cronache delle gare - Federazione Ciclistica Italiana
cronache delle gare - Federazione Ciclistica Italiana
cronache delle gare - Federazione Ciclistica Italiana
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
CONVEGNO SUL DOPING<br />
tuzionale, …), nel caso specifico,<br />
significa:<br />
- conoscenza <strong>delle</strong> norme che<br />
regolano l’attività sportiva<br />
- conoscenza dei valori che sono<br />
alla base del proprio sport<br />
(ecco l’etica)<br />
- conoscenza degli effetti negativi<br />
(a volte mortali e devastanti)<br />
che la pratica del doping reca<br />
al fisico<br />
- conoscenza <strong>delle</strong> efficaci e<br />
corrette metodologie di preparazione<br />
atletica, e così via…<br />
Ma significa anche conoscenza,<br />
da parte di chi ha un ruolo nella<br />
gestione degli atleti, di tutti<br />
gli aspetti che li riguardano in<br />
funzione di una corretta azione<br />
contro il doping ed a favore<br />
della tutela della salute.<br />
Ed è su questo piano che l’attuale<br />
sistema va rafforzato.<br />
Nessuna azione contro il doping<br />
può con onestà essere dichiarata<br />
efficace se opera in<br />
modo prevalente (ai limiti dell’esclusivo)<br />
sugli atleti di élite.<br />
Nessun atleta ormai, nel ciclismo<br />
e nello sport in genere,<br />
matura la cultura dell’”aiuto<br />
purchessia” solo quando arriva<br />
alla categoria élite.<br />
La battaglia (sia in ambito culturale,<br />
che regolamentare, che<br />
operativo) va condotta a partire<br />
dalla categoria juniores. E’ in<br />
questa fascia che si formano e<br />
si modellano le caratteristiche<br />
psicofisiche dell’atleta.<br />
E’ in questa categoria che occorre<br />
investire (risorse, professionalità,<br />
attenzione, comunicazione...).<br />
E non vi è dubbio che in tale<br />
contesto solo le Federazioni<br />
Nazionali possono essere efficacemente<br />
presenti ed operative.<br />
Gli atleti juniores di oggi, quelli<br />
più dotati tecnicamente, sono<br />
gli atleti élite (e professionisti)<br />
di domani.<br />
Ogni realtà nazionale ha la<br />
possibilità di formare e accompagnare<br />
al traguardo di una attività<br />
di vertice atleti più “conosciuti”,<br />
più controllati e più preparati<br />
(in tutti i sensi) a gestirsi<br />
secondo codici condivisi e regole<br />
accettate.<br />
Perché ciò possa concretamente<br />
determinarsi, è necessario<br />
che tutto il movimento (a partire<br />
dalle realtà più avanzate)<br />
creda nella stessa esigenza e<br />
concorra a perseguire tale risultato.<br />
La condivisione di questa esigenza,<br />
vale a dire “collaboriamo<br />
per far crescere atleti più sani<br />
(da ogni punto di vista) e realizzare<br />
un ciclismo d’élite più trasparente<br />
e credibile”, è il primo<br />
importante passo che può aiutare<br />
chi su questa strada è già, con<br />
grande impegno avviato.<br />
L’esperienza di Italia e Francia,<br />
unitamente a quella di altre<br />
realtà (come quella tedesca)<br />
che stanno avviando tale percorso,<br />
può essere un utile riferimento.<br />
Stiamo da tempo lavorando su<br />
tutta la categoria juniores con<br />
grande sforzo affinché:<br />
- a fianco di ogni società con<br />
atleti di categoria juniores vi sia<br />
obbligatoriamente un medico<br />
sociale (specialista in medicina<br />
dello sport), inserito in un apposito<br />
albo federale;<br />
- ogni atleta juniores venga<br />
sottoposto periodicamente (3<br />
volte all’anno) ad una serie di<br />
accertamenti clinici, strumentali<br />
e di laboratorio;<br />
- i dati così raccolti siano registrati<br />
da parte del medico sociale<br />
in apposita cartella clinica<br />
(con modalità informatica);<br />
- ogni atleta juniores possa essere<br />
sottoposto in ogni momento<br />
a specifici controlli ematici<br />
fuori competizione.<br />
Abbiamo, altresì, attivato uno<br />
specifico monitoraggio (coordinato<br />
a livello centrale e con<br />
qualificata rete di laboratori)<br />
per un numero significativo<br />
(inizialmente 150) di atleti juniores,<br />
inseriti in apposito ranking<br />
federale che raggruppa le<br />
migliori potenzialità della categoria.<br />
Tale monitoraggio include<br />
anche i parametri ormonali e<br />
si protrarrà parallelamente al<br />
proseguo della carriera di ciascun<br />
atleta fino al suo eventuale<br />
approdo nella categoria<br />
professionisti.<br />
Contestualmente, tale ranking<br />
prevede l’inserimento, ogni anno,<br />
di un certo numero di atleti<br />
che arrivano alla categoria juniores<br />
da quella inferiore.<br />
Questa azione che stiamo conducendo<br />
e che viaggia in parallelo<br />
con l’esperienza della <strong>Federazione</strong><br />
francese, richiede ovviamente<br />
un grande sforzo organizzativo<br />
ed operativo (oltre<br />
che di risorse).<br />
E’ uno sforzo però che vale la<br />
pena sostenere, se può collocarsi<br />
in modo coerente e sinergico<br />
con tutti gli altri momenti<br />
di lavoro in ogni ambito istituzionale.<br />
Affinché ciò avvenga è necessaria<br />
una visione condivisa del<br />
ruolo fondamentale che le singole<br />
Federazioni Nazionali hanno<br />
e devono avere nel sistema<br />
globale della “lotta al doping e<br />
tutela della salute”.<br />
E’ necessario che vi sia un coordinamento<br />
tra le varie realtà federali,<br />
dei loro metodi di lavoro<br />
e uno scambio d’informazioni<br />
anche sui dati del monitoraggio<br />
dei dati, che consentano davvero<br />
una “conoscenza” condivisa<br />
e trasparente sul profilo<br />
biologico e medico degli atleti<br />
che arrivano al professionismo.<br />
Occorre, pertanto, armonizzare<br />
tale lavoro.<br />
Un importante passo in questa<br />
direzione è stato la volontà<br />
espressa, all’informale tavolo di<br />
incontro tra il Dott. Mario Zorzoli<br />
dell’UCI ed i responsabili<br />
sanitari della <strong>Federazione</strong> ciclistica<br />
italiana, francese e tedesca,<br />
di costituire un gruppo di<br />
lavoro per armonizzare i protocolli<br />
sul monitoraggio relativo<br />
alle categorie minori e anche<br />
studiare modalità condivise ed<br />
integrate per la gestione dei<br />
dati.<br />
Questa ipotesi pone il problema,<br />
in termini più estesi, della<br />
gestione dei dati conseguenti a<br />
tutti i controlli (sia in ambito di<br />
controlli antidoping che di tutela<br />
della salute).<br />
“ Meglio” e “di più” conoscere,<br />
significa meglio lavorare; e<br />
questo vale per ogni realtà<br />
chiamare a cooperare nel sistema.<br />
Numerosi e positivi sono già i<br />
momenti nei quali si “lavora<br />
coordinati”, ma molto ancora si<br />
può e si deve fare. Un concreto<br />
riferimento riguarda il problema<br />
dei certificati per le esenzioni<br />
terapeutiche.<br />
Sarebbe buona cosa, così come<br />
avviene per situazioni quali il riconoscimento<br />
di ematocrito<br />
naturalmente elevato, prevedere<br />
che la certificazione di particolari<br />
situazioni di salute, che<br />
richiedano terapie specifiche,<br />
sia prodotta da specialisti operanti<br />
presso Centri proposti ed<br />
“accreditati” dalle singole realtà<br />
nazionali (dalla UCI per la<br />
categoria professionisti) secondo<br />
comuni protocolli.<br />
Altro terreno di lavoro potrebbe<br />
essere la gestione dei risultati<br />
per esiti avversi. In questi casi,<br />
si potrebbe prevedere il coinvolgimento<br />
del direttore sportivo,<br />
del medico sociale e del<br />
presidente di società come persone<br />
presumibilmente informate<br />
dei fatti, in modo che sappiano<br />
di dover rispondere in procedimenti<br />
per doping a carico<br />
di un loro atleta.<br />
A tale riguardo, dovrebbero essere<br />
delineate con chiarezza le<br />
funzioni e responsabilità di prevenzione<br />
e vigilanza per i direttori<br />
sportivi, presidenti di società<br />
e medici, approfondendo<br />
costantemente il loro ruolo nelle<br />
vicende di doping e prevedendo<br />
adeguate sanzioni, in<br />
caso di responsabilità oggettiva,<br />
anche per le squadre a cui<br />
appartengono gli atleti coinvolti.<br />
numero 44<br />
Il Mondo del Ciclismo<br />
5