Notiziario 1/2012 - Collegio dei Geometri della Provincia di Parma

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Per quanto riguarda le denunce di deposito del progetto esecutivo delle strutture, l’inizio dei lavori sarà subordinata all’ottenimento dell’attestazione di avvenuto deposito, così come specificato all’art. 13, comma 3. Una volta depositato il progetto esecutivo delle strutture presso lo Sportello Unico per l’Edilizia, la Struttura Tecnica competente in materia Sismica del Comune di Parma provvederà a svolgere, nel più breve tempo possibile, la verifica della completezza formale. Dell’esito di tale controllo verrà data comunicazione ai progettisti e, p.c., al denunciante il deposito del progetto esecutivo delle strutture attraverso posta raccomandata (o PEC), chiedendo, ove necessario, di regolarizzare la pratica Pertanto, dal 2 gennaio 2012, all’atto del deposito presso lo sportello saranno restituite all’interessato una copia degli elaborati progettuali presentati e una ricevuta di avvenuto deposito, mentre l’attestazione di avvenuto deposito sarà inviata al denunciante tramite posta raccomandata (o PEC). Nel caso in cui il numero di copie non sia sufficiente, lo Sportello tratterrà la copia per la Struttura Tecnica, mentre rilascerà all’interessato la ricevuta di deposito. Le ulteriori copie protocollate dovranno essere richieste tramite la procedura di accesso agli atti. Gli ulteriori elaborati che il richiedente/denunciante dovrà portare in risposta alle richieste di regolarizzazione/integrazione da parte della Struttura Tecnica dovranno essere presentate allo Sportello Unico accompagnate dalla comunicazione della Struttura Tecnica, in modo che l'addetto possa trovare in modo più agevole i riferimenti della pratica sismica originaria. Nel caso di integrazione volontaria, sarà cura del richiedente/denunciante presentare all'addetto dello Sportello Unico l'esatto riferimento della pratica sismica originaria. I riferimenti e le modalità di presentazione della pratica sismica possono essere ricercati anche sul sito www.comune.parma.it, sezione servizi nella scheda prodotto “Procedimenti per la vigilanza su opere e interventi per la riduzione del rischio sismico”. Presso il sito www.suei.comune.parma.it, sez. “Download Modulistica”, sub-sez. “Rischio Sismico”, sono disponibili i moduli aggiornati del Comune di Parma con cui procedere al disbrigo delle pratiche sismiche. In alternativa, è possibile utilizzare i moduli della Regione Emilia-Romagna purché siano aggiornati con le più recenti indicazioni legislative. Nota: quando non diversamente specificato, i riferimenti legislativi sono fatti alla L.R. n. 19/2008.”” 08 - PROCEDURA COMUNICAZIONE DI INIZIO LAVORI - COMUNE PARMA Dal Comune di Parma con lettera prot. n. 3205 del 09/01/2012 riceviamo e pubblichiamo: “”Comune di Parma Settore Servizi Parma, 9/01/2012 Prot. Gen. n. 3205 Class. 2012 .VI/3.8 All’attenzione degli ordini e dei Collegi professionali. A tutti i collaboratori del servizio servizi all’impresa e all’edilizia e del servizio controllo conformità edilizia e certificazioni. S E D E Oggetto: Note operative relative alla procedura per la comunicazione di inizio lavori In seguito a recenti verifiche operate riguardo le comunicazioni di inizio lavori dei permessi di costruire, è emerso che vi sono alcuni casi di comunicazione incomplete, e cioè mancanti della documentazione prevista per legge, ovvero degli adempimenti necessari prima dell’inizio dei lavori e specificamente indicati nel titolo edilizio. In particolare si sottolinea che la mancanza di alcuni adempimenti potrebbe comportare anche la non validità dell’inizio lavori e/o la decadenza del titolo, con le relative conseguenze dannose anche per i titoli abilitativi di riferimento. Al fine di assicurare un corretto avvio dei cantieri, e di scongiurare la possibilità di avviare opere edilizie in base a titoli non più validi, si è deciso di operare una razionalizzazione delle procedure di verifica da parte del Comune a partire dal nuovo anno. In un primo periodo transitorio, in caso di documentazione incompleta si provvederà a trasmettere una comunicazione di inizio lavori presentata, e quindi a tutti gli effetti considerare autorizzata l’apertura del cantiere, solo in caso di mancata trasmissione della documentazione mancante nel termine stabilito (7 giorni) si procederà alla sospensione dei lavori. In un secondo tempo, a regime, in caso di documentazione incompleta si avvierà direttamente la sospensione dei lavori. f.to il Direttore del Settore Servizi Dr.ssa Angela Calzolari””
09 - OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA Le opere di urbanizzazione primaria possono essere realizzate direttamente e senza gara dal titolare del permesso di costruire, se l’importo dei lavori è inferiore alla soglia comunitaria (dal primo gennaio è fissata in 5 milioni di euro). Sotto questa soglia non si applica il Codice dei contratti pubblici ed è il privato a provvedere direttamente o attraverso sue imprese ad urbanizzare l’area interessata dall’intervento edilizio e a scomputare la quota degli oneri dovuti all’amministrazione. La novità in materia di appalti e costruzioni arriva dalla manovra Monti art. 45 con l’aggiunta del comma 2 bis all’articolo 16 del Testo unico sull’edilizia, e raccoglie la soddisfazione degli addetti ai lavori. Prima dell’entrata in vigore del Decreto Monti e cioè fino 5 dicembre 2011, per le opere di urbanizzazione primaria “sotto soglia” era necessario indire una gara, senza pubblicazione del bando. 10 - "TOLLERANZA COSTRUTTIVA" - ART. 19-BIS L.R. 23 / 2004 Circolare sull’applicazione della norma L'Assessore regionale Alfredo Peri, con la circolare prot. N. PG/2011/312129 del 27 dicembre 2011, fornisce indirizzi per l'interpretazione uniforme della disciplina regionale sulla tolleranza nelle costruzioni edilizie, cioè sulle difformità, fino a un massimo del 2%, tra opera realizzata e progetto approvato. In particolare le indicazioni applicative sono riferite al D.I. n.1444 del 1968 in tema di distanze e al D.M. 5 luglio 1975 relativo all'altezza e ai requisiti igienico sanitari dei locali abitativi. “”Oggetto: applicazione dell’art. 19-bis della l.r. 23 del 2004, relativo alla “Tolleranza costruttiva”. Sono stati sollevati in recenti occasioni dubbi applicativi sull’art. 19-bis della l.r. 23 del 2004 con particolare riguardo alla ammissibilità della tolleranza rispetto alle difformità costruttive che comportano violazione di misure minime stabilite da norme statali e specificamente il D.I. n. 1444 del 1968 in tema di distanze e il DM 5 luglio 1975 relativo all’altezza e ai requisiti igienico sanitari dei locali abitativi. Con la presente si forniscono indirizzi per una interpretazione uniforme della norma ai fini della sua corretta applicazione.La tolleranza di cui all’art. 19-bis della l.r. 23 del 20041 rappresenta il margine di errore nell’esecuzione di interventi edilizi che non costituisce difformità rilevante ai fini dell’applicazione della disciplina sanzionatoria edilizia, quando è contenuto nello scarto del 2% (in più o in meno) tra le misure predefinite negli elaborati grafici allegati al titolo edilizio e quelle risultanti dall’opera effettivamente realizzata. Tale principio è stato sostanzialmente ribadito dall’art. 5 del D.L. n. 70 del 2011 (introduttivo del comma 2-ter dell’art. 34 del DPR 380 del 2001), con la precisazione che la tolleranza preclude l’applicazione delle sanzioni previste in caso di parziale difformità dal titolo abilitativo. La tolleranza opera dunque solo con riguardo agli abusi edilizi posti in essere in sede di realizzazione del manufatto edilizio, e a condizione che sia osservata la soglia massima del 2% più volte richiamata, riferibile ad ogni parametro quantitativo del manufatto edilizio. I requisiti per l’applicazione dell’istituto della tolleranza fissati dalla disposizione appena citata sono dunque che: • il progetto allegato al titolo edilizio sia rispondente alla normativa edilizia; • taluni parametri e dimensioni di singole unità immobiliari realizzate siano in contrasto con la medesima normativa edilizia; • le difformità siano contenute entro il massimo del 2% delle misure previste dal titolo e dunque dalla normativa edilizia cui lo stesso risulta conforme. Alla luce di tali requisiti consegue che: la tolleranza non trovi applicazione nel caso i cui lo stesso progetto allegato al titolo edilizio risulta essere in contrasto con parametri edilizi e urbanistici. In altre parole, la tolleranza non copre il contrasto con imperative disposizioni edilizie, qualora detta violazione, sia pure nei limiti di percentuale del 2%, sia propria già del progetto originario; in secondo luogo, visto lo specifico ambito di applicazione descritto dalle disposizioni citate, si ritiene che la tolleranza non trovi generale applicazione in tutti i casi di parziale difformità, di modo che ogni scostamento dai parametri edilizie urbanistici sia decurtato di una percentuale del 2%. Di conseguenza gli scostamenti, per esempio, dell’11% del volume dell’opera rispetto al titolo edilizio, continuano a costituire variazione essenziale; allo stesso modo, si ritiene che non trovi applicazione l’istituto della tolleranza laddove la difformità tra opera realizzata e titolo edilizio risulti superiore alla percentuale del 2% e tuttavia si ricada all’interno dell’ipotesi del c.d. abuso formale, quando cioè l’intervento è stato realizzato in parziale difformità dal titolo edilizio, 1 Come è noto l’art. 19-bis della l.r. 23 del 2004 recita: “Il mancato rispetto dell'altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro o dimensione delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro il limite del due per cento delle misure previste nel titolo abilitativo
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