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interviste impossibili<br />

L’origine di tutte le cose<br />

Intervista fantastica a Eraclito<br />

Tiziana C. Carena<br />

Eraclito di Èfeso (544/541-484/481) filosofo greco, autore di<br />

un’opera intitolata Sulla natura di cui ci restano oltre un centinaio<br />

di citazioni. Tra le raccolte delle testimonianze antiche sulle sue<br />

dottrine ricordiamo Eraclito, testimonianze,<br />

frammenti e imitazioni con <strong>intro</strong>duzione di<br />

Giovanni Reale, Milano, Bompiani, 2007.<br />

Un’ottima guida al suo pensiero è il volume di<br />

Renato Laurenti, Eraclito, Bari, Laterza, 1974.<br />

Se ne sta di fronte allo strapiombo<br />

sopra la spiaggia, avvolto in una<br />

leggera tunica bianca, e guarda<br />

i bagnanti di sotto, su una spiaggia non<br />

lontano da Napoli. È proprio Eraclito di<br />

Èfeso, il filosofo dalla parola oscura e<br />

oracolare. È solo e pensoso, senza venir<br />

fuori da una poesia di Petrarca, immerso<br />

Eraclito nella riflessione sui suoi “frammenti” o<br />

“aforismi”, o ancora “sentenze”, “oracoli”,<br />

oppure, molto più semplicemente “sulla natura”. A incontrarlo,<br />

questa volta, è Omero.<br />

«Ma come le hanno interpretate le mie parole, in quanti modi<br />

diversi, sono stato davvero così poco chiaro Eppure, mi<br />

sembrava che quando uno scrive “La natura ama nascondersi”<br />

tutto sia chiaro. Io ho imparato tutto da me stesso, non sono<br />

stato discepolo di nessuno, non ho creato una scuola di<br />

pensiero, proprio perché ciascuno ha la sua verità e perché le<br />

cose sono in eterno movimento – anche la verità lo è. Sembra<br />

che sia difficile persino il mio uso del termine “fuoco”, il più<br />

semplice e fondamentale fattore tecnologico, anche su questo<br />

hanno lavorato su, si sono scaldati (ah ah! Scusate il gioco di<br />

parole) a definire il fuoco».<br />

Ma guarda chi si vede… Professor Eraclito!<br />

«Ma non chiamarmi così, lo sai che non sono professore! Allora,<br />

Omero, dimmi, perché hai fatto nascere nella stessa notte<br />

Polidamante ed Ettore, con la stessa configurazione astrale, e<br />

non hai dato a loro le stesse abilità».<br />

Perché non sono nati nella stessa ora, per cui la configurazione<br />

astrale non è la medesima! Ma tu scrivi sulla natura, dovresti<br />

saperle queste cose!<br />

«Ma io non sono astrologo! Sei tu l’esperto dei pianeti e del<br />

quadro astrale che influenzano l’agire umano».<br />

A proposito di natura, fammi un breve sunto del tuo lavoro su<br />

questo tema...<br />

«<strong>Il</strong> fuoco è l’origine di tutte le cose e nel fuoco esse ritorneranno<br />

quando si sarà compiuto il “grande anno”, con una conflagrazione<br />

cosmica. <strong>Il</strong> fuoco produce tutti gli altri elementi per rarefazione<br />

e per condensazione. Esso va identificato con la ragione il cui<br />

movimento genera tutte le cose. La ragione si muove attraverso la<br />

lotta fra i contrari. Le cose esistono grazie alla guerra tra contrari.<br />

La guerra tra i contrari è la nascosta armonia che genera ogni<br />

cosa. Ma gli uomini nel conflitto non vedono armonia. Per questo<br />

ho scritto “la natura ama nascondersi”».<br />

Ma che bravo, professore! Hegel ti considera il “mostro” della<br />

dialettica. Ti avesse mai letto Heidegger chissà come sarebbe<br />

stato contento!<br />

«Non vorrei darti dell’ignorante, ma Heidegger mi ha letto,<br />

eccome! Ma non scendiamo nei frammenti di questi pensieri. Al<br />

massimo mi muovo per sentieri interrotti, cercando l’essere nel<br />

tempo, qua e là».<br />

Comunque tu parli di contrari. E le mie opere che cosa ti<br />

sembrano In esse c’è la celebrazione dei contrari, nella<br />

forma della guerra (<strong>Il</strong>iade) e nella forma della lotta con il mare<br />

(Odissea). Però non posso certo dire che la lotta sia piacevole e<br />

neanche che sia tanto armonica!<br />

«Andiamo al sodo: è vergognoso che tu abbia escluso la contesa<br />

fra gli dèi come fra gli uomini (<strong>Il</strong>iade XVIII 107 ss.)».<br />

Ma allora c’era il dente avvelenato! Basta dire chiaramente le<br />

cose… Chiedimi di parlare in modo aderente alla realtà della<br />

contesa che è centrale nel tuo pensiero. Poi sei perplesso che i<br />

tuoi frammenti seguano varie interpretazioni. Ma questo, come<br />

vedi, ha un perché…<br />

«Certo: perché le tue opere sono pervenute integre, le mie,<br />

invece, a frammenti!».<br />

Ma sei ingenuo o pensi veramente che sia solo un problema di<br />

conservazione. Anzi, aggiungo: chi viene conservato interamente<br />

è riuscito a comunicare il valore intrinseco di quello che ha scritto.<br />

E poi proprio tu, caro il mio professore “Come sottrarsi a ciò che<br />

mai tramonta” pensa al tuo fuoco, non ti scaldare. Quel fuoco che<br />

non si spegne mai, il lògos che tutto vede. •<br />

42 .eco n. 7 - settembre 2<strong>01</strong>0<br />

www.educazionesostenibile.it

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