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Artisti del Chianti

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CATERINA PACENTI<br />

ARTISTI<br />

DEL<br />

Chi a nti


CATERINA PACENTI<br />

ARTISTI<br />

<strong>del</strong><br />

Chi a nti


COLLANA<br />

<strong>Artisti</strong> in Toscana<br />

13<br />

Diretta da<br />

FABRIZIO BORGHINI<br />

Ha collaborato alla realizzazione di questo volume<br />

Lucia Raveggi<br />

Con il contributo di<br />

Villa<br />

Gisella<br />

FIRENZE<br />

Con il patrocinio<br />

COMUNE<br />

di Greve<br />

IN CHIANTI<br />

Il volume è realizzato da<br />

Iª edizione ottobre 2014<br />

ISBN 978-88-6039-330-2<br />

Tutti i diritti riservati<br />

© Copyright Associazione Toscana Cultura<br />

e Masso <strong>del</strong>le Fate Edizioni<br />

Masso <strong>del</strong>le Fate Edizioni<br />

Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI)<br />

www.masso<strong>del</strong>lefate.it<br />

Finito di stampare nel mese di ottobre 2014<br />

presso la Nova Arti Grafiche<br />

Via Cavalcanti, 9/D - 50058 Signa (FI)<br />

www.novaartigrafiche.it<br />

In copertina: Il borgo di Montefioralle (foto Caterina Pacenti)<br />

Nel retro di copertina: Badia a Passignano


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

PREFAZIONE<br />

Questo libro nasce dalla volontà di portare<br />

alla luce e far conoscere le personalità<br />

artistiche presenti nell’area<br />

geografica che si estende per molti<br />

chilometri attraverso alcune <strong>del</strong>le campagne più<br />

belle d’Italia: il <strong>Chianti</strong>. Territorio di antica memoria<br />

e ricco di storia, luogo di vacanza e di ritiro, ma<br />

soprattutto di duro lavoro, strettamente connesso<br />

con la terra e nel rispetto <strong>del</strong>la natura che ne<br />

costituisce la più grande risorsa.<br />

Tra i filari di viti e gli oliveti è facile scorgere opere<br />

di estrema raffinatezza, qualità, significato, devozione;<br />

quasi che la natura rigogliosa circostante<br />

fornisca linfa all’uomo che si confronta con essa,<br />

più o meno consapevolmente, attraverso l’arte.<br />

Abbazie, ville, chiese, borghi, strade, tabernacoli<br />

costellano infatti queste terre dove a volte il tempo<br />

sembra essersi fermato; questo senso di sospensione<br />

fra il passato ed il futuro rende il presente<br />

di questi luoghi ricco di fascino e di bellezza.<br />

Le mani ed il genio <strong>del</strong>l’uomo si intersecano e si<br />

incontrano nella produzione artigianale e artistica,<br />

che nel silenzio e nella pace <strong>del</strong>le campagne, trova<br />

terreno fertile, raggiungendo in diversi campi<br />

risultati significativi e d’eccellenza.<br />

È così che in questo libro vengono ad essere illustrati,<br />

presentati, raccontati gli artisti, il loro legame<br />

con il territorio, le loro storie di vita e di arte,<br />

nella loro varietà ed eterogeneità che ne costituisce<br />

il tratto più interessante e significativo. C’è<br />

chi si rivolge alla grande tradizione italiana, fiorentina<br />

e locale, al glorioso passato, trovando in questo<br />

l’ispirazione, le forme, i significati, o recuperandone<br />

gli aspetti generali, chi invece si rivolge al<br />

presente, al contemporaneo, attraverso un linguaggio<br />

che possa essere riconosciuto a livello<br />

internazionale e globale, fatto dei valori, <strong>del</strong>le forme<br />

e dei significati <strong>del</strong>la contemporaneità; ognuno<br />

tuttavia secondo un personalissimo e soggettivo<br />

percorso artistico e un proprio linguaggio<br />

definito o che si va definendo.<br />

Le personalità artistiche che emergono nel <strong>Chianti</strong><br />

sono numerose e diversificate e dimostrano<br />

una certa volontà di estendere il proprio raggio di<br />

comunicazione, di sperimentare e conoscere<br />

nuove modalità, tecniche e forme di espressione.<br />

Una tendenza alla sperimentazione è infatti tratto<br />

caratteristico, ad oggi, degli artisti legati a questo<br />

territorio che con coraggio, nella Toscana <strong>del</strong>la<br />

grande e gloriosa tradizione Rinascimentale e artistica<br />

in generale, apportano nuovi stimoli e offrono<br />

nuovi spunti in nome di un rinnovamento <strong>del</strong><br />

presente, all’insegna <strong>del</strong>l’espressione e <strong>del</strong>la comunicazione,<br />

attraverso l’arte.<br />

Caterina Pacenti


Ristorante<br />

Il BattibeccO<br />

Via Vittorio Veneto, 38 - 50023 Impruneta (FI) - Tel. 055 2313820<br />

www.ilbattibecco.it - info@ilbattibecco.it<br />

Dal giorno <strong>del</strong>la sua inaugurazione, Il Battibecco ha proposto in maniera<br />

continuativa mostre d’arte ospitando importanti maestri contemporanei<br />

come Luca Alinari, Giovanni Maranghi, Giuliano Ghelli, Anna Di Volo, Silvestro<br />

Pistolesi, Romano Stefanelli, Danilo Fusi, Paolo Staccioli, Eugenio Riotto,<br />

Mariella Valori, Carlo Testi, Marco Boni, Alessandro Facchini, Francesco Nesi.


alessandro andreuccetti<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Big red tree in my countryard, 2013, acrilici e carta su forex,<br />

cm. 40x50<br />

Alessandro Andreuccetti nasce a San Gimignano,<br />

Italia, nel 1955. Studia arte e architettura<br />

a Firenze quindi inizia il suo lavoro nel<br />

1980. Attraverso i suoi lavori cerca di analizzare e<br />

rappresentare la vita che lo circonda o che passa lui<br />

vicino, sfiorandolo appena. I suoi soggetti preferiti<br />

sono le figure umane immerse nel loro mondo, colte,<br />

cioè, in pose e atteggiamenti che ne individuano<br />

lo stato d’animo e suggeriscono la loro personalità.<br />

Ciò che interessa lui maggiormente è scoprire le relazioni<br />

tra forme e colori che si evidenziano dall’osservazione<br />

attenta <strong>del</strong>la realtà e tutto questo si<br />

estrinseca in una rappresentazione strettamente<br />

personale <strong>del</strong>l’oggetto. Mediante il filtro dei suoi lavori<br />

gli osservatori possono pertanto cogliere il punto<br />

di vista suo personale, ma sono anche liberi di interpretare<br />

il soggetto a loro piacimento, partecipando<br />

così alla ri-creazione ideale <strong>del</strong>l’opera. In definitiva<br />

con i suoi colori, i suoi disegni, le forme che dipinge<br />

suggerisce una possibile interpretazione <strong>del</strong>la realtà,<br />

la sua, ma il caso rimane aperto alle infinite possibilità<br />

<strong>del</strong>l’esperienza personale di ciascuno.<br />

Cipressi nella luce calda <strong>del</strong> pomeriggio, 2013, acrilici su tela,<br />

cm. 50x50<br />

Le idee<br />

Ogni dipinto ha una sua storia e una sua personale<br />

gestazione. Tutto può contribuire alla scintilla iniziale,<br />

una foto, una frase, una musica. Prima di iniziare<br />

Alessandro passa molto tempo pensando al design<br />

generale <strong>del</strong>la nuova tavola, agli schemi di colori da<br />

utilizzare, a cosa mettere in evidenza e cosa lasciare<br />

in secondo piano. Generalmente prende molti appunti,<br />

fa schizzi, prova dei colori, ombreggiature,<br />

scompone il soggetto in porzioni che poi ricompone<br />

diversamente, schematizza varie soluzioni compositive.<br />

Tutto questo processo può durare giorni oppure<br />

settimane però quando è il momento di dipingere<br />

il lavoro viene giù filato senza ripensamenti.<br />

I materiali<br />

Opere su carta. Utilizza gli acquarelli sulla carta fatta<br />

a mano con stracci di cotone, è una carta bellissima,<br />

importata dall’India, pesante e rugosa, con una sua<br />

forte personalità che richiede molta attenzione ed<br />

esperienza per padroneggiarla.<br />

Opere su tela. Gli acrilici permettono lui di lavorare<br />

in maniera analoga agli acquarelli su superfici diverse<br />

dalla carta e garantiscono lui grande libertà<br />

espressiva.<br />

ART STUDIO Compagnia degli <strong>Artisti</strong> - Via Piandornella, 1 - 53037 San Gimignano (SI)<br />

Cell. +39 345 0656198 - aandreuccetti@gmail.com - www.andreuccettiart.it - Cell. +39 392 7890328<br />

5


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

alessandro andreuccetti<br />

Bosco e sottobosco, 2013, acrilici su carta, cm. 70x70<br />

6


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Art Studio - Compagnia degli <strong>Artisti</strong><br />

L’Art Studio nasce per l’esigenza e la volontà di alcuni artisti di San Gimignano (SI) di condividere esperienze<br />

artistiche all’interno di un contenitore comune che sia in grado di funzionare sia da laboratorio d’arti<br />

varie che da vera e propria importante sala espositiva, aperta anche agli artisti che vogliono intraprendere<br />

un percorso espositivo in collaborazione con lo studio.<br />

Da queste premesse si è sviluppata l’attività <strong>del</strong>lo Studio che, con la stretta collaborazione <strong>del</strong>l’Associazione<br />

“Il Cenacolo”, ha promosso numerose iniziative di carattere artistico, caratterizzandosi come un punto<br />

di riferimento per tutti coloro che vogliono fare Arte e anche per tutti coloro che, pur non essendo artisti,<br />

vogliono semplicemente tenersi aggiornati sulle tendenze artistiche nella nostra terra.<br />

L’Art Studio - Compagnia degli <strong>Artisti</strong> si trova in via di Piandornella n°1/d a pochi passi dalla via San Giovanni,<br />

arteria principale <strong>del</strong>la città di San Gimignano lungo la quale sfilano giornalmente migliaia di persone<br />

provenienti da tutto il mondo, tutte curiose <strong>del</strong>la nostra cultura e desiderose di approfondire la nostra arte.<br />

Aperto tutti i giorni, festivi compresi, sia la mattina che il pomeriggio, l’Art Studio ha un recapito telefonico<br />

per qualsiasi informazione (+39) 3450656198 e un gruppo su Facebook denominato proprio ART STUDIO<br />

COMPAGNIA DEGLI ARTISTI.<br />

7


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Arturo Badii<br />

Ho perso la testa, 2013, ferro (forgiatura), h cm. 20<br />

Artigiano e scultore, lavora il ferro dal 1966,<br />

ora in pensione coltiva la sua passione per la<br />

creazione di oggetti artistici. Partecipa ad alcune<br />

manifestazioni come il campionato <strong>del</strong> mondo<br />

di forgiatura a Stia. Ha esposto le sue opere, in occasione<br />

<strong>del</strong>l’anniversario <strong>del</strong>la costituzione <strong>del</strong>la Camera<br />

<strong>del</strong> Lavoro, nella sede CGIL di Borgo dei Greci<br />

e ha dato dimostrazioni di forgiatura presso il Museo<br />

di Levens (Nizza) in occasione <strong>del</strong>la festa medioevale.<br />

Nel 2010 tiene una personale presso il Museo d’arte<br />

Sacra di San Francesco a Greve in <strong>Chianti</strong>, partecipa<br />

poi alla mostra <strong>del</strong> CNA di San Casciano Val di<br />

Pesa I frutti <strong>del</strong>le mani ed espone nel 2013 in occasione<br />

di una mostra organizzata dall’Associazione<br />

Art Art all’Impruneta.<br />

Le sue opere più significative sono: Dio Vulcano a<br />

forgiare, L’olivo, La Vite, Ramo di quercia, La colomba,<br />

L’airone, Pensieri e la copertura con foglie<br />

<strong>del</strong> Tempietto <strong>del</strong> giardino di una famosa villa nel<br />

<strong>Chianti</strong>.<br />

Spera in un futuro di poter collocare le sue opere in<br />

uno spazio espositivo dove possano essere ammirate.<br />

Dio Vulcano a forgiare, 2011, lamiera a sbalzo e<br />

ferro forgiato, h cm. 180<br />

Cestino ricci e castagne, 2008, ferro (sbalzo, forgiatura e fiamma ossidrica),<br />

h cm. 12<br />

Loc. Casole 15 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

Cell. +39 347 3913626 - arturobadii@alice.it - www.arturobadii.it<br />

8


Martino Balestreri<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Martino Balestreri è nato a Cremona nel<br />

1963, vive e lavora come fotografo a Radda<br />

in <strong>Chianti</strong>. Le creazioni di Martino Balestreri<br />

sono sia emotive che tecnicamente ammirevoli<br />

e perfette. Sembra che la macchina<br />

fotografica nelle sue mani sia un set di pennelli usati<br />

con maestria per catturare la bellezza e lo spettacolare<br />

gioco di luci, ombre e colore. La sua percezione<br />

di ciò che ci circonda abbraccia diversi<br />

soggetti e tecniche fotografiche. Tutte le sue immagini,<br />

siano esse paesaggi, nature morte o astratti in<br />

natura, offrono una personalissima visione, catturando<br />

bellezza e mistero di ciò che lui vede. Le sue<br />

opere accentuano il tocco pittorico: con accuratezza<br />

ed eleganza nella composizione e lo studio <strong>del</strong>la<br />

luce, riesce a dar vita e forma a soggetti altrimenti<br />

banali. Un altro aspetto che colpisce, guardando le<br />

sue fotografie, è inquietudine, quasi un disagio esistenziale.<br />

Paula Grenside<br />

Levitazione, 2011, fotografia stampa Fine Art, cm. 50x50<br />

Martino Balestreri Fotografo - Chiasso dei Portici, 8H - 53017 Radda in <strong>Chianti</strong> (SI)<br />

Tel. +39 0577 738914 - info@martinobalestreri.it - www.martinobalestreri.com<br />

9


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Martino Balestreri<br />

Giallo Mascagni, 2012, fotografia stampa Fine Art, cm. 60x40<br />

Cesto d’Autunno, 2012, fotografia stampa Fine Art, cm. 60x40<br />

10


Gianni Bandinelli<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Luci e ombre, 2011, tecnica mista, cm. 100x100<br />

Gianni Bandinelli nasce a Greve in <strong>Chianti</strong> nel<br />

1959.<br />

Amante <strong>del</strong>l’arte fin da bambino, inizia la sua<br />

formazione artistica frequentando corsi per amatori.<br />

La formazione prosegue poi con Laura Ciaccheri,<br />

che lo avvicina alla pittura “steineriana”. Quindi la<br />

frequenza <strong>del</strong>lo studio <strong>del</strong> maestro scultore Marcello<br />

Guasti; simultaneamente iniziata a studiare pittura<br />

alla Scuola d’arte di Firenze, da Grazia Carovani, con<br />

il metodo <strong>del</strong>la scuola francese “Martenot”. Dopo<br />

alcuni anni prende un piccolo studio dove inizia ad<br />

esprimersi con tecniche a lui congeniali.<br />

La passione di Gianni per l’arte e per la scultura ha<br />

dato vita al suo “bosco d’arte”, nel quale le opere<br />

scultoree e le istallazioni - che da anni ormai vi entrano<br />

a far parte - si alternano e si manifestano contornate<br />

e celate da una bellissima e rigogliosa vegetazione.<br />

Queste dialogano con il paesaggio, con<br />

la natura circostante e fra loro in una eterogeneità<br />

che costituisce il tratto caratteristico <strong>del</strong>l’insieme e<br />

rappresenta la pluralità, la molteplicità di linguaggi<br />

espressivi possibili in arte.<br />

Orizzonte in blu, 2013, tecnica mista, cm. 80x80<br />

Orizzonti arcaici, 2012, tecnica mista, cm. 80x80<br />

Cell. +39 334 1562972<br />

giannibandinelli@libero.it - www.giannibandinelli.it<br />

11


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Gianni Bandinelli<br />

Riflesso, 2012, tecnica mista, cm. 80x80<br />

Pennellate continue ed irregolari tracciano orizzonti<br />

incerti sulla tela mentre il colore gocciolando divide,<br />

raccorda i piani e li interseca, creando forme<br />

inaspettate e superfici materiche. I colori sono<br />

quelli <strong>del</strong>la terra e <strong>del</strong> fuoco, <strong>del</strong>l’aria, <strong>del</strong> vapore e<br />

<strong>del</strong>l’acqua. Protagonista <strong>del</strong>le opere di Gianni è l’universo,<br />

nella sua complessità ed essenzialità, ma<br />

soprattutto nel mistero che lo avvolge, come misteriosi<br />

sono i meteoriti che spesso percorrono le<br />

sue tele ed i crateri che sembrano squarciarle. Il<br />

gesto pittorico ferma e lascia sospese le emozioni,<br />

le paure, le tensioni, il fascino ed il mistero di un<br />

mondo sommerso e profondo nel quale l’artista ci<br />

vuole condurre. L’opera diventa così il racconto di<br />

un mondo instabile, mutevole, suscettibile ed in<br />

divenire, colmo di fascino, dove l’uomo si perde e<br />

diventa niente nel tentativo di abbracciarlo nella<br />

sua interezza.<br />

Caterina Pacenti, 2014<br />

12


Francesco Battaglini<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Francesco Battaglini nasce a Firenze il 31 ottobre<br />

1981, comincia la sua carriera artistica nel<br />

1995, nel 2000 si diploma al Liceo <strong>Artisti</strong>co<br />

Leon Battista Alberti di Firenze sezione Accademia,<br />

dove apprende le basi <strong>del</strong>la pittura, <strong>del</strong> disegno e<br />

<strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lato.<br />

Nel 2001 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze<br />

frequentando la prima scuola di Scultura<br />

presso la cattedra dei professori Vincenzo Bianchi e<br />

Antonio Di Tommaso. Dopo i quattro anni di studi<br />

accademici, di cui uno a Carrara, specifico per la<br />

tecnica <strong>del</strong>la scultura, discute la tesi dal titolo “I Malesseri<br />

<strong>del</strong>l’uomo <strong>del</strong> Novecento” ottenendo il massimo<br />

dei voti e la lode.<br />

Negli anni successivi agli studi espone in diverse<br />

sedi fiorentine come il Museo Archeologico Nazionale<br />

ed il Palagio di Parte Guelfa.<br />

Ha preso parte alla Biennale d’arte di Firenze nel<br />

2008, ha esposto anche a Roma e Milano ed in Città<br />

<strong>del</strong> Vaticano, a San Michelle de Mourien in Francia<br />

dove ha svolto diversi simposi sul legno, e realizza,<br />

invitato in vari simposi internazionali di scultura, diverse<br />

opere monumentali tra le quali: “ADDIO” nel<br />

2001 ad Ari (CH), dedicata alla memoria di una amica<br />

scomparsa, “VENERE” nel 2008 ad Atessa (CH)<br />

e “RAPACE” nel 2011 a Travalle, Calenzano (FI),<br />

sempre nel 2011 colloca a Rufina (FI) la statua<br />

“TWO face” partecipando al progetto “Cantiere di<br />

Scultura” promosso dalla Val di Sieve e dalla Comunità<br />

Europea. Attualmente alcune opere sono esposte<br />

in Corea <strong>del</strong> Sud nelle più grandi manifestazioni<br />

<strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong>la nazione.<br />

Il lavoro di Battaglini è principalmente rivolto alla sintesi<br />

<strong>del</strong>le forme <strong>del</strong>la natura, uomini ed animali, e<br />

pensieri, cercando di plasmare la materia con le ombre,<br />

che sono a suo avviso “l’inchiostro <strong>del</strong>la materia”,<br />

lavora ogni tipo di materiale, dall’argilla “terra<br />

generatrice”, al marmo “freddo eccesso rinascimentale”,<br />

al legno “immortale elemento” ed il bronzo,<br />

“magica alchimia”, da cui nascono i suoi principali<br />

lavori, che affondano le radici per la sua natura<br />

onirica, nei miti e nelle leggende <strong>del</strong>l’Antica Grecia.<br />

Negli ultimi anni ha cominciato a lavorare anche con<br />

resine ipossidriche, realizzando oggetti di arredo<br />

per interni e complementi d’arredo per giardini o<br />

esterni, con la serie “POP-ANIMALS”.<br />

Nel 2013 partecipando all’evento ARTOUR-O il<br />

MUST vince il premio Ander 35 con una personale<br />

al Parco Nazionale Fondazione Collodi, con il quale<br />

si presenta preparando la mostra dal titolo “Un burattino<br />

tra vizi e virtù” che riscuote un buon riscontro<br />

tra critici e pubblico.<br />

Giustizia, 2014, fusione in alluminio,<br />

h cm. 40<br />

Avarizia, 2014, fusione in alluminio,<br />

h cm. 40.<br />

Cell. +39 340 5189663 - batt.francesco@gmail.com<br />

www.francescobattaglini.it - fb: Francesco Battaglini Fine Art<br />

13


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Riccardo Battigelli<br />

Riccardo Battigelli, nasce a Firenze nel 1933<br />

da famiglia di origini friulane. Studia all’Accademia<br />

di Belle Arti di Bologna e alla Facoltà<br />

di Architettura di Firenze, allievo di G. Morandi, P.<br />

Man<strong>del</strong>li, P. Manaresi, G. Michelucci e altri. Negli<br />

anni Cinquanta e Sessanta si dedica con successo<br />

alla pittura, alla scenografia e al design. Espone in<br />

Italia, Africa, Europa e USA, riscuotendo consensi<br />

fra i quali un ‘’Segnalato’’ alla Galleria Numero di<br />

Firenze nel 1954 e il Premio ’’Only Music’’ alla Iolas<br />

Number One Gallery a New York con una <strong>del</strong>le opere<br />

astratte che ha dipinto in quegli anni Only Music<br />

in the wind. Nel 1955 a Milano riceve il Premio San<br />

Fe<strong>del</strong>e, poi il Premio Comune di Casalecchio di<br />

Reno nel 1956 ed il Premio Montagnola a Bologna<br />

nel 1966.<br />

In quegli anni sposa Marisa Biolchini dalla quale ha<br />

tre figli: Alberto, scomparso dolorosamente il 25<br />

giugno 1995, Alessandro, valente medico veterinario<br />

e Andrea, guardia zoofila. Incresciose circostanze<br />

lo costringono a subire l’annullamento <strong>del</strong> matrimonio.<br />

Il doloroso evento e il distacco dai figli causano<br />

la triste interruzione <strong>del</strong>l’attività artistica; nel<br />

1967, chiude lo studio e lascia Bologna.<br />

Va in Libia dove compie alcuni lavori a Tripoli; poi<br />

tenta di accedere alla Scuola di Taliesin West di F.<br />

LL. Wright in Arizona ma, nell’impossibilità di sostenerne<br />

i costi, trova lavoro in un ranch di amici nel<br />

New Mexico. Vive intense esperienze e apprende<br />

saperi diversamente acquisibili altrove che l’aiutano<br />

a compensare il dolore <strong>del</strong> distacco familiare. Dagli<br />

inizi degli anni Settanta risiede in una fattoria in Toscana,<br />

si dedica a studi ecologici, allevamento e<br />

addestramento di cavalli finalizzati all’escursionismo<br />

didattico per attività conoscitive <strong>del</strong>la natura e<br />

dei valori <strong>del</strong> paesaggio. Sposa Wanda Falorni dalla<br />

quale nel 1974 ha il figlio Daniele che lo coadiuverà<br />

con amorosa passione, insieme alla mamma, nella<br />

gestione <strong>del</strong>l’azienda. Nel 2003, andato in pensione,<br />

cede l’intera azienda e l’attività al figlio Daniele<br />

che sposa Daniela Federici nel 2005.<br />

Dopo anni di assenza dall’attività tangibile nell’arte,<br />

rincuorato dall’affetto dei figli e dei nipoti ad onta <strong>del</strong><br />

dramma sofferto nel passato, torna a dedicarsi alla<br />

pittura riscuotendo importanti riconoscimenti, fra i<br />

Crocifissione, 1964,<br />

dipinto sul retro di<br />

una lastra di cristallo,<br />

collezione privata,<br />

cm. 50x70<br />

Crocifissione, 2005,<br />

ferro, Montaione,<br />

Chiesa di S.Pietro<br />

(Loc. La Sughera),<br />

h cm. 320<br />

quali: La Palma d’Oro per l’arte, il Premio Ambiente<br />

Italia nel 150° <strong>del</strong>l’Unità d’Italia e il conferimento <strong>del</strong>la<br />

Medaglia alla carriera nel 2011. In Svezia riceve<br />

nel 2010 il Premio Sentimenti e Sensazioni dall’Italia<br />

alla Maecenas Sverige Accademy e nel 2011 il Premio<br />

Città di Stoccolma alla Bellange Art Galerj.<br />

Nel 2012 partecipa alla Biennale di Palermo, l’anno<br />

successivo riceve il Premio Lorenzo dè Medici Il<br />

Magnifico a Firenze e vince il 1° Premio MusicArte<br />

alle Giubbe Rosse di Firenze con l’opera Music Sense<br />

<strong>del</strong> 1954. È presente alla Galleria Simultanea -<br />

Spazi d’Arte di Firenze e partecipa alla Prima Biennale<br />

2014 <strong>del</strong>la Creatività a Verona.<br />

Abitazione e Studio: Loc. Santo Stefano, 389 - 50050 Montaione (FI)<br />

Cell. +39 333 8743610 - riccardo.battigelli@tiscali.it - www.riccardobattigelli.it<br />

14


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Riccardo Battigelli<br />

Crocifissione, 2005, ferro, Montaione, Chiesa di S.Pietro (Loc. La Sughera), h cm. 320<br />

L’uomo anatomicamente perfetto, raccontato in<br />

pittura da pochi graffianti segni, diviene nella Crocifissione<br />

<strong>del</strong>la Sughera ridotto ad uno straordinario<br />

groviglio di filo di ferro. È lo stesso artista parlando<br />

<strong>del</strong>l’opera a descriverla come “composta dall’umiltà<br />

<strong>del</strong>l’impiego di un semplice materiale di scarto (il<br />

filo di ferro utilizzato nelle balle di fieno)”. È questa<br />

l’espressione che ci dà la misura <strong>del</strong>la sensibilità e<br />

<strong>del</strong>la capacità <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>l’artista che fa di un<br />

materiale assolutamente povero, come preso da<br />

quel fienile dove il Bambin Gesù nacque, un’opera<br />

assolutamente suggestiva e profondamente legata<br />

alla luce che in ogni istante modifica la percezione<br />

che <strong>del</strong>la stessa si ha.<br />

È infatti il materiale, dove più si attorciglia e si contorce,<br />

a creare le ombre, che segnano il corpo inconsistente<br />

ed immateriale <strong>del</strong> Cristo che appare<br />

come svuotato di tutto ma così forte e persistente<br />

nella sua essenzialità, nella sua essenza; quasi da<br />

non necessitare più, nella mente <strong>del</strong>l’artista, di un<br />

corpo fatto di una massa piena, di muscoli e carni,<br />

ma fatto di linee come fosse un disegno, uno schizzo<br />

tridimensionale, una sorta di apparizione; come<br />

costituito di solo spirito.<br />

L’essenziale, il ritorno alle origini, la povertà dei materiali,<br />

si fondono così in una poetica dei sentimenti<br />

e <strong>del</strong>l’uomo che trova nella semplicità e nel profondo<br />

<strong>del</strong>l’anima l’essenza. Straordinario e palpabile il<br />

coinvolgimento profondo, fino all’immedesimazione,<br />

che Battigelli racconta di aver provato realizzando<br />

l’opera; il dolore e la fatica nel torcere il materiale,<br />

piegarlo e lavorarlo, fa rivivere dentro di lui i<br />

tormenti, i dolori e le lacerazioni <strong>del</strong>la sua stessa<br />

anima. Il dramma, personale, <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>l’umanità<br />

giunge a guidare la mano <strong>del</strong>l’artista nel rappresentare<br />

il dramma <strong>del</strong>la Crocifissione.<br />

La presenza di Dio, <strong>del</strong> Divino, la si avverte nelle sue<br />

opere, non solo di soggetto sacro, ma la si avverte<br />

nella natura che è Creato prima di essere materia,<br />

nella rappresentazione <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>la sua sofferenza,<br />

negli oggetti e nei luoghi che vengono interpretati<br />

secondo quel “senso spirituale <strong>del</strong>le cose”<br />

che è proprio di Battigelli.<br />

Caterina Pacenti, 2014<br />

15


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Renzo Becucci<br />

Renzo a lavoro su cassapanca con intarsio<br />

Fin da bambino sono stato attratto da questo<br />

materiale fascinoso che è il legno, costruendo,<br />

quando potevo, giochi come carrettini e<br />

altro. Già a quattordici anni ho iniziato a lavorare da<br />

un artigiano falegname, raggiunta l’età di quindici<br />

anni mi ha messo in regola, quindi ho potuto usare i<br />

pochi macchinari che aveva e che prima di allora,<br />

giustamente, non mi faceva usare. A questo punto<br />

in casa mia c’era bisogno di un mobile ad angolo<br />

così decisi di costruirmelo da solo, la sera a fine lavoro<br />

ed il sabato. Non vi dico Mario, il mio datore di<br />

lavoro, i miei genitori, mi dicevano: «Ma cosa vuoi<br />

fare! Prima devi imparare, non puoi ancora fare un<br />

mobile da solo». Invitarono la lepre a correre, da un<br />

contadino comprai un tronco di noce già stagionato,<br />

ci feci le tavole con la sega a nastro e costruii questo<br />

mobile in stile XVII secolo da solo; venne perfetto<br />

e non volli aiuto da nessuno, era un progetto ed<br />

una questione mia, avevo quindici anni. L’anno successivo<br />

feci una credenzina sempre stile antico in<br />

noce a due ante con la parte anteriore bombata. E<br />

qui capirono come stavano le cose… A diciassette<br />

anni costruii un go-cart col motore di una vecchia<br />

Vespa 125.<br />

Dopo la credenzina realizzai un tavolo asso di coppe<br />

di olivo, in stile seicentesco e feci quattro spade intarsiate<br />

sul piano. Fui conosciuto, così mi ordinavano<br />

mobili in stile, iniziai anche a fare qualche lavo-<br />

Cell. +39 338 7397144<br />

mrsdon@libero.it<br />

16


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Renzo Becucci<br />

retto di restauro per conto mio.<br />

Fatto il militare, mi misi in proprio, circa un anno e<br />

mezzo dopo, come restauratore con successo e<br />

grandi soddisfazioni. Feci un primo corso di aggiornamento<br />

per restauro ligneo all’Istituto d’Arte a<br />

Porta Romana (FI), mi detti molto da fare per approfondire<br />

e specializzarmi in questo, conobbi altri restauratori<br />

e a volte costruivo su ordinazione <strong>del</strong>le<br />

riproduzioni in stile antico e mobili moderni particolari.<br />

Dopo tre anni mi fu proposto da una persona<br />

che aveva visto i miei restauri, ritenendoli buoni<br />

come tecnica e qualità, di lavorare per conto <strong>del</strong>la<br />

Soprintendenza di Firenze; naturalmente accettai e<br />

ci rimasi per molti anni. Lavorai al restauro <strong>del</strong> soffitto<br />

<strong>del</strong>la chiesa di San Zeno a Verona. Nel frattempo<br />

seguii un altro corso di aggiornamento per restauro,<br />

lavorai per la Soprintendenza Archeologica<br />

di Firenze per circa due anni alternando a questo il<br />

lavoro di restauro.<br />

Dopo qualche anno decisi poi di ritornare definitivamente<br />

nella mia bottega di San Casciano Val di<br />

Pesa (FI) lavorando su pezzi di alto antiquariato provenienti<br />

da diverse città, anche fuori dalla Toscana;<br />

fra i tanti ne ricordo in particolare due: una bella<br />

cassapanca in noce fiorentina <strong>del</strong>la seconda metà<br />

<strong>del</strong> XV secolo con tarsie certosine che in parte ho<br />

ricostruito e un troumeau <strong>del</strong>la prima metà <strong>del</strong> XVIII<br />

secolo con formelle di commesso fiorentino da restaurare<br />

anch’esse. Progettai e costruii in alluminio<br />

e acciaio inox una macchina per la lavorazione <strong>del</strong><br />

commesso fiorentino.<br />

Nel corso <strong>del</strong>la mia carriera di restauratore ho eseguito<br />

alcuni lavori anche fuori dal mio campo specifico;<br />

lavori di grande importanza e difficoltà, fra i<br />

quali uno a livello nazionale, realizzati con sistemi<br />

miei che, per serietà e correttezza, non posso qui<br />

Intarsio a toppo comunemente chiamato “certosino”<br />

17


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Renzo Becucci<br />

Commesso fiorentino, 1995, cm. 18x14<br />

descrivere. Ho tenuto poi una conferenza in un museo<br />

su tarsie certosine.<br />

Essendo un’ottima forchetta negli anni mi sono appassionato<br />

molto alla cucina, specializzandomi in<br />

cucina antica, in particolare medievale, rinascimentale<br />

e tradizionale, sulla base di ricerche e studi storici<br />

e approfonditi. Ho cucinato in occasione di cene<br />

medievali in piazza, ho progettato e costruito girarrosto<br />

e griglia molto particolari, che fanno la differenza<br />

in cottura. Dispongo di tegami e griglia di<br />

pietra. Faccio anche cucina a domicilio, agriturismo,<br />

feste, corsi e spiegazioni sulla storia <strong>del</strong>la cucina.<br />

Renzo Becucci<br />

18


Laura Bertuzzi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

I Quattro Elementi (particolare), 2006, colori ad olio e filati in lana su tela, cm. 25x25<br />

Laura Bertuzzi nasce a Piacenza nel 1971.<br />

Dopo aver frequentato il Liceo <strong>Artisti</strong>co Sperimentale<br />

<strong>del</strong>la sua città, si laurea presso l’Accademia<br />

di Belle Arti di Urbino nella sezione di pittura<br />

con il maestro Omar Galliani.<br />

Al suo attivo ci sono mostre personali e collettive,<br />

tra cui nel 1994 la 6° edizione europea “Arte Viva:<br />

pittura, scultura e stampa d’arte” svoltasi a Senigallia<br />

(AN), esposizione e performance riservata ai migliori<br />

giovani artisti provenienti dalle Accademie di<br />

Belle Arti italiane ed europee.<br />

Nel 1997 si specializza nel restauro <strong>del</strong>le opere d’arte,<br />

con particolare attenzione al restauro <strong>del</strong> tessile<br />

antico e contemporaneo, e per un quindicennio collabora<br />

come restauratrice ed assistente alla Scuola<br />

di Alta Formazione presso il Laboratorio di Restauro<br />

Arazzi <strong>del</strong>l’Opificio <strong>del</strong>le Pietre Dure, con sede in<br />

Palazzo Vecchio a Firenze.<br />

Al lavoro di restauratrice unisce da sempre l’attività<br />

artistico-pittorica che si esprime in opere realizzate<br />

su tela, carta e legno con soggetti naturalistici ed<br />

astratti, decorazioni murali e design d’interni.<br />

Dal 1997 vive e lavora a Greve in <strong>Chianti</strong> (FI).<br />

Nel percorso artistico di Laura la formazione figurativa<br />

classica incentrata sullo studio <strong>del</strong>la figura umana,<br />

si è evoluta negli anni divenendo poi un pretesto<br />

per lo studio dei segni e <strong>del</strong> movimento astratto. La<br />

grande passione per la sua professione di restauratrice<br />

è stata la chiave di volta che ha indirizzato la<br />

sua ricerca artistica verso un ambito inesplorato,<br />

con l’utilizzo di materiali recuperati durante le fasi di<br />

restauro, materia fortemente caratterizzata e segnata<br />

dal tempo: filati intrappolati per secoli tra arazzi<br />

e fodere, sciamiti e tessuti tra i più vari passati tra<br />

le mani di tessitori, restauratori, artisti e rimasti invisibili<br />

nei secoli, ora diventano protagonisti con le<br />

loro sembianze intrise d’umanità.<br />

(A.A.’09)<br />

Cell. +39 348 6956507 - bertuzzilaura@gmail.com - laurabertuzziarte.it<br />

fb: LAURA BERTUZZI ARTISTA<br />

19


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Laura Bertuzzi<br />

Single-Walled Carbon Nano Tube, 2013, Rosia (SI)<br />

Single-Walled Carbon Nano Tube, 2013, Rosia (SI):<br />

pittura murale in cui le linee tracciate sulle pareti richiamano<br />

la forma <strong>del</strong>l’esagono e fanno riferimento<br />

al concetto matematico di tassellatura di una<br />

superficie riconducibile al nano tubo di carbonio<br />

(grafene). Per la realizzazione sono stati usati colori<br />

all’acqua nelle sfumature <strong>del</strong> blu, giallo e verde alternati<br />

in modo diverso dalla sequenza elettromagnetica,<br />

ma in funzione <strong>del</strong>la luminosità degli spazi<br />

e <strong>del</strong>la luminosità ambientale.<br />

Single-Walled Carbon Nano Tube, 2013, Rosia (SI)<br />

20


Maurizio Biagi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Trittico, 2014, pigmenti su cotto, cm. 53x30<br />

Maurizio Biagi nasce a Uzzano. Inizia a dipingere<br />

negli anni Settanta e partecipa al<br />

2° Premio Nazionale di Pittura Scultura<br />

Grafica Il Cenacolo (Pittori Italiani in Toscana) nel<br />

1975.<br />

Negli anni Ottanta frequenta il pittore Gianfranco<br />

Mello; gli insegnamenti tecnici e filosofici di<br />

quest’ultimo saranno importanti nella determinazione<br />

e nella ricerca da parte di Maurizio di un proprio<br />

linguaggio. Negli anni Ottanta e Novanta espone insieme<br />

ad alcuni degli artisti fiorentini più in vista al<br />

tempo. È infatti nel 1990 che, con Enzo Faraoni,<br />

Giuseppe Gavazzi, Renzo Grazzini, Silvio Loffredo,<br />

Andrea Martinelli e Franco Messina, partecipa alla<br />

mostra di affreschi su cotto presso la Sala d’Armi<br />

Buon<strong>del</strong>monti di Impruneta. Nello stesso anno partecipa<br />

alla 17ª Rassegna Sestese di Pittori - Grafici<br />

Scultori, dove fra i partecipanti si ricordano Luca Alinari,<br />

Vinicio Berti, Gualtiero Nativi, Antonio Possenti,<br />

Sergio Scatizzi, Rolando Sforzi, Nino Tirinnanzi.<br />

In questi anni il linguaggio è quello <strong>del</strong>la pittura en<br />

plein air, su tele di grandi dimensioni, tuttavia già si<br />

lasciano scorgere: una propensione verso l’informale<br />

e, insito nell’artista, l’amore per il colore. Saranno<br />

proprio queste due linee che andranno a convergere<br />

dando vita negli anni ad un linguaggio che<br />

trova la sua estremizzazione nelle opere monocrome<br />

più recenti.<br />

mauriziobiagi2009@libero.it<br />

21


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

L<br />

a Galleria si propone come vetrina capace di promuovere, attraverso il sito web www.artebianciardi.com,<br />

gli artisti e le loro opere, le location selezionate per eventi programmati e mostre permanenti presso i nostri<br />

partners.<br />

Gli artisti, una volta scelti secondo logiche qualitative, hanno contatti diretti con i clienti e non devono versare<br />

alcuna percentuale. Questo permette prezzi vantaggiosi ed un rapporto preferenziale. La consulenza <strong>del</strong> curatore<br />

e <strong>del</strong> gallerista e di tutto lo staff è naturalmente a disposizione <strong>del</strong>l’acquirente che si interessa agli artisti ed<br />

alle opere esposte.<br />

Lo scopo <strong>del</strong>la Galleria è anche quello di proporre in luoghi espositivi specifici, eventi programmati nei quali la<br />

musica, la letteratura, le performance teatrali e le contaminazioni enogastronomiche creano momenti piacevoli,<br />

capaci di stupire e veicolare messaggi.<br />

Ulteriore sperimentazione il coinvolgimento di partners: strutture <strong>del</strong> luogo, hotel, ristoranti e cantine, che si<br />

fanno notare per la loro bellezza e per la ricercatezza <strong>del</strong> servizio che offrono. Dotate di buon gusto, raro nel<br />

tempo in cui viviamo, sono quindi luoghi d’elezione per la Galleria e le opere d’arte.<br />

22


Francesco Bruni<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

On the table, tecnica mista, cementificazione, cm. 110x170x90h (l’opera è esposta alla Fondazione Rocca di Staggia a Staggia<br />

Senese (SI) - www.laroccadistaggia.com).<br />

francescobruni.eu<br />

23


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Matteo Camiciotti-Farkas-MikumazArt<br />

Urano, 2014, ferro saldato, h cm. 110<br />

Matteo Camiciotti-Farkas nasce a Firenze<br />

nel 1985 da una famiglia che da generazioni<br />

si dedica alla ricerca e sperimentazione<br />

nel campo <strong>del</strong>la pittura, <strong>del</strong>la scultura e <strong>del</strong><br />

disegno tessile.<br />

Il capostipite fu il suo bisnonno Istvàn Farkas, grande<br />

e stimato pittore <strong>del</strong>l’École de Paris che dette<br />

inizio alla dinastia artistica insieme a sua moglie Ida<br />

Kohner, anch’ ella pittrice.<br />

Poi suo nonno Paolo Farkas, scultore, pittore e pioniere<br />

<strong>del</strong> disegno per tessuti in Italia.<br />

La madre Sofia Farkas, che seguendo le orme <strong>del</strong><br />

padre e <strong>del</strong>la madre Maria Ortenzi, anche lei disegnatrice<br />

tessile e figlia <strong>del</strong> pittore naif Luigi Ortenzi,<br />

si dedicò per anni al disegno tessile insieme al marito<br />

Franco Camiciotti.<br />

Suo zio Giorgio Farkas, artista di enorme talento,<br />

sganciatosi dall’impresa di famiglia, liberò il suo potenziale<br />

nella scultura.<br />

Il piccolo Matteo cresce insomma circondato da<br />

pennelli, colori, tele e laboratori di pittura.<br />

Le opere<br />

Matteo Camiciotti-Farkas porta avanti la sua personale<br />

ricerca artistica soprattutto nel campo <strong>del</strong>la<br />

scultura. I temi da lui trattati in opere quali: Mr.<br />

Brainwash, Barabba, Brain Engine, Eroinomane digitale<br />

e molti altri si rivolgono al progresso tecnologico<br />

nell’era di internet e ai cambiamenti sociali,<br />

psicologici e relazionali che ne derivano nell’essere<br />

umano, sempre più alienato e solo di fronte alla vita<br />

stessa.<br />

L’artista nutre una particolare attenzione verso la figura<br />

umana, rivisitata in chiave post-asimoviana.<br />

L’uomo macchina, gli umanoidi, la robotica, la bellezza<br />

artificiale. Oramai, in un futuro non molto lontano,<br />

l’uomo e la macchina saranno destinati a essere<br />

una cosa sola. In questa società tecnologica le<br />

“connessioni” sono sempre più sofisticate e diffuse,<br />

a discapito <strong>del</strong>le individualità e <strong>del</strong>le libertà personali<br />

e collettive.<br />

matteo.c.farkas@hotmail.it - http://matteocamiciottifarkas.jimdo.com/<br />

fb: https://www.facebook.com/MikumazMatteoCamiciottiFarkas<br />

Linkedin: https://www.linkedin.com/pub/matteo-camiciotti-farkas-mikumaz/71/7a1/69a<br />

24


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Matteo Camiciotti-Farkas-MikumazArt<br />

Attraverso lavori come: Mano asimoviana, I was<br />

Camera e molti altri pezzi appartenenti alla collezione<br />

“ Androids Industries”, Camiciotti-Farkas cerca<br />

di evidenziare questi inarrestabili cambiamenti che<br />

minacciano la sopravvivenza stessa <strong>del</strong>l’essere<br />

umano, cui l’artista offre però una “via d’uscita”. Le<br />

sue opere si ribellano alla staticità, che da sempre<br />

imprigiona la scultura, e “scendono” dal piedistallo<br />

per relazionarsi con lo spettatore, che può interagire<br />

con esse e muoverle a suo piacimento, liberandole<br />

così dalle loro catene.<br />

“Le mie sculture provano emozioni, frustrazioni e<br />

dolore”, teorizza Camiciotti-Farkas, convinto che,<br />

“fino a quando gli uomini e le donne sapranno ancora<br />

abbandonare la solitudine alienante di uno schermo<br />

fisso per incontrarsi, toccarsi, amarsi e anche<br />

odiarsi, la società umana sarà salva”.<br />

The Unbeliever, 2013, ferro saldato, h cm. 130<br />

ND, 2013, ferro saldato, h cm. 170.<br />

Revolver, 2014, ferro saldato, cm. 39x30<br />

25


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Luca Cappelli<br />

Neve in piazza, 2011, Nikon D200, zoom Nikkor 18-200 f3,5-5,6<br />

Luca Cappelli si dedica alla fotografia da più di<br />

trenta anni.<br />

Ha iniziato come fotografo naturalista, e già<br />

nel 1991 ha realizzato la prima mostra fotografica e<br />

un audiovisivo per il WWF sugli aspetti naturalistici<br />

<strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>. Nel 1994 ha presentato nel corso <strong>del</strong>l’allora<br />

Rassegna <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong> Classico l’audiovisivo<br />

“Parchi e Riserve Naturali d’Italia e d’Europa”. Nel<br />

corso degli anni Novanta ha partecipato con successo<br />

a concorsi nazionali ed internazionali, e ha<br />

collaborato con l’agenzia Panda Photo. Nel 2001 ha<br />

realizzato una mostra fotografico-naturalistica dal<br />

titolo “Il Monte S. Michele e le colline <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>”<br />

(che è stata esposta a Villa S. Michele e alla Limonaia<br />

di Panzano), più di cento immagini per raccontare<br />

gli aspetti più preziosi e meno noti di questa terra.<br />

Nel 2002 è iniziata la collaborazione con la casa editrice<br />

Editori <strong>del</strong>l’Acero. In particolare ricordiamo il<br />

contributo alla realizzazione dei libri: Abbazie Monasteri<br />

ed Eremi nel paesaggio di Toscana, Piazze di<br />

Toscana, Viaggio in Toscana, Capolavori nascosti.<br />

Nel 2007 inaugura, con la mostra “Il <strong>Chianti</strong> di lunedì”,<br />

la nuova sala <strong>del</strong>le esposizioni <strong>del</strong> Comune di<br />

Greve in <strong>Chianti</strong> “Il Fiorino”.<br />

Nello stesso anno da vita, con altri amici appassionati<br />

di fotografia, al circolo fotografico “FotoClub<br />

<strong>Chianti</strong>”, tuttora in piena attività.<br />

Tramonto in Camargue, 1995, Canon EOS1, Zoom Canon 80- 200 f4, pellicola Velvia<br />

Luca Cappelli fotografia - Via Ugo La Malfa, 31 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

Tel. +39 055 853935 - Cell. +39 334 8469223 - l.cappelli@alice.it<br />

26


silvano carri<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Paesaggio toscano, 2010, olio su tavola, cm. 104x30<br />

Silvano Carri nasce a Greve in <strong>Chianti</strong> nel 1943,<br />

attualmente risiede a Strada in <strong>Chianti</strong>.<br />

Pittore di formazione autodidatta. Oltre alle<br />

numerose mostre personali, partecipa con successo<br />

a rassegne e mostre collettive d’arte a carattere<br />

nazionale ed internazionale, ottenendo numerosi<br />

premi e riconoscimenti tra i quali: 1° classificato al<br />

concorso Natale a Firenze 1982; 2° classificato al<br />

concorso Conca d’oro Palermo 1982; 1° premio al<br />

concorso Sarzana Arte 1983; 1° premio al gran trofeo<br />

Brunellesco Firenze 1983; 1° classificato assoluto<br />

alla prima biennale di Traviano 1986; 1°premio<br />

al concorso Il Passignano.<br />

Le sue opere sono presenti in numerose collezioni<br />

in Italia e all’estero (Francia, Austria, Svizzera, Germania,<br />

Inghilterra, USA, California, Australia, Canada,<br />

Israele e Spagna).<br />

Hanno scritto di lui i critici Umberto Pasquini, Paola<br />

Giorgi, Remo Picariello, Luca Cerutti, Giorgio Tuti,<br />

Giancarlo Testi, Giovanni Mazzetti, Pietro Chegoi,<br />

Carlo Caurotto e Lorella Rotondi.<br />

Le sue quotazioni sono presenti nei seguenti cataloghi:<br />

il Quadrato, Arte Oggi, Mercati e Arte e Top<br />

Arte.<br />

Una pittura tutta particolare quella di Silvano Carri,<br />

sia per l’impostazione compositiva, ma particolarmente<br />

per quel suo usare oggetti non comuni per<br />

supporti alla composizione, come ante di piccoli<br />

mobili od altre strutture sorrette da telai i quali, diventando<br />

le cornici <strong>del</strong>l’opera stessa, riescono a<br />

costruire un tutto particolarmente suggestivo e diverso,<br />

mentre il pannello interno ospita il dipinto.<br />

I soggetti <strong>del</strong> Carri si rifanno preferibilmente in analogia<br />

a quelli dei macchiaioli, esplorando quel mondo<br />

contadino che fu tra i prediletti di quella pittura,<br />

innovatrice e porta di ingresso di tutte le tendenze<br />

<strong>del</strong> modernismo. La tematica <strong>del</strong> Carri esamina le<br />

varie situazioni di quell’ambiente disponendo i protagonisti<br />

in una posizione oserei dire di simbologia<br />

nella quale l’essenzialità assume la funzione narrativa<br />

predominante. Il paesaggio fa da sottofondo e in<br />

esso i protagonisti <strong>del</strong>l’azione si presentano in atteggiamenti<br />

non casuali, ma disposti sapientemente<br />

a rappresentare la mansione operativa svolta.<br />

Sotto questo punto di vista, la cronaca, che nelle<br />

opere dei macchiaioli assume una importanza descrittiva<br />

e narrativa essenziale, viene sublimata e<br />

concentrata, quasi come in un proverbio la saggezza<br />

<strong>del</strong> tempo. Questa categoria di pittori tende a rinnovare<br />

alcune peculiarità descrittive e narrative senza<br />

disperdere i valori innovativi che furono acquisiti nella<br />

prima metà <strong>del</strong> secolo scorso, ma senza abbandonare<br />

quella tradizione comunicativa, sorretta dal realismo<br />

popolare che mantiene tuttora la propria<br />

vitalità nel regionalismo dei valori umanistici.<br />

Bruno Chiarini<br />

Borgo Baldassarre Paoli 17 - 50027 Strada in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

Tel. +39 055 8586101 - Cell. +39 335 5413744<br />

27


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Silvano Carri<br />

Vendemmia nel <strong>Chianti</strong>, 2014, olio su tela, cm. 50x40<br />

Natura morta, 2008, olio su tela, cm. 40x50<br />

28


Marino Cassandro<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Oltre le avversità, 2009, tecnica mista su tela, cm. 24x30<br />

Caro Giancarlo, nell’articolo che è stato pubblicato<br />

sulla rivista “Il Focolare” <strong>del</strong> 2011,<br />

scritto con il cuore ed estrema attenzione,<br />

hai centrato alcuni aspetti <strong>del</strong>la mia arte. È pertanto,<br />

con piacere, che riprendo una parte <strong>del</strong> tuo scritto:<br />

La precisione, la cura di Marino, l’amore, l’ispirazione<br />

istintiva e pensata, i riferimenti alla realtà, all’uomo,<br />

a tutti gli esseri viventi capaci di vivere e sopravvivere,<br />

di gioire, di soffrire, di amare.<br />

La bellezza e l’abbondanza dei tuoi colori, Marino,<br />

mi attira come una calamita; entro nel quadro per<br />

essere contento di me, <strong>del</strong>la mia vita e mi intrappolo<br />

come nella bellissima composizione intitolata<br />

“Oltre le avversità” in cui, disperatamente, cerco di<br />

districarmi per vedermi nello specchio e oltre lo<br />

specchio per essere finalmente sereno e libero.<br />

Un ringraziamento affettuoso a Giancarlo e a coloro<br />

che sostengono la mia espressione artistica.<br />

Marino Cassandro<br />

Direzioni opposte, 2014, tecnica mista su legno, cm. 100x50<br />

Via San G. Gualberto, 22 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)<br />

Tel. +39 055 8071855 - Cell. +39 333 4348141<br />

29


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Bruno Chiarini<br />

Sedie, 1964, olio su tela, cm. 60x70<br />

Via Morandi, 1 - 50023 Tavarnuzze (FI)<br />

Tel. +39 055 2022659<br />

30


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Bruno Chiarini<br />

Non ricordo un momento, <strong>del</strong>la mia vita, nel<br />

quale la pittura abbia iniziato il suo corso di<br />

interesse a prevalere sugli altri, che pure<br />

mi hanno, da sempre, stimolato l’aspirazione alla<br />

più profonda conoscenza.<br />

Il dipingere è stato per me il mezzo per costruire<br />

visivamente una idea, un modo definitivo di comunicazione<br />

ad un livello di suprema definizione. In<br />

parallelo alle prime opere figurative, non seppi esimermi<br />

dal dedicarmi pure a particolari esperienze<br />

non figurative, sorrette dall’astrazione geometrica<br />

e da uno strutturalismo costruttivo, che ho sempre<br />

stimato di estrema comunicatività.<br />

Dopodiché si susseguirono esperienze diverse,<br />

dall’espressionismo al surrealismo, che seppero<br />

aprire sempre nuove strade all’espressione figurativa<br />

<strong>del</strong>le idee. In sindrome assiomatica, le esperienze<br />

tesero a dominare ogni scelta tematica, legata<br />

spesso ad una interpretazione evolutiva dei valori<br />

tradizionali, il che mi ha orientato a costanti superamenti<br />

senza abbandoni definitivi <strong>del</strong>le tematiche e<br />

dei valori formali.<br />

Miei maestri, dai primi impegni costruttivi, Picasso<br />

e Klee e, dai futuristi fino a Sironi e Rosai, legami<br />

essenziali di ogni espressione artistica.<br />

Percorso esente dalle esigenze di una committenza,<br />

ma impostato sui valori costruttivi <strong>del</strong>la ragione.<br />

Il mio percorso operativo si è orientato nella ricerca<br />

costante di soddisfare esigenze di creatività in una<br />

coerenza operativa recuperata ai massimi livelli <strong>del</strong>le<br />

possibilità espressive e costruttive.<br />

Trattandosi di ricerca, la mia strada è stata attraversata<br />

da percorsi talvolta in contraddizione, ma ritenuti,<br />

da me, soddisfacenti e utilmente percorribili,<br />

anche se molto spesso mi sono lasciato trascinare<br />

o frenare dalla soddisfazione di operare fine a se<br />

stessa, non dovendo sottostare a leggi di mercato<br />

o doveri di rispetto ad una tradizione.<br />

La libertà di operare in un’epoca nella quale la storicità<br />

<strong>del</strong>le esperienze ha dominato la molteplicità<br />

<strong>del</strong>le espressioni, in tutte le arti <strong>del</strong>la figurazione,<br />

rende non facile l’azione <strong>del</strong>le scelte operative, facilitando<br />

il moltiplicarsi <strong>del</strong>le esperienze per soddisfare<br />

la creatività nel rinnovamento dei mezzi e dei<br />

modi.<br />

Bruno Chiarini<br />

Gatta<br />

Autoritratto, 1946, olio su tela, cm. 27,5x20,5<br />

31


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giovanni Chilleri<br />

Da sempre Giovanni Chilleri avverte la necessità<br />

di semplificare le forme e liberare la<br />

scultura dall’esteriore per farla essere pura<br />

creazione. Una necessità che lo porta ad estrarre<br />

l’intima essenza <strong>del</strong>la figura umana, condensandola<br />

in una forma astratta che si ripete, con minime varianti,<br />

di opera in opera. La sua Femmina ha un corpo<br />

dai volumi pieni e arrotondati, la testa come un’asola,<br />

le gambe solide e agili; pur essendo di piccole dimensioni,<br />

esprime una corporeità monumentale<br />

nello slancio carico e potente <strong>del</strong>la massa. L’alternanza<br />

dei pieni e dei vuoti comunica invece l’intensità<br />

<strong>del</strong> sentimento. Aspetto, quest’ultimo, che ritroviamo<br />

anche nelle sculture in cui si oggettiva<br />

un’emozione o una condizione interiore: percorrendone<br />

le superfici con lo sguardo, sentiamo vibrare<br />

l’energia che le anima e al contempo le blocca in una<br />

sostanziale purezza. Spesso è la realtà di tutti i giorni<br />

ad offrirgli lo spunto ispirativo: le sue “case - urna”<br />

sono contenitori in cui custodire le paure e le speranze<br />

che scandiscono il quotidiano, ma anche scatole<br />

magiche che invitano a riscoprire il gioco come una<br />

<strong>del</strong>le possibili chiavi di lettura <strong>del</strong>la vita. Gli ultimi sviluppi<br />

<strong>del</strong>la sua ricerca si muovono su di un doppio<br />

binario: quello <strong>del</strong>l’opera che nasce dalla combinazione<br />

di materiali di scarto e oggetti d’uso comune,<br />

e quello <strong>del</strong>l’installazione che ridefinisce il rapporto<br />

<strong>del</strong>l’opera con lo spazio e con l’osservatore. Nel primo<br />

caso, il risultato è una scultura che, evocando<br />

una dimensione asfittica e senza via di uscita, ci<br />

spinge a riflettere sui pregiudizi che ancora oggi<br />

ostacolano la legittimazione dei linguaggi artistici<br />

contemporanei. Nel caso <strong>del</strong>l’installazione, invece, il<br />

suo interesse si concentra sul tema <strong>del</strong>la presenza<br />

dei bambini in carcere accanto alle madri detenute.<br />

Un problema di stringente attualità che lo scultore<br />

imprunetino interpreta riassumendo, in pochi elementi,<br />

le ragioni di un dramma che troppo spesso<br />

affoga nell’indifferenza <strong>del</strong>la società.<br />

Daniela Pronestì<br />

Uomo ferito, 2014, legno di recupero, h cm. 250 Uomo contemporaneo, 2013, legno di recupero, h cm. 220<br />

Cell. +39 328 6976920 - giov2949@libero.it<br />

giov2949@giovannichilleri.com - www.giovannichilleri.com<br />

32


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giovanni Chilleri<br />

MOSTRE dal 2011:<br />

2011 - Incrocio di percorsi, Sala d’armi Basilica S.<br />

Maria Impruneta (FI), Giovanni Chilleri, Giuseppe<br />

Ciccia, Antonio Ciccone e Roberto Greco.<br />

2012 - Linguaggi <strong>del</strong>l’Arte, Palazzo Zenobio VENE-<br />

ZIA.<br />

- Armonie Informali, Società <strong>del</strong>le Belle Arti Circolo<br />

degli <strong>Artisti</strong> Casa di Dante Firenze, Giovanni Chilleri<br />

e Roberto Greco.<br />

- Inaugurazione scultura in terracotta “Dea <strong>del</strong>la<br />

Forza”, via Giuseppe Di Vittorio, San Casciano Val di<br />

Pesa (FI).<br />

- ARS GRATIA ARTIS, settembre-ottobre, Momigno<br />

Pistoia, La Corte Arte Contemporanea, Firenze.<br />

- “Amaci” Studio Aperto, Giornata <strong>del</strong> Contemporaneo,<br />

Selezionato per l’ottava edizione.<br />

2014 - “Dialoghi”, Pontassieve, Palazzo Comunale,<br />

Sala <strong>del</strong>le Eroine.<br />

Inaugurazione <strong>del</strong>la mostra di Giovanni Chilleri<br />

a Pontassieve, 2014.<br />

Donna, 2000, terracotta <strong>del</strong>l’Impruneta, h cm. 85 Particolare di due sculture in terracotta bianca, 2000<br />

33


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giuditta Cianfanelli<br />

Giuditta Cianfanelli, fornita di studi filosofici<br />

e di letteratura, comincia a praticare la pittura,<br />

ed il disegno, poco più di dieci anni fa.<br />

(…) Nel suo “muoversi” Cianfanelli può contare su<br />

alcuni punti fermi, quali un’immagine ricorrente e<br />

una disinvoltura pittorica che può tras-correre tra<br />

superficie e profondità in modo assai agevole.<br />

Al primo approccio, ma anche nell’approfondimento,<br />

l’opera di Giuditta appare come “decorazione”.<br />

Questo concetto non sempre ha goduto di fortuna,<br />

soprattutto in certi periodi storici e se consideriamo<br />

la decorazione come “sovrapposizione di elementi<br />

ornamentali ed inessenziali” di un’opera, ma in altri<br />

periodi la “decorazione” è stata intesa come modalità<br />

fondamentale per l’opera stessa, dalla quale<br />

emergono direttamente quegli elementi come parti<br />

fondanti. (…)<br />

Ma Giuditta fa pittura, così i suoi colori assecondano,<br />

passo dopo passo, le sue immagini, i suoi segni.<br />

Sono sempre colori tenui, mai aggressivi o violenti,<br />

a volte sono di tonalità più “forte”, altre meno, ma<br />

sempre “luminosi”: le forme, molecolari o altre,<br />

emanano una marcata luminosità, che, da un lato,<br />

costituisce una sorta di alone attorno alle figure, ma,<br />

da un altro, pare che fuoriesca dalle stesse immagini<br />

con un’irradiazione vettoriale verso l’osservatore.<br />

Allora tra le cellule, ma potrebbero anche essere<br />

atomi, che si equilibrano nelle loro forze contrapposte,<br />

tra le luminosità che emergono e si impongono<br />

fuoriuscendo dal quadro, tra quei colori misurati e<br />

“calmi” - celesti, rosa, gialli, rossastri, cioè colori<br />

che, anch’essi, trovano un equilibrio cromatico - si<br />

libra quella figura che pare possedere due ampie ali<br />

e che si offre come chiave di volta <strong>del</strong> discorso di<br />

Cianfanelli, essendo infatti simbolo di “libertà”.<br />

È libertà sul dato, sulla realtà, sulla complessità, tutte<br />

forze che vorrebbero ancorarci sulla terra, mentre<br />

il pensiero e l’arte vogliono andare lontano, anche<br />

verso l’ignoto, forse senza una direzione<br />

precisa, ma comunque vogliono andare, ed è proprio<br />

questo poter procedere sempre “oltre” che<br />

rende la vita più apprezzabile, se non <strong>del</strong> tutto paga.<br />

Giorgio Bonomi<br />

Indecisione, 2013, acrilico su tela, cm. 100x100<br />

giudi_cianfa@hotmail.com<br />

fb: Giuditta Cianfanelli<br />

34


Mario Cianferoni<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Sebbene il suo mestiere, da tanti anni, sia quello<br />

di orafo, formatosi con l’apprendistato nelle<br />

botteghe degli ultimi grandi maestri fiorentini,<br />

Mario Cianferoni (Pontedera 1971) frequenta giovanissimo<br />

l’Istituto d’Arte di Firenze. Per andare incontro<br />

alla sua passione per la pittura, ha da poco<br />

scoperto la potenzialità <strong>del</strong>l’arte digitale. Al posto di<br />

tavolozza tempere e pennelli, computer tablet e<br />

immaginazione; i pannelli di plexiglas al posto <strong>del</strong>le<br />

tele: il risultato è lo stesso, quadri con ritratti, figure<br />

simboliche, impressioni proiettate sui pannelli dopo<br />

lunga gestazione hi-tech. È la pittura digitale, arte<br />

d’avanguardia, che lo sta facendo conoscere su<br />

scala nazionale. Ha esposto alla prestigiosa casa<br />

d’arte Orler, vicino a Venezia: la perla <strong>del</strong>la Laguna è<br />

abituata all’avanguardia nell’arte e qui c’è stata una<br />

prima consacrazione.<br />

Le sue opere sono paesaggi astratti, luoghi fantastici<br />

ma anche ambienti familiari, descrivono situazioni<br />

surreali ma propongono anche sentimenti<br />

fortemente terreni, sensazioni ed emozioni legate<br />

alla vita di ogni giorno, alla realtà che ci circonda.<br />

Partendo dalle mille sfaccettature dei cristalli, Mario<br />

Cianferoni racconta la fragilità <strong>del</strong>l’essere umano,<br />

la coscienza, il desiderio di libertà, di evasione<br />

dalla frenesia <strong>del</strong> quotidiano. Le sue opere sono rigorosamente<br />

digitali, il disegno è spontaneo, non<br />

copiato ma, sfruttando il potere <strong>del</strong>la tecnologia,<br />

elaborato e modificato. Mario Cianferoni applica<br />

all’arte le proprie conoscenze nel campo <strong>del</strong>l’oreficeria:<br />

i suoi disegni sono gemme preziose, gioielli<br />

dalle linee pulite, essenziali nelle forme. Alla semplicità<br />

ed al rigore, la contemporaneità <strong>del</strong>lo schema,<br />

l’artista contrappone a volte la complessità <strong>del</strong><br />

tema trattato, giocando con le forme, sfruttando la<br />

versatilità <strong>del</strong> materiale, riesce a creare composizioni<br />

di dimensioni diverse, dall’estremamente<br />

grande all’infinitamente piccolo. Nelle diverse immagini<br />

l’osservatore può vedere ciò che sente personalmente,<br />

vi si riconosce vi si identifica ma può<br />

anche rimanerne estraneo, cogliere quell’atmosfera<br />

surreale e fantastica che l’opera a volte nasconde<br />

tra le sue linee di colore.<br />

Il capo di gabinetto, 2014, pittura digitale, sotto plexiglas,<br />

cm. 30x30<br />

Il mondo è una palla gonfiata, 2014, pittura digitale,<br />

sotto plexiglas, cm. 30x30<br />

mario.cianferoni@gmail.com<br />

fb: GARULPH /indirizzo - Twitter: @GARULPH<br />

35


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Mario Cianferoni<br />

Il bel paese va a puttane, 2014, pittura digitale, sotto plexiglas,<br />

cm. 30x50<br />

La doppia faccia <strong>del</strong>le persone, 2013 pittura digitale, sotto plexiglas,<br />

cm. 50x50<br />

Le mille sfaccettature dei cristalli, 2012, pittura digitale, su tela, cm. 80x80<br />

36


Marina Corbinelli<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Marina Corbinelli vive e lavora a Strada in<br />

<strong>Chianti</strong>.<br />

I suoi dipinti si trvano in Polonia, presso la<br />

Chiesa di Santa Margherita a Cortona, la Chiesa di<br />

Quarate, la Biblioteca Comunale di Impruneta, a<br />

Massa Carrara ed in collezioni private. Hanno scritto<br />

di lei: Edo Tavellini, Sonia Salsi, Franco Busignani.<br />

Cerca la sua ragione d’essere attraverso la pittura.<br />

Potremmo, per il suo linguaggio, darle con facilità<br />

una definizione precisa, ma proprio perché questo<br />

suo linguaggio unisce la logica <strong>del</strong> pensiero con la<br />

traduzione sulla tela, rimane per noi difficile tradurre<br />

le strutture dei suoi dipinti. Questi hanno una vita<br />

sua particolare, rivelano la continuità che non disdice<br />

la volontà di superare e vincere certe difficoltà. In<br />

una parola si potrebbe dire che la sua è la forza <strong>del</strong><br />

cuore e <strong>del</strong>lo spirito sulla materia.<br />

Walter Campani<br />

Le maschere <strong>del</strong>la vita<br />

Metterò una maschera<br />

da pagliaccio per<br />

non soffrire<br />

per le tante cru<strong>del</strong>tà<br />

inflitte alla donna,<br />

per l’incomprensione<br />

non accetta,<br />

per la sua sensibilità,<br />

per la bellezza<br />

tante volte sfruttata<br />

per i propri piaceri,<br />

per la tanta violenza.<br />

Le maschere <strong>del</strong>la vita, 2013, acrilico e tecnica mista, cm. 70x50<br />

Metterò una maschera<br />

da guerriero per<br />

difenderti dal dolore<br />

e da questo gelo.<br />

Metterò una maschera<br />

per provare gioia<br />

per capire i tuoi desideri,<br />

per provare amore.<br />

Marina Corbinelli<br />

Cell. +39 333 3232135 - Tel. +39 055 8588792<br />

marinaperla@libero.it<br />

37


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Alfredo Correani<br />

Alfredo Correani, nato a Scandicci nel 1947,<br />

vive e lavora a Greve in <strong>Chianti</strong> e dipinge dagli<br />

anni Sessanta quando studia all’Istituto<br />

d’Arte di Porta Romana a Firenze, allievo e amico<br />

<strong>del</strong> prof. Renzo Grazzini dal quale acquisisce, oltre<br />

la magia dei colori (viola, verde e ocra), anche la tecnica<br />

<strong>del</strong>l’affresco.<br />

Frequenta la Scuola Libera <strong>del</strong> Nudo all’Accademia<br />

<strong>del</strong>le Belle Arti di Firenze dove approfondisce, con il<br />

disegno, il rapporto con la figura.<br />

Altro momento di crescita per Correani sono i due<br />

anni passati alla scuola di pittura <strong>del</strong>lo Sprone di Firenze<br />

dove incontra il prof. Franco Messina che lo<br />

stimola non poco nel percorso pittorico futuro.<br />

Molti i riconoscimenti e premi ricevuti. Nel 1981 riceve<br />

il 1° Premio regionale estemporanea Comune<br />

di Impruneta, nel 1982 e 1983, rispettivamente, il<br />

2° e 3° Premio regionale Breda Pistoia, nel 1985 il<br />

1° Premio provinciale il Pignone a Firenze.<br />

Nel 2010 riceve il 1° Premio <strong>del</strong>le Contrade Bagno a<br />

Ripoli e nel 2012 il 1° Premio estemporanea Riflessi<br />

sul fiume Florence Dragon Lady.<br />

… ecco perché le sue opere sono così piene di significato<br />

umano e artistico, insieme dense di soggettivo<br />

intimismo che si traducono in una sorta di<br />

diario aperto le cui pagine, appunto, ci raccontano<br />

<strong>del</strong>la sua vita interiore, come la rappresentazione<br />

<strong>del</strong>le amate viti nelle quali i fusti contorti, tormentati,<br />

piegati, incurvati alla fine sfociano in foglie rigogliose<br />

e in frutti saporiti. Come quando, in ogni giorno<br />

<strong>del</strong>la nostra vita, ci imbattiamo in quei drammi<br />

che, puntualmente, siamo in grado di contrastare<br />

con la forza che ci traghetta fino a sbarcare in quella<br />

serenità regalataci dal coraggio, come succede per<br />

quei fusti contorti che troviamo nei suoi dipinti …<br />

Roberto Lasciarrea<br />

Vite d’inverno, 2006, olio su tavola, cm. 50x100<br />

Via San Cresci, 34 - Loc. Mezzuola - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

Cell. +39 348 9110584 - info@poderesomigli.it<br />

38


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Alfredo Correani<br />

Fiori di carciofo, 2008, olio su tavola, cm. 70×100<br />

Neve a Montefioralle, 2010, olio su tavola, cm. 70x100<br />

… i soggetti ritratti assumono quasi il sapore di una<br />

metafora, quella <strong>del</strong>la sofferenza, polverosa ed<br />

eroica, anonima eppure protagonista e la vite nel<br />

suo corpo contorto assume una conformazione<br />

anatomica. Se i borghi sono ritratti ordinati dal tempo,<br />

la vite appare sofferta nel lavoro <strong>del</strong>l’uomo e<br />

nella prevedibile imprevedibilità <strong>del</strong>la sua natura.<br />

Qui, nella pittura di Alfredo Correani, si innesta la<br />

ben calibrata serie <strong>del</strong>le quattro stagioni, che scandiscono<br />

con il loro ritmo sempre uguale i momenti<br />

<strong>del</strong>la fatica e <strong>del</strong>l’amore …<br />

Federico Napoli<br />

… È pittura intrinsecamente attraente in quanto<br />

spontanea, questa di Alfredo Correani, tutta svolta<br />

nell’idealizzazione <strong>del</strong>la realtà, affidata all’eternità<br />

<strong>del</strong>l’umano quale riflesso di una ideale bellezza e<br />

sempre in una logica di dialogo con la natura e i suoi<br />

cicli ed i sui eventi temporali. L’artista, infatti, sa<br />

ben riprodurre non solo la realtà, ma anche il prototipo<br />

di essa dal punto di vista ideale, cui la realtà<br />

stessa sembra ispirarsi, nella riaffermazione <strong>del</strong>la<br />

sua fenomenologia e, come dice Oscar Wilde:<br />

“L’arte vince la natura stessa”, così Correani, con la<br />

sua fantasia ed intrinseca poesia, abbraccia un<br />

campo molto più ampio di quello offerto dalla sua<br />

stessa vita, facendo così <strong>del</strong> linguaggio <strong>del</strong>l’arte<br />

un’espressione personale <strong>del</strong>la visione <strong>del</strong> mondo,<br />

più lirica e bucolica, con messaggio estetico e sociale<br />

di comunicazione ecologica …<br />

Lia Bronzi<br />

39


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giuliano Corti<br />

Giuliano Corti nasce nel 1949, fotografo dal<br />

1967. Professionista free-lance, si dedica<br />

prevalentemente alla documentazione<br />

giornalistica e artistica <strong>del</strong> territorio e dei beni culturali.<br />

Collabora con quotidiani nazionali e con riviste<br />

illustrate, in particolare di viaggi, turismo, architettura.<br />

Partecipa ad alcune mostre, è in Francia nella<br />

cittadina di Angers, al Centro Culturale San Fe<strong>del</strong>e<br />

di Milano, a Montespertoli.<br />

Ricercare l’essenza e la complessità <strong>del</strong>la natura,<br />

viaggiare per conoscere altre culture, inseguire il<br />

proprio nirvana, rappresentare il genius loci con l’obiettivo,<br />

raccontare una storia, fissarla nel tempo;<br />

ecco cosa spinge Giuliano ad avere una valigia e uno<br />

zaino fotografico, sempre pronto a partire. Ama la<br />

fotografia, i viaggi, gli amici e gli piace far sì che queste<br />

tre cose possano rivivere nelle sue immagini.<br />

Ho vissuto la rivoluzione che il digitale ha portato<br />

nella società e nella mia professione. Le ho seguite<br />

con passione, consapevole di vivere una rivoluzione<br />

pari a quella <strong>del</strong>la macchina a vapore e <strong>del</strong>l’era<br />

industriale: la rivoluzione digitale. Ho lavorato con la<br />

fotografia ma per me è soprattutto passione sin da<br />

quando la prima volta ho avuto tra le mani la macchina<br />

fotografica: un modo per ricordare la vita con<br />

un “click”. Mi sono accorto che guardando attraverso<br />

il mirino fotografico potevo vedere cose che<br />

solo io potevo dire, fissandole su una carta bianca<br />

fino ad allora muta e senza vita. La realtà è lì ma non<br />

esiste per tutti. Esiste solo per chi la sa vedere e<br />

per chi, vedendola, la sa descrivere, con una poesia,<br />

con un quadro, con una scultura ed anche io<br />

spero sempre, con uno… scatto fotografico. Ed allora,<br />

se questo è vero, con la fotografia si può vivere,<br />

sempre, dentro il respiro profumato di una vita<br />

che scorre attraverso le immagini che ho creato,<br />

immaginandole appena un attimo prima di fissarle<br />

con un click, non soltanto per me ma anche per<br />

coloro che quelle stesse immagini guardano, partecipando<br />

alle mie sensazioni.<br />

Giuliano Corti<br />

Aratura a Montespertoli, 2014, fotografia digitale, cm. 36x24<br />

Cell. +39 335 8374607<br />

giuliano@giulianocorti.it - www.giulianocorti.it<br />

40


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giuliano Corti<br />

Cava dei Fantiscritti a Carrara, 2013,<br />

fotografia digitale, cm. 24x36<br />

Anghiari dai tetti, 2013, fotografia digitale, cm. 36x24<br />

Castelluccio di Norcia, 2013, fotografia digitale, cm. 36x24<br />

41


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Angela De Nozza<br />

SAngela vive nella splendida campagna fiorentina<br />

<strong>del</strong>la Certosa, in un luogo solitario,<br />

silenzioso e perfettamente ordinato. Lavora<br />

nella “casina” tra gli alberi, sorvegliata dal<br />

mastino napoletano Elia. È proprio l’albero, elemento<br />

caratteristico e inesorabile <strong>del</strong> paesaggio,<br />

a svolgere un ruolo speciale nei suoi dipinti<br />

divenendo prezioso punto di riferimento per<br />

rinsaldare il legame tra il suo animo e l’animo<br />

<strong>del</strong>la natura.<br />

I paesaggi e la figura umana immersa in una atmosfera<br />

naturale divengono protagonisti misteriosi<br />

<strong>del</strong> suo simbolico contenitore di spazi<br />

muti e incontaminati e gli alberi si offrono come<br />

un riposo dei sensi attraverso la presentazione<br />

di una vista gradevole. Talvolta si sostituiscono<br />

all’uomo e assumono l’aspetto di rifugio; anche<br />

se privi di fronde continuano ad essere un sostegno<br />

in quanto elementi <strong>del</strong> ciclo naturale di<br />

vita. Altre volte è la stessa natura che si impossessa<br />

<strong>del</strong>le sembianze umane prendendone<br />

l’aspetto: non più una rappresentazione <strong>del</strong>l’oggetto<br />

reale dunque in “Fra qualche giorno partirò<br />

da qui” dove le pieghe <strong>del</strong>le rocce e il trattamento<br />

<strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lato, combinato con un senso<br />

di mistero, pur in una visione improntata al realismo,<br />

descrivono un sensuale corpo di donna<br />

che gli anni hanno maturato. La sua sensualità<br />

è compressa tra le mura e vuole liberarsi dalla<br />

stretta<br />

Waiting for a sign, 2014, olio su tela, cm. 135x100<br />

Via di Colle Ramole, 4/b - 50023 Impruneta (FI)<br />

Tel. +39 055 2326030 - Cell. +39 338 4312270 - angeladenozza@gmail.com<br />

42


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Angela De Nozza<br />

Strano incontro, 2014, olio su tela, cm. 120x100<br />

Sarebbe pronta per un viaggio di ritorno nella memoria,<br />

per raggiungere luoghi lontani <strong>del</strong>la realtà,<br />

indefiniti e come sospesi in un’attesa silenziosa,<br />

Angela non parte, crea piuttosto un mondo che non<br />

esiste, ma che è presente nella sua mente quando<br />

medita su memorie di gusto surreale e metafisico.<br />

Non teme il trascorrere <strong>del</strong> tempo. Anche il presente<br />

è astrazione dallo spazio fisico e incanto di luoghi<br />

incommensurabilmente ampi che desiderano e<br />

promettono il mare.<br />

A conoscenza <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’arte, <strong>del</strong>la letteratura,<br />

<strong>del</strong>le scelte iconografiche degli altri artisti (ama in<br />

particolar modo la personalità di Georgia O’Keeffe<br />

e i suoi oli degli anni Trenta e Quaranta) mantiene la<br />

sua individualità con assoluta determinazione, provando<br />

continuamente a piegare la natura ai suoi<br />

voleri, a dominarla, a modificare la realtà non facendosi<br />

influenzare neppure dai luoghi in cui ha vissuto.<br />

Impone la sua visione spirituale e si avventura<br />

con passione in atmosfere solitarie e intime e quel<br />

paesaggio presentato con quell’ordine immutabile,<br />

in qualche modo davvero le assomiglia.<br />

Si esprime con un forte senso di autocontrollo e<br />

con fiducia in se stessa, proponendosi come l’antitesi<br />

di creatura vulnerabile. È capace di scegliere la<br />

memoria e il presente per creare nuove e penetranti<br />

immagini. Per cogliere l’essenza <strong>del</strong>la realtà ha<br />

creato un nuovo universo e un’altra luce affiora sulla<br />

scena, il tempo si fa più lento e la solitudine<br />

meno grande.<br />

Ornella Casazza<br />

43


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giacomo Del Giudice<br />

Ho iniziato a lavorare a 14 anni e mezzo presso<br />

la fonderia <strong>del</strong> nonno paterno, che da<br />

buon artigiano vecchio stampo ha cercato<br />

di tramandare un’arte nobile come quella <strong>del</strong> bronzo.<br />

Credo che non sarò mai al suo livello comunque<br />

questo lavoro lo faccio con passione.<br />

Nel 2002 ho tenuto un corso di fonderia presso l’Università<br />

di Munster in Germania. Alcune mie sculture<br />

si trovano in collezioni private.<br />

Non mi illudo di essere uno scultore, ma faccio<br />

quello che mi piace. Cerco la semplicità e la poesia,<br />

perché penso che purtroppo vadano piano piano<br />

sparendo.<br />

Grazie alla mia esperienza di fonditore ho avuto<br />

molte soddisfazioni realizzando opere per artisti che<br />

sono esposte in importantissime location tra cui gli<br />

Uffizi o il Corridoio Vasariano a Firenze, Villa Adriana<br />

a Roma, le Cappelle Medicee a Firenze, il Duomo di<br />

Firenze, l’Arsenale di Venezia, ecc…<br />

Da qualche anno, dopo tanto tempo che frequento<br />

tanti artisti, ho maturato una forma mia di scultura.<br />

Sono convinto che ogni uomo debba contribuire<br />

con la propria testimonianza alla memoria collettiva.<br />

Le opere che realizzo sono espressione <strong>del</strong> mio<br />

pensiero.<br />

Attraverso una lunga esperienza personale sui materiali<br />

e le tecniche, acquisite nel laboratorio di famiglia,<br />

giungo là dove fantasia e poesia si uniscono<br />

alle mie personalissime sensazioni, ispirate da<br />

un’attenta osservazione <strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong> mondo.<br />

Giacomo Del Giudice<br />

Le ali <strong>del</strong>la fantasia, 2013, fusione e tecnica mista, h cm. 230<br />

MOSTRE<br />

Dieci, 2010, fusione e tecnica mista, h cm. 45<br />

2000 - Galleria Senso - Panzano in <strong>Chianti</strong><br />

2002 - Corso di Fonderia - Università di Munster<br />

2003 - Palazzo <strong>del</strong> Comune di Casole d’Elsa (SI)<br />

2004 - Amici nell’arte - Grassina (FI)<br />

2005 - Pub BART- Casole d’Elsa (SI)<br />

Tel. +39 055 8588893 - Cell. +39 333 7462057<br />

info@fonderia<strong>del</strong>giudice.it - eliartech@libero.it<br />

44


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giacomo Del Giudice<br />

2005 - Stabilimento balneare Il Delfino - San Vincenzo<br />

(LI)<br />

2006 - Palazzo <strong>del</strong> Podestà - Galluzzo (FI)<br />

2006 - Festa <strong>del</strong>l’Arte - Panzano in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

2006 - “PENSIERI COLATI” - Museo di San Francesco<br />

- Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

2007 - “INAUGURAZIONE MEDAGLIONE BRON-<br />

ZEO” - Panzano in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

2008 - “IL BRONZO CHE VIVE” - Palazzo <strong>del</strong> Fiorino<br />

- Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

2009 - Partecipazione al concorso <strong>del</strong> Movimento<br />

Arcaista - Tarquinia (7° su 1800 partecipanti)<br />

2009 - “FUSIONE DI PENSIERI” Ampliamento <strong>del</strong><br />

Museo di S. Francesco - Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

2010 - “SCULTURE di Sarah e Giacomo Del Giudice”<br />

Centro l’Incontro in Campansi (SI)<br />

2011 - “Galleria <strong>del</strong> Buon Gusto” - Panzano in<br />

<strong>Chianti</strong> (SI)<br />

2012 - Biblioteca Comunale San Casciano<br />

2012 - MOSTRALAROCCA - Roccatederighi (GR)<br />

2012 - Galleria d’arte moderna Bianciardi, in occasione<br />

<strong>del</strong>la manifestazione “L’Eroica” Gaiole in <strong>Chianti</strong><br />

2013 - Enoteca “Galleria <strong>del</strong> Buon Gusto” Panzano<br />

in <strong>Chianti</strong><br />

2013 - MOSTRALAROCCA - Roccatederighi (GR)<br />

2013 - Galleria d’arte moderna Bianciardi - Gaiole in<br />

<strong>Chianti</strong><br />

2013 - “PROGETTARTE” - Gaiole in <strong>Chianti</strong><br />

2013 - Piazza Mino da Fiesole in occasione dei<br />

Mondiali di Ciclismo (FI)<br />

2014 - MOSTRALAROCCA - Roccatederighi (GR)<br />

2014 - Galleria d’arte moderna Bianciardi - Gaiole in<br />

<strong>Chianti</strong><br />

2014 - “PROGETTARTE” - Gaiole in <strong>Chianti</strong><br />

2014 - Esposizione Locanda OCEANOMARE - San<br />

Vincenzo (LI)<br />

Il battello di Achab, 2012, fusione e tecnica mista, h cm. 45<br />

Il sogno di Achab, 2012, fusione e tecnica mista, h cm. 75<br />

Studio di San Polo<br />

45


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Sarah Del Giudice<br />

lavoro <strong>del</strong>la fonderia e sulla tecnica <strong>del</strong>la cera persa.<br />

Ha esposto in diverse mostre personali e collettive:<br />

le sue opere si trovano presso importanti gallerie e<br />

collezioni private italiane ed estere. Come artista è<br />

presente in varie pubblicazioni.<br />

“…Sarah dimostra, da subito, di non smarrirsi nel<br />

dedalo di tante vie percorribili, perseguendo un progetto<br />

di figurazione ideale, pur con l’uso di materiali<br />

diversi: legno, gesso, cemento. Di frequente si sofferma<br />

sulla rappresentazione non tanto <strong>del</strong>l’esteriore<br />

quanto dei caratteri più intimi <strong>del</strong>la figura…”<br />

Giuseppe Ciani, 2004<br />

Contemplatore di stelle, 2004, bronzo, h cm. 44<br />

Sarah Del Giudice è nata a Firenze l’11 settembre<br />

1978. Vive e lavora a Firenze tra le colline<br />

chiantigiane. Diplomata al Liceo <strong>Artisti</strong>co Leon<br />

Battista Alberti di Firenze nel 1996, continua gli studi<br />

artistici frequentando la scuola di Scultura all’Accademia<br />

<strong>del</strong>le Belle Arti di Firenze diplomandosi nel<br />

2002 con il voto di 110 e lode, presentando una tesi<br />

sulla fusione a cera persa, mestiere che nella sua<br />

famiglia si tramanda da tre generazioni e che l’appassiona<br />

e l’avvicina all’arte da sempre. Una volta<br />

conclusi gli studi artistici si dedica al lavoro nella fonderia<br />

artistica <strong>del</strong> padre a Strada in <strong>Chianti</strong>. Presso i<br />

locali <strong>del</strong>la fonderia si dedica alla creazione <strong>del</strong>le sue<br />

opere che esegue nella maggior parte dei casi in<br />

bronzo, materia che sente propria più <strong>del</strong>le altre, ma<br />

esegue le sue sculture anche in legno, gesso, resine,<br />

cemento e terracotta. Dal febbraio 2010 gestisce<br />

con il fratello Giacomo la fonderia di famiglia<br />

dove conosce molti artisti per i quali realizza, con il<br />

fratello e con l’immancabile consiglio <strong>del</strong> padre, opere<br />

di grandi e piccole dimensioni in fusione.<br />

Collabora nell’organizzazione di mostre riguardanti il<br />

La valigia e il viaggiatore, 2009, bronzo, h cm. 70<br />

Via dei Bagni, 11 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI) - Cell. +39 339 1157838 - info@fonderia<strong>del</strong>giudice.it<br />

sarah<strong>del</strong>giu@libero.it - www.sarah<strong>del</strong>giudice.it - www.fonderia<strong>del</strong>giudice.com<br />

46


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Sarah Del Giudice<br />

poi le dolcissime maternità e le creazioni legate al<br />

viaggio, dove cappelli scarpe e valigie in chiave simbolica<br />

e un po’ ironica rimandano al percorso più<br />

ampio <strong>del</strong>la vita, intesa come inevitabile evoluzione<br />

e come necessità che il cuore e la mente serbino<br />

sempre la speranza di un viaggio nuovo in un qualche<br />

futuro.<br />

Tutte le sculture di Sarah sono un atto di amore per<br />

questo che è il suo mondo condiviso. Un mondo che<br />

sembra un microcosmo galleggiante giunto da lontano,<br />

sopravvissuto al cambiamento dei tempi, sincero<br />

e solido, dove la tradizione <strong>del</strong> passato non viene<br />

rinnegata ma rivisitata con la spregiudicata e consapevole<br />

leggerezza di chi è in possesso di una chiave<br />

di lettura <strong>del</strong>la realtà intrisa di autentica poesia.”<br />

Claudio Nicoli, 2013<br />

Primo Bacio, 2009, bronzo, h cm. 38<br />

“La sua vera scuola, come <strong>del</strong> resto lo è stata anche<br />

per me, è la fonderia; un luogo dove si apprende per<br />

esperienza, attraverso la pratica, la conoscenza <strong>del</strong><br />

mestiere […] Le sculture di Sarah parlano dei suoi<br />

desideri, <strong>del</strong>le sue aspettative, <strong>del</strong>l’idea che ha <strong>del</strong><br />

mondo, e di come lo vorrebbe. Un mondo in bilico<br />

tra il gioco e le assurdità <strong>del</strong>la vita. Tra dubbi e certezze<br />

è andata avanti, come si conviene a chi sa che<br />

ad ogni passo ne segue sempre un altro, non necessariamente<br />

nella direzione voluta, ma si procede”.<br />

Adriano Bimbi, 2013<br />

“Tutti i soggetti cari a Sarah sono legati alla sua sfera<br />

privata, appartengono alla sua dimensione affettiva<br />

profonda e sono fotografati in un contesto amico,<br />

rassicurante e protettivo. Nell’esecuzione<br />

l’alternanza di forza e fragilità sottolinea e rivela la<br />

sottile essenza che impregna la sensibilità di un’artista<br />

in evoluzione. Come nella vita così nell’arte. I<br />

suoi temi portanti e prediletti sono la donna e l’uomo,<br />

considerati come elementi indivisi <strong>del</strong>la coppia<br />

come fusione di due esseri che vivono all’unisono i<br />

momenti coinvolgenti <strong>del</strong>la loro vita e i ripercorrono<br />

filtrandoli attraverso il ricordo. Di Sarah ci seducono<br />

Il seminatore, 2012, bronzo, h cm. 240<br />

47


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Marco Ermini<br />

L’arte di Marco Ermini è legata alla storia<br />

<strong>del</strong>l’arte italiana e fiorentina, dal Rinascimento<br />

ai nostri giorni. Nella sua ricerca pittorica<br />

Ermini intende riflettere l’immagine in un percorso<br />

che vuol essere sia mentale che emozionale, di segno<br />

e colore, materia e gesto, recuperando il segno<br />

nelle sua massima esemplificazione.<br />

La seduzione <strong>del</strong>la terra <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>, con la morbidezza<br />

<strong>del</strong> suo paesaggio collinare, emerge nella ricerca<br />

<strong>del</strong>la rotondità e <strong>del</strong>la essenzialità <strong>del</strong> tratto,<br />

nell’equilibrio tra forma e luce, nella suggestione<br />

dinamica che le opere di Ermini evocano.<br />

L’ossessione per la materia ed il godimento che deriva<br />

da essa emerge nel suo utilizzo, accompagna<br />

l’immagine creata una tensione dirompente, acquistando<br />

una dimensione pittorica nel chiaroscuro<br />

creatosi nei tagli inondati di luce.<br />

Uno degli intenti <strong>del</strong> pittore è quello di dare una lettura<br />

universale <strong>del</strong>l’immagine attraverso la rappresentazione<br />

di moduli ancestrali primari di intuizione<br />

e di pensiero che emergono nelle suggestioni create<br />

dai tagli di luce. Ed è la poetica degli archetipi,<br />

chiavi immaginifiche per entrare nel mondo dei simboli,<br />

che, rappresentando esperienze comuni a tutti<br />

gli uomini, rendono l’opera di Ermini allo stesso<br />

tempo semplice, per l’accessibilità <strong>del</strong>la visione, e<br />

complessa, per la profondità <strong>del</strong>le sensazioni che è<br />

in grado di provocare.<br />

Madre, lastra di ferro ossidata tagliata a plasma, retroilluminata, cm. 100x200<br />

Via IV Novembre, 11 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

Cell. +39 339 7578539 - www.marcoermini.it - info@marcoermini.it<br />

48


Fabrizio Ferrari<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Ho immaginato un essere che ci sta guardando<br />

da un altro pianeta; è leggermente<br />

diverso da noi, dico leggermente perché<br />

vive nel nostro stesso universo. Sta guardando noi.<br />

Da un altro punto di vista perché un giorno, mentre<br />

ero ad un meeting, mi resi conto che non stavo<br />

ascoltando la persona che parlava, non stavo cercando<br />

di comprenderlo, ma stavo solo pensando<br />

alla risposta. Era la negazione <strong>del</strong>l’ascolto. Molto<br />

spesso entrare nel cuore <strong>del</strong>le persone vuol dire<br />

averne compassione, non pietà ma compassione<br />

nel senso di comprensione profonda. Questo è<br />

molto difficile; mi sono esercitato tanto nell’ascolto.<br />

Fabrizio Ferrari<br />

Da un altro punto di vista, 2014, olio su tavola, cm. 50x65<br />

Cell. +39 328 3183425 - f.f.painter@hotmail.it<br />

fb: fabrizio.ferrari.7927<br />

49


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Maria Florea<br />

Maria Florea, artista toscana di origine rumena,<br />

si muove con perizia ed eclettismo<br />

tra arti e materiali. Sullo sfondo <strong>del</strong>le colline<br />

<strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>, le sue capacità espressive si estendono<br />

dall’incorporeo al fisico; dalla poesia alla scultura;<br />

dalla pittura al tessile. Ama sperimentare,<br />

senza paura di spingersi lungo un territorio artigianale;<br />

per poi sublimare in arte il suo rapporto carnale,<br />

materno, elegante, minimale, potente verso il<br />

mondo.<br />

La sua formazione ha origine in Romania, ma si<br />

completa in Italia.<br />

Il suo istinto è la sua guida; la natura una <strong>del</strong>le sue<br />

muse ispiratrici.<br />

Love and destiny, 2012, ceramica, h cm. 24<br />

Aspettative, 2013, acrilico su cartone, cm. 100x70<br />

Cell. +39 348 2844249 - mariaflorea70@yahoo.it<br />

https://www.facebook.com/maria.florea.351<br />

50


Alberto Forconi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Carta zucchero, 2013, acrilico su faesite, cm. 95,5x67<br />

Alberto Forconi è nativo di Greve in <strong>Chianti</strong><br />

dove vive e lavora. La sua bottega d’arte, in<br />

un angolo <strong>del</strong>la storica piazza, è anche suo<br />

studio pittorico.<br />

Nel 1977 inizia a lavorare come disegnatore tessile,<br />

si iscrive poi al Liceo <strong>Artisti</strong>co di Firenze.<br />

Negli anni giovanili la sua vasta produzione ha come<br />

generi privilegiati i paesaggi ed in particolar modo la<br />

campagna toscana, le nature morte ed i ritratti fra i<br />

quali si segnalano Mio babbo, Tiziano di Panzano e<br />

Mario di Casole. Dipinge a volte in compagnia <strong>del</strong><br />

maestro pittore Claudio Sacchi.<br />

La sua prima personale si tiene nel 1990 presso la<br />

chiesa <strong>del</strong> Corpus Domini a Firenze con introduzione<br />

alla mostra di Nino Tirinnanzi. Nel 1992 partecipa<br />

alla collettiva “Omaggio a Masaccio” - Arte Sacra,<br />

presso la sala espositiva attigua alla chiesa <strong>del</strong> Carmine<br />

di Firenze e nel 1995 alla rassegna di pittura e<br />

scultura “Miglior figura” presso il Forte Magnaguti.<br />

Alberto ha inoltre partecipato a numerose mostre,<br />

collettive e personali, in Italia e all’estero, ottenendo<br />

diversi riconoscimenti. È infatti vincitore nel<br />

1996 <strong>del</strong> Premio Nazionale di pittura contemporanea<br />

“Pietro Generali”, l’anno successivo espone, in<br />

veste di finalista, alla “Maratona di Pittura” presso<br />

la galleria L’occhio in Arte a Roma.<br />

L’importante incarico di realizzare il tabernacolo in<br />

via Giorgio La Pira nel suo paese natio gli viene affidato<br />

nel 1996 dal Comune di Greve in <strong>Chianti</strong> e<br />

dall’Arcivescovado di Fiesole. È allora che dipinge la<br />

Madonna <strong>del</strong>la Speranza ritraendovi l’ex moglie e le<br />

figlie. Nello stesso anno espone, insieme agli artisti<br />

Roberto Tortoli e Sileno Roggi, presso la sala espositiva<br />

di via <strong>del</strong>l’Anguillara a Firenze.<br />

È poi finalista <strong>del</strong> I° concorso “Ottone Rosai” nel<br />

1998 e l’anno successivo ottiene un riconoscimento<br />

personale nella XVI edizione <strong>del</strong> Premio Firenze.<br />

Viene segnalato nel 1998 in occasione <strong>del</strong> Premio<br />

Italia per le Arti Visive XIII edizione e nello stesso<br />

anno espone nel Chiostro Grande <strong>del</strong> Convento di<br />

Santa Maria Novella durante la prima edizione <strong>del</strong>la<br />

Festa <strong>del</strong>l’Iris.<br />

In occasione <strong>del</strong> Giubileo partecipa alla manifestazione<br />

artistica dal titolo “In Anno Domini 2000” con<br />

un dittico di soggetto religioso. Nel 2001, nell’ambito<br />

<strong>del</strong>la Rievocazione Storica <strong>del</strong>la Passione di Cristo,<br />

viene inaugurata la sua mostra personale presso<br />

il circolo Arci di Grassina. Negli anni successivi<br />

tiene una personale presso il chiostro <strong>del</strong>la Chiesa<br />

di San Leolino a Panzano ed espone presso la Galerie<br />

& Vinothek arteMedia Birsfelden a Basilea.<br />

Negli ultimi anni le sue opere nascono invece sul<br />

banco di lavoro; così casualmente vengono tracciate<br />

la prime linee, macchie, schizzi e talvolta tagli sui<br />

quali Alberto costruisce composizioni astratte<br />

come Libertà celeste e Carta Zucchero.<br />

Piazza Matteotti, 47 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

Tel. +39 055 853905 - Cell. +39 348 8100452 - albertoforconi17@gmail.com<br />

51


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giovanna Fortini<br />

Nata a Firenze si trasferisce a San Polo in<br />

<strong>Chianti</strong> dopo il matrimonio. Dove abita ha<br />

un piccolo laboratorio d’arte.<br />

Il disegno e la grafica fanno parte da sempre <strong>del</strong>la<br />

vita di questa pittrice. Ha cominciato a dipingere negli<br />

anni Settanta, frequentando sia l’Accademia <strong>del</strong>la<br />

Belle Arti di Firenze sia botteghe di artisti ad Impruneta.<br />

Negli anni Ottanta entra a far parte <strong>del</strong><br />

Gruppo di Pittori e Scultori Imprunetini. Attualmente<br />

è membro <strong>del</strong>l’Associazione ART-ART di Impruneta.<br />

Il suo spirito creativo la spinge a realizzare opere<br />

utilizzando tecniche diverse quali incisione, acquerello,<br />

tempera, collage, olio, apprese con la frequentazione<br />

dei vari laboratori d’arte. La disciplina che le<br />

è più congeniale è la pittura ad olio con tecnica mista:<br />

pennello e spatola. Negli ultimi tempi è interessata<br />

dalla pittura astratta, ed esegue lavori a tecnica<br />

mista con l’impiego di materiali poveri come carta,<br />

pietre, sabbie e colle. La possibilità di impastare e<br />

mo<strong>del</strong>lare materie le consentono di trasformare<br />

una opera a due dimensioni, come la pittura, in qualcosa<br />

di tridimensionale, avvicinandosi alla scultura.<br />

Ha partecipato a numerose mostre sia personali<br />

che collettive; quest’ultime con l’Associazione ART-<br />

ART e con i pittori <strong>del</strong> Gruppo Donatello.<br />

Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia,<br />

Spagna, Belgio ed Inghilterra.<br />

Il fulcro <strong>del</strong>la vita, 2008, olio su tela e materiali vari, cm. 50x70<br />

Luminosità, 2006, olio su tela e materiali vari, cm. 50x70<br />

Cell. +39 346 3658163<br />

giovabett@gmail.com<br />

52


Luigi Ghezzi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Scopre la pittura ad olio a cinquant’anni, dopo<br />

una formazione tecnica (Pr Chimico), si specializza<br />

come tecnico di laboratorio biomedico,<br />

professione che svolge attualmente presso l’A-<br />

OU di Siena. Inizia da autodidatta (pittura su vetro,<br />

tra cui oggettistica di laboratorio chimico). Nel 2001<br />

incontra il maestro Renzo Regoli, <strong>del</strong> quale diventa<br />

allievo.<br />

Ghezzi è un pittore ironico che trasforma il paesaggio<br />

toscano in qualcosa di sognante.<br />

I suoi quadri rappresentano vedute <strong>del</strong>la campagna<br />

toscana in modo raffinato, con una pennellata decisa<br />

e molto minuziosa; a tutto questo si aggiunge<br />

l’utilizzo di colori accesi, poco sfumati e un po’ irreali.<br />

Un’elevata tecnica, unita ad una spiccata fantasia,<br />

lo avvicinano al surrealismo e alla metafisica.<br />

Grande ammiratore di Renè Magritte, è affascinato<br />

dagli accostamenti irreali e dai suoi contenuti enigmatici.<br />

Molto legato ai suoi luoghi di origine (Monteriggioni<br />

e Siena) non può non raffigurare le contrade <strong>del</strong> Palio,<br />

ovviamente interpretandole con una sua rivisitazione<br />

in chiave ironica.<br />

Oltre al mondo circostante, trae ispirazione anche<br />

dal proprio vissuto, creando opere autobiografiche;<br />

così Luigi Ghezzi, ci trasporta verso luoghi sognanti<br />

spesso popolati da enigmatiche figure.<br />

Alice Ciappi<br />

Il peso <strong>del</strong>la cultura, 2014, olio su tela, cm. 30x60<br />

Competizione, 2012, olio su tela, cm. 60x80<br />

Via IV Novembre, 2 - 53035 Castellina Scalo (SI)<br />

Cell. +39 333 6880643 - giovanni.ghezzi@alice.it<br />

53


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Marcello Guasti<br />

Marcello Guasti nasce a Firenze nel 1924.<br />

Cresce fra il profumo <strong>del</strong> pane <strong>del</strong> forno,<br />

che stimola in lui l’amore per la manipolazione,<br />

ed il legno <strong>del</strong>lo zio falegname, che presto<br />

inizierà a lavorare, intagliandolo per le sue xilografie<br />

e scolpendolo poi. Si diploma in Arti Grafiche presso<br />

l’Istituto Statale d’Arte di Firenze; in questi anni<br />

si dedica alla xilografia, all’illustrazione e al disegno<br />

che non abbandonerà mai. I primi riconoscimenti<br />

ricevuti sono proprio nell’ambito <strong>del</strong>la grafica. Nel<br />

1948 viene ammesso con due xilografie alla XXIV<br />

Biennale di Venezia.<br />

Stabilitosi nello studio al Vecchio Conventino, l’artista<br />

negli anni Cinquanta è rapito dal fascino dei renaioli<br />

che, insieme ai forgiatori, divengono protagonisti<br />

per tutto il decennio di centinaia di suoi disegni<br />

e di xilografie, sulla base dei primi schizzi fatti sempre<br />

dal vero lungo l’Arno, dando vita ad immagini,<br />

come Marcello racconta, «<strong>del</strong> lavoro come fatto rituale<br />

più che come condanna». È sempre negli anni<br />

Cinquanta che nasce la scultura il Renaiolo che si<br />

asciuga ed è da una rielaborazione di questa che<br />

all’inizio degli anni Sessanta, nasce la prima scultura<br />

aniconica, Scultura n. 1.<br />

La sua prima importante opera pubblica, il Monumento<br />

in memoria dei tre Carabinieri Medaglia d’Oro,<br />

viene eretta nel 1964 sul Colle di San Francesco<br />

a Fiesole mentre l’artista è docente <strong>del</strong>lo stesso<br />

Istituto d’Arte dove si era diplomato. A questo primo<br />

ne seguiranno numerosi, fra questi ricordiamo:<br />

il monumento in pietra boema a Horice (Praga) <strong>del</strong><br />

1967; il Monumento in memoria dei 38 partigiani<br />

caduti a Pian d’Albero, sistemato in piazza Elia <strong>del</strong>la<br />

Costa nel 1970; il monumento Terra Aria Acqua<br />

Fuoco inaugurato nel 1995; il Monumento alla Pace<br />

di Bagno a Ripoli il cui progetto risale al 2003 ed il<br />

monumento di Figline in memoria dei caduti <strong>del</strong>la<br />

Prima Guerra Mondiale, L’albero <strong>del</strong>l’Universo <strong>del</strong><br />

2011. Numerose sono le mostre personali e collettive<br />

alle quali Marcello partecipa in Italia e all’estero,<br />

le celebrazioni e occasioni che lo vedono presente<br />

con le sue opere e la sua esperienza. Riceve il Premio<br />

<strong>del</strong>le Arti Fiorentini nel Mondo 2011.<br />

Come recita il titolo <strong>del</strong>la monografia dedicata a<br />

Marcello Guasti, “Tra natura e geometria”, l’artista<br />

vive l’arte oscillando e facendo convivere e dialogare<br />

questi due elementi. La natura è quella costituita<br />

dai quattro elementi che spesso tornano protagonisti<br />

dei suoi monumenti e <strong>del</strong>le sue opere e la geometria<br />

sembra rappresentare “l’approdo” di una ricerca<br />

<strong>del</strong>l’essenziale e <strong>del</strong> significato.<br />

Ricche infatti di simbologie, richiami, allegorie sono<br />

le sue opere, soprattutto quelle destinate ai luoghi<br />

pubblici, alle piazze, i monumenti a celebrare il sacrificio<br />

<strong>del</strong>la morte, il lavoro <strong>del</strong>l’uomo, la pace, la<br />

natura che ci dà la vita ed altri valori e spunti di riflessione,<br />

moniti per l’uomo e per la società.<br />

Caterina Pacenti, 2014<br />

Il cipresso e la Cipressa, 2013, disegno inchiostro<br />

su carta, cm. 35x72<br />

Via di Terzano, 61 - 50012 Bagno a Ripoli (FI)<br />

Tel. +39 055 631919 - artemisia.viscoli@gmail.com<br />

54


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Nicole Guillon<br />

Nicole Giullon nasce in Francia, passa la sua<br />

infanzia in Africa, dove è profondamente<br />

segnata dai colori e dalle forme essenziali<br />

dei paesaggi che la circondano.<br />

Si laurea in letteratura comparata a Parigi. Vive in<br />

diversi paesi d’Europa finché non approda in Italia<br />

con la sua famiglia.<br />

Inizia la sua attività artistica in Toscana frequentando<br />

l’atelier artistico d’Impruneta e seguendo corsi<br />

presso la Scuola Internazionale d’Arte Grafica Il Bisonte<br />

di Firenze. Dal 1989 espone in numerose collettive<br />

e personali in Toscana, in Francia, in diversi<br />

paesi d’Europa ed in Giappone, con opere di pittura<br />

e di incisione, ottenendo vari riconoscimenti tra i<br />

quali il Fiorino d’argento.<br />

Da qualche anno, la sua passione per i viaggi a piedi,<br />

particolarmente in Asia e Africa, le ha permesso di<br />

scoprire nella fotografia una forma d’espressione<br />

che completa il suo linguaggio pittorico astratto.<br />

Dalle terre visitate riporta elementi minerali ma soprattutto<br />

emozioni da trasferire sulla tela o sul legno:<br />

“dipingo e fotografo per non parlare”; spesso<br />

lascia le sue opere senza titoli, con l’intenzione di<br />

offrire all’osservatore la libertà <strong>del</strong>le proprie sensazioni,<br />

convinta che l’artista altro non è che l’interprete<br />

di una coscienza universale.<br />

“...Sullo schermo quadrato si aprono squarci di colore<br />

, mescolato a sabbia, a bran<strong>del</strong>li di stoffa, alla poltiglia<br />

di conchiglie, e guscio d’uova e rena: si condensano<br />

<strong>del</strong>le forme che sembrano scolpite,<br />

asperità, rughe da accarezzare colla mano. Si aprono<br />

varchi improvvisi, ferite sensuali e inopportune....”<br />

G. Uzzani<br />

“...Possiamo certamente definire le opere di Nicole<br />

Guillon secondo la modalità <strong>del</strong>la pittura e <strong>del</strong>la fotografia,<br />

ma le sue tele cosi materiche. racchiudono<br />

un presagio di scultura, i suoi scatti declinano le immagini<br />

quasi in forma di incisione grafica”.<br />

S. Sassi<br />

Zakhor, gennaio 2014, Villa Vogel Firenze, installazione, fotografia e pittura, cm. 400x250<br />

Cell. +39 338 2811430 - poggiougolino@gmail.com<br />

www.nicoleguillon.com<br />

55


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Nicole Guillon<br />

Mirage, 2005, tecnica mista su tela, collezione privata,<br />

cm. 100x100<br />

Skyscrapers, 2013, tecnica mista su tela, cm. 70x70<br />

Porta, 2005, Tibet, fotografia digitale<br />

56


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Nicole Guillon<br />

Riflessi, 2007, Birmania, fotografia digitale<br />

O nuit, 2007, Birmania, fotografia digitale<br />

57


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Bryan Holt Moore<br />

Jules Maidoff Gallery Florence: Contrast between contemporary and classical, 2013<br />

bryanholtmoore.wordpress.com<br />

b.moore@tin.it<br />

58


Patrizio Landolfi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Opera ottava, 2013, tecnica mista, cm. 200x110<br />

Dopo avere trascorso l’infanzia tra Calabria e<br />

Campania, si trasferisce a Genova, poi a<br />

Roma e Milano e quindi, nel 1980 a Firenze.<br />

Il linguaggio artistico di Patrizio Landolfi - commenta<br />

Sabino Formica - si realizza su temi coloristici<br />

di estrema purezza, nell’esercizio di una personale<br />

tecnica e in un largo respiro poetico che investe tutta<br />

l’opera. I dipinti, che si snodano davanti al nostro<br />

sguardo, sono come una serie di apparizioni luminose<br />

ed impreviste. Colpisce subito la sua franchezza.<br />

La simbologia e le emozioni interne <strong>del</strong> maestro<br />

Landolfi riescono a mo<strong>del</strong>larsi con l’essenzialità dei<br />

significati, in una sintesi figurativa che va oltre le<br />

barriere e si imprime in suo logico e coerente ritmo<br />

costruttivo.<br />

Landolfi introduce un nuovo elemento anzi un nuovo<br />

gesto: disfa manualmente le sue costruzioni, le<br />

figure e gli elementi che dipinge. Frantuma, per poi<br />

sovrapporre nuovi elementi fino a dividere le composizioni<br />

in piccole particelle di materia. Gli artisti<br />

sono sempre consapevoli che l’esperienza creativa<br />

è senza limiti, ma l’autore decide quando il quadro è<br />

finito. È infine da questa frammentazione che nascono<br />

le teorie visive <strong>del</strong>le opere <strong>del</strong> Landolfi, così<br />

come nella scienza, dal lavoro <strong>del</strong>la natura, dal caos<br />

primordiale il mondo prende forma e getta davanti<br />

ai nostri occhi possibilità di apparizioni infinite.<br />

Giampaolo Tomassetti<br />

Via Palazzuolo. 51 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)<br />

Cell. +39 388 9228021 - landolfipatrizio@gmail.com - http://www.facebook.com/Pandu<br />

59


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Patrizio Landolfi<br />

Opera sesta, 2013, tecnica mista, cm. 100x124<br />

60


Maria Pace Latella<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Maria Pace Latella è nata a Siena, dove ha<br />

compiuto gli studi presso l’Istituto d’Arte<br />

Duccio di Boninsegna ed ha maturato la<br />

sua formazione artistica di pittrice; vive e lavora a Castellina<br />

in <strong>Chianti</strong>. La sua è una pittura <strong>del</strong>la luce che<br />

di quadro in quadro si materializza in forme di forte<br />

spiritualità e tensione.<br />

Negli ultimi anni, Maria Pace ha felicemente sperimentato<br />

la pittura su pietra - marmo, porfido, galestro<br />

e perfino lastre di quarzo - ricavandone effetti<br />

straordinari, sia formali sia cromatici, approfondendo<br />

una nuova e pressoché inusitata forma espressiva,<br />

che ha subito raccolto interesse e consensi, sia <strong>del</strong>la<br />

critica che <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong>l’arte.<br />

Towards Blue. La nostra realtà spazio-temporale ha i<br />

suoi limiti, le sue Colonne d’Ercole che non è concesso<br />

oltrepassare, pena la distruzione, la morte o la<br />

follia. Ma qualche volta per casi strani e fortuiti, poco<br />

e male spiegabili, qualcuno li supera e poi ritorna indenne<br />

nelle dimensioni usuali <strong>del</strong> reale. I racconti di<br />

queste esperienze sono sempre faticosi e <strong>del</strong>udenti,<br />

criptici, inintelligibili. “Vidi arcana Dei” affermano lapidari<br />

i Santi e gli asceti, frustrati dal dover usare le<br />

“nostre parole difettose”, inadeguate a descrivere<br />

l’esperienza fatta in altri mondi. Eppure talvolta qualcosa<br />

<strong>del</strong>l’altro mondo si coglie, si intravede, si indovina<br />

nei loro sofferti rendiconti. Così è per queste<br />

tele di Maria Pace Latella, reduce da un fortuito viaggio<br />

in un’altra dimensione.<br />

“Fu nel 1981. Mi fecero una normale anestesia. Qui<br />

iniziò il viaggio, viaggio di andata e fortunatamente ritorno...<br />

Il mio spirito si staccò dal corpo. Ero in una dimensione<br />

diversa, dove il tempo e lo spazio non hanno<br />

confini. Ciò che ho visto, provato, sentito in questo<br />

mio viaggio non riuscirò mai né a dimenticarlo né a<br />

tradurlo su tela; ad eccezione <strong>del</strong> colore, quello sì...”<br />

Nacque così la pittura surreale, metafisica ed esoterica<br />

di Maria Pace Latella, già da tempo segnalata<br />

pittrice. Da allora le sue tele riverberano quella luce<br />

nuova e inedita <strong>del</strong>la quale si ignora la provenienza. È<br />

luce pura, boreale, senza origine né confini, dalla<br />

quale emergono, in una sorta di siderale archeologia<br />

alla rovescia, segni e frammenti di storia e di realtà:<br />

di volta in volta un fiore o una stella, un orizzonte o<br />

una città turrita. È proprio questa luce ineffabile a<br />

dare senso e forza ai pochi oggetti che risparmia,<br />

quasi li creasse senza l’intermediazione di linea e colore,<br />

di peso e volume, di radici e fondamenta. Anche<br />

le figure umane vi si muovono come le anime di una<br />

città celeste annunciata ma non descritta, vicina ma<br />

invisibile.<br />

Alessandro Falassi<br />

Un viaggio a dir poco inusuale quello di Maria Pace:<br />

un mistero che traspare fra i veli dei suoi colori, negli<br />

spazi infiniti suggeriti. Spazi astrali, metafisici, talvolta<br />

pacificatori, talvolta carichi di mistero: sempre<br />

densi d’amore.<br />

Bona Baraldi, 1996<br />

Serenità, 2000, olio su tela, cm. 70x40<br />

Via <strong>del</strong>la Rocca, 6 - 53011 Castellina in <strong>Chianti</strong> (SI) - Tel. +39 0577 740389 - Cell. +39 339 5974554<br />

latellamariapace@libero.it - www.mariapacelatella.it<br />

61


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Maria Pace Latella<br />

Nello spazio, nel tempo, 1998, olio su tela,<br />

cm. 50x100<br />

Eternamente blu, 2005, olio su tela, cm. 40x80<br />

Nel sogno, 2003, acrilico su tela, cm. 40x40<br />

Fra le rocce, 2013, acrilico su pietra, cm. 33x33<br />

62


Antonella Lomonaco<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

L’onda, 2010, olio su tela, cm. 80x40<br />

“ Ho iniziato il mio percorso artistico con la<br />

pittura informale, con tinte forti e calde, i<br />

gialli, i rossi, gli arancio nelle mille tonalità<br />

dei tramonti che ti lasciano senza fiato, in quella dimensione<br />

di stupore che ti fa sentire una bambina<br />

davanti al miracolo <strong>del</strong>la natura. Poi è venuto il mare,<br />

e lo stupore ha cambiato colore, dando spazio ai verdi,<br />

agli azzurri, l’indaco e l’oltremare, al bianco spumeggiante<br />

<strong>del</strong>le onde. Ma quel mare, che da quarant’anni<br />

mi accoglie nel periodo estivo, ha, alle sue<br />

spalle, una pineta che per anni non avevo visto con<br />

occhi da artista e poi d’un tratto si è rivelata in tutta<br />

la sua magia. Le luci, le ombre, le chiome dei pini<br />

battute dal Maestrale, i rami contorti”.<br />

“I miei soggetti preferiti per anni sono stati i paesaggi,<br />

le marine e la natura in genere.<br />

Colori e scenografie di vita, piccoli frammenti di realtà<br />

per mezzo dei quali cerco di dare forma alle mie<br />

emozioni più profonde. Attualmente è la figura femminile<br />

la protagonista <strong>del</strong>le mie tele che parlano <strong>del</strong><br />

mondo <strong>del</strong>la donna fatto di quei sentimenti che<br />

vanno oltre l’immediatezza <strong>del</strong>l’immagine.<br />

A dire il vero non ho mai pensato di voler diventare<br />

un’artista. Il mio approccio con le arti visive è avvenuto<br />

per necessità. La necessità era quella di trovare<br />

una forma d’espressione che mi permettesse di<br />

comunicare in maniera naturale ed immediata. Sentivo<br />

l’esigenza di dare forma ai miei pensieri, ai sentimenti,<br />

alle sensazioni che altrimenti sarebbero rimasti<br />

imprigionati dentro di me per la difficoltà di<br />

esprimerli a parole, per la difficoltà di trovare qualcuno<br />

disposto ad ascoltarli”.<br />

Antonella Lomonaco<br />

La Pineta, 2012, olio su tela, cm. 80x40<br />

a-lomonaco@libero.it<br />

63


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Luigi Mariani<br />

Luigi Mariani nasce nel 1954 a Impruneta dove ancora<br />

oggi vive e lavora.<br />

Nelle sue opere, fatte proprio plasmando la<br />

terra, Luigi Mariani infonde un’anima che<br />

le rende vive in modo impressionante. In<br />

esse è la vita stessa che prende forma e si narra…<br />

La donna raffigurata nelle sculture di Luigi Mariani è<br />

priva di vesti, priva, quindi, di artificiose sovrastrutture,<br />

priva di condizionamenti, libera dal pensiero e<br />

dalle ideologie restrittive degli uomini.<br />

È la donna nella sua essenzialità, espressa dal suo<br />

bellissimo corpo nudo. Donna nella sua essenzialità<br />

di madre, generatrice di vita e naturalmente custode<br />

<strong>del</strong>la vita. In un corpo che diventa rifugio dalle<br />

paure e dagli attacchi <strong>del</strong> mondo, culla di pace e<br />

serenità.<br />

Rita D’Angelo Grifoni<br />

Dalle abili mani <strong>del</strong>lo scultore escono forme articolate<br />

e complesse, dalle quali traspare rigore, coerenza<br />

ed armonia formale: forme esaltate da un’estrema<br />

“politezza” <strong>del</strong>le superfici, levigate e quasi<br />

“accarezzate” dall’artista.<br />

Nudità non ostentate e provocanti, ma silenziose e<br />

distaccate; gli sguardi sono trasognati e lontani, rivolti<br />

indietro ad altre epoche: alla prima metà <strong>del</strong><br />

Novecento, ad esempio, oppure, come suggeriscono<br />

i gruppi con la donna ed il bambino tra le braccia,<br />

alla superba tradizione scultorea <strong>del</strong> Rinascimento<br />

fiorentino.<br />

Anche nelle opere di piccolo formato rimane, pur<br />

nelle limitate proporzioni, una certa solennità bozzettistica,<br />

a conferire alle figure di Luigi una sorta di<br />

“moderna classicità”.<br />

Giovanna Sparapani<br />

Nonno Anselmo, 2006, terracotta, h cm. 80 Bellezza e purezza, 2009, terracotta, h cm. 70<br />

Ricorrendo il centenario <strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong>l’attività di famiglia da parte di mio nonno, Anselmo Mariani, in ricordo<br />

di lui, questo ritratto regalato da me a mio padre.<br />

Luigi Mariani<br />

Cell. +39 329 4180696<br />

luigimariani54@gmail.com<br />

64


Maria Rosa Mazzantini<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Maria Rosa Mazzantini, ha frequentato la<br />

Scuola Libera <strong>del</strong> Nudo e si è diplomata in<br />

Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze.<br />

Ha esposto in diverse personali e collettive in<br />

Italia e all’estero. Vive e lavora a Greve in <strong>Chianti</strong>.<br />

La mia esperienza artistica, abbandonati i mo<strong>del</strong>li<br />

figurativi <strong>del</strong>la prima formazione, si muove ormai<br />

con insistenza nella vasta area <strong>del</strong>la libera sperimentazione<br />

creativa.<br />

Con interventi di CONTAMINATIO, pittura e scultura<br />

diventano segni di una struttura soggiacente:<br />

INSTALLAZIONE.<br />

La “Metafora <strong>del</strong> cerchio” che domina le mie opere<br />

indica la ricerca di una matrice archetipa che nell’inconscio<br />

corrisponde al ciclo cosmologico, al mito<br />

<strong>del</strong>la vita.<br />

I colori, simboli di emozioni, lasciano tracce nello<br />

spazio a mezzo di piccole pietre colorate, pianeti<br />

scintillanti.<br />

L’inserimento di fibre ottiche che “perforano” lo<br />

spazio, sono mimesi <strong>del</strong>l’opera umana sulla Terra: è<br />

una luce che non illumina, ma fa “punto luce” per<br />

non smarrire l’orientamento.<br />

Maria Rosa Mazzantini<br />

Monumento ai caduti, 1994, bronzo, Loc. La Panca, Greve in<br />

<strong>Chianti</strong>, h cm. 160<br />

Madonna <strong>del</strong>l’Accoglienza, 2000, bronzo, chiesa di Santa<br />

Maria a Chiocchio, Greve in <strong>Chianti</strong>, h cm. 180<br />

Cell. +39 335 6466666<br />

mazzantini_mariarosa@yahoo.it<br />

65


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Maria Rosa Mazzantini<br />

Le installazioni di Maria Rosa Mazzantini sono, dal<br />

punto di vista iconografico, pittosculture informali. I<br />

suoi colori semplici, primari, sono quasi sempre<br />

speculari, come i positivi e i negativi di una fotografia,<br />

testimoniano la sua visione <strong>del</strong>l’universo intergalattico,<br />

dove il positivo dei pianeti vivi si mescola<br />

al negativo di quelli morti.<br />

Roberto Cellini<br />

Alla forma globulare - dall’ovulo in cui si sviluppa la<br />

vita umana all’astro che vaga nell’infinità <strong>del</strong>l’universo<br />

secondo imperscrutabili progetti che attraversano<br />

il tempo - Maria Rosa Mazzantini rivolge<br />

ora le sue energie e contro l’indistinto <strong>del</strong> fondo<br />

avviene una genesi geometrica che si rivolge al mistero<br />

<strong>del</strong>la Creazione…<br />

Alvaro Spagnesi<br />

Approdo, 1998, tecnica mista su legno, diametro cm. 100 Totem 2, 1995, tecnica mista, h cm. 180<br />

66


Irene Meniconi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Irene Meniconi nasce a Firenze nel 1986, per poi trasferirsi,<br />

ancora bambina, nel <strong>Chianti</strong>. Consegue il diploma<br />

presso il Liceo <strong>Artisti</strong>co Leon Battista Alberti,<br />

prosegue con entusiasmo e passione i suoi studi presso<br />

l’Accademia di Belle Arti di Firenze.<br />

Fin da piccola è attratta da tutto ciò che ha a che fare con<br />

la materia, la fantasia e la creatività; libera di sperimentare<br />

il mondo circostante a stretto contatto con la natura che è<br />

per lei fonte costante d’ispirazione, luogo fascinoso e di<br />

mistero. Negli anni sviluppa un rapporto speciale, quasi<br />

empatico, con il cavallo che spesso ritorna nella sua ispirazione<br />

e nelle sue opere.<br />

Alla base <strong>del</strong>la sua espressione artistica è la linea, il disegno,<br />

che riproduce insieme l’aspetto esteriore e allo stesso<br />

tempo quello interiore di ogni cosa che viene così ad<br />

essere composta come di tanti “piccoli mondi”, nella costante<br />

ricerca di un’armonia ed un equilibrio riflesso di<br />

quello universale. L’equilibrio è quello raggiunto attraverso<br />

il bilanciamento degli opposti, come le sue creazioni nascono<br />

dall’inconscio e prendono forma attraverso un’azione<br />

consapevole. È così che Irene lascia emergere il lato<br />

oscuro di tutte le cose ed insieme quello luminoso, il mondo<br />

<strong>del</strong> sogno ed il primordiale.<br />

Osservando le sue opere ci accorgiamo di essere scrutati<br />

dall’occhio giudice e testimone silenzioso dalla natura che<br />

induce all’introspezione e alla riflessione che può condurre<br />

negli abissi <strong>del</strong>l’anima e negli spazi infiniti <strong>del</strong>l’universo.<br />

Essere pavone, 2014, acquerello, acrilico, china,<br />

cm. 100x160<br />

Ero costantemente alla ricerca di<br />

qualcosa di misterioso, mi<br />

immergevo nella natura, quasi mi<br />

confondevo nella sua stessa essenza,<br />

fuori dal mondo degli uomini.<br />

C.G. Jung<br />

Ti porto via, 2014, collage, acrilico, penna e<br />

china, cm. 100x70<br />

Cell. +39 338 3687396<br />

irenemeniconi@yahoo.it<br />

67


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Anna Napoli<br />

Conosco Anna Napoli da più di dieci anni.<br />

La peculiarità che ho sempre apprezzato in<br />

lei è la ricerca <strong>del</strong>l’armonia in tutti gli aspetti<br />

<strong>del</strong>l’esistenza, esigenza che esprime nella pittura.<br />

Nella sua creazione artistica percepisco il desiderio<br />

di segnare un equilibrio tra gli opposti: istinto e ragione,<br />

passionalità e riflessione, corpo e anima. I<br />

dipinti dedicati agli ombrelloni ritraggono, pur senza<br />

mostrarla, la presenza <strong>del</strong>l’essere umano nella pienezza<br />

<strong>del</strong> proprio corpo; osservando sento l’odore<br />

<strong>del</strong> mare, ascolto le grida dei bambini, godo <strong>del</strong> caldo<br />

<strong>del</strong> sole sulla mia pelle. E gli occhi volano nel<br />

cielo dove il blu e i celesti si contrappongono privi di<br />

conflitti ai colori caldi: la narrativa <strong>del</strong> quadro mi sollecita<br />

domande metafisiche.<br />

La linea <strong>del</strong>l’orizzonte supera e unifica terra e cielo,<br />

umano e sovra-umano priva di tensioni; si percepisce<br />

la serenità di chi trova pace al conflitto, protetto<br />

in luogo sicuro.<br />

Anna Napoli è nata e ha trascorso i primi anni <strong>del</strong>la<br />

sua infanzia a Castel di Lucio, in Sicilia. Ha studiato<br />

lingue e culture straniere a Firenze, Milano,<br />

Stamford e Zurigo. Ha sempre coltivato la passione<br />

per l’arte e la pittura; è stata allieva <strong>del</strong>la scultrice<br />

Mary Ann Lucchetti per il disegno. Ha iniziato la sua<br />

attività artistica a livello professionale negli anni Novanta.<br />

Ha partecipato a concorsi di pittura nazionali ed internazionali,<br />

ottenendo premi e segnalazioni <strong>del</strong>la<br />

critica. Le sue due ultime mostre personali importanti<br />

sono state fatte presso l’Istituto di Cultura Italiana<br />

di Colonia (Germania) nel 2013 e nel 2011<br />

sempre presso l’Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles<br />

(Belgio). Anna Napoli dipinge presso il suo studio<br />

di pittura nel Comune di Montespertoli presso la<br />

sua casa di campagna, in via Mandorli 52. Utilizza<br />

mezzi tradizionali quali olio e acrilico su tela e il pastello<br />

su carta.<br />

Un ombrellone rosso, 2013, olio su tela, cm. 50x70<br />

Pallone in spiaggia, 2013, olio su tela, cm. 50x70<br />

Anna Napoli, Studio d’arte e di pittura - Via Mandorli, 50-52 - 50025 Montespertoli (FI)<br />

Cell. +39 335 393889 - Tel. studio +39 0571 609555 - www.annanapoli.com<br />

68


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Anna Napoli<br />

Anna Napoli riflette nella sua pittura l’esperienza<br />

<strong>del</strong> vissuto: la lontananza e la vicinanza, la memoria;<br />

i suoi ombrelloni mi attraggono nella dimensione<br />

<strong>del</strong> ricordo sia esso l’estate appena finita o l’estate<br />

sbiadita <strong>del</strong>l’infanzia lontana. La memoria venata da<br />

leggera malinconia non è rimpianto e la solitudine<br />

degli ombrelloni non è tristezza ma consapevolezza<br />

dei confini <strong>del</strong>l’essere umano.<br />

Anna Napoli offre a chi guarda la sua pittura un percorso<br />

emotivo che integra e unisce cuore e mente,<br />

presente e passato, il bambino dentro di noi con il<br />

vissuto <strong>del</strong>l’adulto, in un’armoniosa sintesi che nutre<br />

gli occhi e fa bene all’anima.<br />

Melania Continanza<br />

Psicologa, psicoterapeuta<br />

Due ombrelloni, 2013, olio su tela, cm. 70x50<br />

Tre ombrelloni con tenda, 2013, olio su tela, cm. 70x50<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Sergio Nardoni<br />

Passion, 2014, olio su tela, cm. 120x200<br />

La scuola dei sogni, 2005, olio su tela, cm. 120x120<br />

Fiorentino, di antica famiglia toscana, Sergio<br />

Nardoni vive e lavora nel <strong>Chianti</strong>, a Sambuca<br />

Val di Pesa e a Pechino (Beijing, China).<br />

Allievo all’Accademia di Belle Arti di Firenze di Loffredo<br />

e Manfredi, risente inizialmente <strong>del</strong> clima<br />

concettuale che comincia a diffondersi in Italia alla<br />

fine degli anni Settanta, ma è subito attratto da altre<br />

esperienze. Conosce Bueno, frequenta Annigoni,<br />

mentre l’incontro e l’amicizia con Mariuccia Carena,<br />

la vedova <strong>del</strong> grande Felice Carena, lo immette<br />

nell’ambiente artistico toscano e versiliese (Treccani,<br />

Faraoni, De Grada). La Facoltà di Lettere che frequenta<br />

con maestri come Del Bravo e Mina Gregori<br />

completa la sua sete di conoscenza e la sua assidua<br />

riflessione sulla storia <strong>del</strong>la pittura. Infine si dedica<br />

all’insegnamento, prima nella Scuola Media Statale<br />

e poi nella sede fiorentina <strong>del</strong>la Rutgers University,<br />

the State University of New Jersey.<br />

Lasciata anche la scuola, si dedica esclusivamente<br />

alla pittura. Per l’attività più recente, si segnala nel<br />

2011 la grande Mostra Antologica per i suoi 40 anni<br />

di pittura intitolata “Il genio ingenuo” e curata da<br />

Giovanni Faccenda al Museo Archeologico di Fiesole<br />

(FI), seguita dalla mostra personale per le celebrazioni<br />

dei 150 anni <strong>del</strong>l’Unità d’Italia nella Sala <strong>del</strong>le<br />

Colonne di Pontassieve (FI), curata da Pier Francesco<br />

Listri e presentata dalla Soprintendente <strong>del</strong><br />

Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini.<br />

Nel 2011 ha tenuto una serie di conferenze sul suo<br />

lavoro presso la Sichuan University of China a<br />

Chengdu (Sichuan Province, China) e nel 2013 ha<br />

aperto uno studio a Pechino (Beijing, China) dove<br />

risiede alcuni mesi l’anno e dove è in preparazione<br />

una sua grande mostra personale. Nella capitale cinese<br />

ha anche eseguito una lunga serie di ritratti,<br />

tra i quali quello <strong>del</strong> popolare regista cinese Zhang Ji<br />

Zhong.<br />

Nel 2012, dopo la sua fortunata mostra sui 150 anni<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia, viene insignito dal Presidente<br />

<strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong>l’Alta Onorificenza di “Ufficiale<br />

<strong>del</strong>l’Ordine al merito <strong>del</strong>la Repubblica Italiana” per i<br />

suoi meriti artistici.<br />

www.sergionardoni.com<br />

studiosergionardoni@gmail.com<br />

70


Alessandro Nutini<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Paesaggi immaginari (serie), 2011, olio su tela, cm. 40x50 Intreccio, 2009, legno di mandorlo, h cm. 70<br />

Alessandro Nutini nasce a Firenze nel 1958.<br />

Frequenta come apprendista alcuni studi di<br />

pittori e restauratori fiorentini imparando i segreti<br />

<strong>del</strong>la pittura antica. Dal 1985 si dedica totalmente<br />

alla pittura. La mitologia etrusca è la sua principale<br />

fonte di ispirazione in questo periodo. Viaggia e studia<br />

arte; nel 1986 è a New York e nei Caraibi dove apprende<br />

le colorate tecniche <strong>del</strong>la pittura indigena. Nel<br />

1992 frequenta il corso di Nudo all’Accademia <strong>del</strong>le<br />

Belle Arti di Firenze, nel 1995 compie il primo viaggio<br />

in Giappone dove ritorna spesso. Da questo momento<br />

i suoi lavori subiscono una notevole trasformazione<br />

grazie alla sempre maggiore conoscenza di questo<br />

paese. Dal 1988 ad oggi tante sono le mostre personali<br />

e collettive alle quali partecipa in Italia, Giappone,<br />

USA e Francia. Fra queste ricordiamo: nel 1995 una<br />

personale a Greve in <strong>Chianti</strong>, nel 1996 la sua prima<br />

personale in Giappone a Tokyo, nel 2002 una personale<br />

presso la FYR di Firenze. In questi anni è inoltre<br />

autore di scenografie. A Kyoto: nel 2001 tiene una<br />

mostra personale dal titolo ‘Frammenti d’infinito’<br />

presso il Hônen-in, nel 2005 partecipa a “Terra e Aria”<br />

presso l’Istituto Italiano di Cultura e tiene poi una personale<br />

dal titolo “Terre di Toscana” presso la House<br />

of Art; con lo stesso titolo esporrà presso Mitochu<br />

Koeki Gallery di Tokyo. L’anno successivo, presso il<br />

Consolato Generale <strong>del</strong> Giappone a Milano, tiene la<br />

personale “Ispirazioni” e nel 2007 è di nuovo in Giappone<br />

con le personali: ‘Terra Mater’, presso House of<br />

Art di Kyoto, e “Metamorfosi <strong>del</strong> Vas”, presso la Arton<br />

Art Gallery <strong>del</strong> Museo di Kyoto e con la collettiva<br />

7th Ecology Earth Art 21 presso il Museum of Modern<br />

Art di Saitama.<br />

Nel 2008 partecipa all’EcoArtFestival con “Madre<br />

matrigna, Amante tradita” nella Villa Palagione di Volterra,<br />

è poi a Parigi con la personale dal titolo “Papiers<br />

Paille 1998-2008” e a Firenze dove partecipa alla mostra<br />

collettiva “Borse Nere come nidi” presso l’Istituto<br />

degli Innocenti. Nel 2011 in Giappone tiene una<br />

personale presso la Galerie Petit Bois di Osaka, dal<br />

titolo “Paesaggi Immaginari - Tutto Scorre Nulla È”.<br />

L’anno successivo torna ad esporre a Firenze con una<br />

personale nello Spazio Arti Mestieri, Ex-Conventino.<br />

Nel 2013 è ancora una volta in Giappone dove tiene:<br />

ad Osaka la personale “Leonardeschi - Ombre sfuggenti”<br />

presso la Galerie Petit Bois e a Kôbe presso<br />

Goshonobô.<br />

Vive e lavora a Montefioralle.<br />

Tel. +39 055 8544915 - info@alessandro-nutini.com<br />

http://alessandro-nutini.it<br />

71


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Anna Pasquini<br />

Anna Pasquini, nata nel 1956 a Castellina in<br />

<strong>Chianti</strong> (SI) dove risiede, ha conseguito il diploma<br />

di Maestro d’Arte in Ceramica all’Istituto<br />

d’Arte di Siena Duccio di Buoninsegna, la maturità<br />

d’Arte Applicata in Tessitura all’Istituto d’Arte<br />

di Firenze, il diploma all’Accademia <strong>del</strong>le Belle Arti<br />

di Firenze in Scenografia e l’abilitazione all’insegnamento<br />

di Educazione <strong>Artisti</strong>ca.<br />

Si è specializzata con grande passione nel Batik, antica<br />

tecnica orientale di decorazione dei tessuti, realizzata<br />

tramite passaggi di cera e bagni di colore.<br />

Le sue opere fondono la tradizione artigianale con la<br />

ricerca artistica; spesso rievocano l’atmosfera <strong>del</strong><br />

paesaggio toscano <strong>del</strong> passato, con toni poetici e<br />

musicali. Dolci colline dalle morbide linee sono<br />

come uno spartito su cui i profili tondeggianti, antichi<br />

casolari spiccano con i loro muri bianchi carichi<br />

di storia. Pochi cipressi punteggiano, con ritmi musicali,<br />

le terre assolate.<br />

Altri soggetti prediletti sono giaggioli, girasoli e animali,<br />

dove la sensibilità <strong>del</strong>l’artista, con rara poesia,<br />

coglie, con macchie di colore racchiuse da una linea<br />

grafica, l’essenzialità <strong>del</strong> tema trattato.<br />

Peasaggio toscano, 2014, tecnica Batik, cm. 29x52<br />

Casa in Toscana, 2014, tecnica Batik, cm. 29x52<br />

Esposizione permanente presso:<br />

LA BOTTEGA Art Gallery - Via Ferruccio, 34-36 - 53011 Castellina in <strong>Chianti</strong> (SI)<br />

Tel. +39 0577 740980 - Cell. +39 335 6481111 - www.tuscanantiques.com - mario@tuscanantiques.com<br />

72


Pina Pettè<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Pina Pettè nasce a Essen, in Germania, nel<br />

1968. Approda in Italia a dodici anni, fermandosi<br />

a Bergamo per un lungo periodo fino a<br />

quando elegge la Toscana a sua nuova patria, ma<br />

non si tratta di un qualsiasi angolo di Toscana. Pina<br />

mette le sue radici in un posto magico, a Badia a<br />

Passignano nel cuore <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>. Il suo percorso<br />

artistico inizia con dei corsi di sabbiatura su vetro, e<br />

proprio su questo materiale esegue i suoi primi lavori,<br />

passando solo più tardi ad altri materiali e all’uso<br />

di colori acrilici e a olio. La sua aspirazione è quella<br />

di unire l’amore per la moda, settore in cui<br />

attualmente lavora come responsabile di un importante<br />

show room, a quello per l’arte cercando nel<br />

connubio di questi due elementi un indirizzo definitivo<br />

che la realizzi come artista e come donna.<br />

Amore musica arte e moda, 2012, olio invecchiato su tela, cm. 80x60<br />

Cell. +39 334 8199544<br />

info@pettepina.it - www.pettepina.it<br />

73


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Pina Pettè<br />

Profumo <strong>del</strong>la vita, 2014, olio su tela, cm. 60x80<br />

74


Felice Pezzano<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Felice Pezzano nasce a Catania nel 1958, frequenta<br />

l’Istituto d’Arte ma decide di diventare<br />

geometra. Ultimati gli studi lascia i palazzi barocchi<br />

di una Sicilia troppo “arsa“, si trasferisce a<br />

Firenze e da lì comincia a crederci, “stiamo lavorando<br />

per voi” ...<br />

Felice da sempre si rincorre s’inventa fra gli asfalti<br />

di una vita a volte difficile ma il suo nome è inesorabile!!...<br />

Oggi vive e lavora in Toscana ma spesso raggiunge<br />

le rosse lingue di un vulcano per molti amico.<br />

Le sue mostre più importanti presso: Le Giubbe<br />

Rosse caffè storico letterario di Firenze, Le Logge a<br />

Prato, Over Design a Prato, Villa c.e.s.i. “Centro<br />

studi Impruneta” Firenze, Parco d’arte Oleum Gualdo<br />

Cattaneo a Perugia, la Basilica di San Marco a<br />

Firenze, il Palace Art Hotel Borghese a Firenze e poi<br />

a casa sua in Sicilia “Costa Saracena” Siracusa.<br />

Si apre un nuovo capitolo, nell’opera di Felice Pezzano,<br />

egli che nel periodo precedente, era apparso<br />

maggiormente come scultore, ora riesce in maniera<br />

molto originale a creare un unicum con l’opera scultorea,<br />

traslando da essa, concetti estetico formali e<br />

portandoli nei suoi dipinti. Le rappresentazioni<br />

sono, cariche di trasognata intensità che pongono<br />

l’attenzione <strong>del</strong>l’osservatore, ad una meditazione<br />

non tanto basata sull’aspetto dei soggetti ma soprattutto<br />

sulla loro introspezione psicologica, di<br />

menti tese con tutte le loro energie ad uscire dalla<br />

banalità e mediocrità <strong>del</strong>l’esistenza.<br />

Direi che appare per Felice Pezzano un approccio<br />

stilistico di natura “Espressionista-Informale“ con<br />

aspetti psicologici e materici, infatti negli ultimi dipinti,<br />

egli applica una notevole ricerca ricca di lati<br />

tridimensionali.<br />

I colori sono pieni di tonalità intermedie e molto luminosi,<br />

infatti la luce nella sua scomposizione , sprigiona<br />

quella energia che è tanto significativa per il<br />

“Dinamismo Futurista“. Felice Pezzano ha una forza<br />

cinetica frammentata di matrice Cubista, Espressionista<br />

e Surreale; ne è un esempio Willem De<br />

Kooning.<br />

L’opera pittorica e scultorea di Felice Pezzano si integra<br />

e si avvicenda perfettamente, facendone un<br />

artista completo, dalle grandi capacità espressive<br />

che può portare nella tridimensionalità fisica tutte le<br />

immagini create su tela.<br />

Alessandro Marini<br />

Il solista, 2010, tecnica mista, h cm. 70<br />

Phatos, 2014, tecnica mista, cm. 50x50<br />

Cell. +39 328 5545365<br />

fepezzano@hotmail.com<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Felice Pezzano<br />

La Sindone, 2001, ceramica, h cm. 40<br />

Il tuffo mentale, 2008, ceramica, smalti a freddo, cm. 1000x40h<br />

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Silvano Porcinai<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Firenze presso il Gruppo Donatello dove è tornato<br />

ad esporre nel 1992 ed in diverse collettive. Ha<br />

esposto a Venezia, Firenze, Parigi, Padova, Milano,<br />

Miami, New York, Ginevra, Bologna, Londra, Impruneta,<br />

Greve in <strong>Chianti</strong>.<br />

Nel 1988 esegue il Caprone in bronzo per la Esso di<br />

Firenze e, nello stesso anno, realizza il Monumento<br />

alle religioni monoteiste in bronzo, per l’Appia Antica<br />

(Roma) che fu tuttavia rubato prima <strong>del</strong>l’inaugurazione.<br />

Del 2008 è il Monumento alla Lavandaia di<br />

Grassina (FI) e <strong>del</strong> 2009 il bassorilievo Omaggio a<br />

Manolete, realizzato in cotto <strong>del</strong>l’Impruneta e collocato<br />

presso il Credito Cooperativo di Impruneta (FI).<br />

Annualmente esegue, per conto <strong>del</strong> Club Taurino di<br />

Milano, <strong>del</strong> quale è socio, il Premio alla emocion,<br />

che viene consegnato ai trionfatori di Ferie <strong>del</strong> grande<br />

giro taurico, tra i quali ricordiamo: Martinez Enrique<br />

Ponce, Julio Cesar Rincon, Juilio Escobar Lopez<br />

El Juli, Morante de La Puebla, Jose Tomas,<br />

Luois Francisco Esplà, El Califa e Salvador Vega.<br />

Torera, 2004, terracotta, h cm. 70<br />

Silvano Porcinai nasce a Grassina nel 1950. Si<br />

diploma all’Istituto Statale d’Arte di Firenze,<br />

sezione Oreficeria. Ha svolto la sua attività di<br />

docente di Scultura e Mo<strong>del</strong>lato presso diversi licei<br />

artistici e istituti d’arte <strong>del</strong>la Toscana (Firenze, Pistoia,<br />

Grosseto e Siena). Socio <strong>del</strong> Gruppo Donatello e<br />

<strong>del</strong>l’Antica Compagnia <strong>del</strong> Paiolo, è Accademico<br />

<strong>del</strong>le Arti <strong>del</strong> Disegno, classe Scultura.<br />

La sua prima mostra personale fu tenuta nel 1977 a<br />

Ancora una volta, dalla campagna toscana dai profili<br />

asciutti e precisi, esce un artista che sa fermare<br />

nella luce la forma più profonda <strong>del</strong> suo sentire. Figlio<br />

di uno scultore, con un’esperienza di orafo nella<br />

quale ha sperimentato ingigantita, per ossimoro, la<br />

difficile arte <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lare, ha collocato i suoi temi<br />

nello spazio eterno dei miti, ponendo al centro la figura<br />

<strong>del</strong> toro.<br />

È passione non transitoria di Silvano Porcinai, quella<br />

che lo trascina nelle arene di Spagna a ricercare<br />

la rappresentazione attuale <strong>del</strong>lo scontro tragico<br />

<strong>del</strong>l’uomo con le profondità buie <strong>del</strong>la natura. Da<br />

questo spettacolo una linfa non esaurita gonfia di<br />

vita i fantasmi <strong>del</strong>la Creta di Psife e <strong>del</strong> Minotauro<br />

con tutto il corteo <strong>del</strong>le divinità pronte alla metamorfosi:<br />

dal grembo <strong>del</strong>l’antica civiltà mediterranea<br />

ricompaiono famigliari rivestiti di bronzo incorruttibile.<br />

Maria Nardone<br />

Via Calamandrei 14 - 50012 Grassina (FI)<br />

Cell. +39 389 0351428<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Silvano Porcinai<br />

Capoteador, 1998, terracotta, cm. 40x37<br />

Verano Sangriento, 1985, bronzo, h cm. 65<br />

78


Carlo Sain<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Apaches, 1991, installazione di dipinti nell’oliveto<br />

L’intrecciarsi di natura e artificio è la costante<br />

nella vita <strong>del</strong>l’uomo e il leitmotiv nel mondo<br />

<strong>del</strong>l’arte. Nel lungo cammino <strong>del</strong> Tardo Rinascimento<br />

il tempo <strong>del</strong>l’artificio più raffinato, all’epoca<br />

nostra, quella dei media e <strong>del</strong>le tecnologie avanzate,<br />

l’artificio si è reso indipendente dalla natura, è<br />

ora autonomo replicante di immagini che si sostituiscono<br />

all’oggetto, al manufatto. Carlo Sain è un<br />

genere di artista che ha mantenuto il rapporto difficile<br />

e l’equilibrio <strong>del</strong>icato tra naturale e artificiale.<br />

Quando crea e quindi avvia il processo mentale che<br />

dalla natura porta all’opera, riesce a interpretare la<br />

rappresentazione <strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong>la realtà attraverso<br />

i reperti e i colori di questa in forme e segni essenziali.<br />

Sain ha trovato il linguaggio e l’armonia per<br />

interpretare la natura, che non è quella di contestualizzare<br />

i fenomeni, come fecero gli artisti <strong>del</strong>la Land<br />

Art, ma è la sensibilità di far coesistere i due aspetti,<br />

immergendo l’artefatto nella natura e caricandolo di<br />

una efficace se pur minimale valenza estetica.<br />

Le pietre assemblate per terra diventano forme e<br />

colori, le carte arrotondate che sbucano tra l’erba<br />

evocano animali. Lo spazio <strong>del</strong>la rappresentazione<br />

per Sain viene evocato all’aperto nel rapporto con<br />

l’architettura <strong>del</strong> paesaggio. Se si deve cedere<br />

nell’imprigionare i quadri in una stanza, si può coinvolgere<br />

il muro esterno, trovando una motivazione<br />

etica nell’appropriazione degli spazi che gli sono<br />

propri e naturali, interpretando la realtà vivibile.<br />

Carlo Sain nell’era <strong>del</strong>la realtà virtuale ci indica una<br />

realtà diversa come un ritorno al primitivo attraverso<br />

un proprio linguaggio, di una sorta di nuova visione<br />

all’alba di una nuovo mondo, dove l’artificio non<br />

è segno prevaricante, ma armonioso e consapevole<br />

<strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>la natura.<br />

Paola Bortolotti<br />

Studio: via Antonio d’Orso 3 - 50135 Firenze<br />

Cell. +39 368 7793738 - Cell. +39 333 4788756 - carlosain@libero.it<br />

79


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Carlo Sain<br />

Ants olives, 1992, rotoli di carta e installazione<br />

The rock man, 1993, colore spray su pietre e installazione<br />

80


Stefano Sar<strong>del</strong>li<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Dai cicli pittorici puri alla proposta di opere<br />

polimateriche, il motore <strong>del</strong>l’universo artistico<br />

di Stefano Sar<strong>del</strong>li risiede nella voglia<br />

di creare forme, colori, materie, che siano la base di<br />

un’arte per tutti. E’ proprio la ricerca di comunicatività<br />

che nel suo caso diventa un’esigenza imperante<br />

e palese. Ogni centimetro <strong>del</strong>la tela è sfruttato,<br />

spremuto, così da poter essere tutta l’opera, millimetro<br />

per millimetro, veicolo di informazioni, di<br />

aneddoti ed esperimenti materici, nella insaziabile<br />

voglia di sperimentare sta tutta la spinta di contemporaneità<br />

<strong>del</strong>l’artista, che sfrutta questi mezzi per<br />

affrontare tematiche attuali, biografiche, estetiche,<br />

come sfogo dei propri impulsi.<br />

Niccolò Alescio<br />

Critico e storico d’arte contemporanea<br />

un entusiasmo di fondo nello stendere i colori che<br />

ha un enorme e immediato impatto visivo.<br />

Stefano ha inoltre una profonda passione per la sperimentazione<br />

materica: e anche qua ci da prova di<br />

tutte le sue sfaccettature di artista, dimostrando<br />

grande abilità e padronanza <strong>del</strong>le tecniche. Oltre al<br />

colore, forte, quasi urlante, aggiunge <strong>del</strong>le note più<br />

leggere, soavi, come gli specchietti sul manto <strong>del</strong>la<br />

Madonna, sul sole che sorge sul Palazzo Comunale<br />

e sul profilo di Siena. Altri accenni materici si trovano<br />

nella composizione <strong>del</strong>la Madonna e <strong>del</strong> cavallo,<br />

protagonisti indiscussi <strong>del</strong>la nostra festa. Imposta<br />

anche un piccolo gioco tra il figurativo, la natura<br />

morta sintetizzata nel rigoglioso grappolo d’uva e il<br />

paesaggio di Siena.<br />

Gemma Stecchi<br />

Storico <strong>del</strong>l’arte, presentazione <strong>del</strong> Palio<br />

Plastic Bull, 2014, plasticromia su telaio in<br />

legno, cm. 110x150<br />

Conosco Stefano Sar<strong>del</strong>li poco, ma sono entrata<br />

subito in sintonia con il suo mondo visionario, i suoi<br />

lampi geniali e la forza <strong>del</strong> suo cromatismo fanciullesco<br />

ma potente.<br />

In questa opera Stefano ha voluto fondere le sue<br />

visioni colorate e naïf con la tradizione <strong>del</strong> nostro<br />

Palio, dedicando l’opera alle contrade soppresse. Il<br />

disegno è giocoso, direi quasi onirico, con rimandi<br />

all’arte POP per la scelta <strong>del</strong>la palette cromatica, c’è<br />

Il mio Palio, 2014, acrilico su tela,<br />

cm. 80x250<br />

“Il Palio è una metafora, è lo specchio <strong>del</strong>la vita e<br />

<strong>del</strong>la morte” (P. Frajese). Questa opera è il drappellone<br />

per il Palio di Siena dedicato alle contrade soppresse,<br />

in uno spettacolo teatrale “Il Settimo Capitano”<br />

messo in scena dalla compagnia teatrale Il<br />

Grappolo di Siena. Battuta all’asta a fine spettacolo,<br />

il cui ricavato è stato devoluto alla chirurgia pediatrica<br />

<strong>del</strong>l’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena.<br />

Stefano Sar<strong>del</strong>li “Artista”<br />

Via Elsa, 25 - 53036 Poggibonsi (SI) - Tel. +39 339 8974736<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Silvano Silvani<br />

“Lacerazione” dolore nell’anima, 2002, stoffa,<br />

cenere, tempera e pietre, cm. 100x70<br />

“ L’arte moderna e contemporanea si sviluppa<br />

nell’interpretazione di situazioni e cose, divenendo<br />

una manipolazione <strong>del</strong>la forma artistica”.<br />

Una manipolazione originale e provocatoria, un’interpretazione<br />

personale e coraggiosa quella di Silvano<br />

Silvani e di una mente ospitale con gli stimoli esterni<br />

e così avversa ad ogni forma di omologazione.<br />

Sangimignanese di nascita, resta legato a questo<br />

piccolo e grande “museo” medievale tra Siena e<br />

Firenze, che fa da sfondo alla sua giovinezza e da<br />

fertile terreno per radici più mature. La sua fantasia<br />

e l’indole artistica, però, restano nomadi viaggiatori,<br />

per anni galeotti tentatori di quella sua innata passione<br />

per l’arte che nel 2009 convincono a seguirli<br />

nei misteriosi sentieri <strong>del</strong> coraggio e <strong>del</strong>la sperimentazione.<br />

Da qui le prime opere, nate nei ritagli di tempo dal<br />

lavoro di fisioterapista, e la scoperta di un mondo<br />

che lo affascina e lo travolge, e che si presta da piacevole<br />

e sorprendente trait d’union tra la semplicità<br />

dei piccoli fatti quotidiani e l’originalità con cui l’occhio<br />

di questo artista riesce a leggerli e ad interpretarli,<br />

dando forma ai pensieri più nascosti per mezzo<br />

Yuppy Du, 2009, tempera e legno,<br />

h cm. 180<br />

di una materia naturale, altrettanto libera e varia. Il<br />

tempo e l’esperienza sono i pazienti compagni di un<br />

viaggio alla scoperta di se stesso e di una consapevolezza<br />

artistica che trova stabile asilo nei confini<br />

metamorfici ed innovativi <strong>del</strong>l’arte minimale, nelle<br />

creazioni ibride e in uno stile fresco e tagliente, deciso<br />

nell’intento provocatorio, ma serenamente digeribile<br />

per quel leggero carico di humor, astuto<br />

mediatore che rende il realismo di fondo una pietanza<br />

mai gustata nel ciclico menù <strong>del</strong>la vita.<br />

La creatività guida le capacità artistiche di Silvano Silvani<br />

dall’idea all’opera finita, un’opera che si fa incubatrice<br />

e portatrice di espressività, visioni e riflessioni<br />

personali, forti <strong>del</strong> linguaggio universale <strong>del</strong>l’arte.<br />

Così la figura <strong>del</strong>la mente proiettata in materia insinua<br />

nell’osservatore un piccolo seme <strong>del</strong>la discordia,<br />

complesso e dubbioso, che si nutre di quel<br />

pensiero primordiale <strong>del</strong>l’artista e che germoglia<br />

nella riflessione <strong>del</strong> pubblico.<br />

Un seme a lungo coltivato che ha portato i primi<br />

frutti e riconoscimenti con esposizioni e concorsi<br />

che hanno visto un crescente interesse attorno<br />

all’eclettismo di questo artista.<br />

Enrica Pulcinelli<br />

ART STUDIO Compagnia degli <strong>Artisti</strong> - via Piandornella 3 - 53037 San Gimignano (SI)<br />

Cell. +39 345 0656198 - s.silvani52@hotmail.it - Cell. +39 347 6688046<br />

82


Boris Stampfli<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Lavori in corso durante la creazione de Il Monolite, incontro-scontro,<br />

2011.<br />

La mia vita è stata un vortice di passioni, dove<br />

la colonna portante era la voglia di creare facce,<br />

espressioni, corpi ed esseri di fantasia.<br />

Tutto frutto <strong>del</strong> mio inconscio, probabilmente.<br />

Il Silenzio, 2013, bulloni di ferro assemblati con resina<br />

poliestere, cm. 20x30<br />

l riflesso nell’arte <strong>del</strong>la mia vita vissuta, piena di successi,<br />

insuccessi, bellezza, tristezza, felicità e alla<br />

fine una rinascita… come sempre accade.<br />

Boris Stampfli<br />

Timidezza, 2010, resina poliestere, gesso, base di legno, cm. 195x50<br />

boris_stampfli@live.com<br />

83


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Boris Stampfli<br />

Il Monolite, incontro-scontro, 2011 cemento, ferro, legno, resine, h cm. 250<br />

Equilibrio, 2014 resina poliestere, legno, base<br />

in cemento, h cm. 200<br />

Illusionista, 2013, resina, misto polvere di marmo,<br />

cm. 40x45<br />

White Noise, 2014, resina,<br />

poliestere, legno e acrilico,<br />

cm. 50x210h<br />

84


Giuliano Tacconi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giuliano Tacconi è nato nel 1939 a Grassina<br />

dove vive. La sua esistenza è stata frutto di<br />

tante esperienze; fin da giovane ha avuto la<br />

fiducia dei suoi maestri; in età matura la sua scelta<br />

dirottò sul mosaico fiorentino cominciando a materializzare<br />

le proprie idee. Le qualità tecnico-creative<br />

ed esecutive si sono confermate grazie ad una costante<br />

ricerca di miglioramento <strong>del</strong> profilo artistico.<br />

Dopo aver frequentato per anni la Scuola Libera di<br />

Nudo di Firenze, si iscrive al corso di Pittura <strong>del</strong>l’Accademia<br />

di Belle Arti di Firenze e consegue con il<br />

prof. Fernando Farulli il diploma di laurea nell’anno<br />

1991 con la votazione di 110/110.<br />

Fa parte <strong>del</strong> Gruppo Donatello ed ha partecipato a<br />

varie mostre collettive e personali, sia come mosaicista<br />

che come grafico, riscuotendo ampi successi<br />

critici. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e<br />

private in Italia e all’estero.<br />

Tacconi da sempre inventa e realizza i suoi “commessi”,<br />

più comunemente conosciuti come intarsi<br />

policromi di pietre dure e tenere. In origine l’invenzione<br />

dei “commessi” era affidata ai pittori che fornivano<br />

i mo<strong>del</strong>li su carta o tela e all’artigiano era affidata<br />

la realizzazione <strong>del</strong>le magnifiche opere<br />

ritagliando ed accostando le varie pietre dove la<br />

forma e il colore creavano composizioni esteticamente<br />

raffinate e tecnicamente perfette.<br />

Tacconi riunisce in sé questi due momenti, prima<br />

artigiano ha sentito negli anni passati la necessità di<br />

arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale<br />

frequentando in un primo momento la Scuola Libera<br />

di Nudo e successivamente iscrivendosi<br />

all’Accademia <strong>del</strong>le Belle Arti di Firenze. […]<br />

Tacconi realizza composizioni complesse e ricche<br />

per fattura e colore prediligendo il paesaggio toscano<br />

che conosce molto bene e che vive dall’interno.<br />

In molte opere si percepisce sottile la volontà di superare<br />

l’illustrazione paesaggistica nel tentativo<br />

spesso riuscito di fare <strong>del</strong>l’opera un elaborato d’arte.<br />

Tacconi ha sensibilità e creatività sincera, lavora moltissimo<br />

su ogni “commesso” e non cerca mai soluzioni<br />

semplicistiche o facili. All’uomo Tacconi, all’artigiano<br />

e all’artista auguro un lungo e felice percorso<br />

creativo, all’amico, invece, stringo la mano, grande e<br />

forte e guardandolo negli occhi dolci, sempre però<br />

pervasi da un leggero velo di melanconia, dico un<br />

sincero grazie per continuare una attività artistica<br />

che ha dato alla città di Firenze onori e meriti.<br />

Domenico Viggiano<br />

Insenatura con barca, 2013, mosaico fiorentino in pietre<br />

naturali, cm. 23x27<br />

Paesaggio toscano, 2014, mosaico fiorentino in pietre naturali,<br />

cm. 25x19<br />

Via Botticelli, 2 - 50012 Grassina (FI)<br />

Tel. +39 055 643129 - ugo_silvia@alice.it<br />

85


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Giuliano Tacconi<br />

Cascinale sul mare, 2012, mosaico fiorentino in pietre naturali, cm. 27x17<br />

Veduta sul golfo, 2013, mosaico fiorentino in pietre naturali, cm. 21x18<br />

86


Andrea Tani<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Andrea Tani nasce nel 1961 in un piccolo borgo<br />

<strong>del</strong> <strong>Chianti</strong> fiorentino, Vico d’Elsa (FI).<br />

Qui, crescendo, matura la passione per l’arte,<br />

in particolare per la pittura; studia al Liceo <strong>Artisti</strong>co<br />

di Firenze dove nel 1980 consegue il diploma.<br />

Questa sua vocazione lo porta molto presto a partecipare<br />

a collettive, personali e concorsi di pittura.<br />

Fa parte <strong>del</strong>l’associazione culturale “<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> presente”<br />

di Poggibonsi dove espone alcune opere; un<br />

suo dipinto è stato inserito nel libro Pinocchio in<br />

vernacolo poggibonsese realizzato nel 2010 in occasione<br />

<strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>la Toscana.<br />

Partecipa al concorso “Natale nel cuore” a Civita<br />

Castellana, dove il suo quadro è scelto come vincitore<br />

di questa prima edizione 2014. Realizza il Drappellone<br />

per 27° Palio dei Ciuchi a Cerbaia, partecipa<br />

a varie mostre di arte contemporanea organizzate<br />

dal Centro d’arte Modigliani di Scandicci, esposizioni<br />

personali presso Hotel Athena, Casole d’Elsa,<br />

Borgo la Bagnaia, Barberino Val d’Elsa, Schliersee<br />

(Germania), partecipa all’evento “Incontro Moda e<br />

Arte” presso Chiastrini Moda Maglia (FI) e si interessa<br />

di restauro.<br />

Le varie tematiche dei dipinti trasmettono la sua<br />

vera personalità, attenta e rispettosa verso la campagna<br />

toscana e le sue tradizioni.<br />

Trae ispirazione da tutto ciò che lo circonda. È dalla<br />

percezione <strong>del</strong>la realtà che scaturiscono molti spunti<br />

che poi sviluppa, a volte modificandoli in corso<br />

d’opera.<br />

La continua ricerca ha fatto sì che egli abbia acquisito<br />

negli anni un patrimonio tecnico indispensabile<br />

per realizzare il suo pensiero pittorico.<br />

La caduta, 2009, olio su tela, cm. 50x70<br />

Ritorno dai campi, 2008, olio su tavola, cm. 40x38<br />

andreatani61@alice.it<br />

www.andreatanipittore.it<br />

87


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Roberto Tortoli<br />

Grevigiano dal 26 settembre 1951.<br />

Disegno da sempre con allegria e tristezza.<br />

Roberto Tortoli<br />

Clown (serie), 2013, tempera su cartone, cm. 29,5x98 (ciascuno)<br />

Cell. +39 339 4834224<br />

Tel. +39 055 853624<br />

88


Elena Trissino<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Elena Trissino dal Vello d’Oro è nata a Milano,<br />

dove per anni ha lavorato per lo più nel settore<br />

fotografico. In diversi paesi ha fatto viaggi<br />

di studio e ricerca musicale e visiva. Insieme a Gabin<br />

Dabire ha fondato, a Milano, il “Centro per la<br />

Il suono dei bambù, 2005, bronzo, h cm. 30<br />

divulgazione <strong>del</strong>le culture africane” organizzando<br />

con il Comune e altri Enti diverse manifestazioni<br />

come concerti, mostre d’arte, seminari.<br />

Si trasferisce in Toscana con la famiglia dedicandosi<br />

a creare le sue opere.<br />

Il suo percorso artistico si articola tra performances,<br />

ma soprattutto, pittura e scultura, usando materiali<br />

prevalentemente naturali come terra (quella di campo),<br />

sabbia, polvere di marmo o di altri minerali, legno,<br />

pietra, ferro, bronzo e metalli vari per le sculture.<br />

Inoltre crea anche can<strong>del</strong>e particolari e arredi<br />

d’arte. Lavora con gli elementi ed il tempo, non solo<br />

nel senso di ore, mesi o anni, ma anche considerando<br />

le sue variazioni durante l’anno vivendo perciò<br />

in sintonia con la natura. Solo l’inverno con il<br />

suo freddo gelido può lasciare un’impronta così sottile,<br />

leggera, raffinata e solo l’estate può crepare la<br />

terra con forza e disidratarla, spaccarla e quando<br />

l’acqua arriva e scorrendo trascina, corrode, trasporta<br />

ed erode ecco tracce trasparenti che lasciano<br />

intravedere nuovi disegni, nuove trame.<br />

Per il vento ha creato diverse sculture che interagendo<br />

con esso le fanno suonare.<br />

Autunno, 2009, terre su tela, cm. 66x100<br />

Primavera, 2009, terre su tela, cm. 66x100<br />

Cell. +39 338 7676634 - www.elenatrissino.com - etrissino@gmail.com<br />

www.namir.it/webart/webart.htm (Comune di Roma sez. scultura) - BLOG: artechianti.wordpress.com<br />

89


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Elisa Verniani<br />

Particolare floreale, pittura su porcellana<br />

Elisa Verniani è una <strong>del</strong>le più giovani Decoratrici<br />

a mano che lavorano all’interno di una <strong>del</strong>le<br />

più rinomate e prestigiose aziende nel mondo<br />

per la produzione <strong>del</strong>la porcellana ovvero la Richard<br />

Ginori; o per meglio dire Gucci Richard Ginori<br />

dopo gli ultimi, ma fortemente positivi, sviluppi nei<br />

confronti <strong>del</strong>la fabbrica.<br />

Classe 1986, lavora all’interno <strong>del</strong>la manifattura di<br />

Sesto Fiorentino ormai da più di quattro anni; si è<br />

laureata all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel<br />

2011 con il massimo dei voti specializzandosi proprio<br />

nella amata Decorazione anche se la sua abilità<br />

in campo artistico spazia dalla pittura, al disegno<br />

artistico, alla scultura, alla fotografia fino ad arrivare<br />

alla nobile arte <strong>del</strong>l’affresco.<br />

Artista se non altro poliedrica, realizza soggetti di<br />

vario genere, anche se principalmente fa riferimento<br />

alla natura che la circonda o alle emozioni nei confronti<br />

di essa.<br />

Per lei il luogo dove vive è fondamentale, la sua filosofia<br />

è infatti la seguente: “Il <strong>Chianti</strong> è linfa vitale...<br />

dona l’ispirazione e la forza di esprimersi e realizzare<br />

lavori in maniera sempre nuova e creativa, senza<br />

però lasciare da parte la tradizione e i forti valori che<br />

ci vengono insegnati e che si acquisiscono ogni<br />

giorno sia a lavoro che durante la routine <strong>del</strong>la vita”.<br />

L’artista Elisa Verniani nonostante la giovane età<br />

vanta già numerose partecipazioni a concorsi e mostre<br />

d’arte a livello locale e nazionale.<br />

La sua prima, ma più prestigiosa, mostra personale<br />

dal titolo “<strong>Chianti</strong>... tra la realtà e i sogni” si è tenuta<br />

nel 2013 presso la sala espositiva <strong>del</strong> Museo di Arte<br />

Sacra di San Francesco a Greve in <strong>Chianti</strong>.<br />

Il tema centrale <strong>del</strong>la suddetta mostra è stato quello<br />

di riuscire a concretizzare il proprio impegno sapendo<br />

unire, con la tenacia che la contraddistingue, la<br />

precisione <strong>del</strong> suo lavoro di Decoratrice all’estro<br />

<strong>del</strong>le sue passioni, senza mai abbandonare la propria<br />

natura e soprattutto i propri sogni.<br />

Nell’anno 2013 ha partecipato con successo al concorso<br />

fotografico “<strong>Chianti</strong> è lavoro”, organizzato<br />

dal quotidiano on-line Gazzettino <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>, svoltosi<br />

nella splendida cornice <strong>del</strong> Castello di Bibbione a<br />

San Casciano Val di Pesa.<br />

Via Montefioralle, 25 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />

Cell. +39 380 3237580 - vernians@hotmail.it<br />

90


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Elisa Verniani<br />

Sullo sfondo la fotografia La stanchezza di mio padre<br />

Questi occhi parlano, 2012, matita su carta, cm. 30x40<br />

Coppia di tazze nominali in porcellana, pittura su porcellana<br />

Nell’occasione la grevigiana Elisa Verniani ha trionfato<br />

con la sua foto dal titolo “La stanchezza di mio<br />

padre”, che per merito è stata stampata su di uno<br />

striscione di 3 metri per 1,5 allestito proprio all’ingresso<br />

<strong>del</strong> Castello.<br />

Nell’anno 2012 prende parte al concorso d’arte “Artemisia<br />

Gentileschi”, organizzato dalla Provincia di<br />

Firenze, presso Florence Multimedia, realizzando<br />

un’installazione composta da una combinazione<br />

di illustrazioni e fotografie ispirate allo stretto<br />

rapporto tra arte e femminilità che non a caso riportano<br />

l’attenzione alla figura <strong>del</strong>la storica Artemisia<br />

Gentileschi.<br />

Nell’anno 2011 ha avuto l’importante opportunità di<br />

esporre per un mese la propria tesi di laurea presso<br />

i locali <strong>del</strong> Museo Richard Ginori di Sesto Fiorentino;<br />

tale occasione ha portato un grande riconoscimento<br />

personale e un forte apprezzamento da parte<br />

<strong>del</strong> pubblico.<br />

Nell’anno 2010 partecipa e viene premiata (1ª classificata)<br />

al Concorso Manifactory organizzato da<br />

Legambiente e Richard Ginori.<br />

Un concorso di idee per la produzione di oggettistica<br />

in porcellana di varia natura, un’occasione unica<br />

per unire le nuove proposte giovanili con le solide<br />

basi <strong>del</strong>l’artigianato <strong>del</strong> territorio.<br />

L’appoggio di Legambiente inoltre ha permesso di<br />

“salvaguardare l’arte” contribuendo ad attivare restauri<br />

e restituire alla cittadinanza il proprio patrimonio<br />

culturale.<br />

Ad oggi Elisa Verniani continua con passione e dedizione<br />

a svolgere la sua minuziosa attività di Decorazione<br />

presso la rinomata Gucci-Richard Ginori,<br />

ma allo stesso tempo tiene costanti le sue numerose<br />

passioni artistiche allo scopo di sviluppare ancor<br />

più le proprie capacità manuali e accrescere la propria<br />

conoscenza.<br />

91


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Daniela Vinattieri<br />

Il contatto costante con la vita degli ultimi, con<br />

le gioie e le disperazioni <strong>del</strong>l’esistenza, spingono<br />

Daniela alla composizione artistica in tutte le<br />

sue forme.<br />

Il rapporto diretto con la natura le rende possibile<br />

una riflessione a tutto tondo, un approfondimento<br />

culturale e metafisico quotidiano. Il distacco dalla<br />

società globalizzata le offre una visuale più chiara e<br />

critica <strong>del</strong>l’appiattimento culturale e sociale.<br />

La poltrona <strong>del</strong> potere, in contrapposizione la poltrona dei desideri,<br />

2014, lamiera mo<strong>del</strong>lata su legno e tecnica mista, cm. h 77<br />

Deinòs è una parola greca con un duplice significato:<br />

tremendo, spaventoso, ma anche meraviglioso<br />

e straordinario. Nella tragedia greca il termine si riferisce<br />

all’uomo e alla sua capacità di superare gli<br />

ostacoli grazie al proprio genio.<br />

L’uomo che cade e si rialza. L’uomo la cui grandezza<br />

è in grado di civilizzare il mondo e di distruggerlo<br />

nella sofferenza.<br />

Portati per natura alla ricerca di un contatto, ancorché<br />

difficile, viviamo compressi in una società che<br />

ci rende ardua ogni forma di dialogo veramente<br />

franco. Spesso incapaci di confrontarci con gli altri,<br />

abbiamo in noi e intorno a noi gioia e disperazione,<br />

solitudine e compagnia, fame e sazietà, povertà e<br />

ricchezza.<br />

Daniela analizza e ci racconta le dualità più profonde<br />

<strong>del</strong>l’essere umano, facendole emergere in ogni sua<br />

produzione. Le composizioni chiare e definite richiamano<br />

di mondi lontani e fantastici, i tagli sempre<br />

netti non lasciano mai un dettaglio inesplorato. I<br />

colori si fondono gradualmente nella comunicazione<br />

<strong>del</strong>la cangiante natura umana.<br />

TV, distorsione e appiattimento culturale, lamiera mo<strong>del</strong>lata, cm. 210x140<br />

Cell. +39 333 6801400<br />

danielavinattieri@hotmail.it - daniela-vinattieri.blogspot.it<br />

92


Artemisia Viscoli<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Omphalos, 1996, xilografia a tre colori, cm. 60x100, carta giapponese<br />

avorio, cm. 70x110<br />

Artemisia Viscoli nasce a Camerino, nelle Marche,<br />

nel 1937. Vive in Toscana dai primi anni<br />

Cinquanta, quando con la famiglia lascia il<br />

paese natale per trasferirsi a Pienza. Finito il liceo,<br />

dopo qualche anno a Firenze, torna a vivere nelle<br />

campagne <strong>del</strong>l’Impruneta. Si iscrive alla Facoltà di<br />

Chimica, che presto abbandona in favore di Scienze<br />

Naturali, per poi dedicarsi all’insegnamento. Si sposa<br />

con Pietro Schiavone dal quale ha due figli. Lascia<br />

l’insegnamento, inizia a disegnare poi a dipingere<br />

e, nei primi anni Ottanta, si iscrive al corso di<br />

scultura <strong>del</strong>l’Istituto d’Arte a Firenze dove incontra<br />

come docente Marcello Guasti, più tardi suo compagno,<br />

che la aiutò moltissimo a tirare fuori le proprie<br />

possibilità creative. Inizia inoltre a scrivere pubblicando<br />

alcuni libri, il primo di questi è presentato al<br />

Caffè Giubbe Rosse.<br />

Dalla fine degli anni Ottanta è per Artemisia importantissimo<br />

uno studio presso il Conventino, luogo<br />

nel quale è libera di esprimersi e confrontarsi con<br />

altri artisti. In questi anni partecipa a diverse mostre<br />

ed iniziative culturali e, dalla metà degli anni Novanta,<br />

spesso in collaborazione con Marcello Guasti, a<br />

numerosi progetti pubblici che la portano a confrontarsi<br />

con dimensioni più grandi.<br />

Vive e lavora a Terzano con Marcello Guasti.<br />

La sua creatività ed il suo mondo interiore trovano<br />

sfogo sulla carta, scoprendo le mani quali strumenti<br />

inaspettati ed inusitati di creazione e rielaborazione<br />

<strong>del</strong> suo mondo interiore, <strong>del</strong>le ferite, <strong>del</strong>usioni e<br />

contraddizioni che la vita riserva.<br />

Alcune nuove scoperte si susseguono: prima il colore<br />

e quindi la pittura, poi la forma e la materia, per<br />

approdare alla scultura. Artemisia si muove liberamente,<br />

sperimentando nuovi linguaggi e modalità<br />

espressive e servendosi <strong>del</strong>le tecniche più diverse.<br />

Questa sua ecletticità e questa costante ricerca è<br />

quella di una persona che concepisce l’arte fondamentalmente<br />

come qualcosa di intimo, come mezzo<br />

espressivo ed emozionale.<br />

Le sue opere sono spesso caratterizzate da un insistente<br />

simbolismo, richiami alle scienze naturali,<br />

all’astronomia, al magico e al rituale, al mondo segreto<br />

e oscuro <strong>del</strong>l’inconscio, <strong>del</strong> sogno e <strong>del</strong>la<br />

paura, alla poesia e alle figure <strong>del</strong> mito.<br />

I colori, le linee, le forme si accostano in modo libero<br />

e personale, a volte stridono in contrasti che<br />

sembrano segnare il confine tra il mondo esterno e<br />

l’anima, tra la natura e l’artificio, tra l’istinto e la razionalità.<br />

Caterina Pacenti, 2014<br />

Via di Terzano, 61 - 50012 Bagno a Ripoli (FI)<br />

Tel. +39 055 631919 - artemisia.viscoli@gmail.com<br />

93


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Marco Zoli<br />

Questa è la pagina in cui di solito si trova un<br />

lungo discorso su chi siamo e cosa facciamo.<br />

In realtà il concetto che vorrei comunicare<br />

è che sono una persona che ama e crede nel<br />

suo lavoro. Sono appassionato per tutto ciò che è<br />

legato alla progettazione grafica, all’editoria digitale<br />

e ai simboli ed è per questo che oltre il lavoro sono<br />

propenso alla ricerca.<br />

Marco Zoli<br />

Percorsi, 2013, fotografia digitale, cm. 70x50<br />

Profumo, 2009, fotografia digitale, cm. 70x50<br />

È possibile visionare i miei lavori sul sito: www.marcozoli.it<br />

Cell. +39 335 495021 - info@marcozoli.it<br />

94


<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />

Marco Zoli<br />

Phantomas, 2012, fotografia digitale, cm. 70x50<br />

Segni, 2012, fotografia digitale, cm. 70x50<br />

95


COLLANA<br />

<strong>Artisti</strong> in Toscana


Questo libro nasce dalla volontà di<br />

portare alla luce e far conoscere<br />

le personalità artistiche presenti<br />

nell’area geografica che si estende<br />

per molti chilometri attraverso alcune <strong>del</strong>le<br />

campagne più belle d’Italia: il <strong>Chianti</strong>.<br />

ISBN 978-88-6039-330-2<br />

E 15,00 (IVA inclusa)

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