un articolo 44 , che delega il Ministro della industria alla stipula <strong>di</strong> una convenzione, con lecompagnie <strong>di</strong> assicurazione private, <strong>per</strong> regolare la materia.ConclusioneIl sistema delle <strong>assicurazioni</strong> <strong>per</strong> i rischi <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, non solo è fattibile,come <strong>di</strong>mostra l’es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> molti importanti Paesi, ma è anche l’unico in grado <strong>di</strong>affrontare, con maggiore efficienza, correttezza e trasparenza, il problema dell’indennizzo <strong>per</strong>i <strong><strong>da</strong>nni</strong> arrecati <strong>da</strong>lle catastrofi naturali ai privati, <strong>per</strong>mettendo così allo Stato <strong>di</strong> destinare lelimitate risorse finanziarie non solo alle emergenze, come avviene <strong>di</strong> fatto oggi nel nostroPaese, ma alle politiche <strong>di</strong> prevenzione nella <strong>di</strong>fesa del suolo e dell’acqua, secondo la lineadefinita <strong>da</strong>lla legge 183/89.Il nostro Paese, che <strong>per</strong> la sua conformazione geologica, <strong>per</strong> la sua caratterizzazionesismica, <strong>per</strong> la sua posizione geografica, rappresenta senza dubbio un Paese ad alto rischio <strong>di</strong>catastrofi naturali (<strong>da</strong>lle frane, delle alluvioni, ai terremoti etc..), dovrebbe, tra i modelliesistenti, valutare quello che più risponde alle esigenze dei citta<strong>di</strong>ni.Ad avviso <strong>di</strong> molti stu<strong>di</strong>osi, il modello a cui ispirarsi potrebbe essere quello francese,basato, come detto, sulla soli<strong>da</strong>rietà, cioè sul fatto che il premio <strong>per</strong> l’assicurazione, <strong>da</strong> partedei privati, è stabilito <strong>da</strong>llo Stato ed è sostanzialmente unico <strong>per</strong> tutti gli assicurati; il che ha<strong>per</strong> conseguenza che i citta<strong>di</strong>ni delle aree non a rischio, o a minor rischio, contribuiscono afinanziare i reali costi assicurativi delle aree a maggior rischio.Era questa, del resto, la scelta <strong>di</strong> politica legislativa, che era emersa <strong>da</strong>lla <strong>di</strong>scussionesul <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge Camoirano della XIII° legislatura, che tendeva, appunto, a costruire unsistema assicurativo sostenibile (quanto ai premi) <strong>da</strong> parte degli assicurati e, nello stessotempo, finanziariamente equilibrato; è evidente, <strong>per</strong>ò, che un sistema siffatto, che obbligaanche i citta<strong>di</strong>ni delle aree a minor rischio ad assicurarsi alle stesse con<strong>di</strong>zioni dei citta<strong>di</strong>nidelle aree a maggior rischio, sarebbe in concreto possibile soltanto se l’assicurazione contro irischi <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> naturali fosse resa in qualche modo obbligatoria, sia pure nella formain<strong>di</strong>retta del sistema francese, precedentemente delineato.E’ evidente che il premio unico, che pure costituisce un elemento importante <strong>per</strong> fardecollare il sistema ed assicurargli un’ ampia base finanziaria, ha la conseguenza negativa <strong>di</strong>44Id, art. 27.18
costruire una realtà giuri<strong>di</strong>ca in<strong>di</strong>fferente alle politiche <strong>di</strong> prevenzione; e dunque, comeabbiamo visto <strong>da</strong>ll’analisi del sistema francese, deve essere accompagnato <strong>da</strong> opportunicorrettivi, con la funzione <strong>di</strong> sollecitare scelte <strong>di</strong> responsabilità <strong>da</strong> parte delle comunità e deisingoli citta<strong>di</strong>ni.Ad avviso <strong>di</strong> molto stu<strong>di</strong>osi, il sistema francese può essere, inoltre, fonte <strong>di</strong> ispirazione<strong>per</strong> quanto riguar<strong>da</strong> la riassicurazione dei rischi <strong>da</strong> parte delle Compagnie assicuratrici e <strong>per</strong>quanto attiene alla necessità <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> garanzia <strong>da</strong> parte dello Stato, <strong>di</strong> fronte ad eventieccezionali, sia pure limitata al <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> tempo che serve al decollo del sistema.<strong>Le</strong> opinioni esposte si fon<strong>da</strong>no sulla constatazione che le es<strong>per</strong>ienze <strong>di</strong> un sistemafon<strong>da</strong>to del tutto sulla volontarietà della adesione e su premi tendenzialmente “puri”, comequello americano, stenta a decollare ed a rendersi autosufficiente.E’ dunque auspicabile che il <strong>di</strong>battito sul ruolo del sistema assicurativo privato, nellagestione del rischio <strong>da</strong> <strong>catastrofe</strong> <strong>naturale</strong>, venga ripreso ed ulteriormente approfon<strong>di</strong>to,giacché esso può garantire una adeguata tutela ai citta<strong>di</strong>ni <strong>per</strong> i <strong><strong>da</strong>nni</strong> subiti e, nel contempo,in<strong>di</strong>rettamente contribuire a rafforzare la politica <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa del suolo.Lucca, 18 e 19 novembre 200219