />

psicologica del soggetto, ancora e sempre la donna<br />

colta nei momenti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e incastonata all’interno<br />

del suo habitat esistenziale, con gli affetti più<br />

intimi a definirne ulteriormente la personalità.<br />

L’ultima sfida dell’artista è stata la mostra “Donne,<br />

angeli e miti” tenutasi al Museo Civico Archeologico<br />

<strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> nel 2012; pur confermando le consuete tematiche<br />

<strong>degli</strong> inizi del nuovo decennio, Monica è riuscita<br />

a plasmare l’immagine della donna contemporanea<br />

incarnandola nelle figure arcaiche della<br />

mitologia, così lanciando un attualissimo messaggio<br />

sociale. Nonostante il tono <strong>di</strong>sincantato con cui le raffigura,<br />

le sue Minerva, Diana, Atena non hanno smarrito,<br />

nonostante il trascorrere dei secoli, la forza simbolica<br />

dei miti che rappresentavano e l’artista le<br />

ripropone come monito e sollecitazione per gli uomini<br />

e le donne <strong>di</strong> oggi.<br />

Fabrizio Borghini<br />

<br />

41


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Gabbriella Giusiani<br />

<br />

Collages con foglie e fiori essiccati, misure varie (2)<br />

Una delle cose più belle della sua vita è stata<br />

la scoperta <strong>di</strong> come, attraverso la natura e<br />

con una <strong>di</strong>versa lettura <strong>di</strong> essa, avrebbe potuto<br />

esprimere, pur non sapendo <strong>di</strong>pingere,<br />

ciò che sentiva dentro. È cominciata così la sua<br />

avventura nel mondo dell’arte: la prima mostra su<br />

invito alla Ken’s Art Gallery ebbe successo (era il<br />

1981). Da qui scaturì l’invito ad esporre al Gruppo<br />

Donatello (<strong>di</strong> cui è stata invitata a far parte nel 1985)<br />

e in altre gallerie in Italia e all’estero. Il sodalizio con<br />

lo storico Gruppo Donatello è stato per lei uno stimolo<br />

importante. Volatili, paesaggi e quant’altro realizza<br />

con i suoi collages, possono <strong>di</strong>rsi il frutto <strong>di</strong> ciò che<br />

ha assimilato in questi anni osservando, ascoltando<br />

suggerimenti e, perché no, anche qualche critica bonaria.<br />

Di lei scrive Stefano Benedetti sulle pagine de<br />

Via S. Andrea a Sveglia, 37 - Cell. 328 4654593 - Cal<strong>di</strong>ne (FI)<br />

gabrigiu@alice.it<br />

La Nazione: “Paesaggi e uccelli con fiori e foglie, un<br />

frenetico itinerario che armonizza le forme, i colori e<br />

le materie <strong>di</strong> fiori e foglie. Gabbriella, come un moderno<br />

Arcimbol<strong>di</strong>, senza la me<strong>di</strong>azione della pittura<br />

tra<strong>di</strong>zionale, giunge per contro alle raffinatezze<br />

dell’acquerello, alla sveltezza del <strong>di</strong>segno, conservando<br />

il piglio piacevole e <strong>di</strong>vertito del bricolage,<br />

dell’illustrazione fabulistica, <strong>di</strong> un procedere misurato<br />

e gentile”. Notevoli le parole <strong>di</strong> Elvio Natali, secondo<br />

cui: “La Giusiani ci spiega come ogni mezzo possa<br />

tradursi in immagine estetica […] la modulazione<br />

dell’accento: dall’arguzia inventiva dei piumati animali<br />

all’affettuosa scansione <strong>degli</strong> spazi paesistici,<br />

infine la sottile e acuta simpatia verso tutte le creature<br />

del mondo. Significato con una limpida sapienza<br />

espressiva”.<br />

42


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Gabbriella Giusiani<br />

Collages con foglie e fiori essiccati, misure varie<br />

<br />

43


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Maria Teresa Gobber<br />

<br />

Bosco <strong>di</strong> faggi, 2007, acrilico su faesite, cm. 50x60<br />

Maria Teresa Gobber, originaria del Trentino,<br />

vive e lavora da molti anni prima a<br />

Firenze e poi sulle colline <strong>di</strong> Vaglia. La sua<br />

attività espositiva ha inizio nel 1992 tra<br />

Firenze, Trento, Livorno, Torino, Ferrara, dove ha preso<br />

parte a mostre personali e collettive, concorsi e<br />

premi nazionali. Tra le esposizioni più recenti, si ricorda<br />

la partecipazione alla mostra <strong>Artisti</strong> Italiani a Parigi<br />

svoltasi presso la Galerie de l’Europe <strong>di</strong> Parigi nel<br />

2010. Di lei hanno scritto, tra gli altri: Ermanno Corti,<br />

Manfre<strong>di</strong>, Simona Oldano, Aldo Spinar<strong>di</strong>.<br />

Via Costa Contra, 446 - 50036 Vaglia (Fi)<br />

Tel. 055 407572 - Cell. 333 1915417 - gobbermariateresa@yahoo.it<br />

44


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Maria Teresa Gobber<br />

Casentino, 2004, acrilico su faesite, cm. 70x80<br />

Porsi <strong>di</strong> fronte alla pittura senza prevaricarne la funzione<br />

e la destinazione, senza precostituirne i significati,<br />

senza irretirle intorno labirinti <strong>di</strong> stilemi e teoremi;<br />

armati solo <strong>di</strong> vibrante emozionalità e continua<br />

riflessione critica, nella conoscenza che ogni immagine<br />

<strong>di</strong>scende dal visibile che, filtrato dalla coscienza<br />

medesima e dall’inconscio, deve al “talento” la sua<br />

trasmissibilità, attraverso un’opera <strong>di</strong> pittura. Questo<br />

rischio, questo coraggio, questa prova <strong>di</strong> umiltà, sono<br />

le qualità con le quali Maria Teresa Gobber si è avviata<br />

anni or sono sulla strada del <strong>di</strong>pingere, ed ora mostra<br />

i suoi risultati ricchi <strong>di</strong> vitalità e <strong>di</strong> linguaggio. Ho seguito<br />

il suo lavoro senza aver avuto altra funzione che<br />

quella <strong>di</strong> abbreviarle con opportuni consigli il lungo<br />

percorso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà costituito dal “saper vedere” e<br />

dalla tecnica. Ed ecco i volti densi <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stupore,<br />

gli oggetti riproposti in tutti gli spazi dalla sensibilità<br />

più innamorata, i paesaggi più indefiniti e febbricitanti.<br />

Dopo le interminabili, prolisse processioni <strong>di</strong><br />

avanguar<strong>di</strong>e del deserto, le esasperate “concettualità”<br />

del cartellonismo “culturale” e soprattutto e da<br />

tutto ciò, dopo tanta nauseante noia, occorre una<br />

nuova rivolta romantica fatta con i mezzi della sensibilità<br />

umana, così: come essa sorge in noi, intorno<br />

alle cose che viviamo, che amiamo e che sappiamo<br />

capire senza l’aiuto <strong>di</strong> ideologie, teoremi, filosofie<br />

[…] Questo è il contributo <strong>di</strong> Maria Teresa Gobber.<br />

Manfre<strong>di</strong><br />

<br />

45


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Donato Lan<strong>di</strong> /Aikuboy<br />

<br />

SUPERDEFORMED D.J. SET - B.BOY WITH BOOMBOX AND D.J. WITH TURNTABLES, 2010/2012, tecnica mista<br />

(acrilico, metallo, vinile, gomma, plexiglas da oggetti e giochi <strong>di</strong> seconda mano), set composto <strong>di</strong>: D.J. cm.<br />

10x10x10 circa; B.Boy cm. 12x10x10 circa.<br />

Nasce a <strong>Fiesole</strong> nel 1980, frequenta il Corso<br />

<strong>di</strong> Laurea in Discipline delle Arti, della Musica,<br />

dello Spettacolo presso la Facoltà <strong>di</strong> Lettere<br />

e Filosofia <strong>di</strong> Firenze e nel 2008 consegue<br />

a pieni voti il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> laurea con tesi in Storia<br />

e Critica del Cinema. Auto<strong>di</strong>datta, dall’età <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci<br />

anni inizia a creare composizioni sperimentali con oggetti<br />

<strong>di</strong> recupero. Sviluppa un forte amore per l’arte,<br />

sia essa cinema, letteratura, design, grafica <strong>di</strong>gitale,<br />

fumetto, aerosol art, modellismo o calligrafia. Fra i<br />

venti e i trent’anni realizza a mano e in <strong>di</strong>gitale grafiche<br />

per t-shirt, copertine <strong>di</strong> vinili e compact <strong>di</strong>sc per<br />

etichette musicali in<strong>di</strong>pendenti italiane. Nel 2002 e<br />

Via Vecchia Fiesolana, 15 - San Domenico <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Cell. +39 388 3407162 - contact.lan<strong>di</strong>@libero.it<br />

2003 partecipa ad alcuni happening d’arte Underground<br />

a Milano, dove espone delle opere realizzate<br />

con materie seconde. Oltre ad eseguire sculture su<br />

commissione per collezionisti privati, destina alcune<br />

delle sue realizzazioni alle sale e ai dancefloors <strong>di</strong> circoli<br />

e centri sociali autogestiti fiorentini. Nel 2012 è<br />

vincitore della settima e<strong>di</strong>zione della mostra RiartEco<br />

- per l’arte nata dal riciclo - con l’opera CyberInsect -<br />

Scorpion, esposta per un anno presso la Sala Contemporanei<br />

della Biblioteca delle Oblate a Firenze.<br />

Sempre a Firenze collabora con il negozio d’arte contemporanea<br />

Babele, presso la libreria FMR <strong>di</strong> Laura<br />

Accor<strong>di</strong> Gattai.<br />

46


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Donato Lan<strong>di</strong> /Aikuboy<br />

TOYLETRACER HOTROD, 2011, tecnica mista (scarti industriali e <strong>di</strong> manifatture, parti <strong>di</strong> giocattoli rinvenuti per<br />

strada) cm. 15x25x12 circa, Coll. privata.<br />

Raccolgo quello che i bambini si lasciano alle spalle<br />

per essere buttato quando i giocattoli non li interessano<br />

più, perché si affacciano all’adolescenza. Vedo i<br />

loro giochi come un tentativo <strong>di</strong> riorganizzazione del<br />

mondo e un allenamento alla vita, quin<strong>di</strong> mantengo<br />

il ricordo <strong>di</strong> questi riti <strong>di</strong> passaggio e ne faccio testimonianza,<br />

andando a cercare l’oggetto delle loro prime<br />

esperienze - il balocco gettato via e apparentemente<br />

inutile - poi lo smonto e lo mo<strong>di</strong>fico. Raccolgo<br />

anche quello che si lasciano alle spalle gli adulti,<br />

quando per fare spazio all’ultimo modello <strong>di</strong> gadget<br />

elettronico si <strong>di</strong>sfano <strong>di</strong> ciò che è passato <strong>di</strong> moda,<br />

perché devono costantemente acquistare per sentirsi<br />

al passo coi tempi. Il mio, <strong>di</strong> gioco, è quello <strong>di</strong> dare<br />

forma a un prodotto che i bambini ormai cresciuti<br />

possano apprezzare, perché si è trasformato in qualcosa<br />

che intreccia passato e presente. Attraverso il<br />

processo <strong>di</strong> immaginazione, <strong>di</strong>segno, scultura, assemblaggio<br />

e colorazione, materiali che non avrebbero<br />

più un uso nella vita quoti<strong>di</strong>ana o nell’industria<br />

prendono forma <strong>di</strong> opere simili a giocattoli. Sono giocattoli<br />

che hanno trovato un’altra esistenza, ma con<br />

un aspetto ormai deformato, frutto della memoria<br />

dell’elaborazione che li ha portati ad essere inizialmente<br />

beni inseriti nell’utopia consumistica e poi della<br />

<strong>di</strong>stopia associata all’essere gettati come spazzatura.<br />

Il percorso “traumatico” del rifiuto si rende<br />

manifesto nel risultato finale, a volte nelle facce ghignanti<br />

dei soggetti, dalle forme insolite e i colori accesi,<br />

altre nell’estetica macabra che li caratterizza.<br />

Stilisticamente questi pezzi unici sono l’espressione<br />

creativa del mio personale mix fra Pop Art, anime<br />

giapponesi, character design e Designer Toys, con riferimenti<br />

figurativi al cyberpunk contemporaneo.<br />

Donato Lan<strong>di</strong><br />

<br />

47


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Riccardo Luchi<br />

<br />

Cal<strong>di</strong>ne, la Palancola, 2010, olio su tela, cm. 40x50<br />

Riccardo Luchi (<strong>Fiesole</strong>, 1953) <strong>di</strong>segna e <strong>di</strong>pinge fin dalla più tenera età.<br />

Frequenta l’Istituto d’Arte <strong>di</strong> Porta Romana a Firenze. Abbandona gli<br />

stu<strong>di</strong> per lavorare nel laboratorio <strong>di</strong> falegnameria e restauro <strong>di</strong> mobili<br />

antichi del padre Renato. Impiegato presso il Banco <strong>di</strong> Roma, continua<br />

a svolgere, seppur a titolo amatoriale, l’attività <strong>di</strong> restauratore <strong>di</strong> mobili. Dal<br />

2008 è iscritto all’Associazione <strong>Artisti</strong> Fiesolani con cui ha partecipato a <strong>di</strong>verse<br />

mostre collettive. Tra gli eventi espositivi a cui ha preso parte, si segnalano: nel<br />

2008, le personali al Quadro 0,96 e Negozio Utilità entrambe a <strong>Fiesole</strong>, e la<br />

mostra Giar<strong>di</strong>no privato. L’Erba <strong>di</strong> Grace (<strong>Fiesole</strong>) ex-tempora con Aldo Frangioni.<br />

Nel 2009 le personali presso Quadro 0,96 a <strong>Fiesole</strong> e l’Artecaffè <strong>di</strong> Firenze e<br />

l’asta <strong>di</strong> beneficenza per la Fondazione Tommasino Bacciotti. Nel 2010 le collet-<br />

Via Francesco Poeti 49<br />

50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

48


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Riccardo Luchi<br />

Fieno tagliato, 2011, acrilico su tela, cm. 70x100<br />

tive alla Sala del Basolato <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, all’Arci La Montanina<br />

<strong>di</strong> Montebeni e alla Galleria <strong>di</strong> Via Larga a Firenze<br />

e le personali presso la Villa Demidoff (Sala Rossa)<br />

<strong>di</strong> Pratolino, il Caffè 42 alle Cal<strong>di</strong>ne e l’Arci Demidoff<br />

<strong>di</strong> Pratolino. Nel 2011 la collettiva al Ristorante Le<br />

Lance (<strong>Fiesole</strong>), la personale alla Locanda Toscani da<br />

sempre (Pontassieve) e la partecipazione alla realizzazione<br />

del Grande libro d’autore in occasione del 150°<br />

anniversario dell’Unità d’Italia. Nel 2012 due collettive,<br />

una al Ristorante Le Lance e l’altra al Quadro 0,96<br />

con 110 artisti per i 110 anni <strong>di</strong> Cesare Zavattini.<br />

<br />

49


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Silvana Luisi<br />

<br />

Ritratto <strong>di</strong> Alessio, 2002, olio su tela, cm. 30x40<br />

Nata nel 1953 a Stazzema (Lucca), risiede<br />

alle Cal<strong>di</strong>ne dal 1967. Appassionata da<br />

sempre del mondo della pittura, inizia negli<br />

anni Novanta a frequentare alcuni corsi a<br />

livello <strong>di</strong>lettantistico e a sperimentare, anche e soprattutto<br />

come auto<strong>di</strong>datta, varie tecniche pittoriche<br />

(sanguigna, carboncino, acquerello, acrilico e olio).<br />

Ama <strong>di</strong>pingere in particolare soggetti floreali ma si<br />

cimenta anche nella rappresentazione della figura. È<br />

Via <strong>di</strong> Mimmole, 102 - Cal<strong>di</strong>ne, <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Tel: 339 7820222 - silvanaluisi@gmail.com<br />

iscritta all’Associazione Centro d’Arte Mo<strong>di</strong>gliani <strong>di</strong><br />

Scan<strong>di</strong>cci con cui ha partecipato a svariate mostre<br />

collettive e a due personali, una nel 2007 a Villa Ban<strong>di</strong>ni<br />

e l’altra nel 2010 all’Arena Teatro Cinecittà <strong>di</strong> S.<br />

Quirico a Legnaia, mostra recensita sul settimanale<br />

Metropoli nella rubrica Incontri con l’arte. È presente<br />

nel catalogo Scan<strong>di</strong>cci Mon amour - ieri e domani con<br />

l’opera Car<strong>di</strong>.<br />

50


Enrico Maggini<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Senza titolo, tecnica mista su tela, cm. 82x72<br />

Enrico Maggini (Firenze, 1949) risiede a <strong>Fiesole</strong>.<br />

Auto<strong>di</strong>datta, si è rivolto in modo del<br />

tutto autonomo alla pittura. Nel 1991 ha<br />

partecipato a due mostre: la prima a Vicopisano,<br />

l’altra a Villafranca in Lunigiana. Nel 1993 ha<br />

ricevuto un riconoscimento nell’ambito della rassegna<br />

Tra fedeltà e cambiamento svoltasi a Certaldo<br />

presso il Palazzo Pretorio. Ha esposto a Firenze nell’ex<br />

Convento del Carmine, a Rosignano Marittimo<br />

nell’antico Palazzo Marini e successivamente a Tione<br />

<strong>di</strong> Trento. Nel 1994 è stato menzionato nel libro Pittori<br />

in Toscana a cura <strong>di</strong> Giorgio Calandra. Risale al<br />

1995 la prima mostra personale presso il Gruppo Donatello<br />

a Firenze. Nel 1998 ha partecipato alla XIII<br />

e<strong>di</strong>zione del Premio Italia a Capraia Fiorentina (ex<br />

Via Bossolini, 6 - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

achillemaggini@alice.it<br />

Fornace Pasquinucci) dove ha ottenuto un riconoscimento.<br />

Nel giugno del 2000 ha preso parte alla mostra<br />

tematica I mille volti dell’Arno presso il Centro<br />

d’Arte Puccini, coor<strong>di</strong>nata da Fabrizio Borghini e Giuse<br />

Benignetti. Solo recentemente si è riaffiacciato al<br />

mondo espositivo presentando un’opera al Palazzo<br />

Comunale <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> e al Ristorante Arte Gaia <strong>di</strong> Ponte<br />

alla Ba<strong>di</strong>a. Di lui scrive Roberta Fiorini: “Uomo <strong>di</strong><br />

natura, non sempre tradotti dall’evidenza del rapporto<br />

figura-paesaggio, piuttosto attraverso chiavi<br />

simboliche allusive <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione sospesa, appaiono<br />

essere le costanti del lavoro <strong>di</strong> Maggini che sviluppa<br />

le sue visioni in una pittura semplice, spesso<br />

scabra e le compone secondo un gusto per l’impaginazione<br />

geometrica”.<br />

<br />

51


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Paola Meini<br />

<br />

Rose, olio su cartoncino telato, cm. 48x37<br />

Da sempre appassionata <strong>di</strong> pittura, Paola Meini<br />

inizia a <strong>di</strong>pingere giovanissima, innamorata<br />

della natura e soprattutto dei paesaggi toscani.<br />

Ha partecipato a numerose mostre ed estemporanee<br />

ricevendo importanti riconoscimenti.<br />

Piazza Etrusca 1, Compiobbi - <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Cell. 347 2304609 - arte.paola@alice.it<br />

52


Carlo Midollini<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Dama in blu, 2012, foto <strong>di</strong>gitale, stampa fotografica, cm. 9x12<br />

carmid@gmail.com<br />

Il legame intrinseco ai propri luoghi nativi che<br />

ognuno <strong>di</strong> noi porta con sè, è una sorta <strong>di</strong> carta<br />

d’identità culturale che ci accompagna per tutta<br />

la vita. Carlo Midollini, nato nel 1995 a <strong>Fiesole</strong><br />

nei pressi della piazza principale del paese e oggi<br />

residente a Firenze, rammenta con fierezza le sue<br />

origini fiesolane. La passione per la fotografia si manifesta<br />

già a 16 anni quando un amico gli mostra la<br />

magia e le alchimie del “ fare” fotografico. Gli inizi<br />

lo vedono de<strong>di</strong>carsi alle fasi dello sviluppo e della<br />

stampa in bianco/nero delle immagini catturate, senza<br />

nutrire però particolari ambizioni, ma relegando<br />

la fotografia alla documentazione delle ferie e delle<br />

occasioni speciali. Poi, nella vita, si verificano eventi<br />

e situazioni impreve<strong>di</strong>bili che ribaltano gli equilibri e<br />

le certezze e ci spingono a reinventarci e a ricostruire<br />

il quoti<strong>di</strong>ano. Così l’antica passione sopita si è improvvisamente<br />

destata. Questa volta, però, Carlo ha<br />

pianificato e programmato la sua attività per non ripetere<br />

l’abbandono giovanile. Nel 2008 s’iscrive al<br />

più famoso foto club italiano, il fiorentino “Cupolone”.<br />

Parallelamente all’attività <strong>di</strong>dattica, l’altra sua<br />

<br />

53


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Carlo Midollini<br />

Pope copto, 2011, foto <strong>di</strong>gitale, stampa fotografica, cm. 9x12<br />

grande passione per i viaggi <strong>di</strong> conoscenza lo conduce<br />

a visitare la Patagonia, l’In<strong>di</strong>a, il Myannmar, l’Etiopia,<br />

lo SriLanka, fornendogli il materiale per produrre<br />

reportage fotografici. Con gli scatti realizzati partecipa<br />

a numerosi concorsi nazionali ed esteri che gli<br />

permettono <strong>di</strong> conseguire l’AFIAP, il primo livello <strong>di</strong><br />

onorificenza della FIAP (Federazione Internazionale<br />

Arti Fotografiche), e <strong>di</strong> ottenere la pubblicazione su<br />

perio<strong>di</strong>ci come Oasis e sull’importante libro fotografico<br />

della Federazione Italiana e<strong>di</strong>to nell’occasione<br />

dei 150 anni dell’Unità d’Italia, oltre a numerose recensioni<br />

sulla stampa locale. Presente in mostre personali<br />

e collettive, le sue foto insieme a quelle <strong>degli</strong><br />

altri soci del Club fanno parte <strong>di</strong> un CD <strong>di</strong>stribuito a<br />

molti foto club a livello mon<strong>di</strong>ale. Ultimamente è interessato<br />

alla produzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>aporama e au<strong>di</strong>ovisivi<br />

de<strong>di</strong>cati al sociale o al racconto delle vicende biografiche<br />

e artistiche <strong>di</strong> alcune personalità del mondo<br />

della cultura, lavori che gli permettono <strong>di</strong> contribuire<br />

a sviluppare una nuova percezione collettiva che avvicini<br />

sempre più la fotografia al mondo dell’arte.<br />

54


Mario Minarini<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Interno con manichino, 2008, olio su carta, cm. 135x85<br />

mariominarini@hotmail.it<br />

Mario Minarini è nato a Firenze il 16 maggio<br />

del 1970.<br />

Diplomato in oreficeria all’Istituto d’Arte<br />

<strong>di</strong> Firenze, frequenta poi l’Accademia <strong>di</strong><br />

Belle Arti e gli stu<strong>di</strong> dei maestri Alessandro Berti e<br />

Osvaldo Curandai.<br />

Nel 2008, vince il Fiorino d’argento in Palazzo Vecchio<br />

in occasione del Premio Firenze. Tiene <strong>di</strong>verse<br />

personali tra Firenze e Bologna. Partecipa nel 2010<br />

alla mostra Vivo per lei presso il Museo della Musica<br />

<strong>di</strong> Bologna, a cui in quest’occasione dona un’opera.<br />

Nel luglio 2011 <strong>di</strong>pinge il Palio della Stella <strong>di</strong> Bagno a<br />

Ripoli e nell’ottobre dello stesso anno tiene la personale<br />

Arte <strong>di</strong> stupirsi presso la Galleria Benvenuti <strong>di</strong> Firenze.<br />

Nel marzo 2012 è protagonista <strong>di</strong> una presentazione<br />

critica a cura <strong>di</strong> Stefano De Rosa per Arte e<br />

Psicologia. Nel maggio dello stesso anno tiene la personale<br />

Percorsi figurativi al Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> e in<br />

<strong>di</strong>cembre espone alla Galleria Ponte Vecchio con la<br />

personale Percorsi a cura <strong>di</strong> Silvia La Rossa che <strong>di</strong> lui<br />

scrive: “Come una porta aperta all’osservatore curioso,<br />

il pittore invita a sbirciare i luoghi abitualmente<br />

vissuti, offrendo sempre un <strong>di</strong>verso punto <strong>di</strong> vista dello<br />

spazio e delle nature morte, avvolte da una luce<br />

soffusa che muta al mutar del giorno”.<br />

<br />

55


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Valerio Mirannalti<br />

<br />

Appennino in lontananza, 2011, tecnica mista su cartone intelaiato, cm. 216x103<br />

Valerio Mirannalti si è <strong>di</strong>plomato nel 1989<br />

all’Istituto d’Arte <strong>di</strong> Firenze. Dal 1995 al<br />

1996 ha seguito un corso <strong>di</strong> pittura presso lo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Del Bono per apprendere la tecnica<br />

del pastello. Dal 1999 al 2001 ha frequentato lo stu<strong>di</strong>o<br />

del maestro Valerio Cheli che gli ha fatto conoscere la<br />

pittura ad olio della tra<strong>di</strong>zione macchiaiola. Dal 2002<br />

al 2004 ha frequentato lo stu<strong>di</strong>o del maestro Alessandro<br />

Berti con il quale ha affinato la tecnica del <strong>di</strong>segno<br />

e della tempera a olio. Tra il 2004 e il 2012 ha seguito<br />

le lezioni alla Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia<br />

<strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Firenze e dal 2007 frequenta lo<br />

stu<strong>di</strong>o dello scultore Vincenzo Ventimiglia. Nel corso<br />

<strong>di</strong> questi anni ha realizzato e partecipato a <strong>di</strong>verse mostre<br />

personali e collettive, fra le quali si segnalano<br />

quella al Palazzo Panciatichi <strong>di</strong> Firenze, alla Galleria<br />

NOA <strong>di</strong> Milano, alla Villa Rucellai <strong>di</strong> Campi Bisenzio, al<br />

Palazzo Comunale <strong>di</strong> Rigano sull’Arno e nella Sala del<br />

Basolato <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>. Diversi sono i premi e le menzioni<br />

speciali ottenuti negli anni. Tra questi, il premio <strong>di</strong> pittura<br />

Spiga d’Argento, la pubblicazione sul catalogo<br />

del Premio Vittorio Alinari, la premiazione al concorso<br />

per la realizzazione <strong>di</strong> una scultura per la scuola <strong>di</strong> Vezzano<br />

(TN). Fin da piccolo passeggiava insieme alla madre<br />

nei campi vicino casa. Crescendo il piacere <strong>di</strong> passeggiare<br />

non è <strong>di</strong>minuito, ma è riuscito a interagire più<br />

profondamente con la natura e a ritrarre i paesaggi<br />

della sua terra carichi dell’emotività del vissuto. Ricor<strong>di</strong><br />

sfuggevoli <strong>di</strong> posti già visti. Il formato orizzontale dei<br />

paesaggi permette all’osservatore <strong>di</strong> orientarsi e allo<br />

stesso tempo <strong>di</strong> smarrirsi nella vastità delle vedute.<br />

Strade che si perdono all’orizzonte, torrenti che penetrano<br />

nel bosco, tracce <strong>di</strong> un passaggio che accompagna<br />

verso una via <strong>di</strong> fuga dal vivere quoti<strong>di</strong>ano.<br />

Via delle Coste, 1 - <strong>Fiesole</strong> (FI) - Tel. 055 0119410<br />

Cell. 333 1517970 - info@mirannalti.it - www.valeriomirannalti.com<br />

56


Alba Gloria Nanni<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Assorta, 2008, tecnica mista su tela, cm. 35x45<br />

Alba Gloria Nanni vive e svolge la sua attività<br />

artistica a <strong>Fiesole</strong>. Diplomata figurinista,<br />

ha lavorato in uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> grafica pubblicitaria<br />

per la ideazione e realizzazione <strong>di</strong><br />

bozzetti, etichette da vino e varie pubblicazioni. Ha<br />

Via del Paretario, 5 - <strong>Fiesole</strong> (FI) - Cell. 349 4138963<br />

martino.federica@comune.fiesole.fi.it<br />

realizzato lavori in ceramica e quadri a punto in croce.<br />

Ha partecipato con le proprie opere a varie mostre<br />

collettive. È tra i soci fondatori dell’Associazione<br />

<strong>Artisti</strong> Fiesolani con cui ha esposto in <strong>di</strong>verse occasioni<br />

e se<strong>di</strong>.<br />

<br />

57


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Riccardo Nannini<br />

<br />

Kyo, 2000, granito nero e bianco, m. 10<br />

Ènato il 10 giugno 1949 a Firenze dove ha abitato<br />

al Pian dei Giullari e in via Ginori. Successivamente<br />

ha vissuto a New York, a Settignano,<br />

a Francoforte per cinque anni e da<br />

venticinque risiede a <strong>Fiesole</strong>. Ha esposto in numerose<br />

mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Le<br />

sue opere si trovano in tutto il mondo: la più importante,<br />

installata in Corea del Sud, è stata realizzata in<br />

granito ed è alta 10 metri circa. Si intitola Kio, che in<br />

coreano significa “ricorda”. Della sua vita ha ancora<br />

tante cose da raccontare... è possibile andare a trovarlo<br />

nel suo “nirvana” dove c’è sempre un bicchiere<br />

<strong>di</strong> buon vino per gli amici ed anche pane e olio!<br />

Di lui è stato scritto su La Nazione <strong>di</strong> Carrara nel 1995:<br />

“Riccardo Nannini ha un cruccio: voleva frequentare il<br />

Liceo <strong>Artisti</strong>co, ma i suoi genitori lo iscrissero alla<br />

scuola per geometri. Frequentò per due anni la facoltà<br />

<strong>di</strong> Architettura all’università <strong>di</strong> Firenze e poi, nel<br />

1974, si iscrisse alla Scuola del Nudo dell’Accademia<br />

e, nel 1984, alla facoltà fiorentina <strong>di</strong> Filosofia. Nel suo<br />

curriculum, davvero nutrito, “la partecipazione alla<br />

Prima Rassegna Internazionale <strong>di</strong> Scultura Contemporanea”<br />

a Lucca. Personali e collettive a New York,<br />

dove ha lavorato quattro anni. Ha insegnato l’arte<br />

della scultura a Firenzuola, dove ha <strong>di</strong>retto la “Scuola<br />

<strong>di</strong> Scultura professionale scalpellini” per cinque anni”.<br />

cell. 328 7384115<br />

r.nannini@assepolare.eu<br />

58


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Riccardo Nannini<br />

Metaporta, 2009, tecnica mista su legno, cm. 90x90<br />

Riccardo Nannini, quarant’anni reduce dagli Stati<br />

Uniti dove ha fatto esperienza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> quel mercato.<br />

Tornato nella sua terra, a cavallo dell’Appennino<br />

tosco- romagnolo, ha riscoperto la pietra serena che<br />

si cava a Firenzuola, gli scalpellini che a quella pietra<br />

amano affidare il messaggio dell’uomo moderno rispettando<br />

le testimonianze <strong>di</strong> cui il tempo ha lasciato<br />

i segni nel volgere dei millenni. Nannini ha affondato<br />

l’indagine nelle civiltà sepolte del me<strong>di</strong>o oriente ad<br />

assumervi il sapore delle geometrie architettoniche - i<br />

suoi «zigurrath» sono creazioni splen<strong>di</strong>de - il gusto<br />

delle primor<strong>di</strong>ali scoperte scientifiche; per esaltarne il<br />

senso nelle reinvenzioni formali che suggeriscono<br />

nuove avventure spazio-tempo a quella pietra stupenda<br />

passata anche attraverso i capolavori del nostro<br />

Rinascimento. Le impronte e i simboli <strong>di</strong> popoli<br />

che furono audaci nell’esplorazione dell’essere -<br />

uomo rivivono per situazioni traslate nella creatività<br />

<strong>di</strong> Nannini e la pietra <strong>di</strong> Firenzuola o il travertino <strong>di</strong><br />

Siena se ne fanno strumenti meravigliosi: per una<br />

continuità che non esiste e che tuttavia si ipotizza negli<br />

anelli <strong>di</strong> congiunzione progettati dall’immaginario<br />

dello scultore.<br />

Tommaso Paloscia, La Gazzetta delle Arti<br />

Se nell’arte <strong>di</strong> oggi vi è la tendenza alla riscoperta del<br />

materiale umano e dei gran<strong>di</strong> temi dell’esistenza,<br />

questa è rappresentata dalla scultura <strong>di</strong> Riccardo<br />

Nannini. Pietra serena o legno e marmo; cemento,<br />

ferro e plexiglas, aprono un <strong>di</strong>alogo che non è solamente<br />

formale, ma impostato cognitivamente, come<br />

gra<strong>di</strong>ni che promettono una salita faticosa e dolorosa<br />

verso il senso delle cose, l’evidenza della sostanza esistenziale<br />

umana.<br />

Nicola Nuti<br />

<br />

59


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Lorenzo Orzalesi<br />

<br />

Cristo, 2008, legno <strong>di</strong> noce, cm. 100x100<br />

Lorenzo Orzalesi, chirurgo senologo, è nato a<br />

Firenze nel 1968. Pittore e scultore, si serve<br />

<strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> ogni tipo per raggiungere la<br />

massima espressività delle forme, passando<br />

dal legno al ferro, dal marmo ai materiali <strong>di</strong> recupero.<br />

Nel 2008 ha partecipato con la scultura Stop all’asta<br />

benefica per la raccolta <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> in favore della Lega<br />

Via <strong>di</strong> Camerata 67 - 50133 Firenze<br />

Tel. 338 9597884<br />

Italiana per la lotta contro l’AIDS. Nel 2009 ha esposto<br />

a Colonia con l’opera Contorni e nel 2010 presso<br />

la Civica Galleria d’Arte Moderna “Giuseppe Sciortino”<br />

a Monreale con la presentazione <strong>di</strong> Paolo Levi.<br />

Nel 2011 ha preso parte alla mostra <strong>Artisti</strong> in Mostra<br />

a Parma con l’opera Blanche in concorso per il premio<br />

della critica.<br />

60


Leopoldo Paciscopi<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Pagina, 1950, olio e inchiostro su pagina del quoti<strong>di</strong>ano “Milano Sera”<br />

Via Montefiano, 15 - <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Nasce nel 1925 a Cavriglia. Giornalista e intellettuale<br />

dai molteplici interessi, è autore<br />

<strong>di</strong> libri affidati alle memorie <strong>di</strong> una vita intensa<br />

e avventurosa. Nel 1990 una giuria<br />

presieduta da Giovanni Spadolini gli assegna il Premio<br />

Speciale Castiglioncello per il romanzo Una bella carriera.<br />

Storico del cinema muto, i suoi stu<strong>di</strong> sono acquisiti<br />

dal British Film Institute e gli valgono nel 2003<br />

il Premio Europeo Massimo Troisi. Nel 2005 il Comune<br />

<strong>di</strong> Napoli lo premia come “protagonista <strong>di</strong> mille<br />

battaglie culturali e civili”. Di lui scrive Raffaello Pecchioli<br />

in occasione della mostra per gli ottant’anni<br />

dell’artista (2005) all’Università Internazionale dell’Arte<br />

<strong>di</strong> Firenze: “Lo <strong>di</strong>ciamo, perché è storia: ventura <strong>di</strong><br />

<br />

61


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Leopoldo Paciscopi<br />

Leopoldo Paciscopi, fu il poter frequentare, grazie al<br />

padre attore, amico <strong>di</strong> futuristi estrosi, il Caffè fiorentino<br />

delle Giubbe Rosse. Per un ragazzo quale egli era<br />

- e malgrado i tempi, con quei presagi <strong>di</strong> guerra e <strong>di</strong><br />

sventure - significò alla fine poter aprire gli occhi davanti<br />

ad un futuro <strong>di</strong> creatività, col pensiero certo, più<br />

che con la speranza, <strong>di</strong> poterlo fare da protagonista.<br />

Glielo garantiva quella facilità nell’apprendere che sapeva<br />

<strong>di</strong> avere; e, ancora <strong>di</strong> più, una fantasia precoce,<br />

intatta e speculativa che, messa a confronto con chi<br />

già era protagonista nel sapere <strong>di</strong> allora, andava idealmente<br />

oltre al momento aureo <strong>di</strong> quella gente in arte,<br />

ne vedeva gli sviluppi nel tempo, ne accarezzava i pro<strong>di</strong>gi<br />

che anch’egli avrebbe contribuito a propiziare.<br />

Capitavano, in quel Caffè delle Giubbe Rosse, artisti<br />

come Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Alfonso Gatto,<br />

Eugenio Montale. E poi Romano Bilenchi, Primo Conti,<br />

Quasimodo e altri ancora. <strong>Artisti</strong> veri, con alcuni dei<br />

quali perdurarono rapporti d’amicizia nel dopoguerra.<br />

Ciò avveniva quando già l’artista, con il suo jazz e i<br />

suoi poemi, aveva alle spalle esperienza <strong>di</strong> lotta partigiana,<br />

<strong>di</strong> giornate epiche come quelle che lo videro tra<br />

i liberatori <strong>di</strong> Firenze; e poteva intuire, tra i primi in<br />

Italia, la lezione <strong>di</strong> Pollok e del suo Informale. Quando<br />

con altri artisti fondò il gruppo “Arte d’Oggi” e stilò<br />

un suo Manifesto; quando con “Pagine Dipinte” mostrò<br />

<strong>di</strong> come segno e parola, colore e verbo, potessero<br />

interagire tra loro esaltando l’uno la denuncia dell’altro.<br />

Si deve dunque a questa particolarità della sua<br />

fantasia, se il Paciscopi poeta e il Paciscopi pittore,<br />

non sono <strong>di</strong>versi dal Paciscopi autore <strong>di</strong> racconti fantascientifici,<br />

caustici eppure solenni, dei libri <strong>di</strong> narrativa,<br />

o <strong>di</strong> critica cinematografica; dallo scrittore <strong>di</strong> musica<br />

Bop (ah, l’amatissimo Powell, detto “Bud”!) o dal<br />

consigliere e<strong>di</strong>toriale. E nemmeno dal neofita, incantato<br />

più che sorpreso, che vede, proprio nei ritmi <strong>di</strong> un<br />

jazz nobile per intrinseca malinconia, acuti presagi <strong>di</strong><br />

verde, ma anche tristezze velate con una traccia <strong>di</strong><br />

nero, pari tuttavia, per grandezza, a struggenti richiami<br />

alla vita. E si deve a questo anche la nascita del<br />

giornalista Inviato Speciale, il viaggiatore che scopre<br />

nelle città del mondo, nel momento stesso in cui la<br />

storia si scrive, i ricami per intessere a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo<br />

una poesia che <strong>di</strong> quella storia, spesso tragica,<br />

spesso cruenta, si assuma la responsabilità <strong>di</strong> esserne<br />

il lato tenero, tra rimpianto e ammonimento, ma anche<br />

denuncia, tanto da far intravedere, tra gli spazi<br />

bianchi dove non vi sono parole, scritta la speranza<br />

per qualcosa <strong>di</strong> altro, <strong>di</strong> puro, che possa infine nascere<br />

sulle rovine <strong>di</strong> quel male, e affermarsi”.<br />

62


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Piazza della Repubblica, 13-14R<br />

Tel. 055 212280<br />

Il Caffè “Giubbe Rosse” è tra i più<br />

famosi ritrovi letterari italiani e<br />

stranieri. All’inizio del ‘900 come<br />

Birreria dei fratelli Reininghaus ed in<br />

seguito l’attuale nome derivato dal colore<br />

delle giubbe dei camerieri, ha<br />

ospitato le stagioni del Futurimo e delle<br />

successive tendenze. Le famose riviste<br />

“La Voce”, “Lacerba”, “Solaria” ed<br />

altre anche recenti, devono qualcosa a<br />

questo Caffè dove poeti, artisti ed intellettuali<br />

si sono confrontati e scontrati.<br />

Personaggi come Marinetti, Papini,<br />

Prezzolini, Campana, Gadda, Boccioni,<br />

Montale e moltissimi altri, in <strong>di</strong>fferenti<br />

epoche e situazioni culturali,<br />

hanno fatto delle “Giubbe Rosse” un<br />

crocevia della storia letteraria del ‘900.<br />

Ma anche attualmente continuano gli<br />

Incontri Letterari alle “Giubbe Rosse”<br />

frequentati da artisti e intellettuali <strong>di</strong><br />

ogni tendenza, che fanno <strong>di</strong> questo<br />

Caffè Letterario un portofranco della<br />

cultura e dell’arte.<br />

<br />

63


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Enzo Pazzagli<br />

<br />

Il gallo, 1992, bronzo dorato, cm. 45x25<br />

Parco d’Arte Pazzagli - Via S. Andrea a Rovezzano, 5 - 50136 Firenze<br />

Tel. 055 691114 - 348 3300352 - info@pazzagli.com<br />

La carriera creativa <strong>di</strong> Enzo Pazzagli comincia<br />

prima ancora <strong>di</strong> avvicinarsi all’arte con la realizzazione<br />

<strong>di</strong> alcuni brevetti, prima nel campo<br />

dell’arredamento, poi nel ‘68 inventa un apparecchio<br />

che concilia il sonno e nel ‘76 realizza una<br />

lingua internazionale in numeri. Negli anni Sessanta si<br />

avvicina all’arte e, dopo varie opere <strong>di</strong> piccola <strong>di</strong>mensione<br />

in legno e ferro, realizza la prima scultura su lastra<br />

d’acciaio tagliata con la lancia termica, I tre arlecchini,<br />

datata 1966. In questi anni partecipa a <strong>di</strong>verse<br />

mostre collettive in Italia e all’estero. Dal ‘75 all’80 è<br />

titolare <strong>di</strong> tre gallerie, la Galleria Senato a Milano, la<br />

Galleria Masaccio a Firenze e la Galleria 19 a Punta<br />

Ala. Il suo primo riconoscimento importante in Italia è<br />

64


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Enzo Pazzagli<br />

Didascalia<br />

Il campione, 2005, acciaio bronzato, cm. 110x80<br />

il premio Le Muse per l’Arte, che riceve in Palazzo Vecchio<br />

a Firenze. Seguono gli anni delle mostre personali,<br />

per citarne alcune: nel ‘78 in Messico e in Germania,<br />

nell’88 a Punta Ala, nel ‘90 a Firenze, nel ‘97 a<br />

Apricale, nel ‘99 ad Arezzo. Già in questi anni l’idea <strong>di</strong><br />

creare un parco d’arte è nella mente dell’artista, ma<br />

solo nel 2001 trova a Rovezzano (Fi) un terreno <strong>di</strong><br />

23.900 mq che gli sembra ideale per il suo progetto.<br />

Inizia così l’avventura del Parco d’Arte Contemporanea<br />

Enzo Pazzagli. Nel 2009, la nuova piazza Mino da<br />

<strong>Fiesole</strong> nell’omonima citta<strong>di</strong>na, è inaugurata con una<br />

personale dell’artista e nel maggio 2010, in occasione<br />

del compleanno <strong>di</strong> Pinocchio, vengono installate nel<br />

Parco <strong>di</strong> Collo<strong>di</strong> sette sue sculture. Lo spazio ha preso<br />

il nome <strong>di</strong> Spazio Enzo Pazzagli.<br />

<br />

65


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

ARTE CONTEMPORANEA<br />

Via Maggio,71r (Fi) - Via Marconi, 1/a - Castiglioncello (Li)<br />

Direttore <strong>Artisti</strong>co: Rossana Corsi<br />

Tel. 334 3445766 - info@artgalleryilcesello.com<br />

66


Matteo Pecchioli<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Matteo Pecchioli nasce il 20 giugno 1981 a<br />

Firenze. Fin da piccolo cresce nella sartoria<br />

<strong>di</strong> famiglia, la Flora Lastraioli, fondata<br />

nel 1932 dalla bisnonna, che produce<br />

lingerie <strong>di</strong> lusso e nella quale apprende, applicandoli,<br />

i canoni dell’alta sartoria fiorentina. La realizzazione<br />

<strong>di</strong> ogni capo <strong>di</strong> biancheria nasceva sotto la guida attenta<br />

e sapiente <strong>di</strong> Flora con la consapevolezza<br />

dell’unicità della creazione realizzata a mano, tale<br />

che ogni modello era in sé il “pezzo unico” stu<strong>di</strong>ato<br />

e creato per rispettare le esigenze e il gusto <strong>di</strong> chi,<br />

poi, l’avrebbe posseduto. Matteo respira subito<br />

quell’aria <strong>di</strong> artigianalità che gli permmette <strong>di</strong> apprezzare<br />

e rendersi conto <strong>di</strong> come, modellando un<br />

tessuto è possibile creare <strong>degli</strong> abiti. Finiti gli stu<strong>di</strong><br />

artistici, si iscrive alla facoltà <strong>di</strong> Architettura dell’Università<br />

<strong>di</strong> Firenze per seguire il corso <strong>di</strong> Progettazione<br />

della Moda, un ciclo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che si conclude brillantemente,<br />

nell’anno accademico 2006-2007, con una<br />

tesi <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong> una tuta da moto con prestazioni<br />

meccaniche elevate per specifico uso agonistico.<br />

Presto il giovane stilista inizia a dare il suo contributo<br />

creativo anche ad alcuni prestigiosi marchi del<br />

Made in Italy riscuotendo successo, tanto da incoraggiarlo<br />

a realizzare il suo sogno: la creazione del marchio<br />

Matteo Pecchioli, una linea pret à porter ideata<br />

insieme a Romina Musta, oggi <strong>di</strong>rettore commerciale<br />

del brand. Nel 2010 il duo <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori fonda il<br />

brand Matteo Pecchioli, un’azienda giovane, moderna,<br />

ma con le regole del passato, rigide nella confezione<br />

e nella creazione <strong>di</strong> abiti, regole apprese nella<br />

formazione in sartoria. Le collezioni create si rivolgono<br />

ad una donna elegante e raffinata, che ama indossare<br />

l’abito che sceglie con <strong>di</strong>sinvoltura e charme.<br />

Ogni collezione è il risultato <strong>di</strong> un accurato stu<strong>di</strong>o del<br />

dettaglio e <strong>di</strong> un’esclusiva scelta dei materiali utilizzati.<br />

Oggi il giovane stilista è <strong>di</strong>rettore creativo del suo<br />

marchio e <strong>di</strong> Flora Lastraioli luxury lingerie.<br />

In foto una creazione <strong>di</strong> Flora Lastraioli<br />

Via Domenico Burchiello, 105 - FIRENZE - Tel. 055 223651 - 055 229489<br />

Cell. 335 7575821 - 331 1611553 - info@matteopecchioli.com - www. matteopecchioli.com<br />

<br />

67


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Francesco Perna<br />

<br />

Pankaj, 2010, foto <strong>di</strong>gitale<br />

Francesco Perna nasce a <strong>Fiesole</strong> il 16 agosto<br />

del 1943. Ancora bambino, inizia a fotografare<br />

sotto la guida del padre anch’egli amante<br />

della fotografia. Da allora, l’osservazione<br />

del mondo attraverso l’obbiettivo <strong>di</strong>venta una costante,<br />

sia negli anni del liceo e dell’università sia nella<br />

fase della vita in cui sopraggiungono i suoi impegni<br />

<strong>di</strong> lavoro come farmacista. Nel 1979 frequenta la<br />

Scuola Tecnico-Cinematografica <strong>di</strong> Firenze <strong>di</strong>retta dal<br />

professore Vittorio Sorani e ne <strong>di</strong>viene in seguito insegnante<br />

<strong>di</strong> Chimica Fotografica. Le sue immagini rivelano<br />

quanto sia profonda l’attenzione per la gente e<br />

quanto la sensibilità <strong>di</strong> cui è dotato gli permetta <strong>di</strong><br />

mettere ovunque a fuoco, pur nella <strong>di</strong>versità dei luoghi<br />

e delle realtà sociali ed economiche incontrate, le<br />

situazioni umane.<br />

Via A. Gramsci 53 - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Tel. 055 59214 - 335 5334454 - info@farmaciaperna.it<br />

68


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Francesco Perna<br />

Pellegrinaggio, 2010, foto <strong>di</strong>gitale<br />

<br />

69


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Gaetano Petrioli<br />

<br />

Le Gualchiere, 2011, olio su compensato cm. 50x70<br />

Gaetano Petrioli nasce a Pelago e vive a Molino<br />

del Piano, in provincia <strong>di</strong> Firenze. Da<br />

sempre appassionato <strong>di</strong> pittura, inizia a<br />

<strong>di</strong>pingere come auto<strong>di</strong>datta e in seguito<br />

approfon<strong>di</strong>sce le sue conoscenze pittoriche con la<br />

frequentazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> specializzazione. Ha partecipato<br />

a numerose estemporanee e rassegne collettive.<br />

Espone con successo dai primi anni Duemila ed<br />

è stato più volte segnalato in premi nazionali <strong>di</strong> pittura.<br />

Nei suoi quadri è protagonista assoluta la natura:<br />

osservandoli, si ha l’impressione <strong>di</strong> poter entrare<br />

dentro i paesaggi intrisi <strong>di</strong> luce da cui traspare il suo<br />

amore per la campagna. Qualunque siano i soggetti<br />

rappresentati, dai campi solcati da vigne colorate a<br />

spiagge che si <strong>di</strong>leguano all’orizzonte, dai riflessi<br />

della neve in un bosco a quelli <strong>di</strong> un castello sulle<br />

acque del fiume, il paesaggio resta quello tipico toscano<br />

e si <strong>di</strong>lata nella percezione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> spazi,<br />

sempre bagnati da una luce che spinge lo sguardo<br />

verso l’infinito. Ogni inquadratura <strong>di</strong>viene una finestra<br />

aperta su luoghi che possiamo riconoscere e che<br />

allo stesso tempo assumono l’incanto <strong>di</strong> una visione<br />

idealizzante. La schiettezza delle immagini e la loro<br />

aderenza al vero sono arricchite da un’atmosfera<br />

che le rende vicine ad uno sguardo intimista più che<br />

realista.<br />

Piazza Don Milani 2 - Molino del Piano (FI)<br />

Tel. 055 8317787 - 339 5600283 - g.petrioli@alice.it<br />

70


Matteo Piccar<strong>di</strong><br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Nasce a Firenze nel 1977. Dopo la maturità<br />

classica, si iscrive alla facoltà <strong>di</strong> Architettura<br />

e dal 2002, seguendo il suo istinto,<br />

dopo sofferta e approfon<strong>di</strong>ta ricerca interiore,<br />

de<strong>di</strong>ca tutto se stesso, la sua sensibilità, in<strong>di</strong>rizzando<br />

la sua energia nella lavorazione della materia<br />

cercando <strong>di</strong> tirare fuori da essa la sua riflessione, la<br />

sua anima. Si trasferisce a Carrara presso l‘Atelier<br />

Arco Arte per apprendere le tecniche della lavorazione<br />

del marmo e della pietra e, sempre a Carrara,<br />

frequenta l‘Accademia delle Belle Arti per affinare<br />

metodo e conoscenza della materia. Nel 2003 inizia<br />

a mostrare i suoi lavori alla Kent‘s Art Gallery <strong>di</strong> Firenze<br />

e nello stesso anno è ospite presso la Antonaccio<br />

Fine Arts a Boone nel North Carolina (USA). Nel<br />

2004 è <strong>di</strong> nuovo a Firenze in una collettiva alla Galleria<br />

Tornabuoni, mentre nel 2006 riceve il premio speciale<br />

migliore statua in alabastro al concorso Emarte<br />

a Livorno. Nel 2007 presenta le sue opere prima al<br />

Museo del Tulle a Panicale (Perugia) e successivamente<br />

nella Galleria Comunale Le Logge ad Assisi.<br />

Nel 2008 ha l‘opportunità <strong>di</strong> esporre i suoi lavori<br />

nell‘Atrium della Commissione Europea a Bruxelles e<br />

dal 2009 partecipa a varie mostre collettive a <strong>Fiesole</strong><br />

e a Firenze, come le collettive Gli artisti Fiesolani per<br />

la festa della donna al Palazzo del Municipio e Umanexximo<br />

rassegna d‘arte giovane a Firenze presso<br />

l‘Istituto degl‘Innocenti. Nel 2011 tiene una personale<br />

nello stu<strong>di</strong>o dentistico Longo Bellesi (via Scipione<br />

Ammirato, 11) a Firenze.<br />

Testa <strong>di</strong> marmo, 2008, marmo statuario<br />

cm. 40x25x10<br />

Montebeni - <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Cell. 333 1415547<br />

<br />

71


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Matteo Piccar<strong>di</strong><br />

Forma, 2007, marmo, cm. 45x20<br />

Le sue statue nascono da un approccio alla scultura<br />

che deriva dal metodo <strong>di</strong> lavoro che ha scelto: quello<br />

dell‘intaglio <strong>di</strong>retto. Una tecnica che consiste nello<br />

scolpire <strong>di</strong>rettamente sul blocco <strong>di</strong> pietra senza stu<strong>di</strong><br />

preliminari o bozzetti <strong>di</strong> riferimento ma semplicemente<br />

ascoltando se stessi e la pietra. Statue <strong>di</strong> marmo e<br />

alabastro che nascono dall’incontro fra l’uomo e la<br />

pietra, fra le emozioni <strong>di</strong> un’anima e la durezza della<br />

roccia. Un rapporto fra opposti la cui sintesi è la statua.<br />

Un incontro - scontro che rappresenta la severa arte<br />

dello scolpire. Le tempeste dell’anima si infrangono<br />

sulle dure pareti <strong>di</strong> pietra fino a che, colpo dopo colpo,<br />

prendono forma e carattere. Da quando lo sguardo<br />

dell’anima si posa su un pezzo scegliendolo, comincia<br />

la lenta nascita <strong>di</strong> una statua. Allora inizia la ricerca <strong>di</strong><br />

linee e volumi per una sintesi equilibrata fra lo spazio<br />

occupato e i volumi usati per occuparlo. Quello che si<br />

trova è la statua. Perde d’importanza l’aspetto figurativo<br />

lasciato a suggestioni <strong>di</strong> profili umani o animali.<br />

Assume valore, invece, la <strong>di</strong>mensione spirituale evocata<br />

dal pezzo che per necessità <strong>di</strong> sua natura è destinato<br />

a ricoprire una funzione simbolistica, <strong>di</strong> raccoglimento,<br />

<strong>di</strong> identificazione. Statue <strong>di</strong> questo tempo<br />

nella materia <strong>di</strong> ogni tempo. Statue nella pietra.<br />

72


Ros<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Senza titolo, 2010, tecnica mista su tela, cm. 100x70<br />

Cell. 328 6144141<br />

www.ros-art.net<br />

Ros: nasce, vive e lavora a Firenze.<br />

<br />

73


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

<br />

Ros<br />

Senza titolo, tecnica mista su tela, cm. 100x110<br />

74


Massimo Sanfilippo<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Tuffo olimpionico, <strong>2013</strong>, legno <strong>di</strong> ulivo, cm. 30x15<br />

Massimo Sanfilippo (1931) me<strong>di</strong>co pe<strong>di</strong>atra,<br />

appassionato fin da ragazzo <strong>di</strong> fotografia<br />

e <strong>di</strong> arti figurative, ha partecipato<br />

alle mostre biennali dei me<strong>di</strong>ci pittori<br />

esponendo, fin dall’inizio, con pitture, <strong>di</strong>segni e sculture<br />

in legno <strong>di</strong> ulivo, pietra e marmo. Ultimamente<br />

Via del Bargellino 5/a - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

sanmax31@alice.it<br />

pre<strong>di</strong>lige la scultura, in cui è impegnato nella ricerca<br />

<strong>di</strong> un linguaggio sempre più essenziale. Tra le mostre<br />

a cui ha preso parte, si segnala la collettiva <strong>Artisti</strong> per<br />

il 2000 (<strong>di</strong>cembre ’99 - gennaio 2000) presso l’ex<br />

Convento del Carmine a Firenze.<br />

<br />

75


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Paolo Sorbi<br />

<br />

Paolo Sorbi (<strong>Fiesole</strong>, 1948) si de<strong>di</strong>ca alla pittura<br />

dagli inizi <strong>degli</strong> anni Settanta. Dal 1978 ad<br />

oggi, ha esposto in <strong>di</strong>verse mostre personali<br />

e collettive, ottenendo numerosi successi e<br />

riconoscimenti. Le sue opere si trovano in collezioni<br />

private in Italia e all’estero. In passato ha fatto parte<br />

del gruppo pittori <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> Il Tassello e attualmente<br />

è iscritto all’Associazione <strong>Artisti</strong> Fiesolani. È segnalato<br />

nel Catalogo d’Arte Comanducci (1980) ed Elite<br />

(anni 1992/2008). Di lui hanno scritto La Nazione,<br />

Paese Sera, Pan Arte, Galleria Veneta, Pegaso, La<br />

Zattera, Arte Manciano.<br />

Il <strong>di</strong>scorso pittorico <strong>di</strong> Paolo Sorbi, si evidenzia per<br />

sensibilità e onestà <strong>di</strong> sentimenti, per poesia pura, un<br />

<strong>di</strong>scorso fedele al vero, un serio impegno. Nei suoi<br />

quadri serene immagini in vari luoghi e tempi, sono<br />

opere genuine, che presentano una chiara visione<br />

del mondo in cui vive, in cui spera, in cui sinceramenre<br />

crede.<br />

Carmen Martinelli<br />

tratto da: Paese Sera<br />

L’osservazione delle opere <strong>di</strong> Sorbi, ci autorizza a ritenere<br />

che il pittore (fiesolano) ha inteso e interpretato<br />

la problematica dell’impressionismo e la tematica<br />

dei Macchiaioli e non può, per logica, esser <strong>di</strong>versamente<br />

tenuto conto della matrice delle sue origini,<br />

dell’ambiente artistico e naturalistico nel quale si è<br />

formato e nel quale opera. I suoi paesaggi sono carichi<br />

<strong>di</strong> contenuti, interessanti per la mobilità del colore<br />

tonale, per l’impostazione classica, vivificata da<br />

Scorcio <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, 1999, olio su tavola, cm. 20x30<br />

rapporti e da tensioni <strong>di</strong> una tutta particolare <strong>di</strong>namicità<br />

e comunicativa.<br />

Violante Barni<br />

tratto da: Catalogo Comanducci 1980<br />

Via Faentina, 146/A - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />

Tel. 055 541175 - paolo.sorbi@alice.it<br />

76


Emanuele Teobaldelli<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Siena, 2011, stampa su carta seta, tecnica fotomosaico, cm. 90x130<br />

Con la passione per la pittura e l’architettura,<br />

si avvicina alla fotografia per curiosità. Pre<strong>di</strong>lige<br />

foto artistiche <strong>di</strong> architettura moderna<br />

passando da quelle <strong>di</strong> scena a quelle <strong>di</strong> paesaggi<br />

in formato panoramico. Attento alle nuove tecniche<br />

<strong>di</strong> fotografia <strong>di</strong>gitale usate come mezzo, ha<br />

esperienza nei servizi fotografici matrimoniali con<br />

particolare attenzione all’espressività e all’unicità del<br />

momento. Tagli, linee, colori, atmosfere, sensazioni e<br />

profumi sono le caratteristiche che <strong>di</strong>stinguono la fotografia<br />

<strong>di</strong> Emanuele Teobaldelli. Ogni fotografia realizzata<br />

corrisponde perfettamente a ciò che prova il<br />

fotografo mentre scatta, facendo capire a chi guarda<br />

ciò che la natura, i paesaggi e le architetture hanno<br />

da <strong>di</strong>re. I lavori realizzati dal fotografo fiorentino nascondono<br />

una ricerca accurata nella loro realizzazione:<br />

si tratta <strong>di</strong> fotomosaici. Il fotomosaico dona risalto<br />

all’immagine e dà la possibilità a chi guarda <strong>di</strong> sentir<br />

nascere sensazioni ed emozioni <strong>di</strong>verse che, in qualche<br />

modo, <strong>di</strong>vengono proprie. Al contempo, questo<br />

tipo <strong>di</strong> rielaborazione dello scatto ci fa pensare ad una<br />

fiaba, permettendoci <strong>di</strong> evadere un pò dalla realtà.<br />

teo@emanueleteobaldelli.it<br />

www.emanueleteobaldelli.it<br />

<br />

77


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Loretta Zagli<br />

<br />

La voce del mare, 2000, terracotta patinata, cm. 23x26x13<br />

Loretta Zagli nasce a Firenze nel 1942. Pur<br />

<strong>di</strong>mostrando, fin dalle prime scuole dell’obbligo,<br />

un’innata inclinazione per il <strong>di</strong>segno e<br />

per il colore, si de<strong>di</strong>ca agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo tecnico-amministrativo<br />

per motivi familiari, anche se non<br />

tralascia la sua vocazione per la pittura <strong>di</strong>pingendo<br />

soprattutto ritratti per amici e familiari. Nei primi<br />

anni Settanta, dopo il matrimonio, può finalmente<br />

dare seguito alla sua passione per l’arte frequentando<br />

per cinque anni i corsi <strong>di</strong> cultura artistica e pittura<br />

tenuti dalla professoressa Edvige Poggi presso l’Istituto<br />

Francese Martenot <strong>di</strong> Firenze. È in quest’ambiente<br />

culturale che ha modo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are gli esempi<br />

dei gran<strong>di</strong> artisti del Novecento, cubisti e futuristi in<br />

particolare, approfondendo la conoscenza delle tematiche<br />

relative alla scomposizione del movimento e<br />

al <strong>di</strong>namismo della figura. Agli inizi <strong>degli</strong> anni Ottanta,<br />

frequenta l’Accademia del Nudo e altri corsi <strong>di</strong><br />

pittura tenuti presso Università dell’Età Libera dai<br />

professori Colacicchi e Bugatti che la stimolano alla<br />

Via <strong>di</strong> Caselline 813/G - 50036 Caselline <strong>di</strong> Vaglia (FI)<br />

Tel. 055 405122<br />

78


<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

Loretta Zagli<br />

I saggi, 2003, terracotta patinata, cm. 40x20<br />

Mugello, 2005, terracotta patinata, cm. 36x33x12<br />

ricerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse forme e maniere espressive. In questi<br />

anni l’esigenza della “matericità” la spinge a compiere<br />

il passaggio dalla pittura al modellato.<br />

Sempre presso l’UEL frequenta i corsi tenuti dal professore<br />

Antonio <strong>di</strong> Tommaso, che si riveleranno basilari<br />

sotto il profilo artistico, facendola entrare, sempre<br />

più convintamente, nella sfera della “creta” e<br />

nell’apprezzamento della scultura. In questa nuova<br />

realtà riesce ad esprimere al meglio le sue pulsioni,<br />

filtrando e trasponendo le conoscenze dei classici e<br />

dei moderni. Dagli anni Novanta ad oggi partecipa,<br />

invitata, a <strong>di</strong>verse mostre collettive a Firenze ( SAP<br />

A.I.C.S, Galleria Via Larga, Palazzo Cocchi-Serristori)<br />

e Livorno (Fortezza Nuova e Bottini dell’olio). Nel<br />

2007 entra a far parte della Società <strong>di</strong> Belle Arti - Circolo<br />

<strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> - Casa <strong>di</strong> Dante, dove ha esposto<br />

con una personale e tre colletive.<br />

<br />

79


Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> febbraio <strong>2013</strong><br />

presso la Nova Arti Grafiche<br />

Via Cavalcanti, 9/D - 50058 Signa (FI)<br />

Tel. 055 8734952 - Fax 055 875713<br />

www.novaartigrafiche.it


L’<strong>Annuario</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> si propone <strong>di</strong><br />

compen<strong>di</strong>are le tante anime <strong>di</strong> questo<br />

territorio attraverso l’attività <strong>di</strong><br />

quanti, con linguaggi ed esiti evidentemente<br />

<strong>di</strong>versi l’uno dall’altro, contribuiscono<br />

a rendere vivo e <strong>di</strong>namico lo scenario artistico<br />

locale. È su queste premesse che si fonda la<br />

scelta <strong>di</strong> inserire nel volume registri espressivi<br />

che spaziano dalla tra<strong>di</strong>zionale figurazione alle<br />

ricerche astratte e concettuali, dalla pittura alla<br />

scultura, dalla fotografia al design e alla moda,<br />

con l’intento <strong>di</strong> fare della varietà una componente<br />

imprescin<strong>di</strong>bile per raccontare il polimorfismo<br />

culturale della città e del suo circondario.<br />

d<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> ARTISTI <strong>di</strong> FIESOLe <strong>2013</strong> <strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> ARTISTI <strong>di</strong> FIESOLe <strong>2013</strong> <strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> ARTISTI <strong>di</strong> FIESOLe <strong>2013</strong><br />

ISBN 978-88-6039-279-4<br />

E 15,00 (IVA inclusa)

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!