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Le assicurazioni per i danni da catastrofe naturale - Autorità di ...

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Autorità <strong>di</strong> BacinoBACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIOLE ASSICURAZIONI PER I DANNIDA CATASTROFE NATURALERiflessioni e contributo conoscitivoPROGETTI PER LO SVILUPPOL’acqua: problema e risorsaRiflessioni e proposte nel terzo millennioLucca – 18 e 19 Novembre 20021


INDICETitoloPag.Introduzione …………………………………………………………. 1I. La legislazione spagnola…………………………………………… 3II.III.IV.La legislazione degli StatiUniti……………………………………4Il quadro normativo francese precedentealla riforma del 1982……………………………………………….. 7Il sistema ibrido <strong>di</strong> indennizzo istituito<strong>da</strong>lla legge 82-600 del 1982 ……………………………….…….. .8V.Piani <strong>di</strong> Prevenzione del Rischio Naturale Preve<strong>di</strong>bile:il tentativo <strong>di</strong> integrare il regime <strong>di</strong> indennizzocon una politica <strong>di</strong> Prevenzione………………………………….. 10VI. Crisi del principio <strong>di</strong> soli<strong>da</strong>rietà nazionale ……………………. 12VII.Il tentativo <strong>di</strong> introdurre il <strong>di</strong>battitosull’assicurazione del <strong>da</strong>nno <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>in Italia: i progetti <strong>di</strong> legge presentati nel corsodelle passate legislature……………………………………………. 13Conclusioni …………………………………………………………… 162


Introduzione<strong>Le</strong> catastrofi naturali, che hanno colpito in questi ultimi tempi il territorio <strong>di</strong> moltiPaesi europei e che appaiono sempre più numerose e <strong>di</strong>struttive, hanno ria<strong>per</strong>to, nellacomunità scientifica e politica, un <strong>di</strong>battito acceso sulle loro cause, sui loro effetti esoprattutto sulle politiche più idonee <strong>per</strong> affrontarle e contenerle. Negli ultimi anni, nel nostroPaese, tali eventi naturali sono stati affrontati nel segno dell’emergenza, convogliando <strong>di</strong> fattoverso politiche <strong>di</strong> riparazione ingenti risorse dello Stato, che venivano <strong>di</strong> conseguenzasottratte a politiche <strong>di</strong> prevenzione.Nella comunità scientifica e politica sono sempre più frequenti le voci <strong>di</strong> coloro chechiedono <strong>di</strong> contrastare la logica emergenziale sinora dominante, anche ricorrendo a soluzioninormative innovative 1 . Particolare importanza assumono, in questo senso, le legislazioni <strong>di</strong>numerosi Paesi europei ed extraeuropei (<strong>da</strong>lla Spagna al Belgio, <strong>da</strong>lla Svizzera alla Francia,<strong>da</strong>gli Stati Uniti al Giappone), che, in progresso <strong>di</strong> tempo, hanno scelto <strong>di</strong> affrontare erisolvere il problema dei <strong><strong>da</strong>nni</strong> provocati <strong>da</strong> catastrofi naturali attraverso il sistema delle<strong>assicurazioni</strong> private nazionali ed internazionali. Noi esamineremo, in particolare, <strong>per</strong> la lorotipicità ed esemplarità, <strong>da</strong> prima, l’es<strong>per</strong>ienza spagnola, che è la più antica, risalendo al tempodella guerra civile, e che è caratterizzata <strong>da</strong>l massimo intervento <strong>da</strong> parte dello Stato, <strong>da</strong>lmomento che una struttura pubblica è stata investita, in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> monopolio, del compito<strong>di</strong> gestire un sistema assicurativo <strong>per</strong> conto della collettività. Passeremo poi ad analizzarel’es<strong>per</strong>ienza americana, che costituisce <strong>per</strong> converso un modello esemplare <strong>di</strong> remissione almercato dei problemi dell’assicurazione <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, giacché i premi assicurativisono qui stabiliti secondo le regole classiche del mercato assicurativo. Infine, una posizionecentrale verrà <strong>da</strong> noi riservata alla legislazione francese, un sistema <strong>per</strong> così <strong>di</strong>re misto, che,ad avviso nostro e <strong>di</strong> molti o<strong>per</strong>atori del settore, costituisce il modello migliore <strong>per</strong> le esigenzedel nostro Paese: nell’analizzarlo, de<strong>di</strong>cheremo innanzitutto un esame preliminare al sistemafrancese preesistente alla riforma del 1982, <strong>per</strong> mostrarne le analogie con l’attuale quadronormativo italiano in materia <strong>di</strong> catastrofi naturali; valuteremo poi, nel successivo paragrafo,la novità della legislazione francese, che consiste essenzialmente nell’obbligo, imposto allesocietà <strong>di</strong> assicurazione, <strong>di</strong> garantire il rischio <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, vincolandole ad inserireuna apposita clausola assicurativa in ogni polizza stipulata <strong>per</strong> coprire gli assicurati <strong>da</strong>l rischio1Cfr G.L. PRIEST, 1996, The Government, the Market, and the problem of Catastrophic loss, 12 Journal of Risk andUncertainty, 219, il quale mostra come il problema dello s<strong>per</strong><strong>per</strong>o <strong>di</strong> ingenti fon<strong>di</strong> governativi in seguito a calamitànaturali sia un fenomeno comune anche agli Stati Uniti. L’autore cita il caso dei fon<strong>di</strong> stanziati nel 1993 allepopolazioni colpite <strong>da</strong>ll’uragano Andrews e che egli, citando due rapporti governativi, denuncia essere stati impiegati<strong>per</strong> gli scopi più <strong>di</strong>versi, spesso senza connessione con i <strong><strong>da</strong>nni</strong> subiti <strong>da</strong>lle popolazioni.3


<strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o, o <strong>di</strong> altra forma <strong>di</strong> <strong>da</strong>nneggiamento materiale, <strong>di</strong> beni mobili ed immobili: taleclausola <strong>di</strong> garanzia assicurativa sulle catastrofi naturali <strong>da</strong> <strong>di</strong>ritto alla <strong>per</strong>cezione, <strong>da</strong> partedell’assicuratore, <strong>di</strong> un premio ad<strong>di</strong>zionale, il cui ammontare, uguale <strong>per</strong> tutti gli assicurati, èfissato <strong>da</strong>llo Stato.Il meccanismo assicurativo <strong>per</strong> le catastrofi naturali è ritenuto giustamente un sistemaibrido, <strong>da</strong>to che in esso le libere forze del mercato assicurativo sono soggette a precise regoledettate <strong>da</strong>llo Stato, che <strong>di</strong>sciplina non soltanto l’ammontare dei premi pagati a tale scopo, mala stessa procedura <strong>per</strong> l’indennizzo, ai <strong>da</strong>nneggiati, <strong>da</strong> parte delle società assicuratrici, cheviene azionato tramite un apposito decreto interministeriale, che sancisce lo stato <strong>di</strong> <strong>catastrofe</strong><strong>naturale</strong>.Nella più recente riflessione politica e dottrinale francese, accanto ad una generaleserie <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi positivi sulla <strong>di</strong>sciplina del 1982, erano apparse anche precise riserve sullerigi<strong>di</strong>tà del sistema adottato (in particolare sul premio unico), che, secondo una <strong>di</strong>ffusavalutazione, non avrebbe incoraggiato a sufficienza politiche <strong>di</strong> prevenzione <strong>da</strong> parte deglienti locali, quali, <strong>per</strong> esempio, politiche urbanistiche particolarmente caute nelle zone ad altorischio. Per venire incontro a tali critiche, il legislatore francese ha ritenuto necessarioapportare correttivi alla legislazione del 1982, in modo <strong>da</strong> rime<strong>di</strong>are ai suddettiinconvenienti; con il decreto 5 settembre 2000, infatti, sono stati modulati opportunamente gliindennizzi delle società assicuratrici, in funzione delle attività preventive poste in essere <strong>da</strong>llecomunità colpite: <strong>di</strong> tutto ciò ci occu<strong>per</strong>emo nel quinto paragrafo. C’è <strong>da</strong> precisare, tuttavia,che gli aggiornamenti del 2000 non sono apparsi a tutti risolutivi: <strong>da</strong> parte <strong>di</strong> alcuni stu<strong>di</strong>osi,infatti, è stato sostenuto che, invece <strong>di</strong> un intervento dello Stato, rivolto a modulare gliindennizzi, sarebbe stato più opportuno <strong>da</strong>re libero corso alle forze del mercato e <strong>per</strong>metterealle società assicuratrici <strong>di</strong> modulare i premi assicurativi, in funzione del <strong>di</strong>verso rischio dellearee inse<strong>di</strong>ate, abbandonando l’attuale regola del premio unico, che costituisce, allo stato, lamassima espressione <strong>di</strong> quel principio <strong>di</strong> soli<strong>da</strong>rietà e su cui è stata fon<strong>da</strong>ta la riforma del1982: i titolari dei beni a minor rischio finanziano, infatti, la co<strong>per</strong>tura assicurativa dei beni amaggior rischio <strong>di</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>. Di questo parleremo nel sesto paragrafo.Nell’ultimo paragrafo esamineremo, poi, i <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> legge con i quali, nel corso dellepassate legislature, si è <strong>di</strong>scusso, anche nel Parlamento italiano, sul tema della assicurazione<strong>da</strong> rischio <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>. Concluderemo poi con brevi osservazioni finali sullaopportunità <strong>di</strong> riaprire, nel nostro paese, un <strong>di</strong>battito politico su questi temi, in<strong>di</strong>cando le<strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> una possibile riforma.4


I. La legislazione spagnolaIn Spagna le calamità naturali, chiamate “rischi straor<strong>di</strong>nari”, sono incluse <strong>da</strong> moltotempo tra i rischi assicurati ed includono tutte le forme <strong>di</strong> eventi calamitosi, <strong>da</strong>i cicloni, alleinon<strong>da</strong>zioni, ai terremoti. Preposto al settore è un ente creato ai tempi della guerra civilespagnola, chiamato Consorcio de Compensación de Seguros: l’ente, che ha o<strong>per</strong>ato fino al1990 in regime <strong>di</strong> monopolio, ha oggi un nuovo statuto, strutturato sulla base dell’esigenza <strong>di</strong>adeguamento alla normativa comunitaria, che, non mo<strong>di</strong>ficando <strong>di</strong> fatto ruolo e funzioni, nemantiene la natura pubblica e lo fa o<strong>per</strong>are, sul piano formale, come un assicuratorecomplementare rispetto alle compagnie assicurative private.Il sistema spagnolo <strong>di</strong> assicurazione <strong>per</strong> i cosiddetti “rischi straor<strong>di</strong>nari” si caratterizza<strong>per</strong> i seguenti elementi:a) in una serie <strong>di</strong> contratti <strong>di</strong> assicurazione relativi a <strong><strong>da</strong>nni</strong> alla proprietà ( ad esempio:incen<strong>di</strong>o, furto) o alle <strong>per</strong>sone ( es. incidenti <strong>per</strong>sonali) si prevede l’applicazioneautomatica della garanzia ( <strong>per</strong> una somma almeno uguale a quella assicurata nellapolizza base ) anche <strong>da</strong>l “rischio straor<strong>di</strong>nario”, tramite un premio ad<strong>di</strong>zionale allapolizza base, che varia a secon<strong>da</strong> dei rami assicurativi;b) le compagnie assicurative private non sono <strong>per</strong>ò obbligate ad assumersi laresponsabilità della co<strong>per</strong>tura del rischio aggiuntivo: quando non avviene, subentraautomaticamente la responsabilità del “ Consorcio”; <strong>di</strong> fatto, oggi, nel mercatospagnolo, le compagnie private abitualmente non sottoscrivono le garanzie <strong>per</strong> il“rischio straor<strong>di</strong>nario” ed è il Consorcio che ne assume l’obbligo;c) i mezzi finanziari del Consorcio sono costituiti, sostanzialmente <strong>da</strong>i premi ad<strong>di</strong>zionalisulle polizze <strong>di</strong> base; è assicurata, comunque, la garanzia dello Stato <strong>per</strong> l’eventualeimpossibilità <strong>di</strong> adempimento <strong>da</strong> parte del Consorcio, garanzia, tuttavia, mai utilizzatafinora;d) sono previste esclusioni e franchigie: va detto che, <strong>per</strong> quanto riguar<strong>da</strong> il primo aspetto,non sono co<strong>per</strong>te <strong>da</strong> garanzia <strong>per</strong> rischio straor<strong>di</strong>nario le catastrofi <strong>di</strong>chiarate“nazionali” ( clausola in verità mai attuata, fino ad oggi, nonostante il verificarsi <strong>di</strong>calamità <strong>di</strong> notevole rilievo); <strong>per</strong> ciò che concerne il secondo aspetto, è prevista unafranchigia generale, che è solitamente costituita <strong>da</strong>l <strong>di</strong>eci <strong>per</strong> cento dell’ammontare del<strong>da</strong>nno: ci sono poi franchigie specifiche, che possono essere evitate con il pagamento <strong>di</strong>un sovrapprezzo variabile;5


e) quanto ai <strong><strong>da</strong>nni</strong> alla proprietà, l’indennizzo copre esclusivamente le <strong>per</strong><strong>di</strong>te materiali<strong>di</strong>rette e cioè la <strong>di</strong>struzione della proprietà assicurata o il <strong>da</strong>nno subito <strong>da</strong>lla stessa ( nondunque la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> profitti): non i <strong><strong>da</strong>nni</strong> in<strong>di</strong>retti, quali <strong>per</strong> esempio quelli occasionalicausati <strong>da</strong>lla mancata erogazione <strong>di</strong> energia.L’an<strong>da</strong>mento economico e finanziario del Consorcio è, allo stato, del tutto positivo. Se simettono in comparazione i premi e i sinistri dell’ultimo ventennio, si vede che i premimanifestano una crescita me<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> anno in anno, <strong>di</strong> circa il 5%, determinata <strong>da</strong> unaprogressione ascendente, attribuibile all’espansione del mercato assicurativo; l’ammontare delpremio varia, invece, secondo un carattere ciclico.Il rapporto premi-sinistri mostra, comunque, nel tempo un convincente equilibrio, anche secon gran<strong>di</strong> fluttuazioni annuali.II.La legislazione degli Stati UnitiNegli Stati Uniti, una interessante es<strong>per</strong>ienza nel settore delle <strong>assicurazioni</strong> <strong>da</strong><strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, anche se relativa soltanto al rischio <strong>da</strong> alluvione, è stata avviata fin <strong>da</strong>l1968, a seguito della promulgazione del National Flood Insurance Act, che ha istituito ilNational Flood Insurance Program ( NFIP), amministrato <strong>da</strong> una agenzia federale all’uopocreata: la Federal Emergency Management Agency (FEMA). Ai sensi del paragrafo 1304 delsuccitato testo normativo, infatti, il Direttore della FEMA elabora “ un programma nazionale<strong>di</strong> assicurazione contro le alluvioni, grazie al quale i soggetti interessati potranno ottenereuna co<strong>per</strong>tura assicurativa <strong>per</strong> i <strong><strong>da</strong>nni</strong> fisici, e <strong>per</strong> i <strong><strong>da</strong>nni</strong> ai beni immobili o mobili”,conseguenti ad un fenomeno alluvionale. L’Agenzia è tenuta, inoltre, a pre<strong>di</strong>sporre una cartanazionale del rischio alluvioni 2 ed a monitorare il rispetto , <strong>da</strong> parte dei partecipanti alprogramma , dei requisiti minimi <strong>di</strong> gestione del territorio, nelle aree ad alto e me<strong>di</strong>o rischio<strong>di</strong> allagamento ( Floodplain Management) 3 .Per comprendere a pieno il sistema assicurativo statunitense, è necessario ricor<strong>da</strong>reche la <strong>di</strong>fesa del territorio, negli Stati Uniti , non rientra nelle materie <strong>di</strong> competenza federale,bensì in quelle dei singoli Stati. Il governo federale, dunque, <strong>per</strong> imporre una sua linea <strong>di</strong>2Mappe sul rischio alluvioni sono state pre<strong>di</strong>sposte <strong>per</strong> 19.200 comunità , al costo <strong>di</strong> 2 miliar<strong>di</strong> ed 800 milioni <strong>di</strong>dollari, in base a stime pre<strong>di</strong>sposte nel 2001, cfr. FEMA, National Flood Insurance Program, Program Description,2002, Washington, 4, consultabile sul sito http://www.fema.gov/doc/library/nfipdescrip.doc3Essi consistono, fon<strong>da</strong>mentalmente, nell’adozione <strong>di</strong> taluni accorgimenti nelle tecniche costruttive, quali, <strong>per</strong> esempio,sopraelevare l’e<strong>di</strong>ficio al <strong>di</strong> sopra del livello della cosiddetta “ alluvione –base” ( base flood): il livello , cioè,presumibilmente raggiunto <strong>da</strong>lla’alluvione cha abbia una possibilità su quattro <strong>di</strong> realizzarsi nel corso <strong>di</strong> trent’anni. cfr.FEMA, supra, 5.6


politica legislativa nel campo delle <strong>assicurazioni</strong> contro le alluvioni, è dovuto ricorrere alcosiddetto “ potere <strong>di</strong> spesa” ( spen<strong>di</strong>ng power) <strong>per</strong> la collettività, garantito <strong>da</strong>lla cartacostituzionale: in base a tale potere, il governo federale, che non può <strong>di</strong>rettamente obbligare isingoli Stati ad adottare determinate <strong>di</strong>sposizioni normative od in<strong>di</strong>rizzi politici, puòsollecitarne, tramite lo stanziamento <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> federali, l’adesione spontanea al programmafederale. Per questi motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne costituzionale, la caratteristica precipua del programmafederale, sulle <strong>assicurazioni</strong> contro il rischio alluvione, è la volontarietà, nel senso che essa sipotrà applicare soltanto a quelle comunità che avranno manifestato spontaneamente lavolontà <strong>di</strong> aderirvi.Il governo federale ha cercato <strong>di</strong> favorire una politica <strong>di</strong> adesione al programma <strong>di</strong>assicurazione contro le alluvioni <strong>da</strong> parte delle comunità locali; ciò è avvenuto non solotramite incentivi finanziari, ma anche attraverso precise penalizzazioni: <strong>per</strong> esempio, il FloodDisaster Protection Act ( Norme sulla protezione <strong>da</strong>lla <strong>catastrofe</strong> alluvionale), approvato nel1973, proibisce ad uffici o ad agenzie federali <strong>di</strong> approvare qualsiasi forma <strong>di</strong> aiuto, garanzia,sussi<strong>di</strong>o, mutuo, concesso <strong>per</strong> la costruzione o l’acquisto <strong>di</strong> immobili localizzati in unacomunità non partecipante al programma NFIP e situati in una zona classificata a “altaesposizione al rischio alluvione” (SFHA) <strong>da</strong>lla apposita carta, re<strong>da</strong>tta <strong>da</strong>ll’Agenzia; un’altra<strong>di</strong>sposizione normativa, varata nel 1994 4 , ha ,inoltre, stabilito che i proprietari <strong>di</strong> immobilisituati in comunità non partecipanti al programma NFIP e non co<strong>per</strong>ti <strong>da</strong> una assicurazionecontro le alluvioni, i quali ottengano un cre<strong>di</strong>to ipotecario <strong>da</strong> una banca od un istituto <strong>di</strong>cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> rilevanza federale, debbono <strong>da</strong>lla stessa essere informati che, nel caso <strong>di</strong> alluvione ,hanno scarsa probabilità <strong>di</strong> vedersi indennizzare i <strong><strong>da</strong>nni</strong> subiti, tenuto conto dei limitati fon<strong>di</strong>federali <strong>per</strong> l’emergenza.L’adesione volontaria al programma, nonostante le <strong>di</strong>sposizioni su ricor<strong>da</strong>te, rimane,<strong>per</strong>ò, piuttosto bassa, considerato che solo quin<strong>di</strong>cimila comunità partecipano ad esso 5 . Sistima che solo un terzo <strong>di</strong> coloro che vivono in zone classificate ad “altra esposizione alrischio <strong>di</strong> alluvione”, siano co<strong>per</strong>ti <strong>da</strong> garanzia assicurativa; <strong>per</strong> certe catastrofi verificatesi inpassato, poi, gli assicurati non hanno su<strong>per</strong>ato il 20% dei soggetti <strong>da</strong>nneggiati, dovendoquin<strong>di</strong>, il restate 80%, accontentarsi degli esigui fon<strong>di</strong> federali <strong>di</strong> soli<strong>da</strong>rietà, pagati <strong>da</strong>icontribuenti 6 .Nelle comunità partecipanti al NFIP, <strong>da</strong>l 1973, invece, è fatto obbligo ai proprietari <strong>di</strong>sottoscrivere una assicurazione contro le alluvioni. Questa può essere stipulata o <strong>di</strong>rettamente41994 National Flood Insurance Reform Act.5FEMA, supra,3.6FEMA, supra, 29.7


con l’ Agenzia FEMA, attraverso agenti o brokers autorizzati, oppure, in<strong>di</strong>rettamente, convarie compagnie assicuratrici private, le quali, in base ad uno speciale programma creato nel1983 ( detto WYO) 7 , agiscono, praticamente, <strong>da</strong> interme<strong>di</strong>arie: esse <strong>per</strong>cepiscono <strong>da</strong>i soggettiassicurati il premio, e dopo avere trattenuto <strong>per</strong> sé una <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> esso, prefissata<strong>da</strong>ll’Agenzia , versano la restante parte del premio al Fondo dell’Agenzia ( National FloodInsurance Fund), con il quale l’Agenzia provvede a pagare gli indennizzi 8 .E’ sempre l’ Agenzia, poi, a fissare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> contratto, quali i massimali, e l’ammontare dei premi. Questi ultimi, sono tendenzialmente fissati sulla base dei tassiattuariali: sono, cioè, calcolati in modo <strong>da</strong> coprire completamente il rischio <strong>da</strong> alluvione,determinato secondo le regole del mercato assicurativo. I premi riflettono tuttavia anche altrifattori: sono fissati non soltanto sulla base della classificazione dell’area, e dunque del rischio<strong>da</strong> alluvioni, ma anche in funzione dell’ adozione <strong>di</strong> precise tecniche <strong>di</strong> costruzione, suggerite<strong>da</strong>lla FEMA, quali , <strong>per</strong> esempio, quella <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare le case in modo tale che il piano abitabilepiù basso si venga a trovare al <strong>di</strong> sopra della così detta alluvione-base, cioè del livellomassimo dell’inon<strong>da</strong>zione, raggiungibile nel ciclo <strong>di</strong> cento anni. E’ dunque in ragione delrispetto delle <strong>di</strong>rettive della FEMA che variano i premi assicurativi. Se poi una delle comunitàpartecipanti decide <strong>di</strong> attuare misure <strong>di</strong> prevenzione del <strong>da</strong>nno <strong>da</strong> inon<strong>da</strong>zione, che siano piùstringenti <strong>di</strong> quelle minime richieste <strong>da</strong>lla FEMA, essa beneficerà <strong>di</strong> sconti ancheconsiderevoli sui premi, secondo una scala prefissata.Non tutte le polizze assicurative, sottoscritte in base al programma , sono <strong>per</strong>òdeterminate su base attuariale. Per gli e<strong>di</strong>fici costruiti prima del 1974, prima cioè che l’obbligo <strong>di</strong> assicurazione <strong>per</strong> le comunità partecipanti <strong>di</strong>venisse effettivo, la FEMA ha fissatodei premi “ sussi<strong>di</strong>ati” <strong>da</strong>l Governo: i proprietari pagano, cioè, solo il 30-40% del premioattuariale, restando la restante parte del premio a carico della FEMA. Succede, dunque, checirca il 26 % degli assicurati non paghi premi “puri”; ed è <strong>per</strong> questa ragione che ilprogramma NFIP non ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong> costituire un fondo premi autosufficiente: <strong>per</strong>rispondere alle domande <strong>di</strong> indennizzo, la FEMA è,dunque, costretta a ricorrere a prestiticoncessi <strong>da</strong>l Tesoro.Con l’importante riforma del 1994, sono stati coinvolti, poi, nel controllodell’obbligatorietà del programma, gli istituti bancari e <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> livello federale: è statoinfatti stabilito che, nelle comunità partecipanti al NFIP, questi non possano concedere cre<strong>di</strong>tiipotecari su e<strong>di</strong>fici sprovvisti della garanzia assicurativa alluvioni; è stato deciso, poi, che, se7Circa il 95% delle polizze assicurative vengno stipulate in questo modo.8Nel 2001, la FEMA pagò, in base al programma NFIP, 43.525 domande <strong>di</strong> indennizzo. L’ammontare me<strong>di</strong>o degliindennizzi oscillò intorno ai 26.079 dollari. Cfr FEMA, supra, 28.8


Il nuovo regime, che dunque affianca ma non sostituisce il precedente, si fon<strong>da</strong> sullalegge 82-600 del 13 luglio 1982, relativa alle vittime <strong>di</strong> catastrofi naturali, che , all’ art. 1,stabilisce: “i contratti <strong>di</strong> assicurazione sottoscritti <strong>da</strong> tutte le <strong>per</strong>sone, fisiche o morali, adeccezione dello Stato, che garantiscono <strong>per</strong> i <strong><strong>da</strong>nni</strong> <strong>da</strong> incen<strong>di</strong>o o <strong>per</strong> tutti gli altri <strong><strong>da</strong>nni</strong> a benisituati in Francia, così come i <strong><strong>da</strong>nni</strong> <strong>da</strong> veicoli terrestri a motore, avranno <strong>di</strong>ritto alla garanziaassicurativa contro gli effetti <strong>di</strong> catastrofi naturali sui beni oggetto <strong>di</strong> contratti” 10 .La garanzia assicurativa contro le calamità naturali riguar<strong>da</strong> i beni mobili e<strong>di</strong>mmobili, oggetto <strong>di</strong> una polizza contro i <strong><strong>da</strong>nni</strong> <strong>da</strong> incen<strong>di</strong>o, furto od altro tipo <strong>di</strong> <strong>da</strong>nno.Sono escluse le polizze assicurative sulla responsabilità civile. La garanzia copre poi i <strong><strong>da</strong>nni</strong>materiali <strong>di</strong>retti, che hanno avuto <strong>per</strong> causa determinante l’intensità anomala <strong>di</strong> un agente<strong>naturale</strong> 11 . Restano escluse <strong>per</strong>ciò, <strong>da</strong>lla co<strong>per</strong>tura assicurativa, <strong><strong>da</strong>nni</strong> alla salute ed allaintegrità fisica subiti <strong>da</strong>ll’assicurato, i <strong><strong>da</strong>nni</strong> ai raccolti ( che beneficiano del fondo <strong>di</strong> garanzia<strong>per</strong> calamità agricole <strong>di</strong>sciplinato <strong>da</strong>lla legge10 giugno 1967 12 ), i <strong><strong>da</strong>nni</strong> ai mezzi <strong>di</strong> trasporto<strong>di</strong>versi <strong>da</strong>lla autovettura, quali <strong>per</strong> esempio veicoli fluviali, marittimi, lacustri, aeromobili(che sono <strong>di</strong>versamente assicurati) ; i <strong><strong>da</strong>nni</strong> solo in<strong>di</strong>rettamente causati <strong>da</strong>lla <strong>catastrofe</strong><strong>naturale</strong> 13 o le spese connesse ( <strong>per</strong> esempio, onorari pagati ad es<strong>per</strong>ti, ren<strong>di</strong>te <strong>per</strong>dute, etc..).Il successo del modello <strong>di</strong> indennizzo francese è determinato <strong>da</strong>ll’elevato numero <strong>di</strong>citta<strong>di</strong>ni ed imprese co<strong>per</strong>ti <strong>da</strong>lla garanzia , grazie ad un esteso sistema <strong>di</strong> <strong>assicurazioni</strong>obbligatorie. Il legislatore in Francia ha imposto, ad esempio, a tutti i privati ed alle imprese,l’obbligo <strong>di</strong> stipulare una polizza antincen<strong>di</strong>o sugli immobili. E la polizza contienenaturalmente la clausola che <strong>da</strong> <strong>di</strong>ritto alla <strong>per</strong>cezione della indennità <strong>da</strong> calamità <strong>naturale</strong>, nelcaso <strong>di</strong> <strong><strong>da</strong>nni</strong> al bene stesso, contro il pagamento <strong>di</strong> una quota ad<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> premio fissata<strong>da</strong>lla legge, a partire <strong>da</strong>l primo gennaio 2001, nella misura del 6% del premio assicurativo <strong>per</strong>le <strong>assicurazioni</strong> sugli autoveicoli e del 12% del premio, <strong>per</strong> tutti gli altri tipi <strong>di</strong> assicurazione 14 .La legge <strong>per</strong>mette così <strong>di</strong> assicurare una protezione efficace della popolazione, inragione della obbligatorietà della garanzia <strong>da</strong> questa assunta, senza far pesare <strong>di</strong>rettamente sulpotere pubblico, coè a <strong>di</strong>re sul contribuente, il costo del finanziamento <strong>per</strong> l’indennizzo.Si tratta, tuttavia, <strong>di</strong> un sistema ibrido: <strong>da</strong> una parte si rinvia al meccanismo classicodell’assicurazione, con la conseguenza che gli indennizzi <strong>per</strong> gli effetti delle catastrofi naturalisi iscrivono nella logica dei rapporti contrattuali tra gli assicurati e le società assicuratrici, e10<strong>Le</strong>gge 82-600 del 13 luglio 1982 ,art 1.11<strong>Le</strong>gge 92/665 del 16 giugno 1992, co<strong>di</strong>ficata nel code des assurances, art. L. 125-1.12<strong>Le</strong>gge 64-706 del 10 giugno 1964, J.O. 1946, p. 620213Ad esempio, i beni alimentari contenuti nel frigorifero e rovinatisi a causa <strong>di</strong> una mancanza <strong>di</strong> corrente provocato<strong>da</strong>lla caduta <strong>di</strong> un albero sui fili della luce durante l’evento calamitoso. Cfr. CHRISTOPHE GUETTIER,Indemnisation des victimes de catastrophes naturelles et socialisation du risque, 3 R.G.D.A. (1997), 690.14Code des Assurances, art. A 125-2.10


<strong>per</strong>ciò con due importanti effetti positivi, quali la rapi<strong>di</strong>tà del risarcimento, rispetto a quelloche avviene normalmente nel quadro <strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento amministrativo e la co<strong>per</strong>turaintegrale dei <strong><strong>da</strong>nni</strong> ricavati <strong>da</strong>gli assicurati (salvo franchigia); <strong>da</strong>ll’altra parte, lo Statointerviene in modo significativo, non solo stabilendo, come sappiamo, l’obbligatorietàdell’assicurazione <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong> e un premio unico <strong>per</strong> tutti gli assicurati, ma ancheeffettuando la declaratoria <strong>di</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>.E’ infatti il Ministro degli Interni a <strong>di</strong>chiarare lo stato <strong>di</strong> calamità. Entro cinque giorni<strong>da</strong>ll’avvenuta “intensità anomala <strong>di</strong> un agente <strong>naturale</strong>”, l’assicurato deve <strong>di</strong>chiarare il sinistroalla sua compagnia <strong>di</strong> <strong>assicurazioni</strong> e deve contestualmente in<strong>di</strong>rizzare una lettera al sin<strong>da</strong>codel suo comune, attestante i <strong><strong>da</strong>nni</strong> subiti e adeguatamente documentati. Il sin<strong>da</strong>co ha quin<strong>di</strong><strong>di</strong>eci giorni <strong>di</strong> tempo <strong>per</strong> formare un dossier, con cui chiedere, all’apposita commissioneinterministeriale, il riconoscimento dello stato <strong>di</strong> calamità <strong>per</strong> il proprio comune, certificando,a un tempo, la <strong>da</strong>ta e la natura dell’evento, i <strong><strong>da</strong>nni</strong> subiti, le misure <strong>di</strong> prevenzione adottate, leprecedenti or<strong>di</strong>nanze sullo stato <strong>di</strong> calamità concesse al medesimo comune. Il sin<strong>da</strong>co inviapreliminarmente il dossier, <strong>per</strong> conoscenza, alla prefettura, che , controllatane la conformitàformale alle <strong>di</strong>sposizione legislative ed or<strong>di</strong>nati, se del caso, ulteriori verifiche tecniche, inviala pratica al ministero.La Commissione interministeriale è composta <strong>da</strong> rappresentanti del Ministerodell’interno, del Tesoro, dell’ Ambiente e del Dipartimento della Protezione Civile e deliberasullo stato <strong>di</strong> calamità, relativamente ai comuni interessati, con apposito decreto pubblicatosulla Gazzetta Ufficiale.Se la Commissione interministeriale <strong>di</strong>chiara lo stato <strong>di</strong> calamità <strong>per</strong> un Comune,l’assicurato, entro il termine <strong>per</strong>entorio <strong>di</strong> 10 giorni <strong>da</strong>lla pubblicazione dell’or<strong>di</strong>nanzainterministeriale, deve far <strong>per</strong>venire alla società assicuratrice, con la quale ha stipulato unadelle predette polizze assicurative sul bene <strong>da</strong>nneggiato, una stima dei <strong><strong>da</strong>nni</strong> subiti <strong>da</strong>l bene;nel caso che uno stesso bene sia co<strong>per</strong>to <strong>da</strong> più polizze a titolo <strong>di</strong>verso, l’assicurato devescegliere, entro il medesimo termine, la compagnia assicuratrice <strong>da</strong> cui desidera <strong>per</strong>cepirel’indennizzo <strong>per</strong> i beni <strong>da</strong>nneggiati. L’assicurazione prescelta procede, quin<strong>di</strong>, alle appositeverifiche tecniche tramite la sua rete <strong>di</strong> ispettori e deve versare l’indennizzo all’assicuratoentro tre mesi 15 .Infine, il sistema della assicurazione <strong>per</strong> i rischi <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong> poggia sullagaranzia dello Stato. Infatti, <strong>per</strong> sollecitare le società assicuratrici private a garantire rischitra<strong>di</strong>zionalmente ritenuti non assicurabili <strong>da</strong> parte dei privati, quali quelli <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong>15Articolo L 125-2, Code des assurances11


<strong>naturale</strong>, il governo francese ha deciso che una società <strong>di</strong> riassicurazione a mano pubblica, laCaisse Centrale de Reinsurance 16 , offra alle società assicuratrici la possibilità <strong>di</strong> riassicurarsicontro il rischio <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, ad un tasso fisso <strong>di</strong> cessione pari al 50%. Qualora, poi,i fon<strong>di</strong> della Caisse Centrale de Reinsurance non risultassero sufficienti a coprire i <strong><strong>da</strong>nni</strong> <strong>da</strong>indennizzare, interviene lo Stato nella forma <strong>di</strong> una garanzia patrimoniale illimitata, comestabilito all’articolo L 431-3 del Code des assurances.Rimangono esclusi, <strong>da</strong>l sistema così delineato, i <strong><strong>da</strong>nni</strong> provocati <strong>da</strong>l vento, <strong>da</strong>llagran<strong>di</strong>ne e <strong>da</strong>lla neve, i quali, tra<strong>di</strong>zionalmente considerati assicurabili, sono co<strong>per</strong>ti<strong>da</strong>ll’inserimento <strong>di</strong> apposite clausole obbligatorie nei contratti <strong>di</strong> assicurazione 17 e rifuseesclusivamente <strong>da</strong>gli assicuratori privati.V. Piani <strong>di</strong> Prevenzione del Rischio Naturale Preve<strong>di</strong>bile: il tentativo <strong>di</strong>integrare il regime <strong>di</strong> indennizzo con una politica <strong>di</strong> prevenzione.Il legislatore francese, preoccupato che il sistema creato nel 1982, con una totaleco<strong>per</strong>tura assicurativa delle catastrofi naturali, incoraggiasse oggettivamente comportamentinon sempre responsabili, <strong>da</strong> parte dei privati e degli enti territoriali, ha tentato <strong>di</strong>implementare le norme sull’indennizzo con politiche miranti a scoraggiare la costruzione el’inse<strong>di</strong>amento in aree a rischio.La legge del 1982 18 conteneva già una <strong>di</strong>sposizione che obbligava a pre<strong>di</strong>sporre i“Piani <strong>di</strong> esposizione al rischio <strong>naturale</strong> preve<strong>di</strong>bile”, la quale si affiancava ed integrava lanormativa precedente del 1967 relative ai cosiddetti “Piani <strong>di</strong> Occupazione del Territorio”:questi, istituiti appunto nel 1967, tendevano a porre le aree maggiormente a rischio sotto ilvincolo <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>ficabilità. La normativa del 1982 è stata rafforzata nel 1995 <strong>da</strong>lla cosiddettalegge Barnier ( legge 2 febbraio 1995), che, sostituendo i “Piani <strong>di</strong> esposizione al rischio<strong>naturale</strong> preve<strong>di</strong>bile” con i “Piani <strong>di</strong> prevenzione del rischio <strong>naturale</strong>” ( detti PPR), ha <strong>da</strong>to aquesto tipo <strong>di</strong> programmazione, come in<strong>di</strong>ca la stessa titolazione, una accelerazione sulla via<strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> prevenzione, non limitandosi soltanto, come succedeva con la legge del1982, a definire ed identificare le aree ad alto, me<strong>di</strong>o e basso rischio, ma prevedendo <strong>per</strong> le16Cfr ERWANN MICHEL-KERJAN, Insurance against Natural Disasters: Do the French have the Answer?Strenghts and Limitations, Cahier n° 7,4 Ecole Polytechnique, Paris, August 2001, <strong>di</strong>sponibile sul sitohttp://ceco.polytechnique.fr/.17Code des assurances, art. 122-718<strong>Le</strong>gge 600/82 del 13 luglio 1982, articolo 5.12


aree a me<strong>di</strong>o ed alto rischio le necessarie misure <strong>di</strong> prevenzione, <strong>da</strong> adottarsi <strong>da</strong>gli enti localinei cinque anni successivi all’approvazione del piano 19 . Queste politiche <strong>di</strong> definizione,classificazione e <strong>di</strong>sciplina delle aree a rischio hanno avuto lo scopo <strong>di</strong> scoraggiare, comedetto, nuovi inse<strong>di</strong>amenti in zone ad alto rischio. Ed è in questo quadro che la <strong>di</strong>sciplina del1982 <strong>di</strong> totale co<strong>per</strong>tura <strong>per</strong> i <strong><strong>da</strong>nni</strong> causati <strong>da</strong>lle catastrofi naturali è stata mo<strong>di</strong>ficata nel 1997sul punto essenziale dell’obbligo assicurativo: infatti le società assicuratrici possono oggirifiutare la speciale co<strong>per</strong>tura assicurativa ai beni situati nelle aree definite <strong>da</strong>l Piano suddettoad “ alto rischio”, quando gli inse<strong>di</strong>amenti risalgano ad epoca successiva all’approvazione delPiano 20 .<strong>Le</strong> novità introdotte <strong>da</strong>lla legge Barnier hanno trovato tuttavia molte resistenze <strong>da</strong>parte dei Comuni, che hanno tar<strong>da</strong>to a re<strong>di</strong>gere i “Piani <strong>di</strong> prevenzione del rischio <strong>naturale</strong>”: sistima, infatti, che, alla fine del 2002, su 36.000 comuni, soltanto 5.000 avranno promulgatoun PPR. Queste resistenze trovano forse una spiegazione nel giustificato timore degli entilocali che tali piani comportino automaticamente una svalutazione degli immobili nelle areeritenute ad alto rischio 21 . Allora, <strong>per</strong> tentare <strong>di</strong> ovviare a questo inconveniente ed impegnaregli enti territoriali a re<strong>di</strong>gere e a pubblicare i “Piani <strong>di</strong> Prevenzione”, il legislatore franceserecentemente ha voluto mettere in stretta correlazione l’indennizzo versato <strong>da</strong>gli assicuratoricon l’ approvazione <strong>di</strong> un PPR.Già <strong>da</strong>l 1995 il legislatore aveva stabilito che gli indennizzi <strong>per</strong> i <strong><strong>da</strong>nni</strong> <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong><strong>naturale</strong> fossero effettuati con la deduzione <strong>di</strong> una franchigia a carico dei citta<strong>di</strong>ni e delleimprese 22 . Un decreto del 5 settembre 2000, ha stabilito che nei comuni dotati <strong>di</strong> un PPR, lafranchigia è fissata nell’importo <strong>di</strong> 380 euro <strong>per</strong> i beni ad uso privato e del 10% dei <strong><strong>da</strong>nni</strong> o1140 euro <strong>per</strong> i beni ad uso professionale 23 ; nei comuni sprovvisti <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> prevenzionedei rischi naturali preve<strong>di</strong>bili (detti PPR), gli importi e le franchigie suddette sono accresciuteproporzionalmente al numero <strong>di</strong> volte che sia stata emessa, <strong>per</strong> lo stesso comune,un’or<strong>di</strong>nanza interministeriale <strong>di</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, <strong>per</strong> quel tipo <strong>di</strong> evento calamitoso: così,la franchigia verrà duplicata in occasione della terza or<strong>di</strong>nanza interministeriale concessa,triplicata <strong>per</strong> la quarta or<strong>di</strong>nanza e quadruplicata all’atto <strong>di</strong> pubblicazione della quinta 24 .19<strong>Le</strong>gge 95/101 del 2 febbraio 1995, articolo 16-I. Tali piani sono promulgati con decreto prefettizio, a seguito dellapositiva conclusione <strong>di</strong> un inchiesta pubblica e sentito il parere del consiglio comunale sul cui territorio il piano siapplica. Ve<strong>di</strong> Co<strong>di</strong>ce dell’Ambiente, art. L562-3 .20<strong>Le</strong>gge 95-101 del 2 febbraio 1995, art. 19-I.21CHRISTOPHE GUETTIER, supra, 682.22Decreto 17 giugno 1995, co<strong>di</strong>ficato nel Code des assurances, art. A.125-1, c23Nel caso che l’evento calamitoso <strong>per</strong> il quale si chiede l’indennizzo sia la siccità, la franchigia sale rispettivamente a1520 euro e 3050 euro24Art. 1 e 2 del decreto 5 settembre 2000, co<strong>di</strong>ficato nel Code des assurances, art. A.125-1, Annex I, d)13


Nei casi più gravi <strong>di</strong> rischio <strong>da</strong> catastrofi naturali, <strong>di</strong> minaccia cioè alla vita delle<strong>per</strong>sone, la legge Barnier <strong>per</strong>mette inoltre, allo Stato, <strong>di</strong> espropriare in via preventiva i benisottoposti a tale rischio 25 . La legge Barnier tende dunque a correggere il sistema precedente,<strong>di</strong> garanzia nei confronti <strong>di</strong> catastrofi naturali, con segmenti sempre più importanti <strong>di</strong> politiche<strong>di</strong> prevenzione: la più caratteristica delle quali, infine, è la creazione, effettuata <strong>da</strong>lla leggeBarnier, <strong>di</strong> un Fondo <strong>di</strong> Prevenzione dei Rischi Naturali Maggiori 26 , alimentato <strong>da</strong> un prelievodel 2% 27 che grava sull’intero ammontare dei premi e versato <strong>da</strong>lle Società <strong>di</strong> assicurazioneallo Stato 28 , con il compito <strong>di</strong> finanziare, nei limiti delle risorse <strong>di</strong>sponibili, gli indennizzicorrisposti ai proprietari <strong>per</strong> i processi <strong>di</strong> espropriazione preventiva, precedentementedescritti: una misura importante, in un crescendo <strong>di</strong> aggiustamenti, <strong>per</strong> volgere il sistema delle<strong>assicurazioni</strong> <strong>da</strong> catastrofi naturali alle finalità <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> prevenzione.VI.Crisi del principio <strong>di</strong> soli<strong>da</strong>rietà nazionaleAlcun autori, in Francia, ritengono tuttavia che le mo<strong>di</strong>fiche apportate <strong>da</strong>l legislatorealla <strong>di</strong>sciplina del 1982, se pur positive, non affrontino il problema alla ra<strong>di</strong>ce. Essisostengono che la decisione dello Stato <strong>di</strong> imporre un premio unico <strong>per</strong> le <strong>assicurazioni</strong> controle catastrofi naturali sia del tutto sbagliata: a loro giu<strong>di</strong>zio,infatti, il principio del premio unicorisulta contrastare contro l’insieme delle conoscenze scientifiche sul territorio, che <strong>di</strong>mostranoquanto <strong>di</strong>versi siano i rischi <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong> nelle <strong>di</strong>verse parti <strong>di</strong> esso e quin<strong>di</strong> comesia più giusto un premio <strong>di</strong>fferenziato Ritengono che, con i “Piani <strong>di</strong> Prevenzione del RischioNaturale Preve<strong>di</strong>bile”, risulterebbe chiaro anche ai citta<strong>di</strong>ni l’insostenibilità <strong>di</strong> un sistema chefa pagare ad essi lo stesso premio in presenza <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> rischio: le gran<strong>di</strong>resistenze <strong>da</strong> parte dei Comuni ad adottare tali “Piani” , costituirebbero, <strong>di</strong> fatto, la spia <strong>di</strong>questa evidente contrad<strong>di</strong>zione.Giu<strong>di</strong>cano che, se se il processo <strong>di</strong> formazione dei “Piani“ suddetti fosse portato aconclusione, magari attraverso l’intervento necessario dello Stato, ci sarebbe sufficienteconsenso, <strong>da</strong> parte della pubblica opinione, <strong>per</strong> passare <strong>da</strong>l sistema del premio unico, imposto<strong>da</strong>llo Stato, ad un sistema <strong>di</strong> premi variabili, determinati <strong>da</strong>l mercato, in funzione del <strong>di</strong>verso25<strong>Le</strong>gge 95/101 del 2 febbraio 1995, articolo 11. L’espropriazione avviene <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong> una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> pubblicautilità compiuta, al termine <strong>di</strong> una apposita inchiesta, <strong>da</strong>lla commissione all’uopo nominata <strong>da</strong>l prefetto, Code del’expropriation art. R 11-4.26<strong>Le</strong>gge 95/101 del 2 febbraio 1995, art.13.27<strong>Le</strong>gge 99/1173 del 30 <strong>di</strong>cembre 1999, art. 55-II. Ai sensi del medesimo precetto normativo, lo Stato può autorizzarefinanziamenti a favore del Fondo.28<strong>Le</strong>gge 99-586 del 12 luglio 1999, art. 75.14


ischio del territorio, con un incremento <strong>di</strong> comportamenti virtuosi degli enti locali e deicitta<strong>di</strong>ni.Questa posizione è tuttavia contrastata <strong>da</strong>lla maggioranza della dottrina, che ritieneinvece che il premio unico, <strong>per</strong> la soli<strong>da</strong>rietà che esprime, costituisca il punto <strong>di</strong> forza delsistema e che il suo abbandono od il suo drastico ri<strong>di</strong>mensionamento metterebbe a rischiol’equilibrio finanziario e la funzionalità del sistema, scaturito <strong>da</strong>lla riforma del 1982.Ma questo, a tutt’oggi, rimane oggetto <strong>di</strong> un confronto solo dottrinale.VII. Il tentativo <strong>di</strong> introdurre il <strong>di</strong>battito sull’assicurazione del <strong>da</strong>nno <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong><strong>naturale</strong> in Italia: i progetti <strong>di</strong> legge presentati nel corso delle passate legislature.Nel nostro Paese, il tema della co<strong>per</strong>tura del rischio <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, tramite ilsistema assicurativo nazionale ed internazionale, è stato oggetto non solo <strong>di</strong> <strong>di</strong>battiti dottrinali, ma anche <strong>di</strong> proposte legislative ripetute, a partire <strong>da</strong>lla XI° legislatura.Il primo <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge in proposito ( 1164/93) fu presentato, nella XI° legislatura 29 , <strong>per</strong>iniziativa del Senatore Cesare Golfari e riproposto , nella successiva legislatura, alla Cameradei Deputati, nella stessa formulazione, <strong>da</strong> parte del deputato Andriollo Camoirano 30 . Essoprevedeva, all’ articolo 1, l’istituzione <strong>di</strong> un Fondo <strong>per</strong> l’assicurazione dei privati ( FAB:ricompreso in un più ampio ed assai articolato Fondo Nazionale <strong>per</strong> la Protezione Civile 31 ),alimentato <strong>da</strong> una ad<strong>di</strong>zionale obbligatoria all’ICI dell’ 1% (aumentata dello 0,5% in caso <strong>di</strong>eventi <strong>di</strong> particolare gravità 32 ), riscossa <strong>da</strong> Comuni, che dovevano stipulare <strong>per</strong> i citta<strong>di</strong>ni unapolizza con un Consorzio assicurativo obbligatorio.A fronte del premio-imposta gravante sui citta<strong>di</strong>ni, si stabiliva una co<strong>per</strong>tura, a lorofavore, del <strong>da</strong>nno causato <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, <strong>per</strong> l’ammontare che su<strong>per</strong>asse la franchigiadel 15 <strong>per</strong> cento 33 del <strong>da</strong>nno subito. Punto <strong>di</strong> forza del sistema così delineato erarappresentato, dunque , <strong>da</strong>lla sua obbligatorietà, presupposto necessario <strong>per</strong> rendere il sistemafinanziariamente autosufficiente.29Disegno <strong>di</strong> legge 1164/93, presentato al Sento il 93/04/22; assegnato alla Commissione XIII (Territorio e Ambiente) insede referente il 93/05/10; consultabile sul sito http://www.parlamento.it/att/ddl/home.htm.30Disegno <strong>di</strong> legge 800/94, presentato alla camera dei deputati il 29/ 6/94/, assegnato alla Commissione VIII( Ambiente e territorio), in sede referente il 13/10/94; consultabile sul sito http://www.parlamento.it/att/ddl/home.htm.31Il Fondo Nazionale <strong>per</strong> la Protezione Civile si componeva infatti, anche <strong>di</strong> un Fondo <strong>per</strong> gli Interventi <strong>di</strong> Emergenza,<strong>per</strong> gli interventi <strong>di</strong> primo soccorso; <strong>di</strong> un Fondo <strong>per</strong> le O<strong>per</strong>e Pubbliche, finalizzato al ripristino delle strutture e deibeni pubblici e <strong>di</strong> un Fondo <strong>per</strong> le Attività Produttive, teso alla promozione delle attività produttive colpite <strong>da</strong>llacalamità.32Disegno <strong>di</strong> legge 1164/93, articolo 4, co. 1, lettera h.33Id, articolo 4,co.1, letter b.15


Accanto a evidenti positive novità, il progetto, tuttavia, presentava molti punti deboli:il maggiore dei quali era costituito <strong>da</strong>l fatto che si prevedeva che il contratto <strong>di</strong> assicurazionevenisse stipulato tra i Comuni ed il Consorzio obbligatorio, non già tra i privati e le<strong>assicurazioni</strong>: tutto questo eliminava, <strong>per</strong>ciò, gran parte degli effetti positivi legatiall’introduzione <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong> mercato, in particolare il coinvolgimento delle societàassicuratrici nel processo <strong>di</strong> controllo degli effettivi <strong><strong>da</strong>nni</strong> subiti <strong>da</strong>gli assicurati e, ancora, lamodulazione dei premi assicurativi sulla base delle misure cautelari poste in essere <strong>da</strong>i privati.E’ <strong>da</strong> sottolineare, inoltre, il ruolo ambiguo rico<strong>per</strong>to <strong>da</strong>l Comune , nello schema del <strong>di</strong>segno<strong>di</strong> legge n° 1164/93 34 , il quale rivestiva in pari tempo, il ruolo <strong>di</strong> controllore e controllato:doveva, infatti, stipulare i contratti <strong>di</strong> assicurazione, raccogliere i premi e corrisponderli alConsorzio 35 , ma anche <strong>di</strong>chiarare lo stato <strong>di</strong> emergenza (qualora l’evento calamitoso avessemanifestato i suoi effetti all’interno del territorio dell’ente 36 ), valutare le denuncie, accertare i<strong><strong>da</strong>nni</strong> 37 , controllare le procedure <strong>di</strong> risarcimento <strong>da</strong> parte dello Stato.Criticabile era poi la scelta <strong>di</strong> delegare ad un Consorzio obbligatorio tutte le attivitàconnesse alla prestazione assicurativa, <strong>da</strong>lla determinazione dei premi, alla liqui<strong>da</strong>zione degliindennizzi ed alla stipula <strong>di</strong> un contratto <strong>di</strong> riassicurazione, svuotando <strong>di</strong> ogni funzioneautonoma il ruolo delle compagnie assicuratrici. Come è stato acutamente osservato, ilcoinvolgimento delle società assicuratrici era limitato, ai sensi del progetto <strong>di</strong> legge, alla solaspartizione degli utili, rimanendo esse estranee e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinteressate ad ogni proce<strong>di</strong>mentodecisorio del Consorzio, con contestuale <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> efficienza del sistema <strong>di</strong> indennizzo 38 .Benché carente in molti aspetti, il progetto <strong>di</strong> legge Camoirano suscitò interesse anche fuori<strong>da</strong>lle aule del Parlamento, stimolando un intenso <strong>di</strong>battito in dottrina e nel mondoimpren<strong>di</strong>toriale: l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA), tra l’altro,elaborò un progetto <strong>di</strong> classificazione del territorio italiano, se pur limitatamente alla garanziacontro il rischio alluvione 39 , che <strong>di</strong>videva il territorio nazionale in comuni a basso, me<strong>di</strong>o e<strong>da</strong>lto rischio e in<strong>di</strong>viduava seimila località soggette a rischio <strong>di</strong> calamità alluvionali: con questostu<strong>di</strong>o, l’Associazione in<strong>di</strong>cava che un sistema <strong>di</strong> <strong>assicurazioni</strong> contro le catastrofi naturalinon poteva prescindere <strong>da</strong> un’attenta valutazione del rischio concreto, relativo al territorio.34Cfr GIUSEPPE MUREDDU, Calamità naturali, intervento pubblico e co<strong>per</strong>tura assicurativa, Roma, 1997,89.35Disegno <strong>di</strong> legge 1164/93, art.4, co.1,lettera c.36Disegno <strong>di</strong> legge 1164/93, art.3.37Id, articolo 4, co 1, lettera n.38GIUSEPPE MUREDDU, supra, 90.39ANIA, Progetto <strong>di</strong> classificazione del territorio italiano ai fini della garanzia alluvione, Milano, 1996, 1-10.16


Nella tre<strong>di</strong>cesima legislatura, il problema della assicurazione contro le catastrofinaturali è stato riproposto, <strong>per</strong> iniziativa dell’ onorevole Casinelli (ddl 235/1996 40 ), con unprogetto <strong>di</strong> legge delega, intitolato “Norme <strong>di</strong> delega al Governo in materia <strong>di</strong> ProtezioneCivile, <strong>di</strong> intervento dello stato in materia <strong>di</strong> calamità naturali nonché <strong>di</strong> assicurazionecontro i rischi <strong>da</strong> esse derivanti”. Nell’ambito della Commissione <strong>per</strong>manente Ambiente,territorio e lavori pubblici della Camera, il progetto veniva <strong>di</strong>scusso e trasformato in un testobase <strong>per</strong> la <strong>di</strong>scussione in Aula, in <strong>da</strong>ta 22 febbraio 2001.Il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge prevedeva tre deleghe al governo in materia <strong>di</strong> eventi calamitosi, tra cuil’assicurazione contro i rischi derivanti <strong>da</strong> catastrofi naturali (art.2).Si prevedeva, in sostanza, la graduale introduzione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> assicurazionecontro i rischi <strong>di</strong> catastrofi naturali, che si modellava sul sistema francese, anche se, a<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> questi, si caratterizzava <strong>per</strong> una adesione volontaria: <strong>da</strong> notare, tuttavia, che erastabilito comunque un sistema <strong>di</strong> indennizzo <strong>per</strong> coloro che risultassero sprovvisti <strong>di</strong> unaco<strong>per</strong>tura assicurativa, <strong>per</strong> un limitato <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> cinque anni, successivo alla approvazionedella legge 41 . Secondo il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge, i premi sarebbero stati determinati <strong>da</strong>l Governo inrelazione alle <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> rischio sul territorio e sarebbero stati fissati con decreto delMinistro dell’Industria, sulla base del premio me<strong>di</strong>o definito <strong>da</strong>l mercato 42 . La costituzione <strong>di</strong>consorzi tra compagnie <strong>di</strong> assicurazione veniva, poi, <strong>per</strong>messa al solo fine <strong>di</strong> facilitare lariassicurazione catastrofale. Seppur la proposta <strong>di</strong> legge delega avanzata <strong>da</strong>ll’ onorevoleCasinelli non ha potuto appro<strong>da</strong>re alla approvazione dell’Aula, è <strong>da</strong> sottolineare che il<strong>di</strong>battito svolto in Commissione aveva portato ad una significativa convergenza delle forzepolitiche nell’adozione <strong>di</strong> una legislazione che si ispirava in gran parte al modello francese.Questo <strong>di</strong>battito e queste convergenze non hanno <strong>per</strong>ò avuto un seguito nella XIVlegislatura, in cui il problema <strong>di</strong> un ricorso al sistema assicurativo <strong>per</strong> la co<strong>per</strong>tura del rischio<strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong> non è stato ancora sollevato in una forma accettabile: tale non puòessere considerato il progetto <strong>di</strong> legge 503/2001, presentato al Senato <strong>per</strong> iniziativa delsenatore Luigi Manfre<strong>di</strong> 43 , in cui la possibilità <strong>di</strong> indennizzare a privati i <strong><strong>da</strong>nni</strong> derivanti <strong>da</strong>calamità naturali <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong> un sistema assicurativo, è trattata alquanto sinteticamente, in40Disegno <strong>di</strong> legge 235/1996, assegnato alla VIII Commissione <strong>per</strong>manente della Camera, in sede referente, in <strong>da</strong>ta 11marzo 1999, consultabile sul sito http://www.parlamento.it/att/ddl/home.htm.41“Norme <strong>di</strong> Delega al Governo in materia <strong>di</strong> protezione civile, <strong>di</strong> intervento dello Stato in materia <strong>di</strong> calamitànaturali nonché <strong>di</strong> assicurazione contro i rischi <strong>da</strong> essa derivanti”, art. 2, lettera f, in Allegato al Resoconto dellaseduta del giovedì 22 febbraio 2001, VIII Commissione, consultabile sul sitohttp://www.parlamento.it/att/ddl/home.htm.42Id, art. 2, lettera c.43DDL 533/2001 “<strong>Le</strong>gge quadro in materia <strong>di</strong> interventi <strong>per</strong> il ristoro dei <strong><strong>da</strong>nni</strong> e la ricostruzione a seguito <strong>di</strong> calamitào <strong>catastrofe</strong>”, presentato al Senato in <strong>da</strong>ta 26 luglio 2001 consultabile sul sitohttp://www.parlamento.it/att/ddl/home.htm.17


un articolo 44 , che delega il Ministro della industria alla stipula <strong>di</strong> una convenzione, con lecompagnie <strong>di</strong> assicurazione private, <strong>per</strong> regolare la materia.ConclusioneIl sistema delle <strong>assicurazioni</strong> <strong>per</strong> i rischi <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, non solo è fattibile,come <strong>di</strong>mostra l’es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> molti importanti Paesi, ma è anche l’unico in grado <strong>di</strong>affrontare, con maggiore efficienza, correttezza e trasparenza, il problema dell’indennizzo <strong>per</strong>i <strong><strong>da</strong>nni</strong> arrecati <strong>da</strong>lle catastrofi naturali ai privati, <strong>per</strong>mettendo così allo Stato <strong>di</strong> destinare lelimitate risorse finanziarie non solo alle emergenze, come avviene <strong>di</strong> fatto oggi nel nostroPaese, ma alle politiche <strong>di</strong> prevenzione nella <strong>di</strong>fesa del suolo e dell’acqua, secondo la lineadefinita <strong>da</strong>lla legge 183/89.Il nostro Paese, che <strong>per</strong> la sua conformazione geologica, <strong>per</strong> la sua caratterizzazionesismica, <strong>per</strong> la sua posizione geografica, rappresenta senza dubbio un Paese ad alto rischio <strong>di</strong>catastrofi naturali (<strong>da</strong>lle frane, delle alluvioni, ai terremoti etc..), dovrebbe, tra i modelliesistenti, valutare quello che più risponde alle esigenze dei citta<strong>di</strong>ni.Ad avviso <strong>di</strong> molti stu<strong>di</strong>osi, il modello a cui ispirarsi potrebbe essere quello francese,basato, come detto, sulla soli<strong>da</strong>rietà, cioè sul fatto che il premio <strong>per</strong> l’assicurazione, <strong>da</strong> partedei privati, è stabilito <strong>da</strong>llo Stato ed è sostanzialmente unico <strong>per</strong> tutti gli assicurati; il che ha<strong>per</strong> conseguenza che i citta<strong>di</strong>ni delle aree non a rischio, o a minor rischio, contribuiscono afinanziare i reali costi assicurativi delle aree a maggior rischio.Era questa, del resto, la scelta <strong>di</strong> politica legislativa, che era emersa <strong>da</strong>lla <strong>di</strong>scussionesul <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge Camoirano della XIII° legislatura, che tendeva, appunto, a costruire unsistema assicurativo sostenibile (quanto ai premi) <strong>da</strong> parte degli assicurati e, nello stessotempo, finanziariamente equilibrato; è evidente, <strong>per</strong>ò, che un sistema siffatto, che obbligaanche i citta<strong>di</strong>ni delle aree a minor rischio ad assicurarsi alle stesse con<strong>di</strong>zioni dei citta<strong>di</strong>nidelle aree a maggior rischio, sarebbe in concreto possibile soltanto se l’assicurazione contro irischi <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> naturali fosse resa in qualche modo obbligatoria, sia pure nella formain<strong>di</strong>retta del sistema francese, precedentemente delineato.E’ evidente che il premio unico, che pure costituisce un elemento importante <strong>per</strong> fardecollare il sistema ed assicurargli un’ ampia base finanziaria, ha la conseguenza negativa <strong>di</strong>44Id, art. 27.18


costruire una realtà giuri<strong>di</strong>ca in<strong>di</strong>fferente alle politiche <strong>di</strong> prevenzione; e dunque, comeabbiamo visto <strong>da</strong>ll’analisi del sistema francese, deve essere accompagnato <strong>da</strong> opportunicorrettivi, con la funzione <strong>di</strong> sollecitare scelte <strong>di</strong> responsabilità <strong>da</strong> parte delle comunità e deisingoli citta<strong>di</strong>ni.Ad avviso <strong>di</strong> molto stu<strong>di</strong>osi, il sistema francese può essere, inoltre, fonte <strong>di</strong> ispirazione<strong>per</strong> quanto riguar<strong>da</strong> la riassicurazione dei rischi <strong>da</strong> parte delle Compagnie assicuratrici e <strong>per</strong>quanto attiene alla necessità <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> garanzia <strong>da</strong> parte dello Stato, <strong>di</strong> fronte ad eventieccezionali, sia pure limitata al <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> tempo che serve al decollo del sistema.<strong>Le</strong> opinioni esposte si fon<strong>da</strong>no sulla constatazione che le es<strong>per</strong>ienze <strong>di</strong> un sistemafon<strong>da</strong>to del tutto sulla volontarietà della adesione e su premi tendenzialmente “puri”, comequello americano, stenta a decollare ed a rendersi autosufficiente.E’ dunque auspicabile che il <strong>di</strong>battito sul ruolo del sistema assicurativo privato, nellagestione del rischio <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, venga ripreso ed ulteriormente approfon<strong>di</strong>to,giacché esso può garantire una adeguata tutela ai citta<strong>di</strong>ni <strong>per</strong> i <strong><strong>da</strong>nni</strong> subiti e, nel contempo,in<strong>di</strong>rettamente contribuire a rafforzare la politica <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa del suolo.Lucca, 18 e 19 novembre 200219

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