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tema | ambiente in rete<br />

Vado in biblioteca con un clic<br />

Video, articoli, documenti e immagini. Le ricerche scolastiche Oggi si fanno sul web<br />

Tre casi di studio sui disastri ambientali<br />

Bianca La Placa<br />

«Ai miei tempi le ricerche<br />

si facevano in<br />

biblioteca».«Io ritagliavo<br />

foto di piante e animali da fascicoli che<br />

compravo apposta in edicola». Sembrano<br />

frasi di un’era preistorica, eppure le<br />

generazioni precedenti agli studenti di<br />

oggi facevano così per preparare tesi e<br />

tesine, dalle elementari all’università<br />

Adesso c’è il web. E tutto succede lì.<br />

Primo passo, aprire il motore di ricerca<br />

più usato al mondo: Google e cominciare<br />

a selezionare le informazioni.<br />

La prima videata rimanda quasi esclusivamente<br />

a siti dei maggiori media: AGI, La<br />

Repubblica, Tg 24 Sky, <strong>Il</strong> sole 24 ore, ANSA,<br />

Tgcom, Corriere, Panorama, Rai news 24,<br />

segno che il fatto è ancora di grandissima<br />

attualità. Ad oggi (la nostra ricerca è dell’11<br />

luglio) il bilancio di uccelli e animali marini<br />

vittime del disastro è crescente. Molti<br />

animali semplicemente affondano sotto<br />

L’aspetto economico del problema è uno<br />

degli elementi più ricercati. Secondo gli<br />

analisti di Crédit Suisse, i cui dati sono stati<br />

pubblicati in prima pagina dal Washington<br />

Post, il danno ammonterà a 31 miliardi<br />

di dollari, circa 25.8 miliardi di euro. Sinora<br />

il prezzo delle operazioni di pulitura e di<br />

copertura del pozzo si sono aggirate intorno<br />

ai 990 milioni di dollari, con una media<br />

giornaliera che varia tra i <strong>14</strong> e i 30 milioni<br />

di dollari. Ma questa cifra non è nulla in<br />

confronto alla montagna di soldi che si<br />

La piattaforma petrolifera esplosa nel Golfo del Messico, le conseguenze dell’inquinamento sulle coste americane, il presidente Obama sulle coste toccate dalla marea nera<br />

Come si scrive quella certa cosa, come si<br />

traduce C’è una foto Un video Si, c’è.<br />

Praticamente sempre. Basta cercarla. In<br />

fondo sempre di ricerca si tratta, cambia<br />

il mezzo ma l’obiettivo è sempre quello:<br />

conoscere, imparare, apprendere.<br />

E allora proviamo a cercare anche noi,<br />

tra le tante ricerche possibili e vediamo<br />

cosa succede.<br />

Deepwater Horizon<br />

Immaginiamo che ci venga chiesta una<br />

tesina sulla marea nera che dal 20 aprile<br />

scorso, dopo l’esplosione e il crollo della<br />

piattaforma petrolifera Deepwater Horizon<br />

della Bp, ha invaso non solo il mare<br />

del Golfo del Messico, ma anche i nostri<br />

teleschermi e i nostri discorsi. È l’ultimo,<br />

gravissimo, danno ambientale con il quale<br />

dobbiamo confrontarci. Si parla, infatti,<br />

di 3-5 milioni di barili di petrolio finiti in<br />

mare, con 700 chilometri di costa tra Texas,<br />

Louisiana, Mississippi, Alabama e<br />

Florida inquinati dalla marea nera.<br />

la chiazza e non sono più ritrovati. Come il<br />

pellicano marrone, l’uccello simbolo della<br />

Louisiana, che dopo essere stato per molti<br />

anni in pericolo di estinzione era stato cancellato<br />

solo l’anno scorso dalla lista delle<br />

specie a rischio.<br />

Le conseguenze sono gravissime sia dal<br />

punto di vista economico che ecologico<br />

e le operazioni a <strong>15</strong>00 metri di profondità<br />

per tentare di limitare la peggiore<br />

catastrofe ambientale degli Stati Uniti<br />

sono seguite dalle telecamere che le rilanciano<br />

in diretta sul web.<br />

Ma come è fatta una “marea nera” Ce<br />

lo dice, anzi ce lo mostra, Euronews<br />

(http://it.euronews.net/2<strong>01</strong>0/07/<strong>06</strong>/<br />

marea-nera-tracce-greggio-in-texas/),<br />

Piero Angela ne parla su YouTube (www.<br />

youtube.com/watchv=DyQ5Ye9E-uU)<br />

mentre per quanto riguarda i danni economici<br />

e le responsabilità politiche si<br />

può dare un’occhiata a Sky (http://tg24.<br />

sky.it/tg24/mondo/2<strong>01</strong>0/<strong>06</strong>/13/marea_nera_obama_nytimes.html)<br />

dovranno spendere in futuro: secondo<br />

questo studio, per terminare le operazioni<br />

di pulitura del Golfo, tra mare e coste,<br />

serviranno tra gli 11 e i 17 miliardi. A questi<br />

vanno aggiunti i circa <strong>14</strong> miliardi necessari<br />

per risarcire i danni che la marea di petrolio<br />

sta già causando all’industria della pesca<br />

e del turismo. <strong>Il</strong> gigante petrolifero Bp<br />

ha fatto sapere che procederà nel pagare<br />

risarcimenti alle vittime della marea «per<br />

tutto il tempo che sarà necessario».<br />

Ma ci sono anche altri modi per fare una<br />

ricerca su Internet. Ne sa qualcosa Michele<br />

che chiede «chi sa farmi un tema sulla<br />

marea nera». La risposta non si fa attendere<br />

e Lory risponde con un’argomentata<br />

paginetta che ripercorre date, fatti,<br />

cifre e sviluppi della questione (http://<br />

it.answers.yahoo.com/question/indexq<br />

id=2<strong>01</strong>0<strong>06</strong>180356<strong>14</strong>AAqzYZb)<br />

Bhopal e Chernobyl<br />

Passiamo a un’altra ricerca, ad esempio<br />

su altri grandi disastri ambientali quali<br />

20 .eco n. 7 - settembre 2<strong>01</strong>0<br />

www.educazionesostenibile.it

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