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CATERINA PACENTI<br />
ARTISTI<br />
DEL<br />
Chi a nti
CATERINA PACENTI<br />
ARTISTI<br />
<strong>del</strong><br />
Chi a nti
COLLANA<br />
<strong>Artisti</strong> in Toscana<br />
13<br />
Diretta da<br />
FABRIZIO BORGHINI<br />
Ha collaborato alla realizzazione di questo volume<br />
Lucia Raveggi<br />
Con il contributo di<br />
Villa<br />
Gisella<br />
FIRENZE<br />
Con il patrocinio<br />
COMUNE<br />
di Greve<br />
IN CHIANTI<br />
Il volume è realizzato da<br />
Iª edizione ottobre 2014<br />
ISBN 978-88-6039-330-2<br />
Tutti i diritti riservati<br />
© Copyright Associazione Toscana Cultura<br />
e Masso <strong>del</strong>le Fate Edizioni<br />
Masso <strong>del</strong>le Fate Edizioni<br />
Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI)<br />
www.masso<strong>del</strong>lefate.it<br />
Finito di stampare nel mese di ottobre 2014<br />
presso la Nova Arti Grafiche<br />
Via Cavalcanti, 9/D - 50058 Signa (FI)<br />
www.novaartigrafiche.it<br />
In copertina: Il borgo di Montefioralle (foto Caterina Pacenti)<br />
Nel retro di copertina: Badia a Passignano
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
PREFAZIONE<br />
Questo libro nasce dalla volontà di portare<br />
alla luce e far conoscere le personalità<br />
artistiche presenti nell’area<br />
geografica che si estende per molti<br />
chilometri attraverso alcune <strong>del</strong>le campagne più<br />
belle d’Italia: il <strong>Chianti</strong>. Territorio di antica memoria<br />
e ricco di storia, luogo di vacanza e di ritiro, ma<br />
soprattutto di duro lavoro, strettamente connesso<br />
con la terra e nel rispetto <strong>del</strong>la natura che ne<br />
costituisce la più grande risorsa.<br />
Tra i filari di viti e gli oliveti è facile scorgere opere<br />
di estrema raffinatezza, qualità, significato, devozione;<br />
quasi che la natura rigogliosa circostante<br />
fornisca linfa all’uomo che si confronta con essa,<br />
più o meno consapevolmente, attraverso l’arte.<br />
Abbazie, ville, chiese, borghi, strade, tabernacoli<br />
costellano infatti queste terre dove a volte il tempo<br />
sembra essersi fermato; questo senso di sospensione<br />
fra il passato ed il futuro rende il presente<br />
di questi luoghi ricco di fascino e di bellezza.<br />
Le mani ed il genio <strong>del</strong>l’uomo si intersecano e si<br />
incontrano nella produzione artigianale e artistica,<br />
che nel silenzio e nella pace <strong>del</strong>le campagne, trova<br />
terreno fertile, raggiungendo in diversi campi<br />
risultati significativi e d’eccellenza.<br />
È così che in questo libro vengono ad essere illustrati,<br />
presentati, raccontati gli artisti, il loro legame<br />
con il territorio, le loro storie di vita e di arte,<br />
nella loro varietà ed eterogeneità che ne costituisce<br />
il tratto più interessante e significativo. C’è<br />
chi si rivolge alla grande tradizione italiana, fiorentina<br />
e locale, al glorioso passato, trovando in questo<br />
l’ispirazione, le forme, i significati, o recuperandone<br />
gli aspetti generali, chi invece si rivolge al<br />
presente, al contemporaneo, attraverso un linguaggio<br />
che possa essere riconosciuto a livello<br />
internazionale e globale, fatto dei valori, <strong>del</strong>le forme<br />
e dei significati <strong>del</strong>la contemporaneità; ognuno<br />
tuttavia secondo un personalissimo e soggettivo<br />
percorso artistico e un proprio linguaggio<br />
definito o che si va definendo.<br />
Le personalità artistiche che emergono nel <strong>Chianti</strong><br />
sono numerose e diversificate e dimostrano<br />
una certa volontà di estendere il proprio raggio di<br />
comunicazione, di sperimentare e conoscere<br />
nuove modalità, tecniche e forme di espressione.<br />
Una tendenza alla sperimentazione è infatti tratto<br />
caratteristico, ad oggi, degli artisti legati a questo<br />
territorio che con coraggio, nella Toscana <strong>del</strong>la<br />
grande e gloriosa tradizione Rinascimentale e artistica<br />
in generale, apportano nuovi stimoli e offrono<br />
nuovi spunti in nome di un rinnovamento <strong>del</strong><br />
presente, all’insegna <strong>del</strong>l’espressione e <strong>del</strong>la comunicazione,<br />
attraverso l’arte.<br />
Caterina Pacenti
Ristorante<br />
Il BattibeccO<br />
Via Vittorio Veneto, 38 - 50023 Impruneta (FI) - Tel. 055 2313820<br />
www.ilbattibecco.it - info@ilbattibecco.it<br />
Dal giorno <strong>del</strong>la sua inaugurazione, Il Battibecco ha proposto in maniera<br />
continuativa mostre d’arte ospitando importanti maestri contemporanei<br />
come Luca Alinari, Giovanni Maranghi, Giuliano Ghelli, Anna Di Volo, Silvestro<br />
Pistolesi, Romano Stefanelli, Danilo Fusi, Paolo Staccioli, Eugenio Riotto,<br />
Mariella Valori, Carlo Testi, Marco Boni, Alessandro Facchini, Francesco Nesi.
alessandro andreuccetti<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Big red tree in my countryard, 2013, acrilici e carta su forex,<br />
cm. 40x50<br />
Alessandro Andreuccetti nasce a San Gimignano,<br />
Italia, nel 1955. Studia arte e architettura<br />
a Firenze quindi inizia il suo lavoro nel<br />
1980. Attraverso i suoi lavori cerca di analizzare e<br />
rappresentare la vita che lo circonda o che passa lui<br />
vicino, sfiorandolo appena. I suoi soggetti preferiti<br />
sono le figure umane immerse nel loro mondo, colte,<br />
cioè, in pose e atteggiamenti che ne individuano<br />
lo stato d’animo e suggeriscono la loro personalità.<br />
Ciò che interessa lui maggiormente è scoprire le relazioni<br />
tra forme e colori che si evidenziano dall’osservazione<br />
attenta <strong>del</strong>la realtà e tutto questo si<br />
estrinseca in una rappresentazione strettamente<br />
personale <strong>del</strong>l’oggetto. Mediante il filtro dei suoi lavori<br />
gli osservatori possono pertanto cogliere il punto<br />
di vista suo personale, ma sono anche liberi di interpretare<br />
il soggetto a loro piacimento, partecipando<br />
così alla ri-creazione ideale <strong>del</strong>l’opera. In definitiva<br />
con i suoi colori, i suoi disegni, le forme che dipinge<br />
suggerisce una possibile interpretazione <strong>del</strong>la realtà,<br />
la sua, ma il caso rimane aperto alle infinite possibilità<br />
<strong>del</strong>l’esperienza personale di ciascuno.<br />
Cipressi nella luce calda <strong>del</strong> pomeriggio, 2013, acrilici su tela,<br />
cm. 50x50<br />
Le idee<br />
Ogni dipinto ha una sua storia e una sua personale<br />
gestazione. Tutto può contribuire alla scintilla iniziale,<br />
una foto, una frase, una musica. Prima di iniziare<br />
Alessandro passa molto tempo pensando al design<br />
generale <strong>del</strong>la nuova tavola, agli schemi di colori da<br />
utilizzare, a cosa mettere in evidenza e cosa lasciare<br />
in secondo piano. Generalmente prende molti appunti,<br />
fa schizzi, prova dei colori, ombreggiature,<br />
scompone il soggetto in porzioni che poi ricompone<br />
diversamente, schematizza varie soluzioni compositive.<br />
Tutto questo processo può durare giorni oppure<br />
settimane però quando è il momento di dipingere<br />
il lavoro viene giù filato senza ripensamenti.<br />
I materiali<br />
Opere su carta. Utilizza gli acquarelli sulla carta fatta<br />
a mano con stracci di cotone, è una carta bellissima,<br />
importata dall’India, pesante e rugosa, con una sua<br />
forte personalità che richiede molta attenzione ed<br />
esperienza per padroneggiarla.<br />
Opere su tela. Gli acrilici permettono lui di lavorare<br />
in maniera analoga agli acquarelli su superfici diverse<br />
dalla carta e garantiscono lui grande libertà<br />
espressiva.<br />
ART STUDIO Compagnia degli <strong>Artisti</strong> - Via Piandornella, 1 - 53037 San Gimignano (SI)<br />
Cell. +39 345 0656198 - aandreuccetti@gmail.com - www.andreuccettiart.it - Cell. +39 392 7890328<br />
5
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
alessandro andreuccetti<br />
Bosco e sottobosco, 2013, acrilici su carta, cm. 70x70<br />
6
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Art Studio - Compagnia degli <strong>Artisti</strong><br />
L’Art Studio nasce per l’esigenza e la volontà di alcuni artisti di San Gimignano (SI) di condividere esperienze<br />
artistiche all’interno di un contenitore comune che sia in grado di funzionare sia da laboratorio d’arti<br />
varie che da vera e propria importante sala espositiva, aperta anche agli artisti che vogliono intraprendere<br />
un percorso espositivo in collaborazione con lo studio.<br />
Da queste premesse si è sviluppata l’attività <strong>del</strong>lo Studio che, con la stretta collaborazione <strong>del</strong>l’Associazione<br />
“Il Cenacolo”, ha promosso numerose iniziative di carattere artistico, caratterizzandosi come un punto<br />
di riferimento per tutti coloro che vogliono fare Arte e anche per tutti coloro che, pur non essendo artisti,<br />
vogliono semplicemente tenersi aggiornati sulle tendenze artistiche nella nostra terra.<br />
L’Art Studio - Compagnia degli <strong>Artisti</strong> si trova in via di Piandornella n°1/d a pochi passi dalla via San Giovanni,<br />
arteria principale <strong>del</strong>la città di San Gimignano lungo la quale sfilano giornalmente migliaia di persone<br />
provenienti da tutto il mondo, tutte curiose <strong>del</strong>la nostra cultura e desiderose di approfondire la nostra arte.<br />
Aperto tutti i giorni, festivi compresi, sia la mattina che il pomeriggio, l’Art Studio ha un recapito telefonico<br />
per qualsiasi informazione (+39) 3450656198 e un gruppo su Facebook denominato proprio ART STUDIO<br />
COMPAGNIA DEGLI ARTISTI.<br />
7
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Arturo Badii<br />
Ho perso la testa, 2013, ferro (forgiatura), h cm. 20<br />
Artigiano e scultore, lavora il ferro dal 1966,<br />
ora in pensione coltiva la sua passione per la<br />
creazione di oggetti artistici. Partecipa ad alcune<br />
manifestazioni come il campionato <strong>del</strong> mondo<br />
di forgiatura a Stia. Ha esposto le sue opere, in occasione<br />
<strong>del</strong>l’anniversario <strong>del</strong>la costituzione <strong>del</strong>la Camera<br />
<strong>del</strong> Lavoro, nella sede CGIL di Borgo dei Greci<br />
e ha dato dimostrazioni di forgiatura presso il Museo<br />
di Levens (Nizza) in occasione <strong>del</strong>la festa medioevale.<br />
Nel 2010 tiene una personale presso il Museo d’arte<br />
Sacra di San Francesco a Greve in <strong>Chianti</strong>, partecipa<br />
poi alla mostra <strong>del</strong> CNA di San Casciano Val di<br />
Pesa I frutti <strong>del</strong>le mani ed espone nel 2013 in occasione<br />
di una mostra organizzata dall’Associazione<br />
Art Art all’Impruneta.<br />
Le sue opere più significative sono: Dio Vulcano a<br />
forgiare, L’olivo, La Vite, Ramo di quercia, La colomba,<br />
L’airone, Pensieri e la copertura con foglie<br />
<strong>del</strong> Tempietto <strong>del</strong> giardino di una famosa villa nel<br />
<strong>Chianti</strong>.<br />
Spera in un futuro di poter collocare le sue opere in<br />
uno spazio espositivo dove possano essere ammirate.<br />
Dio Vulcano a forgiare, 2011, lamiera a sbalzo e<br />
ferro forgiato, h cm. 180<br />
Cestino ricci e castagne, 2008, ferro (sbalzo, forgiatura e fiamma ossidrica),<br />
h cm. 12<br />
Loc. Casole 15 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
Cell. +39 347 3913626 - arturobadii@alice.it - www.arturobadii.it<br />
8
Martino Balestreri<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Martino Balestreri è nato a Cremona nel<br />
1963, vive e lavora come fotografo a Radda<br />
in <strong>Chianti</strong>. Le creazioni di Martino Balestreri<br />
sono sia emotive che tecnicamente ammirevoli<br />
e perfette. Sembra che la macchina<br />
fotografica nelle sue mani sia un set di pennelli usati<br />
con maestria per catturare la bellezza e lo spettacolare<br />
gioco di luci, ombre e colore. La sua percezione<br />
di ciò che ci circonda abbraccia diversi<br />
soggetti e tecniche fotografiche. Tutte le sue immagini,<br />
siano esse paesaggi, nature morte o astratti in<br />
natura, offrono una personalissima visione, catturando<br />
bellezza e mistero di ciò che lui vede. Le sue<br />
opere accentuano il tocco pittorico: con accuratezza<br />
ed eleganza nella composizione e lo studio <strong>del</strong>la<br />
luce, riesce a dar vita e forma a soggetti altrimenti<br />
banali. Un altro aspetto che colpisce, guardando le<br />
sue fotografie, è inquietudine, quasi un disagio esistenziale.<br />
Paula Grenside<br />
Levitazione, 2011, fotografia stampa Fine Art, cm. 50x50<br />
Martino Balestreri Fotografo - Chiasso dei Portici, 8H - 53017 Radda in <strong>Chianti</strong> (SI)<br />
Tel. +39 0577 738914 - info@martinobalestreri.it - www.martinobalestreri.com<br />
9
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Martino Balestreri<br />
Giallo Mascagni, 2012, fotografia stampa Fine Art, cm. 60x40<br />
Cesto d’Autunno, 2012, fotografia stampa Fine Art, cm. 60x40<br />
10
Gianni Bandinelli<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Luci e ombre, 2011, tecnica mista, cm. 100x100<br />
Gianni Bandinelli nasce a Greve in <strong>Chianti</strong> nel<br />
1959.<br />
Amante <strong>del</strong>l’arte fin da bambino, inizia la sua<br />
formazione artistica frequentando corsi per amatori.<br />
La formazione prosegue poi con Laura Ciaccheri,<br />
che lo avvicina alla pittura “steineriana”. Quindi la<br />
frequenza <strong>del</strong>lo studio <strong>del</strong> maestro scultore Marcello<br />
Guasti; simultaneamente iniziata a studiare pittura<br />
alla Scuola d’arte di Firenze, da Grazia Carovani, con<br />
il metodo <strong>del</strong>la scuola francese “Martenot”. Dopo<br />
alcuni anni prende un piccolo studio dove inizia ad<br />
esprimersi con tecniche a lui congeniali.<br />
La passione di Gianni per l’arte e per la scultura ha<br />
dato vita al suo “bosco d’arte”, nel quale le opere<br />
scultoree e le istallazioni - che da anni ormai vi entrano<br />
a far parte - si alternano e si manifestano contornate<br />
e celate da una bellissima e rigogliosa vegetazione.<br />
Queste dialogano con il paesaggio, con<br />
la natura circostante e fra loro in una eterogeneità<br />
che costituisce il tratto caratteristico <strong>del</strong>l’insieme e<br />
rappresenta la pluralità, la molteplicità di linguaggi<br />
espressivi possibili in arte.<br />
Orizzonte in blu, 2013, tecnica mista, cm. 80x80<br />
Orizzonti arcaici, 2012, tecnica mista, cm. 80x80<br />
Cell. +39 334 1562972<br />
giannibandinelli@libero.it - www.giannibandinelli.it<br />
11
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Gianni Bandinelli<br />
Riflesso, 2012, tecnica mista, cm. 80x80<br />
Pennellate continue ed irregolari tracciano orizzonti<br />
incerti sulla tela mentre il colore gocciolando divide,<br />
raccorda i piani e li interseca, creando forme<br />
inaspettate e superfici materiche. I colori sono<br />
quelli <strong>del</strong>la terra e <strong>del</strong> fuoco, <strong>del</strong>l’aria, <strong>del</strong> vapore e<br />
<strong>del</strong>l’acqua. Protagonista <strong>del</strong>le opere di Gianni è l’universo,<br />
nella sua complessità ed essenzialità, ma<br />
soprattutto nel mistero che lo avvolge, come misteriosi<br />
sono i meteoriti che spesso percorrono le<br />
sue tele ed i crateri che sembrano squarciarle. Il<br />
gesto pittorico ferma e lascia sospese le emozioni,<br />
le paure, le tensioni, il fascino ed il mistero di un<br />
mondo sommerso e profondo nel quale l’artista ci<br />
vuole condurre. L’opera diventa così il racconto di<br />
un mondo instabile, mutevole, suscettibile ed in<br />
divenire, colmo di fascino, dove l’uomo si perde e<br />
diventa niente nel tentativo di abbracciarlo nella<br />
sua interezza.<br />
Caterina Pacenti, 2014<br />
12
Francesco Battaglini<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Francesco Battaglini nasce a Firenze il 31 ottobre<br />
1981, comincia la sua carriera artistica nel<br />
1995, nel 2000 si diploma al Liceo <strong>Artisti</strong>co<br />
Leon Battista Alberti di Firenze sezione Accademia,<br />
dove apprende le basi <strong>del</strong>la pittura, <strong>del</strong> disegno e<br />
<strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lato.<br />
Nel 2001 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze<br />
frequentando la prima scuola di Scultura<br />
presso la cattedra dei professori Vincenzo Bianchi e<br />
Antonio Di Tommaso. Dopo i quattro anni di studi<br />
accademici, di cui uno a Carrara, specifico per la<br />
tecnica <strong>del</strong>la scultura, discute la tesi dal titolo “I Malesseri<br />
<strong>del</strong>l’uomo <strong>del</strong> Novecento” ottenendo il massimo<br />
dei voti e la lode.<br />
Negli anni successivi agli studi espone in diverse<br />
sedi fiorentine come il Museo Archeologico Nazionale<br />
ed il Palagio di Parte Guelfa.<br />
Ha preso parte alla Biennale d’arte di Firenze nel<br />
2008, ha esposto anche a Roma e Milano ed in Città<br />
<strong>del</strong> Vaticano, a San Michelle de Mourien in Francia<br />
dove ha svolto diversi simposi sul legno, e realizza,<br />
invitato in vari simposi internazionali di scultura, diverse<br />
opere monumentali tra le quali: “ADDIO” nel<br />
2001 ad Ari (CH), dedicata alla memoria di una amica<br />
scomparsa, “VENERE” nel 2008 ad Atessa (CH)<br />
e “RAPACE” nel 2011 a Travalle, Calenzano (FI),<br />
sempre nel 2011 colloca a Rufina (FI) la statua<br />
“TWO face” partecipando al progetto “Cantiere di<br />
Scultura” promosso dalla Val di Sieve e dalla Comunità<br />
Europea. Attualmente alcune opere sono esposte<br />
in Corea <strong>del</strong> Sud nelle più grandi manifestazioni<br />
<strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong>la nazione.<br />
Il lavoro di Battaglini è principalmente rivolto alla sintesi<br />
<strong>del</strong>le forme <strong>del</strong>la natura, uomini ed animali, e<br />
pensieri, cercando di plasmare la materia con le ombre,<br />
che sono a suo avviso “l’inchiostro <strong>del</strong>la materia”,<br />
lavora ogni tipo di materiale, dall’argilla “terra<br />
generatrice”, al marmo “freddo eccesso rinascimentale”,<br />
al legno “immortale elemento” ed il bronzo,<br />
“magica alchimia”, da cui nascono i suoi principali<br />
lavori, che affondano le radici per la sua natura<br />
onirica, nei miti e nelle leggende <strong>del</strong>l’Antica Grecia.<br />
Negli ultimi anni ha cominciato a lavorare anche con<br />
resine ipossidriche, realizzando oggetti di arredo<br />
per interni e complementi d’arredo per giardini o<br />
esterni, con la serie “POP-ANIMALS”.<br />
Nel 2013 partecipando all’evento ARTOUR-O il<br />
MUST vince il premio Ander 35 con una personale<br />
al Parco Nazionale Fondazione Collodi, con il quale<br />
si presenta preparando la mostra dal titolo “Un burattino<br />
tra vizi e virtù” che riscuote un buon riscontro<br />
tra critici e pubblico.<br />
Giustizia, 2014, fusione in alluminio,<br />
h cm. 40<br />
Avarizia, 2014, fusione in alluminio,<br />
h cm. 40.<br />
Cell. +39 340 5189663 - batt.francesco@gmail.com<br />
www.francescobattaglini.it - fb: Francesco Battaglini Fine Art<br />
13
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Riccardo Battigelli<br />
Riccardo Battigelli, nasce a Firenze nel 1933<br />
da famiglia di origini friulane. Studia all’Accademia<br />
di Belle Arti di Bologna e alla Facoltà<br />
di Architettura di Firenze, allievo di G. Morandi, P.<br />
Man<strong>del</strong>li, P. Manaresi, G. Michelucci e altri. Negli<br />
anni Cinquanta e Sessanta si dedica con successo<br />
alla pittura, alla scenografia e al design. Espone in<br />
Italia, Africa, Europa e USA, riscuotendo consensi<br />
fra i quali un ‘’Segnalato’’ alla Galleria Numero di<br />
Firenze nel 1954 e il Premio ’’Only Music’’ alla Iolas<br />
Number One Gallery a New York con una <strong>del</strong>le opere<br />
astratte che ha dipinto in quegli anni Only Music<br />
in the wind. Nel 1955 a Milano riceve il Premio San<br />
Fe<strong>del</strong>e, poi il Premio Comune di Casalecchio di<br />
Reno nel 1956 ed il Premio Montagnola a Bologna<br />
nel 1966.<br />
In quegli anni sposa Marisa Biolchini dalla quale ha<br />
tre figli: Alberto, scomparso dolorosamente il 25<br />
giugno 1995, Alessandro, valente medico veterinario<br />
e Andrea, guardia zoofila. Incresciose circostanze<br />
lo costringono a subire l’annullamento <strong>del</strong> matrimonio.<br />
Il doloroso evento e il distacco dai figli causano<br />
la triste interruzione <strong>del</strong>l’attività artistica; nel<br />
1967, chiude lo studio e lascia Bologna.<br />
Va in Libia dove compie alcuni lavori a Tripoli; poi<br />
tenta di accedere alla Scuola di Taliesin West di F.<br />
LL. Wright in Arizona ma, nell’impossibilità di sostenerne<br />
i costi, trova lavoro in un ranch di amici nel<br />
New Mexico. Vive intense esperienze e apprende<br />
saperi diversamente acquisibili altrove che l’aiutano<br />
a compensare il dolore <strong>del</strong> distacco familiare. Dagli<br />
inizi degli anni Settanta risiede in una fattoria in Toscana,<br />
si dedica a studi ecologici, allevamento e<br />
addestramento di cavalli finalizzati all’escursionismo<br />
didattico per attività conoscitive <strong>del</strong>la natura e<br />
dei valori <strong>del</strong> paesaggio. Sposa Wanda Falorni dalla<br />
quale nel 1974 ha il figlio Daniele che lo coadiuverà<br />
con amorosa passione, insieme alla mamma, nella<br />
gestione <strong>del</strong>l’azienda. Nel 2003, andato in pensione,<br />
cede l’intera azienda e l’attività al figlio Daniele<br />
che sposa Daniela Federici nel 2005.<br />
Dopo anni di assenza dall’attività tangibile nell’arte,<br />
rincuorato dall’affetto dei figli e dei nipoti ad onta <strong>del</strong><br />
dramma sofferto nel passato, torna a dedicarsi alla<br />
pittura riscuotendo importanti riconoscimenti, fra i<br />
Crocifissione, 1964,<br />
dipinto sul retro di<br />
una lastra di cristallo,<br />
collezione privata,<br />
cm. 50x70<br />
Crocifissione, 2005,<br />
ferro, Montaione,<br />
Chiesa di S.Pietro<br />
(Loc. La Sughera),<br />
h cm. 320<br />
quali: La Palma d’Oro per l’arte, il Premio Ambiente<br />
Italia nel 150° <strong>del</strong>l’Unità d’Italia e il conferimento <strong>del</strong>la<br />
Medaglia alla carriera nel 2011. In Svezia riceve<br />
nel 2010 il Premio Sentimenti e Sensazioni dall’Italia<br />
alla Maecenas Sverige Accademy e nel 2011 il Premio<br />
Città di Stoccolma alla Bellange Art Galerj.<br />
Nel 2012 partecipa alla Biennale di Palermo, l’anno<br />
successivo riceve il Premio Lorenzo dè Medici Il<br />
Magnifico a Firenze e vince il 1° Premio MusicArte<br />
alle Giubbe Rosse di Firenze con l’opera Music Sense<br />
<strong>del</strong> 1954. È presente alla Galleria Simultanea -<br />
Spazi d’Arte di Firenze e partecipa alla Prima Biennale<br />
2014 <strong>del</strong>la Creatività a Verona.<br />
Abitazione e Studio: Loc. Santo Stefano, 389 - 50050 Montaione (FI)<br />
Cell. +39 333 8743610 - riccardo.battigelli@tiscali.it - www.riccardobattigelli.it<br />
14
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Riccardo Battigelli<br />
Crocifissione, 2005, ferro, Montaione, Chiesa di S.Pietro (Loc. La Sughera), h cm. 320<br />
L’uomo anatomicamente perfetto, raccontato in<br />
pittura da pochi graffianti segni, diviene nella Crocifissione<br />
<strong>del</strong>la Sughera ridotto ad uno straordinario<br />
groviglio di filo di ferro. È lo stesso artista parlando<br />
<strong>del</strong>l’opera a descriverla come “composta dall’umiltà<br />
<strong>del</strong>l’impiego di un semplice materiale di scarto (il<br />
filo di ferro utilizzato nelle balle di fieno)”. È questa<br />
l’espressione che ci dà la misura <strong>del</strong>la sensibilità e<br />
<strong>del</strong>la capacità <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>l’artista che fa di un<br />
materiale assolutamente povero, come preso da<br />
quel fienile dove il Bambin Gesù nacque, un’opera<br />
assolutamente suggestiva e profondamente legata<br />
alla luce che in ogni istante modifica la percezione<br />
che <strong>del</strong>la stessa si ha.<br />
È infatti il materiale, dove più si attorciglia e si contorce,<br />
a creare le ombre, che segnano il corpo inconsistente<br />
ed immateriale <strong>del</strong> Cristo che appare<br />
come svuotato di tutto ma così forte e persistente<br />
nella sua essenzialità, nella sua essenza; quasi da<br />
non necessitare più, nella mente <strong>del</strong>l’artista, di un<br />
corpo fatto di una massa piena, di muscoli e carni,<br />
ma fatto di linee come fosse un disegno, uno schizzo<br />
tridimensionale, una sorta di apparizione; come<br />
costituito di solo spirito.<br />
L’essenziale, il ritorno alle origini, la povertà dei materiali,<br />
si fondono così in una poetica dei sentimenti<br />
e <strong>del</strong>l’uomo che trova nella semplicità e nel profondo<br />
<strong>del</strong>l’anima l’essenza. Straordinario e palpabile il<br />
coinvolgimento profondo, fino all’immedesimazione,<br />
che Battigelli racconta di aver provato realizzando<br />
l’opera; il dolore e la fatica nel torcere il materiale,<br />
piegarlo e lavorarlo, fa rivivere dentro di lui i<br />
tormenti, i dolori e le lacerazioni <strong>del</strong>la sua stessa<br />
anima. Il dramma, personale, <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>l’umanità<br />
giunge a guidare la mano <strong>del</strong>l’artista nel rappresentare<br />
il dramma <strong>del</strong>la Crocifissione.<br />
La presenza di Dio, <strong>del</strong> Divino, la si avverte nelle sue<br />
opere, non solo di soggetto sacro, ma la si avverte<br />
nella natura che è Creato prima di essere materia,<br />
nella rappresentazione <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>la sua sofferenza,<br />
negli oggetti e nei luoghi che vengono interpretati<br />
secondo quel “senso spirituale <strong>del</strong>le cose”<br />
che è proprio di Battigelli.<br />
Caterina Pacenti, 2014<br />
15
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Renzo Becucci<br />
Renzo a lavoro su cassapanca con intarsio<br />
Fin da bambino sono stato attratto da questo<br />
materiale fascinoso che è il legno, costruendo,<br />
quando potevo, giochi come carrettini e<br />
altro. Già a quattordici anni ho iniziato a lavorare da<br />
un artigiano falegname, raggiunta l’età di quindici<br />
anni mi ha messo in regola, quindi ho potuto usare i<br />
pochi macchinari che aveva e che prima di allora,<br />
giustamente, non mi faceva usare. A questo punto<br />
in casa mia c’era bisogno di un mobile ad angolo<br />
così decisi di costruirmelo da solo, la sera a fine lavoro<br />
ed il sabato. Non vi dico Mario, il mio datore di<br />
lavoro, i miei genitori, mi dicevano: «Ma cosa vuoi<br />
fare! Prima devi imparare, non puoi ancora fare un<br />
mobile da solo». Invitarono la lepre a correre, da un<br />
contadino comprai un tronco di noce già stagionato,<br />
ci feci le tavole con la sega a nastro e costruii questo<br />
mobile in stile XVII secolo da solo; venne perfetto<br />
e non volli aiuto da nessuno, era un progetto ed<br />
una questione mia, avevo quindici anni. L’anno successivo<br />
feci una credenzina sempre stile antico in<br />
noce a due ante con la parte anteriore bombata. E<br />
qui capirono come stavano le cose… A diciassette<br />
anni costruii un go-cart col motore di una vecchia<br />
Vespa 125.<br />
Dopo la credenzina realizzai un tavolo asso di coppe<br />
di olivo, in stile seicentesco e feci quattro spade intarsiate<br />
sul piano. Fui conosciuto, così mi ordinavano<br />
mobili in stile, iniziai anche a fare qualche lavo-<br />
Cell. +39 338 7397144<br />
mrsdon@libero.it<br />
16
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Renzo Becucci<br />
retto di restauro per conto mio.<br />
Fatto il militare, mi misi in proprio, circa un anno e<br />
mezzo dopo, come restauratore con successo e<br />
grandi soddisfazioni. Feci un primo corso di aggiornamento<br />
per restauro ligneo all’Istituto d’Arte a<br />
Porta Romana (FI), mi detti molto da fare per approfondire<br />
e specializzarmi in questo, conobbi altri restauratori<br />
e a volte costruivo su ordinazione <strong>del</strong>le<br />
riproduzioni in stile antico e mobili moderni particolari.<br />
Dopo tre anni mi fu proposto da una persona<br />
che aveva visto i miei restauri, ritenendoli buoni<br />
come tecnica e qualità, di lavorare per conto <strong>del</strong>la<br />
Soprintendenza di Firenze; naturalmente accettai e<br />
ci rimasi per molti anni. Lavorai al restauro <strong>del</strong> soffitto<br />
<strong>del</strong>la chiesa di San Zeno a Verona. Nel frattempo<br />
seguii un altro corso di aggiornamento per restauro,<br />
lavorai per la Soprintendenza Archeologica<br />
di Firenze per circa due anni alternando a questo il<br />
lavoro di restauro.<br />
Dopo qualche anno decisi poi di ritornare definitivamente<br />
nella mia bottega di San Casciano Val di<br />
Pesa (FI) lavorando su pezzi di alto antiquariato provenienti<br />
da diverse città, anche fuori dalla Toscana;<br />
fra i tanti ne ricordo in particolare due: una bella<br />
cassapanca in noce fiorentina <strong>del</strong>la seconda metà<br />
<strong>del</strong> XV secolo con tarsie certosine che in parte ho<br />
ricostruito e un troumeau <strong>del</strong>la prima metà <strong>del</strong> XVIII<br />
secolo con formelle di commesso fiorentino da restaurare<br />
anch’esse. Progettai e costruii in alluminio<br />
e acciaio inox una macchina per la lavorazione <strong>del</strong><br />
commesso fiorentino.<br />
Nel corso <strong>del</strong>la mia carriera di restauratore ho eseguito<br />
alcuni lavori anche fuori dal mio campo specifico;<br />
lavori di grande importanza e difficoltà, fra i<br />
quali uno a livello nazionale, realizzati con sistemi<br />
miei che, per serietà e correttezza, non posso qui<br />
Intarsio a toppo comunemente chiamato “certosino”<br />
17
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Renzo Becucci<br />
Commesso fiorentino, 1995, cm. 18x14<br />
descrivere. Ho tenuto poi una conferenza in un museo<br />
su tarsie certosine.<br />
Essendo un’ottima forchetta negli anni mi sono appassionato<br />
molto alla cucina, specializzandomi in<br />
cucina antica, in particolare medievale, rinascimentale<br />
e tradizionale, sulla base di ricerche e studi storici<br />
e approfonditi. Ho cucinato in occasione di cene<br />
medievali in piazza, ho progettato e costruito girarrosto<br />
e griglia molto particolari, che fanno la differenza<br />
in cottura. Dispongo di tegami e griglia di<br />
pietra. Faccio anche cucina a domicilio, agriturismo,<br />
feste, corsi e spiegazioni sulla storia <strong>del</strong>la cucina.<br />
Renzo Becucci<br />
18
Laura Bertuzzi<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
I Quattro Elementi (particolare), 2006, colori ad olio e filati in lana su tela, cm. 25x25<br />
Laura Bertuzzi nasce a Piacenza nel 1971.<br />
Dopo aver frequentato il Liceo <strong>Artisti</strong>co Sperimentale<br />
<strong>del</strong>la sua città, si laurea presso l’Accademia<br />
di Belle Arti di Urbino nella sezione di pittura<br />
con il maestro Omar Galliani.<br />
Al suo attivo ci sono mostre personali e collettive,<br />
tra cui nel 1994 la 6° edizione europea “Arte Viva:<br />
pittura, scultura e stampa d’arte” svoltasi a Senigallia<br />
(AN), esposizione e performance riservata ai migliori<br />
giovani artisti provenienti dalle Accademie di<br />
Belle Arti italiane ed europee.<br />
Nel 1997 si specializza nel restauro <strong>del</strong>le opere d’arte,<br />
con particolare attenzione al restauro <strong>del</strong> tessile<br />
antico e contemporaneo, e per un quindicennio collabora<br />
come restauratrice ed assistente alla Scuola<br />
di Alta Formazione presso il Laboratorio di Restauro<br />
Arazzi <strong>del</strong>l’Opificio <strong>del</strong>le Pietre Dure, con sede in<br />
Palazzo Vecchio a Firenze.<br />
Al lavoro di restauratrice unisce da sempre l’attività<br />
artistico-pittorica che si esprime in opere realizzate<br />
su tela, carta e legno con soggetti naturalistici ed<br />
astratti, decorazioni murali e design d’interni.<br />
Dal 1997 vive e lavora a Greve in <strong>Chianti</strong> (FI).<br />
Nel percorso artistico di Laura la formazione figurativa<br />
classica incentrata sullo studio <strong>del</strong>la figura umana,<br />
si è evoluta negli anni divenendo poi un pretesto<br />
per lo studio dei segni e <strong>del</strong> movimento astratto. La<br />
grande passione per la sua professione di restauratrice<br />
è stata la chiave di volta che ha indirizzato la<br />
sua ricerca artistica verso un ambito inesplorato,<br />
con l’utilizzo di materiali recuperati durante le fasi di<br />
restauro, materia fortemente caratterizzata e segnata<br />
dal tempo: filati intrappolati per secoli tra arazzi<br />
e fodere, sciamiti e tessuti tra i più vari passati tra<br />
le mani di tessitori, restauratori, artisti e rimasti invisibili<br />
nei secoli, ora diventano protagonisti con le<br />
loro sembianze intrise d’umanità.<br />
(A.A.’09)<br />
Cell. +39 348 6956507 - bertuzzilaura@gmail.com - laurabertuzziarte.it<br />
fb: LAURA BERTUZZI ARTISTA<br />
19
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Laura Bertuzzi<br />
Single-Walled Carbon Nano Tube, 2013, Rosia (SI)<br />
Single-Walled Carbon Nano Tube, 2013, Rosia (SI):<br />
pittura murale in cui le linee tracciate sulle pareti richiamano<br />
la forma <strong>del</strong>l’esagono e fanno riferimento<br />
al concetto matematico di tassellatura di una<br />
superficie riconducibile al nano tubo di carbonio<br />
(grafene). Per la realizzazione sono stati usati colori<br />
all’acqua nelle sfumature <strong>del</strong> blu, giallo e verde alternati<br />
in modo diverso dalla sequenza elettromagnetica,<br />
ma in funzione <strong>del</strong>la luminosità degli spazi<br />
e <strong>del</strong>la luminosità ambientale.<br />
Single-Walled Carbon Nano Tube, 2013, Rosia (SI)<br />
20
Maurizio Biagi<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Trittico, 2014, pigmenti su cotto, cm. 53x30<br />
Maurizio Biagi nasce a Uzzano. Inizia a dipingere<br />
negli anni Settanta e partecipa al<br />
2° Premio Nazionale di Pittura Scultura<br />
Grafica Il Cenacolo (Pittori Italiani in Toscana) nel<br />
1975.<br />
Negli anni Ottanta frequenta il pittore Gianfranco<br />
Mello; gli insegnamenti tecnici e filosofici di<br />
quest’ultimo saranno importanti nella determinazione<br />
e nella ricerca da parte di Maurizio di un proprio<br />
linguaggio. Negli anni Ottanta e Novanta espone insieme<br />
ad alcuni degli artisti fiorentini più in vista al<br />
tempo. È infatti nel 1990 che, con Enzo Faraoni,<br />
Giuseppe Gavazzi, Renzo Grazzini, Silvio Loffredo,<br />
Andrea Martinelli e Franco Messina, partecipa alla<br />
mostra di affreschi su cotto presso la Sala d’Armi<br />
Buon<strong>del</strong>monti di Impruneta. Nello stesso anno partecipa<br />
alla 17ª Rassegna Sestese di Pittori - Grafici<br />
Scultori, dove fra i partecipanti si ricordano Luca Alinari,<br />
Vinicio Berti, Gualtiero Nativi, Antonio Possenti,<br />
Sergio Scatizzi, Rolando Sforzi, Nino Tirinnanzi.<br />
In questi anni il linguaggio è quello <strong>del</strong>la pittura en<br />
plein air, su tele di grandi dimensioni, tuttavia già si<br />
lasciano scorgere: una propensione verso l’informale<br />
e, insito nell’artista, l’amore per il colore. Saranno<br />
proprio queste due linee che andranno a convergere<br />
dando vita negli anni ad un linguaggio che<br />
trova la sua estremizzazione nelle opere monocrome<br />
più recenti.<br />
mauriziobiagi2009@libero.it<br />
21
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
L<br />
a Galleria si propone come vetrina capace di promuovere, attraverso il sito web www.artebianciardi.com,<br />
gli artisti e le loro opere, le location selezionate per eventi programmati e mostre permanenti presso i nostri<br />
partners.<br />
Gli artisti, una volta scelti secondo logiche qualitative, hanno contatti diretti con i clienti e non devono versare<br />
alcuna percentuale. Questo permette prezzi vantaggiosi ed un rapporto preferenziale. La consulenza <strong>del</strong> curatore<br />
e <strong>del</strong> gallerista e di tutto lo staff è naturalmente a disposizione <strong>del</strong>l’acquirente che si interessa agli artisti ed<br />
alle opere esposte.<br />
Lo scopo <strong>del</strong>la Galleria è anche quello di proporre in luoghi espositivi specifici, eventi programmati nei quali la<br />
musica, la letteratura, le performance teatrali e le contaminazioni enogastronomiche creano momenti piacevoli,<br />
capaci di stupire e veicolare messaggi.<br />
Ulteriore sperimentazione il coinvolgimento di partners: strutture <strong>del</strong> luogo, hotel, ristoranti e cantine, che si<br />
fanno notare per la loro bellezza e per la ricercatezza <strong>del</strong> servizio che offrono. Dotate di buon gusto, raro nel<br />
tempo in cui viviamo, sono quindi luoghi d’elezione per la Galleria e le opere d’arte.<br />
22
Francesco Bruni<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
On the table, tecnica mista, cementificazione, cm. 110x170x90h (l’opera è esposta alla Fondazione Rocca di Staggia a Staggia<br />
Senese (SI) - www.laroccadistaggia.com).<br />
francescobruni.eu<br />
23
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Matteo Camiciotti-Farkas-MikumazArt<br />
Urano, 2014, ferro saldato, h cm. 110<br />
Matteo Camiciotti-Farkas nasce a Firenze<br />
nel 1985 da una famiglia che da generazioni<br />
si dedica alla ricerca e sperimentazione<br />
nel campo <strong>del</strong>la pittura, <strong>del</strong>la scultura e <strong>del</strong><br />
disegno tessile.<br />
Il capostipite fu il suo bisnonno Istvàn Farkas, grande<br />
e stimato pittore <strong>del</strong>l’École de Paris che dette<br />
inizio alla dinastia artistica insieme a sua moglie Ida<br />
Kohner, anch’ ella pittrice.<br />
Poi suo nonno Paolo Farkas, scultore, pittore e pioniere<br />
<strong>del</strong> disegno per tessuti in Italia.<br />
La madre Sofia Farkas, che seguendo le orme <strong>del</strong><br />
padre e <strong>del</strong>la madre Maria Ortenzi, anche lei disegnatrice<br />
tessile e figlia <strong>del</strong> pittore naif Luigi Ortenzi,<br />
si dedicò per anni al disegno tessile insieme al marito<br />
Franco Camiciotti.<br />
Suo zio Giorgio Farkas, artista di enorme talento,<br />
sganciatosi dall’impresa di famiglia, liberò il suo potenziale<br />
nella scultura.<br />
Il piccolo Matteo cresce insomma circondato da<br />
pennelli, colori, tele e laboratori di pittura.<br />
Le opere<br />
Matteo Camiciotti-Farkas porta avanti la sua personale<br />
ricerca artistica soprattutto nel campo <strong>del</strong>la<br />
scultura. I temi da lui trattati in opere quali: Mr.<br />
Brainwash, Barabba, Brain Engine, Eroinomane digitale<br />
e molti altri si rivolgono al progresso tecnologico<br />
nell’era di internet e ai cambiamenti sociali,<br />
psicologici e relazionali che ne derivano nell’essere<br />
umano, sempre più alienato e solo di fronte alla vita<br />
stessa.<br />
L’artista nutre una particolare attenzione verso la figura<br />
umana, rivisitata in chiave post-asimoviana.<br />
L’uomo macchina, gli umanoidi, la robotica, la bellezza<br />
artificiale. Oramai, in un futuro non molto lontano,<br />
l’uomo e la macchina saranno destinati a essere<br />
una cosa sola. In questa società tecnologica le<br />
“connessioni” sono sempre più sofisticate e diffuse,<br />
a discapito <strong>del</strong>le individualità e <strong>del</strong>le libertà personali<br />
e collettive.<br />
matteo.c.farkas@hotmail.it - http://matteocamiciottifarkas.jimdo.com/<br />
fb: https://www.facebook.com/MikumazMatteoCamiciottiFarkas<br />
Linkedin: https://www.linkedin.com/pub/matteo-camiciotti-farkas-mikumaz/71/7a1/69a<br />
24
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Matteo Camiciotti-Farkas-MikumazArt<br />
Attraverso lavori come: Mano asimoviana, I was<br />
Camera e molti altri pezzi appartenenti alla collezione<br />
“ Androids Industries”, Camiciotti-Farkas cerca<br />
di evidenziare questi inarrestabili cambiamenti che<br />
minacciano la sopravvivenza stessa <strong>del</strong>l’essere<br />
umano, cui l’artista offre però una “via d’uscita”. Le<br />
sue opere si ribellano alla staticità, che da sempre<br />
imprigiona la scultura, e “scendono” dal piedistallo<br />
per relazionarsi con lo spettatore, che può interagire<br />
con esse e muoverle a suo piacimento, liberandole<br />
così dalle loro catene.<br />
“Le mie sculture provano emozioni, frustrazioni e<br />
dolore”, teorizza Camiciotti-Farkas, convinto che,<br />
“fino a quando gli uomini e le donne sapranno ancora<br />
abbandonare la solitudine alienante di uno schermo<br />
fisso per incontrarsi, toccarsi, amarsi e anche<br />
odiarsi, la società umana sarà salva”.<br />
The Unbeliever, 2013, ferro saldato, h cm. 130<br />
ND, 2013, ferro saldato, h cm. 170.<br />
Revolver, 2014, ferro saldato, cm. 39x30<br />
25
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Luca Cappelli<br />
Neve in piazza, 2011, Nikon D200, zoom Nikkor 18-200 f3,5-5,6<br />
Luca Cappelli si dedica alla fotografia da più di<br />
trenta anni.<br />
Ha iniziato come fotografo naturalista, e già<br />
nel 1991 ha realizzato la prima mostra fotografica e<br />
un audiovisivo per il WWF sugli aspetti naturalistici<br />
<strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>. Nel 1994 ha presentato nel corso <strong>del</strong>l’allora<br />
Rassegna <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong> Classico l’audiovisivo<br />
“Parchi e Riserve Naturali d’Italia e d’Europa”. Nel<br />
corso degli anni Novanta ha partecipato con successo<br />
a concorsi nazionali ed internazionali, e ha<br />
collaborato con l’agenzia Panda Photo. Nel 2001 ha<br />
realizzato una mostra fotografico-naturalistica dal<br />
titolo “Il Monte S. Michele e le colline <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>”<br />
(che è stata esposta a Villa S. Michele e alla Limonaia<br />
di Panzano), più di cento immagini per raccontare<br />
gli aspetti più preziosi e meno noti di questa terra.<br />
Nel 2002 è iniziata la collaborazione con la casa editrice<br />
Editori <strong>del</strong>l’Acero. In particolare ricordiamo il<br />
contributo alla realizzazione dei libri: Abbazie Monasteri<br />
ed Eremi nel paesaggio di Toscana, Piazze di<br />
Toscana, Viaggio in Toscana, Capolavori nascosti.<br />
Nel 2007 inaugura, con la mostra “Il <strong>Chianti</strong> di lunedì”,<br />
la nuova sala <strong>del</strong>le esposizioni <strong>del</strong> Comune di<br />
Greve in <strong>Chianti</strong> “Il Fiorino”.<br />
Nello stesso anno da vita, con altri amici appassionati<br />
di fotografia, al circolo fotografico “FotoClub<br />
<strong>Chianti</strong>”, tuttora in piena attività.<br />
Tramonto in Camargue, 1995, Canon EOS1, Zoom Canon 80- 200 f4, pellicola Velvia<br />
Luca Cappelli fotografia - Via Ugo La Malfa, 31 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
Tel. +39 055 853935 - Cell. +39 334 8469223 - l.cappelli@alice.it<br />
26
silvano carri<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Paesaggio toscano, 2010, olio su tavola, cm. 104x30<br />
Silvano Carri nasce a Greve in <strong>Chianti</strong> nel 1943,<br />
attualmente risiede a Strada in <strong>Chianti</strong>.<br />
Pittore di formazione autodidatta. Oltre alle<br />
numerose mostre personali, partecipa con successo<br />
a rassegne e mostre collettive d’arte a carattere<br />
nazionale ed internazionale, ottenendo numerosi<br />
premi e riconoscimenti tra i quali: 1° classificato al<br />
concorso Natale a Firenze 1982; 2° classificato al<br />
concorso Conca d’oro Palermo 1982; 1° premio al<br />
concorso Sarzana Arte 1983; 1° premio al gran trofeo<br />
Brunellesco Firenze 1983; 1° classificato assoluto<br />
alla prima biennale di Traviano 1986; 1°premio<br />
al concorso Il Passignano.<br />
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni<br />
in Italia e all’estero (Francia, Austria, Svizzera, Germania,<br />
Inghilterra, USA, California, Australia, Canada,<br />
Israele e Spagna).<br />
Hanno scritto di lui i critici Umberto Pasquini, Paola<br />
Giorgi, Remo Picariello, Luca Cerutti, Giorgio Tuti,<br />
Giancarlo Testi, Giovanni Mazzetti, Pietro Chegoi,<br />
Carlo Caurotto e Lorella Rotondi.<br />
Le sue quotazioni sono presenti nei seguenti cataloghi:<br />
il Quadrato, Arte Oggi, Mercati e Arte e Top<br />
Arte.<br />
Una pittura tutta particolare quella di Silvano Carri,<br />
sia per l’impostazione compositiva, ma particolarmente<br />
per quel suo usare oggetti non comuni per<br />
supporti alla composizione, come ante di piccoli<br />
mobili od altre strutture sorrette da telai i quali, diventando<br />
le cornici <strong>del</strong>l’opera stessa, riescono a<br />
costruire un tutto particolarmente suggestivo e diverso,<br />
mentre il pannello interno ospita il dipinto.<br />
I soggetti <strong>del</strong> Carri si rifanno preferibilmente in analogia<br />
a quelli dei macchiaioli, esplorando quel mondo<br />
contadino che fu tra i prediletti di quella pittura,<br />
innovatrice e porta di ingresso di tutte le tendenze<br />
<strong>del</strong> modernismo. La tematica <strong>del</strong> Carri esamina le<br />
varie situazioni di quell’ambiente disponendo i protagonisti<br />
in una posizione oserei dire di simbologia<br />
nella quale l’essenzialità assume la funzione narrativa<br />
predominante. Il paesaggio fa da sottofondo e in<br />
esso i protagonisti <strong>del</strong>l’azione si presentano in atteggiamenti<br />
non casuali, ma disposti sapientemente<br />
a rappresentare la mansione operativa svolta.<br />
Sotto questo punto di vista, la cronaca, che nelle<br />
opere dei macchiaioli assume una importanza descrittiva<br />
e narrativa essenziale, viene sublimata e<br />
concentrata, quasi come in un proverbio la saggezza<br />
<strong>del</strong> tempo. Questa categoria di pittori tende a rinnovare<br />
alcune peculiarità descrittive e narrative senza<br />
disperdere i valori innovativi che furono acquisiti nella<br />
prima metà <strong>del</strong> secolo scorso, ma senza abbandonare<br />
quella tradizione comunicativa, sorretta dal realismo<br />
popolare che mantiene tuttora la propria<br />
vitalità nel regionalismo dei valori umanistici.<br />
Bruno Chiarini<br />
Borgo Baldassarre Paoli 17 - 50027 Strada in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
Tel. +39 055 8586101 - Cell. +39 335 5413744<br />
27
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Silvano Carri<br />
Vendemmia nel <strong>Chianti</strong>, 2014, olio su tela, cm. 50x40<br />
Natura morta, 2008, olio su tela, cm. 40x50<br />
28
Marino Cassandro<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Oltre le avversità, 2009, tecnica mista su tela, cm. 24x30<br />
Caro Giancarlo, nell’articolo che è stato pubblicato<br />
sulla rivista “Il Focolare” <strong>del</strong> 2011,<br />
scritto con il cuore ed estrema attenzione,<br />
hai centrato alcuni aspetti <strong>del</strong>la mia arte. È pertanto,<br />
con piacere, che riprendo una parte <strong>del</strong> tuo scritto:<br />
La precisione, la cura di Marino, l’amore, l’ispirazione<br />
istintiva e pensata, i riferimenti alla realtà, all’uomo,<br />
a tutti gli esseri viventi capaci di vivere e sopravvivere,<br />
di gioire, di soffrire, di amare.<br />
La bellezza e l’abbondanza dei tuoi colori, Marino,<br />
mi attira come una calamita; entro nel quadro per<br />
essere contento di me, <strong>del</strong>la mia vita e mi intrappolo<br />
come nella bellissima composizione intitolata<br />
“Oltre le avversità” in cui, disperatamente, cerco di<br />
districarmi per vedermi nello specchio e oltre lo<br />
specchio per essere finalmente sereno e libero.<br />
Un ringraziamento affettuoso a Giancarlo e a coloro<br />
che sostengono la mia espressione artistica.<br />
Marino Cassandro<br />
Direzioni opposte, 2014, tecnica mista su legno, cm. 100x50<br />
Via San G. Gualberto, 22 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)<br />
Tel. +39 055 8071855 - Cell. +39 333 4348141<br />
29
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Bruno Chiarini<br />
Sedie, 1964, olio su tela, cm. 60x70<br />
Via Morandi, 1 - 50023 Tavarnuzze (FI)<br />
Tel. +39 055 2022659<br />
30
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Bruno Chiarini<br />
Non ricordo un momento, <strong>del</strong>la mia vita, nel<br />
quale la pittura abbia iniziato il suo corso di<br />
interesse a prevalere sugli altri, che pure<br />
mi hanno, da sempre, stimolato l’aspirazione alla<br />
più profonda conoscenza.<br />
Il dipingere è stato per me il mezzo per costruire<br />
visivamente una idea, un modo definitivo di comunicazione<br />
ad un livello di suprema definizione. In<br />
parallelo alle prime opere figurative, non seppi esimermi<br />
dal dedicarmi pure a particolari esperienze<br />
non figurative, sorrette dall’astrazione geometrica<br />
e da uno strutturalismo costruttivo, che ho sempre<br />
stimato di estrema comunicatività.<br />
Dopodiché si susseguirono esperienze diverse,<br />
dall’espressionismo al surrealismo, che seppero<br />
aprire sempre nuove strade all’espressione figurativa<br />
<strong>del</strong>le idee. In sindrome assiomatica, le esperienze<br />
tesero a dominare ogni scelta tematica, legata<br />
spesso ad una interpretazione evolutiva dei valori<br />
tradizionali, il che mi ha orientato a costanti superamenti<br />
senza abbandoni definitivi <strong>del</strong>le tematiche e<br />
dei valori formali.<br />
Miei maestri, dai primi impegni costruttivi, Picasso<br />
e Klee e, dai futuristi fino a Sironi e Rosai, legami<br />
essenziali di ogni espressione artistica.<br />
Percorso esente dalle esigenze di una committenza,<br />
ma impostato sui valori costruttivi <strong>del</strong>la ragione.<br />
Il mio percorso operativo si è orientato nella ricerca<br />
costante di soddisfare esigenze di creatività in una<br />
coerenza operativa recuperata ai massimi livelli <strong>del</strong>le<br />
possibilità espressive e costruttive.<br />
Trattandosi di ricerca, la mia strada è stata attraversata<br />
da percorsi talvolta in contraddizione, ma ritenuti,<br />
da me, soddisfacenti e utilmente percorribili,<br />
anche se molto spesso mi sono lasciato trascinare<br />
o frenare dalla soddisfazione di operare fine a se<br />
stessa, non dovendo sottostare a leggi di mercato<br />
o doveri di rispetto ad una tradizione.<br />
La libertà di operare in un’epoca nella quale la storicità<br />
<strong>del</strong>le esperienze ha dominato la molteplicità<br />
<strong>del</strong>le espressioni, in tutte le arti <strong>del</strong>la figurazione,<br />
rende non facile l’azione <strong>del</strong>le scelte operative, facilitando<br />
il moltiplicarsi <strong>del</strong>le esperienze per soddisfare<br />
la creatività nel rinnovamento dei mezzi e dei<br />
modi.<br />
Bruno Chiarini<br />
Gatta<br />
Autoritratto, 1946, olio su tela, cm. 27,5x20,5<br />
31
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giovanni Chilleri<br />
Da sempre Giovanni Chilleri avverte la necessità<br />
di semplificare le forme e liberare la<br />
scultura dall’esteriore per farla essere pura<br />
creazione. Una necessità che lo porta ad estrarre<br />
l’intima essenza <strong>del</strong>la figura umana, condensandola<br />
in una forma astratta che si ripete, con minime varianti,<br />
di opera in opera. La sua Femmina ha un corpo<br />
dai volumi pieni e arrotondati, la testa come un’asola,<br />
le gambe solide e agili; pur essendo di piccole dimensioni,<br />
esprime una corporeità monumentale<br />
nello slancio carico e potente <strong>del</strong>la massa. L’alternanza<br />
dei pieni e dei vuoti comunica invece l’intensità<br />
<strong>del</strong> sentimento. Aspetto, quest’ultimo, che ritroviamo<br />
anche nelle sculture in cui si oggettiva<br />
un’emozione o una condizione interiore: percorrendone<br />
le superfici con lo sguardo, sentiamo vibrare<br />
l’energia che le anima e al contempo le blocca in una<br />
sostanziale purezza. Spesso è la realtà di tutti i giorni<br />
ad offrirgli lo spunto ispirativo: le sue “case - urna”<br />
sono contenitori in cui custodire le paure e le speranze<br />
che scandiscono il quotidiano, ma anche scatole<br />
magiche che invitano a riscoprire il gioco come una<br />
<strong>del</strong>le possibili chiavi di lettura <strong>del</strong>la vita. Gli ultimi sviluppi<br />
<strong>del</strong>la sua ricerca si muovono su di un doppio<br />
binario: quello <strong>del</strong>l’opera che nasce dalla combinazione<br />
di materiali di scarto e oggetti d’uso comune,<br />
e quello <strong>del</strong>l’installazione che ridefinisce il rapporto<br />
<strong>del</strong>l’opera con lo spazio e con l’osservatore. Nel primo<br />
caso, il risultato è una scultura che, evocando<br />
una dimensione asfittica e senza via di uscita, ci<br />
spinge a riflettere sui pregiudizi che ancora oggi<br />
ostacolano la legittimazione dei linguaggi artistici<br />
contemporanei. Nel caso <strong>del</strong>l’installazione, invece, il<br />
suo interesse si concentra sul tema <strong>del</strong>la presenza<br />
dei bambini in carcere accanto alle madri detenute.<br />
Un problema di stringente attualità che lo scultore<br />
imprunetino interpreta riassumendo, in pochi elementi,<br />
le ragioni di un dramma che troppo spesso<br />
affoga nell’indifferenza <strong>del</strong>la società.<br />
Daniela Pronestì<br />
Uomo ferito, 2014, legno di recupero, h cm. 250 Uomo contemporaneo, 2013, legno di recupero, h cm. 220<br />
Cell. +39 328 6976920 - giov2949@libero.it<br />
giov2949@giovannichilleri.com - www.giovannichilleri.com<br />
32
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giovanni Chilleri<br />
MOSTRE dal 2011:<br />
2011 - Incrocio di percorsi, Sala d’armi Basilica S.<br />
Maria Impruneta (FI), Giovanni Chilleri, Giuseppe<br />
Ciccia, Antonio Ciccone e Roberto Greco.<br />
2012 - Linguaggi <strong>del</strong>l’Arte, Palazzo Zenobio VENE-<br />
ZIA.<br />
- Armonie Informali, Società <strong>del</strong>le Belle Arti Circolo<br />
degli <strong>Artisti</strong> Casa di Dante Firenze, Giovanni Chilleri<br />
e Roberto Greco.<br />
- Inaugurazione scultura in terracotta “Dea <strong>del</strong>la<br />
Forza”, via Giuseppe Di Vittorio, San Casciano Val di<br />
Pesa (FI).<br />
- ARS GRATIA ARTIS, settembre-ottobre, Momigno<br />
Pistoia, La Corte Arte Contemporanea, Firenze.<br />
- “Amaci” Studio Aperto, Giornata <strong>del</strong> Contemporaneo,<br />
Selezionato per l’ottava edizione.<br />
2014 - “Dialoghi”, Pontassieve, Palazzo Comunale,<br />
Sala <strong>del</strong>le Eroine.<br />
Inaugurazione <strong>del</strong>la mostra di Giovanni Chilleri<br />
a Pontassieve, 2014.<br />
Donna, 2000, terracotta <strong>del</strong>l’Impruneta, h cm. 85 Particolare di due sculture in terracotta bianca, 2000<br />
33
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giuditta Cianfanelli<br />
Giuditta Cianfanelli, fornita di studi filosofici<br />
e di letteratura, comincia a praticare la pittura,<br />
ed il disegno, poco più di dieci anni fa.<br />
(…) Nel suo “muoversi” Cianfanelli può contare su<br />
alcuni punti fermi, quali un’immagine ricorrente e<br />
una disinvoltura pittorica che può tras-correre tra<br />
superficie e profondità in modo assai agevole.<br />
Al primo approccio, ma anche nell’approfondimento,<br />
l’opera di Giuditta appare come “decorazione”.<br />
Questo concetto non sempre ha goduto di fortuna,<br />
soprattutto in certi periodi storici e se consideriamo<br />
la decorazione come “sovrapposizione di elementi<br />
ornamentali ed inessenziali” di un’opera, ma in altri<br />
periodi la “decorazione” è stata intesa come modalità<br />
fondamentale per l’opera stessa, dalla quale<br />
emergono direttamente quegli elementi come parti<br />
fondanti. (…)<br />
Ma Giuditta fa pittura, così i suoi colori assecondano,<br />
passo dopo passo, le sue immagini, i suoi segni.<br />
Sono sempre colori tenui, mai aggressivi o violenti,<br />
a volte sono di tonalità più “forte”, altre meno, ma<br />
sempre “luminosi”: le forme, molecolari o altre,<br />
emanano una marcata luminosità, che, da un lato,<br />
costituisce una sorta di alone attorno alle figure, ma,<br />
da un altro, pare che fuoriesca dalle stesse immagini<br />
con un’irradiazione vettoriale verso l’osservatore.<br />
Allora tra le cellule, ma potrebbero anche essere<br />
atomi, che si equilibrano nelle loro forze contrapposte,<br />
tra le luminosità che emergono e si impongono<br />
fuoriuscendo dal quadro, tra quei colori misurati e<br />
“calmi” - celesti, rosa, gialli, rossastri, cioè colori<br />
che, anch’essi, trovano un equilibrio cromatico - si<br />
libra quella figura che pare possedere due ampie ali<br />
e che si offre come chiave di volta <strong>del</strong> discorso di<br />
Cianfanelli, essendo infatti simbolo di “libertà”.<br />
È libertà sul dato, sulla realtà, sulla complessità, tutte<br />
forze che vorrebbero ancorarci sulla terra, mentre<br />
il pensiero e l’arte vogliono andare lontano, anche<br />
verso l’ignoto, forse senza una direzione<br />
precisa, ma comunque vogliono andare, ed è proprio<br />
questo poter procedere sempre “oltre” che<br />
rende la vita più apprezzabile, se non <strong>del</strong> tutto paga.<br />
Giorgio Bonomi<br />
Indecisione, 2013, acrilico su tela, cm. 100x100<br />
giudi_cianfa@hotmail.com<br />
fb: Giuditta Cianfanelli<br />
34
Mario Cianferoni<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Sebbene il suo mestiere, da tanti anni, sia quello<br />
di orafo, formatosi con l’apprendistato nelle<br />
botteghe degli ultimi grandi maestri fiorentini,<br />
Mario Cianferoni (Pontedera 1971) frequenta giovanissimo<br />
l’Istituto d’Arte di Firenze. Per andare incontro<br />
alla sua passione per la pittura, ha da poco<br />
scoperto la potenzialità <strong>del</strong>l’arte digitale. Al posto di<br />
tavolozza tempere e pennelli, computer tablet e<br />
immaginazione; i pannelli di plexiglas al posto <strong>del</strong>le<br />
tele: il risultato è lo stesso, quadri con ritratti, figure<br />
simboliche, impressioni proiettate sui pannelli dopo<br />
lunga gestazione hi-tech. È la pittura digitale, arte<br />
d’avanguardia, che lo sta facendo conoscere su<br />
scala nazionale. Ha esposto alla prestigiosa casa<br />
d’arte Orler, vicino a Venezia: la perla <strong>del</strong>la Laguna è<br />
abituata all’avanguardia nell’arte e qui c’è stata una<br />
prima consacrazione.<br />
Le sue opere sono paesaggi astratti, luoghi fantastici<br />
ma anche ambienti familiari, descrivono situazioni<br />
surreali ma propongono anche sentimenti<br />
fortemente terreni, sensazioni ed emozioni legate<br />
alla vita di ogni giorno, alla realtà che ci circonda.<br />
Partendo dalle mille sfaccettature dei cristalli, Mario<br />
Cianferoni racconta la fragilità <strong>del</strong>l’essere umano,<br />
la coscienza, il desiderio di libertà, di evasione<br />
dalla frenesia <strong>del</strong> quotidiano. Le sue opere sono rigorosamente<br />
digitali, il disegno è spontaneo, non<br />
copiato ma, sfruttando il potere <strong>del</strong>la tecnologia,<br />
elaborato e modificato. Mario Cianferoni applica<br />
all’arte le proprie conoscenze nel campo <strong>del</strong>l’oreficeria:<br />
i suoi disegni sono gemme preziose, gioielli<br />
dalle linee pulite, essenziali nelle forme. Alla semplicità<br />
ed al rigore, la contemporaneità <strong>del</strong>lo schema,<br />
l’artista contrappone a volte la complessità <strong>del</strong><br />
tema trattato, giocando con le forme, sfruttando la<br />
versatilità <strong>del</strong> materiale, riesce a creare composizioni<br />
di dimensioni diverse, dall’estremamente<br />
grande all’infinitamente piccolo. Nelle diverse immagini<br />
l’osservatore può vedere ciò che sente personalmente,<br />
vi si riconosce vi si identifica ma può<br />
anche rimanerne estraneo, cogliere quell’atmosfera<br />
surreale e fantastica che l’opera a volte nasconde<br />
tra le sue linee di colore.<br />
Il capo di gabinetto, 2014, pittura digitale, sotto plexiglas,<br />
cm. 30x30<br />
Il mondo è una palla gonfiata, 2014, pittura digitale,<br />
sotto plexiglas, cm. 30x30<br />
mario.cianferoni@gmail.com<br />
fb: GARULPH /indirizzo - Twitter: @GARULPH<br />
35
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Mario Cianferoni<br />
Il bel paese va a puttane, 2014, pittura digitale, sotto plexiglas,<br />
cm. 30x50<br />
La doppia faccia <strong>del</strong>le persone, 2013 pittura digitale, sotto plexiglas,<br />
cm. 50x50<br />
Le mille sfaccettature dei cristalli, 2012, pittura digitale, su tela, cm. 80x80<br />
36
Marina Corbinelli<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Marina Corbinelli vive e lavora a Strada in<br />
<strong>Chianti</strong>.<br />
I suoi dipinti si trvano in Polonia, presso la<br />
Chiesa di Santa Margherita a Cortona, la Chiesa di<br />
Quarate, la Biblioteca Comunale di Impruneta, a<br />
Massa Carrara ed in collezioni private. Hanno scritto<br />
di lei: Edo Tavellini, Sonia Salsi, Franco Busignani.<br />
Cerca la sua ragione d’essere attraverso la pittura.<br />
Potremmo, per il suo linguaggio, darle con facilità<br />
una definizione precisa, ma proprio perché questo<br />
suo linguaggio unisce la logica <strong>del</strong> pensiero con la<br />
traduzione sulla tela, rimane per noi difficile tradurre<br />
le strutture dei suoi dipinti. Questi hanno una vita<br />
sua particolare, rivelano la continuità che non disdice<br />
la volontà di superare e vincere certe difficoltà. In<br />
una parola si potrebbe dire che la sua è la forza <strong>del</strong><br />
cuore e <strong>del</strong>lo spirito sulla materia.<br />
Walter Campani<br />
Le maschere <strong>del</strong>la vita<br />
Metterò una maschera<br />
da pagliaccio per<br />
non soffrire<br />
per le tante cru<strong>del</strong>tà<br />
inflitte alla donna,<br />
per l’incomprensione<br />
non accetta,<br />
per la sua sensibilità,<br />
per la bellezza<br />
tante volte sfruttata<br />
per i propri piaceri,<br />
per la tanta violenza.<br />
Le maschere <strong>del</strong>la vita, 2013, acrilico e tecnica mista, cm. 70x50<br />
Metterò una maschera<br />
da guerriero per<br />
difenderti dal dolore<br />
e da questo gelo.<br />
Metterò una maschera<br />
per provare gioia<br />
per capire i tuoi desideri,<br />
per provare amore.<br />
Marina Corbinelli<br />
Cell. +39 333 3232135 - Tel. +39 055 8588792<br />
marinaperla@libero.it<br />
37
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Alfredo Correani<br />
Alfredo Correani, nato a Scandicci nel 1947,<br />
vive e lavora a Greve in <strong>Chianti</strong> e dipinge dagli<br />
anni Sessanta quando studia all’Istituto<br />
d’Arte di Porta Romana a Firenze, allievo e amico<br />
<strong>del</strong> prof. Renzo Grazzini dal quale acquisisce, oltre<br />
la magia dei colori (viola, verde e ocra), anche la tecnica<br />
<strong>del</strong>l’affresco.<br />
Frequenta la Scuola Libera <strong>del</strong> Nudo all’Accademia<br />
<strong>del</strong>le Belle Arti di Firenze dove approfondisce, con il<br />
disegno, il rapporto con la figura.<br />
Altro momento di crescita per Correani sono i due<br />
anni passati alla scuola di pittura <strong>del</strong>lo Sprone di Firenze<br />
dove incontra il prof. Franco Messina che lo<br />
stimola non poco nel percorso pittorico futuro.<br />
Molti i riconoscimenti e premi ricevuti. Nel 1981 riceve<br />
il 1° Premio regionale estemporanea Comune<br />
di Impruneta, nel 1982 e 1983, rispettivamente, il<br />
2° e 3° Premio regionale Breda Pistoia, nel 1985 il<br />
1° Premio provinciale il Pignone a Firenze.<br />
Nel 2010 riceve il 1° Premio <strong>del</strong>le Contrade Bagno a<br />
Ripoli e nel 2012 il 1° Premio estemporanea Riflessi<br />
sul fiume Florence Dragon Lady.<br />
… ecco perché le sue opere sono così piene di significato<br />
umano e artistico, insieme dense di soggettivo<br />
intimismo che si traducono in una sorta di<br />
diario aperto le cui pagine, appunto, ci raccontano<br />
<strong>del</strong>la sua vita interiore, come la rappresentazione<br />
<strong>del</strong>le amate viti nelle quali i fusti contorti, tormentati,<br />
piegati, incurvati alla fine sfociano in foglie rigogliose<br />
e in frutti saporiti. Come quando, in ogni giorno<br />
<strong>del</strong>la nostra vita, ci imbattiamo in quei drammi<br />
che, puntualmente, siamo in grado di contrastare<br />
con la forza che ci traghetta fino a sbarcare in quella<br />
serenità regalataci dal coraggio, come succede per<br />
quei fusti contorti che troviamo nei suoi dipinti …<br />
Roberto Lasciarrea<br />
Vite d’inverno, 2006, olio su tavola, cm. 50x100<br />
Via San Cresci, 34 - Loc. Mezzuola - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
Cell. +39 348 9110584 - info@poderesomigli.it<br />
38
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Alfredo Correani<br />
Fiori di carciofo, 2008, olio su tavola, cm. 70×100<br />
Neve a Montefioralle, 2010, olio su tavola, cm. 70x100<br />
… i soggetti ritratti assumono quasi il sapore di una<br />
metafora, quella <strong>del</strong>la sofferenza, polverosa ed<br />
eroica, anonima eppure protagonista e la vite nel<br />
suo corpo contorto assume una conformazione<br />
anatomica. Se i borghi sono ritratti ordinati dal tempo,<br />
la vite appare sofferta nel lavoro <strong>del</strong>l’uomo e<br />
nella prevedibile imprevedibilità <strong>del</strong>la sua natura.<br />
Qui, nella pittura di Alfredo Correani, si innesta la<br />
ben calibrata serie <strong>del</strong>le quattro stagioni, che scandiscono<br />
con il loro ritmo sempre uguale i momenti<br />
<strong>del</strong>la fatica e <strong>del</strong>l’amore …<br />
Federico Napoli<br />
… È pittura intrinsecamente attraente in quanto<br />
spontanea, questa di Alfredo Correani, tutta svolta<br />
nell’idealizzazione <strong>del</strong>la realtà, affidata all’eternità<br />
<strong>del</strong>l’umano quale riflesso di una ideale bellezza e<br />
sempre in una logica di dialogo con la natura e i suoi<br />
cicli ed i sui eventi temporali. L’artista, infatti, sa<br />
ben riprodurre non solo la realtà, ma anche il prototipo<br />
di essa dal punto di vista ideale, cui la realtà<br />
stessa sembra ispirarsi, nella riaffermazione <strong>del</strong>la<br />
sua fenomenologia e, come dice Oscar Wilde:<br />
“L’arte vince la natura stessa”, così Correani, con la<br />
sua fantasia ed intrinseca poesia, abbraccia un<br />
campo molto più ampio di quello offerto dalla sua<br />
stessa vita, facendo così <strong>del</strong> linguaggio <strong>del</strong>l’arte<br />
un’espressione personale <strong>del</strong>la visione <strong>del</strong> mondo,<br />
più lirica e bucolica, con messaggio estetico e sociale<br />
di comunicazione ecologica …<br />
Lia Bronzi<br />
39
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giuliano Corti<br />
Giuliano Corti nasce nel 1949, fotografo dal<br />
1967. Professionista free-lance, si dedica<br />
prevalentemente alla documentazione<br />
giornalistica e artistica <strong>del</strong> territorio e dei beni culturali.<br />
Collabora con quotidiani nazionali e con riviste<br />
illustrate, in particolare di viaggi, turismo, architettura.<br />
Partecipa ad alcune mostre, è in Francia nella<br />
cittadina di Angers, al Centro Culturale San Fe<strong>del</strong>e<br />
di Milano, a Montespertoli.<br />
Ricercare l’essenza e la complessità <strong>del</strong>la natura,<br />
viaggiare per conoscere altre culture, inseguire il<br />
proprio nirvana, rappresentare il genius loci con l’obiettivo,<br />
raccontare una storia, fissarla nel tempo;<br />
ecco cosa spinge Giuliano ad avere una valigia e uno<br />
zaino fotografico, sempre pronto a partire. Ama la<br />
fotografia, i viaggi, gli amici e gli piace far sì che queste<br />
tre cose possano rivivere nelle sue immagini.<br />
Ho vissuto la rivoluzione che il digitale ha portato<br />
nella società e nella mia professione. Le ho seguite<br />
con passione, consapevole di vivere una rivoluzione<br />
pari a quella <strong>del</strong>la macchina a vapore e <strong>del</strong>l’era<br />
industriale: la rivoluzione digitale. Ho lavorato con la<br />
fotografia ma per me è soprattutto passione sin da<br />
quando la prima volta ho avuto tra le mani la macchina<br />
fotografica: un modo per ricordare la vita con<br />
un “click”. Mi sono accorto che guardando attraverso<br />
il mirino fotografico potevo vedere cose che<br />
solo io potevo dire, fissandole su una carta bianca<br />
fino ad allora muta e senza vita. La realtà è lì ma non<br />
esiste per tutti. Esiste solo per chi la sa vedere e<br />
per chi, vedendola, la sa descrivere, con una poesia,<br />
con un quadro, con una scultura ed anche io<br />
spero sempre, con uno… scatto fotografico. Ed allora,<br />
se questo è vero, con la fotografia si può vivere,<br />
sempre, dentro il respiro profumato di una vita<br />
che scorre attraverso le immagini che ho creato,<br />
immaginandole appena un attimo prima di fissarle<br />
con un click, non soltanto per me ma anche per<br />
coloro che quelle stesse immagini guardano, partecipando<br />
alle mie sensazioni.<br />
Giuliano Corti<br />
Aratura a Montespertoli, 2014, fotografia digitale, cm. 36x24<br />
Cell. +39 335 8374607<br />
giuliano@giulianocorti.it - www.giulianocorti.it<br />
40
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giuliano Corti<br />
Cava dei Fantiscritti a Carrara, 2013,<br />
fotografia digitale, cm. 24x36<br />
Anghiari dai tetti, 2013, fotografia digitale, cm. 36x24<br />
Castelluccio di Norcia, 2013, fotografia digitale, cm. 36x24<br />
41
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Angela De Nozza<br />
SAngela vive nella splendida campagna fiorentina<br />
<strong>del</strong>la Certosa, in un luogo solitario,<br />
silenzioso e perfettamente ordinato. Lavora<br />
nella “casina” tra gli alberi, sorvegliata dal<br />
mastino napoletano Elia. È proprio l’albero, elemento<br />
caratteristico e inesorabile <strong>del</strong> paesaggio,<br />
a svolgere un ruolo speciale nei suoi dipinti<br />
divenendo prezioso punto di riferimento per<br />
rinsaldare il legame tra il suo animo e l’animo<br />
<strong>del</strong>la natura.<br />
I paesaggi e la figura umana immersa in una atmosfera<br />
naturale divengono protagonisti misteriosi<br />
<strong>del</strong> suo simbolico contenitore di spazi<br />
muti e incontaminati e gli alberi si offrono come<br />
un riposo dei sensi attraverso la presentazione<br />
di una vista gradevole. Talvolta si sostituiscono<br />
all’uomo e assumono l’aspetto di rifugio; anche<br />
se privi di fronde continuano ad essere un sostegno<br />
in quanto elementi <strong>del</strong> ciclo naturale di<br />
vita. Altre volte è la stessa natura che si impossessa<br />
<strong>del</strong>le sembianze umane prendendone<br />
l’aspetto: non più una rappresentazione <strong>del</strong>l’oggetto<br />
reale dunque in “Fra qualche giorno partirò<br />
da qui” dove le pieghe <strong>del</strong>le rocce e il trattamento<br />
<strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lato, combinato con un senso<br />
di mistero, pur in una visione improntata al realismo,<br />
descrivono un sensuale corpo di donna<br />
che gli anni hanno maturato. La sua sensualità<br />
è compressa tra le mura e vuole liberarsi dalla<br />
stretta<br />
Waiting for a sign, 2014, olio su tela, cm. 135x100<br />
Via di Colle Ramole, 4/b - 50023 Impruneta (FI)<br />
Tel. +39 055 2326030 - Cell. +39 338 4312270 - angeladenozza@gmail.com<br />
42
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Angela De Nozza<br />
Strano incontro, 2014, olio su tela, cm. 120x100<br />
Sarebbe pronta per un viaggio di ritorno nella memoria,<br />
per raggiungere luoghi lontani <strong>del</strong>la realtà,<br />
indefiniti e come sospesi in un’attesa silenziosa,<br />
Angela non parte, crea piuttosto un mondo che non<br />
esiste, ma che è presente nella sua mente quando<br />
medita su memorie di gusto surreale e metafisico.<br />
Non teme il trascorrere <strong>del</strong> tempo. Anche il presente<br />
è astrazione dallo spazio fisico e incanto di luoghi<br />
incommensurabilmente ampi che desiderano e<br />
promettono il mare.<br />
A conoscenza <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’arte, <strong>del</strong>la letteratura,<br />
<strong>del</strong>le scelte iconografiche degli altri artisti (ama in<br />
particolar modo la personalità di Georgia O’Keeffe<br />
e i suoi oli degli anni Trenta e Quaranta) mantiene la<br />
sua individualità con assoluta determinazione, provando<br />
continuamente a piegare la natura ai suoi<br />
voleri, a dominarla, a modificare la realtà non facendosi<br />
influenzare neppure dai luoghi in cui ha vissuto.<br />
Impone la sua visione spirituale e si avventura<br />
con passione in atmosfere solitarie e intime e quel<br />
paesaggio presentato con quell’ordine immutabile,<br />
in qualche modo davvero le assomiglia.<br />
Si esprime con un forte senso di autocontrollo e<br />
con fiducia in se stessa, proponendosi come l’antitesi<br />
di creatura vulnerabile. È capace di scegliere la<br />
memoria e il presente per creare nuove e penetranti<br />
immagini. Per cogliere l’essenza <strong>del</strong>la realtà ha<br />
creato un nuovo universo e un’altra luce affiora sulla<br />
scena, il tempo si fa più lento e la solitudine<br />
meno grande.<br />
Ornella Casazza<br />
43
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giacomo Del Giudice<br />
Ho iniziato a lavorare a 14 anni e mezzo presso<br />
la fonderia <strong>del</strong> nonno paterno, che da<br />
buon artigiano vecchio stampo ha cercato<br />
di tramandare un’arte nobile come quella <strong>del</strong> bronzo.<br />
Credo che non sarò mai al suo livello comunque<br />
questo lavoro lo faccio con passione.<br />
Nel 2002 ho tenuto un corso di fonderia presso l’Università<br />
di Munster in Germania. Alcune mie sculture<br />
si trovano in collezioni private.<br />
Non mi illudo di essere uno scultore, ma faccio<br />
quello che mi piace. Cerco la semplicità e la poesia,<br />
perché penso che purtroppo vadano piano piano<br />
sparendo.<br />
Grazie alla mia esperienza di fonditore ho avuto<br />
molte soddisfazioni realizzando opere per artisti che<br />
sono esposte in importantissime location tra cui gli<br />
Uffizi o il Corridoio Vasariano a Firenze, Villa Adriana<br />
a Roma, le Cappelle Medicee a Firenze, il Duomo di<br />
Firenze, l’Arsenale di Venezia, ecc…<br />
Da qualche anno, dopo tanto tempo che frequento<br />
tanti artisti, ho maturato una forma mia di scultura.<br />
Sono convinto che ogni uomo debba contribuire<br />
con la propria testimonianza alla memoria collettiva.<br />
Le opere che realizzo sono espressione <strong>del</strong> mio<br />
pensiero.<br />
Attraverso una lunga esperienza personale sui materiali<br />
e le tecniche, acquisite nel laboratorio di famiglia,<br />
giungo là dove fantasia e poesia si uniscono<br />
alle mie personalissime sensazioni, ispirate da<br />
un’attenta osservazione <strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong> mondo.<br />
Giacomo Del Giudice<br />
Le ali <strong>del</strong>la fantasia, 2013, fusione e tecnica mista, h cm. 230<br />
MOSTRE<br />
Dieci, 2010, fusione e tecnica mista, h cm. 45<br />
2000 - Galleria Senso - Panzano in <strong>Chianti</strong><br />
2002 - Corso di Fonderia - Università di Munster<br />
2003 - Palazzo <strong>del</strong> Comune di Casole d’Elsa (SI)<br />
2004 - Amici nell’arte - Grassina (FI)<br />
2005 - Pub BART- Casole d’Elsa (SI)<br />
Tel. +39 055 8588893 - Cell. +39 333 7462057<br />
info@fonderia<strong>del</strong>giudice.it - eliartech@libero.it<br />
44
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giacomo Del Giudice<br />
2005 - Stabilimento balneare Il Delfino - San Vincenzo<br />
(LI)<br />
2006 - Palazzo <strong>del</strong> Podestà - Galluzzo (FI)<br />
2006 - Festa <strong>del</strong>l’Arte - Panzano in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
2006 - “PENSIERI COLATI” - Museo di San Francesco<br />
- Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
2007 - “INAUGURAZIONE MEDAGLIONE BRON-<br />
ZEO” - Panzano in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
2008 - “IL BRONZO CHE VIVE” - Palazzo <strong>del</strong> Fiorino<br />
- Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
2009 - Partecipazione al concorso <strong>del</strong> Movimento<br />
Arcaista - Tarquinia (7° su 1800 partecipanti)<br />
2009 - “FUSIONE DI PENSIERI” Ampliamento <strong>del</strong><br />
Museo di S. Francesco - Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
2010 - “SCULTURE di Sarah e Giacomo Del Giudice”<br />
Centro l’Incontro in Campansi (SI)<br />
2011 - “Galleria <strong>del</strong> Buon Gusto” - Panzano in<br />
<strong>Chianti</strong> (SI)<br />
2012 - Biblioteca Comunale San Casciano<br />
2012 - MOSTRALAROCCA - Roccatederighi (GR)<br />
2012 - Galleria d’arte moderna Bianciardi, in occasione<br />
<strong>del</strong>la manifestazione “L’Eroica” Gaiole in <strong>Chianti</strong><br />
2013 - Enoteca “Galleria <strong>del</strong> Buon Gusto” Panzano<br />
in <strong>Chianti</strong><br />
2013 - MOSTRALAROCCA - Roccatederighi (GR)<br />
2013 - Galleria d’arte moderna Bianciardi - Gaiole in<br />
<strong>Chianti</strong><br />
2013 - “PROGETTARTE” - Gaiole in <strong>Chianti</strong><br />
2013 - Piazza Mino da Fiesole in occasione dei<br />
Mondiali di Ciclismo (FI)<br />
2014 - MOSTRALAROCCA - Roccatederighi (GR)<br />
2014 - Galleria d’arte moderna Bianciardi - Gaiole in<br />
<strong>Chianti</strong><br />
2014 - “PROGETTARTE” - Gaiole in <strong>Chianti</strong><br />
2014 - Esposizione Locanda OCEANOMARE - San<br />
Vincenzo (LI)<br />
Il battello di Achab, 2012, fusione e tecnica mista, h cm. 45<br />
Il sogno di Achab, 2012, fusione e tecnica mista, h cm. 75<br />
Studio di San Polo<br />
45
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Sarah Del Giudice<br />
lavoro <strong>del</strong>la fonderia e sulla tecnica <strong>del</strong>la cera persa.<br />
Ha esposto in diverse mostre personali e collettive:<br />
le sue opere si trovano presso importanti gallerie e<br />
collezioni private italiane ed estere. Come artista è<br />
presente in varie pubblicazioni.<br />
“…Sarah dimostra, da subito, di non smarrirsi nel<br />
dedalo di tante vie percorribili, perseguendo un progetto<br />
di figurazione ideale, pur con l’uso di materiali<br />
diversi: legno, gesso, cemento. Di frequente si sofferma<br />
sulla rappresentazione non tanto <strong>del</strong>l’esteriore<br />
quanto dei caratteri più intimi <strong>del</strong>la figura…”<br />
Giuseppe Ciani, 2004<br />
Contemplatore di stelle, 2004, bronzo, h cm. 44<br />
Sarah Del Giudice è nata a Firenze l’11 settembre<br />
1978. Vive e lavora a Firenze tra le colline<br />
chiantigiane. Diplomata al Liceo <strong>Artisti</strong>co Leon<br />
Battista Alberti di Firenze nel 1996, continua gli studi<br />
artistici frequentando la scuola di Scultura all’Accademia<br />
<strong>del</strong>le Belle Arti di Firenze diplomandosi nel<br />
2002 con il voto di 110 e lode, presentando una tesi<br />
sulla fusione a cera persa, mestiere che nella sua<br />
famiglia si tramanda da tre generazioni e che l’appassiona<br />
e l’avvicina all’arte da sempre. Una volta<br />
conclusi gli studi artistici si dedica al lavoro nella fonderia<br />
artistica <strong>del</strong> padre a Strada in <strong>Chianti</strong>. Presso i<br />
locali <strong>del</strong>la fonderia si dedica alla creazione <strong>del</strong>le sue<br />
opere che esegue nella maggior parte dei casi in<br />
bronzo, materia che sente propria più <strong>del</strong>le altre, ma<br />
esegue le sue sculture anche in legno, gesso, resine,<br />
cemento e terracotta. Dal febbraio 2010 gestisce<br />
con il fratello Giacomo la fonderia di famiglia<br />
dove conosce molti artisti per i quali realizza, con il<br />
fratello e con l’immancabile consiglio <strong>del</strong> padre, opere<br />
di grandi e piccole dimensioni in fusione.<br />
Collabora nell’organizzazione di mostre riguardanti il<br />
La valigia e il viaggiatore, 2009, bronzo, h cm. 70<br />
Via dei Bagni, 11 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI) - Cell. +39 339 1157838 - info@fonderia<strong>del</strong>giudice.it<br />
sarah<strong>del</strong>giu@libero.it - www.sarah<strong>del</strong>giudice.it - www.fonderia<strong>del</strong>giudice.com<br />
46
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Sarah Del Giudice<br />
poi le dolcissime maternità e le creazioni legate al<br />
viaggio, dove cappelli scarpe e valigie in chiave simbolica<br />
e un po’ ironica rimandano al percorso più<br />
ampio <strong>del</strong>la vita, intesa come inevitabile evoluzione<br />
e come necessità che il cuore e la mente serbino<br />
sempre la speranza di un viaggio nuovo in un qualche<br />
futuro.<br />
Tutte le sculture di Sarah sono un atto di amore per<br />
questo che è il suo mondo condiviso. Un mondo che<br />
sembra un microcosmo galleggiante giunto da lontano,<br />
sopravvissuto al cambiamento dei tempi, sincero<br />
e solido, dove la tradizione <strong>del</strong> passato non viene<br />
rinnegata ma rivisitata con la spregiudicata e consapevole<br />
leggerezza di chi è in possesso di una chiave<br />
di lettura <strong>del</strong>la realtà intrisa di autentica poesia.”<br />
Claudio Nicoli, 2013<br />
Primo Bacio, 2009, bronzo, h cm. 38<br />
“La sua vera scuola, come <strong>del</strong> resto lo è stata anche<br />
per me, è la fonderia; un luogo dove si apprende per<br />
esperienza, attraverso la pratica, la conoscenza <strong>del</strong><br />
mestiere […] Le sculture di Sarah parlano dei suoi<br />
desideri, <strong>del</strong>le sue aspettative, <strong>del</strong>l’idea che ha <strong>del</strong><br />
mondo, e di come lo vorrebbe. Un mondo in bilico<br />
tra il gioco e le assurdità <strong>del</strong>la vita. Tra dubbi e certezze<br />
è andata avanti, come si conviene a chi sa che<br />
ad ogni passo ne segue sempre un altro, non necessariamente<br />
nella direzione voluta, ma si procede”.<br />
Adriano Bimbi, 2013<br />
“Tutti i soggetti cari a Sarah sono legati alla sua sfera<br />
privata, appartengono alla sua dimensione affettiva<br />
profonda e sono fotografati in un contesto amico,<br />
rassicurante e protettivo. Nell’esecuzione<br />
l’alternanza di forza e fragilità sottolinea e rivela la<br />
sottile essenza che impregna la sensibilità di un’artista<br />
in evoluzione. Come nella vita così nell’arte. I<br />
suoi temi portanti e prediletti sono la donna e l’uomo,<br />
considerati come elementi indivisi <strong>del</strong>la coppia<br />
come fusione di due esseri che vivono all’unisono i<br />
momenti coinvolgenti <strong>del</strong>la loro vita e i ripercorrono<br />
filtrandoli attraverso il ricordo. Di Sarah ci seducono<br />
Il seminatore, 2012, bronzo, h cm. 240<br />
47
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Marco Ermini<br />
L’arte di Marco Ermini è legata alla storia<br />
<strong>del</strong>l’arte italiana e fiorentina, dal Rinascimento<br />
ai nostri giorni. Nella sua ricerca pittorica<br />
Ermini intende riflettere l’immagine in un percorso<br />
che vuol essere sia mentale che emozionale, di segno<br />
e colore, materia e gesto, recuperando il segno<br />
nelle sua massima esemplificazione.<br />
La seduzione <strong>del</strong>la terra <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>, con la morbidezza<br />
<strong>del</strong> suo paesaggio collinare, emerge nella ricerca<br />
<strong>del</strong>la rotondità e <strong>del</strong>la essenzialità <strong>del</strong> tratto,<br />
nell’equilibrio tra forma e luce, nella suggestione<br />
dinamica che le opere di Ermini evocano.<br />
L’ossessione per la materia ed il godimento che deriva<br />
da essa emerge nel suo utilizzo, accompagna<br />
l’immagine creata una tensione dirompente, acquistando<br />
una dimensione pittorica nel chiaroscuro<br />
creatosi nei tagli inondati di luce.<br />
Uno degli intenti <strong>del</strong> pittore è quello di dare una lettura<br />
universale <strong>del</strong>l’immagine attraverso la rappresentazione<br />
di moduli ancestrali primari di intuizione<br />
e di pensiero che emergono nelle suggestioni create<br />
dai tagli di luce. Ed è la poetica degli archetipi,<br />
chiavi immaginifiche per entrare nel mondo dei simboli,<br />
che, rappresentando esperienze comuni a tutti<br />
gli uomini, rendono l’opera di Ermini allo stesso<br />
tempo semplice, per l’accessibilità <strong>del</strong>la visione, e<br />
complessa, per la profondità <strong>del</strong>le sensazioni che è<br />
in grado di provocare.<br />
Madre, lastra di ferro ossidata tagliata a plasma, retroilluminata, cm. 100x200<br />
Via IV Novembre, 11 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
Cell. +39 339 7578539 - www.marcoermini.it - info@marcoermini.it<br />
48
Fabrizio Ferrari<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Ho immaginato un essere che ci sta guardando<br />
da un altro pianeta; è leggermente<br />
diverso da noi, dico leggermente perché<br />
vive nel nostro stesso universo. Sta guardando noi.<br />
Da un altro punto di vista perché un giorno, mentre<br />
ero ad un meeting, mi resi conto che non stavo<br />
ascoltando la persona che parlava, non stavo cercando<br />
di comprenderlo, ma stavo solo pensando<br />
alla risposta. Era la negazione <strong>del</strong>l’ascolto. Molto<br />
spesso entrare nel cuore <strong>del</strong>le persone vuol dire<br />
averne compassione, non pietà ma compassione<br />
nel senso di comprensione profonda. Questo è<br />
molto difficile; mi sono esercitato tanto nell’ascolto.<br />
Fabrizio Ferrari<br />
Da un altro punto di vista, 2014, olio su tavola, cm. 50x65<br />
Cell. +39 328 3183425 - f.f.painter@hotmail.it<br />
fb: fabrizio.ferrari.7927<br />
49
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Maria Florea<br />
Maria Florea, artista toscana di origine rumena,<br />
si muove con perizia ed eclettismo<br />
tra arti e materiali. Sullo sfondo <strong>del</strong>le colline<br />
<strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>, le sue capacità espressive si estendono<br />
dall’incorporeo al fisico; dalla poesia alla scultura;<br />
dalla pittura al tessile. Ama sperimentare,<br />
senza paura di spingersi lungo un territorio artigianale;<br />
per poi sublimare in arte il suo rapporto carnale,<br />
materno, elegante, minimale, potente verso il<br />
mondo.<br />
La sua formazione ha origine in Romania, ma si<br />
completa in Italia.<br />
Il suo istinto è la sua guida; la natura una <strong>del</strong>le sue<br />
muse ispiratrici.<br />
Love and destiny, 2012, ceramica, h cm. 24<br />
Aspettative, 2013, acrilico su cartone, cm. 100x70<br />
Cell. +39 348 2844249 - mariaflorea70@yahoo.it<br />
https://www.facebook.com/maria.florea.351<br />
50
Alberto Forconi<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Carta zucchero, 2013, acrilico su faesite, cm. 95,5x67<br />
Alberto Forconi è nativo di Greve in <strong>Chianti</strong><br />
dove vive e lavora. La sua bottega d’arte, in<br />
un angolo <strong>del</strong>la storica piazza, è anche suo<br />
studio pittorico.<br />
Nel 1977 inizia a lavorare come disegnatore tessile,<br />
si iscrive poi al Liceo <strong>Artisti</strong>co di Firenze.<br />
Negli anni giovanili la sua vasta produzione ha come<br />
generi privilegiati i paesaggi ed in particolar modo la<br />
campagna toscana, le nature morte ed i ritratti fra i<br />
quali si segnalano Mio babbo, Tiziano di Panzano e<br />
Mario di Casole. Dipinge a volte in compagnia <strong>del</strong><br />
maestro pittore Claudio Sacchi.<br />
La sua prima personale si tiene nel 1990 presso la<br />
chiesa <strong>del</strong> Corpus Domini a Firenze con introduzione<br />
alla mostra di Nino Tirinnanzi. Nel 1992 partecipa<br />
alla collettiva “Omaggio a Masaccio” - Arte Sacra,<br />
presso la sala espositiva attigua alla chiesa <strong>del</strong> Carmine<br />
di Firenze e nel 1995 alla rassegna di pittura e<br />
scultura “Miglior figura” presso il Forte Magnaguti.<br />
Alberto ha inoltre partecipato a numerose mostre,<br />
collettive e personali, in Italia e all’estero, ottenendo<br />
diversi riconoscimenti. È infatti vincitore nel<br />
1996 <strong>del</strong> Premio Nazionale di pittura contemporanea<br />
“Pietro Generali”, l’anno successivo espone, in<br />
veste di finalista, alla “Maratona di Pittura” presso<br />
la galleria L’occhio in Arte a Roma.<br />
L’importante incarico di realizzare il tabernacolo in<br />
via Giorgio La Pira nel suo paese natio gli viene affidato<br />
nel 1996 dal Comune di Greve in <strong>Chianti</strong> e<br />
dall’Arcivescovado di Fiesole. È allora che dipinge la<br />
Madonna <strong>del</strong>la Speranza ritraendovi l’ex moglie e le<br />
figlie. Nello stesso anno espone, insieme agli artisti<br />
Roberto Tortoli e Sileno Roggi, presso la sala espositiva<br />
di via <strong>del</strong>l’Anguillara a Firenze.<br />
È poi finalista <strong>del</strong> I° concorso “Ottone Rosai” nel<br />
1998 e l’anno successivo ottiene un riconoscimento<br />
personale nella XVI edizione <strong>del</strong> Premio Firenze.<br />
Viene segnalato nel 1998 in occasione <strong>del</strong> Premio<br />
Italia per le Arti Visive XIII edizione e nello stesso<br />
anno espone nel Chiostro Grande <strong>del</strong> Convento di<br />
Santa Maria Novella durante la prima edizione <strong>del</strong>la<br />
Festa <strong>del</strong>l’Iris.<br />
In occasione <strong>del</strong> Giubileo partecipa alla manifestazione<br />
artistica dal titolo “In Anno Domini 2000” con<br />
un dittico di soggetto religioso. Nel 2001, nell’ambito<br />
<strong>del</strong>la Rievocazione Storica <strong>del</strong>la Passione di Cristo,<br />
viene inaugurata la sua mostra personale presso<br />
il circolo Arci di Grassina. Negli anni successivi<br />
tiene una personale presso il chiostro <strong>del</strong>la Chiesa<br />
di San Leolino a Panzano ed espone presso la Galerie<br />
& Vinothek arteMedia Birsfelden a Basilea.<br />
Negli ultimi anni le sue opere nascono invece sul<br />
banco di lavoro; così casualmente vengono tracciate<br />
la prime linee, macchie, schizzi e talvolta tagli sui<br />
quali Alberto costruisce composizioni astratte<br />
come Libertà celeste e Carta Zucchero.<br />
Piazza Matteotti, 47 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
Tel. +39 055 853905 - Cell. +39 348 8100452 - albertoforconi17@gmail.com<br />
51
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giovanna Fortini<br />
Nata a Firenze si trasferisce a San Polo in<br />
<strong>Chianti</strong> dopo il matrimonio. Dove abita ha<br />
un piccolo laboratorio d’arte.<br />
Il disegno e la grafica fanno parte da sempre <strong>del</strong>la<br />
vita di questa pittrice. Ha cominciato a dipingere negli<br />
anni Settanta, frequentando sia l’Accademia <strong>del</strong>la<br />
Belle Arti di Firenze sia botteghe di artisti ad Impruneta.<br />
Negli anni Ottanta entra a far parte <strong>del</strong><br />
Gruppo di Pittori e Scultori Imprunetini. Attualmente<br />
è membro <strong>del</strong>l’Associazione ART-ART di Impruneta.<br />
Il suo spirito creativo la spinge a realizzare opere<br />
utilizzando tecniche diverse quali incisione, acquerello,<br />
tempera, collage, olio, apprese con la frequentazione<br />
dei vari laboratori d’arte. La disciplina che le<br />
è più congeniale è la pittura ad olio con tecnica mista:<br />
pennello e spatola. Negli ultimi tempi è interessata<br />
dalla pittura astratta, ed esegue lavori a tecnica<br />
mista con l’impiego di materiali poveri come carta,<br />
pietre, sabbie e colle. La possibilità di impastare e<br />
mo<strong>del</strong>lare materie le consentono di trasformare<br />
una opera a due dimensioni, come la pittura, in qualcosa<br />
di tridimensionale, avvicinandosi alla scultura.<br />
Ha partecipato a numerose mostre sia personali<br />
che collettive; quest’ultime con l’Associazione ART-<br />
ART e con i pittori <strong>del</strong> Gruppo Donatello.<br />
Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia,<br />
Spagna, Belgio ed Inghilterra.<br />
Il fulcro <strong>del</strong>la vita, 2008, olio su tela e materiali vari, cm. 50x70<br />
Luminosità, 2006, olio su tela e materiali vari, cm. 50x70<br />
Cell. +39 346 3658163<br />
giovabett@gmail.com<br />
52
Luigi Ghezzi<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Scopre la pittura ad olio a cinquant’anni, dopo<br />
una formazione tecnica (Pr Chimico), si specializza<br />
come tecnico di laboratorio biomedico,<br />
professione che svolge attualmente presso l’A-<br />
OU di Siena. Inizia da autodidatta (pittura su vetro,<br />
tra cui oggettistica di laboratorio chimico). Nel 2001<br />
incontra il maestro Renzo Regoli, <strong>del</strong> quale diventa<br />
allievo.<br />
Ghezzi è un pittore ironico che trasforma il paesaggio<br />
toscano in qualcosa di sognante.<br />
I suoi quadri rappresentano vedute <strong>del</strong>la campagna<br />
toscana in modo raffinato, con una pennellata decisa<br />
e molto minuziosa; a tutto questo si aggiunge<br />
l’utilizzo di colori accesi, poco sfumati e un po’ irreali.<br />
Un’elevata tecnica, unita ad una spiccata fantasia,<br />
lo avvicinano al surrealismo e alla metafisica.<br />
Grande ammiratore di Renè Magritte, è affascinato<br />
dagli accostamenti irreali e dai suoi contenuti enigmatici.<br />
Molto legato ai suoi luoghi di origine (Monteriggioni<br />
e Siena) non può non raffigurare le contrade <strong>del</strong> Palio,<br />
ovviamente interpretandole con una sua rivisitazione<br />
in chiave ironica.<br />
Oltre al mondo circostante, trae ispirazione anche<br />
dal proprio vissuto, creando opere autobiografiche;<br />
così Luigi Ghezzi, ci trasporta verso luoghi sognanti<br />
spesso popolati da enigmatiche figure.<br />
Alice Ciappi<br />
Il peso <strong>del</strong>la cultura, 2014, olio su tela, cm. 30x60<br />
Competizione, 2012, olio su tela, cm. 60x80<br />
Via IV Novembre, 2 - 53035 Castellina Scalo (SI)<br />
Cell. +39 333 6880643 - giovanni.ghezzi@alice.it<br />
53
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Marcello Guasti<br />
Marcello Guasti nasce a Firenze nel 1924.<br />
Cresce fra il profumo <strong>del</strong> pane <strong>del</strong> forno,<br />
che stimola in lui l’amore per la manipolazione,<br />
ed il legno <strong>del</strong>lo zio falegname, che presto<br />
inizierà a lavorare, intagliandolo per le sue xilografie<br />
e scolpendolo poi. Si diploma in Arti Grafiche presso<br />
l’Istituto Statale d’Arte di Firenze; in questi anni<br />
si dedica alla xilografia, all’illustrazione e al disegno<br />
che non abbandonerà mai. I primi riconoscimenti<br />
ricevuti sono proprio nell’ambito <strong>del</strong>la grafica. Nel<br />
1948 viene ammesso con due xilografie alla XXIV<br />
Biennale di Venezia.<br />
Stabilitosi nello studio al Vecchio Conventino, l’artista<br />
negli anni Cinquanta è rapito dal fascino dei renaioli<br />
che, insieme ai forgiatori, divengono protagonisti<br />
per tutto il decennio di centinaia di suoi disegni<br />
e di xilografie, sulla base dei primi schizzi fatti sempre<br />
dal vero lungo l’Arno, dando vita ad immagini,<br />
come Marcello racconta, «<strong>del</strong> lavoro come fatto rituale<br />
più che come condanna». È sempre negli anni<br />
Cinquanta che nasce la scultura il Renaiolo che si<br />
asciuga ed è da una rielaborazione di questa che<br />
all’inizio degli anni Sessanta, nasce la prima scultura<br />
aniconica, Scultura n. 1.<br />
La sua prima importante opera pubblica, il Monumento<br />
in memoria dei tre Carabinieri Medaglia d’Oro,<br />
viene eretta nel 1964 sul Colle di San Francesco<br />
a Fiesole mentre l’artista è docente <strong>del</strong>lo stesso<br />
Istituto d’Arte dove si era diplomato. A questo primo<br />
ne seguiranno numerosi, fra questi ricordiamo:<br />
il monumento in pietra boema a Horice (Praga) <strong>del</strong><br />
1967; il Monumento in memoria dei 38 partigiani<br />
caduti a Pian d’Albero, sistemato in piazza Elia <strong>del</strong>la<br />
Costa nel 1970; il monumento Terra Aria Acqua<br />
Fuoco inaugurato nel 1995; il Monumento alla Pace<br />
di Bagno a Ripoli il cui progetto risale al 2003 ed il<br />
monumento di Figline in memoria dei caduti <strong>del</strong>la<br />
Prima Guerra Mondiale, L’albero <strong>del</strong>l’Universo <strong>del</strong><br />
2011. Numerose sono le mostre personali e collettive<br />
alle quali Marcello partecipa in Italia e all’estero,<br />
le celebrazioni e occasioni che lo vedono presente<br />
con le sue opere e la sua esperienza. Riceve il Premio<br />
<strong>del</strong>le Arti Fiorentini nel Mondo 2011.<br />
Come recita il titolo <strong>del</strong>la monografia dedicata a<br />
Marcello Guasti, “Tra natura e geometria”, l’artista<br />
vive l’arte oscillando e facendo convivere e dialogare<br />
questi due elementi. La natura è quella costituita<br />
dai quattro elementi che spesso tornano protagonisti<br />
dei suoi monumenti e <strong>del</strong>le sue opere e la geometria<br />
sembra rappresentare “l’approdo” di una ricerca<br />
<strong>del</strong>l’essenziale e <strong>del</strong> significato.<br />
Ricche infatti di simbologie, richiami, allegorie sono<br />
le sue opere, soprattutto quelle destinate ai luoghi<br />
pubblici, alle piazze, i monumenti a celebrare il sacrificio<br />
<strong>del</strong>la morte, il lavoro <strong>del</strong>l’uomo, la pace, la<br />
natura che ci dà la vita ed altri valori e spunti di riflessione,<br />
moniti per l’uomo e per la società.<br />
Caterina Pacenti, 2014<br />
Il cipresso e la Cipressa, 2013, disegno inchiostro<br />
su carta, cm. 35x72<br />
Via di Terzano, 61 - 50012 Bagno a Ripoli (FI)<br />
Tel. +39 055 631919 - artemisia.viscoli@gmail.com<br />
54
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Nicole Guillon<br />
Nicole Giullon nasce in Francia, passa la sua<br />
infanzia in Africa, dove è profondamente<br />
segnata dai colori e dalle forme essenziali<br />
dei paesaggi che la circondano.<br />
Si laurea in letteratura comparata a Parigi. Vive in<br />
diversi paesi d’Europa finché non approda in Italia<br />
con la sua famiglia.<br />
Inizia la sua attività artistica in Toscana frequentando<br />
l’atelier artistico d’Impruneta e seguendo corsi<br />
presso la Scuola Internazionale d’Arte Grafica Il Bisonte<br />
di Firenze. Dal 1989 espone in numerose collettive<br />
e personali in Toscana, in Francia, in diversi<br />
paesi d’Europa ed in Giappone, con opere di pittura<br />
e di incisione, ottenendo vari riconoscimenti tra i<br />
quali il Fiorino d’argento.<br />
Da qualche anno, la sua passione per i viaggi a piedi,<br />
particolarmente in Asia e Africa, le ha permesso di<br />
scoprire nella fotografia una forma d’espressione<br />
che completa il suo linguaggio pittorico astratto.<br />
Dalle terre visitate riporta elementi minerali ma soprattutto<br />
emozioni da trasferire sulla tela o sul legno:<br />
“dipingo e fotografo per non parlare”; spesso<br />
lascia le sue opere senza titoli, con l’intenzione di<br />
offrire all’osservatore la libertà <strong>del</strong>le proprie sensazioni,<br />
convinta che l’artista altro non è che l’interprete<br />
di una coscienza universale.<br />
“...Sullo schermo quadrato si aprono squarci di colore<br />
, mescolato a sabbia, a bran<strong>del</strong>li di stoffa, alla poltiglia<br />
di conchiglie, e guscio d’uova e rena: si condensano<br />
<strong>del</strong>le forme che sembrano scolpite,<br />
asperità, rughe da accarezzare colla mano. Si aprono<br />
varchi improvvisi, ferite sensuali e inopportune....”<br />
G. Uzzani<br />
“...Possiamo certamente definire le opere di Nicole<br />
Guillon secondo la modalità <strong>del</strong>la pittura e <strong>del</strong>la fotografia,<br />
ma le sue tele cosi materiche. racchiudono<br />
un presagio di scultura, i suoi scatti declinano le immagini<br />
quasi in forma di incisione grafica”.<br />
S. Sassi<br />
Zakhor, gennaio 2014, Villa Vogel Firenze, installazione, fotografia e pittura, cm. 400x250<br />
Cell. +39 338 2811430 - poggiougolino@gmail.com<br />
www.nicoleguillon.com<br />
55
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Nicole Guillon<br />
Mirage, 2005, tecnica mista su tela, collezione privata,<br />
cm. 100x100<br />
Skyscrapers, 2013, tecnica mista su tela, cm. 70x70<br />
Porta, 2005, Tibet, fotografia digitale<br />
56
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Nicole Guillon<br />
Riflessi, 2007, Birmania, fotografia digitale<br />
O nuit, 2007, Birmania, fotografia digitale<br />
57
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Bryan Holt Moore<br />
Jules Maidoff Gallery Florence: Contrast between contemporary and classical, 2013<br />
bryanholtmoore.wordpress.com<br />
b.moore@tin.it<br />
58
Patrizio Landolfi<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Opera ottava, 2013, tecnica mista, cm. 200x110<br />
Dopo avere trascorso l’infanzia tra Calabria e<br />
Campania, si trasferisce a Genova, poi a<br />
Roma e Milano e quindi, nel 1980 a Firenze.<br />
Il linguaggio artistico di Patrizio Landolfi - commenta<br />
Sabino Formica - si realizza su temi coloristici<br />
di estrema purezza, nell’esercizio di una personale<br />
tecnica e in un largo respiro poetico che investe tutta<br />
l’opera. I dipinti, che si snodano davanti al nostro<br />
sguardo, sono come una serie di apparizioni luminose<br />
ed impreviste. Colpisce subito la sua franchezza.<br />
La simbologia e le emozioni interne <strong>del</strong> maestro<br />
Landolfi riescono a mo<strong>del</strong>larsi con l’essenzialità dei<br />
significati, in una sintesi figurativa che va oltre le<br />
barriere e si imprime in suo logico e coerente ritmo<br />
costruttivo.<br />
Landolfi introduce un nuovo elemento anzi un nuovo<br />
gesto: disfa manualmente le sue costruzioni, le<br />
figure e gli elementi che dipinge. Frantuma, per poi<br />
sovrapporre nuovi elementi fino a dividere le composizioni<br />
in piccole particelle di materia. Gli artisti<br />
sono sempre consapevoli che l’esperienza creativa<br />
è senza limiti, ma l’autore decide quando il quadro è<br />
finito. È infine da questa frammentazione che nascono<br />
le teorie visive <strong>del</strong>le opere <strong>del</strong> Landolfi, così<br />
come nella scienza, dal lavoro <strong>del</strong>la natura, dal caos<br />
primordiale il mondo prende forma e getta davanti<br />
ai nostri occhi possibilità di apparizioni infinite.<br />
Giampaolo Tomassetti<br />
Via Palazzuolo. 51 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)<br />
Cell. +39 388 9228021 - landolfipatrizio@gmail.com - http://www.facebook.com/Pandu<br />
59
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Patrizio Landolfi<br />
Opera sesta, 2013, tecnica mista, cm. 100x124<br />
60
Maria Pace Latella<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Maria Pace Latella è nata a Siena, dove ha<br />
compiuto gli studi presso l’Istituto d’Arte<br />
Duccio di Boninsegna ed ha maturato la<br />
sua formazione artistica di pittrice; vive e lavora a Castellina<br />
in <strong>Chianti</strong>. La sua è una pittura <strong>del</strong>la luce che<br />
di quadro in quadro si materializza in forme di forte<br />
spiritualità e tensione.<br />
Negli ultimi anni, Maria Pace ha felicemente sperimentato<br />
la pittura su pietra - marmo, porfido, galestro<br />
e perfino lastre di quarzo - ricavandone effetti<br />
straordinari, sia formali sia cromatici, approfondendo<br />
una nuova e pressoché inusitata forma espressiva,<br />
che ha subito raccolto interesse e consensi, sia <strong>del</strong>la<br />
critica che <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong>l’arte.<br />
Towards Blue. La nostra realtà spazio-temporale ha i<br />
suoi limiti, le sue Colonne d’Ercole che non è concesso<br />
oltrepassare, pena la distruzione, la morte o la<br />
follia. Ma qualche volta per casi strani e fortuiti, poco<br />
e male spiegabili, qualcuno li supera e poi ritorna indenne<br />
nelle dimensioni usuali <strong>del</strong> reale. I racconti di<br />
queste esperienze sono sempre faticosi e <strong>del</strong>udenti,<br />
criptici, inintelligibili. “Vidi arcana Dei” affermano lapidari<br />
i Santi e gli asceti, frustrati dal dover usare le<br />
“nostre parole difettose”, inadeguate a descrivere<br />
l’esperienza fatta in altri mondi. Eppure talvolta qualcosa<br />
<strong>del</strong>l’altro mondo si coglie, si intravede, si indovina<br />
nei loro sofferti rendiconti. Così è per queste<br />
tele di Maria Pace Latella, reduce da un fortuito viaggio<br />
in un’altra dimensione.<br />
“Fu nel 1981. Mi fecero una normale anestesia. Qui<br />
iniziò il viaggio, viaggio di andata e fortunatamente ritorno...<br />
Il mio spirito si staccò dal corpo. Ero in una dimensione<br />
diversa, dove il tempo e lo spazio non hanno<br />
confini. Ciò che ho visto, provato, sentito in questo<br />
mio viaggio non riuscirò mai né a dimenticarlo né a<br />
tradurlo su tela; ad eccezione <strong>del</strong> colore, quello sì...”<br />
Nacque così la pittura surreale, metafisica ed esoterica<br />
di Maria Pace Latella, già da tempo segnalata<br />
pittrice. Da allora le sue tele riverberano quella luce<br />
nuova e inedita <strong>del</strong>la quale si ignora la provenienza. È<br />
luce pura, boreale, senza origine né confini, dalla<br />
quale emergono, in una sorta di siderale archeologia<br />
alla rovescia, segni e frammenti di storia e di realtà:<br />
di volta in volta un fiore o una stella, un orizzonte o<br />
una città turrita. È proprio questa luce ineffabile a<br />
dare senso e forza ai pochi oggetti che risparmia,<br />
quasi li creasse senza l’intermediazione di linea e colore,<br />
di peso e volume, di radici e fondamenta. Anche<br />
le figure umane vi si muovono come le anime di una<br />
città celeste annunciata ma non descritta, vicina ma<br />
invisibile.<br />
Alessandro Falassi<br />
Un viaggio a dir poco inusuale quello di Maria Pace:<br />
un mistero che traspare fra i veli dei suoi colori, negli<br />
spazi infiniti suggeriti. Spazi astrali, metafisici, talvolta<br />
pacificatori, talvolta carichi di mistero: sempre<br />
densi d’amore.<br />
Bona Baraldi, 1996<br />
Serenità, 2000, olio su tela, cm. 70x40<br />
Via <strong>del</strong>la Rocca, 6 - 53011 Castellina in <strong>Chianti</strong> (SI) - Tel. +39 0577 740389 - Cell. +39 339 5974554<br />
latellamariapace@libero.it - www.mariapacelatella.it<br />
61
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Maria Pace Latella<br />
Nello spazio, nel tempo, 1998, olio su tela,<br />
cm. 50x100<br />
Eternamente blu, 2005, olio su tela, cm. 40x80<br />
Nel sogno, 2003, acrilico su tela, cm. 40x40<br />
Fra le rocce, 2013, acrilico su pietra, cm. 33x33<br />
62
Antonella Lomonaco<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
L’onda, 2010, olio su tela, cm. 80x40<br />
“ Ho iniziato il mio percorso artistico con la<br />
pittura informale, con tinte forti e calde, i<br />
gialli, i rossi, gli arancio nelle mille tonalità<br />
dei tramonti che ti lasciano senza fiato, in quella dimensione<br />
di stupore che ti fa sentire una bambina<br />
davanti al miracolo <strong>del</strong>la natura. Poi è venuto il mare,<br />
e lo stupore ha cambiato colore, dando spazio ai verdi,<br />
agli azzurri, l’indaco e l’oltremare, al bianco spumeggiante<br />
<strong>del</strong>le onde. Ma quel mare, che da quarant’anni<br />
mi accoglie nel periodo estivo, ha, alle sue<br />
spalle, una pineta che per anni non avevo visto con<br />
occhi da artista e poi d’un tratto si è rivelata in tutta<br />
la sua magia. Le luci, le ombre, le chiome dei pini<br />
battute dal Maestrale, i rami contorti”.<br />
“I miei soggetti preferiti per anni sono stati i paesaggi,<br />
le marine e la natura in genere.<br />
Colori e scenografie di vita, piccoli frammenti di realtà<br />
per mezzo dei quali cerco di dare forma alle mie<br />
emozioni più profonde. Attualmente è la figura femminile<br />
la protagonista <strong>del</strong>le mie tele che parlano <strong>del</strong><br />
mondo <strong>del</strong>la donna fatto di quei sentimenti che<br />
vanno oltre l’immediatezza <strong>del</strong>l’immagine.<br />
A dire il vero non ho mai pensato di voler diventare<br />
un’artista. Il mio approccio con le arti visive è avvenuto<br />
per necessità. La necessità era quella di trovare<br />
una forma d’espressione che mi permettesse di<br />
comunicare in maniera naturale ed immediata. Sentivo<br />
l’esigenza di dare forma ai miei pensieri, ai sentimenti,<br />
alle sensazioni che altrimenti sarebbero rimasti<br />
imprigionati dentro di me per la difficoltà di<br />
esprimerli a parole, per la difficoltà di trovare qualcuno<br />
disposto ad ascoltarli”.<br />
Antonella Lomonaco<br />
La Pineta, 2012, olio su tela, cm. 80x40<br />
a-lomonaco@libero.it<br />
63
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Luigi Mariani<br />
Luigi Mariani nasce nel 1954 a Impruneta dove ancora<br />
oggi vive e lavora.<br />
Nelle sue opere, fatte proprio plasmando la<br />
terra, Luigi Mariani infonde un’anima che<br />
le rende vive in modo impressionante. In<br />
esse è la vita stessa che prende forma e si narra…<br />
La donna raffigurata nelle sculture di Luigi Mariani è<br />
priva di vesti, priva, quindi, di artificiose sovrastrutture,<br />
priva di condizionamenti, libera dal pensiero e<br />
dalle ideologie restrittive degli uomini.<br />
È la donna nella sua essenzialità, espressa dal suo<br />
bellissimo corpo nudo. Donna nella sua essenzialità<br />
di madre, generatrice di vita e naturalmente custode<br />
<strong>del</strong>la vita. In un corpo che diventa rifugio dalle<br />
paure e dagli attacchi <strong>del</strong> mondo, culla di pace e<br />
serenità.<br />
Rita D’Angelo Grifoni<br />
Dalle abili mani <strong>del</strong>lo scultore escono forme articolate<br />
e complesse, dalle quali traspare rigore, coerenza<br />
ed armonia formale: forme esaltate da un’estrema<br />
“politezza” <strong>del</strong>le superfici, levigate e quasi<br />
“accarezzate” dall’artista.<br />
Nudità non ostentate e provocanti, ma silenziose e<br />
distaccate; gli sguardi sono trasognati e lontani, rivolti<br />
indietro ad altre epoche: alla prima metà <strong>del</strong><br />
Novecento, ad esempio, oppure, come suggeriscono<br />
i gruppi con la donna ed il bambino tra le braccia,<br />
alla superba tradizione scultorea <strong>del</strong> Rinascimento<br />
fiorentino.<br />
Anche nelle opere di piccolo formato rimane, pur<br />
nelle limitate proporzioni, una certa solennità bozzettistica,<br />
a conferire alle figure di Luigi una sorta di<br />
“moderna classicità”.<br />
Giovanna Sparapani<br />
Nonno Anselmo, 2006, terracotta, h cm. 80 Bellezza e purezza, 2009, terracotta, h cm. 70<br />
Ricorrendo il centenario <strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong>l’attività di famiglia da parte di mio nonno, Anselmo Mariani, in ricordo<br />
di lui, questo ritratto regalato da me a mio padre.<br />
Luigi Mariani<br />
Cell. +39 329 4180696<br />
luigimariani54@gmail.com<br />
64
Maria Rosa Mazzantini<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Maria Rosa Mazzantini, ha frequentato la<br />
Scuola Libera <strong>del</strong> Nudo e si è diplomata in<br />
Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze.<br />
Ha esposto in diverse personali e collettive in<br />
Italia e all’estero. Vive e lavora a Greve in <strong>Chianti</strong>.<br />
La mia esperienza artistica, abbandonati i mo<strong>del</strong>li<br />
figurativi <strong>del</strong>la prima formazione, si muove ormai<br />
con insistenza nella vasta area <strong>del</strong>la libera sperimentazione<br />
creativa.<br />
Con interventi di CONTAMINATIO, pittura e scultura<br />
diventano segni di una struttura soggiacente:<br />
INSTALLAZIONE.<br />
La “Metafora <strong>del</strong> cerchio” che domina le mie opere<br />
indica la ricerca di una matrice archetipa che nell’inconscio<br />
corrisponde al ciclo cosmologico, al mito<br />
<strong>del</strong>la vita.<br />
I colori, simboli di emozioni, lasciano tracce nello<br />
spazio a mezzo di piccole pietre colorate, pianeti<br />
scintillanti.<br />
L’inserimento di fibre ottiche che “perforano” lo<br />
spazio, sono mimesi <strong>del</strong>l’opera umana sulla Terra: è<br />
una luce che non illumina, ma fa “punto luce” per<br />
non smarrire l’orientamento.<br />
Maria Rosa Mazzantini<br />
Monumento ai caduti, 1994, bronzo, Loc. La Panca, Greve in<br />
<strong>Chianti</strong>, h cm. 160<br />
Madonna <strong>del</strong>l’Accoglienza, 2000, bronzo, chiesa di Santa<br />
Maria a Chiocchio, Greve in <strong>Chianti</strong>, h cm. 180<br />
Cell. +39 335 6466666<br />
mazzantini_mariarosa@yahoo.it<br />
65
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Maria Rosa Mazzantini<br />
Le installazioni di Maria Rosa Mazzantini sono, dal<br />
punto di vista iconografico, pittosculture informali. I<br />
suoi colori semplici, primari, sono quasi sempre<br />
speculari, come i positivi e i negativi di una fotografia,<br />
testimoniano la sua visione <strong>del</strong>l’universo intergalattico,<br />
dove il positivo dei pianeti vivi si mescola<br />
al negativo di quelli morti.<br />
Roberto Cellini<br />
Alla forma globulare - dall’ovulo in cui si sviluppa la<br />
vita umana all’astro che vaga nell’infinità <strong>del</strong>l’universo<br />
secondo imperscrutabili progetti che attraversano<br />
il tempo - Maria Rosa Mazzantini rivolge<br />
ora le sue energie e contro l’indistinto <strong>del</strong> fondo<br />
avviene una genesi geometrica che si rivolge al mistero<br />
<strong>del</strong>la Creazione…<br />
Alvaro Spagnesi<br />
Approdo, 1998, tecnica mista su legno, diametro cm. 100 Totem 2, 1995, tecnica mista, h cm. 180<br />
66
Irene Meniconi<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Irene Meniconi nasce a Firenze nel 1986, per poi trasferirsi,<br />
ancora bambina, nel <strong>Chianti</strong>. Consegue il diploma<br />
presso il Liceo <strong>Artisti</strong>co Leon Battista Alberti,<br />
prosegue con entusiasmo e passione i suoi studi presso<br />
l’Accademia di Belle Arti di Firenze.<br />
Fin da piccola è attratta da tutto ciò che ha a che fare con<br />
la materia, la fantasia e la creatività; libera di sperimentare<br />
il mondo circostante a stretto contatto con la natura che è<br />
per lei fonte costante d’ispirazione, luogo fascinoso e di<br />
mistero. Negli anni sviluppa un rapporto speciale, quasi<br />
empatico, con il cavallo che spesso ritorna nella sua ispirazione<br />
e nelle sue opere.<br />
Alla base <strong>del</strong>la sua espressione artistica è la linea, il disegno,<br />
che riproduce insieme l’aspetto esteriore e allo stesso<br />
tempo quello interiore di ogni cosa che viene così ad<br />
essere composta come di tanti “piccoli mondi”, nella costante<br />
ricerca di un’armonia ed un equilibrio riflesso di<br />
quello universale. L’equilibrio è quello raggiunto attraverso<br />
il bilanciamento degli opposti, come le sue creazioni nascono<br />
dall’inconscio e prendono forma attraverso un’azione<br />
consapevole. È così che Irene lascia emergere il lato<br />
oscuro di tutte le cose ed insieme quello luminoso, il mondo<br />
<strong>del</strong> sogno ed il primordiale.<br />
Osservando le sue opere ci accorgiamo di essere scrutati<br />
dall’occhio giudice e testimone silenzioso dalla natura che<br />
induce all’introspezione e alla riflessione che può condurre<br />
negli abissi <strong>del</strong>l’anima e negli spazi infiniti <strong>del</strong>l’universo.<br />
Essere pavone, 2014, acquerello, acrilico, china,<br />
cm. 100x160<br />
Ero costantemente alla ricerca di<br />
qualcosa di misterioso, mi<br />
immergevo nella natura, quasi mi<br />
confondevo nella sua stessa essenza,<br />
fuori dal mondo degli uomini.<br />
C.G. Jung<br />
Ti porto via, 2014, collage, acrilico, penna e<br />
china, cm. 100x70<br />
Cell. +39 338 3687396<br />
irenemeniconi@yahoo.it<br />
67
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Anna Napoli<br />
Conosco Anna Napoli da più di dieci anni.<br />
La peculiarità che ho sempre apprezzato in<br />
lei è la ricerca <strong>del</strong>l’armonia in tutti gli aspetti<br />
<strong>del</strong>l’esistenza, esigenza che esprime nella pittura.<br />
Nella sua creazione artistica percepisco il desiderio<br />
di segnare un equilibrio tra gli opposti: istinto e ragione,<br />
passionalità e riflessione, corpo e anima. I<br />
dipinti dedicati agli ombrelloni ritraggono, pur senza<br />
mostrarla, la presenza <strong>del</strong>l’essere umano nella pienezza<br />
<strong>del</strong> proprio corpo; osservando sento l’odore<br />
<strong>del</strong> mare, ascolto le grida dei bambini, godo <strong>del</strong> caldo<br />
<strong>del</strong> sole sulla mia pelle. E gli occhi volano nel<br />
cielo dove il blu e i celesti si contrappongono privi di<br />
conflitti ai colori caldi: la narrativa <strong>del</strong> quadro mi sollecita<br />
domande metafisiche.<br />
La linea <strong>del</strong>l’orizzonte supera e unifica terra e cielo,<br />
umano e sovra-umano priva di tensioni; si percepisce<br />
la serenità di chi trova pace al conflitto, protetto<br />
in luogo sicuro.<br />
Anna Napoli è nata e ha trascorso i primi anni <strong>del</strong>la<br />
sua infanzia a Castel di Lucio, in Sicilia. Ha studiato<br />
lingue e culture straniere a Firenze, Milano,<br />
Stamford e Zurigo. Ha sempre coltivato la passione<br />
per l’arte e la pittura; è stata allieva <strong>del</strong>la scultrice<br />
Mary Ann Lucchetti per il disegno. Ha iniziato la sua<br />
attività artistica a livello professionale negli anni Novanta.<br />
Ha partecipato a concorsi di pittura nazionali ed internazionali,<br />
ottenendo premi e segnalazioni <strong>del</strong>la<br />
critica. Le sue due ultime mostre personali importanti<br />
sono state fatte presso l’Istituto di Cultura Italiana<br />
di Colonia (Germania) nel 2013 e nel 2011<br />
sempre presso l’Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles<br />
(Belgio). Anna Napoli dipinge presso il suo studio<br />
di pittura nel Comune di Montespertoli presso la<br />
sua casa di campagna, in via Mandorli 52. Utilizza<br />
mezzi tradizionali quali olio e acrilico su tela e il pastello<br />
su carta.<br />
Un ombrellone rosso, 2013, olio su tela, cm. 50x70<br />
Pallone in spiaggia, 2013, olio su tela, cm. 50x70<br />
Anna Napoli, Studio d’arte e di pittura - Via Mandorli, 50-52 - 50025 Montespertoli (FI)<br />
Cell. +39 335 393889 - Tel. studio +39 0571 609555 - www.annanapoli.com<br />
68
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Anna Napoli<br />
Anna Napoli riflette nella sua pittura l’esperienza<br />
<strong>del</strong> vissuto: la lontananza e la vicinanza, la memoria;<br />
i suoi ombrelloni mi attraggono nella dimensione<br />
<strong>del</strong> ricordo sia esso l’estate appena finita o l’estate<br />
sbiadita <strong>del</strong>l’infanzia lontana. La memoria venata da<br />
leggera malinconia non è rimpianto e la solitudine<br />
degli ombrelloni non è tristezza ma consapevolezza<br />
dei confini <strong>del</strong>l’essere umano.<br />
Anna Napoli offre a chi guarda la sua pittura un percorso<br />
emotivo che integra e unisce cuore e mente,<br />
presente e passato, il bambino dentro di noi con il<br />
vissuto <strong>del</strong>l’adulto, in un’armoniosa sintesi che nutre<br />
gli occhi e fa bene all’anima.<br />
Melania Continanza<br />
Psicologa, psicoterapeuta<br />
Due ombrelloni, 2013, olio su tela, cm. 70x50<br />
Tre ombrelloni con tenda, 2013, olio su tela, cm. 70x50<br />
69
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Sergio Nardoni<br />
Passion, 2014, olio su tela, cm. 120x200<br />
La scuola dei sogni, 2005, olio su tela, cm. 120x120<br />
Fiorentino, di antica famiglia toscana, Sergio<br />
Nardoni vive e lavora nel <strong>Chianti</strong>, a Sambuca<br />
Val di Pesa e a Pechino (Beijing, China).<br />
Allievo all’Accademia di Belle Arti di Firenze di Loffredo<br />
e Manfredi, risente inizialmente <strong>del</strong> clima<br />
concettuale che comincia a diffondersi in Italia alla<br />
fine degli anni Settanta, ma è subito attratto da altre<br />
esperienze. Conosce Bueno, frequenta Annigoni,<br />
mentre l’incontro e l’amicizia con Mariuccia Carena,<br />
la vedova <strong>del</strong> grande Felice Carena, lo immette<br />
nell’ambiente artistico toscano e versiliese (Treccani,<br />
Faraoni, De Grada). La Facoltà di Lettere che frequenta<br />
con maestri come Del Bravo e Mina Gregori<br />
completa la sua sete di conoscenza e la sua assidua<br />
riflessione sulla storia <strong>del</strong>la pittura. Infine si dedica<br />
all’insegnamento, prima nella Scuola Media Statale<br />
e poi nella sede fiorentina <strong>del</strong>la Rutgers University,<br />
the State University of New Jersey.<br />
Lasciata anche la scuola, si dedica esclusivamente<br />
alla pittura. Per l’attività più recente, si segnala nel<br />
2011 la grande Mostra Antologica per i suoi 40 anni<br />
di pittura intitolata “Il genio ingenuo” e curata da<br />
Giovanni Faccenda al Museo Archeologico di Fiesole<br />
(FI), seguita dalla mostra personale per le celebrazioni<br />
dei 150 anni <strong>del</strong>l’Unità d’Italia nella Sala <strong>del</strong>le<br />
Colonne di Pontassieve (FI), curata da Pier Francesco<br />
Listri e presentata dalla Soprintendente <strong>del</strong><br />
Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini.<br />
Nel 2011 ha tenuto una serie di conferenze sul suo<br />
lavoro presso la Sichuan University of China a<br />
Chengdu (Sichuan Province, China) e nel 2013 ha<br />
aperto uno studio a Pechino (Beijing, China) dove<br />
risiede alcuni mesi l’anno e dove è in preparazione<br />
una sua grande mostra personale. Nella capitale cinese<br />
ha anche eseguito una lunga serie di ritratti,<br />
tra i quali quello <strong>del</strong> popolare regista cinese Zhang Ji<br />
Zhong.<br />
Nel 2012, dopo la sua fortunata mostra sui 150 anni<br />
<strong>del</strong>l’Unità d’Italia, viene insignito dal Presidente<br />
<strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong>l’Alta Onorificenza di “Ufficiale<br />
<strong>del</strong>l’Ordine al merito <strong>del</strong>la Repubblica Italiana” per i<br />
suoi meriti artistici.<br />
www.sergionardoni.com<br />
studiosergionardoni@gmail.com<br />
70
Alessandro Nutini<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Paesaggi immaginari (serie), 2011, olio su tela, cm. 40x50 Intreccio, 2009, legno di mandorlo, h cm. 70<br />
Alessandro Nutini nasce a Firenze nel 1958.<br />
Frequenta come apprendista alcuni studi di<br />
pittori e restauratori fiorentini imparando i segreti<br />
<strong>del</strong>la pittura antica. Dal 1985 si dedica totalmente<br />
alla pittura. La mitologia etrusca è la sua principale<br />
fonte di ispirazione in questo periodo. Viaggia e studia<br />
arte; nel 1986 è a New York e nei Caraibi dove apprende<br />
le colorate tecniche <strong>del</strong>la pittura indigena. Nel<br />
1992 frequenta il corso di Nudo all’Accademia <strong>del</strong>le<br />
Belle Arti di Firenze, nel 1995 compie il primo viaggio<br />
in Giappone dove ritorna spesso. Da questo momento<br />
i suoi lavori subiscono una notevole trasformazione<br />
grazie alla sempre maggiore conoscenza di questo<br />
paese. Dal 1988 ad oggi tante sono le mostre personali<br />
e collettive alle quali partecipa in Italia, Giappone,<br />
USA e Francia. Fra queste ricordiamo: nel 1995 una<br />
personale a Greve in <strong>Chianti</strong>, nel 1996 la sua prima<br />
personale in Giappone a Tokyo, nel 2002 una personale<br />
presso la FYR di Firenze. In questi anni è inoltre<br />
autore di scenografie. A Kyoto: nel 2001 tiene una<br />
mostra personale dal titolo ‘Frammenti d’infinito’<br />
presso il Hônen-in, nel 2005 partecipa a “Terra e Aria”<br />
presso l’Istituto Italiano di Cultura e tiene poi una personale<br />
dal titolo “Terre di Toscana” presso la House<br />
of Art; con lo stesso titolo esporrà presso Mitochu<br />
Koeki Gallery di Tokyo. L’anno successivo, presso il<br />
Consolato Generale <strong>del</strong> Giappone a Milano, tiene la<br />
personale “Ispirazioni” e nel 2007 è di nuovo in Giappone<br />
con le personali: ‘Terra Mater’, presso House of<br />
Art di Kyoto, e “Metamorfosi <strong>del</strong> Vas”, presso la Arton<br />
Art Gallery <strong>del</strong> Museo di Kyoto e con la collettiva<br />
7th Ecology Earth Art 21 presso il Museum of Modern<br />
Art di Saitama.<br />
Nel 2008 partecipa all’EcoArtFestival con “Madre<br />
matrigna, Amante tradita” nella Villa Palagione di Volterra,<br />
è poi a Parigi con la personale dal titolo “Papiers<br />
Paille 1998-2008” e a Firenze dove partecipa alla mostra<br />
collettiva “Borse Nere come nidi” presso l’Istituto<br />
degli Innocenti. Nel 2011 in Giappone tiene una<br />
personale presso la Galerie Petit Bois di Osaka, dal<br />
titolo “Paesaggi Immaginari - Tutto Scorre Nulla È”.<br />
L’anno successivo torna ad esporre a Firenze con una<br />
personale nello Spazio Arti Mestieri, Ex-Conventino.<br />
Nel 2013 è ancora una volta in Giappone dove tiene:<br />
ad Osaka la personale “Leonardeschi - Ombre sfuggenti”<br />
presso la Galerie Petit Bois e a Kôbe presso<br />
Goshonobô.<br />
Vive e lavora a Montefioralle.<br />
Tel. +39 055 8544915 - info@alessandro-nutini.com<br />
http://alessandro-nutini.it<br />
71
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Anna Pasquini<br />
Anna Pasquini, nata nel 1956 a Castellina in<br />
<strong>Chianti</strong> (SI) dove risiede, ha conseguito il diploma<br />
di Maestro d’Arte in Ceramica all’Istituto<br />
d’Arte di Siena Duccio di Buoninsegna, la maturità<br />
d’Arte Applicata in Tessitura all’Istituto d’Arte<br />
di Firenze, il diploma all’Accademia <strong>del</strong>le Belle Arti<br />
di Firenze in Scenografia e l’abilitazione all’insegnamento<br />
di Educazione <strong>Artisti</strong>ca.<br />
Si è specializzata con grande passione nel Batik, antica<br />
tecnica orientale di decorazione dei tessuti, realizzata<br />
tramite passaggi di cera e bagni di colore.<br />
Le sue opere fondono la tradizione artigianale con la<br />
ricerca artistica; spesso rievocano l’atmosfera <strong>del</strong><br />
paesaggio toscano <strong>del</strong> passato, con toni poetici e<br />
musicali. Dolci colline dalle morbide linee sono<br />
come uno spartito su cui i profili tondeggianti, antichi<br />
casolari spiccano con i loro muri bianchi carichi<br />
di storia. Pochi cipressi punteggiano, con ritmi musicali,<br />
le terre assolate.<br />
Altri soggetti prediletti sono giaggioli, girasoli e animali,<br />
dove la sensibilità <strong>del</strong>l’artista, con rara poesia,<br />
coglie, con macchie di colore racchiuse da una linea<br />
grafica, l’essenzialità <strong>del</strong> tema trattato.<br />
Peasaggio toscano, 2014, tecnica Batik, cm. 29x52<br />
Casa in Toscana, 2014, tecnica Batik, cm. 29x52<br />
Esposizione permanente presso:<br />
LA BOTTEGA Art Gallery - Via Ferruccio, 34-36 - 53011 Castellina in <strong>Chianti</strong> (SI)<br />
Tel. +39 0577 740980 - Cell. +39 335 6481111 - www.tuscanantiques.com - mario@tuscanantiques.com<br />
72
Pina Pettè<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Pina Pettè nasce a Essen, in Germania, nel<br />
1968. Approda in Italia a dodici anni, fermandosi<br />
a Bergamo per un lungo periodo fino a<br />
quando elegge la Toscana a sua nuova patria, ma<br />
non si tratta di un qualsiasi angolo di Toscana. Pina<br />
mette le sue radici in un posto magico, a Badia a<br />
Passignano nel cuore <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>. Il suo percorso<br />
artistico inizia con dei corsi di sabbiatura su vetro, e<br />
proprio su questo materiale esegue i suoi primi lavori,<br />
passando solo più tardi ad altri materiali e all’uso<br />
di colori acrilici e a olio. La sua aspirazione è quella<br />
di unire l’amore per la moda, settore in cui<br />
attualmente lavora come responsabile di un importante<br />
show room, a quello per l’arte cercando nel<br />
connubio di questi due elementi un indirizzo definitivo<br />
che la realizzi come artista e come donna.<br />
Amore musica arte e moda, 2012, olio invecchiato su tela, cm. 80x60<br />
Cell. +39 334 8199544<br />
info@pettepina.it - www.pettepina.it<br />
73
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Pina Pettè<br />
Profumo <strong>del</strong>la vita, 2014, olio su tela, cm. 60x80<br />
74
Felice Pezzano<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Felice Pezzano nasce a Catania nel 1958, frequenta<br />
l’Istituto d’Arte ma decide di diventare<br />
geometra. Ultimati gli studi lascia i palazzi barocchi<br />
di una Sicilia troppo “arsa“, si trasferisce a<br />
Firenze e da lì comincia a crederci, “stiamo lavorando<br />
per voi” ...<br />
Felice da sempre si rincorre s’inventa fra gli asfalti<br />
di una vita a volte difficile ma il suo nome è inesorabile!!...<br />
Oggi vive e lavora in Toscana ma spesso raggiunge<br />
le rosse lingue di un vulcano per molti amico.<br />
Le sue mostre più importanti presso: Le Giubbe<br />
Rosse caffè storico letterario di Firenze, Le Logge a<br />
Prato, Over Design a Prato, Villa c.e.s.i. “Centro<br />
studi Impruneta” Firenze, Parco d’arte Oleum Gualdo<br />
Cattaneo a Perugia, la Basilica di San Marco a<br />
Firenze, il Palace Art Hotel Borghese a Firenze e poi<br />
a casa sua in Sicilia “Costa Saracena” Siracusa.<br />
Si apre un nuovo capitolo, nell’opera di Felice Pezzano,<br />
egli che nel periodo precedente, era apparso<br />
maggiormente come scultore, ora riesce in maniera<br />
molto originale a creare un unicum con l’opera scultorea,<br />
traslando da essa, concetti estetico formali e<br />
portandoli nei suoi dipinti. Le rappresentazioni<br />
sono, cariche di trasognata intensità che pongono<br />
l’attenzione <strong>del</strong>l’osservatore, ad una meditazione<br />
non tanto basata sull’aspetto dei soggetti ma soprattutto<br />
sulla loro introspezione psicologica, di<br />
menti tese con tutte le loro energie ad uscire dalla<br />
banalità e mediocrità <strong>del</strong>l’esistenza.<br />
Direi che appare per Felice Pezzano un approccio<br />
stilistico di natura “Espressionista-Informale“ con<br />
aspetti psicologici e materici, infatti negli ultimi dipinti,<br />
egli applica una notevole ricerca ricca di lati<br />
tridimensionali.<br />
I colori sono pieni di tonalità intermedie e molto luminosi,<br />
infatti la luce nella sua scomposizione , sprigiona<br />
quella energia che è tanto significativa per il<br />
“Dinamismo Futurista“. Felice Pezzano ha una forza<br />
cinetica frammentata di matrice Cubista, Espressionista<br />
e Surreale; ne è un esempio Willem De<br />
Kooning.<br />
L’opera pittorica e scultorea di Felice Pezzano si integra<br />
e si avvicenda perfettamente, facendone un<br />
artista completo, dalle grandi capacità espressive<br />
che può portare nella tridimensionalità fisica tutte le<br />
immagini create su tela.<br />
Alessandro Marini<br />
Il solista, 2010, tecnica mista, h cm. 70<br />
Phatos, 2014, tecnica mista, cm. 50x50<br />
Cell. +39 328 5545365<br />
fepezzano@hotmail.com<br />
75
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Felice Pezzano<br />
La Sindone, 2001, ceramica, h cm. 40<br />
Il tuffo mentale, 2008, ceramica, smalti a freddo, cm. 1000x40h<br />
76
Silvano Porcinai<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Firenze presso il Gruppo Donatello dove è tornato<br />
ad esporre nel 1992 ed in diverse collettive. Ha<br />
esposto a Venezia, Firenze, Parigi, Padova, Milano,<br />
Miami, New York, Ginevra, Bologna, Londra, Impruneta,<br />
Greve in <strong>Chianti</strong>.<br />
Nel 1988 esegue il Caprone in bronzo per la Esso di<br />
Firenze e, nello stesso anno, realizza il Monumento<br />
alle religioni monoteiste in bronzo, per l’Appia Antica<br />
(Roma) che fu tuttavia rubato prima <strong>del</strong>l’inaugurazione.<br />
Del 2008 è il Monumento alla Lavandaia di<br />
Grassina (FI) e <strong>del</strong> 2009 il bassorilievo Omaggio a<br />
Manolete, realizzato in cotto <strong>del</strong>l’Impruneta e collocato<br />
presso il Credito Cooperativo di Impruneta (FI).<br />
Annualmente esegue, per conto <strong>del</strong> Club Taurino di<br />
Milano, <strong>del</strong> quale è socio, il Premio alla emocion,<br />
che viene consegnato ai trionfatori di Ferie <strong>del</strong> grande<br />
giro taurico, tra i quali ricordiamo: Martinez Enrique<br />
Ponce, Julio Cesar Rincon, Juilio Escobar Lopez<br />
El Juli, Morante de La Puebla, Jose Tomas,<br />
Luois Francisco Esplà, El Califa e Salvador Vega.<br />
Torera, 2004, terracotta, h cm. 70<br />
Silvano Porcinai nasce a Grassina nel 1950. Si<br />
diploma all’Istituto Statale d’Arte di Firenze,<br />
sezione Oreficeria. Ha svolto la sua attività di<br />
docente di Scultura e Mo<strong>del</strong>lato presso diversi licei<br />
artistici e istituti d’arte <strong>del</strong>la Toscana (Firenze, Pistoia,<br />
Grosseto e Siena). Socio <strong>del</strong> Gruppo Donatello e<br />
<strong>del</strong>l’Antica Compagnia <strong>del</strong> Paiolo, è Accademico<br />
<strong>del</strong>le Arti <strong>del</strong> Disegno, classe Scultura.<br />
La sua prima mostra personale fu tenuta nel 1977 a<br />
Ancora una volta, dalla campagna toscana dai profili<br />
asciutti e precisi, esce un artista che sa fermare<br />
nella luce la forma più profonda <strong>del</strong> suo sentire. Figlio<br />
di uno scultore, con un’esperienza di orafo nella<br />
quale ha sperimentato ingigantita, per ossimoro, la<br />
difficile arte <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lare, ha collocato i suoi temi<br />
nello spazio eterno dei miti, ponendo al centro la figura<br />
<strong>del</strong> toro.<br />
È passione non transitoria di Silvano Porcinai, quella<br />
che lo trascina nelle arene di Spagna a ricercare<br />
la rappresentazione attuale <strong>del</strong>lo scontro tragico<br />
<strong>del</strong>l’uomo con le profondità buie <strong>del</strong>la natura. Da<br />
questo spettacolo una linfa non esaurita gonfia di<br />
vita i fantasmi <strong>del</strong>la Creta di Psife e <strong>del</strong> Minotauro<br />
con tutto il corteo <strong>del</strong>le divinità pronte alla metamorfosi:<br />
dal grembo <strong>del</strong>l’antica civiltà mediterranea<br />
ricompaiono famigliari rivestiti di bronzo incorruttibile.<br />
Maria Nardone<br />
Via Calamandrei 14 - 50012 Grassina (FI)<br />
Cell. +39 389 0351428<br />
77
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Silvano Porcinai<br />
Capoteador, 1998, terracotta, cm. 40x37<br />
Verano Sangriento, 1985, bronzo, h cm. 65<br />
78
Carlo Sain<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Apaches, 1991, installazione di dipinti nell’oliveto<br />
L’intrecciarsi di natura e artificio è la costante<br />
nella vita <strong>del</strong>l’uomo e il leitmotiv nel mondo<br />
<strong>del</strong>l’arte. Nel lungo cammino <strong>del</strong> Tardo Rinascimento<br />
il tempo <strong>del</strong>l’artificio più raffinato, all’epoca<br />
nostra, quella dei media e <strong>del</strong>le tecnologie avanzate,<br />
l’artificio si è reso indipendente dalla natura, è<br />
ora autonomo replicante di immagini che si sostituiscono<br />
all’oggetto, al manufatto. Carlo Sain è un<br />
genere di artista che ha mantenuto il rapporto difficile<br />
e l’equilibrio <strong>del</strong>icato tra naturale e artificiale.<br />
Quando crea e quindi avvia il processo mentale che<br />
dalla natura porta all’opera, riesce a interpretare la<br />
rappresentazione <strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong>la realtà attraverso<br />
i reperti e i colori di questa in forme e segni essenziali.<br />
Sain ha trovato il linguaggio e l’armonia per<br />
interpretare la natura, che non è quella di contestualizzare<br />
i fenomeni, come fecero gli artisti <strong>del</strong>la Land<br />
Art, ma è la sensibilità di far coesistere i due aspetti,<br />
immergendo l’artefatto nella natura e caricandolo di<br />
una efficace se pur minimale valenza estetica.<br />
Le pietre assemblate per terra diventano forme e<br />
colori, le carte arrotondate che sbucano tra l’erba<br />
evocano animali. Lo spazio <strong>del</strong>la rappresentazione<br />
per Sain viene evocato all’aperto nel rapporto con<br />
l’architettura <strong>del</strong> paesaggio. Se si deve cedere<br />
nell’imprigionare i quadri in una stanza, si può coinvolgere<br />
il muro esterno, trovando una motivazione<br />
etica nell’appropriazione degli spazi che gli sono<br />
propri e naturali, interpretando la realtà vivibile.<br />
Carlo Sain nell’era <strong>del</strong>la realtà virtuale ci indica una<br />
realtà diversa come un ritorno al primitivo attraverso<br />
un proprio linguaggio, di una sorta di nuova visione<br />
all’alba di una nuovo mondo, dove l’artificio non<br />
è segno prevaricante, ma armonioso e consapevole<br />
<strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>la natura.<br />
Paola Bortolotti<br />
Studio: via Antonio d’Orso 3 - 50135 Firenze<br />
Cell. +39 368 7793738 - Cell. +39 333 4788756 - carlosain@libero.it<br />
79
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Carlo Sain<br />
Ants olives, 1992, rotoli di carta e installazione<br />
The rock man, 1993, colore spray su pietre e installazione<br />
80
Stefano Sar<strong>del</strong>li<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Dai cicli pittorici puri alla proposta di opere<br />
polimateriche, il motore <strong>del</strong>l’universo artistico<br />
di Stefano Sar<strong>del</strong>li risiede nella voglia<br />
di creare forme, colori, materie, che siano la base di<br />
un’arte per tutti. E’ proprio la ricerca di comunicatività<br />
che nel suo caso diventa un’esigenza imperante<br />
e palese. Ogni centimetro <strong>del</strong>la tela è sfruttato,<br />
spremuto, così da poter essere tutta l’opera, millimetro<br />
per millimetro, veicolo di informazioni, di<br />
aneddoti ed esperimenti materici, nella insaziabile<br />
voglia di sperimentare sta tutta la spinta di contemporaneità<br />
<strong>del</strong>l’artista, che sfrutta questi mezzi per<br />
affrontare tematiche attuali, biografiche, estetiche,<br />
come sfogo dei propri impulsi.<br />
Niccolò Alescio<br />
Critico e storico d’arte contemporanea<br />
un entusiasmo di fondo nello stendere i colori che<br />
ha un enorme e immediato impatto visivo.<br />
Stefano ha inoltre una profonda passione per la sperimentazione<br />
materica: e anche qua ci da prova di<br />
tutte le sue sfaccettature di artista, dimostrando<br />
grande abilità e padronanza <strong>del</strong>le tecniche. Oltre al<br />
colore, forte, quasi urlante, aggiunge <strong>del</strong>le note più<br />
leggere, soavi, come gli specchietti sul manto <strong>del</strong>la<br />
Madonna, sul sole che sorge sul Palazzo Comunale<br />
e sul profilo di Siena. Altri accenni materici si trovano<br />
nella composizione <strong>del</strong>la Madonna e <strong>del</strong> cavallo,<br />
protagonisti indiscussi <strong>del</strong>la nostra festa. Imposta<br />
anche un piccolo gioco tra il figurativo, la natura<br />
morta sintetizzata nel rigoglioso grappolo d’uva e il<br />
paesaggio di Siena.<br />
Gemma Stecchi<br />
Storico <strong>del</strong>l’arte, presentazione <strong>del</strong> Palio<br />
Plastic Bull, 2014, plasticromia su telaio in<br />
legno, cm. 110x150<br />
Conosco Stefano Sar<strong>del</strong>li poco, ma sono entrata<br />
subito in sintonia con il suo mondo visionario, i suoi<br />
lampi geniali e la forza <strong>del</strong> suo cromatismo fanciullesco<br />
ma potente.<br />
In questa opera Stefano ha voluto fondere le sue<br />
visioni colorate e naïf con la tradizione <strong>del</strong> nostro<br />
Palio, dedicando l’opera alle contrade soppresse. Il<br />
disegno è giocoso, direi quasi onirico, con rimandi<br />
all’arte POP per la scelta <strong>del</strong>la palette cromatica, c’è<br />
Il mio Palio, 2014, acrilico su tela,<br />
cm. 80x250<br />
“Il Palio è una metafora, è lo specchio <strong>del</strong>la vita e<br />
<strong>del</strong>la morte” (P. Frajese). Questa opera è il drappellone<br />
per il Palio di Siena dedicato alle contrade soppresse,<br />
in uno spettacolo teatrale “Il Settimo Capitano”<br />
messo in scena dalla compagnia teatrale Il<br />
Grappolo di Siena. Battuta all’asta a fine spettacolo,<br />
il cui ricavato è stato devoluto alla chirurgia pediatrica<br />
<strong>del</strong>l’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena.<br />
Stefano Sar<strong>del</strong>li “Artista”<br />
Via Elsa, 25 - 53036 Poggibonsi (SI) - Tel. +39 339 8974736<br />
81
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Silvano Silvani<br />
“Lacerazione” dolore nell’anima, 2002, stoffa,<br />
cenere, tempera e pietre, cm. 100x70<br />
“ L’arte moderna e contemporanea si sviluppa<br />
nell’interpretazione di situazioni e cose, divenendo<br />
una manipolazione <strong>del</strong>la forma artistica”.<br />
Una manipolazione originale e provocatoria, un’interpretazione<br />
personale e coraggiosa quella di Silvano<br />
Silvani e di una mente ospitale con gli stimoli esterni<br />
e così avversa ad ogni forma di omologazione.<br />
Sangimignanese di nascita, resta legato a questo<br />
piccolo e grande “museo” medievale tra Siena e<br />
Firenze, che fa da sfondo alla sua giovinezza e da<br />
fertile terreno per radici più mature. La sua fantasia<br />
e l’indole artistica, però, restano nomadi viaggiatori,<br />
per anni galeotti tentatori di quella sua innata passione<br />
per l’arte che nel 2009 convincono a seguirli<br />
nei misteriosi sentieri <strong>del</strong> coraggio e <strong>del</strong>la sperimentazione.<br />
Da qui le prime opere, nate nei ritagli di tempo dal<br />
lavoro di fisioterapista, e la scoperta di un mondo<br />
che lo affascina e lo travolge, e che si presta da piacevole<br />
e sorprendente trait d’union tra la semplicità<br />
dei piccoli fatti quotidiani e l’originalità con cui l’occhio<br />
di questo artista riesce a leggerli e ad interpretarli,<br />
dando forma ai pensieri più nascosti per mezzo<br />
Yuppy Du, 2009, tempera e legno,<br />
h cm. 180<br />
di una materia naturale, altrettanto libera e varia. Il<br />
tempo e l’esperienza sono i pazienti compagni di un<br />
viaggio alla scoperta di se stesso e di una consapevolezza<br />
artistica che trova stabile asilo nei confini<br />
metamorfici ed innovativi <strong>del</strong>l’arte minimale, nelle<br />
creazioni ibride e in uno stile fresco e tagliente, deciso<br />
nell’intento provocatorio, ma serenamente digeribile<br />
per quel leggero carico di humor, astuto<br />
mediatore che rende il realismo di fondo una pietanza<br />
mai gustata nel ciclico menù <strong>del</strong>la vita.<br />
La creatività guida le capacità artistiche di Silvano Silvani<br />
dall’idea all’opera finita, un’opera che si fa incubatrice<br />
e portatrice di espressività, visioni e riflessioni<br />
personali, forti <strong>del</strong> linguaggio universale <strong>del</strong>l’arte.<br />
Così la figura <strong>del</strong>la mente proiettata in materia insinua<br />
nell’osservatore un piccolo seme <strong>del</strong>la discordia,<br />
complesso e dubbioso, che si nutre di quel<br />
pensiero primordiale <strong>del</strong>l’artista e che germoglia<br />
nella riflessione <strong>del</strong> pubblico.<br />
Un seme a lungo coltivato che ha portato i primi<br />
frutti e riconoscimenti con esposizioni e concorsi<br />
che hanno visto un crescente interesse attorno<br />
all’eclettismo di questo artista.<br />
Enrica Pulcinelli<br />
ART STUDIO Compagnia degli <strong>Artisti</strong> - via Piandornella 3 - 53037 San Gimignano (SI)<br />
Cell. +39 345 0656198 - s.silvani52@hotmail.it - Cell. +39 347 6688046<br />
82
Boris Stampfli<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Lavori in corso durante la creazione de Il Monolite, incontro-scontro,<br />
2011.<br />
La mia vita è stata un vortice di passioni, dove<br />
la colonna portante era la voglia di creare facce,<br />
espressioni, corpi ed esseri di fantasia.<br />
Tutto frutto <strong>del</strong> mio inconscio, probabilmente.<br />
Il Silenzio, 2013, bulloni di ferro assemblati con resina<br />
poliestere, cm. 20x30<br />
l riflesso nell’arte <strong>del</strong>la mia vita vissuta, piena di successi,<br />
insuccessi, bellezza, tristezza, felicità e alla<br />
fine una rinascita… come sempre accade.<br />
Boris Stampfli<br />
Timidezza, 2010, resina poliestere, gesso, base di legno, cm. 195x50<br />
boris_stampfli@live.com<br />
83
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Boris Stampfli<br />
Il Monolite, incontro-scontro, 2011 cemento, ferro, legno, resine, h cm. 250<br />
Equilibrio, 2014 resina poliestere, legno, base<br />
in cemento, h cm. 200<br />
Illusionista, 2013, resina, misto polvere di marmo,<br />
cm. 40x45<br />
White Noise, 2014, resina,<br />
poliestere, legno e acrilico,<br />
cm. 50x210h<br />
84
Giuliano Tacconi<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giuliano Tacconi è nato nel 1939 a Grassina<br />
dove vive. La sua esistenza è stata frutto di<br />
tante esperienze; fin da giovane ha avuto la<br />
fiducia dei suoi maestri; in età matura la sua scelta<br />
dirottò sul mosaico fiorentino cominciando a materializzare<br />
le proprie idee. Le qualità tecnico-creative<br />
ed esecutive si sono confermate grazie ad una costante<br />
ricerca di miglioramento <strong>del</strong> profilo artistico.<br />
Dopo aver frequentato per anni la Scuola Libera di<br />
Nudo di Firenze, si iscrive al corso di Pittura <strong>del</strong>l’Accademia<br />
di Belle Arti di Firenze e consegue con il<br />
prof. Fernando Farulli il diploma di laurea nell’anno<br />
1991 con la votazione di 110/110.<br />
Fa parte <strong>del</strong> Gruppo Donatello ed ha partecipato a<br />
varie mostre collettive e personali, sia come mosaicista<br />
che come grafico, riscuotendo ampi successi<br />
critici. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e<br />
private in Italia e all’estero.<br />
Tacconi da sempre inventa e realizza i suoi “commessi”,<br />
più comunemente conosciuti come intarsi<br />
policromi di pietre dure e tenere. In origine l’invenzione<br />
dei “commessi” era affidata ai pittori che fornivano<br />
i mo<strong>del</strong>li su carta o tela e all’artigiano era affidata<br />
la realizzazione <strong>del</strong>le magnifiche opere<br />
ritagliando ed accostando le varie pietre dove la<br />
forma e il colore creavano composizioni esteticamente<br />
raffinate e tecnicamente perfette.<br />
Tacconi riunisce in sé questi due momenti, prima<br />
artigiano ha sentito negli anni passati la necessità di<br />
arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale<br />
frequentando in un primo momento la Scuola Libera<br />
di Nudo e successivamente iscrivendosi<br />
all’Accademia <strong>del</strong>le Belle Arti di Firenze. […]<br />
Tacconi realizza composizioni complesse e ricche<br />
per fattura e colore prediligendo il paesaggio toscano<br />
che conosce molto bene e che vive dall’interno.<br />
In molte opere si percepisce sottile la volontà di superare<br />
l’illustrazione paesaggistica nel tentativo<br />
spesso riuscito di fare <strong>del</strong>l’opera un elaborato d’arte.<br />
Tacconi ha sensibilità e creatività sincera, lavora moltissimo<br />
su ogni “commesso” e non cerca mai soluzioni<br />
semplicistiche o facili. All’uomo Tacconi, all’artigiano<br />
e all’artista auguro un lungo e felice percorso<br />
creativo, all’amico, invece, stringo la mano, grande e<br />
forte e guardandolo negli occhi dolci, sempre però<br />
pervasi da un leggero velo di melanconia, dico un<br />
sincero grazie per continuare una attività artistica<br />
che ha dato alla città di Firenze onori e meriti.<br />
Domenico Viggiano<br />
Insenatura con barca, 2013, mosaico fiorentino in pietre<br />
naturali, cm. 23x27<br />
Paesaggio toscano, 2014, mosaico fiorentino in pietre naturali,<br />
cm. 25x19<br />
Via Botticelli, 2 - 50012 Grassina (FI)<br />
Tel. +39 055 643129 - ugo_silvia@alice.it<br />
85
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Giuliano Tacconi<br />
Cascinale sul mare, 2012, mosaico fiorentino in pietre naturali, cm. 27x17<br />
Veduta sul golfo, 2013, mosaico fiorentino in pietre naturali, cm. 21x18<br />
86
Andrea Tani<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Andrea Tani nasce nel 1961 in un piccolo borgo<br />
<strong>del</strong> <strong>Chianti</strong> fiorentino, Vico d’Elsa (FI).<br />
Qui, crescendo, matura la passione per l’arte,<br />
in particolare per la pittura; studia al Liceo <strong>Artisti</strong>co<br />
di Firenze dove nel 1980 consegue il diploma.<br />
Questa sua vocazione lo porta molto presto a partecipare<br />
a collettive, personali e concorsi di pittura.<br />
Fa parte <strong>del</strong>l’associazione culturale “<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> presente”<br />
di Poggibonsi dove espone alcune opere; un<br />
suo dipinto è stato inserito nel libro Pinocchio in<br />
vernacolo poggibonsese realizzato nel 2010 in occasione<br />
<strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>la Toscana.<br />
Partecipa al concorso “Natale nel cuore” a Civita<br />
Castellana, dove il suo quadro è scelto come vincitore<br />
di questa prima edizione 2014. Realizza il Drappellone<br />
per 27° Palio dei Ciuchi a Cerbaia, partecipa<br />
a varie mostre di arte contemporanea organizzate<br />
dal Centro d’arte Modigliani di Scandicci, esposizioni<br />
personali presso Hotel Athena, Casole d’Elsa,<br />
Borgo la Bagnaia, Barberino Val d’Elsa, Schliersee<br />
(Germania), partecipa all’evento “Incontro Moda e<br />
Arte” presso Chiastrini Moda Maglia (FI) e si interessa<br />
di restauro.<br />
Le varie tematiche dei dipinti trasmettono la sua<br />
vera personalità, attenta e rispettosa verso la campagna<br />
toscana e le sue tradizioni.<br />
Trae ispirazione da tutto ciò che lo circonda. È dalla<br />
percezione <strong>del</strong>la realtà che scaturiscono molti spunti<br />
che poi sviluppa, a volte modificandoli in corso<br />
d’opera.<br />
La continua ricerca ha fatto sì che egli abbia acquisito<br />
negli anni un patrimonio tecnico indispensabile<br />
per realizzare il suo pensiero pittorico.<br />
La caduta, 2009, olio su tela, cm. 50x70<br />
Ritorno dai campi, 2008, olio su tavola, cm. 40x38<br />
andreatani61@alice.it<br />
www.andreatanipittore.it<br />
87
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Roberto Tortoli<br />
Grevigiano dal 26 settembre 1951.<br />
Disegno da sempre con allegria e tristezza.<br />
Roberto Tortoli<br />
Clown (serie), 2013, tempera su cartone, cm. 29,5x98 (ciascuno)<br />
Cell. +39 339 4834224<br />
Tel. +39 055 853624<br />
88
Elena Trissino<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Elena Trissino dal Vello d’Oro è nata a Milano,<br />
dove per anni ha lavorato per lo più nel settore<br />
fotografico. In diversi paesi ha fatto viaggi<br />
di studio e ricerca musicale e visiva. Insieme a Gabin<br />
Dabire ha fondato, a Milano, il “Centro per la<br />
Il suono dei bambù, 2005, bronzo, h cm. 30<br />
divulgazione <strong>del</strong>le culture africane” organizzando<br />
con il Comune e altri Enti diverse manifestazioni<br />
come concerti, mostre d’arte, seminari.<br />
Si trasferisce in Toscana con la famiglia dedicandosi<br />
a creare le sue opere.<br />
Il suo percorso artistico si articola tra performances,<br />
ma soprattutto, pittura e scultura, usando materiali<br />
prevalentemente naturali come terra (quella di campo),<br />
sabbia, polvere di marmo o di altri minerali, legno,<br />
pietra, ferro, bronzo e metalli vari per le sculture.<br />
Inoltre crea anche can<strong>del</strong>e particolari e arredi<br />
d’arte. Lavora con gli elementi ed il tempo, non solo<br />
nel senso di ore, mesi o anni, ma anche considerando<br />
le sue variazioni durante l’anno vivendo perciò<br />
in sintonia con la natura. Solo l’inverno con il<br />
suo freddo gelido può lasciare un’impronta così sottile,<br />
leggera, raffinata e solo l’estate può crepare la<br />
terra con forza e disidratarla, spaccarla e quando<br />
l’acqua arriva e scorrendo trascina, corrode, trasporta<br />
ed erode ecco tracce trasparenti che lasciano<br />
intravedere nuovi disegni, nuove trame.<br />
Per il vento ha creato diverse sculture che interagendo<br />
con esso le fanno suonare.<br />
Autunno, 2009, terre su tela, cm. 66x100<br />
Primavera, 2009, terre su tela, cm. 66x100<br />
Cell. +39 338 7676634 - www.elenatrissino.com - etrissino@gmail.com<br />
www.namir.it/webart/webart.htm (Comune di Roma sez. scultura) - BLOG: artechianti.wordpress.com<br />
89
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Elisa Verniani<br />
Particolare floreale, pittura su porcellana<br />
Elisa Verniani è una <strong>del</strong>le più giovani Decoratrici<br />
a mano che lavorano all’interno di una <strong>del</strong>le<br />
più rinomate e prestigiose aziende nel mondo<br />
per la produzione <strong>del</strong>la porcellana ovvero la Richard<br />
Ginori; o per meglio dire Gucci Richard Ginori<br />
dopo gli ultimi, ma fortemente positivi, sviluppi nei<br />
confronti <strong>del</strong>la fabbrica.<br />
Classe 1986, lavora all’interno <strong>del</strong>la manifattura di<br />
Sesto Fiorentino ormai da più di quattro anni; si è<br />
laureata all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel<br />
2011 con il massimo dei voti specializzandosi proprio<br />
nella amata Decorazione anche se la sua abilità<br />
in campo artistico spazia dalla pittura, al disegno<br />
artistico, alla scultura, alla fotografia fino ad arrivare<br />
alla nobile arte <strong>del</strong>l’affresco.<br />
Artista se non altro poliedrica, realizza soggetti di<br />
vario genere, anche se principalmente fa riferimento<br />
alla natura che la circonda o alle emozioni nei confronti<br />
di essa.<br />
Per lei il luogo dove vive è fondamentale, la sua filosofia<br />
è infatti la seguente: “Il <strong>Chianti</strong> è linfa vitale...<br />
dona l’ispirazione e la forza di esprimersi e realizzare<br />
lavori in maniera sempre nuova e creativa, senza<br />
però lasciare da parte la tradizione e i forti valori che<br />
ci vengono insegnati e che si acquisiscono ogni<br />
giorno sia a lavoro che durante la routine <strong>del</strong>la vita”.<br />
L’artista Elisa Verniani nonostante la giovane età<br />
vanta già numerose partecipazioni a concorsi e mostre<br />
d’arte a livello locale e nazionale.<br />
La sua prima, ma più prestigiosa, mostra personale<br />
dal titolo “<strong>Chianti</strong>... tra la realtà e i sogni” si è tenuta<br />
nel 2013 presso la sala espositiva <strong>del</strong> Museo di Arte<br />
Sacra di San Francesco a Greve in <strong>Chianti</strong>.<br />
Il tema centrale <strong>del</strong>la suddetta mostra è stato quello<br />
di riuscire a concretizzare il proprio impegno sapendo<br />
unire, con la tenacia che la contraddistingue, la<br />
precisione <strong>del</strong> suo lavoro di Decoratrice all’estro<br />
<strong>del</strong>le sue passioni, senza mai abbandonare la propria<br />
natura e soprattutto i propri sogni.<br />
Nell’anno 2013 ha partecipato con successo al concorso<br />
fotografico “<strong>Chianti</strong> è lavoro”, organizzato<br />
dal quotidiano on-line Gazzettino <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong>, svoltosi<br />
nella splendida cornice <strong>del</strong> Castello di Bibbione a<br />
San Casciano Val di Pesa.<br />
Via Montefioralle, 25 - 50022 Greve in <strong>Chianti</strong> (FI)<br />
Cell. +39 380 3237580 - vernians@hotmail.it<br />
90
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Elisa Verniani<br />
Sullo sfondo la fotografia La stanchezza di mio padre<br />
Questi occhi parlano, 2012, matita su carta, cm. 30x40<br />
Coppia di tazze nominali in porcellana, pittura su porcellana<br />
Nell’occasione la grevigiana Elisa Verniani ha trionfato<br />
con la sua foto dal titolo “La stanchezza di mio<br />
padre”, che per merito è stata stampata su di uno<br />
striscione di 3 metri per 1,5 allestito proprio all’ingresso<br />
<strong>del</strong> Castello.<br />
Nell’anno 2012 prende parte al concorso d’arte “Artemisia<br />
Gentileschi”, organizzato dalla Provincia di<br />
Firenze, presso Florence Multimedia, realizzando<br />
un’installazione composta da una combinazione<br />
di illustrazioni e fotografie ispirate allo stretto<br />
rapporto tra arte e femminilità che non a caso riportano<br />
l’attenzione alla figura <strong>del</strong>la storica Artemisia<br />
Gentileschi.<br />
Nell’anno 2011 ha avuto l’importante opportunità di<br />
esporre per un mese la propria tesi di laurea presso<br />
i locali <strong>del</strong> Museo Richard Ginori di Sesto Fiorentino;<br />
tale occasione ha portato un grande riconoscimento<br />
personale e un forte apprezzamento da parte<br />
<strong>del</strong> pubblico.<br />
Nell’anno 2010 partecipa e viene premiata (1ª classificata)<br />
al Concorso Manifactory organizzato da<br />
Legambiente e Richard Ginori.<br />
Un concorso di idee per la produzione di oggettistica<br />
in porcellana di varia natura, un’occasione unica<br />
per unire le nuove proposte giovanili con le solide<br />
basi <strong>del</strong>l’artigianato <strong>del</strong> territorio.<br />
L’appoggio di Legambiente inoltre ha permesso di<br />
“salvaguardare l’arte” contribuendo ad attivare restauri<br />
e restituire alla cittadinanza il proprio patrimonio<br />
culturale.<br />
Ad oggi Elisa Verniani continua con passione e dedizione<br />
a svolgere la sua minuziosa attività di Decorazione<br />
presso la rinomata Gucci-Richard Ginori,<br />
ma allo stesso tempo tiene costanti le sue numerose<br />
passioni artistiche allo scopo di sviluppare ancor<br />
più le proprie capacità manuali e accrescere la propria<br />
conoscenza.<br />
91
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Daniela Vinattieri<br />
Il contatto costante con la vita degli ultimi, con<br />
le gioie e le disperazioni <strong>del</strong>l’esistenza, spingono<br />
Daniela alla composizione artistica in tutte le<br />
sue forme.<br />
Il rapporto diretto con la natura le rende possibile<br />
una riflessione a tutto tondo, un approfondimento<br />
culturale e metafisico quotidiano. Il distacco dalla<br />
società globalizzata le offre una visuale più chiara e<br />
critica <strong>del</strong>l’appiattimento culturale e sociale.<br />
La poltrona <strong>del</strong> potere, in contrapposizione la poltrona dei desideri,<br />
2014, lamiera mo<strong>del</strong>lata su legno e tecnica mista, cm. h 77<br />
Deinòs è una parola greca con un duplice significato:<br />
tremendo, spaventoso, ma anche meraviglioso<br />
e straordinario. Nella tragedia greca il termine si riferisce<br />
all’uomo e alla sua capacità di superare gli<br />
ostacoli grazie al proprio genio.<br />
L’uomo che cade e si rialza. L’uomo la cui grandezza<br />
è in grado di civilizzare il mondo e di distruggerlo<br />
nella sofferenza.<br />
Portati per natura alla ricerca di un contatto, ancorché<br />
difficile, viviamo compressi in una società che<br />
ci rende ardua ogni forma di dialogo veramente<br />
franco. Spesso incapaci di confrontarci con gli altri,<br />
abbiamo in noi e intorno a noi gioia e disperazione,<br />
solitudine e compagnia, fame e sazietà, povertà e<br />
ricchezza.<br />
Daniela analizza e ci racconta le dualità più profonde<br />
<strong>del</strong>l’essere umano, facendole emergere in ogni sua<br />
produzione. Le composizioni chiare e definite richiamano<br />
di mondi lontani e fantastici, i tagli sempre<br />
netti non lasciano mai un dettaglio inesplorato. I<br />
colori si fondono gradualmente nella comunicazione<br />
<strong>del</strong>la cangiante natura umana.<br />
TV, distorsione e appiattimento culturale, lamiera mo<strong>del</strong>lata, cm. 210x140<br />
Cell. +39 333 6801400<br />
danielavinattieri@hotmail.it - daniela-vinattieri.blogspot.it<br />
92
Artemisia Viscoli<br />
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Omphalos, 1996, xilografia a tre colori, cm. 60x100, carta giapponese<br />
avorio, cm. 70x110<br />
Artemisia Viscoli nasce a Camerino, nelle Marche,<br />
nel 1937. Vive in Toscana dai primi anni<br />
Cinquanta, quando con la famiglia lascia il<br />
paese natale per trasferirsi a Pienza. Finito il liceo,<br />
dopo qualche anno a Firenze, torna a vivere nelle<br />
campagne <strong>del</strong>l’Impruneta. Si iscrive alla Facoltà di<br />
Chimica, che presto abbandona in favore di Scienze<br />
Naturali, per poi dedicarsi all’insegnamento. Si sposa<br />
con Pietro Schiavone dal quale ha due figli. Lascia<br />
l’insegnamento, inizia a disegnare poi a dipingere<br />
e, nei primi anni Ottanta, si iscrive al corso di<br />
scultura <strong>del</strong>l’Istituto d’Arte a Firenze dove incontra<br />
come docente Marcello Guasti, più tardi suo compagno,<br />
che la aiutò moltissimo a tirare fuori le proprie<br />
possibilità creative. Inizia inoltre a scrivere pubblicando<br />
alcuni libri, il primo di questi è presentato al<br />
Caffè Giubbe Rosse.<br />
Dalla fine degli anni Ottanta è per Artemisia importantissimo<br />
uno studio presso il Conventino, luogo<br />
nel quale è libera di esprimersi e confrontarsi con<br />
altri artisti. In questi anni partecipa a diverse mostre<br />
ed iniziative culturali e, dalla metà degli anni Novanta,<br />
spesso in collaborazione con Marcello Guasti, a<br />
numerosi progetti pubblici che la portano a confrontarsi<br />
con dimensioni più grandi.<br />
Vive e lavora a Terzano con Marcello Guasti.<br />
La sua creatività ed il suo mondo interiore trovano<br />
sfogo sulla carta, scoprendo le mani quali strumenti<br />
inaspettati ed inusitati di creazione e rielaborazione<br />
<strong>del</strong> suo mondo interiore, <strong>del</strong>le ferite, <strong>del</strong>usioni e<br />
contraddizioni che la vita riserva.<br />
Alcune nuove scoperte si susseguono: prima il colore<br />
e quindi la pittura, poi la forma e la materia, per<br />
approdare alla scultura. Artemisia si muove liberamente,<br />
sperimentando nuovi linguaggi e modalità<br />
espressive e servendosi <strong>del</strong>le tecniche più diverse.<br />
Questa sua ecletticità e questa costante ricerca è<br />
quella di una persona che concepisce l’arte fondamentalmente<br />
come qualcosa di intimo, come mezzo<br />
espressivo ed emozionale.<br />
Le sue opere sono spesso caratterizzate da un insistente<br />
simbolismo, richiami alle scienze naturali,<br />
all’astronomia, al magico e al rituale, al mondo segreto<br />
e oscuro <strong>del</strong>l’inconscio, <strong>del</strong> sogno e <strong>del</strong>la<br />
paura, alla poesia e alle figure <strong>del</strong> mito.<br />
I colori, le linee, le forme si accostano in modo libero<br />
e personale, a volte stridono in contrasti che<br />
sembrano segnare il confine tra il mondo esterno e<br />
l’anima, tra la natura e l’artificio, tra l’istinto e la razionalità.<br />
Caterina Pacenti, 2014<br />
Via di Terzano, 61 - 50012 Bagno a Ripoli (FI)<br />
Tel. +39 055 631919 - artemisia.viscoli@gmail.com<br />
93
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Marco Zoli<br />
Questa è la pagina in cui di solito si trova un<br />
lungo discorso su chi siamo e cosa facciamo.<br />
In realtà il concetto che vorrei comunicare<br />
è che sono una persona che ama e crede nel<br />
suo lavoro. Sono appassionato per tutto ciò che è<br />
legato alla progettazione grafica, all’editoria digitale<br />
e ai simboli ed è per questo che oltre il lavoro sono<br />
propenso alla ricerca.<br />
Marco Zoli<br />
Percorsi, 2013, fotografia digitale, cm. 70x50<br />
Profumo, 2009, fotografia digitale, cm. 70x50<br />
È possibile visionare i miei lavori sul sito: www.marcozoli.it<br />
Cell. +39 335 495021 - info@marcozoli.it<br />
94
<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong> <strong>Chianti</strong><br />
Marco Zoli<br />
Phantomas, 2012, fotografia digitale, cm. 70x50<br />
Segni, 2012, fotografia digitale, cm. 70x50<br />
95
COLLANA<br />
<strong>Artisti</strong> in Toscana
Questo libro nasce dalla volontà di<br />
portare alla luce e far conoscere<br />
le personalità artistiche presenti<br />
nell’area geografica che si estende<br />
per molti chilometri attraverso alcune <strong>del</strong>le<br />
campagne più belle d’Italia: il <strong>Chianti</strong>.<br />
ISBN 978-88-6039-330-2<br />
E 15,00 (IVA inclusa)