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Annuari<br />
egli<br />
<strong>Annuario</strong><br />
Arti<br />
DANIELA PRONESTÌ<br />
<strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong><br />
Di FiesolE<br />
<strong>2013</strong>
<strong>Annuario</strong><br />
<strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong><br />
Di FiesolE<br />
<strong>2013</strong><br />
A cura <strong>di</strong><br />
DANIELA PRONESTÌ
COLLANA<br />
<strong>Artisti</strong> in Toscana<br />
1<br />
Diretta da<br />
FABRIZIO BORGHINI<br />
Patrocinio<br />
Assessorato alle Politiche Culturali<br />
Con il contributo <strong>di</strong><br />
Villa<br />
Gisella<br />
FIRENZE<br />
L’annuario è realizzato da<br />
Iª e<strong>di</strong>zione febbraio <strong>2013</strong><br />
ISBN 978-88-6039-279-4<br />
Tutti i <strong>di</strong>ritti riservati<br />
© Copyright Associazione Toscana Cultura<br />
e Masso delle Fate E<strong>di</strong>zioni<br />
Masso delle Fate E<strong>di</strong>zioni<br />
Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI)<br />
www.massodellefate.it<br />
Foto <strong>di</strong> copertina: Stu<strong>di</strong>o Germogli
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<strong>Fiesole</strong> evoca un’idea <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong> storia<br />
che si perde nel tempo.<br />
La mitologia attribuisce la sua fondazione<br />
ad Atlante e il territorio fiesolano<br />
ha visto la nascita e lo sviluppo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />
appartenenti alle civiltà etrusca, romana e longobarda,<br />
dei quali rimangono importanti e preziose<br />
testimonianze.<br />
La città, soccombente nel 1125 al potere <strong>di</strong> Firenze,<br />
<strong>di</strong>venne nel periodo rinascimentale luogo<br />
d’elezione e “pensatoio illustre”: a ricordarcelo<br />
ancora oggi l’imponente Villa Me<strong>di</strong>ci sulla via<br />
Fra’ Giovanni Angelico.<br />
Ha ispirato, successivamente, dall’Ottocento ai<br />
giorni nostri, tutti i più gran<strong>di</strong> artisti moderni.<br />
Da Ruskin a Hermann Hesse, da Bocklin a Temple<br />
Leader, da Giorgio De Chirico a Primo Conti<br />
e Giovanni Michelucci l’hanno eletta a propria<br />
<strong>di</strong>mora e hanno portato alla nascita <strong>di</strong> Fondazioni<br />
che con<strong>di</strong>vidono con il Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />
il proprio percorso e attività.<br />
<strong>Fiesole</strong>, dunque, deve al proprio passato, antico<br />
e recente, una ricchezza intellettuale e culturale<br />
in cui è doveroso rispecchiarsi e da cui è altrettanto<br />
doveroso attingere.<br />
A questo proposito, si pensi, nel contesto storico-artistico,<br />
al patrimonio dei secoli custo<strong>di</strong>to<br />
nel Museo Ban<strong>di</strong>ni, nell’Area Archeologica e nel<br />
Museo Civico (<strong>di</strong> cui ricorrerà il centenario nel<br />
2014). Si pensi, anche, ai “gran<strong>di</strong> Fiesolani”<br />
che, partendo da Angiolo Maria Ban<strong>di</strong>ni e passando<br />
da Antonio e Xavier Bueno, arrivano a<br />
Giovanni Michelucci, Fernando Farulli, Primo<br />
Conti, maestri eccelsi che rappresentano esempi<br />
e momenti <strong>di</strong> confronto con chiunque voglia cimentarsi<br />
nell’ardua e affascinante esperienza<br />
artistica.<br />
D’altra parte la città deve aspirare a un arricchimento<br />
culturale continuo e protendersi nel presente<br />
e verso il futuro.<br />
Da questo intento si muove il progetto <strong>di</strong> un <strong>Annuario</strong><br />
<strong>degli</strong> artisti <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> contemporanei,<br />
che deve la propria realizzazione alla sagacia <strong>di</strong><br />
Fabrizio Borghini, alfiere moderno dell’arte, e<br />
alla finezza d’intuito storico-artistico <strong>di</strong> Daniela<br />
Pronestì.<br />
L’annuario rappresenta una tappa per un interessante<br />
approfon<strong>di</strong>mento delle realtà attuali<br />
del mondo dell’arte <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>.<br />
La progettazione e realizzazione <strong>di</strong> questa pubblicazione<br />
si inserisce nell’oramai consolidata linea<br />
<strong>di</strong> iniziative culturali che il Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>,<br />
in particolar modo nella persona del Sindaco<br />
Fabio Incatasciato, ha adottato, <strong>di</strong>mostrando,<br />
ancora una volta, un’alta sensibilità verso la <strong>di</strong>vulgazione<br />
e la fruizione del patrimonio culturale<br />
del nostro territorio.<br />
Con il mio partecipe apprezzamento,<br />
Paolo Becattini<br />
Assessore alle politiche culturali<br />
del Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />
<br />
3
4
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
La vitalità artistica e culturale <strong>di</strong> un territorio<br />
si misura in rapporto alla sua<br />
capacità <strong>di</strong> valorizzare il patrimonio<br />
ere<strong>di</strong>tato dai secoli e <strong>di</strong> favorire al contempo<br />
l’ingenerarsi <strong>di</strong> nuove esperienze che<br />
siano espressione della trasformazione della società<br />
nell’impatto con i processi creativi e comunicativi<br />
del presente. Il caso della città <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />
può <strong>di</strong>rsi in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> una realtà che pur mantenendo<br />
integra nel tempo la sua secolare identità<br />
storica e culturale ha saputo rinnovarsi grazie<br />
alla presenza <strong>di</strong> personalità eccellenti, che qui<br />
sono nate o hanno scelto <strong>di</strong> risiedere, e grazie<br />
soprattutto al sentimento della bellezza che,<br />
come ebbe a <strong>di</strong>re John Ruskin nelle Leggi <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>,<br />
questo luogo ispira in virtù delle sue straor<strong>di</strong>narie<br />
ricchezze artistiche e naturali. Lungi<br />
dalla pretesa <strong>di</strong> configurarsi come un volume<br />
impegnato e dando per certi i limiti intrinseci ad<br />
una pubblicazione che non risponde ad un criterio<br />
selettivo, l’<strong>Annuario</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> si propone<br />
<strong>di</strong> compen<strong>di</strong>are le tante anime <strong>di</strong> questo territorio<br />
attraverso l’attività <strong>di</strong> quanti, con linguaggi<br />
ed esiti evidentemente <strong>di</strong>versi l’uno dall’altro,<br />
contribuiscono a rendere vivo e <strong>di</strong>namico lo scenario<br />
artistico locale. È su queste premesse che<br />
si fonda la scelta <strong>di</strong> inserire nel volume registri<br />
espressivi che spaziano dalla tra<strong>di</strong>zionale figurazione<br />
alle ricerche astratte e concettuali, dalla<br />
pittura alla scultura, dalla fotografia al design e<br />
alla moda, con l’intento evidente <strong>di</strong> fare della<br />
varietà una componente imprescin<strong>di</strong>bile per<br />
raccontare il polimorfismo culturale della città e<br />
del suo circondario. L’essenzialità delle informazioni<br />
inserite nelle “schede” de<strong>di</strong>cate a ciascun<br />
artista, organizzate in or<strong>di</strong>ne alfabetico e contenenti<br />
un breve testo biografico, qualche accenno<br />
critico e una o più foto delle opere, rendono<br />
l’annuario un testo <strong>di</strong> facile e veloce consultazione<br />
in grado <strong>di</strong> offrire una panoramica “a<br />
volo d’uccello” sulle molteplici articolazioni che<br />
la creatività artistica assume nel contesto fiesolano.<br />
La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>mostrata dagli artisti<br />
che, comprendendone le ragioni, hanno deciso<br />
<strong>di</strong> prendere parte all’iniziativa, è stata essenziale<br />
per la buona riuscita del progetto, con cui<br />
ovviamente non preten<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> aver messo a<br />
fuoco la totalità dei nomi <strong>degli</strong> artisti che vivono<br />
e operano a <strong>Fiesole</strong> o che gravitano nella sua<br />
orbita culturale, ma siamo convinti <strong>di</strong> aver portato<br />
a termine un’operazione meritoria avvalorata<br />
anche dalla partecipazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> personalità<br />
dell’arte contemporanea. Un ringraziamento<br />
particolare va al Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> e<br />
all’Assessore alla Cultura Paolo Becattini che,<br />
appoggiando fin dal principio l’idea della pubblicazione<br />
e seguendola passo passo nelle <strong>di</strong>verse<br />
fasi realizzative, ha <strong>di</strong>mostrato la sua consueta<br />
sensibilità verso iniziative che, come questa,<br />
rendono omaggio al genius loci della città e<br />
promettono <strong>di</strong> essere un legante tra la coscienza<br />
collettiva e le polivalenze artistico culturali<br />
che, oggi come ieri, contrad<strong>di</strong>stinguono questo<br />
angolo <strong>di</strong> Toscana.<br />
Daniela Pronestì<br />
<br />
5
Aref (Antonello Fera)<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Giallonero, 2007, tecnica mista, cm.120x100<br />
Antonello Fera, in arte Aref, nasce a Reggio<br />
Calabria. Durante gli anni del liceo incontra<br />
e frequenta il laboratorio della scultrice Carmen<br />
Sala dove inizia la sua attivita’ <strong>di</strong> pittura<br />
figurativa. Negli anni a seguire avviene un superamento<br />
e una sperimentazione <strong>di</strong> tecniche e materiali<br />
che lo portano a <strong>di</strong>ventare un pittore astratto e materico.<br />
Molte le mostre alle quali ha partecipato e nel<br />
2008 ha vinto il premio internazionale statale 333 a<br />
Vernio, in provincia <strong>di</strong> Prato.<br />
Di sé stesso, Aref scrive: “La materia informe della vita<br />
in abbozzo è l’origine del mistero della stessa, in essa<br />
la separazione <strong>degli</strong> elementi costituisce la forma genuina<br />
della creatività. È nella ricerca <strong>di</strong> questi atomi<br />
slegati la sua potenza, è nella loro apparente ed isolata<br />
nu<strong>di</strong>tà, veicolata dall’istinto incontaminato dell’essere<br />
umano nei brevissimi istanti in cui vi riesco<br />
Cell. 347 3211378<br />
aref@virgilio.it - arefanto@gmail.com<br />
nell’impeto creativo, che vado a carpirne l’interezza<br />
del suo messaggio. Dall’assemblaggio artificiale<br />
dell’uomo, a ritroso, nella frammentazione dei suoi<br />
elementi”<br />
Nei quadri <strong>di</strong> Aref i colori sono libere particelle vaganti<br />
nello spazio: primor<strong>di</strong>ali elementi dell’essere<br />
che continuamente si staccano e si attraggono a costruire<br />
forme, e soprattutto emozioni… rappresentano<br />
un’indagine attenta alla ricerca dell’intimo e<br />
del nascosto significato dell’essere. Le figure <strong>di</strong><br />
Maya, nonostante le apparenze, non hanno solide<br />
ra<strong>di</strong>ci, ma sono emblematiche rappresentazioni del<br />
dramma dell’uomo sospeso fra corpo e anima, fra<br />
materia e spirito, il soggetto <strong>di</strong> fatto è sempre in bilico<br />
fra una fisicità prorompente e una realtà circostante<br />
indefinita.<br />
Andrea Bolognesi<br />
<br />
7
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Virgilio Bardossi<br />
<br />
1973/<strong>2013</strong> - 40 anni da Fotoamatore<br />
Nato a <strong>Fiesole</strong> nel 1945. È sempre stato affascinato<br />
dalla fotografia. Di professione litografo,<br />
attività che lo ha aiutato nel suo hobby.<br />
Nel 1973 si iscrive ad un club della FIAF<br />
(Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Pre<strong>di</strong>lige<br />
il Bianco-Nero ma fotografa anche a colori. Riconosciuto<br />
da molti come maestro <strong>di</strong> camera oscura<br />
ora <strong>di</strong>ventata “camera chiara”. Fotografa sempre per<br />
gruppo <strong>di</strong> immagini e nei suoi reportage traspare il<br />
contatto umano che riesce a stabilire con le persone.<br />
Le sue opere sono esposte in molte parti del mondo.<br />
Nei concorsi internazionali ha ottenuto numerosi premi<br />
e unanimi consensi. Nella classifica dei concorsi<br />
nazionali è tra i primi come ammissioni e primo ad<br />
avere quattro <strong>di</strong>fferenti stelle nella statistica FIAF. Tra i<br />
riconoscimenti spiccano: 4 Coppe del Mondo, 2 primi<br />
premi, 1 secondo premio, 2 HM e Coppa del Mondo<br />
FIAP (Les enfants du monde) nelle Coppe del Mondo<br />
FIAP per nazioni. Nel 2008 Coppa del Mondo per<br />
Club con G.F. IL Cupolone. Photo Nikon Contest premiato<br />
in tre e<strong>di</strong>zioni. Oltre a libri e calendari ha presentato<br />
alcune cartelle (queste sempre numerate,<br />
firmate ed in tiratura limitata) “Ritratti: Maramures<br />
fine millennio” al congresso FIAP <strong>di</strong> Prato 2001. “The<br />
world of Maramures” al congresso FIAP <strong>di</strong> Budapest<br />
2004, lavoro giu<strong>di</strong>cato il migliore del congresso e che<br />
gli è valso l’onorificenza <strong>di</strong> Maitre FIAP. La rivista francese<br />
Photo Art gli ha de<strong>di</strong>cato un ampio servizio. è<br />
stato invitato con altri fotografi dalla Federazione Cinese<br />
a documentare il Tibet per poi farne un libro<br />
”Focusing on Snow Land”. Nel 2006 la FIAP gli ha<br />
concesso una ulteriore onorificenza EFIAP/p. Si contano<br />
sulle <strong>di</strong>ta delle mani i fotografi nel mondo che possono<br />
vantare queste due massime onorificenze: Maitre<br />
FIAP e EFIAP/p. “Acqua alta a Venezia”, unico<br />
libro fotografico su Venezia che descrive il fenomeno<br />
dell’acqua alta, è stato presentato nella prestigiosa<br />
galleria “Bevilacqua la Masa” in piazza S. Marco in<br />
occasione dei 40 anni dell’alluvione <strong>di</strong> Venezia. Nel<br />
2007 la FIAF gli ha concesso l’onorificenza IFI (Insignito<br />
Fotografo Italiano). Nel 2010: è stata <strong>di</strong>scussa una<br />
tesi <strong>di</strong> laurea sulla sua attibvità da una studentessa <strong>di</strong><br />
Catania (Virgilio Bardossi: Reportage dal mondo). I<br />
lavori più importanti sicuramente sono: Racconti, Acqua<br />
alta a Venezia ed i tre reportages sul Maramures<br />
<strong>di</strong> cui questo autore ha scritto con le foto delle pagine<br />
esclusive. Nella sala del Basolato a <strong>Fiesole</strong> il 23 febbraio<br />
<strong>2013</strong> ha presentato la sua ultima mostra “1973-<br />
<strong>2013</strong> 40 anni da fotoamatore”, considerandolo un<br />
traguardo importante vista la sua continua attività.<br />
Dal libro: Acqua alta a Venezia. Foto eseguita con macchina dentro l’acqua<br />
bvirgy@alice.it<br />
www.bardossivirgilio.it<br />
Onorificenze:<br />
Maitre FIAP<br />
Excellence FIAP<br />
Insign. Fot. Italiano<br />
8
Mariangela Bartoloni<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
L’angelo della verità, la via, la vita, 2010, pigmenti naturali e acrilici su<br />
tela, cm. 60x60<br />
Mariangela Bartoloni si è sempre interessata<br />
all’arte nelle più svariate forme, in particolare<br />
ha lavorato nel campo della<br />
moda. Negli ultimi tempi segue corsi <strong>di</strong><br />
pittura in un laboratorio artistico, approfondendo le<br />
tecniche pittoriche a lei più congeniali. Comincia tramite<br />
lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>di</strong>scipline olistiche a stu<strong>di</strong>are aura<br />
soma, <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> grande profon<strong>di</strong>tà. Scrive <strong>di</strong> lei<br />
Giovanna Gherarduzzi, sua insegnante <strong>di</strong> aura-soma:<br />
“Ho incontrato Mariangela ad una mia presentazione<br />
<strong>di</strong> aura- soma. Attratta dalla profon<strong>di</strong>tà e bellezza del<br />
sistema intraprende questo nuovo percorso, si apre<br />
alla rivelazione dei colori. Diventando per lei chiavi <strong>di</strong><br />
accesso all’anima, inizia a <strong>di</strong>pingere e <strong>di</strong>pinge angeli.<br />
Esprime così la sua essenza. Contatta quella forza,<br />
amore che le permettono <strong>di</strong> creare, sperimentando<br />
armonia, gioia, delicatezza, doni, che lei racchiude<br />
nel cuore e che offre con le immagini dei suoi angeli”.<br />
Mariangela <strong>di</strong>segna angeli evanescenti dalle gran<strong>di</strong><br />
ali bianche protettrici su sfon<strong>di</strong> dai colori vivaci come<br />
metafora <strong>degli</strong> esseri umani che, oppressi dai con<strong>di</strong>zionamenti,<br />
aspirano a liberarsi verso un mondo nuomariangela.bartoloni@gmail.com<br />
www.ilsalotto.biz<br />
<br />
9
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Mariangela Bartoloni<br />
Amore incon<strong>di</strong>zionato, 2010, pigmenti naturali e acrilici su tela, cm. 40x50<br />
10<br />
vo fatto <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> gioia. Prende parte a <strong>di</strong>verse<br />
mostre, come al Forte dei Marmi (Villa Bertelli), a Pordenone,<br />
a Salerno e a Prato (Palazzo Inghirami). Infine<br />
apre la galleria Il Salotto a <strong>Fiesole</strong>, sua città natale<br />
dove con amiche e colleghe con<strong>di</strong>vide l’associazione<br />
Empireo Agapes, rivolta ad aiutare le donne in <strong>di</strong>fficoltà<br />
(www.ilsalotto.biz). Contemporaneamente, attraverso<br />
un’esperienza personale vissuta nello Yorkshire<br />
in Inghilterra, intuisce che i cerchi nel grano<br />
hanno caratteristiche terapeutiche e crea con l’architetto<br />
Lucia Gheri una linea <strong>di</strong> gioielli che non è solo<br />
simbolo, forma, ma anche cristalli, colore, un cocktail<br />
<br />
<strong>di</strong> benessere e gioia con proprietà terapeutiche! Infatti<br />
nasce la linea CheGioia, affiancata dall’azienda<br />
Leonardo snc <strong>di</strong> Arezzo e dalla stu<strong>di</strong>osa e ricercatrice<br />
dei cerchi nel grano Anna Bona. Così la definisce la<br />
sua insegnante <strong>di</strong> pittura, Miriam Cappelletti: “Il colore<br />
è il leit-motiv della pittura <strong>di</strong> Mariangela, che da<br />
tempo ne stu<strong>di</strong>a in maniera approfon<strong>di</strong>ta il significato,<br />
le combinazioni negli abbinamenti, l’influenza<br />
positiva sulla psiche, colore inteso come benessere<br />
quin<strong>di</strong> non solo visivo, quin<strong>di</strong> fisico, ma come qualcosa<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>ssolubilmente legato alla spiritualità <strong>di</strong> ogni<br />
essere umano”.
Diana Baylon<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Spirale quadrata, 2008, carpet, cm. 247x302<br />
ph. Gino <strong>di</strong> Paolo<br />
Diana Baylon (1920) inizia il suo percorso artistico<br />
negli anni ’40 con la ceramica e la<br />
pittura figurativa, passando nei ’50 all’arte<br />
astratta prima su tela e poi su superfici metalliche.<br />
Dall’inizio dei ’60 collabora con la galleria Il<br />
Fiore <strong>di</strong> Corrado del Conte, con la Galleria Numero <strong>di</strong><br />
Fiamma Vigo e la galleria Inquadrature <strong>di</strong> Marcello<br />
Innocenti. Un inizio <strong>di</strong> carriera così rapido che il popolare<br />
cinegiornale Se<strong>di</strong> nei suoi titoli <strong>di</strong> testa include<br />
Il Vice presidente Jonhson in Asia e Il debutto <strong>di</strong> Diana<br />
Baylon (Se<strong>di</strong> n.1226). Nel 1968 si trasferisce in una<br />
casa colonica fiesolana che ristruttura anche con le<br />
sue mani,trasformandola in hermitage che, oltre al<br />
laboratorio e all’atelier, le consentirà un progressivo<br />
<strong>di</strong>stacco dal milieu dell’arte con/temporanea che<br />
aborre. Anomala sia come artista sia come artigiana,<br />
www.<strong>di</strong>anabaylon.it<br />
assembla materiali <strong>di</strong>versi - alluminio, acciaio, ferro,<br />
vetro, plexiglass, carta, lana, pietre e metalli preziosi<br />
- in un crescendo eclettico da molti denunciato e negato<br />
insieme & contemporaneamente, come nel caso<br />
<strong>di</strong> Alfonso Panzetta: “Un eclettismo apparente quello<br />
della Baylon data la continuità e una coerenza assolute<br />
tra un pezzo e l’altro, come se l’artista avesse <strong>di</strong>gerito<br />
e riproposto Brancusi in modo assolutamente<br />
contemporaneo”. Nel 1969 il manifesto del parigino<br />
G30 in collaborazione con la galleria Inquadrature,<br />
esposto a Spoleto al Festival dei due Mon<strong>di</strong>, vede Diana<br />
Baylon assieme a maestri come Pierre Alechinsky,<br />
Jean Dubuffet, Piero Manzoni e a molti altri gran<strong>di</strong><br />
nomi come gli amici Alberto Burri e Lucio Fontana.<br />
“Gli anni ’60 e ’70 sono particolarmente creativi per<br />
l’artista - verga Stefano de Rosa - che anticipò nella<br />
<br />
11
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Diana Baylon<br />
Diana Baylon nel suo atelier <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />
ph. Gino <strong>di</strong> Paolo<br />
scultura e nei metalli <strong>di</strong>pinti, soluzioni formali e novità<br />
linguistiche destinate a essere saccheggiate negli anni<br />
’80 e ‘90”. Nel 2008 Diana Baylon è l’unica artista<br />
invitata dal comitato scientifico del Turin World Design<br />
Capital - presieduto da Gillo Dorfles con la collaborazione<br />
<strong>di</strong> Luisa Bocchietto, presidente dell’Associazione<br />
per il Disegno Industriale - ad allestire una<br />
mostra antologica presso il Miaao, Museo Internazionale<br />
delle Arti Applicate Oggi. A tutt’oggi Diana Baylon<br />
affianca alla sua produzione, la poesia visiva, la<br />
poesia tout court e libri d’artista.<br />
Delle sue mostre in Italia e all’estero menzioniamo<br />
solo le antologiche:<br />
- Diana Baylon, Un viaggio <strong>Artisti</strong>co a cura <strong>di</strong> Stefano<br />
de Rosa, Palazzina Mangani <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, novembre<br />
2002 / gennaio 2003;<br />
- Baylon pittura, scultura, grafica a cura <strong>di</strong> Eugenio<br />
Cecioni, Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno (Pisa)<br />
marzo/ aprile 2007;<br />
- Baylon, Diana Baylon artista per il design, a cura <strong>di</strong><br />
Aldo Ricci, World Design Capital, Torino MIAAO, 19<br />
aprile 18 maggio 2008;<br />
- Percorsi riscoperti dell’arte italiana nella Vaf-Liftung<br />
dagli anni ’40 a oggi, a cura <strong>di</strong> Gabriella Belli e Daniela<br />
Ferrari, Mart <strong>di</strong> Rovereto dal 2 luglio al 3 settembre<br />
2011.<br />
Sue opere sono presenti nelle collezioni del Museo<br />
<strong>degli</strong> Argenti <strong>di</strong> Palazzo Pitti, della Galleria delle Stampe<br />
e dei Disegni della Galleria <strong>degli</strong> Uffizi, della collezione<br />
Vaf-Stiftung presso il Mart <strong>di</strong> Rovereto e altre<br />
collezioni pubbliche e private. Sull’opera <strong>di</strong> Diana<br />
Baylon hanno scritto Gabriella Belli, Marta Casati,<br />
Carlo Cioni, Philippe Daverio, Lucrezia de Domizio<br />
Durini, Daniela Ferrari, Lucio Fontana, Lisa Licitra Ponti,<br />
Anna Mari, Lara-Vinca Masini, Anty Pansera, Alfonso<br />
Panzetta, Aldo Ricci, Paola Barbara Sega, Giuliano<br />
Serafini e altri.<br />
Aldo Ricci<br />
12
Bìri<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Duet, acrilico su tela, cm. 50x50<br />
biri_info@yahoo.com<br />
Bìri nasce oltremare in illo tempore. Dopo<br />
aver fatto l’hippie giovanissimo, si de<strong>di</strong>ca al<br />
palcoscenico e alla musica. Stabilitosi a Firenze,<br />
affascinato dal linguaggio colorito<br />
toscano, scrive il suo stu<strong>di</strong>o sulle parolacce toscane,<br />
Florentine Locutions. Una volta terminato, il libro viene<br />
definito impubblicabile, così lo pubblica da sé.<br />
Sentendo la sua abilità musicale ostacolata dai suoni<br />
tra<strong>di</strong>zionali, inizia a comporre musica elettronica che<br />
lo porta alla pittura astratta, nella quale usa i colori<br />
come fossero suoni musicali in un processo dove il<br />
colore porta alla forma che poi riporta al colore.<br />
<br />
13
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Bìri<br />
YellowShaft, acrilico su tela, cm. 60x40<br />
Forme e colori. La musica elettronica che lui stesso<br />
compone, un pennello piatto, una tavola già preparata<br />
con della vernice bianca, fin dal giorno prima. Una<br />
superficie liscia e luminosa, pronta ad accogliere i colori<br />
che <strong>di</strong> lì a poco l’artista vorrà mettere giù. Dopo<br />
aver scelto quelli adatti, apre i tubetti e senza mescolarli<br />
<strong>di</strong>spone i colori dal centro verso l’esterno. Con<br />
accuratezza richiude i tubetti e velocemente li toglie<br />
dal tavolo <strong>di</strong> lavoro. Quel colore, infatti, non verrà più<br />
ripreso. Ora si de<strong>di</strong>ca alla ricerca delle forme, risultato<br />
<br />
ignoto anche al pittore che mette in rapporto il colore<br />
superficiale col bianco sottostante, che ripassando<br />
continuamente sullo stesso punto si svela. Così si ferma,<br />
si allontana per un attimo a riflettere sugli effetti<br />
<strong>di</strong> quelle linee astratte create a forza <strong>di</strong> togliere, pulisce<br />
il pennello e gira la tavola dall’altro lato. Cambia il<br />
punto <strong>di</strong> osservazione ma continua a togliere, fino a<br />
che decide che per oggi può bastare. Nei giorni seguenti<br />
lo mo<strong>di</strong>ficherà ancora.<br />
Silvia La Rossa<br />
14
Francesco Beccastrini<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
L’Arno nei pressi <strong>di</strong> Firenze, 2012, olio su cartone pressato, cm. 50x70<br />
Francesco Beccastrini nato a <strong>Fiesole</strong> ha iniziato<br />
a <strong>di</strong>segnare e <strong>di</strong>pingere fin da giovanissimo.<br />
La sua attività espositiva iniziata<br />
negli anni Settanta, si è intensificata nel<br />
corso del tempo partecipando a <strong>di</strong>verse manifestazioni,<br />
mostre personali, collettive, fiere e premi, ottenendo<br />
vari riconoscimenti. La sua pittura ha varcato<br />
anche i confini nazionali e le sue opere si<br />
possono trovare in Francia, Germania e Stati Uniti.<br />
Ha scritto <strong>di</strong> lui il professor Carlo Pedretti: “[…] ha<br />
Stu<strong>di</strong>o: Monteloro Firenze<br />
f.beccastrini@virgilio.it<br />
ripercorso come d’istinto le esperienze impressioniste<br />
a livello <strong>di</strong> necessità spirituale e me<strong>di</strong>ate, se non<br />
giustificate, dall’esempio dei Macchiaioli, anch’essi<br />
attenti alla lezione <strong>di</strong> Leonardo. Ed è così che Beccastrini<br />
ha conosciuto la seduzione del colore, si è entusiasmato<br />
alla poetica del territorio e delle sue<br />
tra<strong>di</strong>zioni rurali, ed è pervenuto, pure d’istinto, si<br />
<strong>di</strong>rebbe, a una svolta che lo riporta ai fondamenti<br />
teorici del paesaggio formulati due secoli fa da Alexander<br />
Cozens.[…]”.<br />
<br />
15
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Luciana Biagini Del Bianco<br />
<br />
Fertilità dell’autunno, 2010, pastello su carta, cm. 23x33<br />
Via delle Ginestre 2 - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
www.lucianabiagini.info<br />
Luciana Biagini Del Bianco ha da sempre applicato<br />
la sua innata perizia al <strong>di</strong>segno e a un<br />
severo impegno pittorico eleggendo il pastello<br />
a tramite e strumento <strong>di</strong> rappresentazione.<br />
Ha frequentato corsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e pittura con il<br />
professor Giorgio Barreca. Di lei scrive Pier Francesco<br />
Listri: “I fiori <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> quest’artista vivono nell’aria,<br />
respirano della propria viva fragranza, ma per la magia<br />
del pastello e per l’alta qualità della pittura dei<br />
fon<strong>di</strong>, perdono la convenzionalità <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong><br />
pittura e acquistano invece la fresca grazia della loro<br />
precaria e suprema vitalità vegetale. Sono, questi fiori,<br />
splen<strong>di</strong>damente <strong>di</strong>pinti, anche stemmi <strong>di</strong> nostalgia,<br />
aral<strong>di</strong> <strong>di</strong> un malinconico sguardo sul mondo che la<br />
pittrice sommessamente trasmette senza vistose sottolineature.<br />
Nella bellezza dei fiori si consuma il tempo<br />
breve fra lo sbocciare e l’appassire, e l’artista non<br />
lo <strong>di</strong>mentica. Ne nasce un fare morbido e caldo che<br />
consente tanto la finezza dell’arabesco quanto lo sfumato<br />
delle cromie con l’ausilio <strong>di</strong> luminosi ritocchi.<br />
Magia e merito <strong>di</strong> Luciana Biagini stanno nel bilanciare<br />
con grande equilibrio un’esattezza ottica straor<strong>di</strong>naria<br />
nel rappresentare il vero, conferendogli insieme<br />
un’aral<strong>di</strong>ca suggestione <strong>di</strong> simboli”.<br />
16
Raffaele Bueno<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Arpio, 2003, olio su tela<br />
La biografia <strong>di</strong> Raffaele (RFL) si potrebbe scrivere<br />
come un romanzo: l’elisione del cognome,<br />
la famiglia <strong>di</strong> artisti e intellettuali attraverso<br />
l’Europa, la casa a <strong>Fiesole</strong> con i suoi<br />
animali, i viaggi, gli amici <strong>di</strong> sempre Ragusa e Gattuso...<br />
e gli Etruschi.<br />
“Tornò a <strong>di</strong>pingere viaggiando a lungo, rientrando<br />
nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa, guardandosi intorno, pensando<br />
all’etrusco.”<br />
Così scriveva RFL, quasi in epigrafe al catalogo della<br />
sua mostra alla galleria Philippe Daverio nel 1992.<br />
All’inizio <strong>degli</strong> anni ‘70, dopo un attraversamento <strong>di</strong><br />
avanguar<strong>di</strong>e e dopo una esemplare contestazione<br />
dell’arte (“basta non farla” <strong>di</strong>chiarava) RFL torna alla<br />
pittura <strong>di</strong>pingendo minuziosamente piccoli quadri a<br />
raffaele.bueno@libero.it<br />
“pittura liscia”. Ci torna da lunghi viaggi, domestici<br />
ed esotici. Da viaggi intorno alla sua casa e al mondo<br />
si porta <strong>di</strong>etro tutto, stipato alla rinfusa. Dispone oggetti,<br />
persone, paesaggi, visioni, animali, mostri, <strong>di</strong>vinità<br />
in una sorta <strong>di</strong> retablo domestico dove tutto è<br />
visto attraverso una lente manovrata dalla curiosità e<br />
dagli affetti. Da allora non ha più smesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere<br />
né <strong>di</strong> meravigliarci. I quadri <strong>degli</strong> ultimi anni sono a<br />
“pittura ruvida” ma continuano ad essere sincronici e<br />
duali. Avvicinano figure ed eventi <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong>versi,<br />
contrappongono alchemicamente uomo e natura,<br />
natura e artificio, oriente ed occidente alla ricerca impossibile<br />
<strong>di</strong> una nuova coincidenza oppositorum.<br />
RFL è un grande pittore <strong>di</strong> piccoli quadri. Visitando<br />
una mostra <strong>di</strong> un artista che aveva appeso alle gran<strong>di</strong><br />
<br />
17
Raffaele Bueno<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Totem, 2012, olio su carta<br />
<br />
pareti <strong>di</strong> un museo enormi teloni, RFL mi <strong>di</strong>sse che<br />
avrebbe fatto volentieri una mostra in quello spazio<br />
così grande e bello. Obbiettai che i suoi quadri erano<br />
piccolissimi. “A parte il fatto - mi rispose - che c’è più<br />
pittura in uno piccino mio che in uno grandone suo,<br />
un quadro piccolo è come uno grande visto da lontano”:<br />
perchè RFL è uno che sta lontano. Sta lontano<br />
dal centro senza essere eccentrico. Nei quadri <strong>di</strong> RFL<br />
gli incontri sono imprevisti e i loro motivi misteriosi. Per<br />
quali strade sono arrivati tutti i personaggi e chi ha<br />
fissato l’ora dell’appuntamento L’ora fatale è contemporaneamente<br />
<strong>di</strong>urna e notturna.<br />
Non si può sostare davanti ai quadri <strong>di</strong> RFL: ci si sta<br />
dentro o sono loro che ci attraversano; terribile e meraviglioso<br />
destino quello <strong>di</strong> essere infestati dai suoi<br />
quadri. RFL è un ipnotizzatore che usa il quadro come<br />
uno sguardo; è un affabulatore e ti avvolge con storie<br />
senza inizio né fine. RFL è un conversatore irrefrenabile.<br />
Enuncia verità paradossali ascoltando solo se stesso<br />
o forse un altro RFL che abita nel profondo ed a tratti<br />
emerge consegnandoci dei messaggi. Giu<strong>di</strong>ca i fatti<br />
del mondo per lo più assur<strong>di</strong>. Il suo pessimismo catastrofico<br />
gli deriva da un’acuta analisi dei fatti ed è solo<br />
temperato dalla speranza <strong>di</strong> qualcosa d’impreve<strong>di</strong>bile.<br />
Per descrivere l’opera <strong>di</strong> RFL bisognerebbe vergare un<br />
co<strong>di</strong>ce miniato, con capolettera figurati, con fregi <strong>di</strong><br />
animali e frutti e insetti e animali fantastici <strong>di</strong>spersi<br />
qua e là per le pagine. Poi bisognerebbe pronunciare<br />
formule magiche affinché tutte le creature si animassero<br />
e tutte le lettere cominciassero a fondersi con le<br />
creature. Ma un co<strong>di</strong>ce così può miniarlo solo RFL.<br />
Adolfo Natalini<br />
18
Franco Bulletti<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Li termini de corpi ombrosi (nel segno <strong>di</strong> Leonardo), 2011, acrilico su tela, cm. 50x60<br />
50014 <strong>Fiesole</strong> (FI) - Tel. 055 598702<br />
francobulletti@gmail.com<br />
Franco Bulletti è nato a Firenze, vicino al Ponte<br />
Vecchio, nel 1925. Ha frequentato l’Istituto<br />
d’Arte intorno agli anni ‘40 ed ha lavorato<br />
come grafico per una casa e<strong>di</strong>trice. In veste <strong>di</strong><br />
consulente grafico ha curato la stampa in fac-simile <strong>di</strong><br />
tutti gli scritti <strong>di</strong> Leonardo da Vinci, dal Co<strong>di</strong>ce Atlantico<br />
al Co<strong>di</strong>ce sul volo <strong>degli</strong> uccelli, oltre a numerose<br />
monografie d’arte come il catalogo dell’Ermitage <strong>di</strong><br />
San Pietroburgo e una collana <strong>di</strong> varie monografie<br />
sulle chiese <strong>di</strong> Firenze. Nel 1943 ha esposto per la<br />
prima volta in una collettiva alla Società Belle Arti <strong>di</strong><br />
Firenze con la presentazione <strong>di</strong> Giovanni Spadolini.<br />
Negli anni successivi ha partecipato a numerose mostre<br />
d’arte contemporanea tra Milano, Bologna, Sassoferrato,<br />
Napoli e Barcellona. Ha tenuto personali a<br />
Padova, Ferrara, Vicenza, Copenhagen, Vancouver e<br />
Los Angeles. Ha pubblicato con la Giunti una monografia<br />
delle sue opere curata da Lara Vinca Masini e<br />
Carlo Pedretti, oggi esaurita. Negli ultimi anni ha<br />
esposto alla Galleria Entracte <strong>di</strong> Lugano, a La Fenice<br />
des Artistes <strong>di</strong> Venezia, alla Palazzina Mangani <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />
e alla Galleria Icon <strong>di</strong> Berlino. A Firenze ha esposto<br />
recentemente all’Accademia delle Arti e del Disegno<br />
in una mostra dal titolo Per una classicità moderna<br />
e alla Galleria Orto dei Me<strong>di</strong>ci con Nell’Idea <strong>di</strong> Leonardo:<br />
500 anni dopo.<br />
<br />
19
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Franco Bulletti<br />
Sostenuto <strong>di</strong>nanzi con pilastri rossi, 2011, acrilico su tela, cm. 50x60<br />
20<br />
La mia pittura, <strong>di</strong> Franco Bulletti<br />
Con la mia pittura cerco <strong>di</strong> esprimere due concetti,<br />
fondamentali anche per le leggi fisiche: l’intuizione<br />
strutturale dello spazio e quello del tempo. Quando<br />
mi metto <strong>di</strong> fronte a una tela, cioè a uno spazio definito,<br />
cerco <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le sue possibilità metriche, la<br />
sua sud<strong>di</strong>visione <strong>di</strong>namica in altrettanti sottospazi, in<br />
base ai quali stabilire l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> una successione <strong>di</strong><br />
eventi o la loro contemporaneità. Il tempo invece è<br />
scan<strong>di</strong>to dalla cultura dei ricor<strong>di</strong>, da quanto hanno<br />
detto e fatto i nostri predecessori creando per noi,<br />
con il loro pensiero, la loro arte e il loro linguaggio,<br />
suggestioni idee e forme dentro le quali viviamo e<br />
<br />
siamo immersi. Per questo inserisco frammenti <strong>di</strong> autografi<br />
leonardeschi in facsimile nei miei sottospazi.<br />
Rappresentare questi concetti con le tecniche pittoriche<br />
<strong>di</strong> oggi mi porta ad un chiarimento teorico circa<br />
la luce, i colori e la loro evoluzione. Nella sovrapposizione<br />
<strong>di</strong> carte trasparenti sui colori acrilici, assume un<br />
significato sempre più importante la spazialità del<br />
bianco, secondo l’insegnamento <strong>di</strong> Malevic, per cui si<br />
arriva ad uno stato <strong>di</strong> vuoto o al nulla, con evidenti<br />
riferimenti al contemporaneo. Quello spazio, così<br />
chiaro e trasparente, è forse il monitor <strong>di</strong> un televisore<br />
o <strong>di</strong> un computer, sui quali poter costruire in <strong>di</strong>venire<br />
idee per una nuova società, o forse è il futuro della<br />
pittura che <strong>di</strong>ssolve se stessa.
Enzo Butera<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
“Enzo Butera, tra Funk e New Realism”<br />
<strong>di</strong> Francesco Gurrieri<br />
Quando per la prima volta in ragione della<br />
mia irrefrenabile curiosità per la cultura<br />
artistica, sono sceso da <strong>Fiesole</strong> alla riva destra<br />
<strong>di</strong> Pian <strong>di</strong> Mugnone, mi sono imbattuto<br />
in uno dei più singolari stu<strong>di</strong> d’artista <strong>di</strong> Toscana;<br />
uno spazio dolce e trasgressivo insieme, naturalistico<br />
e fortemente antropizzato: insomma, la metafora <strong>di</strong><br />
un “ossimoro” intenso, forte ed esplicito. Come il<br />
“new realism” <strong>di</strong> Alice Neel o la dura riconversione<br />
figurativa <strong>di</strong> Lucien Freud, gli acrilici <strong>di</strong> Butera spingono<br />
irreversibilmente verso ciò che <strong>di</strong> più macerato<br />
può esprimere la figura umana. C’è, infatti, nelle figure<br />
<strong>di</strong> Butera, una intrinseca <strong>di</strong>sputa esistenziale,<br />
un vitalismo che riposa, hegelianamente, su contrapposizioni<br />
<strong>di</strong>alogiche. In verità, Enzo Butera, che marca<br />
i territori dell’arte almeno dagli anni ’70, ha firme<br />
illustri nel suo curriculum bibliografico (basterebbero<br />
quelle <strong>di</strong> Paolo Emilio Poesio o <strong>di</strong> Paul L. Walzer); ma<br />
questi ne hanno sottolineato più la personalità umana,<br />
il <strong>di</strong>venire del suo percorso trasgressivo e il fascino<br />
del suo talento che implementa le sue ra<strong>di</strong>ci millenarie<br />
con i laboratori della contemporaneità. È<br />
invece ora <strong>di</strong> parlare delle sue opere, della sua poetica<br />
e della sua collocazione nei movimenti e nelle tendenze<br />
dell’arte contemporanea. E ciò non per dare<br />
una collocazione alla sua opera e “repertoriarla” in<br />
qualche modo, ma per render giustizia con una lettura<br />
critica che da conto della sua <strong>di</strong>mensione artistica.<br />
Certo, quando nel ’67, alla University Art Museum <strong>di</strong><br />
Berkley si organizzava la prima esposizione “Funk”<br />
(con<strong>di</strong>zione parallela della beat generation), Butera<br />
era altrove, eppure quel fare “Funk” e quella “Bad<br />
Painting” - <strong>degli</strong> stessi anni e nello stesso crogiuolo<br />
<strong>di</strong> Berkley - sono arrivati per vie misteriose, fino alla<br />
stu<strong>di</strong>o in riva al Mugnone, innescando uno dei più<br />
intensi detonatori del linguaggio artistico. Io non so<br />
a quali traguar<strong>di</strong> porti questo percorso <strong>di</strong> Butera: so<br />
tuttavia per certo che la sua generosa provocazione<br />
plastica vale sicuramente ad allontanarci da tanti<br />
stanchi archetipi che spesso umiliano ogni attività<br />
creativa.<br />
Enzo Butera vive a <strong>Fiesole</strong><br />
www.enzobutera.com - enzobutera@iol.it<br />
Uomo incinto, 1982,<br />
bronzo, cm. h 53<br />
L’uomo incinto, <strong>di</strong> Enzo Butera (1983)<br />
Durante la gravidanza <strong>di</strong> mia moglie ho vissuto la crescita<br />
della “pancia” come un fatto nostro, fino al punto<br />
<strong>di</strong> sentirmi partecipe della gestazione, quin<strong>di</strong> “incinto”:<br />
questo stato è durato nove mesi meno alcune<br />
ore. Perché, dal momento in cui mia moglie ha cominciato<br />
ad avere le doglie, nonostante la mia presenza e<br />
la continua partecipazione, ho sentito che il mio “stato<br />
<strong>di</strong> gravidanza” era finito. Non ero più “incinto”, era<br />
mia moglie a partorire, io ero stato solo un mezzo. In<br />
pancia mi sentivo un enorme buco. La “natura” mi ha<br />
fatto, ahimè, ritornare alla realtà, privandomi <strong>di</strong> una<br />
sensazione che non potrò mai provare. Nonostante il<br />
buco in pancia rimarrò sempre “incinto” in testa.<br />
<br />
21
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Enzo Butera<br />
Omaggio alle madri <strong>di</strong> Plaza de Mayo, 1984, bronzo<br />
h cm. 20<br />
Tenerezza, 2001, bronzo<br />
Vincenzo Butera nasce a Conflenti Superiore<br />
(CZ) nel 1940. Durante l’infanzia aiuta il padre<br />
ad affrescare e a decorare ville e chiese<br />
e lavora nella filodrammatica del paese. Nel<br />
1956, dopo la morte della nonna, lascia la Calabria<br />
per trasferirsi prima a Torino e nel 1960 a Roma, dove<br />
stu<strong>di</strong>a teatro, partecipa a <strong>di</strong>verse estemporanee <strong>di</strong><br />
pittura e vince la borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per l’Accademia Nazionale<br />
d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Nella<br />
seconda metà <strong>degli</strong> anni Sessanta lavora come attore<br />
e organizzatore del Teatro Popolare Viaggiante, mentre<br />
nel 1970 si stabilisce a Zurigo dove apre un atelier<br />
serigrafico, <strong>di</strong>pinge e scolpisce. Nel 1976 ritorna in<br />
Italia, a Venezia, dove prosegue la sua attività artistica<br />
fino al 1984, anno in cui si trasferisce a <strong>Fiesole</strong>. Qui<br />
inaugura il suo stu<strong>di</strong>o-atelier e lavora in ambito artistico,<br />
realizzando il documentario <strong>di</strong>dattico “Maschere<br />
e Volti, dall’idea alla realizzazione <strong>di</strong> una mostra”<br />
(1990) e l’allestimento scenografico per la Lisistrata <strong>di</strong><br />
Aristofane al festival internazionale <strong>di</strong> Teatro Classico<br />
dei Giovani a Palazzola Acreide in provincia <strong>di</strong> Siracusa<br />
(1991). Nel 1995 si reca in Australia per stu<strong>di</strong>are la<br />
cultura aborigena. Tra il 1999 e il 2004 è assessore<br />
all’ambiente del Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>. Nel 2004 promuove<br />
lo scambio tra artisti “Berlino-Florenz” presso<br />
la Galleria Icon. Ha realizzato più <strong>di</strong> 40 mostre personali<br />
tra Zurigo, Ginevra, Parigi, Vienna, Roma,<br />
Firenze, Bologna, Pisa, Ancona, Cosenza, <strong>Fiesole</strong>, Treviri,<br />
Heidelberg, Stoccarda, Recklinghausen, Essen,<br />
Bielefeld e Berlino.<br />
22
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Enzo Butera<br />
Raccoglitrici <strong>di</strong> cicerbite, 2004, olio su tela, cm. 70x70<br />
Linda, 2004, acrilico su tela, cm. 70x70<br />
<br />
23
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Paolo Campidori<br />
<br />
Castello della famiglia Me<strong>di</strong>ci al Trebbio, tecnica mista, cm. 25x35<br />
Paolo Campidori nasce come artista fotografo<br />
nel lontano 1979 per immortalare, nel suo<br />
Mugello natio, le case dei conta<strong>di</strong>ni e le chiesine<br />
che stanno crollando e scomparendo a<br />
causa dell’abbandono delle campagne. Contemporaneamente<br />
associa a quest’attività artistica quella <strong>di</strong><br />
pittore ‘astratto’, un po’ perché gli piace ‘pasticciare’<br />
con i colori, un po’ per reazione alla pittura classica<br />
che vede ogni giorno lavorando come segretario<br />
presso i musei e le gallerie fiorentine. Più che un pittore,<br />
egli sente <strong>di</strong> essere un <strong>di</strong>segnatore perchè gli<br />
piace maneggiare matite, pennarelli, chine, etc. Dopo<br />
aver frequentato spora<strong>di</strong>camente gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> artisti<br />
eccellenti come Silvestro Pistolesi, allievo <strong>di</strong> Pietro Annigoni,<br />
e lo scultore Marcello Guasti, si appassiona al<br />
genere del ritratto a tal punto da farne il suo “cavallo<br />
<strong>di</strong> battaglia”. Molte le mostre <strong>di</strong> cui è stato protagonista<br />
a vario titolo e in cui ha sempre riscosso un buon<br />
successo <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> pubblico. È socio fondatore<br />
dell’Associazione <strong>Artisti</strong> Fiesolani, oltre che scrittore,<br />
giornalista, ricercatore storico, etruscologo. Ha scritto<br />
<strong>di</strong>eci libri e numerosi articoli sull’arte in generale.<br />
Via dell’Arno, 30/A - <strong>Fiesole</strong> Loc. Il Girone (FI) - Tel. 055 6503539 - Stu<strong>di</strong>o: Via Fontebuona, 517, Vaglia (FI)<br />
Cell. 347 6530891 - paolo.campidori@tin.it - www.paolocampidori.eu - www.culturamugellana.wordpress.com<br />
24
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Paolo Campidori<br />
Ritratto <strong>di</strong> donna con cappello, 2011, tecnica mista su cartoncino, cm. 18x28<br />
<br />
25
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
MAGAZINE<br />
www.cte<strong>di</strong>zioni.it - redazione@cte<strong>di</strong>zioni.it<br />
1 9 9 8 - 2 0 1 3 1 5 A N N I I N s I E M E A l l ’ A r t E<br />
Cesare Borsacchi - La Creola<br />
26
Massimo A. Castellani<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Hansel, bn, 2012, cm. 40x50<br />
Massimo A. Castellani, nato e residente a<br />
<strong>Fiesole</strong>, da sempre affascinato dalla fotografia,<br />
ha ripreso a fotografare in età<br />
avanzata, dopo aver mosso i primi passi,<br />
alla fine <strong>degli</strong> anni Cinquanta, con l’allora unica e<br />
maxcastellani@hotmail.com<br />
famosa scuola Ra<strong>di</strong>o Elettra. Segretario del fotoclubfirenze.it,<br />
organizza corsi <strong>di</strong> fotografia per principianti.<br />
Ha esposto in varie parti d’Italia fra cui Firenze,<br />
Milano e Paola.<br />
<br />
27
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Paolo Catelani<br />
<br />
Villa La Tana, 2012, olio su tela, cm. 35x50<br />
Avvicinatosi alla pittura nell’anno 1960, è<br />
stato seguito inizialmente dal pittore Mazzon.<br />
Con il pittore Marcuzzi ha collaborato<br />
a <strong>di</strong>pingere, per una casa e<strong>di</strong>trice inglese,<br />
una collana <strong>di</strong> quadretti commemorativi della storia<br />
dei francobolli <strong>di</strong> quel paese. Lascia la pittura e il <strong>di</strong>segno<br />
nel 1969. Stimolato fortemente dalla figlia Beatrice,<br />
nel luglio 2007 <strong>di</strong>pinge un nuovo quadro. Ama ritrarre<br />
la natura, la campagna e quant’altro lo ispiri. Dal<br />
2010 espone con l’Associazione G. Mazzon al Teatro<br />
Comunale <strong>di</strong> Antella, mentre tra il 2010 e il 2011 ha<br />
esposto ad Ellera, Compiobbi e al Ristorante Le Lance<br />
con l’Associazione <strong>Artisti</strong> Fiesolani. L’ultima sua mostra<br />
si è tenuta a Cellai con l’Associazione G. Mazzon.<br />
Via Viacce 8, Girone, <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Tel. 055 691548 - Cell. 338 3675140<br />
28
Roberto D’Angelo<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Senza titolo, 2001, foto <strong>di</strong>gitale, stampa fotografica<br />
Via Sant’Andrea a Sveglia, 35 G - Cal<strong>di</strong>ne - <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Tel. e Fax 055 540821 - lisca1@tin.it<br />
Roberto D’Angelo, fiorentino <strong>di</strong> nascita, vive<br />
a <strong>Fiesole</strong> dal 1987. È fotografo, giornalista<br />
pubblicista e grande appassionato <strong>di</strong> pesca<br />
oltre che <strong>di</strong> macchine d’epoca. Nel tempo<br />
ha firmato numerosi articoli de<strong>di</strong>cati agli itinerari <strong>di</strong><br />
pesca sia in Italia che all’estero per le più importanti<br />
riviste del settore. Nel 2010 ha esposto a <strong>Fiesole</strong>, nella<br />
Sala del Basolato, con la prima mostra sulle nuvole<br />
dal titolo Cieli Nostrani - scatti da <strong>Fiesole</strong> e <strong>di</strong>ntorni.<br />
Nello stesso anno ha presentato, insieme ad Egisto<br />
Nino Ceccatelli, nella Sala Banti <strong>di</strong> Montemurlo, la<br />
mostra Dal mare al cielo. Nel marzo 2012 Nuvole<br />
all’Hotel Etruria <strong>di</strong> Milano Marittima. Tra le esposizioni<br />
collettive, si ricordano quelle con l’Associazione<br />
<strong>Artisti</strong> Fiesolani: Pennelloliando (2010) Circ. ARCI<br />
Montebeni, <strong>Fiesole</strong>; I Colori <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> (2010)Galleria<br />
Via Larga, Firenze; Recita l’arte 2011 (l’arte guardata<br />
e ascoltata), Sala del Basolato, <strong>Fiesole</strong>; Arte Vinco<br />
2011 (iniziativa benefica), Ristorante Le Lance, <strong>Fiesole</strong>;<br />
2010-2012 mostra permanente quadrimestrale<br />
presso il Ristorante Le Lance. Con il Centro Sperimentale<br />
<strong>di</strong> fotografia <strong>di</strong> Prato, presso la Sala Ovale del<br />
Palazzo Buonamici della Provincia <strong>di</strong> Prato, ha partecipato<br />
alle mostre: Calvana (2010), Prato – la nostra<br />
città e la nostra gente (1981-2010) nel 2011, Il Bisenzio<br />
e le sue acque (2012).<br />
<br />
29
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Paolo della Bella<br />
<br />
Ho ancora tanti sogni arretrati sul mio como<strong>di</strong>no<br />
sogni importanti<br />
che ancora non sono riuscito a sognare.<br />
Aspettano fiduciosi il loro turno<br />
il sogno <strong>di</strong> essere invisibile<br />
e quello in cui<br />
sono inseguito da note musicali.<br />
Il sogno della fata colorata<br />
che entra nel mio letto<br />
e quello <strong>di</strong> volare <strong>di</strong> fiore in fiore<br />
insieme alle farfalle.<br />
Il sogno <strong>di</strong> essere un personaggio del quadro <strong>di</strong> Matisse<br />
la Gioia <strong>di</strong> vivere<br />
quello <strong>di</strong> essere un ladro<br />
che <strong>di</strong> notte forza “castelli in aria”<br />
e quello <strong>di</strong> essere un’altra persona<br />
«per vedere me stesso come mi vedono gli altri».<br />
Ne ho citati alcuni, a caso<br />
ma ce ne sono tanti e tanti ancora.<br />
Spero, un giorno, <strong>di</strong> farcela a sognarli tutti<br />
e <strong>di</strong> rimettermi in pari.<br />
Adesso non sono in grado <strong>di</strong> farlo<br />
perché da molto tempo le mie notti<br />
sono occupate da un solo sogno<br />
un sogno ricorrente<br />
il sogno <strong>di</strong> un sorriso che travolge la gente.<br />
Artista, <strong>di</strong>segnatore e scrittore, ha fatto satira in<br />
particolare sul mondo dei me<strong>di</strong>a. Nel 1967 è<br />
Medaglia d’Oro al Salone Internazionale dei<br />
Comic <strong>di</strong> Lucca, nell’ambito del 2º concorso<br />
per un nuovo personaggio a fumetti. Sempre nel 1967<br />
fonda con Graziano Braschi e Berlinghiero Buonarroti il<br />
www.paolo.dellabella.name<br />
db@paolo.dellabella.name<br />
Gruppo Stanza, che ha nell’umorismo grafico il punto <strong>di</strong><br />
riferimento del proprio lavoro, con il quale pubblica alcuni<br />
libri interamenti stampati in serigrafia, come Settantuno,<br />
vero e proprio libro-oggetto e Settantaquattro, con<br />
prefazione <strong>di</strong> Giambattista Vicari. Produce anche Immagini<br />
umorgrafiche, 1970, cartella <strong>di</strong> serigrafie manuali a<br />
più colori <strong>di</strong> Braschi, Buonarroti e della Bella, tiratura limitata<br />
a 30 copie numerate, con presentazione <strong>di</strong> Mario De<br />
Micheli. Tra la fine <strong>degli</strong> anni Sessanta e l’inizio <strong>degli</strong> anni<br />
Settanta, con il Gruppo Stanza espone <strong>di</strong>segni e opere<br />
grafiche in varie gallerie italiane, tra le quali: Il Ponte, San<br />
Giovanni Valdarno, con prefazione al catalogo <strong>di</strong> Umberto<br />
Eco; Galleria Inquadrature, Firenze; Galleria Il Triglione,<br />
Venezia; Galleria Libreria Einau<strong>di</strong>, Milano; Galleria La<br />
Bottega, Ravenna. Nel 1971, sempre insieme al Gruppo<br />
- seguendo la scia della più antica rivista socialista L’Asino<br />
(dei primi del Novecento) - dà vita alla rivista <strong>di</strong> umorismo<br />
grafico e satira politica Ca Balà, «madre della moderna<br />
satira politica italiana», <strong>di</strong>retta prima da Piero Santi, poi<br />
da Vauro Senesi e Franco Manescalchi. La rivista, prima<br />
mensile poi trimestrale, esce per più <strong>di</strong> nove anni qualificandosi<br />
come punto <strong>di</strong> riferimento per i <strong>di</strong>segnatori politici<br />
italiani. Fra i tanti nomi italiani e stranieri hanno collaborato<br />
alla rivista <strong>di</strong>segnatori come Sergio Barletta, Maurizio<br />
Bovarini, Alfredo Chiappori, Lido Contemori, Giuliano,<br />
Angelo Olivieri, Massimo Presciutti, Andrea Rauch;<br />
artisti come Vinicio Berti, Giuseppe Chiari, Aroldo Marinai,<br />
Siro Midollini, Michele Perfetti, Gianni Toti, Tono<br />
Zancanaro; oltre ad avere attenzioni particolari dal mondo<br />
culturale: Umberto Eco, Cesare Zavattini, Nicola Tranfaglia,<br />
Sergio Saviane, Mario Spinella… In questi anni<br />
pubblica anche un libro <strong>di</strong> poesie Cronologia, Ed. Collettivo<br />
R. Un «sobrio e tagliente “giornale <strong>di</strong> bordo”» come<br />
annota Ferruccio Masini in una recensione su L’Unità del<br />
6 luglio 1977. Finita l’era “cabalistica”, lavora ancora<br />
con il Gruppo Stanza per realizzare la mostra Humour<br />
mon Amour - rassegna <strong>di</strong> umorismo grafico 1940-1982,<br />
allestita alla Palazzina Mangani <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, catalogo E<strong>di</strong>zioni<br />
Il Candelaio, con presentazione (mancata) <strong>di</strong> Cesare<br />
Zavattini e con un intervento <strong>di</strong> Luigi Malerba. Dagli inizi<br />
<strong>degli</strong> anni Ottanta fino alla fine dei Novanta, oltre a produrre<br />
manifesti per la Regione Toscana e il Comune <strong>di</strong><br />
<strong>Fiesole</strong>, documenta, con la macchina fotografica, sempre<br />
a (e per) <strong>Fiesole</strong>, eventi, manifestazioni e “personaggi<br />
che l’hanno visitata, animata, vissuta”! Nello stesso<br />
30
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Paolo della Bella<br />
L’attimo, 2012, acrilici su tela, cm. 70x100<br />
tempo realizza e pubblica libri d’artista o “libri oggetto”<br />
come Sorrisi e Bugie vere, quest’ultimo presentato insieme<br />
ad una sua mostra personale, allo storico Caffè Letterario<br />
Le Giubbe rosse <strong>di</strong> Firenze. Sempre in questi anni,<br />
con l’amico Aldo Frangioni produce una serie <strong>di</strong> opere<br />
grafiche fra le quali una cartella sui 200 anni della Rivoluzione<br />
francese, presentata da Carlo Cresti. Nel 1999 è a<br />
Strasburgo, al Parlamento Europeo, per la sua più importante<br />
mostra antologica dal titolo Un sogno fatto alla<br />
presenza della ragione, a cura <strong>di</strong> Laura Corti; una selezione<br />
della quale viene poi presentata il 9.9.99 a Firenze da<br />
Antonio Paolucci. Da “artista poliedrico” com’è stato<br />
definito, conclude “il millennio” cimentandosi in una<br />
esperienza <strong>di</strong>versa dall’arte pittorica: scrive e re<strong>di</strong>ge con<br />
l’amico Paolo Albani, prima Forse Queneau. Enciclope<strong>di</strong>a<br />
delle scienze anomale, poi Mirabiblia, Catalogo ragionato<br />
<strong>di</strong> libri introvabili. Opere singolari e bizzarre per la prestigiosa<br />
casa e<strong>di</strong>trice Zanichelli. Dopo questa nuova<br />
esperienza lo ritroviamo pittore a Ravenna alla galleria la<br />
Bottega e alla Biblioteca Classense, con la personale Io<br />
sono Don Chisciotte per fortuna; e a Firenze, al Consiglio<br />
regionale della Toscana, in collaborazione con il Gabinetto<br />
Disegni e Stampe <strong>degli</strong> Uffizi, per una mostra insieme<br />
al grande incisore del Seicento Stefano della Bella, verosimilmente<br />
suo antenato. Nell’occasione, con la complicità<br />
del Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, esce, a cura <strong>di</strong> Laura Corti con<br />
prefazioni <strong>di</strong> Barbara Briganti e Vittorio Sgarbi, il libro<br />
Sogni arretrati, praticamente la sua biografia artistica<br />
lunga quarant’anni. Di seguito, oltre ad essere presente<br />
in alcune collettive, realizza ancora mostre personali,<br />
come ad esempio a Livorno: 30 30x30, Esercizi <strong>di</strong> stile,<br />
con un pregevole auspicio <strong>di</strong> Piergiorgio O<strong>di</strong>fred<strong>di</strong>; e,<br />
tanto per non smentire la sua “incoerenza”, anche una<br />
mostra fotografica con Stefano Giral<strong>di</strong>: Scatti e ritratti.<br />
Obiettivo <strong>Fiesole</strong>. Successivamente lo troviamo a Roma<br />
alla Casa delle letterature, e a Ravenna alla Biblioteca<br />
Classense con la mostra Cento <strong>di</strong>segni per Centuria, un<br />
“eccellente lavoro liberamente ispirato al libro <strong>di</strong> Giorgio<br />
Manganelli”; poi a Parigi, alla Maison de l’Italie, per la<br />
mostra collettiva Mulax, con Francoise Canal, Andrea<br />
Chiarantini, Kiki Franceschi, Aldo Frangioni e Marie Claire<br />
Wagner. Infine il 20 settembre 2012 insieme ad Aldo<br />
Frangioni, de<strong>di</strong>ca una “piccola grande mostra” all’amico<br />
Cesare Zavattini per i suoi 110 anni: Dove sta “ZA”.<br />
<br />
31
Paolo della Bella<br />
32<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
<br />
Mostre<br />
*<br />
Il Ponte, San Giovanni Valdarno, 1969. Prefazione al<br />
catalogo <strong>di</strong> Umberto Eco.<br />
*<br />
Galleria Inquadrature, Firenze, 1969.<br />
*<br />
Galleria Il Triglione, Venezia, 1969.<br />
*<br />
Galleria Agrifoglio, Milano, 1971. Presentazione <strong>di</strong><br />
Mario Spinella.<br />
*<br />
Stu<strong>di</strong>o d’arte Il Moro, Firenze, 1971. Catalogo con<br />
prefazione <strong>di</strong> Eugenio Miccini.<br />
*<br />
Casa del Popolo Buonarroti, Firenze, 1972. La pulce<br />
nell’orecchio. Mostra <strong>di</strong> umorismo grafico a cura del<br />
Gruppo Stanza. Prefazione al catalogo <strong>di</strong> Franco Manescalchi.<br />
*<br />
Galleria Libreria Internazionale Einau<strong>di</strong>, Milano,1973.<br />
Mostra Istruzioni per il <strong>di</strong>suso.<br />
*<br />
Galleria La Bottega, Ravenna, 1981. Ca Balà, Uno<br />
sguardo profondo.<br />
Capo <strong>di</strong> buona speranza, Settignano (Fi), 1988. Mostra<br />
Fifty Fifty, I Sogni “in” tasca: 20+20 opere <strong>di</strong> Paolo<br />
della Bella e Aldo Frangioni dal 1968 al 1988.<br />
Parlamento europeo <strong>di</strong> Strasburgo, 1999. Un sogno fatto<br />
alla presenza della ragione, Personale antologica a<br />
cura <strong>di</strong> Laura Corti, con il patrocinio del Consiglio Regionale<br />
della Toscana.<br />
VB Art Center, Firenze, 9.9.99. Presentazione <strong>di</strong> Antonio<br />
Paolucci, 1999.<br />
Floralia, Firenze e il Segnalibro, <strong>Fiesole</strong>, 2000. della Bella<br />
visita della Porta Phytognomonica (1583), «un’estensione<br />
della fisiognomica applicata alle caratteristiche<br />
delle piante» <strong>di</strong> Giovan Battista della Porta (1535-<br />
1615).<br />
Galleria La Bottega e Biblioteca Classense, Ravenna,<br />
2004. Io sono Don Chisciotte per fortuna, a cura <strong>di</strong><br />
Giovanna M. Carli.<br />
Consiglio Regionale della Toscana in collaborazione con<br />
il Gabinetto Disegni e Stampe <strong>degli</strong> Uffizi, Firenze, 2006. Il<br />
mondo festeggiante, Stefano della Bella & Paolo della<br />
Bella (xvii – xxi sec.) a cura <strong>di</strong> Anna Forlani Tempesti e<br />
Giovanna M. Carli.<br />
Galleria Dinamo, Livorno, 2008. 30 30x30 esercizi <strong>di</strong><br />
stile <strong>di</strong> Paolo della Bella, (con un pregevole «auspicio»<br />
<strong>di</strong> Piergiorgio O<strong>di</strong>fred<strong>di</strong>.<br />
Sala del Basolato, <strong>Fiesole</strong>, 2009. Obiettivo <strong>Fiesole</strong>, Mostra<br />
fotografica. Scatti e Ritratti <strong>di</strong> Paolo della Bella e<br />
Stefano Giral<strong>di</strong> - «<strong>Fiesole</strong> descritta attraverso i personaggi<br />
che l’hanno visitata, animata, vissuta».<br />
Casa delle Letterature, Roma, 2010. Cento <strong>di</strong>segni per<br />
Centuria. 100 tavole originali ispirate all’omonimo libro<br />
<strong>di</strong> Giorgio Manganelli, in Cantiere Manganelli 2 -<br />
Assessorato alle politiche culturali.<br />
Quadro 0,96, «Lo spazio espositivo più piccolo del<br />
mondo», <strong>Fiesole</strong>, 2010-2011. parché.<br />
Biblioteca Classense - Manica lunga, Ravenna, 2011.<br />
Cento <strong>di</strong>segni per Centuria. 100 tavole originali ispirate<br />
all’omonimo libro <strong>di</strong> Giorgio Manganelli. Introduzione<br />
al catalogo <strong>di</strong> Salvatore Silvano Nigro.<br />
Maison de l’Italie, Paris, 2012. MULAX, a cura <strong>di</strong> Beatrice<br />
Biagini. Mostra organizzata dall’Associazione italo<br />
francese acuto. Collettiva con Françoise Canal, Andrea<br />
Chiarantini, Kiki Franceschi, Aldo Frangioni, Marie<br />
Claire Wagner.<br />
Quadro 0,96, «Lo spazio espositivo più piccolo del<br />
mondo», <strong>Fiesole</strong>. 2012-<strong>2013</strong>. Dove sta “Za” 110 <strong>Artisti</strong><br />
per i 110 Anni <strong>di</strong> Cesare Zavattini. Ideata e curata<br />
da Paolo della Bella e Aldo Frangioni. Catalogo Cadmo<br />
E<strong>di</strong>zioni con prefazione <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Carabba.<br />
Libri<br />
*<br />
Settantuno. Libro d’artista - o libro-oggetto - del Gruppo<br />
Stanza, 1968. Stampato “in folio” in serigrafia<br />
manuale dal Gruppo Stanza. 108 pagine, 97 copie<br />
numerate.<br />
*<br />
Settantaquattro. Umorismo grafico del Gruppo Stanza,<br />
1970. Stampato in serigrafia manuale dal Gruppo<br />
Stanza. 80 pagine, 200 copie numerate. Prefazione <strong>di</strong><br />
Giambattista Vicari.<br />
*<br />
Aborti si nasce, abortisti si <strong>di</strong>venta. L’aborto a fumetti.<br />
Centro <strong>di</strong> documentazione, Pistoia, 1975. Prefazione<br />
<strong>di</strong> Mauro Mellini<br />
*<br />
Il crudele e il politico. Antologia <strong>di</strong> Ca Balà a cura del<br />
Gruppo Stanza. Milano, Ottaviano e<strong>di</strong>tore, 1977.<br />
Cronologia, Poesie 1967-1974, Collettivo r, 1977. Prefazione<br />
<strong>di</strong> Franco Manescalchi.<br />
*<br />
1968 – 1978 Dieci anni <strong>di</strong> invecchiamento. Non una rievocazione,<br />
né un ennesimo bilancio, ma un pamplhet<br />
sul ‘68. Centro <strong>di</strong> documentazione, Pistoia, 1978.<br />
Sorrisi, libro d’artista, Amanrote, 1992.<br />
Bugie vere, libro d’artista, Amanrote, 1994.<br />
Forse Queneau. Enciclope<strong>di</strong>a delle Scienze Anomale,<br />
Bologna, Zanichelli, 1999.<br />
Mirabiblia. Catalogo ragionato <strong>di</strong> libri introvabili, Bologna,<br />
Zanichelli, 2003.<br />
La tirannia del capolavoro. Reportages da Firenze e dalla<br />
Toscana <strong>di</strong> Giorgio Manganelli, 2009. Estratti da La<br />
Favola pitagorica (Adelphi), a cura <strong>di</strong> Paolo della Bella<br />
e Lietta Manganelli.
Bibliografia<br />
Laura Corti, a cura <strong>di</strong>, Paolo della Bella:<br />
trent’anni d’ironia. Da Ca Balà al Parlamento<br />
europeo, Maschietto & Musolino E<strong>di</strong>tore,<br />
1999. Introduzione <strong>di</strong> Antonio Paolucci.<br />
AA.VV., L’enciclope<strong>di</strong>a tematica - Arte A-Fir,<br />
L’espresso Gran<strong>di</strong> Opere, Rizzoli Larousse,<br />
Rotolito Lombar<strong>di</strong>a, Milano, 2005.<br />
Laura Corti, a cura <strong>di</strong>, Paolo della Bella sogni<br />
arretrati, Bora E<strong>di</strong>zioni, Bologna, 2006. Prefazioni<br />
<strong>di</strong> Barbara Briganti e Vittorio Sgarbi.<br />
Giorgio Di Genova, Storia dell’Arte Italiana<br />
del ‘900. Generazione Anni Quaranta, Bora<br />
E<strong>di</strong>zioni, Bologna, 2009.<br />
* Con il Gruppo Stanza<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Paolo della Bella<br />
Folle letterario, 2009, acrilico su tela, cm. 100x55<br />
A sinistra: sopra, la copertina <strong>di</strong> Ca Balà n. 2 nuova serie, giugno 1976.<br />
Sotto, la copertina del catalogo Obiettivo <strong>Fiesole</strong>. Alberto Sor<strong>di</strong> e Mario<br />
Monicelli in occasione del Premio <strong>Fiesole</strong> ai Maestri del Cinema, 1996.<br />
Nella pagina accanto, le copertine <strong>di</strong> Forse Queneau. Enciclope<strong>di</strong>a delle<br />
scienze anomale, 1999 e <strong>di</strong> Mirabiblia, Catalogo ragionato <strong>di</strong> libri<br />
introvabili, 2003. Zanichelli e<strong>di</strong>tore.<br />
<br />
33
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Aldo Frangioni<br />
<br />
www.aldofrangioni.it<br />
aldofrangioni@live.it<br />
Aldo Frangioni (<strong>Fiesole</strong>, 1947).<br />
Dal 1980 al 2009 svolge attività <strong>di</strong> pubblico<br />
amministratore: Sindaco <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong><br />
(1989-1993), Vice-presidente Fondazione<br />
Primo Conti <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, Presidente Fondazione Giovanni<br />
Michelucci <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>-Pistoia, Presidente Azienda<br />
trasporto <strong>di</strong> Firenze, Ataf (1995-2004), Presidente<br />
Scan<strong>di</strong>cci Cultura. Contemporaneamente svolge attività<br />
artistiche <strong>di</strong> pittura, grafica, scenografia e giornalismo:<br />
<strong>2013</strong> - Sale delle Colonne, Palazzo Comunale <strong>di</strong> Pontassieve<br />
- Due pittori nel 2000 con Franco Bulletti<br />
2012<br />
Galleria Tornabuoni - Cromatismi Simultanei - con<br />
Alexander Jakhnagiev, presentazione <strong>di</strong> Federica Berti.<br />
Quadro 0,96 - <strong>Fiesole</strong>, insieme a Paolo della Bella<br />
“Omaggio a Zavattini” 110 artisti per i suoi 110 anni<br />
- Maison de l’Italie - Parigi - Mulax - con Francoise<br />
Canal, Andrea Chiarantini, Paolo della Bella, Kiki<br />
Franceschi, e Marie Claire Wagner<br />
2011-12<br />
Cura, insieme a Simone Siliani, Michele Morrocci, Rosaclelia<br />
Ganzerli, Sara Chiarello ed Emiliano Bacci, la<br />
rubrica settimanale Cultura Commestibile, per il Nuovo<br />
Corriere <strong>di</strong> Firenze. In aprile 2012 il giornale sospende<br />
le pubblicazione l’inserto, insieme ad un sito<br />
quoti<strong>di</strong>ano, si trasforma in rivista on line<br />
2010<br />
- Personale “Mappe” e “Per un museo innaturale”<br />
presso la “Galleria Vista”, Roma, presentazione <strong>di</strong><br />
Giovanni Faccenda<br />
- Collabora con il Nuovo Corriere <strong>di</strong> Firenze tenendo<br />
la rubrica settimanale “Gallerie e Platee”.<br />
2009<br />
- Istituto <strong>degli</strong> Innocenti <strong>di</strong> Firenze - Biblioteca <strong>di</strong><br />
Scan<strong>di</strong>cci, performance “Borse Nere” con Elena Salvini<br />
Pierallini, e altri artisti.<br />
2008<br />
- Limonaia <strong>di</strong> Pescille - Panzano in Chianti.<br />
“Due Astrattismi”, opere <strong>di</strong> Franco Bulletti e Aldo<br />
Frangioni, presentazione <strong>di</strong> Umberto Cecchi e Elisa<br />
Gra<strong>di</strong>.<br />
- Tredozio – Giar<strong>di</strong>no romantico Fantin – allestimento<br />
34
insieme a Ines Romitti<br />
2007<br />
- Personale “N Particolari “, presso la Galleria Tornabuoni<br />
- Firenze.<br />
2006<br />
- Tecnostaf - <strong>Fiesole</strong> - mostra insieme ad Alvaro Baragli.<br />
-“<strong>Artisti</strong> sotto torchio” – Stamperia d’arte E<strong>di</strong> Grafica,<br />
Firenze.<br />
-“Poetry and Coffee Festival”– Cortona a Palazzo<br />
Ferretti con Alexander Jakhnagiev.<br />
-“Migrare al sud delle città” – Diamante (Cosenza).<br />
Laboratorio personale presso “ZONASUD” <strong>di</strong> Angelo<br />
Aligia, presentazioni <strong>di</strong> Giancarlo Cauteruccio e Pietro<br />
Gaglianò.<br />
-“Poesia toscana del ‘900”, libro d’arte a cura <strong>di</strong><br />
Franco Manescalchi e Gennaro Oriolo. Testo critico<br />
<strong>di</strong> Elisa Gra<strong>di</strong>. E<strong>di</strong>zioni della Bezuga.<br />
- Personale al Cassero me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> Prato “Macroscopie<br />
et Autour de Monsieur Proust”, presentazione <strong>di</strong><br />
Pietro Gaglianò e Sergio Givone.<br />
2005<br />
- Personale alla Galleria Centro d’arte Minerva - Perugia,<br />
presentazione <strong>di</strong> Stefano De Rosa.<br />
- Personale alla Rocca del Girifalco, Cortona, presentazione<br />
<strong>di</strong> Francesco Gurrieri.<br />
- Le Lance – <strong>Fiesole</strong> – “Una situazione fiesolana”, con<br />
Franco Bulletti, Enzo Butera, Chiara Crescioli, Leopoldo<br />
Paciscopi, a cura <strong>di</strong> Corrado Marsan 2004<br />
- Mostra alla Galerie ICON <strong>di</strong> Berlino – con Franco<br />
Bulletti e Enzo Butera, presentazione <strong>di</strong> Ugo Barlozzetti.<br />
- Donazione <strong>di</strong> 12 opere <strong>di</strong> Franco Bulletti e Aldo<br />
Frangioni al Museo d’Arte Contemporanea <strong>di</strong> Noicàttaro<br />
- Bari, <strong>di</strong>rettore Corrado Marsan.<br />
- Allestimento parte decorativa del Residence “Camera<br />
con vista” <strong>di</strong> Firenze, progetto dell’arch. Guglielmo<br />
Anzillotti.<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Aldo Frangioni<br />
Non finito n° 28, 2012,<br />
acrilico su cartonlegno,<br />
cm. 35x100<br />
Nella pagina accanto:<br />
Autour de Monsieur Proust, 2006,<br />
acrilico su foto, cm. 21x27,5<br />
<br />
35
Aldo Frangioni<br />
36<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
<br />
2002<br />
- Personale al Parterre <strong>di</strong> Firenze - “Schegge” presentazione<br />
<strong>di</strong> Giancarlo Cauteruccio.<br />
2001<br />
- Personale al Museo Marino Marini <strong>di</strong> Pistoia: “15<br />
città verticali” presentazione <strong>di</strong> Gianni Pettena.<br />
- Mostra con Franco Bulletti alla Limonaia <strong>di</strong> Villa<br />
Strozzi – Firenze “Il luogo comune”, presentazione<br />
<strong>di</strong> Lara Vinca Masini, testo <strong>di</strong> Luca Faccenda.<br />
1999<br />
- Personale al “Art and Kitchen Club” <strong>di</strong> Marinella<br />
Filastò: 44 <strong>di</strong>segni della serie “Urbe n’uova”.<br />
1997<br />
- Personale alla Galleria “La Bezuga” - “Città al telefono”,<br />
264 <strong>di</strong>segni con scritti <strong>di</strong> Ilaria Ciuti, Graziano<br />
Braschi, Cristopher Zielinski, Alessandro Pesci, Paolo<br />
della Bella, Carlo Cresti, Giovanni Doddoli, Corrado<br />
Marcetti, Nicola Solimano e Giuliano Allegri.<br />
1989-91<br />
- Produce, insieme a Paolo della Bella, una serie <strong>di</strong><br />
opere grafiche fra le quali la cartella sui 200 anni della<br />
Rivoluzione francese, presentata da Carlo Cresti.<br />
1988<br />
- Capo <strong>di</strong> buona speranza, Settignano (Fi), 1988.<br />
Mostra Fifty Fifty, I Sogni “in” tasca: 20+20 opere <strong>di</strong><br />
Paolo della Bella e Aldo Frangioni dal 1968 al 1988<br />
- Mostra “Parole per immagini” al Centro Culturale<br />
Villa Pozzolini <strong>di</strong> Firenze.<br />
1975-80<br />
- Attività espositiva in varie mostre e attività grafica<br />
per pubblicazioni su temi storici e sociali.<br />
1974-75<br />
- Esegue una serie manifesti per il trentennale della<br />
Resistenza e progetta lo stand della Regione Toscana<br />
del trentennale della Resistenza ai Mercati Traianei a<br />
Roma con ad Attilio Valeri.<br />
1971-75<br />
- Collabora con le riviste “Collettivo R” <strong>di</strong> Luca Rosi,<br />
Franco Manescalchi<br />
e “Ca’ Bala” <strong>di</strong> Paolo della Bella, Berlinghero Buonarroti<br />
e Graziano Braschi<br />
1972<br />
- Scenografie per l’opera teatrale <strong>di</strong> Urbano Sabatelli<br />
“Su testi <strong>di</strong> Goytisolo” e per il film “Il nodo della<br />
corda” <strong>di</strong> Valerio Casciarri.<br />
- Organizza la Biblioteca Comunale <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, sotto<br />
la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Ivan Tognarini<br />
1971-1976<br />
- Frequenta la Facoltà <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Firenze; costituisce<br />
con Maria Angela Macrì, Isabella Massini,<br />
Giovanna Sesti, Lanfranco Russo, Paolo Matina, il<br />
“GRUPPOSEI” che realizza:
.Corto 8 mm “Percorsi inversi da una città sulla foce”<br />
.Stu<strong>di</strong>o del torrente Mugnone e del suo bacino, per<br />
un’analisi ecologica, con successive mostre fotografiche;<br />
.Analisi storica della città <strong>di</strong> Prato dalla fine del XVIII<br />
sec. agli anni ‘30<br />
.Sperimentazioni con videotape; corso universitario<br />
con Pio Baldelli<br />
.Storia del movimento associativo nella Provincia <strong>di</strong><br />
Firenze<br />
1969 1971<br />
- Frequenta lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> W. Tode a Firenze dove svolge<br />
attività <strong>di</strong> stamperia d’arte. Espone alla “Galleria Inquadrature”<br />
e in altri spazi d’arte <strong>di</strong> Firenze. Fonda,<br />
insieme ad altri giovani, il Circolo Culturale “Il Giramonte”<br />
<strong>di</strong> Cal<strong>di</strong>ne <strong>Fiesole</strong> dove si svolgono per tre<br />
anni attività espositive, teatrali e cinematografiche.<br />
Si <strong>di</strong>ploma al Liceo <strong>Artisti</strong>co <strong>di</strong> Firenze e si iscrive alla<br />
Facoltà <strong>di</strong> Architettura. Continua ad esporre in mostre<br />
collettive. Mostra <strong>di</strong> Arte/Poesia “Iran oggi” con pittori<br />
e poeti: Alinari, De Poli, Farulli, Midollini, Tre<strong>di</strong>ci,<br />
Goggioli, Venturi, Guasti, Manescalchi, Favati e altri:<br />
1962 - 1965<br />
- Attività presso la Filatura Nazzareno Goti a Capalle<br />
(Campi Bisenzio - FI)<br />
1959<br />
- Esposizione <strong>di</strong> collage alla Scuola L.B. Alberti <strong>di</strong> Firenze<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Aldo Frangioni<br />
Nella pagina accanto:<br />
Volare, oh oh..., 2012, Acrilico su MDF,<br />
cm. 12,5x30,2<br />
Senza titolo, 2012, Acrilico su MDF,<br />
cm. 7x14<br />
Non finito n° 23, 2012,<br />
acrilico su cartonlegno,<br />
cm. 35x100<br />
<br />
37
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Giuliana Fresco<br />
<br />
L’ulivo, 2011, tecnica mista su tela libera cm. 136x178<br />
Giuliana Fresco nasce a Milano e dopo aver<br />
vissuto a Genova, Parigi e Roma si trasferisce<br />
a Londra dove risiede dal 1977 al 2005.<br />
Ritorna a Milano definitivamente nel 2006.<br />
La sua formazione artistica è condotta da auto<strong>di</strong>datta,<br />
anche se l’artista ha frequentato <strong>di</strong>verse scuole<br />
d’arte, fra cui, a Roma l’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> via<br />
Ripetta e a Londra la Royal Academy. L’avere vissuto<br />
in tanti paesi e città <strong>di</strong>verse ha spogliato il suo lavoro<br />
<strong>di</strong> qualsiasi connotazione localistica, conferendogli<br />
invece un’impronta internazionale. Tuttavia Londra<br />
ha rivestito per lei un’importanza speciale, perché è lì<br />
che ha in<strong>di</strong>viduato definitivamente la sua strada e<br />
l’impegno per l’arte è <strong>di</strong>ventato il fulcro della sua vita.<br />
Via Ausonio 6 - cell. 328/ 4619318 - Milano<br />
giuliana.fresco@fastwebnet.it - www.giulianafresco.com<br />
Nella capitale inglese ha assorbito la cultura pittorica<br />
britannica, dai classici a Bacon e Freud, pur conservando<br />
ra<strong>di</strong>ci fortemente “classiche” e italiane che<br />
spiegano, per esempio, il suo rapporto con l’antico e<br />
il riferimento, <strong>di</strong> tipo concettuale e non citazionistico,<br />
a gran<strong>di</strong> maestri che hanno caratterizzato il suo lavoro<br />
fino ad oggi. Fra le principali mostre pubbliche <strong>degli</strong><br />
ultimi anni, si segnalano le personali a Spoleto<br />
(Palazzo Racani-Arroni 2000), Londra (Estorick Collection<br />
2003), Torino (Palazzo Bricherasio 2003), Orvieto<br />
(Palazzo dei Sette 2004), Milano (Palazzo delle<br />
Stelline 2007), Rivoli (Palazzo del Piozzo 2009), <strong>Fiesole</strong><br />
(Museo Civico Archeologico 2011).<br />
38
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Giuliana Fresco<br />
L’isola felice, 2011, olio, pastello, cera su tela, cm. 50x50<br />
Per il lavoro <strong>di</strong> Giuliana Fresco, nel corso <strong>degli</strong> anni, la<br />
memoria è <strong>di</strong>ventata sempre più importante, anzi fondamentale.<br />
Contemporaneamente la sua pittura, che<br />
inizialmente presentava emergenze, per così <strong>di</strong>re,<br />
espressioniste, si è progressivamente spogliata dalle<br />
componenti emotive, dall’impulsività della pennellata,<br />
per riappropriarsi <strong>di</strong> una qualità descrittiva, ma non<br />
naturalistica, sempre più spiccata e sempre più personale.<br />
Questa qualità, squisitamente pittorica si sposa,<br />
spesso, con un bisogno <strong>di</strong> ricordare sempre più intenso<br />
che ha qualcosa dell’evocazione antica (quella <strong>degli</strong><br />
aruspici), della storia e dell’autobiografia. (…) Giuliana<br />
Fresco oggi sottrae quello speciale ricordo al nulla<br />
e lo immerge in uno spazio altro, visionario e però<br />
descritto, raccontato in base a suggestioni che, <strong>di</strong> volta<br />
in volta, le vengono suggerite dal contesto.<br />
Martina Corgnati<br />
Da molti anni la buona pittura sta cercando un <strong>di</strong>fficile<br />
equilibrio: quello tra astrazione e figurazione, forma<br />
e colore, simbolo e rappresentazione. I <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong><br />
Giuliana Fresco sono una delle testimonianze più sentite<br />
e profonde intorno a questa felice ricerca. Da una<br />
parte, quasi sempre nelle sue tele e nelle sue carte, si<br />
<strong>di</strong>stingue una figura, una sagoma, una testa, un volto,<br />
insieme immagine e simbolo <strong>di</strong> una presenza,<br />
un’identità, una coscienza; dall’altra, questa figura è<br />
come invasa, soverchiata, contornata da un vasto turbine<br />
informale.<br />
Paolo Repetto<br />
<br />
39
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Monica Giarrè<br />
<br />
Attesa, 2012, olio e acrilico su tela, cm. 100x120<br />
La presenza <strong>di</strong> Monica Giarrè nel panorama<br />
artistico toscano <strong>degli</strong> ultimi tre lustri si è caratterizzata<br />
soprattutto per la spasmo<strong>di</strong>ca<br />
tendenza alla ricerca e alla sperimentazione<br />
sia formale che contenutistica.<br />
Dal suo primo affacciarsi alla ribalta fiorentina - con la<br />
personale al Palagio <strong>di</strong> Parte Guelfa agli albori del<br />
nuovo millennio - ad oggi, non c’è stato quadro né<br />
mostra che non abbia segnato il raggiungimento <strong>di</strong><br />
un ulteriore passo in avanti nel quoti<strong>di</strong>anamente<br />
esplorato mondo del colore, o in quello ancor più <strong>di</strong>fficilmente<br />
penetrabile dell’equilibrio formale e contenutistico.<br />
Agli esor<strong>di</strong>, i suoi referenti primari sono stati boschi,<br />
piante e fiori ovvero la cornice dorata <strong>di</strong> un’infanzia<br />
monicagiarre@alice.it<br />
che Monica ha rievocato, con nostalgia, nelle opere<br />
<strong>di</strong> quel periodo cercando <strong>di</strong> riprodurre l’incantamento<br />
subito nei suoi primi anni <strong>di</strong> vita.<br />
Le variegate e accese cromie <strong>di</strong> quel periodo, sono il<br />
segnale <strong>di</strong> un affetto caloroso e profondo, più istintuale<br />
che razionale e proprio per questo destinate a<br />
stemperarsi nel tempo per lasciare spazio a una progressiva<br />
adesione a tematiche più intimistiche e a una<br />
più ponderata ricerca introspettiva.<br />
Grazie al magistero <strong>di</strong> Paolo Frosecchi, dalla metà del<br />
primo decennio <strong>degli</strong> anni Duemila, l’artista è passata<br />
dalla natura alla pittura d’interni acquisendo una maturità<br />
lessicale e sintattica che rimanda proprio alla<br />
lezione del maestro fiorentino che è riuscito ad incanalare<br />
la forza <strong>di</strong>rompente del segno e l’aggressività<br />
40
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Monica Giarrè<br />
Beatrice, 2012, olio e acrilico su tela, cm. 100x120<br />
cromatica <strong>di</strong> Monica verso li<strong>di</strong> ancora inesplorati quali<br />
l’intimismo, la psicologia, le atmosfere d’ambiente,<br />
la ricerca della spazialità e una sottesa spiritualità.<br />
Pur non rinnegando le innate doti caratteriali, l’artista<br />
si è progressivamente incamminata per questo<br />
sentiero fino ad allora inesplorato e, temerariamente,<br />
lo ha affrontato a viso aperto rimettendosi in <strong>di</strong>scussione.<br />
I paesaggi, che negli anni si erano “addolciti” rarefacendosi<br />
in una sorta <strong>di</strong> poesia scatizziana, sono andati<br />
a rinserrarsi in interni dove si elevano a protagoniste<br />
della tela le nature morte, che qualche tempo<br />
dopo lasciano la ribalta alle figure femminili mentre le<br />
cromie, scrematura dopo scrematura, si vanno riducendo<br />
a un ristretto e selezionatissimo nucleo <strong>di</strong> colori<br />
capaci <strong>di</strong> sintonizzarsi perfettamente con le atmosfere<br />
sospese che aspirano alla metafisica.<br />
La circolarità che abbraccia le roton<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> corpi e frutti<br />
e le raffinate intersezioni dei segni, sono la cifra<br />
stilistica <strong>di</strong> quel periodo che accompagna la fine del<br />
decennio e che è propedeutico ad un nuovo ciclo,<br />
quello che potremmo definire dell’essenzialità intimistica<br />
tesa alla ricerca della definizione esclusivamente<br />
psicologica del soggetto, ancora e sempre la donna<br />
colta nei momenti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e incastonata all’interno<br />
del suo habitat esistenziale, con gli affetti più<br />
intimi a definirne ulteriormente la personalità.<br />
L’ultima sfida dell’artista è stata la mostra “Donne,<br />
angeli e miti” tenutasi al Museo Civico Archeologico<br />
<strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> nel 2012; pur confermando le consuete tematiche<br />
<strong>degli</strong> inizi del nuovo decennio, Monica è riuscita<br />
a plasmare l’immagine della donna contemporanea<br />
incarnandola nelle figure arcaiche della<br />
mitologia, così lanciando un attualissimo messaggio<br />
sociale. Nonostante il tono <strong>di</strong>sincantato con cui le raffigura,<br />
le sue Minerva, Diana, Atena non hanno smarrito,<br />
nonostante il trascorrere dei secoli, la forza simbolica<br />
dei miti che rappresentavano e l’artista le<br />
ripropone come monito e sollecitazione per gli uomini<br />
e le donne <strong>di</strong> oggi.<br />
Fabrizio Borghini<br />
<br />
41
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Gabbriella Giusiani<br />
<br />
Collages con foglie e fiori essiccati, misure varie (2)<br />
Una delle cose più belle della sua vita è stata<br />
la scoperta <strong>di</strong> come, attraverso la natura e<br />
con una <strong>di</strong>versa lettura <strong>di</strong> essa, avrebbe potuto<br />
esprimere, pur non sapendo <strong>di</strong>pingere,<br />
ciò che sentiva dentro. È cominciata così la sua<br />
avventura nel mondo dell’arte: la prima mostra su<br />
invito alla Ken’s Art Gallery ebbe successo (era il<br />
1981). Da qui scaturì l’invito ad esporre al Gruppo<br />
Donatello (<strong>di</strong> cui è stata invitata a far parte nel 1985)<br />
e in altre gallerie in Italia e all’estero. Il sodalizio con<br />
lo storico Gruppo Donatello è stato per lei uno stimolo<br />
importante. Volatili, paesaggi e quant’altro realizza<br />
con i suoi collages, possono <strong>di</strong>rsi il frutto <strong>di</strong> ciò che<br />
ha assimilato in questi anni osservando, ascoltando<br />
suggerimenti e, perché no, anche qualche critica bonaria.<br />
Di lei scrive Stefano Benedetti sulle pagine de<br />
Via S. Andrea a Sveglia, 37 - Cell. 328 4654593 - Cal<strong>di</strong>ne (FI)<br />
gabrigiu@alice.it<br />
La Nazione: “Paesaggi e uccelli con fiori e foglie, un<br />
frenetico itinerario che armonizza le forme, i colori e<br />
le materie <strong>di</strong> fiori e foglie. Gabbriella, come un moderno<br />
Arcimbol<strong>di</strong>, senza la me<strong>di</strong>azione della pittura<br />
tra<strong>di</strong>zionale, giunge per contro alle raffinatezze<br />
dell’acquerello, alla sveltezza del <strong>di</strong>segno, conservando<br />
il piglio piacevole e <strong>di</strong>vertito del bricolage,<br />
dell’illustrazione fabulistica, <strong>di</strong> un procedere misurato<br />
e gentile”. Notevoli le parole <strong>di</strong> Elvio Natali, secondo<br />
cui: “La Giusiani ci spiega come ogni mezzo possa<br />
tradursi in immagine estetica […] la modulazione<br />
dell’accento: dall’arguzia inventiva dei piumati animali<br />
all’affettuosa scansione <strong>degli</strong> spazi paesistici,<br />
infine la sottile e acuta simpatia verso tutte le creature<br />
del mondo. Significato con una limpida sapienza<br />
espressiva”.<br />
42
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Gabbriella Giusiani<br />
Collages con foglie e fiori essiccati, misure varie<br />
<br />
43
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Maria Teresa Gobber<br />
<br />
Bosco <strong>di</strong> faggi, 2007, acrilico su faesite, cm. 50x60<br />
Maria Teresa Gobber, originaria del Trentino,<br />
vive e lavora da molti anni prima a<br />
Firenze e poi sulle colline <strong>di</strong> Vaglia. La sua<br />
attività espositiva ha inizio nel 1992 tra<br />
Firenze, Trento, Livorno, Torino, Ferrara, dove ha preso<br />
parte a mostre personali e collettive, concorsi e<br />
premi nazionali. Tra le esposizioni più recenti, si ricorda<br />
la partecipazione alla mostra <strong>Artisti</strong> Italiani a Parigi<br />
svoltasi presso la Galerie de l’Europe <strong>di</strong> Parigi nel<br />
2010. Di lei hanno scritto, tra gli altri: Ermanno Corti,<br />
Manfre<strong>di</strong>, Simona Oldano, Aldo Spinar<strong>di</strong>.<br />
Via Costa Contra, 446 - 50036 Vaglia (Fi)<br />
Tel. 055 407572 - Cell. 333 1915417 - gobbermariateresa@yahoo.it<br />
44
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Maria Teresa Gobber<br />
Casentino, 2004, acrilico su faesite, cm. 70x80<br />
Porsi <strong>di</strong> fronte alla pittura senza prevaricarne la funzione<br />
e la destinazione, senza precostituirne i significati,<br />
senza irretirle intorno labirinti <strong>di</strong> stilemi e teoremi;<br />
armati solo <strong>di</strong> vibrante emozionalità e continua<br />
riflessione critica, nella conoscenza che ogni immagine<br />
<strong>di</strong>scende dal visibile che, filtrato dalla coscienza<br />
medesima e dall’inconscio, deve al “talento” la sua<br />
trasmissibilità, attraverso un’opera <strong>di</strong> pittura. Questo<br />
rischio, questo coraggio, questa prova <strong>di</strong> umiltà, sono<br />
le qualità con le quali Maria Teresa Gobber si è avviata<br />
anni or sono sulla strada del <strong>di</strong>pingere, ed ora mostra<br />
i suoi risultati ricchi <strong>di</strong> vitalità e <strong>di</strong> linguaggio. Ho seguito<br />
il suo lavoro senza aver avuto altra funzione che<br />
quella <strong>di</strong> abbreviarle con opportuni consigli il lungo<br />
percorso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà costituito dal “saper vedere” e<br />
dalla tecnica. Ed ecco i volti densi <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stupore,<br />
gli oggetti riproposti in tutti gli spazi dalla sensibilità<br />
più innamorata, i paesaggi più indefiniti e febbricitanti.<br />
Dopo le interminabili, prolisse processioni <strong>di</strong><br />
avanguar<strong>di</strong>e del deserto, le esasperate “concettualità”<br />
del cartellonismo “culturale” e soprattutto e da<br />
tutto ciò, dopo tanta nauseante noia, occorre una<br />
nuova rivolta romantica fatta con i mezzi della sensibilità<br />
umana, così: come essa sorge in noi, intorno<br />
alle cose che viviamo, che amiamo e che sappiamo<br />
capire senza l’aiuto <strong>di</strong> ideologie, teoremi, filosofie<br />
[…] Questo è il contributo <strong>di</strong> Maria Teresa Gobber.<br />
Manfre<strong>di</strong><br />
<br />
45
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Donato Lan<strong>di</strong> /Aikuboy<br />
<br />
SUPERDEFORMED D.J. SET - B.BOY WITH BOOMBOX AND D.J. WITH TURNTABLES, 2010/2012, tecnica mista<br />
(acrilico, metallo, vinile, gomma, plexiglas da oggetti e giochi <strong>di</strong> seconda mano), set composto <strong>di</strong>: D.J. cm.<br />
10x10x10 circa; B.Boy cm. 12x10x10 circa.<br />
Nasce a <strong>Fiesole</strong> nel 1980, frequenta il Corso<br />
<strong>di</strong> Laurea in Discipline delle Arti, della Musica,<br />
dello Spettacolo presso la Facoltà <strong>di</strong> Lettere<br />
e Filosofia <strong>di</strong> Firenze e nel 2008 consegue<br />
a pieni voti il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> laurea con tesi in Storia<br />
e Critica del Cinema. Auto<strong>di</strong>datta, dall’età <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci<br />
anni inizia a creare composizioni sperimentali con oggetti<br />
<strong>di</strong> recupero. Sviluppa un forte amore per l’arte,<br />
sia essa cinema, letteratura, design, grafica <strong>di</strong>gitale,<br />
fumetto, aerosol art, modellismo o calligrafia. Fra i<br />
venti e i trent’anni realizza a mano e in <strong>di</strong>gitale grafiche<br />
per t-shirt, copertine <strong>di</strong> vinili e compact <strong>di</strong>sc per<br />
etichette musicali in<strong>di</strong>pendenti italiane. Nel 2002 e<br />
Via Vecchia Fiesolana, 15 - San Domenico <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Cell. +39 388 3407162 - contact.lan<strong>di</strong>@libero.it<br />
2003 partecipa ad alcuni happening d’arte Underground<br />
a Milano, dove espone delle opere realizzate<br />
con materie seconde. Oltre ad eseguire sculture su<br />
commissione per collezionisti privati, destina alcune<br />
delle sue realizzazioni alle sale e ai dancefloors <strong>di</strong> circoli<br />
e centri sociali autogestiti fiorentini. Nel 2012 è<br />
vincitore della settima e<strong>di</strong>zione della mostra RiartEco<br />
- per l’arte nata dal riciclo - con l’opera CyberInsect -<br />
Scorpion, esposta per un anno presso la Sala Contemporanei<br />
della Biblioteca delle Oblate a Firenze.<br />
Sempre a Firenze collabora con il negozio d’arte contemporanea<br />
Babele, presso la libreria FMR <strong>di</strong> Laura<br />
Accor<strong>di</strong> Gattai.<br />
46
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Donato Lan<strong>di</strong> /Aikuboy<br />
TOYLETRACER HOTROD, 2011, tecnica mista (scarti industriali e <strong>di</strong> manifatture, parti <strong>di</strong> giocattoli rinvenuti per<br />
strada) cm. 15x25x12 circa, Coll. privata.<br />
Raccolgo quello che i bambini si lasciano alle spalle<br />
per essere buttato quando i giocattoli non li interessano<br />
più, perché si affacciano all’adolescenza. Vedo i<br />
loro giochi come un tentativo <strong>di</strong> riorganizzazione del<br />
mondo e un allenamento alla vita, quin<strong>di</strong> mantengo<br />
il ricordo <strong>di</strong> questi riti <strong>di</strong> passaggio e ne faccio testimonianza,<br />
andando a cercare l’oggetto delle loro prime<br />
esperienze - il balocco gettato via e apparentemente<br />
inutile - poi lo smonto e lo mo<strong>di</strong>fico. Raccolgo<br />
anche quello che si lasciano alle spalle gli adulti,<br />
quando per fare spazio all’ultimo modello <strong>di</strong> gadget<br />
elettronico si <strong>di</strong>sfano <strong>di</strong> ciò che è passato <strong>di</strong> moda,<br />
perché devono costantemente acquistare per sentirsi<br />
al passo coi tempi. Il mio, <strong>di</strong> gioco, è quello <strong>di</strong> dare<br />
forma a un prodotto che i bambini ormai cresciuti<br />
possano apprezzare, perché si è trasformato in qualcosa<br />
che intreccia passato e presente. Attraverso il<br />
processo <strong>di</strong> immaginazione, <strong>di</strong>segno, scultura, assemblaggio<br />
e colorazione, materiali che non avrebbero<br />
più un uso nella vita quoti<strong>di</strong>ana o nell’industria<br />
prendono forma <strong>di</strong> opere simili a giocattoli. Sono giocattoli<br />
che hanno trovato un’altra esistenza, ma con<br />
un aspetto ormai deformato, frutto della memoria<br />
dell’elaborazione che li ha portati ad essere inizialmente<br />
beni inseriti nell’utopia consumistica e poi della<br />
<strong>di</strong>stopia associata all’essere gettati come spazzatura.<br />
Il percorso “traumatico” del rifiuto si rende<br />
manifesto nel risultato finale, a volte nelle facce ghignanti<br />
dei soggetti, dalle forme insolite e i colori accesi,<br />
altre nell’estetica macabra che li caratterizza.<br />
Stilisticamente questi pezzi unici sono l’espressione<br />
creativa del mio personale mix fra Pop Art, anime<br />
giapponesi, character design e Designer Toys, con riferimenti<br />
figurativi al cyberpunk contemporaneo.<br />
Donato Lan<strong>di</strong><br />
<br />
47
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Riccardo Luchi<br />
<br />
Cal<strong>di</strong>ne, la Palancola, 2010, olio su tela, cm. 40x50<br />
Riccardo Luchi (<strong>Fiesole</strong>, 1953) <strong>di</strong>segna e <strong>di</strong>pinge fin dalla più tenera età.<br />
Frequenta l’Istituto d’Arte <strong>di</strong> Porta Romana a Firenze. Abbandona gli<br />
stu<strong>di</strong> per lavorare nel laboratorio <strong>di</strong> falegnameria e restauro <strong>di</strong> mobili<br />
antichi del padre Renato. Impiegato presso il Banco <strong>di</strong> Roma, continua<br />
a svolgere, seppur a titolo amatoriale, l’attività <strong>di</strong> restauratore <strong>di</strong> mobili. Dal<br />
2008 è iscritto all’Associazione <strong>Artisti</strong> Fiesolani con cui ha partecipato a <strong>di</strong>verse<br />
mostre collettive. Tra gli eventi espositivi a cui ha preso parte, si segnalano: nel<br />
2008, le personali al Quadro 0,96 e Negozio Utilità entrambe a <strong>Fiesole</strong>, e la<br />
mostra Giar<strong>di</strong>no privato. L’Erba <strong>di</strong> Grace (<strong>Fiesole</strong>) ex-tempora con Aldo Frangioni.<br />
Nel 2009 le personali presso Quadro 0,96 a <strong>Fiesole</strong> e l’Artecaffè <strong>di</strong> Firenze e<br />
l’asta <strong>di</strong> beneficenza per la Fondazione Tommasino Bacciotti. Nel 2010 le collet-<br />
Via Francesco Poeti 49<br />
50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
48
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Riccardo Luchi<br />
Fieno tagliato, 2011, acrilico su tela, cm. 70x100<br />
tive alla Sala del Basolato <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, all’Arci La Montanina<br />
<strong>di</strong> Montebeni e alla Galleria <strong>di</strong> Via Larga a Firenze<br />
e le personali presso la Villa Demidoff (Sala Rossa)<br />
<strong>di</strong> Pratolino, il Caffè 42 alle Cal<strong>di</strong>ne e l’Arci Demidoff<br />
<strong>di</strong> Pratolino. Nel 2011 la collettiva al Ristorante Le<br />
Lance (<strong>Fiesole</strong>), la personale alla Locanda Toscani da<br />
sempre (Pontassieve) e la partecipazione alla realizzazione<br />
del Grande libro d’autore in occasione del 150°<br />
anniversario dell’Unità d’Italia. Nel 2012 due collettive,<br />
una al Ristorante Le Lance e l’altra al Quadro 0,96<br />
con 110 artisti per i 110 anni <strong>di</strong> Cesare Zavattini.<br />
<br />
49
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Silvana Luisi<br />
<br />
Ritratto <strong>di</strong> Alessio, 2002, olio su tela, cm. 30x40<br />
Nata nel 1953 a Stazzema (Lucca), risiede<br />
alle Cal<strong>di</strong>ne dal 1967. Appassionata da<br />
sempre del mondo della pittura, inizia negli<br />
anni Novanta a frequentare alcuni corsi a<br />
livello <strong>di</strong>lettantistico e a sperimentare, anche e soprattutto<br />
come auto<strong>di</strong>datta, varie tecniche pittoriche<br />
(sanguigna, carboncino, acquerello, acrilico e olio).<br />
Ama <strong>di</strong>pingere in particolare soggetti floreali ma si<br />
cimenta anche nella rappresentazione della figura. È<br />
Via <strong>di</strong> Mimmole, 102 - Cal<strong>di</strong>ne, <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Tel: 339 7820222 - silvanaluisi@gmail.com<br />
iscritta all’Associazione Centro d’Arte Mo<strong>di</strong>gliani <strong>di</strong><br />
Scan<strong>di</strong>cci con cui ha partecipato a svariate mostre<br />
collettive e a due personali, una nel 2007 a Villa Ban<strong>di</strong>ni<br />
e l’altra nel 2010 all’Arena Teatro Cinecittà <strong>di</strong> S.<br />
Quirico a Legnaia, mostra recensita sul settimanale<br />
Metropoli nella rubrica Incontri con l’arte. È presente<br />
nel catalogo Scan<strong>di</strong>cci Mon amour - ieri e domani con<br />
l’opera Car<strong>di</strong>.<br />
50
Enrico Maggini<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Senza titolo, tecnica mista su tela, cm. 82x72<br />
Enrico Maggini (Firenze, 1949) risiede a <strong>Fiesole</strong>.<br />
Auto<strong>di</strong>datta, si è rivolto in modo del<br />
tutto autonomo alla pittura. Nel 1991 ha<br />
partecipato a due mostre: la prima a Vicopisano,<br />
l’altra a Villafranca in Lunigiana. Nel 1993 ha<br />
ricevuto un riconoscimento nell’ambito della rassegna<br />
Tra fedeltà e cambiamento svoltasi a Certaldo<br />
presso il Palazzo Pretorio. Ha esposto a Firenze nell’ex<br />
Convento del Carmine, a Rosignano Marittimo<br />
nell’antico Palazzo Marini e successivamente a Tione<br />
<strong>di</strong> Trento. Nel 1994 è stato menzionato nel libro Pittori<br />
in Toscana a cura <strong>di</strong> Giorgio Calandra. Risale al<br />
1995 la prima mostra personale presso il Gruppo Donatello<br />
a Firenze. Nel 1998 ha partecipato alla XIII<br />
e<strong>di</strong>zione del Premio Italia a Capraia Fiorentina (ex<br />
Via Bossolini, 6 - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
achillemaggini@alice.it<br />
Fornace Pasquinucci) dove ha ottenuto un riconoscimento.<br />
Nel giugno del 2000 ha preso parte alla mostra<br />
tematica I mille volti dell’Arno presso il Centro<br />
d’Arte Puccini, coor<strong>di</strong>nata da Fabrizio Borghini e Giuse<br />
Benignetti. Solo recentemente si è riaffiacciato al<br />
mondo espositivo presentando un’opera al Palazzo<br />
Comunale <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> e al Ristorante Arte Gaia <strong>di</strong> Ponte<br />
alla Ba<strong>di</strong>a. Di lui scrive Roberta Fiorini: “Uomo <strong>di</strong><br />
natura, non sempre tradotti dall’evidenza del rapporto<br />
figura-paesaggio, piuttosto attraverso chiavi<br />
simboliche allusive <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione sospesa, appaiono<br />
essere le costanti del lavoro <strong>di</strong> Maggini che sviluppa<br />
le sue visioni in una pittura semplice, spesso<br />
scabra e le compone secondo un gusto per l’impaginazione<br />
geometrica”.<br />
<br />
51
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Paola Meini<br />
<br />
Rose, olio su cartoncino telato, cm. 48x37<br />
Da sempre appassionata <strong>di</strong> pittura, Paola Meini<br />
inizia a <strong>di</strong>pingere giovanissima, innamorata<br />
della natura e soprattutto dei paesaggi toscani.<br />
Ha partecipato a numerose mostre ed estemporanee<br />
ricevendo importanti riconoscimenti.<br />
Piazza Etrusca 1, Compiobbi - <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Cell. 347 2304609 - arte.paola@alice.it<br />
52
Carlo Midollini<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Dama in blu, 2012, foto <strong>di</strong>gitale, stampa fotografica, cm. 9x12<br />
carmid@gmail.com<br />
Il legame intrinseco ai propri luoghi nativi che<br />
ognuno <strong>di</strong> noi porta con sè, è una sorta <strong>di</strong> carta<br />
d’identità culturale che ci accompagna per tutta<br />
la vita. Carlo Midollini, nato nel 1995 a <strong>Fiesole</strong><br />
nei pressi della piazza principale del paese e oggi<br />
residente a Firenze, rammenta con fierezza le sue<br />
origini fiesolane. La passione per la fotografia si manifesta<br />
già a 16 anni quando un amico gli mostra la<br />
magia e le alchimie del “ fare” fotografico. Gli inizi<br />
lo vedono de<strong>di</strong>carsi alle fasi dello sviluppo e della<br />
stampa in bianco/nero delle immagini catturate, senza<br />
nutrire però particolari ambizioni, ma relegando<br />
la fotografia alla documentazione delle ferie e delle<br />
occasioni speciali. Poi, nella vita, si verificano eventi<br />
e situazioni impreve<strong>di</strong>bili che ribaltano gli equilibri e<br />
le certezze e ci spingono a reinventarci e a ricostruire<br />
il quoti<strong>di</strong>ano. Così l’antica passione sopita si è improvvisamente<br />
destata. Questa volta, però, Carlo ha<br />
pianificato e programmato la sua attività per non ripetere<br />
l’abbandono giovanile. Nel 2008 s’iscrive al<br />
più famoso foto club italiano, il fiorentino “Cupolone”.<br />
Parallelamente all’attività <strong>di</strong>dattica, l’altra sua<br />
<br />
53
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Carlo Midollini<br />
Pope copto, 2011, foto <strong>di</strong>gitale, stampa fotografica, cm. 9x12<br />
grande passione per i viaggi <strong>di</strong> conoscenza lo conduce<br />
a visitare la Patagonia, l’In<strong>di</strong>a, il Myannmar, l’Etiopia,<br />
lo SriLanka, fornendogli il materiale per produrre<br />
reportage fotografici. Con gli scatti realizzati partecipa<br />
a numerosi concorsi nazionali ed esteri che gli<br />
permettono <strong>di</strong> conseguire l’AFIAP, il primo livello <strong>di</strong><br />
onorificenza della FIAP (Federazione Internazionale<br />
Arti Fotografiche), e <strong>di</strong> ottenere la pubblicazione su<br />
perio<strong>di</strong>ci come Oasis e sull’importante libro fotografico<br />
della Federazione Italiana e<strong>di</strong>to nell’occasione<br />
dei 150 anni dell’Unità d’Italia, oltre a numerose recensioni<br />
sulla stampa locale. Presente in mostre personali<br />
e collettive, le sue foto insieme a quelle <strong>degli</strong><br />
altri soci del Club fanno parte <strong>di</strong> un CD <strong>di</strong>stribuito a<br />
molti foto club a livello mon<strong>di</strong>ale. Ultimamente è interessato<br />
alla produzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>aporama e au<strong>di</strong>ovisivi<br />
de<strong>di</strong>cati al sociale o al racconto delle vicende biografiche<br />
e artistiche <strong>di</strong> alcune personalità del mondo<br />
della cultura, lavori che gli permettono <strong>di</strong> contribuire<br />
a sviluppare una nuova percezione collettiva che avvicini<br />
sempre più la fotografia al mondo dell’arte.<br />
54
Mario Minarini<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Interno con manichino, 2008, olio su carta, cm. 135x85<br />
mariominarini@hotmail.it<br />
Mario Minarini è nato a Firenze il 16 maggio<br />
del 1970.<br />
Diplomato in oreficeria all’Istituto d’Arte<br />
<strong>di</strong> Firenze, frequenta poi l’Accademia <strong>di</strong><br />
Belle Arti e gli stu<strong>di</strong> dei maestri Alessandro Berti e<br />
Osvaldo Curandai.<br />
Nel 2008, vince il Fiorino d’argento in Palazzo Vecchio<br />
in occasione del Premio Firenze. Tiene <strong>di</strong>verse<br />
personali tra Firenze e Bologna. Partecipa nel 2010<br />
alla mostra Vivo per lei presso il Museo della Musica<br />
<strong>di</strong> Bologna, a cui in quest’occasione dona un’opera.<br />
Nel luglio 2011 <strong>di</strong>pinge il Palio della Stella <strong>di</strong> Bagno a<br />
Ripoli e nell’ottobre dello stesso anno tiene la personale<br />
Arte <strong>di</strong> stupirsi presso la Galleria Benvenuti <strong>di</strong> Firenze.<br />
Nel marzo 2012 è protagonista <strong>di</strong> una presentazione<br />
critica a cura <strong>di</strong> Stefano De Rosa per Arte e<br />
Psicologia. Nel maggio dello stesso anno tiene la personale<br />
Percorsi figurativi al Comune <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> e in<br />
<strong>di</strong>cembre espone alla Galleria Ponte Vecchio con la<br />
personale Percorsi a cura <strong>di</strong> Silvia La Rossa che <strong>di</strong> lui<br />
scrive: “Come una porta aperta all’osservatore curioso,<br />
il pittore invita a sbirciare i luoghi abitualmente<br />
vissuti, offrendo sempre un <strong>di</strong>verso punto <strong>di</strong> vista dello<br />
spazio e delle nature morte, avvolte da una luce<br />
soffusa che muta al mutar del giorno”.<br />
<br />
55
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Valerio Mirannalti<br />
<br />
Appennino in lontananza, 2011, tecnica mista su cartone intelaiato, cm. 216x103<br />
Valerio Mirannalti si è <strong>di</strong>plomato nel 1989<br />
all’Istituto d’Arte <strong>di</strong> Firenze. Dal 1995 al<br />
1996 ha seguito un corso <strong>di</strong> pittura presso lo<br />
stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Del Bono per apprendere la tecnica<br />
del pastello. Dal 1999 al 2001 ha frequentato lo stu<strong>di</strong>o<br />
del maestro Valerio Cheli che gli ha fatto conoscere la<br />
pittura ad olio della tra<strong>di</strong>zione macchiaiola. Dal 2002<br />
al 2004 ha frequentato lo stu<strong>di</strong>o del maestro Alessandro<br />
Berti con il quale ha affinato la tecnica del <strong>di</strong>segno<br />
e della tempera a olio. Tra il 2004 e il 2012 ha seguito<br />
le lezioni alla Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia<br />
<strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Firenze e dal 2007 frequenta lo<br />
stu<strong>di</strong>o dello scultore Vincenzo Ventimiglia. Nel corso<br />
<strong>di</strong> questi anni ha realizzato e partecipato a <strong>di</strong>verse mostre<br />
personali e collettive, fra le quali si segnalano<br />
quella al Palazzo Panciatichi <strong>di</strong> Firenze, alla Galleria<br />
NOA <strong>di</strong> Milano, alla Villa Rucellai <strong>di</strong> Campi Bisenzio, al<br />
Palazzo Comunale <strong>di</strong> Rigano sull’Arno e nella Sala del<br />
Basolato <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>. Diversi sono i premi e le menzioni<br />
speciali ottenuti negli anni. Tra questi, il premio <strong>di</strong> pittura<br />
Spiga d’Argento, la pubblicazione sul catalogo<br />
del Premio Vittorio Alinari, la premiazione al concorso<br />
per la realizzazione <strong>di</strong> una scultura per la scuola <strong>di</strong> Vezzano<br />
(TN). Fin da piccolo passeggiava insieme alla madre<br />
nei campi vicino casa. Crescendo il piacere <strong>di</strong> passeggiare<br />
non è <strong>di</strong>minuito, ma è riuscito a interagire più<br />
profondamente con la natura e a ritrarre i paesaggi<br />
della sua terra carichi dell’emotività del vissuto. Ricor<strong>di</strong><br />
sfuggevoli <strong>di</strong> posti già visti. Il formato orizzontale dei<br />
paesaggi permette all’osservatore <strong>di</strong> orientarsi e allo<br />
stesso tempo <strong>di</strong> smarrirsi nella vastità delle vedute.<br />
Strade che si perdono all’orizzonte, torrenti che penetrano<br />
nel bosco, tracce <strong>di</strong> un passaggio che accompagna<br />
verso una via <strong>di</strong> fuga dal vivere quoti<strong>di</strong>ano.<br />
Via delle Coste, 1 - <strong>Fiesole</strong> (FI) - Tel. 055 0119410<br />
Cell. 333 1517970 - info@mirannalti.it - www.valeriomirannalti.com<br />
56
Alba Gloria Nanni<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Assorta, 2008, tecnica mista su tela, cm. 35x45<br />
Alba Gloria Nanni vive e svolge la sua attività<br />
artistica a <strong>Fiesole</strong>. Diplomata figurinista,<br />
ha lavorato in uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> grafica pubblicitaria<br />
per la ideazione e realizzazione <strong>di</strong><br />
bozzetti, etichette da vino e varie pubblicazioni. Ha<br />
Via del Paretario, 5 - <strong>Fiesole</strong> (FI) - Cell. 349 4138963<br />
martino.federica@comune.fiesole.fi.it<br />
realizzato lavori in ceramica e quadri a punto in croce.<br />
Ha partecipato con le proprie opere a varie mostre<br />
collettive. È tra i soci fondatori dell’Associazione<br />
<strong>Artisti</strong> Fiesolani con cui ha esposto in <strong>di</strong>verse occasioni<br />
e se<strong>di</strong>.<br />
<br />
57
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Riccardo Nannini<br />
<br />
Kyo, 2000, granito nero e bianco, m. 10<br />
Ènato il 10 giugno 1949 a Firenze dove ha abitato<br />
al Pian dei Giullari e in via Ginori. Successivamente<br />
ha vissuto a New York, a Settignano,<br />
a Francoforte per cinque anni e da<br />
venticinque risiede a <strong>Fiesole</strong>. Ha esposto in numerose<br />
mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Le<br />
sue opere si trovano in tutto il mondo: la più importante,<br />
installata in Corea del Sud, è stata realizzata in<br />
granito ed è alta 10 metri circa. Si intitola Kio, che in<br />
coreano significa “ricorda”. Della sua vita ha ancora<br />
tante cose da raccontare... è possibile andare a trovarlo<br />
nel suo “nirvana” dove c’è sempre un bicchiere<br />
<strong>di</strong> buon vino per gli amici ed anche pane e olio!<br />
Di lui è stato scritto su La Nazione <strong>di</strong> Carrara nel 1995:<br />
“Riccardo Nannini ha un cruccio: voleva frequentare il<br />
Liceo <strong>Artisti</strong>co, ma i suoi genitori lo iscrissero alla<br />
scuola per geometri. Frequentò per due anni la facoltà<br />
<strong>di</strong> Architettura all’università <strong>di</strong> Firenze e poi, nel<br />
1974, si iscrisse alla Scuola del Nudo dell’Accademia<br />
e, nel 1984, alla facoltà fiorentina <strong>di</strong> Filosofia. Nel suo<br />
curriculum, davvero nutrito, “la partecipazione alla<br />
Prima Rassegna Internazionale <strong>di</strong> Scultura Contemporanea”<br />
a Lucca. Personali e collettive a New York,<br />
dove ha lavorato quattro anni. Ha insegnato l’arte<br />
della scultura a Firenzuola, dove ha <strong>di</strong>retto la “Scuola<br />
<strong>di</strong> Scultura professionale scalpellini” per cinque anni”.<br />
cell. 328 7384115<br />
r.nannini@assepolare.eu<br />
58
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Riccardo Nannini<br />
Metaporta, 2009, tecnica mista su legno, cm. 90x90<br />
Riccardo Nannini, quarant’anni reduce dagli Stati<br />
Uniti dove ha fatto esperienza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> quel mercato.<br />
Tornato nella sua terra, a cavallo dell’Appennino<br />
tosco- romagnolo, ha riscoperto la pietra serena che<br />
si cava a Firenzuola, gli scalpellini che a quella pietra<br />
amano affidare il messaggio dell’uomo moderno rispettando<br />
le testimonianze <strong>di</strong> cui il tempo ha lasciato<br />
i segni nel volgere dei millenni. Nannini ha affondato<br />
l’indagine nelle civiltà sepolte del me<strong>di</strong>o oriente ad<br />
assumervi il sapore delle geometrie architettoniche - i<br />
suoi «zigurrath» sono creazioni splen<strong>di</strong>de - il gusto<br />
delle primor<strong>di</strong>ali scoperte scientifiche; per esaltarne il<br />
senso nelle reinvenzioni formali che suggeriscono<br />
nuove avventure spazio-tempo a quella pietra stupenda<br />
passata anche attraverso i capolavori del nostro<br />
Rinascimento. Le impronte e i simboli <strong>di</strong> popoli<br />
che furono audaci nell’esplorazione dell’essere -<br />
uomo rivivono per situazioni traslate nella creatività<br />
<strong>di</strong> Nannini e la pietra <strong>di</strong> Firenzuola o il travertino <strong>di</strong><br />
Siena se ne fanno strumenti meravigliosi: per una<br />
continuità che non esiste e che tuttavia si ipotizza negli<br />
anelli <strong>di</strong> congiunzione progettati dall’immaginario<br />
dello scultore.<br />
Tommaso Paloscia, La Gazzetta delle Arti<br />
Se nell’arte <strong>di</strong> oggi vi è la tendenza alla riscoperta del<br />
materiale umano e dei gran<strong>di</strong> temi dell’esistenza,<br />
questa è rappresentata dalla scultura <strong>di</strong> Riccardo<br />
Nannini. Pietra serena o legno e marmo; cemento,<br />
ferro e plexiglas, aprono un <strong>di</strong>alogo che non è solamente<br />
formale, ma impostato cognitivamente, come<br />
gra<strong>di</strong>ni che promettono una salita faticosa e dolorosa<br />
verso il senso delle cose, l’evidenza della sostanza esistenziale<br />
umana.<br />
Nicola Nuti<br />
<br />
59
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Lorenzo Orzalesi<br />
<br />
Cristo, 2008, legno <strong>di</strong> noce, cm. 100x100<br />
Lorenzo Orzalesi, chirurgo senologo, è nato a<br />
Firenze nel 1968. Pittore e scultore, si serve<br />
<strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> ogni tipo per raggiungere la<br />
massima espressività delle forme, passando<br />
dal legno al ferro, dal marmo ai materiali <strong>di</strong> recupero.<br />
Nel 2008 ha partecipato con la scultura Stop all’asta<br />
benefica per la raccolta <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> in favore della Lega<br />
Via <strong>di</strong> Camerata 67 - 50133 Firenze<br />
Tel. 338 9597884<br />
Italiana per la lotta contro l’AIDS. Nel 2009 ha esposto<br />
a Colonia con l’opera Contorni e nel 2010 presso<br />
la Civica Galleria d’Arte Moderna “Giuseppe Sciortino”<br />
a Monreale con la presentazione <strong>di</strong> Paolo Levi.<br />
Nel 2011 ha preso parte alla mostra <strong>Artisti</strong> in Mostra<br />
a Parma con l’opera Blanche in concorso per il premio<br />
della critica.<br />
60
Leopoldo Paciscopi<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Pagina, 1950, olio e inchiostro su pagina del quoti<strong>di</strong>ano “Milano Sera”<br />
Via Montefiano, 15 - <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Nasce nel 1925 a Cavriglia. Giornalista e intellettuale<br />
dai molteplici interessi, è autore<br />
<strong>di</strong> libri affidati alle memorie <strong>di</strong> una vita intensa<br />
e avventurosa. Nel 1990 una giuria<br />
presieduta da Giovanni Spadolini gli assegna il Premio<br />
Speciale Castiglioncello per il romanzo Una bella carriera.<br />
Storico del cinema muto, i suoi stu<strong>di</strong> sono acquisiti<br />
dal British Film Institute e gli valgono nel 2003<br />
il Premio Europeo Massimo Troisi. Nel 2005 il Comune<br />
<strong>di</strong> Napoli lo premia come “protagonista <strong>di</strong> mille<br />
battaglie culturali e civili”. Di lui scrive Raffaello Pecchioli<br />
in occasione della mostra per gli ottant’anni<br />
dell’artista (2005) all’Università Internazionale dell’Arte<br />
<strong>di</strong> Firenze: “Lo <strong>di</strong>ciamo, perché è storia: ventura <strong>di</strong><br />
<br />
61
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Leopoldo Paciscopi<br />
Leopoldo Paciscopi, fu il poter frequentare, grazie al<br />
padre attore, amico <strong>di</strong> futuristi estrosi, il Caffè fiorentino<br />
delle Giubbe Rosse. Per un ragazzo quale egli era<br />
- e malgrado i tempi, con quei presagi <strong>di</strong> guerra e <strong>di</strong><br />
sventure - significò alla fine poter aprire gli occhi davanti<br />
ad un futuro <strong>di</strong> creatività, col pensiero certo, più<br />
che con la speranza, <strong>di</strong> poterlo fare da protagonista.<br />
Glielo garantiva quella facilità nell’apprendere che sapeva<br />
<strong>di</strong> avere; e, ancora <strong>di</strong> più, una fantasia precoce,<br />
intatta e speculativa che, messa a confronto con chi<br />
già era protagonista nel sapere <strong>di</strong> allora, andava idealmente<br />
oltre al momento aureo <strong>di</strong> quella gente in arte,<br />
ne vedeva gli sviluppi nel tempo, ne accarezzava i pro<strong>di</strong>gi<br />
che anch’egli avrebbe contribuito a propiziare.<br />
Capitavano, in quel Caffè delle Giubbe Rosse, artisti<br />
come Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Alfonso Gatto,<br />
Eugenio Montale. E poi Romano Bilenchi, Primo Conti,<br />
Quasimodo e altri ancora. <strong>Artisti</strong> veri, con alcuni dei<br />
quali perdurarono rapporti d’amicizia nel dopoguerra.<br />
Ciò avveniva quando già l’artista, con il suo jazz e i<br />
suoi poemi, aveva alle spalle esperienza <strong>di</strong> lotta partigiana,<br />
<strong>di</strong> giornate epiche come quelle che lo videro tra<br />
i liberatori <strong>di</strong> Firenze; e poteva intuire, tra i primi in<br />
Italia, la lezione <strong>di</strong> Pollok e del suo Informale. Quando<br />
con altri artisti fondò il gruppo “Arte d’Oggi” e stilò<br />
un suo Manifesto; quando con “Pagine Dipinte” mostrò<br />
<strong>di</strong> come segno e parola, colore e verbo, potessero<br />
interagire tra loro esaltando l’uno la denuncia dell’altro.<br />
Si deve dunque a questa particolarità della sua<br />
fantasia, se il Paciscopi poeta e il Paciscopi pittore,<br />
non sono <strong>di</strong>versi dal Paciscopi autore <strong>di</strong> racconti fantascientifici,<br />
caustici eppure solenni, dei libri <strong>di</strong> narrativa,<br />
o <strong>di</strong> critica cinematografica; dallo scrittore <strong>di</strong> musica<br />
Bop (ah, l’amatissimo Powell, detto “Bud”!) o dal<br />
consigliere e<strong>di</strong>toriale. E nemmeno dal neofita, incantato<br />
più che sorpreso, che vede, proprio nei ritmi <strong>di</strong> un<br />
jazz nobile per intrinseca malinconia, acuti presagi <strong>di</strong><br />
verde, ma anche tristezze velate con una traccia <strong>di</strong><br />
nero, pari tuttavia, per grandezza, a struggenti richiami<br />
alla vita. E si deve a questo anche la nascita del<br />
giornalista Inviato Speciale, il viaggiatore che scopre<br />
nelle città del mondo, nel momento stesso in cui la<br />
storia si scrive, i ricami per intessere a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo<br />
una poesia che <strong>di</strong> quella storia, spesso tragica,<br />
spesso cruenta, si assuma la responsabilità <strong>di</strong> esserne<br />
il lato tenero, tra rimpianto e ammonimento, ma anche<br />
denuncia, tanto da far intravedere, tra gli spazi<br />
bianchi dove non vi sono parole, scritta la speranza<br />
per qualcosa <strong>di</strong> altro, <strong>di</strong> puro, che possa infine nascere<br />
sulle rovine <strong>di</strong> quel male, e affermarsi”.<br />
62
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Piazza della Repubblica, 13-14R<br />
Tel. 055 212280<br />
Il Caffè “Giubbe Rosse” è tra i più<br />
famosi ritrovi letterari italiani e<br />
stranieri. All’inizio del ‘900 come<br />
Birreria dei fratelli Reininghaus ed in<br />
seguito l’attuale nome derivato dal colore<br />
delle giubbe dei camerieri, ha<br />
ospitato le stagioni del Futurimo e delle<br />
successive tendenze. Le famose riviste<br />
“La Voce”, “Lacerba”, “Solaria” ed<br />
altre anche recenti, devono qualcosa a<br />
questo Caffè dove poeti, artisti ed intellettuali<br />
si sono confrontati e scontrati.<br />
Personaggi come Marinetti, Papini,<br />
Prezzolini, Campana, Gadda, Boccioni,<br />
Montale e moltissimi altri, in <strong>di</strong>fferenti<br />
epoche e situazioni culturali,<br />
hanno fatto delle “Giubbe Rosse” un<br />
crocevia della storia letteraria del ‘900.<br />
Ma anche attualmente continuano gli<br />
Incontri Letterari alle “Giubbe Rosse”<br />
frequentati da artisti e intellettuali <strong>di</strong><br />
ogni tendenza, che fanno <strong>di</strong> questo<br />
Caffè Letterario un portofranco della<br />
cultura e dell’arte.<br />
<br />
63
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Enzo Pazzagli<br />
<br />
Il gallo, 1992, bronzo dorato, cm. 45x25<br />
Parco d’Arte Pazzagli - Via S. Andrea a Rovezzano, 5 - 50136 Firenze<br />
Tel. 055 691114 - 348 3300352 - info@pazzagli.com<br />
La carriera creativa <strong>di</strong> Enzo Pazzagli comincia<br />
prima ancora <strong>di</strong> avvicinarsi all’arte con la realizzazione<br />
<strong>di</strong> alcuni brevetti, prima nel campo<br />
dell’arredamento, poi nel ‘68 inventa un apparecchio<br />
che concilia il sonno e nel ‘76 realizza una<br />
lingua internazionale in numeri. Negli anni Sessanta si<br />
avvicina all’arte e, dopo varie opere <strong>di</strong> piccola <strong>di</strong>mensione<br />
in legno e ferro, realizza la prima scultura su lastra<br />
d’acciaio tagliata con la lancia termica, I tre arlecchini,<br />
datata 1966. In questi anni partecipa a <strong>di</strong>verse<br />
mostre collettive in Italia e all’estero. Dal ‘75 all’80 è<br />
titolare <strong>di</strong> tre gallerie, la Galleria Senato a Milano, la<br />
Galleria Masaccio a Firenze e la Galleria 19 a Punta<br />
Ala. Il suo primo riconoscimento importante in Italia è<br />
64
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Enzo Pazzagli<br />
Didascalia<br />
Il campione, 2005, acciaio bronzato, cm. 110x80<br />
il premio Le Muse per l’Arte, che riceve in Palazzo Vecchio<br />
a Firenze. Seguono gli anni delle mostre personali,<br />
per citarne alcune: nel ‘78 in Messico e in Germania,<br />
nell’88 a Punta Ala, nel ‘90 a Firenze, nel ‘97 a<br />
Apricale, nel ‘99 ad Arezzo. Già in questi anni l’idea <strong>di</strong><br />
creare un parco d’arte è nella mente dell’artista, ma<br />
solo nel 2001 trova a Rovezzano (Fi) un terreno <strong>di</strong><br />
23.900 mq che gli sembra ideale per il suo progetto.<br />
Inizia così l’avventura del Parco d’Arte Contemporanea<br />
Enzo Pazzagli. Nel 2009, la nuova piazza Mino da<br />
<strong>Fiesole</strong> nell’omonima citta<strong>di</strong>na, è inaugurata con una<br />
personale dell’artista e nel maggio 2010, in occasione<br />
del compleanno <strong>di</strong> Pinocchio, vengono installate nel<br />
Parco <strong>di</strong> Collo<strong>di</strong> sette sue sculture. Lo spazio ha preso<br />
il nome <strong>di</strong> Spazio Enzo Pazzagli.<br />
<br />
65
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
ARTE CONTEMPORANEA<br />
Via Maggio,71r (Fi) - Via Marconi, 1/a - Castiglioncello (Li)<br />
Direttore <strong>Artisti</strong>co: Rossana Corsi<br />
Tel. 334 3445766 - info@artgalleryilcesello.com<br />
66
Matteo Pecchioli<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Matteo Pecchioli nasce il 20 giugno 1981 a<br />
Firenze. Fin da piccolo cresce nella sartoria<br />
<strong>di</strong> famiglia, la Flora Lastraioli, fondata<br />
nel 1932 dalla bisnonna, che produce<br />
lingerie <strong>di</strong> lusso e nella quale apprende, applicandoli,<br />
i canoni dell’alta sartoria fiorentina. La realizzazione<br />
<strong>di</strong> ogni capo <strong>di</strong> biancheria nasceva sotto la guida attenta<br />
e sapiente <strong>di</strong> Flora con la consapevolezza<br />
dell’unicità della creazione realizzata a mano, tale<br />
che ogni modello era in sé il “pezzo unico” stu<strong>di</strong>ato<br />
e creato per rispettare le esigenze e il gusto <strong>di</strong> chi,<br />
poi, l’avrebbe posseduto. Matteo respira subito<br />
quell’aria <strong>di</strong> artigianalità che gli permmette <strong>di</strong> apprezzare<br />
e rendersi conto <strong>di</strong> come, modellando un<br />
tessuto è possibile creare <strong>degli</strong> abiti. Finiti gli stu<strong>di</strong><br />
artistici, si iscrive alla facoltà <strong>di</strong> Architettura dell’Università<br />
<strong>di</strong> Firenze per seguire il corso <strong>di</strong> Progettazione<br />
della Moda, un ciclo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che si conclude brillantemente,<br />
nell’anno accademico 2006-2007, con una<br />
tesi <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong> una tuta da moto con prestazioni<br />
meccaniche elevate per specifico uso agonistico.<br />
Presto il giovane stilista inizia a dare il suo contributo<br />
creativo anche ad alcuni prestigiosi marchi del<br />
Made in Italy riscuotendo successo, tanto da incoraggiarlo<br />
a realizzare il suo sogno: la creazione del marchio<br />
Matteo Pecchioli, una linea pret à porter ideata<br />
insieme a Romina Musta, oggi <strong>di</strong>rettore commerciale<br />
del brand. Nel 2010 il duo <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori fonda il<br />
brand Matteo Pecchioli, un’azienda giovane, moderna,<br />
ma con le regole del passato, rigide nella confezione<br />
e nella creazione <strong>di</strong> abiti, regole apprese nella<br />
formazione in sartoria. Le collezioni create si rivolgono<br />
ad una donna elegante e raffinata, che ama indossare<br />
l’abito che sceglie con <strong>di</strong>sinvoltura e charme.<br />
Ogni collezione è il risultato <strong>di</strong> un accurato stu<strong>di</strong>o del<br />
dettaglio e <strong>di</strong> un’esclusiva scelta dei materiali utilizzati.<br />
Oggi il giovane stilista è <strong>di</strong>rettore creativo del suo<br />
marchio e <strong>di</strong> Flora Lastraioli luxury lingerie.<br />
In foto una creazione <strong>di</strong> Flora Lastraioli<br />
Via Domenico Burchiello, 105 - FIRENZE - Tel. 055 223651 - 055 229489<br />
Cell. 335 7575821 - 331 1611553 - info@matteopecchioli.com - www. matteopecchioli.com<br />
<br />
67
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Francesco Perna<br />
<br />
Pankaj, 2010, foto <strong>di</strong>gitale<br />
Francesco Perna nasce a <strong>Fiesole</strong> il 16 agosto<br />
del 1943. Ancora bambino, inizia a fotografare<br />
sotto la guida del padre anch’egli amante<br />
della fotografia. Da allora, l’osservazione<br />
del mondo attraverso l’obbiettivo <strong>di</strong>venta una costante,<br />
sia negli anni del liceo e dell’università sia nella<br />
fase della vita in cui sopraggiungono i suoi impegni<br />
<strong>di</strong> lavoro come farmacista. Nel 1979 frequenta la<br />
Scuola Tecnico-Cinematografica <strong>di</strong> Firenze <strong>di</strong>retta dal<br />
professore Vittorio Sorani e ne <strong>di</strong>viene in seguito insegnante<br />
<strong>di</strong> Chimica Fotografica. Le sue immagini rivelano<br />
quanto sia profonda l’attenzione per la gente e<br />
quanto la sensibilità <strong>di</strong> cui è dotato gli permetta <strong>di</strong><br />
mettere ovunque a fuoco, pur nella <strong>di</strong>versità dei luoghi<br />
e delle realtà sociali ed economiche incontrate, le<br />
situazioni umane.<br />
Via A. Gramsci 53 - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Tel. 055 59214 - 335 5334454 - info@farmaciaperna.it<br />
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<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Francesco Perna<br />
Pellegrinaggio, 2010, foto <strong>di</strong>gitale<br />
<br />
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<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Gaetano Petrioli<br />
<br />
Le Gualchiere, 2011, olio su compensato cm. 50x70<br />
Gaetano Petrioli nasce a Pelago e vive a Molino<br />
del Piano, in provincia <strong>di</strong> Firenze. Da<br />
sempre appassionato <strong>di</strong> pittura, inizia a<br />
<strong>di</strong>pingere come auto<strong>di</strong>datta e in seguito<br />
approfon<strong>di</strong>sce le sue conoscenze pittoriche con la<br />
frequentazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> specializzazione. Ha partecipato<br />
a numerose estemporanee e rassegne collettive.<br />
Espone con successo dai primi anni Duemila ed<br />
è stato più volte segnalato in premi nazionali <strong>di</strong> pittura.<br />
Nei suoi quadri è protagonista assoluta la natura:<br />
osservandoli, si ha l’impressione <strong>di</strong> poter entrare<br />
dentro i paesaggi intrisi <strong>di</strong> luce da cui traspare il suo<br />
amore per la campagna. Qualunque siano i soggetti<br />
rappresentati, dai campi solcati da vigne colorate a<br />
spiagge che si <strong>di</strong>leguano all’orizzonte, dai riflessi<br />
della neve in un bosco a quelli <strong>di</strong> un castello sulle<br />
acque del fiume, il paesaggio resta quello tipico toscano<br />
e si <strong>di</strong>lata nella percezione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> spazi,<br />
sempre bagnati da una luce che spinge lo sguardo<br />
verso l’infinito. Ogni inquadratura <strong>di</strong>viene una finestra<br />
aperta su luoghi che possiamo riconoscere e che<br />
allo stesso tempo assumono l’incanto <strong>di</strong> una visione<br />
idealizzante. La schiettezza delle immagini e la loro<br />
aderenza al vero sono arricchite da un’atmosfera<br />
che le rende vicine ad uno sguardo intimista più che<br />
realista.<br />
Piazza Don Milani 2 - Molino del Piano (FI)<br />
Tel. 055 8317787 - 339 5600283 - g.petrioli@alice.it<br />
70
Matteo Piccar<strong>di</strong><br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Nasce a Firenze nel 1977. Dopo la maturità<br />
classica, si iscrive alla facoltà <strong>di</strong> Architettura<br />
e dal 2002, seguendo il suo istinto,<br />
dopo sofferta e approfon<strong>di</strong>ta ricerca interiore,<br />
de<strong>di</strong>ca tutto se stesso, la sua sensibilità, in<strong>di</strong>rizzando<br />
la sua energia nella lavorazione della materia<br />
cercando <strong>di</strong> tirare fuori da essa la sua riflessione, la<br />
sua anima. Si trasferisce a Carrara presso l‘Atelier<br />
Arco Arte per apprendere le tecniche della lavorazione<br />
del marmo e della pietra e, sempre a Carrara,<br />
frequenta l‘Accademia delle Belle Arti per affinare<br />
metodo e conoscenza della materia. Nel 2003 inizia<br />
a mostrare i suoi lavori alla Kent‘s Art Gallery <strong>di</strong> Firenze<br />
e nello stesso anno è ospite presso la Antonaccio<br />
Fine Arts a Boone nel North Carolina (USA). Nel<br />
2004 è <strong>di</strong> nuovo a Firenze in una collettiva alla Galleria<br />
Tornabuoni, mentre nel 2006 riceve il premio speciale<br />
migliore statua in alabastro al concorso Emarte<br />
a Livorno. Nel 2007 presenta le sue opere prima al<br />
Museo del Tulle a Panicale (Perugia) e successivamente<br />
nella Galleria Comunale Le Logge ad Assisi.<br />
Nel 2008 ha l‘opportunità <strong>di</strong> esporre i suoi lavori<br />
nell‘Atrium della Commissione Europea a Bruxelles e<br />
dal 2009 partecipa a varie mostre collettive a <strong>Fiesole</strong><br />
e a Firenze, come le collettive Gli artisti Fiesolani per<br />
la festa della donna al Palazzo del Municipio e Umanexximo<br />
rassegna d‘arte giovane a Firenze presso<br />
l‘Istituto degl‘Innocenti. Nel 2011 tiene una personale<br />
nello stu<strong>di</strong>o dentistico Longo Bellesi (via Scipione<br />
Ammirato, 11) a Firenze.<br />
Testa <strong>di</strong> marmo, 2008, marmo statuario<br />
cm. 40x25x10<br />
Montebeni - <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Cell. 333 1415547<br />
<br />
71
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Matteo Piccar<strong>di</strong><br />
Forma, 2007, marmo, cm. 45x20<br />
Le sue statue nascono da un approccio alla scultura<br />
che deriva dal metodo <strong>di</strong> lavoro che ha scelto: quello<br />
dell‘intaglio <strong>di</strong>retto. Una tecnica che consiste nello<br />
scolpire <strong>di</strong>rettamente sul blocco <strong>di</strong> pietra senza stu<strong>di</strong><br />
preliminari o bozzetti <strong>di</strong> riferimento ma semplicemente<br />
ascoltando se stessi e la pietra. Statue <strong>di</strong> marmo e<br />
alabastro che nascono dall’incontro fra l’uomo e la<br />
pietra, fra le emozioni <strong>di</strong> un’anima e la durezza della<br />
roccia. Un rapporto fra opposti la cui sintesi è la statua.<br />
Un incontro - scontro che rappresenta la severa arte<br />
dello scolpire. Le tempeste dell’anima si infrangono<br />
sulle dure pareti <strong>di</strong> pietra fino a che, colpo dopo colpo,<br />
prendono forma e carattere. Da quando lo sguardo<br />
dell’anima si posa su un pezzo scegliendolo, comincia<br />
la lenta nascita <strong>di</strong> una statua. Allora inizia la ricerca <strong>di</strong><br />
linee e volumi per una sintesi equilibrata fra lo spazio<br />
occupato e i volumi usati per occuparlo. Quello che si<br />
trova è la statua. Perde d’importanza l’aspetto figurativo<br />
lasciato a suggestioni <strong>di</strong> profili umani o animali.<br />
Assume valore, invece, la <strong>di</strong>mensione spirituale evocata<br />
dal pezzo che per necessità <strong>di</strong> sua natura è destinato<br />
a ricoprire una funzione simbolistica, <strong>di</strong> raccoglimento,<br />
<strong>di</strong> identificazione. Statue <strong>di</strong> questo tempo<br />
nella materia <strong>di</strong> ogni tempo. Statue nella pietra.<br />
72
Ros<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Senza titolo, 2010, tecnica mista su tela, cm. 100x70<br />
Cell. 328 6144141<br />
www.ros-art.net<br />
Ros: nasce, vive e lavora a Firenze.<br />
<br />
73
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
<br />
Ros<br />
Senza titolo, tecnica mista su tela, cm. 100x110<br />
74
Massimo Sanfilippo<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Tuffo olimpionico, <strong>2013</strong>, legno <strong>di</strong> ulivo, cm. 30x15<br />
Massimo Sanfilippo (1931) me<strong>di</strong>co pe<strong>di</strong>atra,<br />
appassionato fin da ragazzo <strong>di</strong> fotografia<br />
e <strong>di</strong> arti figurative, ha partecipato<br />
alle mostre biennali dei me<strong>di</strong>ci pittori<br />
esponendo, fin dall’inizio, con pitture, <strong>di</strong>segni e sculture<br />
in legno <strong>di</strong> ulivo, pietra e marmo. Ultimamente<br />
Via del Bargellino 5/a - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
sanmax31@alice.it<br />
pre<strong>di</strong>lige la scultura, in cui è impegnato nella ricerca<br />
<strong>di</strong> un linguaggio sempre più essenziale. Tra le mostre<br />
a cui ha preso parte, si segnala la collettiva <strong>Artisti</strong> per<br />
il 2000 (<strong>di</strong>cembre ’99 - gennaio 2000) presso l’ex<br />
Convento del Carmine a Firenze.<br />
<br />
75
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Paolo Sorbi<br />
<br />
Paolo Sorbi (<strong>Fiesole</strong>, 1948) si de<strong>di</strong>ca alla pittura<br />
dagli inizi <strong>degli</strong> anni Settanta. Dal 1978 ad<br />
oggi, ha esposto in <strong>di</strong>verse mostre personali<br />
e collettive, ottenendo numerosi successi e<br />
riconoscimenti. Le sue opere si trovano in collezioni<br />
private in Italia e all’estero. In passato ha fatto parte<br />
del gruppo pittori <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> Il Tassello e attualmente<br />
è iscritto all’Associazione <strong>Artisti</strong> Fiesolani. È segnalato<br />
nel Catalogo d’Arte Comanducci (1980) ed Elite<br />
(anni 1992/2008). Di lui hanno scritto La Nazione,<br />
Paese Sera, Pan Arte, Galleria Veneta, Pegaso, La<br />
Zattera, Arte Manciano.<br />
Il <strong>di</strong>scorso pittorico <strong>di</strong> Paolo Sorbi, si evidenzia per<br />
sensibilità e onestà <strong>di</strong> sentimenti, per poesia pura, un<br />
<strong>di</strong>scorso fedele al vero, un serio impegno. Nei suoi<br />
quadri serene immagini in vari luoghi e tempi, sono<br />
opere genuine, che presentano una chiara visione<br />
del mondo in cui vive, in cui spera, in cui sinceramenre<br />
crede.<br />
Carmen Martinelli<br />
tratto da: Paese Sera<br />
L’osservazione delle opere <strong>di</strong> Sorbi, ci autorizza a ritenere<br />
che il pittore (fiesolano) ha inteso e interpretato<br />
la problematica dell’impressionismo e la tematica<br />
dei Macchiaioli e non può, per logica, esser <strong>di</strong>versamente<br />
tenuto conto della matrice delle sue origini,<br />
dell’ambiente artistico e naturalistico nel quale si è<br />
formato e nel quale opera. I suoi paesaggi sono carichi<br />
<strong>di</strong> contenuti, interessanti per la mobilità del colore<br />
tonale, per l’impostazione classica, vivificata da<br />
Scorcio <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong>, 1999, olio su tavola, cm. 20x30<br />
rapporti e da tensioni <strong>di</strong> una tutta particolare <strong>di</strong>namicità<br />
e comunicativa.<br />
Violante Barni<br />
tratto da: Catalogo Comanducci 1980<br />
Via Faentina, 146/A - 50014 <strong>Fiesole</strong> (FI)<br />
Tel. 055 541175 - paolo.sorbi@alice.it<br />
76
Emanuele Teobaldelli<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Siena, 2011, stampa su carta seta, tecnica fotomosaico, cm. 90x130<br />
Con la passione per la pittura e l’architettura,<br />
si avvicina alla fotografia per curiosità. Pre<strong>di</strong>lige<br />
foto artistiche <strong>di</strong> architettura moderna<br />
passando da quelle <strong>di</strong> scena a quelle <strong>di</strong> paesaggi<br />
in formato panoramico. Attento alle nuove tecniche<br />
<strong>di</strong> fotografia <strong>di</strong>gitale usate come mezzo, ha<br />
esperienza nei servizi fotografici matrimoniali con<br />
particolare attenzione all’espressività e all’unicità del<br />
momento. Tagli, linee, colori, atmosfere, sensazioni e<br />
profumi sono le caratteristiche che <strong>di</strong>stinguono la fotografia<br />
<strong>di</strong> Emanuele Teobaldelli. Ogni fotografia realizzata<br />
corrisponde perfettamente a ciò che prova il<br />
fotografo mentre scatta, facendo capire a chi guarda<br />
ciò che la natura, i paesaggi e le architetture hanno<br />
da <strong>di</strong>re. I lavori realizzati dal fotografo fiorentino nascondono<br />
una ricerca accurata nella loro realizzazione:<br />
si tratta <strong>di</strong> fotomosaici. Il fotomosaico dona risalto<br />
all’immagine e dà la possibilità a chi guarda <strong>di</strong> sentir<br />
nascere sensazioni ed emozioni <strong>di</strong>verse che, in qualche<br />
modo, <strong>di</strong>vengono proprie. Al contempo, questo<br />
tipo <strong>di</strong> rielaborazione dello scatto ci fa pensare ad una<br />
fiaba, permettendoci <strong>di</strong> evadere un pò dalla realtà.<br />
teo@emanueleteobaldelli.it<br />
www.emanueleteobaldelli.it<br />
<br />
77
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Loretta Zagli<br />
<br />
La voce del mare, 2000, terracotta patinata, cm. 23x26x13<br />
Loretta Zagli nasce a Firenze nel 1942. Pur<br />
<strong>di</strong>mostrando, fin dalle prime scuole dell’obbligo,<br />
un’innata inclinazione per il <strong>di</strong>segno e<br />
per il colore, si de<strong>di</strong>ca agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo tecnico-amministrativo<br />
per motivi familiari, anche se non<br />
tralascia la sua vocazione per la pittura <strong>di</strong>pingendo<br />
soprattutto ritratti per amici e familiari. Nei primi<br />
anni Settanta, dopo il matrimonio, può finalmente<br />
dare seguito alla sua passione per l’arte frequentando<br />
per cinque anni i corsi <strong>di</strong> cultura artistica e pittura<br />
tenuti dalla professoressa Edvige Poggi presso l’Istituto<br />
Francese Martenot <strong>di</strong> Firenze. È in quest’ambiente<br />
culturale che ha modo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are gli esempi<br />
dei gran<strong>di</strong> artisti del Novecento, cubisti e futuristi in<br />
particolare, approfondendo la conoscenza delle tematiche<br />
relative alla scomposizione del movimento e<br />
al <strong>di</strong>namismo della figura. Agli inizi <strong>degli</strong> anni Ottanta,<br />
frequenta l’Accademia del Nudo e altri corsi <strong>di</strong><br />
pittura tenuti presso Università dell’Età Libera dai<br />
professori Colacicchi e Bugatti che la stimolano alla<br />
Via <strong>di</strong> Caselline 813/G - 50036 Caselline <strong>di</strong> Vaglia (FI)<br />
Tel. 055 405122<br />
78
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Loretta Zagli<br />
I saggi, 2003, terracotta patinata, cm. 40x20<br />
Mugello, 2005, terracotta patinata, cm. 36x33x12<br />
ricerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse forme e maniere espressive. In questi<br />
anni l’esigenza della “matericità” la spinge a compiere<br />
il passaggio dalla pittura al modellato.<br />
Sempre presso l’UEL frequenta i corsi tenuti dal professore<br />
Antonio <strong>di</strong> Tommaso, che si riveleranno basilari<br />
sotto il profilo artistico, facendola entrare, sempre<br />
più convintamente, nella sfera della “creta” e<br />
nell’apprezzamento della scultura. In questa nuova<br />
realtà riesce ad esprimere al meglio le sue pulsioni,<br />
filtrando e trasponendo le conoscenze dei classici e<br />
dei moderni. Dagli anni Novanta ad oggi partecipa,<br />
invitata, a <strong>di</strong>verse mostre collettive a Firenze ( SAP<br />
A.I.C.S, Galleria Via Larga, Palazzo Cocchi-Serristori)<br />
e Livorno (Fortezza Nuova e Bottini dell’olio). Nel<br />
2007 entra a far parte della Società <strong>di</strong> Belle Arti - Circolo<br />
<strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> - Casa <strong>di</strong> Dante, dove ha esposto<br />
con una personale e tre colletive.<br />
<br />
79
Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> febbraio <strong>2013</strong><br />
presso la Nova Arti Grafiche<br />
Via Cavalcanti, 9/D - 50058 Signa (FI)<br />
Tel. 055 8734952 - Fax 055 875713<br />
www.novaartigrafiche.it
L’<strong>Annuario</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> si propone <strong>di</strong><br />
compen<strong>di</strong>are le tante anime <strong>di</strong> questo<br />
territorio attraverso l’attività <strong>di</strong><br />
quanti, con linguaggi ed esiti evidentemente<br />
<strong>di</strong>versi l’uno dall’altro, contribuiscono<br />
a rendere vivo e <strong>di</strong>namico lo scenario artistico<br />
locale. È su queste premesse che si fonda la<br />
scelta <strong>di</strong> inserire nel volume registri espressivi<br />
che spaziano dalla tra<strong>di</strong>zionale figurazione alle<br />
ricerche astratte e concettuali, dalla pittura alla<br />
scultura, dalla fotografia al design e alla moda,<br />
con l’intento <strong>di</strong> fare della varietà una componente<br />
imprescin<strong>di</strong>bile per raccontare il polimorfismo<br />
culturale della città e del suo circondario.<br />
d<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> ARTISTI <strong>di</strong> FIESOLe <strong>2013</strong> <strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> ARTISTI <strong>di</strong> FIESOLe <strong>2013</strong> <strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> ARTISTI <strong>di</strong> FIESOLe <strong>2013</strong><br />
ISBN 978-88-6039-279-4<br />
E 15,00 (IVA inclusa)