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Efrem il Siro († 373)<br />
me, si lascia trasportare dal suo<br />
fervore religioso e poetico e mette<br />
sulla bocca della Madonna<br />
questi versi, una specie di ninnananna<br />
della Madre di Dio al Suo<br />
Bambino, che adora: “Maria effondeva<br />
il suo cuore con inimitabili<br />
accenti e cantava il suo canto<br />
di culla: «Chi mai diede alla<br />
solitaria di concepire e dare alla<br />
luce colui che insieme è uno e<br />
molti, piccolo e grande, tutto in<br />
me e tutto dovunque Il giorno<br />
in cui Gabriele entrò presso di<br />
me povera, in un istante mi ha fatto<br />
signora ed ancella. Perché io<br />
sono ancella della tua divinità,<br />
ma anche madre della tua umanità,<br />
o Signore e Figlio mio!»”.<br />
Compartecipe della gloria<br />
Qualche volta Efrem aggiunge<br />
dei particolari che non sono riportati<br />
nei Vangeli. Potremmo<br />
dire che si permette delle “licenze<br />
poetiche”. Una di queste è<br />
veramente felice e appare ragionevolmente<br />
vera. Si tratta della<br />
credenza secondo la quale il Signore<br />
Risorto sia apparso subito<br />
a sua Madre. Scrive Efrem:<br />
“Va’, di’ ai miei fratelli: «Io salgo<br />
al Padre mio e Padre vostro».<br />
Maria, come fu presente al primo<br />
miracolo, così ebbe le primizie<br />
della risurrezione dagli inferi”.<br />
Molti santi ed alcuni mistici<br />
hanno confermato questa opinione,<br />
molto radicata nella pietà<br />
popolare: Maria, come fu partecipe<br />
del dolore del Crocifisso,<br />
così per prima dovette gioire della<br />
gioia del Risorto. I poeti certe<br />
volte sono grandi teologi.<br />
Efrem ne è una dimostrazione.<br />
Sant’Efrem il Siro, è il massimo poeta<br />
dell’era patristica. Nella sua composizione<br />
poetica, si avvalse di una<br />
forma particolare che gli era specialmente<br />
congeniale: la prosa metrica<br />
(memre). Seguace della scuola<br />
teologica di Antiochia, scrisse molto<br />
per difendere la fede dagli attacchi<br />
degli gnostici.<br />
Un prodigio la Madre Tua!<br />
Nel far vibrare le corde del<br />
suo cuore, che sembra che non si<br />
stanchi mai di celebrare la bellezza<br />
e la grandezza di Maria,<br />
intuisce che c’è una profonda somiglianza<br />
tra la Madonna e la<br />
Chiesa. Entrambe sono accomunate<br />
da molteplici tratti. Come<br />
sempre, Efrem esprime questi<br />
concetti con la sua arte, delicata<br />
e robusta allo stesso tempo, impregnata<br />
di reminiscenze bibliche.<br />
“La Chiesa ci ha dato il pane<br />
vivo, al posto di quegli azimi<br />
che aveva dato l’Egitto. Maria ci<br />
ha dato il pane che nutre veramente,<br />
invece del pane della fatica<br />
che Eva ci aveva procurato”.<br />
Un illustre studioso di Efrem<br />
e di tutta l’antica letteratura cristiana<br />
in lingua siriaca (una lingua<br />
molto simile a quella che<br />
parlava Gesù, l’aramaico), ha detto<br />
che per questo Padre della<br />
Chiesa la Vergine Santa è per lui<br />
una persona alla quale si sente intimamente<br />
legato e verso la quale<br />
si ritiene obbligato da un debito<br />
di immensa riconoscenza<br />
per il contributo offerto dalla Madonna<br />
alla salvezza dell’umanità.<br />
Efrem si sente attratto dalla<br />
Madonna. Il mistero che promana<br />
dalla sua figura lo riempie di<br />
ammirazione e di stupore: “Nessuno,<br />
o Signore sa come chiamare<br />
la madre tua. Se la chiama<br />
Vergine, vi è la presenza del Figlio;<br />
se la chiama sposa, si rende<br />
conto che nessuno l’ha conosciuta.<br />
Un prodigio è la Madre<br />
tua! Il seno della madre tua ha<br />
sovvertito l’ordine delle cose. Il<br />
Creatore di tutte le cose vi entrò<br />
ricco e ne uscì mendicante. C’è<br />
un bambino nell’utero e il sigillo<br />
verginale rimase illeso. O grande<br />
portento!”. Efrem, pur esprimendosi<br />
con immacolato rispetto,<br />
si rivolge a Lei con quella<br />
confidenza da cui nasce la preghiera<br />
fiduciosa, come quella che<br />
riportiamo di seguito a conclusione<br />
della nostra presentazione<br />
del pensiero mariologico di<br />
Efrem il Siro, e che sembra anticipare<br />
di secoli, altre preghiere<br />
accorate alla Madre di Dio,<br />
composte da altri santi: “O Maria,<br />
nostra mediatrice, in te il genere<br />
umano ripone tutta la sua<br />
gioia. Da te attende protezione.<br />
In te solo trova il suo rifugio. Ed<br />
ecco, anch’io vengo a te con tutto<br />
il mio fervore, perché non ho<br />
coraggio di avvicinarmi a tuo Figlio:<br />
pertanto imploro la tua intercessione<br />
per ottenere salvezza.<br />
O tu che sei compassionevole,<br />
o tu che sei la Madre del Dio<br />
di misericordia, abbi pietà di me”.<br />
Roberto Spataro<br />
Studium Theologicum Salesianum<br />
Gerusalemme<br />
e-mail: silvaestudiosus@libero.it<br />
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