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03/2010 - Auditorium Parco della Musica

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OPERA/VINCENZO SCHINO<br />

“Voilà” opera (53’)<br />

Cura <strong>della</strong> visione e regia Vincenzo Schino<br />

Con Marta Bichisao, Riccardo Capozza, Gaetano Liberti, h.e.r.<br />

GIOVEDI 4 MARZO<br />

Sala Petrassi ore 18<br />

Voilà.<br />

Ecco.<br />

In un’intervista Carmelo Bene parla di Buster Keaton. Immaginando la terra<br />

sferica e unta di sapone si scivola e si scivola continuamente… Talvolta ci si<br />

rialza per compiere degli “et voilà!” per poi ricominciare a cadere.<br />

Ecco.<br />

A mani vuote davanti ad uno sguardo. Il vostro e il nostro.<br />

Voilà è il luogo dove una dopo l’altra, svolgendosi, ci hanno portato gli studi<br />

chiamati operette.<br />

Una staffetta.<br />

Un occhio che si apre, si spalanca, perde la palpebra e non può più<br />

richiudersi.<br />

Cieco.<br />

Lavorare sulla visione con la cecità. Cosa vede un cieco dalla nascita<br />

Al risveglio si aprono gli occhi e la sensazione non è di vista. È di<br />

accecamento, di bagliore.<br />

Voilà in francese vuol dire ecco. Voilè vuol dire velato.<br />

I gattini, appena nati hanno un velo sugli occhi.<br />

…e ci sono dei fili, da qualche parte.<br />

DANIELE TIMPANO/<br />

amnesiA vivacE<br />

“Dux in scatola. Autobiografia<br />

d’oltretomba di Mussolini<br />

Benito” (65’)<br />

Uno spettacolo di e con Daniele Timpano<br />

Collaborazione artistica Valentina Cannizzaro, Gabriele Linari<br />

Finalista del Premio Scenario 2005<br />

GIOVEDI 4 MARZO<br />

Teatro Studio ore 19.30<br />

Un attore – solo in scena con l’unica compagnia di un baule che viene<br />

spacciato come contenente le spoglie mortali di “Mussolini Benito”– racconta<br />

in prima persona le rocambolesche vicende del corpo del duce, da Piazzale<br />

Loreto nel ’45 alla sepoltura nel cimitero di San Cassiano di Predappio nel<br />

’57. Alle avventure post-mortem del cadavere eccellente si intrecciano brani<br />

di testi letterari del Ventennio (Marinetti, Gadda, Malaparte…), luoghi comuni<br />

sul fascismo, materiali tra i più disparati provenienti da siti web neofascisti,<br />

nel tentativo di tracciare Il percorso di Mussolini nell’immaginario degli<br />

italiani, dagli anni del consenso agli anni <strong>della</strong> nostalgia. L’attore, costretto ad<br />

avvicinare la materia da una lontananza cronologica e ideologica immensa,<br />

gioca una identificazione posticcia con l’oggetto del suo racconto, parlando<br />

sempre in prima persona, come se il suo corpo contenesse la forza criminale<br />

del fascismo tra le sue quattro ossa.<br />

L’assimilazione forzata tra il soggetto (Daniele Timpano: “sinistramente” vivo)<br />

e l’oggetto (Mussolini Benito: “destramente” morto) del racconto riconferma<br />

la lontananza irriducibile tra due visioni del mondo inconciliabili.<br />

SINEGLOSSA<br />

“Remember me” (18’)<br />

Con Simona Sala, Giancarlo Sessa<br />

Voce live Giancarlo Sessa<br />

Foto: Rosalia Filippetti<br />

GIOVEDI 4 MARZO<br />

Studio 3 ore 20.30 e 22<br />

posti limitati<br />

Remember me nasce dagli elementi del maschile e del femminile che si<br />

mostrano, confondono e poi uniscono prima di scomparire; dalla<br />

frammentazione del corpo umano in parti non riconducibili ad un'identità<br />

certa; dal mito come chiave del presente. Le domande sostanziali sul senso<br />

<strong>della</strong> rappresentazione (cosa facciamo qui cosa stanno facendo gli attori<br />

dietro a questi schermi, sotto a quelle luci) affiorano in lontananza insieme<br />

all'eco di un’immagine che le porta con sé. Si tratta di corpi che esistono<br />

nello stesso spazio di fruizione di chi guarda; miraggi non registrati altrove,<br />

ma presenti nell’hic et nunc che è prerogativa essenziale e commovente del<br />

teatro, che si spostano nel terreno ambiguo dove la presenza reale tende<br />

alla sparizione.<br />

Didone, prima di suicidarsi per il dolore provocato dalla partenza di Enea,<br />

chiede di essere ricordata: Remember me, grida. Cosa sarebbe successo se<br />

anche Enea, nello stesso istante, avesse pronunciato le stesse parole Tutto<br />

accade mentre una voce dalle tinte ambigue sta cantando il Lamento di<br />

Didone di Henry Purcell.<br />

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