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Autorità <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

DCE2007/60 e DLgs 49/2010: Mappe <strong>di</strong> pericolosità e <strong>di</strong> rischio<br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

MAPPE DI RISCHIO<br />

Il metodo<br />

Le mappe <strong>di</strong> rischio devono in<strong>di</strong>care le potenziali conseguenze negative degli eventi alluvionali<br />

nei confronti <strong>del</strong>la salute umana, <strong>del</strong>l’ambiente, <strong>del</strong> patrimonio culturale e <strong>del</strong>le attività<br />

economiche (art.5 c.6 DLgs 49/2010).<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista metodologico gli in<strong>di</strong>rizzi operativi concordati in fase preliminare in<strong>di</strong>cano <strong>di</strong><br />

ricorrere al metodo semplificato <strong>di</strong> natura prevalentemente qualitativa <strong>di</strong> seguito sintetizzato.<br />

Posta la formula <strong>del</strong> rischio:<br />

R = P x E x V = P x Dp<br />

in cui P è la pericolosità, E rappresenta il valore degli elementi esposti, V la vulnerabilità, Dp il<br />

danno potenziale ed R quantifica il rischio, il metodo scelto assume Vulnerabilità unitaria per<br />

tutti gli elementi esposti ipotizzando per ognuno <strong>di</strong> essi un danno pari al suo intero valore in caso<br />

<strong>di</strong> evento alluvionale che lo coinvolge.<br />

Tale scelta è giustificata dalla complessità richiesta da analisi <strong>di</strong> vulnerabilità complete ed<br />

atten<strong>di</strong>bili ed è connessa al grado <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento me<strong>di</strong>amente <strong>di</strong>sponibile a scala <strong>di</strong> bacino e<br />

a livello nazionale relativamente alle informazioni <strong>di</strong> pericolosità (caratteristiche <strong>del</strong> deflusso,<br />

battenti, velocità).<br />

Il metodo ha previsto pertanto le seguenti fasi:<br />

- Raccolta ed organizzazione <strong>del</strong>la base dati degli elementi a rischio secondo le<br />

macrocategorie richieste dalla <strong>di</strong>rettiva e dal decreto<br />

- Raggruppamento dei <strong>di</strong>versi elementi esposti secondo quattro classi <strong>di</strong> danno potenziale 13<br />

- Elaborazione degli strati informativi <strong>del</strong> rischio tramite incrocio tra gli strati <strong>di</strong> pericolosità<br />

e quelli <strong>di</strong> danno potenziale secondo la matrice <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> seguito riportata, coerente con<br />

gli in<strong>di</strong>rizzi operativi ministeriali.<br />

13 • D4 (Danno potenziale molto elevato): aree in cui si può verificare la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> vite umane, ingenti danni ai<br />

beni economici, naturali storici e culturali <strong>di</strong> rilevante interesse, gravi <strong>di</strong>sastri ecologico –ambientali;<br />

• D3 (Danno potenziale elevato): aree con problemi per l’incolumità <strong>del</strong>le persone e per la funzionalità <strong>del</strong><br />

sistema economico, aree attraversate da linee <strong>di</strong> comunicazione e da servizi <strong>di</strong> rilevante interesse, le aree se<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

importanti attività produttive;<br />

• D2 (Danno potenziale me<strong>di</strong>o): aree con limitati effetti sulle persone e sul tessuto socio-economico. Aree<br />

attraversate da infrastrutture secondarie e attività produttive minori, destinate sostanzialmente ad attività agricole o<br />

a verde pubblico;<br />

• D1 (Danno potenziale moderato o nullo): comprende le aree libere da inse<strong>di</strong>amenti urbani o produttivi dove<br />

risulta possibile il libero deflusso <strong>del</strong>le piene.<br />

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