marzo 2013 - Gttc.it

12
marzo 2013
ATTUALITA
Lo ha dichiarato l’Associazione russa dei produttori di tè e caffè
Nel 2013 aumento del costo
dell’espresso anche in Russia
Numerosi i fattori alla base del fenomeno tra cui gli elevati
costi di gestione dei locali
di Mattia Assandri
L’andamento del mercato del caffè
e l’incremento dei costi della
materia prima non preoccupa più
solo l’Europa e il Nord America, ma
anche la Russia. L’Associazione
russa dei produttori di tè e caffè
ha infatti recentemente paventato
ai media un possibile aumento del
prezzo di un espresso pari a cinque
rubli già a partire dal 2013.
La Russia è tra le nazioni nelle quali
la richiesta del chicco tostato è in
netta crescita anche se per ora il
consumo pro capite si attesta in
circa 1,5 chilogrammi l’anno, un
dato inferiore alla media dei Paesi
europei. Nonostante ciò una tazzina
o un cappuccino a Mosca hanno
un costo superiore rispetto alle altre
capitali europee sia a causa di
numerosi fattori tra i quali spiccano
gli elevati costi dei gestione dei
locali, sia per la richiesta di miscele
di alta qualità e di conseguenza
più costose.
“Non ho alcun dubbio che il prezzo
del caffè negli esercizi di
somministrazione al pubblico di
alimenti e bevande aumenterà nel
corso dell’anno in corso - ha
dichiarato Ramaz Chanturia, il
direttore generale dell’Associazione
russa dei produttori di tè e caffè -,
e ciò sarà dovuto a circostanze di
carattere macroeconomico,
all’aumento degli stipendi dei
dipendenti e numerosi fattori tra i
quali rientrano anche l’impennata
di tariffe in genere e l’inflazione”.
L’Associazione russa dei produttori
di tè e caffè rimarca poi come la
quotazione del chicco verde sulla
Borsa di Londra recentemente sia
salita ulteriormente di quasi l’1%
e quindi è ragionevole pensare che
i prezzi al consumo di espresso e
affini tenderanno a crescere
stabilmente addirittura per i
prossimi anni, almeno all’interno
dei confini russi.
Fattori ai quali si aggiungono altri
ragionamenti, dato che
in base a
numerosi studi e all’andamento dei
mercati, il consumo di caffè nel
globo è sicuramente destinato a
crescere nei prossimi anni e le
stime rilanciate dall’Associazione
russa dei produttori di tè e caffè
prospettano già, in base al bilancio
dell’ultimo raccolto dello scorso
anno, un deficit che ammonta a
circa 6 milioni di sacchi.
Una situazione che verrà resa
ancora più seria dalla costante
crescita della domanda, stimata
intorno al 2-3%, dovuta alle minori
esportazioni da parte dei Paesi
produttori per soddisfare la
domanda interna, che ovviamente
è strettamente connessa oltre che
con l’incremento della popolazione
anche con il miglioramento del
livello di vita in India, Sud-Est
Asiatico e Sud America.
A questo già di per sé stesso
complesso puzzle si aggiunge un
ulteriore tassello, ovvero la
scadenza tra due anni del periodo
di transizione legato all’ingresso
della Russia nella World Trade
Organization.
Nel 2015 i dazi per l’importazione
in Russia di caffè in grani, ma
anche macinato e solubile,
dovrebbero subire una riduzione e
ciò si ripercuoterà inevitabilmente
sui mercati.
In conclusione è importante
ricordare che il fattore che più di
tutti incide sui prezzi è l’andamento
dei raccolti, in particolare
dell’Arabica, e che quindi non
sempre le previsioni a lungo
termine nel campo del caffè
sono facili da azzeccare.