Artisti di Pistoia e del suo territorio
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Adriano Veldorale<br />
artisti <strong>di</strong> pistoia e <strong>del</strong> <strong>suo</strong> <strong>territorio</strong><br />
Via Ombrone 6/2, Quarrata (Pt) - Cell. 347 6960982<br />
adriano.veldorale@libero.it - www.adrianoveldorale.com<br />
Nasce a <strong>Pistoia</strong> il 17/01/1976. Poliedrico artista<br />
auto<strong>di</strong>datta, all’età <strong>di</strong> venti anni comincia a<br />
costruire la sua espressione artistica, spaziando<br />
in più campi, mettendosi a confronto con musica,<br />
fotografia, poesia, pittura e scultura. La sua è una<br />
continua ricerca stilistica, che sperimenta l’accostamento<br />
cromatico e semantico <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong>versi<br />
come marmo, acciaio, legno, terracotta, resina, ecc.<br />
Come scultore, ha iniziato a promuovere la sua arte<br />
dal 2011, con esposizioni personali e collettive <strong>del</strong>le<br />
sue opere nel <strong>territorio</strong> pistoiese. Alla fine <strong>del</strong> 2012<br />
partecipa al progetto Artistar, che lo porta in mostra<br />
al N.O.A. <strong>di</strong> Milano. Nel 2013 entra a far parte<br />
<strong>del</strong>l’Associazione Culturale EstrArte, fondata dal pittore<br />
Marcello Meucci e dal critico d’arte Andrea Bolognesi.<br />
Nello stesso anno l’opera Niqab viene selezionata<br />
per partecipare alla rassegna <strong>di</strong> Arte<br />
Contemporanea “Femminile plurale”, tenutasi nel<br />
Castello <strong>del</strong>la Contessa A<strong>del</strong>aide a Susa (To): l’opera<br />
è inserita nella sezione “La riservatezza che si deve al<br />
dolore”, mostra nella mostra de<strong>di</strong>cata alle donne<br />
che subiscono violenza.<br />
Coesistenza (in memoria <strong>del</strong>l’11 settembre 2001),<br />
2001, marmo <strong>di</strong> Carrara, ulivo, acciaio, cm. 35x30x37<br />
“Se si volesse co<strong>di</strong>ficare l’attività artistica <strong>di</strong> Adriano<br />
Veldorale in una semplice espressione, si dovrebbe<br />
parlare <strong>di</strong> arte <strong>di</strong> riscatto e <strong>di</strong> liberazione da una con<strong>di</strong>zione<br />
umana oppressiva e limitante.<br />
Le sue opere, frutto <strong>di</strong> una sofferta e maturata presa<br />
<strong>di</strong> coscienza <strong>del</strong>le infinite possibilità espressive e comunicative<br />
<strong>del</strong>l’arte, <strong>di</strong>ventano graffianti testimonianze<br />
<strong>del</strong>la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> far emergere una personalità<br />
sensibile ai temi più profon<strong>di</strong> <strong>del</strong> vivere, ma rimasta a<br />
lungo soffocata dalle attività <strong>del</strong> quoti<strong>di</strong>ano e relegata<br />
in una posizione nascosta e inaccessibile.<br />
Per questo la sua attività nasce come “urlo che stride”<br />
per riven<strong>di</strong>care tutte quelle emozioni, sentimenti<br />
e idee, che per troppo tempo sono rimaste nascoste<br />
sotto l’apparenza <strong>di</strong> un vivere usuale e talvolta mortificante,<br />
ma <strong>di</strong>venta anche “frammento <strong>di</strong> luce” per<br />
guidare l’artista verso nuove conquiste e nuove esperienze<br />
artistiche e umane”.<br />
Andrea Bolognesi<br />
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