il geometra bresciano - Collegio Geometri e Geometri Laureati della ...
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IL GEOMETRA<br />
BRESCIANO<br />
Rivista bimestrale<br />
d'informazione<br />
del <strong>Collegio</strong> <strong>Geometri</strong><br />
<strong>della</strong> provincia di Brescia<br />
Il quadro <strong>della</strong> pittrice<br />
prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del <strong>Collegio</strong><br />
<strong>Geometri</strong> di Brescia, sintetizza con efficacia la<br />
multiforme attività del <strong>geometra</strong> nei secoli.<br />
Direttore responsab<strong>il</strong>e<br />
Bruno Bossini<br />
Segretaria di redazione<br />
Carla Comincini<br />
Redazione<br />
Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini,<br />
Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Laura Cinelli,<br />
Alessandro Colonna, Mario Comincini,<br />
Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,<br />
Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento,<br />
Stefano Fracascio, Francesco Ganda,<br />
Francesco Lonati, Guido Maffioletti,<br />
Franco Manfredini, Giuseppe Mori,<br />
Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli,<br />
Giovanni Platto, Mariangela Scotti, Valeria Sonvico,<br />
Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Beppe Battaglia, Giuseppe Bertussi,<br />
Fabio Domenico Delbarba, Francesco Cuzzetti,<br />
Guido Lombardi, Franco Robecchi<br />
Direzione, redazione e amministrazione<br />
25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12<br />
Tel. 030/3706411<br />
www.collegio.geometri.bs.it<br />
Editing, grafica e impaginazione<br />
Francesco Lonati<br />
Fotografie<br />
Studio Eden e Francesco Lonati<br />
Concessionario <strong>della</strong> pubblicità<br />
Emmedigi Pubblicità<br />
Via Malta 6/b - 25125 Brescia<br />
Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031<br />
Stampa<br />
IGB Group/Grafo<br />
Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia)<br />
Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20<br />
Di questa rivista sono state stampate copie,<br />
che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,<br />
Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.<br />
Sommario<br />
EDITORIALE - Semplificazioni e professionalità<br />
2<br />
INTERVISTA - Una Consulta regionale per<br />
far sentire la voce dei geometri lombardi 4<br />
DALLA CASSA - Il giudizio <strong>della</strong> Corte dei<br />
Conti sul consuntivo 2009 <strong>della</strong> Cassa di<br />
previdenza 10<br />
L’analisi del Censis conferma l’attualità<br />
<strong>della</strong> professione del <strong>geometra</strong> 14<br />
URBANISTICA - Scia: nuova possib<strong>il</strong>ità per e-<br />
seguire un intervento ed<strong>il</strong>izio 16<br />
SCUOLA - Colmare la distanza tra scuola e<br />
mondo del lavoro 20<br />
LEGALE - Il sottotetto e la proprietà dell’ultimo<br />
piano condominiale 24<br />
LEGISLAZIONE - Le nuove regole sulla mediazione<br />
facoltativa e obbligatoria 26<br />
LAVORI DI GEOMETRI - Da San Felice a Gardone<br />
Riviera passeggiando in riva al lago<br />
sospesi sull’acqua 30<br />
AGRICOLTURA & FORESTE - Agriturismo<br />
ed ed<strong>il</strong>izia: poche regole di base 42<br />
L’agricoltura in cerca di riscatto 44<br />
SICUREZZA CANTIERI - Applicab<strong>il</strong>ità del<br />
D.lgs 81/2008 agli studi professionali 46<br />
DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Brescia ospita<br />
la XIV Conferenza nazionale di Asita 52<br />
DAL COLLEGIO DI LODI - Autorizzazione<br />
paesaggistica per interventi di lieve entità:<br />
in vigore <strong>il</strong> nuovo regolamento 56<br />
DAL COLLEGIO DI MANTOVA - Due importanti<br />
convegni del <strong>Collegio</strong> di Mantova<br />
su “Sicurezza” e “Pregeo 10” 64<br />
DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Alcune considerazioni<br />
sulle nuove norme emanate<br />
negli ultimi quattro mesi 66<br />
I dispositivi individuali di protezione anticaduta<br />
secondo le norme “Uni EN” 68<br />
GEOLOGIA - Geologia e geotecnica nelle<br />
“Norme tecniche per le costruzioni” 74<br />
TEMPO LIBERO - Regolamento del XVI<br />
campionato sci alpino e nordico per geometri<br />
professionisti 80<br />
CULTURA - Gli inediti esami del candidato<br />
Rodolfo Vantini 84<br />
Il Centro Studi San Martino per la storia<br />
dell’agricoltura e l’ambiente 92<br />
Novità di legge 96<br />
La parola agli esperti 98<br />
Aggiornamento Albo 106<br />
N. 5 - 2010 settembre-ottobre<br />
Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali<br />
e periodici del Tribunale di Brescia <strong>il</strong> 14-10-1975<br />
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale<br />
D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)<br />
art. 1, comma 1, DCB Brescia<br />
Associato alI’USPI<br />
Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto <strong>il</strong> pensiero dell'Autore e<br />
non impegnano né la rivista né <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong> <strong>Geometri</strong>. È concessa la facoltà<br />
di riproduzione degli articoli e delle <strong>il</strong>lustrazioni citando la fonte. Gli articoli<br />
e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 1
EDITORIALE<br />
Bruno Bossini<br />
Semplificazioni<br />
e professionalità<br />
Si assiste da qualche<br />
anno al meritorio<br />
tentativo dello Stato<br />
e <strong>della</strong> Regione Lombardia<br />
di sburocratizzare le<br />
procedure tecniche nell’ambito<br />
delle trasformazioni e-<br />
d<strong>il</strong>izie. L’intenzione, encomiab<strong>il</strong>e,<br />
è quella di rendere<br />
più rapido l’accoglimento<br />
delle richieste del cittadino<br />
riguardo alle autorizzazioni<br />
ed<strong>il</strong>izie, ai permessi a costruire<br />
e al r<strong>il</strong>ascio dei pareri<br />
di competenza (paesistico,<br />
idrogeologico, ecc..) nel<br />
caso in cui le istanze riguardino<br />
terreni o fabbricati<br />
posti in zona di vincolo.<br />
Rientra in questo intendimento<br />
legislativo, l’approvazione<br />
con D.L. n. 78 del 30<br />
luglio 2010 n. 122 <strong>della</strong> cosìddetta<br />
Scia (Segnalazione<br />
Certificata di Inizio Attività)<br />
che dopo alcuni dubbi sulla<br />
sua applicab<strong>il</strong>ità negli ambiti<br />
di trasformazione del<br />
territorio, è ora entrata a tutti<br />
gli effetti nel novero delle<br />
possib<strong>il</strong>ità a disposizione<br />
dei cittadini e dei proprietari<br />
che intendano dare i-<br />
nizio a un cantiere. Al riguardo<br />
a pag. 16 <strong>il</strong> collega<br />
Giuseppe Zipponi, riferendosi<br />
al recento Convegno organizzato<br />
dal <strong>Collegio</strong> su<br />
questo tema, ci offre tutti i<br />
dettagli sull’applicab<strong>il</strong>ità<br />
<strong>della</strong> nuova normativa. In<br />
questa sede, vorrei soffermarmi<br />
però sui pericoli che<br />
spesso i progettisti e i committenti<br />
corrono quando si<br />
apprestano a mettere in atto<br />
procedure semplificate senza<br />
la necessaria professionalità<br />
e senza la precisa conoscenza<br />
di tutti gli aspetti giuridici<br />
che sottendono.<br />
È ciò che avviene per e-<br />
sempio quando <strong>il</strong> professionista<br />
ricorre alla possib<strong>il</strong>ità<br />
di ridurre o annullare i tempi<br />
di approvazione <strong>della</strong> domanda<br />
di trasformazione e-<br />
d<strong>il</strong>izia (come nel caso <strong>della</strong><br />
Scia, che consente l’inizio<br />
dei lavori in contemporanea<br />
con la sua segnalazione all’Amministrazione)<br />
sacrificando<br />
altre certezze non<br />
meno importanti per <strong>il</strong> committente<br />
riguardanti l’intervento<br />
progettuale che sta<br />
per mettere in atto (si pensi<br />
alla responsab<strong>il</strong>ità congiunta<br />
tra <strong>il</strong> progettista e <strong>il</strong><br />
committente in caso di non<br />
conformità delle opere alle<br />
NTA vigenti).<br />
Insomma non sempre la risoluzione<br />
ottimale dei problemi<br />
procedurali coincide<br />
coi tempi “più brevi” e le ragioni<br />
sono molteplici.<br />
Cominciamo col dire che le<br />
norme di semplificazione si<br />
riferiscono a leggi e regole<br />
vigenti; che le semplificazioni<br />
sono state introdotte<br />
per snellire i passaggi più<br />
macchinosi delle leggi e renderne<br />
economicamente più<br />
vantaggiosa e rapida l’applicazione.<br />
Si consideri al riguardo<br />
che le “regole”<br />
vigenti, soprattutto<br />
quelle più complesse,<br />
sono ormai cono-<br />
sciute e consolidate nella<br />
loro applicazione, sia nell’esperienza<br />
di chi deve applicarle<br />
(professionisti), sia di<br />
chi deve farle applicare (gli<br />
uffici amministrativi). E, proprio<br />
perché da tempo abitudinariamente<br />
“fatte proprie”<br />
dagli uffici tecnici,<br />
sono diffic<strong>il</strong>mente modificab<strong>il</strong>i,<br />
soprattutto quando la<br />
loro applicazione richiede<br />
uno sforzo mentale, l’impiego<br />
cioè di quel “buon<br />
senso” che non tutti i responsab<strong>il</strong>i<br />
di procedimento<br />
intendono sforzarsi di esercitare.<br />
In questo caso, diventa fondamentale<br />
per <strong>il</strong> professionista<br />
un’approfondita conoscenza<br />
e dimestichezza sia<br />
<strong>della</strong> normativa già vigente,<br />
sia di quella recentemente<br />
introdotta dalle norme semplificative.<br />
Conoscenze queste che prevedono<br />
una spiccata preparazione<br />
professionale. Oltre<br />
a ciò, nel delicato passaggio<br />
all’applicazione <strong>della</strong> nuova<br />
normativa, <strong>il</strong> professionista<br />
dovrà anche praticare capacità<br />
di persuasione nei confronti<br />
dell’Amministrazione;<br />
così come “chi sta al di là del<br />
banco” dovrà imporsi elasticità<br />
mentale e capacità di a-<br />
nalisi interpretativa delle<br />
nuove norme semplificatorie.<br />
Va anche detto che <strong>il</strong> nostro<br />
sistema legislativo, soprattutto<br />
sui temi urbanistici,<br />
continua a basarsi su aggiustamenti<br />
e abrogazioni successive<br />
del testo nativo di<br />
leggi e decreti che non di<br />
rado trattano argomenti non<br />
direttamente legati a quelli<br />
originari. Tutto ciò non con-<br />
2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5<br />
L’avv. Mauro Ballerini
EDITORIALE<br />
La nota del Presidente<br />
Consiglio Nazionale e futuro <strong>della</strong> professione<br />
La crisi economica in atto stenta a concludersi con una<br />
significativa ripresa.<br />
La nostra professione, agganciata com’è all’ed<strong>il</strong>izia e alle<br />
attività produttive, ne ha molto risentito, anche se ad allargarne<br />
lo spazio professionale hanno provveduto nuovi ambiti di attività:<br />
la sicurezza cantieri, <strong>il</strong> risparmio energetico, l’acustica<br />
negli edifici ed altre mansioni che <strong>il</strong> <strong>geometra</strong> può liberamente<br />
esercitare.<br />
Nel modo di praticare la nostra professione è finita un’epoca<br />
e ne è comincia un’altra che richiede maggior preparazione<br />
culturale e un di più di qualità professionale.<br />
Proprio in questa direzione <strong>il</strong> Consiglio Nazionale <strong>Geometri</strong><br />
e <strong>Geometri</strong> <strong>Laureati</strong> si sta impegnando molto: lo si nota<br />
specialmente frequentando le assemblee dei Presidenti che rispetto<br />
al passato sono sempre più numerose.<br />
Quasi giornalmente dal Consiglio Nazionale arrivano ai<br />
Collegi o sui tavoli dei Consiglieri Provinciali notizie, proposte,<br />
stimoli, incitamenti a migliorare l’attività professionale del <strong>geometra</strong>;<br />
nelle assemblee dei Presidenti affiorano problemi e proposte<br />
che, oltre ad interessare l’intera categoria, pongono l’accento<br />
su difficoltà e problematiche locali spesso differenti da<br />
regione a regione.<br />
Le assemblee e gli incontri nazionali e regionali, sempre<br />
molto vivi e partecipati, consentono scambi di conoscenze e<br />
di opinioni, necessari per formulare proposte nuove. Senza conoscenze,<br />
infatti, non si può programmare <strong>il</strong> futuro in modo<br />
serio ed efficace. Va dato atto al Consiglio Nazionale <strong>Geometri</strong><br />
di aver predisposto un fitto calendario d’incontri ut<strong>il</strong>i ai Collegi<br />
per esprimere idee e fare analisi e confronti. I corsi di formazione<br />
e aggiornamento che <strong>il</strong> Consiglio propone sono un’ut<strong>il</strong>e<br />
mezzo per migliorare la qualità <strong>della</strong> categoria.<br />
L’impegno assiduo e gravoso del Consiglio Nazionale<br />
sulle competenze professionali dei geometri, purtroppo non<br />
riesce a concretizzarsi a causa degli antagonismi e delle contrapposizioni<br />
<strong>della</strong> politica parlamentare. Lo stallo che ne deriva<br />
non preclude tuttavia l’appoggio e la condivisione che la<br />
categoria esprime al Consiglio Nazionale, del quale riconosce<br />
<strong>il</strong> massimo impegno e la concretezza decisionale.<br />
Il Presidente<br />
geom. Giovanni Platto<br />
o (nel caso <strong>della</strong> Scia, come<br />
già detto) anche al committente.Come<br />
ben si capisce,<br />
applicare le<br />
norme semplificasente<br />
mai, o quasi mai, una<br />
lettura organica e univoca<br />
del testo emendato, con le<br />
conseguenti difficoltà di applicazione<br />
di testi legislativi<br />
sempre poco chiari.<br />
Sui progettisti peraltro pesano<br />
anche diverse responsab<strong>il</strong>ità<br />
sul fronte del loro<br />
mandato: <strong>il</strong> committente<br />
che si affida loro per le scelte<br />
procedurali (Dia/Scia o Permesso<br />
a costruire) e si fida<br />
delle loro capacità tecniche,<br />
non tiene mai conto (o non<br />
vuole proprio tenere conto)<br />
che la responsab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong><br />
scelta di una procedura piuttosto<br />
di un’altra può, in alcuni<br />
casi, ricadere anche su<br />
di lui.<br />
Pensiamo solo alle norme<br />
che riguardano la diversa<br />
tempistica di inizio lavori:<br />
nel caso <strong>della</strong> Scia è prevista<br />
dalla data <strong>della</strong> denuncia;<br />
nel caso <strong>della</strong> Dia dal 31°<br />
giorno dalla denuncia e, nel<br />
caso del Permesso a costruire,<br />
solo dopo <strong>il</strong> suo ottenimento.<br />
La scelta di una procedura<br />
piuttosto di un’altra può a-<br />
vere molta r<strong>il</strong>evanza: nel<br />
caso in cui l’Amministrazione<br />
debba per qualunque<br />
ragione (giustificata o meno)<br />
impugnare <strong>il</strong> procedimento<br />
e quindi ritenere <strong>il</strong>legittimo<br />
l’inizio dei lavori, gravi responsab<strong>il</strong>ità<br />
potrebbero essere<br />
imputate al progettista<br />
tive è tutt’altro che fac<strong>il</strong>e:<br />
quindi, pur ribadendo con<br />
forza che un bravo e capace<br />
<strong>geometra</strong> professionista ha<br />
certamente <strong>il</strong> discernimento<br />
per risolvere tutte le problematiche,<br />
ben venga <strong>il</strong> richiamo<br />
che l’avv. Mauro Ballarini<br />
ha espresso al Convegno<br />
sulla Scia suggerendo<br />
cautela e grande attenzione<br />
nell’applicazione <strong>della</strong> nuova<br />
procedura, al fine di non<br />
incorrere in responsab<strong>il</strong>ità<br />
cui potrebbe essere diffic<strong>il</strong>e<br />
rimediare.<br />
Nel dubbio applicativo, al di<br />
là <strong>della</strong> specifica e magari<br />
comprovata capacità del<br />
professionista di decidere, a<br />
mio giudizio vale sempre la<br />
regola maestra di ricorrere al<br />
parere di chi ne sa di più: colleghi<br />
esperti in legislazione<br />
urbanistica, colleghi che abbiano<br />
già sperimentato le<br />
nuove norme e, perché no,<br />
responsab<strong>il</strong>i di uffici tecnici<br />
comunali.<br />
❑<br />
Il geom. Antonio Gnecchi<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 3
INTERVISTA<br />
Una Consulta regionale<br />
per far sentire la voce<br />
dei geometri lombardi<br />
L’argomento non è nuovo, anzi. I colleghi<br />
con i capelli bianchi hanno sentito parlare<br />
almeno una decina di volte in questi ultimi<br />
trent’anni d’una articolazione regionale dei<br />
geometri, ovvero d’un organismo intermedio<br />
tra Collegi provinciali e Consiglio nazionale o<br />
d’una consulta che badasse a tutelare gli<br />
interessi <strong>della</strong> categoria nel sempre più<br />
delicato ambito regionale e, nello stesso<br />
tempo, coordinasse <strong>il</strong> contributo dei lombardi<br />
ai vari organismi nazionali dei geometri.<br />
Periodicamente, ad intervalli più o meno<br />
regolari, questa sorta di Araba Fenice ha<br />
fatto la sua comparsa nell’orizzonte degli<br />
strumenti che la categoria si è data per<br />
cercare di incidere laddove vengono prese le<br />
decisioni più importanti che la riguardano. E<br />
purtroppo va detto che, nonostante la<br />
generosità di molti colleghi, <strong>il</strong> “regionale”<br />
come è stato definito a più riprese, non è<br />
mai veramente decollato.<br />
Eppure l’esigenza d’un organismo di questo<br />
genere c’è ed anzi diviene ad ogni stagione<br />
più evidente. A mano a mano che questo<br />
federalismo, ancora incompleto e spesso<br />
contraddittorio, si fa strada nel nostro Paese,<br />
l’assenza d’una struttura regionale efficiente<br />
dei geometri si è infatti imposta in tutta la<br />
sua urgenza e per certi versi drammaticità.<br />
Così <strong>il</strong> cantiere del “regionale”, soprattutto in<br />
Lombardia, è stato riaperto e con rinnovato<br />
impegno negli ultimi cinque anni si è cercato<br />
di dare sostanza e gambe ad un’idea<br />
largamente condivisa: quella di dare ai<br />
geometri lombardi una voce autorevole e<br />
condivisa per far sentire a tutti i livelli le loro<br />
opinioni. Qualche risultato comincia a<br />
vedersi. Ed è per questa ragione che<br />
abbiamo incontrato ed intervistato <strong>il</strong> collega<br />
Michele Specchio, segretario del <strong>Collegio</strong> di<br />
Monza e Brianza ma, soprattutto, presidente<br />
dal 2009 <strong>della</strong> Consulta regionale dei<br />
Collegi dei geometri <strong>della</strong> Lombardia, dopo<br />
esserne stato dal 2007 <strong>il</strong> tesoriere.<br />
Presidente Specchio, innanzitutto<br />
val forse la<br />
pena cominciare a conoscere<br />
la Consulta, capire cos’è prima<br />
di vedere insieme cosa già fa e soprattutto<br />
cosa potrà fare d’ora in a-<br />
vanti.<br />
«La Consulta regionale è innanzitutto<br />
un’interfaccia tra i<br />
presidenti del Collegi lombardi,<br />
un momento forte di<br />
collegamento per cercare di<br />
portare la voce dei geometri<br />
lombardi ovunque serva e<br />
soprattutto ovunque si<br />
prendano decisioni che interessano<br />
la categoria, sia a<br />
livello regionale sia a livello<br />
nazionale. Un momento di<br />
conoscenza, di colloquio e<br />
di confronto tra i presidenti<br />
che ha anche l’obiettivo di<br />
far contare i geometri lombardi<br />
per quello che pesano<br />
nel panorama nazionale. Va<br />
infatti ricordato che in Lombardia<br />
operano ben 17 m<strong>il</strong>a<br />
geometri liberi professionisti<br />
che versano ad e-<br />
sempio alle Casse <strong>della</strong> nostra<br />
previdenza autonoma <strong>il</strong><br />
40% di tutto quanto viene<br />
versato ogni anno dai geometri<br />
italiani».<br />
Par di capire che c’è l’esigenza diffusa<br />
di avere più voce in capitolo tanto all’interno<br />
<strong>della</strong> categoria quanto<br />
nelle sedi tecniche e politiche che ci<br />
competono, a M<strong>il</strong>ano come a Roma.<br />
Cosa aveva impedito sinora di far nascere,<br />
o meglio rendere concretamente<br />
operativo questa articolazione<br />
<strong>della</strong> categoria<br />
«Ad impedire un’operatività<br />
efficace <strong>della</strong> Consulta nei<br />
decenni passati hanno storicamente<br />
contribuito in<br />
modo determinante alcune<br />
difficoltà di rapporto tra i diversi<br />
Collegi e logiche di<br />
schieramento politico anche<br />
categoriale. Questioni legittime<br />
ovviamente ma che<br />
non hanno consentito negli<br />
anni ai lombardi di contare<br />
per quello che valgono. Ora,<br />
invece, mi pare si possa dire<br />
che c’è una nuova consapevolezza<br />
<strong>della</strong> propria forza e<br />
<strong>della</strong> necessità avvertita da<br />
tutti i presidenti di parlare,<br />
se possib<strong>il</strong>e, magari non con<br />
una sola voce ma almeno<br />
con una sola lingua».<br />
Concretamente la Consultà cos’è<br />
«È presto detto: l’organismo<br />
è giuridicamente costituito<br />
presso <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong> di M<strong>il</strong>ano<br />
che in questi mesi ha anche<br />
provveduto a darci un supporto<br />
per quel che attiene<br />
alla segreteria. Della Consulta<br />
fanno parte tutti i presidenti<br />
di <strong>Collegio</strong> <strong>della</strong> re-<br />
4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
INTERVISTA<br />
Michele Specchio presidente <strong>della</strong><br />
Consulta regionale dei Collegi<br />
geometri <strong>della</strong> Lombardia,<br />
intervistato dal direttore <strong>della</strong> rivista<br />
Bruno Bossini<br />
gione, mentre per statuto <strong>il</strong><br />
presidente <strong>della</strong> Consulta<br />
non è un presidente di <strong>Collegio</strong><br />
(io infatti sono segretario<br />
del <strong>Collegio</strong> di Monza e<br />
Brianza). A far parte dell’ufficio<br />
di presidenza in questo<br />
periodo sono stati chiamati<br />
Fausto Alberti, che è stato<br />
nominato vicepresidente,<br />
Angelo Tavecchio che è segretario<br />
e Marco Tentori tesoriere».<br />
C’è un tesoriere e dunque ci sono risorse<br />
specifiche a disposizione.<br />
«Ovvio giacché non c’è organismo<br />
autonomo legalmente<br />
costituito che possa<br />
funzionare senza una dotazione<br />
finanziaria. Ebbene<br />
ogni <strong>Collegio</strong> contribuisce a<br />
sostenere la Consulta con<br />
una quota fissa ed una proporzionale<br />
al numero degli i-<br />
scritti; con questi versamenti<br />
avremo quest’anno a<br />
disposizione circa 16 m<strong>il</strong>a<br />
euro che sono interamente<br />
destinati alle spese di segreteria,<br />
di rappresentanza<br />
e di organizzazione di incontri<br />
e convegni, dal momento<br />
che l’impegno dei<br />
geometri variamente coinvolti<br />
e assolutamente volontaristico<br />
e gli eventuali rimborsi<br />
spese per le trasferte<br />
sono a carico dei Collegi di<br />
appartenenza».<br />
E queste sono tutte buone notizie,<br />
nel senso che non ci sono carrozzoni<br />
di sorta, non ci sono “cadreghe” particolari<br />
e i colleghi che si impegnano<br />
sono da ringraziare a chiare lettere<br />
perché lavorano in maniera disinteressata<br />
per <strong>il</strong> bene di tutti. Anche<br />
perché <strong>il</strong> lavoro, per quanto si può intuire<br />
è già parecchio e pesa peraltro<br />
principalmente sulle spalle di colleghi<br />
come i presidenti che sono già<br />
oberati di impegni. Come vi siete organizzati<br />
«Proprio per la quantità di<br />
impegni di tutti, ci siamo<br />
dati un sistema di lavoro<br />
molto elastico e informale.<br />
In pratica la Consulta si riunisce<br />
quando serve, cercando<br />
di individuare le esigenze<br />
e di rispondere <strong>il</strong> più<br />
rapidamente possib<strong>il</strong>e.<br />
Spesso la Consulta è pure i-<br />
tinerante, nel senso che può<br />
risultare comodo vedersi a<br />
M<strong>il</strong>ano, in un’altra provincia<br />
lombarda o anche a Roma<br />
magari prima dell’Assemblea<br />
dei presidenti».<br />
Ma in questi mesi quand’è e per<br />
quali problemi vi siete riuniti<br />
«Ci siamo incontrati mediamente<br />
una volta al mese,<br />
magari su sollecitazione di<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 5
INTERVISTA<br />
Michele Specchio<br />
un presidente o per l’emergere<br />
d’un problema.<br />
In questi mesi <strong>il</strong><br />
dialogo ed <strong>il</strong> confronto<br />
tra i presidenti ha riguardato<br />
di volta in<br />
volta, per esempio, i<br />
temi posti all’ordine<br />
del giorno dell’assemblea<br />
nazionale dei presidenti,<br />
le competenze<br />
professionali, la<br />
grande e complessa tematica<br />
<strong>della</strong> formazione<br />
permanente,<br />
l’individuazione di<br />
candidati all’altezza<br />
per una serie di organismi<br />
dentro e fuori la<br />
categoria. E vorrei sottolineare<br />
che non si è<br />
mai trattato di discussioni<br />
teoriche, legate ai<br />
massimi sistemi ed<br />
alle f<strong>il</strong>osofie, ma estremamente<br />
concrete,<br />
spesso capaci di portare<br />
a posizioni condivise<br />
e all’indicazione<br />
di candidati davvero<br />
autorevoli che sono<br />
stati presentati con <strong>il</strong><br />
sostegno di tutta la<br />
forza <strong>della</strong> Lombardia.<br />
E analogamente<br />
stanno facendo le commissioni».<br />
zione ulteriore che porta<br />
professionalità e competenza<br />
al nostro dibattito e<br />
che, a seconda dei temi, si<br />
traduce poi in un indirizzo<br />
per esempio per i geometri<br />
variamente inseriti negli organismi<br />
tecnici, ad esempio<br />
in quelli a carattere regionale,<br />
oppure in una presa di<br />
posizione comune o ancora<br />
nella definizione di un documento<br />
da presentare alla categoria<br />
o ad un convegno».<br />
Possiamo fare qualche esempio<br />
«Certamente. Prima di incontrarti,<br />
proprio qui al <strong>Collegio</strong><br />
di Brescia abbiamo tenuto<br />
ad esempio un incontro<br />
con tutti gli esperti ed i colleghi<br />
indicati dai diversi Collegi<br />
sui temi <strong>della</strong> topografia<br />
per cercare di preparare un<br />
intervento dei geometri<br />
lombardi da leggere al prossimo<br />
incontro internazionale<br />
dell’Asita, le Associazioni<br />
Scientifiche per le<br />
Ovvero<br />
«Accanto alla consulta vera e<br />
propria e con <strong>il</strong> coordinamento<br />
del Comitato di presidenza,<br />
la Consulta ha<br />
scelto di operare, se serve,<br />
anche attraverso commissioni<br />
nelle quali sono chiamati<br />
dai presidenti di <strong>Collegio</strong><br />
gli esperti ed i colleghi<br />
disponib<strong>il</strong>i e preparati su un<br />
determinato problema. Si<br />
tratta di una sorta di articolainformazioni<br />
territoriali<br />
ed ambientali che<br />
si terrà proprio a Brescia<br />
dal 9 al 12 novembre<br />
prossimi».<br />
Ci siete riusciti<br />
«Sì siamo a buon<br />
punto, ci siamo confrontati<br />
ed alcuni elementi<br />
attorno ai quali<br />
far ruotare <strong>il</strong> nostro intervento<br />
all’Asita sono<br />
stati individuati. Ora<br />
resta da scrivere <strong>il</strong> documento<br />
ed abbiamo<br />
dato mandato ad un<br />
paio di colleghi di cominciare<br />
a lavorarci. E<br />
questo schema di lavoro,<br />
provocato dalle<br />
più diverse occasioni,<br />
lo stiamo ut<strong>il</strong>izzando<br />
con commissioni dedicate<br />
appunto a catasto<br />
e topografia, alla certificazione<br />
energetica<br />
ed alle linee guida per<br />
la sicurezza nei cantieri.<br />
Su ciascuno di<br />
questi temni le Commissioni<br />
stanno lavorando<br />
e presto i colleghi<br />
vedranno i frutti,<br />
anche perché la voce u-<br />
nitaria dei geometri<br />
lombardi su queste<br />
problematiche avrà un peso<br />
su alcune decisioni che la<br />
Regione sta prendendo».<br />
Vuoi dire che avete già trovato modo<br />
di far arrivare i frutti dei lavori delle<br />
varie commissioni fino alle ‘stanze<br />
del potere’, ovvero nel palazzo <strong>della</strong><br />
Regione che, pur in carenza di fondi,<br />
vede aumentare ogni giorno le sue<br />
competenze in campo legislativo e di<br />
gestione<br />
«A onor del vero la novità<br />
non è tanto rappresentata<br />
6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
INTERVISTA<br />
Da sinistra: Armido Bellotti, Bruno<br />
Bossini e Michele Specchio<br />
dal fatto che nostri rappresentanti<br />
siano inseriti nelle<br />
Commissioni di lavoro e nei<br />
tavoli tecnici <strong>della</strong> Regione,<br />
ma che siano stati scelti ed<br />
indicati dalla Consulta dei<br />
presidenti lombardi e soprattutto<br />
possano parlare<br />
sapendo di rappresentare<br />
tutta la categoria in Lombardia,<br />
ovvero tutti i Collegi<br />
e ben 17 m<strong>il</strong>a iscritti».<br />
Ma vediamo nello specifico dove sono<br />
inseriti e a cosa stanno lavorando<br />
questi colleghi<br />
«Gli ambiti sono davvero<br />
molti, ma ne voglio citare almeno<br />
tre. C’è ad esempio in<br />
Regione Lombardia un nostro<br />
rappresentante al tavolo<br />
tecnico per la formulazione<br />
delle linee giuda e per<br />
la definizione <strong>della</strong> corretta<br />
lettera d’incarico al coordinatore<br />
<strong>della</strong> sicurezza in<br />
cantiere, così come ci sono<br />
alcuni colleghi, ciascuno con<br />
specifica competenza, presenti<br />
al tavolo tecnico per la<br />
difesa del suolo e la protezione<br />
civ<strong>il</strong>e (c’è ad esempio<br />
un collega di Sondrio per<br />
frane e slavine) e da questo<br />
tavolo potrebbe anche e-<br />
mergere un iter formativo<br />
specifico per <strong>il</strong> tecnico specializzato<br />
nella difesa del<br />
territorio. C’è poi un altro tavolo<br />
tecnico di grande importanza<br />
che riguarda la certificazione<br />
energetica».<br />
Ed è anche quest’ultimo un ambito<br />
r<strong>il</strong>evante che sta offrendo ai colleghi<br />
importanti occasioni di lavoro in una<br />
branca molto specializzata e di soddisfazione.<br />
«La nostra professione ed i<br />
colleghi che operano in tutta<br />
la regione ancora una volta<br />
hanno dimostrato la grande<br />
versat<strong>il</strong>ità e la capacità di a-<br />
dattarsi rapidamente alle e-<br />
sigenze del mercato. Anche<br />
grazie all’attività dei Collegi<br />
provinciali che hanno organizzato<br />
i corsi per i certificatori<br />
un buon numero di geometri<br />
ha oggi la professionalità<br />
ab<strong>il</strong>itata. Il lavoro nella<br />
commissione regionale si è<br />
indirizzato in particolare ad<br />
allargare maggiormente le<br />
possib<strong>il</strong>ità formative. Concretamente<br />
la Commissione<br />
potrà esprimere un parere e<br />
delineare all’assessore un<br />
indirizzo su come meglio far<br />
fruttare i 300 m<strong>il</strong>a euro che<br />
sono stati stanziati per la formazione<br />
di tutor che a loro<br />
volta dovranno formare i futuri<br />
certificatori. Sempre su<br />
questo versante ed in tema<br />
di indirizzi per i certificatori<br />
sta ad esempio emergendo<br />
una raccomandazione molto<br />
precisa, ovvero che la certificazione<br />
energetica è una<br />
semplice verifica del rispetto<br />
degli standard energetici<br />
e non una nuova valutazione<br />
energetica tout court,<br />
che altrimenti ogni edificio<br />
finirebbe per essere inut<strong>il</strong>mente<br />
valutato per ben due<br />
volte».<br />
Tornando ad un livello più generale<br />
mi par di capire che la Consulta si<br />
stia ritagliando una spazio soprattutto<br />
sul versante dell’indirizzo nella<br />
formazione ed in particolare nella<br />
formazione permanente.<br />
«Forse in tutta la nostra categoria<br />
non c’è ancora la<br />
piena cognizione che è sulla<br />
formazione permanente che<br />
si giocheranno le nostre<br />
chances di sopravvivenza<br />
come professionisti nei<br />
prossimi anni, ovvero sulla<br />
nostra capacità di offrire<br />
sempre la competenza più<br />
avvertita ed aggiornata alle<br />
esigenze del mercato. Toccherà<br />
ai Collegi non solo organizzare<br />
le occasioni di formazione<br />
per gli iscritti, ma<br />
pure certificarne la profes-<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 7
INTERVISTA<br />
Michele Specchio, presidente <strong>della</strong><br />
Consulta dei Collegi lombardi e del<br />
<strong>Collegio</strong> geometri di Monza e<br />
Brianza<br />
personalismi che tengano».<br />
sionalità, nel senso di attribuire<br />
gli ormai ben noti crediti<br />
a ciascun iscritto sulla<br />
base dei corsi frequentati e<br />
dei lavori fatti. E proprio in<br />
questo campo, ovvero nella<br />
garanzia di offrire corsi qualificati<br />
agli iscritti e di certificarne<br />
la qualificazione, i Collegi<br />
più piccoli rischiano di<br />
trovarsi in difficoltà, sia per<br />
la carenza di spazi e di<br />
mezzi, sia l’obiettiva limitatezza<br />
<strong>della</strong> domanda. Perché<br />
non pensare allora che la<br />
Consulta regionale possa<br />
farsi carico di coordinare dei<br />
format formativi condivisi da<br />
esportare poi nelle diverse<br />
realtà, riunendo se serve le<br />
domande di Collegi vicini. E<br />
se questo vale per la cosiddetta<br />
formazione permanente,<br />
non diversamente si<br />
può dire per la formazione<br />
tout court: perche ad esempio<br />
non pensare che dalla Consulta<br />
regionale possa venire<br />
lo stimolo perché alcuni Collegi<br />
vicini possano accordarsi<br />
con la Fondazione dei<br />
geometri italiani per proporre<br />
alla Regione la nascita<br />
in una determinata area di<br />
un Its, in modo che per i corsi<br />
relativi di specializzazione<br />
post secondaria possa essere<br />
individuato l’Istituto<br />
tecnico più adeguato e più<br />
preparato sotto l’aspetto<br />
professionale».<br />
Una prospettiva di lavoro sicuramente<br />
di grande impegno, ma<br />
anche gratificante ed in qualche maniera<br />
persino entusiasmante: <strong>il</strong> passato<br />
però racconta di incomprensioni,<br />
dissidi, polemiche…<br />
«Il passato è passato e la mia<br />
convinzione è che oggi ci<br />
siano condizioni e consapevolezza<br />
nuova. Un punto sicuro<br />
ed intangib<strong>il</strong>e resta ovviamente<br />
l’autonomia assoluta<br />
di ciascun <strong>Collegio</strong> provinciale<br />
nella definizione<br />
<strong>della</strong> propria attività e nella<br />
scelta <strong>della</strong> politica a difesa<br />
<strong>della</strong> categoria che preferisce<br />
adottare. Ma, vista la<br />
gravosità degli impegni e<br />
l’alto livello <strong>della</strong> sfida, i<br />
tempi mi paiono maturi per<br />
una collaborazione più<br />
stretta tra le diverse realtà<br />
periferiche, perché si possa<br />
cercare di risolvere insieme<br />
quello che risulta assolutamente<br />
impossib<strong>il</strong>e affrontare<br />
da soli. E in nome del<br />
bene <strong>della</strong> categoria non ci<br />
sono spirito di campan<strong>il</strong>e o<br />
E ci sono altri ambiti nei quali la collaborazione<br />
tra Collegi attraverso la<br />
Consulta prevedib<strong>il</strong>mente sarà<br />
presto sv<strong>il</strong>uppata Penso ad e-<br />
sempio al web alla rivista di categoria,<br />
ad una definizione codificata<br />
degli standard per la certificazione<br />
dello studio tecnico…<br />
«Sono tutti ambiti di grande<br />
interesse comune e sono<br />
certo potranno trovare una<br />
risposa regionale adeguata.<br />
Per <strong>il</strong> web in verità sta già funzionando<br />
ed anche la vostra<br />
esperienza di giornale <strong>bresciano</strong><br />
che a poco a poco si è<br />
allargato a buona parte<br />
delle altre province lombarde<br />
è un esempio al quale<br />
guardiamo con grande attenzione<br />
e che potrebbe<br />
presto portare a soluzioni<br />
nuove sempre più aggregate<br />
almeno per i Collegi limitrofi».<br />
Guardando fuori dalla nostra Regione,<br />
puoi dirci se l’esperienza <strong>della</strong><br />
Consulta lombarda che ci pare così<br />
ben avviata ha già seguiti in altre regioni<br />
d’Italia<br />
«L’impressione che ho parlando<br />
con i presidenti di un<br />
po’ tutti i Collegi d’Italia è<br />
che l’esigenza sia sentita da<br />
Nord a Sud anche se i livelli<br />
<strong>della</strong> risposta per ora sono<br />
diversi. Al nostro livello mi<br />
pare si stia muovendo solo<br />
l’Em<strong>il</strong>ia Romagna, mentre<br />
altri sono per ora alla lettera<br />
d’intenti. La cosa però non<br />
mi preoccupa: vuol dire che<br />
ancora una volta sarà la Lombardia<br />
a tracciare la strada<br />
per tutt’Italia».<br />
❑<br />
8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DALLA CASSA<br />
Il giudizio <strong>della</strong> Corte dei Conti<br />
sul consuntivo 2009<br />
<strong>della</strong> Cassa di previdenza<br />
La Corte dei Conti nell’adunanza del 22 luglio 2010, ha reso pubblico<br />
un suo documento indirizzato ai Presidenti di Camera e Senato<br />
riguardante <strong>il</strong> risultato del controllo eseguito sulla gestione<br />
finaziaria <strong>della</strong> Cassa italiana di previdenza ed assistenza dei geometri liberi<br />
professionisti, st<strong>il</strong>ato dopo averne visionato <strong>il</strong> conto consuntivo dell’esercizio finanziario<br />
2009 e le annesse relazioni del Consiglio di Amministrazione e del<br />
<strong>Collegio</strong> dei sindaci.<br />
Ne proponiamo di seguito le “Considerazioni conclusive” dalle quali risulta<br />
che la gestione degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari passa da una perdita nel<br />
2008 di euro 65.529.000 a un ut<strong>il</strong>e nel 2009 di euro 22.829.000 insieme<br />
alle più significative tabelle comparative.<br />
oggetto del<br />
«Nell’esercizio<br />
presente referto<br />
l’analisi delle risultanze<br />
economiche e patrimoniali<br />
evidenzia la sussistenza<br />
di un avanzo economico<br />
(€/mgl 77.855), cui corrisponde<br />
un incremento<br />
<strong>della</strong> consistenza del patrimonio<br />
netto <strong>della</strong> Cassa, per<br />
effetto del risultato positivo<br />
di esercizio, <strong>il</strong> cui valore si<br />
attesta su €/mgl 1.787.056.<br />
Mette conto evidenziare<br />
come <strong>il</strong> risultato economico<br />
<strong>della</strong> gestione 2009 si presenti<br />
assai più favorevole<br />
nel confronto con l’esercizio<br />
precedente in cui <strong>il</strong> risultato<br />
economico d’esercizio era<br />
pari a €/mgl 19.311. È pur<br />
vero, come posto in luce<br />
nella precedente relazione,<br />
che <strong>il</strong> 2008 era contrassegnato,<br />
nel saldo finale, dall’andamento<br />
assai negativo<br />
<strong>della</strong> gestione del patrimonio<br />
immob<strong>il</strong>iare, su cui si<br />
erano riflessi i condizionamenti<br />
dovuti alla crisi dei<br />
mercati finanziari internazionali.<br />
Nel 2009 ancora due sono i<br />
principali fattori, pur di<br />
segno opposto, su cui è necessario<br />
porre attenzione e<br />
che concorrono a determi-<br />
10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5<br />
nare maggiori ut<strong>il</strong>i sul 2008<br />
per €/mgl 58.544.<br />
Il primo è costituito dal<br />
saldo tra entrate contributive<br />
e prestazioni, che si mostra<br />
in flessione, passando<br />
dai 70,3 m<strong>il</strong>ioni del 2008<br />
(66,3 nel 2007; 57,3 nel 2006)<br />
ai 66,3 m<strong>il</strong>ioni del 2009.<br />
Questo andamento – pur<br />
scontando i significativi interventi<br />
posti in essere dalla<br />
Cassa tra <strong>il</strong> 2007 e <strong>il</strong> 2008 che,<br />
dal lato delle prestazioni i-<br />
stituzionali, ne “rallentano”<br />
<strong>il</strong> trend in incremento dovuto<br />
a fattori demografici ed agli<br />
automatici adeguamenti al<br />
costo <strong>della</strong> vita, e che, dal<br />
lato delle entrate contributive,<br />
ne incrementano <strong>il</strong> gettito,<br />
per effetto dell’aumento<br />
dei minimi e del gettito<br />
autoliquidato – è dovuto<br />
al differente tasso di crescita<br />
delle prestazioni rispetto ai<br />
contributi. Le prime, infatti,<br />
crescono, tra <strong>il</strong> 2008 e <strong>il</strong> 2009,<br />
del 6,7 per cento (in valori<br />
assoluti, dai 340 m<strong>il</strong>ioni del<br />
2008, ai 363 m<strong>il</strong>ioni del<br />
2009), mentre le entrate contributive<br />
aumentano del 4,6<br />
per cento (in valori assoluti,<br />
dai 410 m<strong>il</strong>ioni del 2008 ai<br />
429 m<strong>il</strong>ioni del 2009).<br />
Il secondo fattore è costituito<br />
dall’andamento, invero<br />
positivo, <strong>della</strong> gestione<br />
degli impieghi patrimoniali.<br />
Se, infatti, i redditi e proventi<br />
da immob<strong>il</strong>i presentano,<br />
tra i due esercizi, variazioni<br />
di scarso r<strong>il</strong>ievo, la gestione<br />
degli impieghi mob<strong>il</strong>iari<br />
e finanziari – che nel<br />
2008 aveva registrato una<br />
perdita di oltre 65 m<strong>il</strong>ioni di<br />
euro (che teneva conto degli<br />
accantonamenti al fondo o-<br />
sc<strong>il</strong>lazione titoli) – vede nel<br />
2009 ricavi per 22,8 m<strong>il</strong>ioni,<br />
da ricondurre anche al venir<br />
meno delle perdite ipotizzate<br />
nel precedente esercizio.<br />
Un’attenzione particolare<br />
va, comunque, dedicata ai<br />
consueti indici che rappre-<br />
CONTO ECONOMICO Esercizio 2008 2009<br />
A GESTIONE PREVIDENZIALE:<br />
1) Gestione contributi 426.467.530 434.063.550<br />
2) Gestione prestazioni 338.141.636 360.386.218<br />
Risultato lordo gestione previdenziale (1-2) 88.325.894 73.677.332<br />
B GESTIONE DEGLI IMPIEGHI PATRIMONIALI:<br />
3) Gestione immob<strong>il</strong>iare 9.530.001 10.079.557<br />
4) Gestione degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari -65.528.812 22.829.197<br />
Risultato lordo gestione degli impieghi patrimoniali (3+4) -55.998.810 32.908.753<br />
C COSTI DI AMMINISTRAZIONE:<br />
Totale costi di amministrazione 19.862.094 21.019.893<br />
RISULTATO OPERATIVO (A+B-C) 12.464.990 85.566.193<br />
D PROVENTI E ONERI FINANZIARI 802.628 435.067<br />
E RETTIFICHE DI VALORI DI ATTIVITÀ FINANZIARIE 1.153.834 -182.601<br />
F PROVENTI E ONERI STRAORDINARI 10.780.648 -2.025.454<br />
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A+B+C+D+E+F) 25.202.100 83.792.205<br />
Imposte sui redditi imponib<strong>il</strong>i 5.891.213 5.936.917<br />
RISULTATO NETTO DELL’ESERCIZIO 19.310.887 77.855.288
DALLA CASSA<br />
STATO PATRIMONIALE<br />
ATTIVO 2008 2009<br />
Immob<strong>il</strong>izzazioni 1.374.973.310 1.489.167.149<br />
immateriali 75.547 122.744<br />
materiali 351.736.808 350.283.619<br />
finanziarie 1.023.160.955 1.138.760.786<br />
Attivo circolante 386.502.211 353.129.033<br />
crediti 223.216.223 315.464.277<br />
attività finanziarie non immob<strong>il</strong>izzate 119.597.217 0<br />
disponib<strong>il</strong>ità liquide 43.688.772 37.664.756<br />
Ratei e risconti 2.204.801 1.891.516<br />
TOTALE ATTIVO 1.763.680.322 1.844.187.698<br />
Conti d’ordine 65.153.887 76.213.614<br />
PASSIVO<br />
Patrimonio netto 1.709.201.201 1.787.056.489<br />
riserva rivalutazione immob<strong>il</strong>i 106.615.099 106.615.099<br />
riserva legale 1.583.275.215 1.602.586.102<br />
risultato economico di esercizio 19.310.887 77.855.288<br />
Fondo per rischi ed oneri 0 0<br />
Trattamento di fine rapporto 2.659.709 2.661.882<br />
Debiti 51.819.412 54.469.326<br />
Ratei e risconti 0 0<br />
TOTALE PASSIVO 1.763.680.311 1.844.187.698<br />
Conti d’ordine 65.153.887 76.213.614<br />
sentano l’andamento delle<br />
prestazioni istituzionali in<br />
rapporto al numero degli i-<br />
scritti e alle entrate contributive,<br />
e che esprimono valori<br />
importanti ai fini dell’equ<strong>il</strong>ibrio<br />
economico-finanziario<br />
<strong>della</strong> Cassa.<br />
Il rapporto tra iscritti e pensionati<br />
passa da 3,81 del<br />
2008 a 3,68 del 2009. Ciò per<br />
effetto congiunto del modesto<br />
incremento del numero<br />
degli iscritti (+0,6 per<br />
cento rispetto al 2008) e di<br />
un tasso di crescita del numero<br />
dei pensionati che, tra<br />
<strong>il</strong> 2008 e <strong>il</strong> 2009, aumenta del<br />
4,19 per cento. Può essere di<br />
interesse r<strong>il</strong>evare come <strong>il</strong><br />
tasso di incremento degli i-<br />
scritti nel biennio precedente<br />
(2008-2007) fosse<br />
stato dell’1,1 per cento, a<br />
fronte di una crescita più decisa<br />
del numero dei pensionati,<br />
pari al 4,15 per cento.<br />
Il rapporto tra entrate contributive<br />
e pensioni IVS,<br />
d’altro canto, passa dall’1,19<br />
del 2007 all’1,13 del 2008-<br />
2009: aumenta nel periodo<br />
considerato del 15,33 per<br />
cento l’onere per le pensioni<br />
IVS (dai 303 m<strong>il</strong>ioni del 2007,<br />
ai 349 m<strong>il</strong>ioni del 2009),<br />
mentre le corrispondenti<br />
entrate contributive si incrementano<br />
del 9,07 per cento<br />
(dai 361 m<strong>il</strong>ioni del 2007, ai<br />
394 m<strong>il</strong>ioni del 2009). Un<br />
dato positivo, peraltro, è<br />
rappresentato dall’andamento,<br />
riferito all’ultimo<br />
quinquennio, delle pensioni<br />
di vecchiaia che mostrano<br />
una sostanziale stab<strong>il</strong>izzazione,<br />
con la progressiva<br />
diminuzione del loro<br />
tasso di aumento e <strong>della</strong> relativa<br />
spesa (andamento<br />
che, pur se con modalità<br />
meno lineari, parrebbe potersi<br />
estendere al complesso<br />
delle prestazioni<br />
pensionistiche).<br />
infine, di<br />
copertura del patrimonio<br />
netto agli L’indice,<br />
oneri pensionistici, di 5,73<br />
nel 2007, è di 5,34 nel 2008 e<br />
di 5,20 nel 2009.<br />
La Cassa, come già accennato,<br />
ha adottato, in questi<br />
ultimi anni, una serie complessa<br />
d’interventi sia dal<br />
lato delle prestazioni istituzionali,<br />
sia da quello degli<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 11
DALLA CASSA<br />
impieghi patrimoniali al fine<br />
di assicurare nel tempo gli e-<br />
qu<strong>il</strong>ibri di b<strong>il</strong>ancio e le prestazioni<br />
istituzionali.<br />
Riguardo a tale ultimo prof<strong>il</strong>o<br />
è da dire che, la Cassa si<br />
è dotata di un b<strong>il</strong>ancio tecnico<br />
(al 31 dicembre 2006)<br />
che sv<strong>il</strong>uppa i dati in un arco<br />
di cinquant’anni, dal 2007 al<br />
2056 e che, di recente, è<br />
stato oggetto di integrazione<br />
per tenere conto delle<br />
più recenti misure adottate<br />
per assicurare la stab<strong>il</strong>ità<br />
<strong>della</strong> gestione anche nel<br />
lungo periodo.<br />
Queste proiezioni sono, in<br />
effetti, indicative del miglioramento<br />
<strong>della</strong> sostenib<strong>il</strong>ità<br />
<strong>della</strong> gestione che, non<br />
prima del 2031 vede realizzarsi<br />
un saldo negativo tra<br />
contributi e prestazioni.<br />
Pur tuttavia, anche in relazione<br />
alla validità delle<br />
proiezioni attuariali con riguardo<br />
alle ipotesi adottate<br />
(sv<strong>il</strong>uppo numerico <strong>della</strong><br />
collettività e dei loro redditi,<br />
tasso di rendimento del patrimonio,<br />
tavola di mortalità),<br />
la Corte deve confermare<br />
l’esigenza di un’assidua<br />
vig<strong>il</strong>anza, indispensab<strong>il</strong>e<br />
per l’adozione degli interventi<br />
correttivi che si rivelassero<br />
opportuni e che la<br />
Cassa dovrà ponderare, per<br />
l’adozione di ogni provvedimento<br />
correttivo in esito alla<br />
dinamica entrate/spese,<br />
anche alla luce degli elementi<br />
di conoscenza e valutazione<br />
forniti dai nuovi b<strong>il</strong>anci<br />
tecnici che saranno acquisiti<br />
su base più recente<br />
rispetto a quella del 31 dicembre<br />
2006».<br />
❑<br />
QUADRO ANALITICO E RIEPILOGATIVO DEGLI ONERI PER LE PRESTAZIONI ISTITUZIONALI E DEI PROVENTI CONTRIBUTIVI<br />
2007 2008 2009<br />
PRESTAZIONI<br />
Prestazioni pensionistiche 305.003.182 331.901.261 353.007.076<br />
Indennità maternità 2.341.344 2.647.849 2.767.899<br />
Spese per assistenza sanitaria 3.193.604 4.667.820 4.693.340<br />
Provvidenze straordinarie 277.257 331.138 696.394<br />
Acc. Fondo provv. straord. - - 1.310.373<br />
Maggiorazione L. 140/85 (ex combattenti) 174.682 170.485 161.382<br />
Totale prestazioni 310.990.069 339.718.555 362.636.464<br />
CONTRIBUTI<br />
Contributi soggettivi 226.373.953 241.773.809 251.795.499<br />
Contributi integrativi 134.461.229 130.980.167 141.770.955<br />
Contributi maternità 420.713 1.956.707 2.053.731<br />
Ricongiunzioni, riserve matematiche e altre entrate di natura contributiva 6.972.853 15.562.429 2.948.146<br />
Recupero contributi evasi e relativi interessi 9.105.228 19.740.687 30.348.467<br />
Totale contributi 377.333.976 410.013.802 428.916.798<br />
Saldo contributi/prestazioni 66.343.907 70.295.247 66.280.334<br />
Incidenza % prestazioni/contributi 82,42 82,86 84,55<br />
NUMERO COMPLESSIVO DEGLI ISCRITTI E DEI PENSIONATI E INDICE DEMOGRAFICO<br />
2007 2008 2009<br />
Iscritti 93.487 94.486 95.036<br />
Pensionati* 23.786 24.774 25.811<br />
Rapporto iscritti/pensionati 3,93 3,81 3,68<br />
* Il numero delle pensioni non comprende i dati relativi alle rendite vitalizie e alle pensioni contributive corrisposte in luogo <strong>della</strong> ristrutturazione dei contributi, considerando<br />
le quali <strong>il</strong> rapporto iscritti/pensionati è pari nel triennio 2007-2009, rispettivamente a 3,73, 3,55, e 3,38.<br />
12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DALLA CASSA<br />
Gestione degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari 2007 2008 2009<br />
Redditi da impieghi mob<strong>il</strong>iari 34.804 17.971 62.288<br />
interessi e proventi sui titoli in portafoglio 294 167 98<br />
ut<strong>il</strong>i gestioni patrimoniali 32.783* 15.240* 21.030<br />
ut<strong>il</strong>i impieghi fondi mob<strong>il</strong>iari investimento 0 40.704<br />
proventi da impieghi mob<strong>il</strong>iari a breve termine2.027 2.564 456<br />
Interessi e proventi su impieghi finanziari diversi 11 13 299<br />
interessi su prestiti e mutui al personale 11 12 13<br />
altri interessi e proventi 0 0.6 280<br />
ut<strong>il</strong>i da partecipazioni societarie 0 0 0<br />
Prelievi dai fondi osc<strong>il</strong>lazione valori mob<strong>il</strong>iari 13.514 38.422 54.007<br />
Totale redditi e proventi 48.329 56.406 116.594<br />
Costi diretti degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari 5.949 940 429<br />
Perdite degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari 0* 26.860* 13.991<br />
Perdite da impieghi Fondi mob<strong>il</strong>iari investimento 0 50.997<br />
Accantonamento al fondo osc<strong>il</strong>lazione valori mob<strong>il</strong>iari 14.015 94.135 28.349<br />
Totale costi diretti, perdite e accantonamenti di gestione 19.964 121.935 93.765<br />
Risultato gestione degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari 28.365 -65.529 22.829<br />
* Il dato comprende gli ut<strong>il</strong>i/perdite sia <strong>della</strong> gestione GPM, sia <strong>della</strong> gestione dei Fondi mob<strong>il</strong>iari<br />
INCIDENZA DEI COSTI COMPLESSIVI DEL PERSONALE<br />
2007 2008 2009<br />
Spese per gli organi dell’Ente 2.464.508 2.837.439 4.110.789<br />
Costi del personale 8.345.799 8.586.703 8.767.744<br />
Acquisto di beni e servizi diversi 8.212.293 7.762.184 7.436.071<br />
Totale 19.022.601 19.186.327 20.314.604<br />
Percentuale costi per <strong>il</strong> personale su totale costi di funzionamento 43,85 44,75 43,16<br />
AMMONTARE COMPLESSIVO DEGLI ONERI EFFETTIVAMENTE SOSTENUTI DALLA CASSA<br />
2007 2008 2009<br />
Pensioni IVS 302.695 328.812 349.099<br />
Entrate contributive 360.835 372.754 393.566<br />
Rapporto contributi/pensioni 1,19 1,13 1,13<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 13
DALLA CASSA<br />
Simonetta Vescovi<br />
L’analisi del Censis<br />
conferma l’attualità<br />
<strong>della</strong> professione del <strong>geometra</strong><br />
Nel numero 3/2010<br />
<strong>della</strong> rivista avevamo<br />
iniziato a<br />
valutare i risultati dell’indagine<br />
condotta dal Censis<br />
sulla professione del <strong>geometra</strong>,<br />
al fine di tracciare<br />
l’immagine complessiva<br />
<strong>della</strong> nostra professione.<br />
Continuiamo ora ad analizzare<br />
questo documento,<br />
fondamentale per capire le<br />
nuove e future esigenze<br />
<strong>della</strong> categoria. Da esso e-<br />
merge che l’89,9% dei geometri<br />
iscritti alla Cassa<br />
svolge la libera professione,<br />
<strong>il</strong> 6% è anche dipendente<br />
privato, <strong>il</strong> 3% è imprenditore<br />
e <strong>il</strong> 2,1% dipendente pubblico<br />
e svolge saltuariamente<br />
la libera professione.<br />
Se si guarda alle fasce d’età<br />
anagrafica, i dati rivelano<br />
che, in genere, i giovani<br />
hanno un doppio lavoro:<br />
come dipendenti svolgono<br />
infatti anche collaborazioni<br />
e consulenze. Più l’età a-<br />
vanza più la libera professione<br />
diventa l’attività e-<br />
sclusiva, grazie alla raggiunta<br />
stab<strong>il</strong>ità sul mercato.<br />
Il 72,2% degli iscritti alla<br />
Cassa è titolare di studio<br />
professionale; l’8,9% è titolare<br />
associato; solo <strong>il</strong> 12,6% è<br />
collaboratore a partita Iva.<br />
Lo 0,3% è praticante: questo<br />
dato dice non solo che <strong>il</strong> numero<br />
dei praticanti è ancora<br />
molto basso, ma che è necessario<br />
incentivare i giovani<br />
all’ingresso nel sistema<br />
contributivo aiutandoli a<br />
trovare la stab<strong>il</strong>ità lavorativa,<br />
sia nel periodo di praticantato,<br />
sia dopo aver intrapreso<br />
la libera professione.<br />
Ancora: <strong>il</strong> 36,7% degli iscritti<br />
svolge attività di progettazione<br />
e calcolo; <strong>il</strong> 20,5% si occupa<br />
di coordinamenti in e-<br />
d<strong>il</strong>izia; <strong>il</strong> 19,7% di r<strong>il</strong>evazioni<br />
e misurazioni tecnico-informatiche<br />
sul territorio; <strong>il</strong> 7%<br />
svolge attività peritale e valutativa.<br />
La rimanente porzione<br />
pratica attività secondarie<br />
sempre legate alla<br />
professione.<br />
L’attività tipica del <strong>geometra</strong><br />
rimane, come per gli anni<br />
passati, la progettazione<br />
connessa<br />
con attività<br />
secondarie<br />
(coordinamento<br />
e r<strong>il</strong>evazioni).<br />
Se ne<br />
deduce che l’evoluzione<br />
tecnologica<br />
non ha<br />
relegato affatto<br />
la categoria in<br />
settori marginali,<br />
ma anzi<br />
l’ha spinta alla<br />
modernizzazione,<br />
proprio<br />
come <strong>il</strong> mercato<br />
richiede.<br />
Alla domanda<br />
di quali siano<br />
gli strumenti attraverso<br />
i quali i<br />
geometri intendonogarantirsi<br />
una vecchiaia serena, <strong>il</strong><br />
43,1% ha risposto: “continuando<br />
a lavorare”; <strong>il</strong> 26,9%:<br />
“stipulando una polizza<br />
vita”; <strong>il</strong> 23,5% pensa invece<br />
che la pensione erogata<br />
dalla Cassa geometri sarà<br />
sufficiente ad assicurare una<br />
serena vecchiaia. Il 21,7%<br />
non sta facendo nulla, ma<br />
pensa di doversi informare<br />
sulla previdenza integrativa.<br />
Il 52,9% ritiene di essere interessato<br />
a una forma di previdenza<br />
integrativa offerta<br />
dalla Cassa. Suddividendo<br />
quest’ultimo dato in base al<br />
sesso, <strong>il</strong> 60% delle donne<br />
sono favorevoli. Riferito alle<br />
zone geografiche, lo stesso<br />
dato si abbassa al 55,4% per<br />
<strong>il</strong> Nord-Ovest e al 49,9% per<br />
<strong>il</strong> Sud e le Isole.<br />
Volendo ricavare<br />
dai dati sopra e-<br />
sposti un significato<br />
complessivo considerando<br />
<strong>il</strong> momento di incertezza<br />
economica e la lenta ripresa<br />
dalla crisi, si può dire<br />
che la categoria è ben radicata<br />
sul territorio e ha ancora<br />
un buon “peso” nel nostro<br />
Paese. Il futuro non è visto<br />
con incertezza.<br />
❑<br />
14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
URBANISTICA<br />
Giuseppe Zipponi<br />
Scia: nuova possib<strong>il</strong>ità<br />
per eseguire<br />
un intervento ed<strong>il</strong>izio<br />
Dal 31 luglio di quest’anno esiste una nuova possib<strong>il</strong>ità<br />
per presentare i progetti ed<strong>il</strong>izi ai Comuni:<br />
la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia).<br />
Dopo qualche mese di incertezza sembra chiarita l’applicab<strong>il</strong>ità<br />
<strong>della</strong> norma anche al settore dell’ed<strong>il</strong>izia come risulta<br />
anche dal comunicato di Regione Lombardia dell’8 ottobre<br />
2010 che pubblichiamo integralmente a che riassume le<br />
cinque possib<strong>il</strong>ità per poter eseguire un intervento ed<strong>il</strong>izio<br />
(Permesso, Dia, Scia, Comunicazione asseverata e Comunicazione<br />
normale).<br />
Assistiamo anche a diverse prese di posizione di Associazioni<br />
e Comuni che tendono a ingarbugliare ancora la questione<br />
nonostante l’istituto <strong>della</strong> “Scia” sia da considerarsi<br />
in sostanza una ulteriore semplificazione <strong>della</strong> procedura,<br />
soprattutto per quanto riguarda la possib<strong>il</strong>ità di iniziare immediatamente<br />
i lavori senza attendere permessi o i 30 giorni<br />
<strong>della</strong> Dia.<br />
Naturalmente ogni collega si renderà conto di assumersi<br />
una responsab<strong>il</strong>ità in più nel momento in cui i lavori iniziano<br />
prima che la pubblica amministrazione si sia eventualmente<br />
espressa sulla pratica, ma saprà certamente verificare<br />
prima e con attenzione la conformità delle opere da<br />
realizzare alle norme. Se poi vi fossero dubbi si può comunque<br />
richiedere <strong>il</strong> permesso.<br />
Considerando l’importanza dell’argomento vi aggiorneremo<br />
su eventuali sv<strong>il</strong>uppi e ulteriori chiarimenti. ❑<br />
Comunicato<br />
<strong>della</strong> Direzione:<br />
Segnalazione Certificata<br />
Inizio Attività (Scia)<br />
La legge 30 luglio 2010, n.<br />
122, di conversione del D.L.<br />
n. 78, ha introdotto una nuova<br />
disciplina in materia di<br />
semplificazione che ha posto<br />
da subito dubbi e problemi<br />
per quanto attiene<br />
specificamente al settore<br />
dell’ed<strong>il</strong>izia. Ci si riferisce all'art.<br />
49, commi 4 bis e 4 ter,<br />
inseriti dalla legge di conversione<br />
e per ciò stesso efficaci<br />
a far tempo dal 31 luglio<br />
2010.<br />
Con <strong>il</strong> comma 4 bis <strong>il</strong> legislatore,<br />
“riscrivendo” l’art. 19<br />
<strong>della</strong> L. n. 241/1990, introduce<br />
la “Segnalazione certificata<br />
di inizio attività - Scia”,<br />
in sostituzione <strong>della</strong> “Dichiarazione<br />
di inizio attività<br />
- Dia”; con <strong>il</strong> successivo comma<br />
4 ter, dichiara espressamente<br />
la nuova disciplina<br />
attinente alla «tutela <strong>della</strong><br />
concorrenza» e la qualifica<br />
«livello essenziale delle<br />
prestazioni concernenti i diritti<br />
civ<strong>il</strong>i e sociali», così riconducendola<br />
alla competenza<br />
esclusiva statale.<br />
In risposta ad una richiesta<br />
di chiarimenti urgenti, tempestivamente<br />
formulata da<br />
Regione Lombardia, <strong>il</strong> Ministero<br />
per la Semplificazione<br />
normativa, con un’articolata<br />
nota in data 16 settembre<br />
2010, ha avuto modo di delineare<br />
l’esatto ambito di o-<br />
peratività del nuovo istituto<br />
in campo ed<strong>il</strong>izio. Risolta in<br />
senso positivo la prima importante<br />
questione e cioè<br />
l’applicab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> nuova<br />
disciplina anche all’ed<strong>il</strong>izia,<br />
<strong>il</strong> Ministero ha chiarito che la<br />
Scia può sostituire solo la<br />
Dia “ordinaria”, non anche la<br />
Dia alternativa al permesso<br />
di costruire, particolarmente<br />
estesa nella nostra legislazione<br />
regionale. Questo<br />
importante chiarimento interpretativo<br />
fornito dal Ministero<br />
sostanzialmente fa salvo<br />
<strong>il</strong> regime giuridico in materia<br />
di procedure ed<strong>il</strong>izie<br />
che Regione Lombardia ha<br />
consolidato con successo da<br />
oltre un decennio e che risulta<br />
fondato, come noto,<br />
sull’alternatività pressoché<br />
totale tra permesso di costruire<br />
e Dia.<br />
A seguito delle intervenute<br />
modifiche legislative, come<br />
sopra delineate, sono cinque<br />
le procedure ed<strong>il</strong>izie o-<br />
perative nella nostra Regione<br />
a far tempo dal 31 luglio<br />
2010 per i diversi interventi,<br />
secondo la seguente<br />
articolazione:<br />
1. Permesso di costruire per<br />
tutti gli interventi ed<strong>il</strong>izi,<br />
nonché per i mutamenti di<br />
destinazione d’uso di cui<br />
all’art. 52, comma 3 bis,<br />
<strong>della</strong> L.R. n. 12/2005;<br />
2. Denuncia di inizio attività<br />
(Dia) alternativa al permesso<br />
di costruire di cui al<br />
punto 1), fatta eccezione<br />
per gli interventi di cui al<br />
p.to 3, assoggettati in via<br />
principale a Scia, nonché<br />
per i nuovi fabbricati in<br />
zona agricola e per i mutamenti<br />
di destinazione<br />
d’uso di cui all’art. 52,<br />
comma 3 bis, <strong>della</strong> L.R. n.<br />
12/2005, assoggettati unicamente<br />
al permesso di<br />
costruire;<br />
3. Scia per tutti gli interventi<br />
non previsti dagli artt. 6 e<br />
10 (per quanto, quest’ultimo,<br />
disapplicato in Regione<br />
Lombardia) del<br />
Dpr. n. 380/2001, più precisamente:<br />
16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
URBANISTICA<br />
Le immagini di questo articolo<br />
riguardano <strong>il</strong> convegno sulla SCIA<br />
organizzato dal <strong>Collegio</strong> geometri di<br />
Brescia, tenutosi alla Camera di<br />
Commercio <strong>il</strong> 7 ottobre scorso<br />
Nella foto in basso, l’avv. Mauro<br />
Ballerini relatore del Convegno<br />
luoghi e degli edifici: i relativi<br />
progetti sono soggetti all’esame<br />
di impatto paesistico<br />
previsto dal P.T.R. (vedi<br />
artt. 35 e ss., Parte 3, Piano<br />
Paesaggistico e DGR. n.<br />
11045/2002). In tal caso, se <strong>il</strong><br />
– interventi di manutenzione<br />
straordinaria non<br />
liberalizzati, ovvero eccedenti<br />
rispetto alla<br />
previsione di cui all’art.<br />
6, comma 2, lett. a) del<br />
Dpr. n. 380/2001,<br />
– interventi di restauro e<br />
di risanamento conservativo,<br />
– interventi di ristrutturazione<br />
ed<strong>il</strong>izia “leggera”,<br />
ovvero non rientranti<br />
nella fattispecie di cui<br />
all’art. 10, comma 1, lett.<br />
c), del Dpr. n. 380/2001;<br />
4. Comunicazione asseverata<br />
per gli interventi di<br />
manutenzione straordinaria<br />
di cui all’art. 6, comma<br />
2, lett. a) del Dpr. n.<br />
380/2001;<br />
5. Comunicazione per le o-<br />
pere di cui all’art. 6, comma<br />
2, lett. b) - c) - d) - e) del<br />
Dpr. n. 380/2001.<br />
Per quanto riguarda specificamente<br />
la nuova disciplina<br />
<strong>della</strong> Scia, applicab<strong>il</strong>e nell’ambito<br />
sopra delineato<br />
(p.to 3), si precisa che, nel<br />
caso di interventi da realizzarsi<br />
in zona soggetta a vincoli<br />
ambientali, paesaggiprogetto<br />
rimane sotto la soglia<br />
di r<strong>il</strong>evanza, alla Scia<br />
dev’essere allegato l’esame<br />
di impatto paesistico, sopra<br />
soglia dev’essere acquisito,<br />
preliminarmente alla presentazione<br />
<strong>della</strong> Scia, <strong>il</strong> giu-<br />
stici o culturali, alla Scia<br />
dev’essere allegato lo specifico<br />
atto di assenso dell’ente<br />
preposto alla tutela del vincolo,<br />
atto di assenso che non<br />
può essere sostituito da<br />
Scia. Si richiama l’attenzione<br />
sugli adempimenti dovuti<br />
nel caso di interventi da realizzarsi<br />
in ambito non sottoposto<br />
a vincolo paesaggistico<br />
e sempre che incidano<br />
sull’aspetto esteriore dei<br />
Comunicazione <strong>della</strong> Commissione Urbanistica<br />
del <strong>Collegio</strong> di Brescia<br />
La Commissione Urbanistica del <strong>Collegio</strong> di Brescia è a disposizione<br />
dei colleghi che volessero segnalare eventuali questioni o problematiche<br />
di carattere generale inerenti <strong>il</strong> loro rapporto con le<br />
pubbliche amministrazioni, Comuni in particolere.<br />
Potranno essere segnalate, per esempio, particolari normative di<br />
piani di governo del territorio (nella loro fase di pubblicazione per<br />
consentire eventuali osservazioni), procedure ritenute particolarmente<br />
complesse, interpretazioni particolari delle normative di settore,<br />
ecc.<br />
Le segnalazioni e le richieste dovranno essere <strong>il</strong> più circostanziate<br />
possib<strong>il</strong>e e dovranno contenere <strong>il</strong> recapito del collega per eventuali<br />
richieste di chiarimento.<br />
La Commissione valuterà la situazione segnalata e proporrà al<br />
<strong>Collegio</strong> eventuali osservazioni o azioni ut<strong>il</strong>i.<br />
Potranno pervenire alla Commissione mediante fax al n. 030306867<br />
oppure via ma<strong>il</strong>: sede@collegio.geometri.bs.it<br />
●<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 17
URBANISTICA<br />
COMMISSIONE URBANISTICA<br />
del 20 ottobre 2010<br />
Sono presenti alla riunione i geometri Italo Albertoni, Corrado Martinelli,<br />
S<strong>il</strong>vano Orio, Dario Pea, Dario Piotti, Stefano Santini, Giuseppe Zipponi<br />
e Bruno Bossini (invitato).<br />
In discussione i seguenti punti all’ordine del giorno:<br />
1. Novità in materia ed<strong>il</strong>izia - S.C.I.A. - discussione e proposta operativa<br />
per i colleghi e i Comuni;<br />
2. partecipazione <strong>della</strong> Commissione e del <strong>Collegio</strong> al procedimento di<br />
formazione delle norme dei P.G.T.;<br />
3. varie ed eventuali.<br />
dizio di impatto paesistico<br />
con parere obbligatorio<br />
<strong>della</strong> Commissione per <strong>il</strong><br />
paesaggio.<br />
Relativamente agli interventi<br />
previsti dalla L.R. n.<br />
13/2009, in materia di r<strong>il</strong>ancio<br />
dell’ed<strong>il</strong>izia, trattandosi<br />
di iniziative contemplate<br />
da una disciplina a-<br />
vente carattere speciale e<br />
derogatorio, la Scia non<br />
trova applicazione, rimanendo<br />
pertanto confermati<br />
gli specifici disposti procedurali<br />
<strong>della</strong> stessa L.R. 13<br />
(art. 2, comma 4; art. 3, comma<br />
8; art. 4, comma 3).<br />
Da ultimo, per quanto riguarda<br />
le Dia ed<strong>il</strong>izie presentate<br />
prima del 31 luglio<br />
2010, quand’anche a tale<br />
Errata-Corrige<br />
data non risultasse decorso<br />
<strong>il</strong> termine di trenta giorni<br />
previsto per l’esercizio del<br />
potere inibitorio dal parte<br />
dell’amministrazione, <strong>il</strong> Ministero<br />
ha chiarito che rimangono<br />
operative, salva la<br />
possib<strong>il</strong>ità per <strong>il</strong> privato di<br />
avvalersi degli effetti <strong>della</strong><br />
sopraggiunta disciplina presentando<br />
per <strong>il</strong> medesimo<br />
intervento una Scia, ovviamente<br />
se l’intervento rientra<br />
tra quelli passib<strong>il</strong>i di Scia<br />
(p.to 3 sopra dettagliato).<br />
Daniele Belotti<br />
Assessore al Territorio e Urbanistica<br />
Bruno Mori<br />
Direttore Generale DG. Territorio<br />
e Urbanistica<br />
Sulla rivista n. 4 luglio-agosto 2010 abbiamo pubblicato un articolo<br />
dal titolo “Interventi di lieve entità per i quali non è necessaria l’autorizzazione<br />
paesaggistica”.<br />
In realtà, come peraltro ben descritto nel testo, la nuova norma Dpr.<br />
139/2010 ha semplificato le procedure inerenti 39 tipi di intervento,<br />
ma per le quali l’autorizzazione paesaggistica è comunque necessaria.<br />
Ci scusiamo per l’errore.<br />
Punto 1)<br />
Novità in materia ed<strong>il</strong>izia - SCIA - discussione e proposta operativa<br />
per i colleghi e i Comuni<br />
Si prende atto <strong>della</strong> necessità di offrire ai colleghi e ai Comuni una propria<br />
interpretazione <strong>della</strong> materia. In attesa di meglio definire <strong>il</strong> tutto si<br />
propone di inviare ai colleghi e pubblicare su “Il <strong>geometra</strong> <strong>bresciano</strong>” la<br />
recente circolare di Regione Lombardia dell’8 ottobre 2010 che viene<br />
giudicata sufficientemente chiarificatrice.<br />
Punto 2)<br />
Partecipazione <strong>della</strong> Commissione e del Colegio al procedimento di<br />
formazione delle Norme dei PGT<br />
Si propone di inviare ai colleghi e pubblicare su “Il <strong>geometra</strong> <strong>bresciano</strong>”<br />
una nota in cui si avvisa che la Commissione è a disposizione per valutare<br />
e proporre eventuali azioni (comprese osservazioni ai Comuni) inerenti<br />
questioni di carattere generale e in particolare <strong>il</strong> procedimento di<br />
formazione dei PGT Piano delle Regole).<br />
La Commissione è interessata a partecipare alla formazione del PGT del<br />
Comune di Brescia, ed eventualmente ad affrontare con Enti sovraccomunali<br />
argomenti di natura generale quale ad esempio le pubblicazioni<br />
per le pratiche ambientali, non obbligatorie per legge ed altre questioni<br />
di interesse <strong>della</strong> categoria.<br />
Punto 3)<br />
Varie ed eventuali<br />
Il geom. Giuseppe Zipponi propone una bozza di modello unico per l’ed<strong>il</strong>izia<br />
che comprenda tutti i procedimenti di competenza del Comune<br />
(permessi, Dia, Scia, Cdu, ecc.). La Commissione valuta favorevolmente<br />
la possib<strong>il</strong>ità di divulgarlo ai colleghi e ai Comuni, ma si riserva di apportare<br />
eventuali aggiornamenti/modifiche prima di proporlo al Consiglio.<br />
La Commissione si aggiorna, salvo diverse novità, a venerdì 19 novembre,<br />
ore 17.00<br />
Il Verbalizzante<br />
geom. Giuseppe Zipponi<br />
18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
SCUOLA<br />
Colmare la distanza<br />
tra scuola e mondo del lavoro<br />
Con <strong>il</strong> Convegno del<br />
23 ottobre scorso<br />
organizzato per gli<br />
studenti degli Istituti Tecnico<br />
“Bonsignori” di Remedello<br />
e “Dandolo” di Bargnano<br />
sul tema “L’agricoltura<br />
ieri oggi domani”, <strong>il</strong> nostro<br />
<strong>Collegio</strong> ha inaugurato una<br />
serie di iniziative che lo vedranno<br />
impegnato a incontrare<br />
gli studenti-geometri<br />
su tutto <strong>il</strong> territorio provinciale.<br />
Iniziative e incontri per<br />
condividere con essi gli a-<br />
spetti specifici <strong>della</strong> professione<br />
di <strong>geometra</strong>, polivalente<br />
per natura ma sempre<br />
più definita in diverse aree<br />
di competenza e in diversi<br />
ambiti di specializzazione.<br />
L’idea è quella di instaurare<br />
un rapporto con gli Istituti per<br />
geometri per favorire un proficuo<br />
colloquio con gli studentiaiutandoli<br />
a colmare la<br />
“distanza tra scuola e mondo<br />
del lavoro”, e sostenerli nella<br />
fase delicata tra la fine degli<br />
studi e l’ingresso nel lavoro,<br />
che troppo spesso è invece<br />
“terra di nessuno”.<br />
L’intento è di supportarli<br />
perché possano entrare<br />
nella professione accompagnati<br />
da veri professionisti e<br />
di aiutarli in quel momento<br />
cruciale <strong>della</strong> loro vita affinché<br />
non si trovino soli<br />
senza gli strumenti adeguati<br />
a decidere la strada da intraprendere<br />
(prolungamento<br />
di studi ulteriori, professione<br />
e specifico ambito<br />
professionale, ecc.).<br />
Il tema scelto a Remedello –<br />
considerata la collocazione<br />
del Bonsignori in ambito prevalentemente<br />
agricolo – era<br />
quello di fornire ai ragazzi un<br />
quadro delle possib<strong>il</strong>ità <strong>della</strong><br />
professione in agricoltura.<br />
I due relatori inviati dal <strong>Collegio</strong>,<br />
i geometri Paolo Fappani<br />
e Mario Comincini,<br />
hanno offerto ai circa 150 studenti<br />
presenti due esempi<br />
specifici di realizzazioni ed<strong>il</strong>izie<br />
in ambiente rurale: una<br />
stalla per vacche da latte e<br />
un allevamento suinicolo.<br />
Paolo Fappani, attraverso la<br />
proiezione di slide e di un interessante<br />
f<strong>il</strong>m girato nell’azienda<br />
Zucchi di Orzinuovi,<br />
ha esposto gli aspetti progettuali<br />
di una stalla-modello<br />
di 600 capi da latte con<br />
una produzione annua di 6<br />
m<strong>il</strong>ioni di litri soffermandosi<br />
au particolari costruttivi, sistemi<br />
aereanti, orientamento,<br />
verde esterno, ma<br />
precisando anche tutti gli accorgimenti<br />
per <strong>il</strong> trattamento<br />
<strong>della</strong> mandria, <strong>il</strong> suo<br />
benessere, i suoi movimenti,<br />
i percorsi, le sale<br />
parto e di mungitura, smaltimento<br />
dei reflui e loro trattamento<br />
e riut<strong>il</strong>izzo a ciclo<br />
chiuso nell’ambito aziendale.<br />
Il relatore ha inoltre<br />
fornito notizie sulla produzione<br />
e sui problemi sanitari<br />
degli animali, desunti in<br />
tempo reale attraverso un<br />
apposito software .<br />
Il geom. Fappani ha anche <strong>il</strong>lustrato<br />
<strong>il</strong> progetto di restauro<br />
conservativo residenziale<br />
del complesso limitrofo<br />
alla stalla, costituito dalla<br />
vecchia cascina risalente nel<br />
suo impianto al 1400.<br />
Il geom. Mario Comincini ha<br />
invece <strong>il</strong>lustrato le caratteristiche<br />
tecnico progettuali di<br />
una moderna stalla per 7.000<br />
suini, realizzata alle porte di<br />
Pontevico. Ha esposto le difficoltà<br />
burocratiche per l’approvazione<br />
del progetto derivanti<br />
dalla sua collocazione<br />
dentro <strong>il</strong> Parco dell’Oglio e ha<br />
quindi affrontato i temi <strong>della</strong><br />
tutela ambientale e di impatto<br />
paesistico e logistici,<br />
che impongono tra l’altro rispetto<br />
<strong>della</strong> distanza dall’agglomerato<br />
urbano di 500<br />
metri. Sono stati poi esaminati<br />
i particolari tecnico-costruttivi<br />
(fondazioni, strutture<br />
prefabbricate, tetto, cupola<br />
di aerazione), quelli degli impianti<br />
(pavimento grigliato<br />
per lo smaltimento dei reflui,<br />
box per ingrasso, sala parto,<br />
ecc.). Il collega ha poi, con<br />
l’aiuto di fotografie, proposto<br />
<strong>il</strong> confronto tra <strong>il</strong> vecchio e <strong>il</strong><br />
nuovo insediamento zootecnico<br />
sottolineandone le differenze<br />
sostanziali.<br />
Secondo una logica<br />
di collaborazione<br />
interprofessionale<br />
proposta e realizzata dal nostro<br />
<strong>Collegio</strong> – che sostiene<br />
la tesi secondo la quale solo<br />
attraverso la collaborazione<br />
di tutte le professionalità<br />
che intervengono nella progettazione<br />
e realizzazione di<br />
ogni organismo produttivo<br />
si garantisce la qualità del la-<br />
20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
SCUOLA<br />
Le fotografie <strong>il</strong>lustrano alcune fasi<br />
del Convegno di Remedello.<br />
Nella foto più grande <strong>il</strong> relatore<br />
geom. Mario Comincini durante la<br />
sua esposizione e (sotto) Giuseppe<br />
Gardoni del Centro Studi San<br />
Martino<br />
Venceslao Boselli, preside dell’Istituto<br />
“Bonsignori” di Remedello<br />
Il secondo, ha <strong>il</strong>lustrato<br />
agli agronomi<br />
<strong>della</strong> “Dandolo” di<br />
Bargnano quale è stato <strong>il</strong><br />
ruolo dell’assistenza tecnica<br />
nel r<strong>il</strong>ancio <strong>della</strong> viticoltura<br />
in Valle Camonica. Partendo<br />
dalle indagini conoscitive e<br />
dalla sintesi dei dati ottenuti,<br />
ha sv<strong>il</strong>uppato e descritto<br />
le problematiche e-<br />
merse con i risultati raggiunti<br />
(15 cantine che immettono<br />
sul mercato vino da<br />
bottiglia fra cui una cooperativa<br />
di 24 soci produttori),<br />
fornendo un’efficace fotografia<br />
di un comparto vitivinicolo<br />
in zona montana.<br />
Il nostro presidente Gio-<br />
voro e l’efficienza produttiva<br />
che da esso deriva – l’invito<br />
al convegno era stato esteso<br />
agli studenti di agraria e agli<br />
agrotecnici. Per questa ragione<br />
erano presenti i rappresentanti<br />
dei Collegi provinciali<br />
dei periti agrari Marcello<br />
Saottini e degli agrotecnici<br />
Sergio Bonomelli.<br />
Il primo ha parlato rivolgendosi<br />
ai futuri periti agrari<br />
(“Bonsignori”) di numeri e<br />
statistiche <strong>della</strong> realtà dei<br />
caseifici bresciani con riferimenti<br />
specifici alla quantità<br />
di latte lavorato annualmente<br />
(10.500 quintali) e<br />
alla sua remunerazione sul<br />
mercato negli ultimi 10 anni,<br />
all’occupazione degli addetti<br />
e all’accorpamento dei<br />
caseifici più piccoli.<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 21
SCUOLA<br />
Il relatore geom. Paolo Fappani,<br />
Ettore Prandini (a destra),<br />
presidente Coldiretti di Brescia e<br />
Marcello Saottini (sotto), presidente<br />
del <strong>Collegio</strong> dei periti agrari di<br />
Brescia<br />
A destra: Sergio Bonomelli,<br />
presidente del <strong>Collegio</strong> degli<br />
agrotecnci di Brescia<br />
vanni Platto ha concluso <strong>il</strong><br />
convegno sottolineando che<br />
«l’agricoltura può continuare<br />
a rappresentare una<br />
grande opportunità professionale<br />
per i nuovi geometri,<br />
e offrire loro anche soddisfazioni<br />
economiche, ma l’approccio<br />
a tale ambito deve<br />
avvenire solo con qualità,<br />
passione e grande preparazione<br />
professionale”.<br />
A tale riguardo <strong>il</strong> nostro <strong>Collegio</strong><br />
intende (questa è stata<br />
la principale motivazione<br />
del convegno presentata<br />
anche alla stampa locale) diventare<br />
la struttura di supporto<br />
per gli studenti in collaborazione<br />
con la Scuola,<br />
facendosi carico, ove è possib<strong>il</strong>e,<br />
anche <strong>della</strong> loro preparazione<br />
tecnica.<br />
❑<br />
22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LEGALE<br />
Avv. Francesco Cuzzetti<br />
Il sottotetto e la proprietà<br />
dell’ultimo piano condominiale<br />
Parlerò del sottotetto<br />
d’un edificio<br />
condominiale,<br />
come ripasso di cose note,<br />
sotto due prof<strong>il</strong>i: quello<br />
<strong>della</strong> sua qualificazione, e<br />
quello <strong>della</strong> sua ut<strong>il</strong>izzazione.<br />
Sottotetto è ovviamente<br />
quella parte compresa tra la<br />
copertura del fabbricato e <strong>il</strong><br />
solaio dell’unità immob<strong>il</strong>iare<br />
posta all’ultimo piano<br />
dell’edificio, che può assolvere<br />
alla funzione di protezione<br />
e isolamento dello<br />
stesso oppure, se ne ha le dimensioni<br />
e le caratteristiche<br />
adatte, può essere ut<strong>il</strong>izzato<br />
come vano autonomo.<br />
Il locale sottotetto non<br />
rientra nell’elenco delle<br />
parti comuni ex art. 1117 C.c.,<br />
per le quali c’è la presunzione<br />
legale di proprietà comune,<br />
per cui stab<strong>il</strong>ire se è<br />
tale oppure di proprietà e-<br />
sclusiva del proprietario<br />
dell’ultimo piano è un fatto<br />
interpretativo, sempre che<br />
gli atti e i documenti non facciano<br />
chiarezza sull’appartenenza.<br />
Se nulla da essi si può desumere,<br />
l’interpretazione la dà<br />
la giurisprudenza che valuta<br />
la destinazione funzionale e<br />
obiettiva del sottotetto nel<br />
caso concreto, <strong>il</strong> che comporta<br />
un accertamento sul<br />
fatto che lo stesso svolga una<br />
funzione di camera d’aria<br />
per isolare e proteggere <strong>il</strong><br />
piano più elevato dell’edificio,<br />
nel qual caso va considerato<br />
pertinenza dello<br />
stesso piano e quindi compreso<br />
nella proprietà individuale.<br />
Al contrario esso è da ritenersi<br />
parte comune dell’edificio<br />
se viene accertato che<br />
per le caratteristiche funzionali<br />
risulta oggettivamente e<br />
potenzialmente destinato<br />
all’uso comune o al servizio<br />
d’interessi condominiali.<br />
Non posso qui esemplificare,<br />
ma è ovvio che questi<br />
sono principi che devono<br />
applicarsi ai casi concreti, individuando<br />
quegli elementi<br />
che con logica e coerente<br />
motivazione possono avvallare<br />
l’una o l’altra delle tesi<br />
sostenute.<br />
Una conseguenza di tale accertamento<br />
attiene al diritto<br />
di sopraelevazione che l’art.<br />
1127 del C.c. riconosce al<br />
proprietario dell’ultimo<br />
piano dell’edificio, salvo che<br />
risulti diversamente dal titolo,<br />
subordinandolo a precise<br />
regole.<br />
Anche in riferimento a<br />
questo istituto, c’è un’osc<strong>il</strong>lazione<br />
interpretativa che ri-<br />
guarda <strong>il</strong> significato da dare<br />
all’inciso «nuovi piani e<br />
nuove fabbriche» cui <strong>il</strong> legislatore<br />
ha ricondotto la nozione<br />
di sopraelevazione.<br />
Sarebbe un lungo e articolato<br />
discorso da affrontare, ma<br />
più che altro sul piano esemplificativo,<br />
perché è ovvio<br />
che la valutazione dell’opera<br />
che si intende compiere va<br />
fatta caso per caso, onde vedere<br />
se corrisponde all’incerto<br />
dettato legislativo.<br />
Ricordo ad esempio, la sentenza<br />
<strong>della</strong> Cassazione sez.<br />
unite 16794/2007 la quale ha<br />
affermato che la sopraelevazione<br />
va ravvisata in ogni i-<br />
potesi di realizzazione di o-<br />
pere sopra l’ultimo piano<br />
dell’edificio, che determinino<br />
un incremento <strong>della</strong> superficie<br />
e <strong>della</strong> volumetria,<br />
indipendentemente che da<br />
esse dipenda o meno l’innalzamento<br />
dell’altezza originaria<br />
dello stesso.<br />
Questa sentenza dovrebbe<br />
avere risolto la questione,<br />
ma la nostra aspettativa di<br />
certezza del diritto, viene<br />
delusa quando leggiamo<br />
che la sentenza <strong>della</strong> Cassazione<br />
sez. III 19281/2009 dice<br />
sostanzialmente l’opposto,<br />
ossia che <strong>il</strong> concetto di sopraelevazione<br />
non può prescindere<br />
dall’innalzamento<br />
del fabbricato.<br />
Naturalmente le due tesi a-<br />
vranno la loro brava motivazione<br />
ma, per lo scopo informativo<br />
di questa rubrichetta,<br />
mi fermo qui, non<br />
senza sottolineare l’imbarazzo<br />
in cui molto spesso la<br />
giurisprudenza ci lascia.<br />
❑<br />
24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LEGISLAZIONE<br />
Le nuove regole<br />
sulla mediazione facoltativa<br />
e obbligatoria<br />
Il <strong>Collegio</strong> geometri di Brescia è stato invitato a partecipare<br />
al Convegno “I professionisti e la mediazione”<br />
che si è tenuto alla Camera di Commercio <strong>il</strong> 20 ottobre<br />
scorso, durante <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> prof. Cesare Vaccà, professore associato<br />
di Istituzioni di diritto privato nell’Università degli<br />
Studi M<strong>il</strong>ano-Bicocca, ha fornito un ampio contributo sull’importante<br />
questione delle nuove regole sulla mediazione<br />
facoltativa e obbligatoria di cui al Decreto legislativo<br />
4 marzo 2010 n. 28.<br />
Era presente, in rappresentanza del <strong>Collegio</strong>, <strong>il</strong> geom. Dario<br />
Piotti e molti altri colleghi.<br />
Riportiamo di seguito <strong>il</strong> punto 3 <strong>della</strong> relazione del prof.<br />
Vaccà insieme con un estratto del decreto sopra citato, con<br />
gli articoli richiamati nella sua relazione. Completeremo <strong>il</strong><br />
decreto (dall’art. 6 al 24) nel prossimo numero <strong>della</strong> rivista.<br />
«3. Mediazione facoltativa ed obbligatoria<br />
nel d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28<br />
Il d. lgs. 4 marzo 2010, n. 28 omologa – non senza qualche difficoltà<br />
interpretativa – la mediazione volontaria e quella obbligatoria,<br />
poiché sono comuni le regole delle due modalità<br />
di accesso al procedimento.<br />
L’unica menzione esplicita ai procedimenti “volontari” di<br />
composizione negoziata dei conflitti figura al secondo<br />
comma dell’art. 2 insieme alle esperienze cosiddette di<br />
“conc<strong>il</strong>iazione paritetica”, opportunamente qualificate “negoziazioni<br />
paritetiche”, che nulla hanno in comune con la<br />
conc<strong>il</strong>iazione raggiunta dalle parti con l’aus<strong>il</strong>io del mediatore.<br />
Un riferimento implicito, ma nondimeno significativo, alla<br />
mediazione per scelta delle partu si trova all’articolo 4: <strong>il</strong> legale,<br />
quando gli viene conferito l’incarico, è tenuto ad informare<br />
<strong>il</strong> cliente <strong>della</strong> possib<strong>il</strong>ità di avvalersi <strong>della</strong> mediazione;<br />
inoltre, «informa altresì l’assistito dei casi in cui l’esperimento<br />
del procedimento di mediazione è condizione<br />
di procedib<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> domanda giudiziale», sì che può affermarsi,<br />
a contrariis, che l’obbligo di informazione precontrattuale<br />
sulle opportunità dischiuse dalla mediazione sussiste<br />
sempre, anche nei casi in cui ricorrevi non rappresenti<br />
un obbligo.<br />
La formulazione dell’art. 4 induce a ritenere che <strong>il</strong> d.lgs. 4<br />
marzo 2010, n. 28 abbia, in realtà, disciplinato la mediazione<br />
volontaria in generale, rispetto alla quale i casi di obbligatorietà<br />
rappresentano l’eccezione: anche <strong>il</strong> primo comma<br />
dell’articolo 2 del d.lgs. 28 consente analoga lettura, in<br />
quanto l’espressione «chiunque può accedere alla mediazione<br />
per la conc<strong>il</strong>iazione di una controversia […] vertente<br />
su diritti disponib<strong>il</strong>i, secondo le deposizioni del presente<br />
decreto» conferma la valenza generale <strong>della</strong> disciplina, cui<br />
può farsi ricorso in relazione a qualsiasi controversia che non<br />
la precluda; i casi di obbligatorietà rappresentano una cer-<br />
chia ulteriore, ponendosi nella medesima relazione che intercorre<br />
tra norma generale e norma speciale.<br />
Disposizioni quali quella di cui al quinto comma dell’art. 8,<br />
secondo cui dalla mancata partecipazione senza giustificato<br />
motivo al procedimento di mediazione «<strong>il</strong> giudice può desumere<br />
argomenti di prova nel successivo giudizio ai sensi<br />
dell’articolo 116, secondo comma, del codice di procedura<br />
civ<strong>il</strong>e», trovano conseguentemente applicazione non soltanto<br />
nei casi di obbligatorietà dell’esperimento <strong>della</strong> mediazione,<br />
ma altresì ogniqualvolta promuovere ed accettare<br />
la mediazione sia facoltà delle parti in lite.<br />
Ad entrambe le modalità di accesso alla mediazione si riferisca,<br />
sempre implicitamente, <strong>il</strong> terzo comma dell’art. 5 disponendo<br />
che «in ogni caso» la pendenza <strong>della</strong> mediazione<br />
non preclude la concessione dei provvedimenti urgenti e<br />
cautelari e la trascrizione <strong>della</strong> domanda giudiziale: è fatto,<br />
così, riferimento tanto alla mediazione obbligatoria, quanto<br />
a quella facoltativa ed ugualmente deve potersi ritenere<br />
(art. 5, VI comma) dell’interruzione dei termini di prescrizione<br />
e decadenza, in assenza di distinzione fra le due modalità<br />
di accesso alla mediazione.<br />
Art. 1<br />
Definizioni<br />
1. Ai fini del presente decreto legislativo, si intende per:<br />
a) mediazione: l'attività, comunque denominata, svolta<br />
da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o<br />
più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole<br />
per la composizione di una controversia, sia nella formulazione<br />
di una proposta per la risoluzione <strong>della</strong><br />
stessa;<br />
b) mediatore: la persona o le persone fisiche che, individualmente<br />
o collegialmente, svolgono la mediazione rimanendo<br />
prive, in ogni caso, del potere di rendere giudizi<br />
o decisioni vincolanti per i destinatari del servizio<br />
medesimo;<br />
c) conc<strong>il</strong>iazione: la composizione di una controversia a seguito<br />
dello svolgimento <strong>della</strong> mediazione;<br />
d) organismo: l'ente pubblico o privato, presso <strong>il</strong> quale<br />
può svolgersi <strong>il</strong> procedimento di mediazione ai sensi<br />
del presente decreto;<br />
e) registro: <strong>il</strong> registro degli organismi istituito con decreto<br />
del Ministro <strong>della</strong> giustizia ai sensi dell'articolo 16 del<br />
presente decreto, nonché, sino all'emanazione di tale<br />
decreto, <strong>il</strong> registro degli organismi istituito con <strong>il</strong> decreto<br />
del Ministro <strong>della</strong> giustizia 23 luglio 2004, n. 222.<br />
Art. 2<br />
Controversie oggetto di mediazione<br />
1. Chiunque può accedere alla mediazione per la conc<strong>il</strong>iazione<br />
di una controversia civ<strong>il</strong>e e commerciale vertente su<br />
26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LEGISLAZIONE<br />
diritti disponib<strong>il</strong>i, secondo le disposizioni del presente<br />
decreto.<br />
2. Il presente decreto non preclude le negoziazioni volontarie<br />
e paritetiche relative alle controversie civ<strong>il</strong>i e commerciali,<br />
né le procedure di reclamo previste dalle carte<br />
dei servizi.<br />
Capo II<br />
DEL PROCEDIMENTO DI MEDIAZIONE<br />
Art. 3<br />
Disciplina applicab<strong>il</strong>e e forma degli atti<br />
1. Al procedimento di mediazione si applica <strong>il</strong> regolamento<br />
dell'organismo scelto dalle parti.<br />
2. Il regolamento deve in ogni caso garantire la riservatezza<br />
del procedimento ai sensi dell'articolo 9, nonché modalità<br />
di nomina del mediatore che ne assicurano l'imparzialità<br />
e l'idoneità al corretto e sollecito espletamento<br />
dell'incarico.<br />
3. Gli atti del procedimento di mediazione non sono soggetti<br />
a formalità.<br />
4. La mediazione può svolgersi secondo modalità telematiche<br />
previste dal regolamento dell'organismo.<br />
Art. 4<br />
Accesso alla mediazione<br />
1 La domanda di mediazione relativa alle controversie di<br />
cui all'articolo 2 è presentata mediante deposito di un'istanza<br />
presso un organismo. In caso di più domande relative<br />
alla stessa controversia, la mediazione si svolge davanti<br />
all'organismo presso <strong>il</strong> quale è stata presentata la<br />
prima domanda. Per determinare <strong>il</strong> tempo <strong>della</strong> domanda<br />
si ha riguardo alla data <strong>della</strong> ricezione <strong>della</strong> comunicazione.<br />
2 L'istanza deve indicare<br />
l'organismo, le parti, l'oggetto<br />
e le ragioni <strong>della</strong><br />
pretesa.<br />
3 All'atto del conferimento<br />
dell'incarico, l'avvocato è<br />
tenuto a informare l'assistito<br />
<strong>della</strong> possib<strong>il</strong>ità di<br />
avvalersi del procedimento<br />
di mediazione disciplinato<br />
dal presente<br />
decreto e delle agevolazioni<br />
fiscali di cui agli articoli<br />
17 e 20. L'avvocato<br />
informa altresì l'assistito<br />
dei casi in cui l'esperimento<br />
del procedimento<br />
di mediazione è condizione<br />
di procedib<strong>il</strong>ità<br />
<strong>della</strong> domanda giudiziale.<br />
L'informazione deve essere<br />
fornita chiaramente e<br />
per iscritto. In caso di violazione<br />
degli obblighi di<br />
informazione, <strong>il</strong> contratto<br />
tra l'avvocato e l'assistito<br />
è annullab<strong>il</strong>e. Il documento<br />
che contiene<br />
l'informazione è sottoscritto<br />
dall'assistito e<br />
deve essere allegato all'atto<br />
introduttivo dell'e-<br />
ventuale giudizio. Il giudice che verifica la mancata allegazione<br />
del documento, se non provvede ai sensi dell'articolo<br />
5, comma 1, informa la parte <strong>della</strong> facoltà di chiedere<br />
la mediazione.<br />
Art. 5<br />
Condizione di procedib<strong>il</strong>ità e rapporti con <strong>il</strong> processo<br />
1 Chi intende esercitare in giudizio un'azione relativa ad<br />
una controversia in materia di condominio, diritti reali, divisione,<br />
successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione,<br />
comodato, affitto di aziende, risarcimento del<br />
danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da<br />
responsab<strong>il</strong>ità medica e da diffamazione con <strong>il</strong> mezzo<br />
<strong>della</strong> stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi,<br />
bancari e finanziari, è tenuto preliminarmente a<br />
esperire <strong>il</strong> procedimento di mediazione ai sensi delpresente<br />
decreto ovvero <strong>il</strong> procedimento di conc<strong>il</strong>iazione<br />
previsto dal decreto legislativo 8 ottobre 2007, n. 179, ovvero<br />
<strong>il</strong> procedimento istituito in attuazione dell'articolo<br />
128-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e<br />
creditizia di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993,<br />
n. 385, e successive modificazioni, per le materie ivi regolate.<br />
L'esperimento del procedimento di mediazione è<br />
condizione di procedib<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> domanda giudiziale.<br />
L'improcedib<strong>il</strong>ità deve essere eccepita dal convenuto, a<br />
pena di decadenza, o r<strong>il</strong>evata d'ufficio dal giudice, non<br />
oltre la prima udienza. Il giudice ove r<strong>il</strong>evi che la mediazione<br />
è già iniziata, ma non si è conclusa, fissa la successiva<br />
udienza dopo la scadenza del termine di cui all'articolo<br />
6. Allo stesso modo provvede quando la mediazione<br />
non è stata esperita, assegnando contestualmente alle<br />
parti <strong>il</strong> termine di quindici giorni per la presentazione<br />
<strong>della</strong> domanda di mediazione. Il presente comma non si<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 27
LEGISLAZIONE<br />
applica alle azioni previste dagli articoli 37, 140 e 140-bis<br />
del codice del consumo di cui al decreto legislativo 6 settembre<br />
2005, n. 206, e successive modificazioni.<br />
2 Fermo quanto previsto dal comma 1 e salvo quanto disposto<br />
dai commi 3 e 4, <strong>il</strong> giudice, anche in sede di giudizio<br />
di appello, valutata la natura <strong>della</strong> causa, lo stato<br />
dell'istruzione e <strong>il</strong> comportamento delle parti, può invitare<br />
le stesse a procedere alla mediazione. L'invito deve<br />
essere rivolto alle parti prima dell'udienza di precisazione<br />
delle conclusioni ovvero, quando tale udienza non<br />
è prevista, prima <strong>della</strong> discussione <strong>della</strong> causa. Se le parti<br />
aderiscono all'invito, <strong>il</strong> giudice fissa la successiva udienza<br />
dopo la scadenza del termine di cui all'articolo 6 e,<br />
quando la mediazione non è già stata avviata, assegna<br />
contestualmente alle<br />
parti <strong>il</strong> termine di quindici<br />
giorni per la presentazione<br />
<strong>della</strong> domanda di<br />
mediazione.<br />
3. Lo svolgimento <strong>della</strong> mediazione<br />
non preclude in<br />
ogni caso la concessione<br />
dei provvedimenti urgenti<br />
e cautelari, né la trascrizione<br />
<strong>della</strong> domanda<br />
giudiziale.<br />
4. I commi 1 e 2 non si applicano:<br />
a) nei procedimenti per<br />
ingiunzione, inclusa<br />
l'opposizione, fino alla<br />
pronuncia sulle istanze<br />
di concessione e sospensione<br />
<strong>della</strong> provvisoria<br />
esecuzione;<br />
b) nei procedimenti per<br />
convalida di licenza o<br />
sfratto, fino al mutamento<br />
del rito di cui all'articolo<br />
667 del codice<br />
di proceduraciv<strong>il</strong>e;<br />
c) nei procedimenti possessori,<br />
fino alla pronuncia<br />
dei provvedimenti<br />
di cui all'articolo<br />
703, terzo comma, del<br />
codice di procedura civ<strong>il</strong>e;<br />
d) nei procedimenti di opposizione<br />
o incidentali<br />
di cognizione relativi al-<br />
l'esecuzione forzata;<br />
e) nei procedimenti in camera di consiglio;<br />
f) nell'azione civ<strong>il</strong>e esercitata nel processo penale.<br />
5. Fermo quanto previsto dal comma 1 e salvo quanto disposto<br />
dai commi 3 e 4, se <strong>il</strong> contratto, lo statuto ovvero<br />
l'atto costitutivo dell'ente prevedono una clausola di mediazione<br />
o conc<strong>il</strong>iazione e <strong>il</strong> tentativo non risulta esperito,<br />
<strong>il</strong> giudice o l'arbitro, su eccezione di parte, proposta nella<br />
prima difesa, assegna alle parti <strong>il</strong> termine di quindici<br />
giorni per la presentazione <strong>della</strong> domanda di mediazione<br />
e fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine<br />
di cui all'articolo 6. Allo stesso modo <strong>il</strong> giudice o l'arbitro<br />
fissa la successiva udienza quando la mediazione o <strong>il</strong> tentativo<br />
di conc<strong>il</strong>iazione sono iniziati, ma non conclusi. La<br />
domanda è presentata davanti<br />
all'organismo indicato<br />
dalla clausola, se iscritto nel<br />
registro, ovvero, in mancanza,<br />
davanti ad un altro organismo<br />
iscritto, fermo <strong>il</strong> rispetto<br />
del criterio di cui all'articolo<br />
4, comma 1. In ogni<br />
caso, le parti possono concordare,<br />
successivamente al<br />
contratto o allo statuto o all'atto<br />
costitutivo, l'individuazione<br />
di un diverso organismo<br />
iscritto.<br />
6. Dal momento <strong>della</strong> comunicazione<br />
alle altre parti, la<br />
domanda di mediazione<br />
produce sulla prescrizione<br />
gli effetti <strong>della</strong> domanda<br />
giudiziale. Dalla stessa data,<br />
la domanda di mediazione<br />
impedisce altresì la decadenza<br />
per una sola volta, ma<br />
se <strong>il</strong> tentativo fallisce la domanda<br />
giudiziale deve essere<br />
proposta entro <strong>il</strong> medesimo<br />
termine di decadenza,<br />
decorrente dal deposito<br />
del verbale di cui all'articolo11<br />
presso la segreteria<br />
dell'organismo.<br />
❑<br />
28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LAVORI DI GEOMETRI<br />
Da San Felice a Gardone Riviera<br />
passeggiando in riva al lago<br />
sospesi sull’acqua<br />
Presentiamo, in questo servizio, un lavoro concepito e progettato – anche<br />
se non ancora realizzato – dal collega salodiano Enrico Corradi: si tratta<br />
del prolungamento ad est del lungolago di Salò in direzione di Barbarano<br />
e Gardone che, una volta completato, insieme con i tratti già costruiti,<br />
darebbe vita a un percorso pedonale, in parte sospeso sull’acqua,<br />
di grande suggestione congiungente Barbarano a San Felice del Benaco.<br />
Un lavoro, come si può immaginare, di notevole impegno progettuale e<br />
realizzativo, che ha richiesto perizia tecnica e capacità architettonica,<br />
oltre ad approfondite conoscenze del luogo: dai fondali ripari, all’andamento<br />
dei venti, del moto ondoso e delle correnti pelagiche. Conoscenze<br />
che <strong>il</strong> collega progettista ha dimostrato di possedere per lunga esperienza<br />
e frequentazione del luogo, sia come navigato velista, sia come esperto di<br />
storia e sismicità locale, non disgiunte da grande sensib<strong>il</strong>ità e amore per<br />
un paesaggio tra i più affascinanti dell’intero lago.<br />
Tutto ciò a dimostrazione che, quanto a intraprendenza, capacità organizzative<br />
e progettuali, i geometri non sono secondi ad altri tecnici del settore.<br />
Il geom. Enrico Corradi si è diplomato nel<br />
1971 presso l’IstitutoTecnico per geometri<br />
“C. Battisti” di Salò. Ha iniziato a collaborare<br />
con lo studio di architettura Armellini di Salò<br />
nel 1974. Dal 1979 è iscritto al <strong>Collegio</strong><br />
geometri di Brescia e svolge la libera<br />
professione prevalentemente nell’ambito<br />
<strong>della</strong> progettazione generale, <strong>della</strong><br />
progettazione in fase esecutiva e direzione<br />
lavori. Ha realizzato e ristrutturato complessi<br />
alberghieri, partecipando al recupero e al<br />
restauro del patrimonio ed<strong>il</strong>izio storico. Con<br />
l’arch. V. Armellini ha collaborato alla stesura<br />
del P.d.F. di Odolo e di Sulzano e del P.R.G.<br />
di Salò, compreso lo strumento attuativo<br />
(P.P.A.) in particolare per quanto attiene alle<br />
indagini e ricerche sul territorio. Ha altresì<br />
progettato ed eseguito numerosi lavori sia<br />
per conto di enti pubblici sia per enti privati.<br />
30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1<br />
Abbiamo incontrato<br />
nel suo studio <strong>il</strong><br />
<strong>geometra</strong> Enrico<br />
Corradi per conoscere dati e<br />
notizie circa <strong>il</strong> suo progetto<br />
di percorso pedonale, citato<br />
dal “Giornale di Brescia” e<br />
interessante una porzione<br />
significativa del lago di<br />
Garda. In che consista <strong>il</strong> progetto<br />
del collega è presto<br />
detto: prolungare la esistente<br />
passeggiata San Felice<br />
del Benaco - “Lungolago<br />
Antiche Rive” - “Lungolago<br />
Zanardelli”, innestandovi un<br />
nuovo tratto conclusivo, in<br />
parte sospeso sull’acqua,<br />
fino a Barbarano.<br />
Abbiamo chiesto all’amico<br />
Corradi di <strong>il</strong>lustrarci <strong>il</strong> suo lavoro<br />
inquadrandolo nella<br />
storia complessiva del percorso<br />
S. Felice-Gardone Riviera;<br />
ci ha così ricordato che<br />
nel 1989 si inaugurò a Salò <strong>il</strong><br />
nuovo lungolago Zanardelli,<br />
che sostituì quello ormai obsoleto<br />
realizzato a seguito<br />
del catastrofico sisma del<br />
1901 che, se pur fece solo<br />
una vittima, determinò la distruzione<br />
quasi completa<br />
<strong>della</strong> f<strong>il</strong>a ininterrotta di case<br />
affacciate sul lago a contatto<br />
d’acqua: una cortina di antiche<br />
abitazioni di pescatori<br />
che impedivano la vista del<br />
lago se non per limitatissimi<br />
sbocchi di affaccio.<br />
«Fu Giuseppe Zanardelli –<br />
spiega <strong>il</strong> collega Corradi –, allora<br />
presidente del Consiglio,<br />
a favorire l’abbattimento<br />
delle superstiti casupole<br />
e la costruzione del lugolago<br />
così come lo abbiamo<br />
visto fino a 21 anni fa».<br />
La situazione mutò quando<br />
l’Amministrazione comunale<br />
affidò all’architetto Vittoriano<br />
Viganò (1919-1998),<br />
m<strong>il</strong>anese, ma innamorato<br />
conoscitore del Garda, la sistemazione<br />
urbanistica, architettonica<br />
e paesaggistica<br />
del lungolago, che si voleva<br />
elegante e accogliente come<br />
i tempi turisticamente evoluti<br />
esigevano. L’opera, impegnativa<br />
e costosa, fu unanimemente<br />
apprezzata.
LAVORI DI GEOMETRI<br />
Veduta aerea parziale del golfo di<br />
Salò; planimetria del primo stalcio<br />
dei lavori per la passeggiata a lago;<br />
in basso, una fase <strong>della</strong> costruzione<br />
del pont<strong>il</strong>e di legno nella zona del<br />
rimessaggio Zanca<br />
«L’<br />
esito felice <strong>della</strong><br />
ristrutturazione<br />
del lungolago<br />
Zanardelli – è sempre Corradi<br />
che parla – suscitò nei<br />
salodiani, ma specificamente<br />
nei soci dell’Associazione<br />
culturale “Amici del<br />
Golfo” l’affascinante idea di<br />
prolungare a ovest l’intervento<br />
Viganò fino al cimitero<br />
vantinano e, oltre, fino a San<br />
Felice del Benaco.<br />
Gli “Amici del Golfo” riuscirono,<br />
infatti, nell’anno 2001,<br />
a far inserire in tutti i programmi<br />
elettorali delle formazioni<br />
politiche per l’elezione<br />
del nuovo sindaco,<br />
l’impegno per la realizzazione<br />
del percorso pedonale<br />
fino alla località Mulino.<br />
Tale proposta comprendeva<br />
la progettazione di nuove<br />
spiagge con sistemazione di<br />
quelle esistenti, la riqualificazione<br />
delle aree demaniali<br />
a lago, la salvaguardia e<br />
la tutela delle acque del<br />
golfo».<br />
L’opera venne divisa in più<br />
stralci in modo che la sua<br />
realizzazione risultasse d<strong>il</strong>uita<br />
nel tempo e perciò<br />
meno traumatica per tutte<br />
quelle proprietà private a<br />
confine con le aree demaniali<br />
interessate, temporaneamente<br />
ad esse in con-<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 31
LAVORI DI GEOMETRI<br />
Qui a fianco la fase di preparazione<br />
<strong>della</strong> nuova spiaggia con le barriere<br />
di protezione in lastroni di botticino;<br />
due sezioni <strong>della</strong> spiaggia <strong>della</strong><br />
Conca d’Oro; in basso a destra la<br />
copertura del Rio delle Tavine<br />
cessione. «In sintesi –<br />
spiega Corradi – si trattava di<br />
riportare a disposizione<br />
pubblica una vasta fascia a<br />
lago demaniale denunciandone<br />
apertamente l’occupazione,<br />
in alcuni casi abusiva,<br />
da parte dei privati».<br />
Lo stesso geom. Corradi fu<br />
chiamato dall’Amministrazione<br />
comunale salodiana a<br />
far parte del gruppo di progettazione/direzione<br />
dei lavori<br />
del primo stralcio che<br />
comprendeva anche i tecnici<br />
comunali arch. Anna Gatti, i<br />
geometri Barbara Ghizzi e<br />
Angelo Delmiglio e, per la<br />
parte strutturale, gli ingegneri<br />
Zubani e Mensi dello<br />
studio Techne di Brescia.<br />
Il primo stralcio (2002/2003)<br />
<strong>della</strong> nuova passeggiata<br />
prevedeva l’ampliamento<br />
delle spiagge dalla zona Mulino<br />
(fondo Zette) all’area<br />
occupata dalla stazione di<br />
sollevamento del collettore<br />
32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LAVORI DI GEOMETRI<br />
Secondo stralcio: dall’alto,<br />
costruzione del nuovo canale sulla<br />
Piazza Serenissima e <strong>il</strong> pont<strong>il</strong>e del<br />
Porto Canottieri<br />
Il secondo stralcio (anno<br />
2004) ha interessato <strong>il</strong> tratto<br />
compreso tra l’area a lago (ex<br />
parcheggio) fronte ospedale,<br />
porto Canottieri Garda Salò<br />
fino al porto <strong>della</strong> Sirena per<br />
uno sv<strong>il</strong>uppo di circa 300<br />
metri, in attuazione al P. P. Canottieri,<br />
che prevedeva<br />
anche l’ampliamento del<br />
porto.<br />
Con questo secondo stralcio<br />
si è risolto, grazie a una felice<br />
intuizione dell’arch. Perini, <strong>il</strong><br />
passaggio attraverso le aree<br />
portuali in concessione alla<br />
Soc. Canottieri Garda.<br />
«Per mezzo di una passecircumlacuale<br />
di depurazione<br />
Garda Uno per uno sv<strong>il</strong>uppo<br />
di 400 metri circa.<br />
Il progetto seguì lo schema<br />
proposto dal geom. Corradi<br />
e la tipologia costruttiva previde<br />
la realizzazione <strong>della</strong><br />
passeggiata su un r<strong>il</strong>evato in<br />
massi ciclopici posato sul<br />
fondo del lago (profondità 2-<br />
3 metri) opportunamente<br />
scavato in trincea con costipamento<br />
e assestamento.<br />
Il <strong>geometra</strong> Corradi si<br />
addentra a spiegare<br />
dettagli tecnici particolarmente<br />
impegnativi: «Il<br />
fondo del lago in quella zona<br />
– dice – è infatti costituito da<br />
ghiaione, asportato per posare<br />
i massi sulla sottostante<br />
matrice limosa, nella quale<br />
furono affondati fino a rifiuto,<br />
per un migliore ancoraggio<br />
dell’intera scogliera. Per precauzione,<br />
trattandosi di o-<br />
pera spondale soggetta sia a<br />
cedimenti verticali sia all’azione<br />
combinata moto ondoso/correnti<br />
in quella zona<br />
assai frequenti, si decise la<br />
realizzazione di una scogliera<br />
campione per verificarne<br />
sia la stab<strong>il</strong>ità all’azione<br />
verticale sia all’azione<br />
combinata delle lagheggiate<br />
e delle correnti. I risultati furono<br />
positivi. Sulla scogliera<br />
– è sempre Corradi che parla<br />
– sono stati quindi realizzati<br />
riporti di materiale di cava<br />
ad intasamento e chiusura<br />
dei vuoti tra i massi e, a finire,<br />
la stesa di stab<strong>il</strong>izzato rullato<br />
sul quale è stata gettata la<br />
platea per l’ancoraggio <strong>della</strong><br />
pavimentazione in doghe di<br />
larice. Per l’ampliamento<br />
delle spiagge verso lago si è<br />
proceduto a realizzare una<br />
scogliera in lastroni di pietra<br />
(botticino) in due strati sovrapposti<br />
a correre, inghisati<br />
tra loro e affondati a guisa di<br />
una barriera corallina, in<br />
modo da formare un cordone<br />
debolmente deformab<strong>il</strong>e di<br />
contenimento <strong>della</strong> ghiaia<br />
costituente la nuova spiaggia».<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 33
LAVORI DI GEOMETRI<br />
Secondo stralcio: a destra, due<br />
immagini dei moli galleggianti; sotto:<br />
planimetria nella quale si notano la<br />
passerella aerea su pali e <strong>il</strong> canale<br />
strutturale del molo foraneo<br />
del porto Canottieri.<br />
«L’opera, già molto complessa<br />
– prosegue Corradi –,<br />
doveva anche affrontare la<br />
realizzazione in acqua di una<br />
nuova struttura di ancoraggio<br />
a terra del molo foraneo<br />
galleggiante, precedentemente<br />
danneggiata<br />
da una forte lagheggiata.<br />
Il progetto, rielaborato dall’ing.<br />
Migliorati, prevedeva la<br />
costruzione di una struttura<br />
metallica reticolare da ancorare<br />
alla diga galleggiante e<br />
da inserire in un pozzo guida<br />
da realizzare a riva alla<br />
profondità di 6/8 metri. Il larella,<br />
con pali di metallo infissi<br />
in acqua e pavimentazione<br />
di massello di larice –<br />
continua Corradi –, la passeggiata<br />
si snoda nello specchio<br />
d’acqua del porto, permettendo<br />
<strong>il</strong> coinvolgimento,<br />
nelle attività sportive <strong>della</strong><br />
società, dei cittadini e dei<br />
turisti da un punto di vista e-<br />
levato, e quindi priv<strong>il</strong>egiato,<br />
senza creare intralci alle attività<br />
agonistiche».<br />
Il progetto esecutivo fu approntato<br />
dall’arch. Anna<br />
Gatti e dal geom. Barbara<br />
Ghizzi (Ufficio LL.PP. comune<br />
di Salò) con la collaborazione<br />
degli architetti<br />
Bordoli e Tonelli di Brescia.<br />
Il progetto delle strutture fu<br />
affidato allo studio Savoldi<br />
Engeneering di Gavardo.<br />
Al geom. Corradi,<br />
nel frattempo direttore<br />
lavori dell’ampliamento<br />
del porto<br />
<strong>della</strong> soc. Canottieri Garda,<br />
veniva affidata la direzione<br />
lavori, e con l’ing. Gianbattista<br />
Migliorati di Brescia<br />
delle opere di completamento<br />
e variante strutturale<br />
P. P. Canottieri comprendenti<br />
<strong>il</strong> canale fronte ospedale,<br />
la passerella che attraversa<br />
<strong>il</strong> porto e <strong>il</strong> rinforzo<br />
voro doveva essere assicurato<br />
da una doppia squadra<br />
di operatori subacquei che a<br />
turno eseguivano la posa del<br />
pozzo guida e i relativi getti<br />
di consolidamento in calcestruzzo».<br />
Il <strong>geometra</strong> Corradi, facendo<br />
tesoro delle sue conoscenze<br />
veliche, del regime dei venti<br />
e del moto ondoso, coordinava<br />
queste operazioni rapportandosi<br />
con le locali stazioni<br />
meteo ed elaborando<br />
le previsioni al fine di prevenire<br />
forti lagheggiate.<br />
Il terzo stralcio (anno 2006)<br />
<strong>della</strong> lunghezza di metri 550<br />
34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LAVORI DI GEOMETRI<br />
In questa pagina, particolari<br />
costruttivi del terzo stralcio: le<br />
passerelle sospese su pali, le<br />
passerelle in fase di realizzazione.<br />
In basso: pianta del terzo stralcio<br />
nella zona del Porto Arcangeli<br />
circa andava a completare<br />
l’intero percorso a lago. Volutamente<br />
lasciato per ultimo<br />
per le innegab<strong>il</strong>i difficoltà<br />
tecniche (la vicinanza al<br />
porto Arcangeli, l’attraversamento<br />
<strong>della</strong> foce del Rio<br />
Magri, ed un lungo tratto<br />
completamente a lago su<br />
passerella con pali) e per la<br />
risoluzione del problema del<br />
passeggio pedonale su tratti<br />
demaniali in concessione.<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 35
LAVORI DI GEOMETRI<br />
In questa pagina: immagini del terzo<br />
stralcio: vedute del ponte sul Rio<br />
Magri, la passerella in costruzione e<br />
finita, la foto d’insieme del Porto<br />
Arcangeli. In basso <strong>il</strong> disegno<br />
costruttivo del ponte sul Rio Magri<br />
36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LAVORI DI GEOMETRI<br />
Quarto stralcio: due immagini delle<br />
spiagge e del parcheggio e la relativa<br />
pianta in località Cimitero<br />
Il quarto stralcio (anno<br />
2009, 150 metri). Il completamento<br />
<strong>della</strong> passeggiata dal<br />
Mulino al <strong>il</strong> cimitero di Salò<br />
comprendeva la sistemazione<br />
dell’area adiacente a<br />
parcheggio, tutta su proprietà<br />
demaniale. L’incarico<br />
veniva affidato ancora al<br />
geom. Corradi, sia per la progettazione<br />
esecutiva, sia per<br />
la direzione lavori.<br />
«I lavori – spiega Enrico Corradi<br />
– hanno interessato <strong>il</strong><br />
consolidamento strutturale,<br />
alcuni pennelli frangi-onde<br />
con pavimentazione in doghe<br />
di iroko, la ricarica con ridefinizione<br />
del prof<strong>il</strong>o delle<br />
spiagge intercluse con formazione<br />
di percorso pedonale<br />
su ghiaia e muro di protezione<br />
a lago in cemento armato».<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 37
LAVORI DI GEOMETRI<br />
In queste pagine e nella seguente:<br />
progetto preliminare <strong>della</strong><br />
passeggiata a lago di collegamento<br />
tra Via Cure del Lino (Salò) e<br />
Barbarano<br />
Il parcheggio, pre-esistente,<br />
è stato ridefinito con nuovi<br />
cordoli, nuova pavimentazione<br />
e sistemazione del<br />
verde con aiole e piantumazioni<br />
d’alto fusto. Hanno<br />
completato l’intervento un<br />
adeguato impianto di <strong>il</strong>luminazione<br />
dello stesso tipo u-<br />
t<strong>il</strong>izzato per gli altri stralci.<br />
«La nuova passeggiata a<br />
lago ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e oggi – fa rimarcare<br />
<strong>il</strong> geom. Corradi –<br />
presenta uno sv<strong>il</strong>uppo di<br />
1.400 metri che, sommati al<br />
lungolago Zanardelli (1 km),<br />
portano a un totale generale<br />
di 2 ch<strong>il</strong>ometri e 400 metri; si<br />
consideri inoltre che dal cimitero<br />
di Salò fino al confine<br />
con S. Felice esiste già un<br />
marciapiede a lago e che <strong>il</strong><br />
Comune di S. Felice sta ultimando<br />
quello di raccordo<br />
che condurrà al porto di Portese.<br />
Si può concludere che<br />
già oggi esiste una passeggiata<br />
funzionale collegante<br />
Salò a S. Felice del Benaco».<br />
Eallora, ecco nuovamente<br />
intervenire<br />
gli “Amici del<br />
Golfo” con la proposta di<br />
completare la sopra descritta<br />
passeggiata anche in<br />
direzione di Barbarano e del<br />
Comune di Gardone Riviera;<br />
e <strong>il</strong> nostro amico <strong>geometra</strong><br />
intervenire nuovamente e,<br />
con l’esperienza acquisita in<br />
materia, produrre un suo<br />
nuovo impegnativo progetto.<br />
Ma lasciamo parlare<br />
Corradi: «Il progetto che ho<br />
predisposto prevede di ut<strong>il</strong>izzare<br />
gran parte <strong>della</strong> pedonalizzata<br />
via Cure del<br />
Lino, primo tratto del percorso,<br />
pur molto suggestivo,<br />
che non si trova in fregio al<br />
lago. La si imbocca dall’estremità<br />
est del lungolago<br />
Zanardelli/piazza Carmine e<br />
la si percorre fino al palazzo<br />
Bertazzi, dove un vicolo<br />
pubblico scende perpendicolarmente<br />
in riva al lago. Da<br />
questo punto, tramite una<br />
passerella su pali metallici<br />
parallela alla costa, ma distante<br />
da essa da 6 a 9 metri,<br />
sospesa su un fondale medio<br />
di 3 - 6 metri, si raggiungerà<br />
palazzo Martinengo; è<br />
un percorso straordinariamente<br />
appagante di ben 480<br />
metri. Il turista vi godrà una<br />
visione <strong>della</strong> riva ricca di<br />
giardini, di vegetazione, di<br />
fiori, di colori, tutta nuova,<br />
come la si può cogliere solo<br />
stando in barca; e chi da<br />
terra guarderà <strong>il</strong> lago non<br />
proverà disturbo alcuno: i<br />
parapetti di protezione saranno<br />
infatti di materiale trasparente».<br />
A confine con palazzo Terzi<br />
Martinengo <strong>il</strong> percorso rientrerà<br />
sulla terraferma e, aggirando<br />
<strong>il</strong> palazzo sul suo lato<br />
nord, usufruirà dell’ampio<br />
marciapiede che costeggia<br />
la strada statale 45 per 320<br />
metri.<br />
«Il tratto di aggiramento del<br />
palazzo Martinengo – spiega<br />
ancora Corradi – è stato reso<br />
necessario dalla presenza a<br />
lago di un porticciolo, ma soprattutto<br />
di un pregevole<br />
bosco di cipressi, luogo di nidificazione<br />
di specie protette<br />
(airone cinerino, gabbiano,<br />
cormorano, svasso,<br />
folaga) oltre che dalla conformazione<br />
naturale <strong>della</strong> costa<br />
con bassi fondali sabbiosi e<br />
presenza di piccole spiagge,<br />
luogo ideale per la riproduzione<br />
delle specie ittiche ca-<br />
38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LAVORI DI GEOMETRI<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 39
LAVORI DI GEOMETRI<br />
40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
LAVORI DI GEOMETRI<br />
ratteristiche del lago: una<br />
piccola ma preziosa riserva<br />
naturale che merita tutela e<br />
riservatezza».<br />
«Costeggiando a fianco <strong>della</strong><br />
Gardesana occidentale <strong>il</strong><br />
vecchio muro di pietra che<br />
delimita <strong>il</strong> bosco di cipressi,<br />
si giunge al confine orientale<br />
<strong>della</strong> proprietà Terzi Martinengo<br />
dove ci si riporta nuovamente<br />
in riva al lago per<br />
accedere a un pont<strong>il</strong>e di<br />
circa 26 metri, salvaguardando,<br />
sulla sinistra – fa notare<br />
Corradi –, un bel gruppo<br />
di tassi che affondano le radici<br />
direttamente in acqua».<br />
Da qui, sempre con<br />
la tipologia <strong>della</strong><br />
passerella metallica<br />
sospesa sull’acqua, si<br />
raggiunge, dopo circa 160<br />
metri, la spiaggia delle Rivette<br />
a Barbarano, <strong>della</strong><br />
quale è previsto un ampliamento<br />
con molo di riparo<br />
massiccio in calcestruzzo e<br />
pavimentazione di legno.<br />
Un breve scivolo a scaletta<br />
consentirà <strong>il</strong> varo di piccole<br />
imbarcazioni. Ci sarà anche<br />
la possib<strong>il</strong>ità di costruire un<br />
piccolo locale di ristoro con i<br />
necessari servizi igienici<br />
pubblici.<br />
Dalla spiaggia delle Rivette<br />
di Barbarano si può raggiungere<br />
in breve Gardone Riviera<br />
sul percorso pedonale<br />
esistente.<br />
L’intero percorso sarà <strong>il</strong>luminato<br />
con lampade lineari a<br />
pavimento a luce soffusa<br />
come già realizzato alle Antiche<br />
Rive; piccoli spazi dedicati<br />
alle sedute integrate<br />
con la pavimentazione di<br />
legno permetteranno una<br />
piacevole sosta.<br />
Questo tratto di passeggiata<br />
con uno sv<strong>il</strong>uppo complessivo<br />
di oltre 1000 metri, aggiunto<br />
a quelli già esistenti,<br />
consentirà <strong>il</strong> periplo pedonale<br />
dell’intero golfo salodiano:<br />
<strong>il</strong> sogno fortemente<br />
perseguito dall’associazione<br />
“Amici del Golfo”.<br />
«Ai salodiani e ai turisti – è la<br />
conclusione del collega Corradi<br />
– sarà così consentito di<br />
riappropriarsi di una porzione<br />
di territorio, in parte<br />
degradato, in parte occupato<br />
impropriamente da<br />
privati, restituendolo alla libera<br />
fruizione pubblica».<br />
❑<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 41
AGRICOLTURA & FORESTE<br />
Valeria Sonvico<br />
Agriturismo ed ed<strong>il</strong>izia:<br />
poche regole di base<br />
multifunzionale<br />
in agricoltura<br />
nasce come L’azienda<br />
strategia alternativa che può<br />
consentire agli agricoltori di<br />
riconquistare centralità nel<br />
sistema agroalimentare prestando<br />
<strong>il</strong> proprio volto per ridurre<br />
i passaggi sociali, culturali<br />
ed economici che li separano<br />
dal consumatore finale.<br />
La multifunzionalità per eccellenza<br />
è riconducib<strong>il</strong>e all’agriturismo<br />
inteso come<br />
«l’attività di ricezione e ospitalità e-<br />
sercitate dagli imprenditori agricoli<br />
di cui all’articolo 2135 del codice civ<strong>il</strong>e,<br />
anche in forma di società di capitali<br />
o di persone, oppure associati<br />
fra loro, attraverso l’ut<strong>il</strong>izzazione<br />
<strong>della</strong> propria azienda in rapporto di<br />
connessione con le attività di coltivazione<br />
del fondo, di s<strong>il</strong>vicoltura e di allevamento<br />
di animali».<br />
L’attività di agriturismo dagli<br />
anni settanta in poi ha avuto<br />
un notevole sv<strong>il</strong>uppo, ma è<br />
solo negli anni ottanta che <strong>il</strong><br />
legislatore ha avvertito la<br />
necessità di regolamentare<br />
la materia, emanando una<br />
legge quadro, la Legge n. 730<br />
del 5 dicembre 1985, norma<br />
poi abrogata dalla Legge 20<br />
febbraio 2006 n. 96 che è la<br />
legge quadro attualmente in<br />
vigore.<br />
In Regione Lombardia la<br />
legge di riferimento è la n. 31<br />
del 2008 avente la finalità di<br />
consentire la permanenza<br />
degli agricoltori sul territorio,<br />
valorizzare <strong>il</strong> patrimonio<br />
rurale e i prodotti tipici<br />
di qualità ed è completata<br />
da un regolamento attuativo.<br />
A tale proposito si precisa<br />
che sussistono due tipologie<br />
di agriturismo quello in<br />
famiglia e quello in azienda<br />
Tabella 1<br />
Agriturismo in famiglia<br />
a seconda del numero di<br />
posti letto e pasti offerti agli<br />
ospiti (vedi tabella n.1). Accanto<br />
all’ospitalità e al ristoro non<br />
dobbiamo dimenticare tutte<br />
le attività che costituiscono<br />
i servizi messi a disposizione,<br />
quali ad esempio<br />
degustazione in azienda<br />
di prodotti tipici locali, attività<br />
sportive o escursionistiche,<br />
didattiche, ecc.<br />
L’attività agrituristica non<br />
potrà mai essere un’attività<br />
autonoma, ma dovrà<br />
sempre essere connessa<br />
con una attività agricola<br />
principale (richiesta di certificato<br />
di connessione), i-<br />
noltre per <strong>il</strong> suo svolgimento<br />
è necessaria la frequentazione,<br />
con esito positivo,<br />
di un corso di ab<strong>il</strong>itazione<br />
per operatori agrituristici.<br />
Altro aspetto fondamentale<br />
sono i parametri da rispettare<br />
nel caso di somministrazione<br />
di pasti: almeno <strong>il</strong> 30%<br />
dei prodotti ut<strong>il</strong>izzati deve<br />
essere ricavato da materie<br />
prime dell’azienda agricola<br />
ed una quota non inferiore al<br />
70% sul totale dei prodotti u-<br />
t<strong>il</strong>izzati deve essere costituito<br />
dall’insieme dei prodotti<br />
aziendali di cui quelli<br />
precedentemente richiamati<br />
e da prodotti direttamente<br />
acquistati da altre aziende a-<br />
gricole o da artigiani alimentari<br />
<strong>della</strong> zona, dove per zona<br />
si intende la provincia di appartenenza<br />
e le province limitrofe<br />
(vedi tabella n.2).<br />
Per quanto riguarda<br />
le strutture per l’accoglienza<br />
gli immob<strong>il</strong>i<br />
rurali esistenti e facenti<br />
parte dell’azienda agricola<br />
possono essere destinati all’attività<br />
agrituristica. I-<br />
noltre, possono essere ut<strong>il</strong>izzati<br />
anche edifici situati<br />
nelle immediate vicinanze,<br />
o addirittura distaccati dal<br />
centro aziendale purché<br />
questi abbiano una destinazione<br />
agricola e sussista un<br />
rapporto di connessione fisica<br />
o funzionale all’attività<br />
agricola dell’azienda. Per<br />
fabbricati aziendali esistenti<br />
si intendono tutti<br />
quelli che già costituiscono<br />
Ospitalità all’interno dell’alloggio Ospitalità in spazi attrezzati Ristoro massimo 40 pasti/giorno<br />
dell’imprenditore agricolo o dei per la sosta dei campeggiatori<br />
fabbricati aziendali<br />
(roulotte, tende, camper)<br />
Max 60 persone al giorno Max 10 persone al giorno<br />
Agriturismo in azienda<br />
Ospitalità in camere o in Ospitalità in spazi attrezzati Ristoro massimo 160 pasti/giorno<br />
unità abitative indipendenti per la sosta dei campeggiatori<br />
Max 60 persone al giorno (roulotte, tende, camper)<br />
Max 60 persone al giorno<br />
l’azienda agricola la momento<br />
<strong>della</strong> richiesta di certificato<br />
di connessione sia<br />
che possiedano i requisiti di<br />
agib<strong>il</strong>ità e abitab<strong>il</strong>ità necessari<br />
per lo svolgimento dell’attività<br />
agrituristica, sia che<br />
richiedano interventi di ristrutturazione<br />
e manutenzione<br />
per poter essere ut<strong>il</strong>izzati<br />
a condizione che la loro<br />
destinazione non comprometta<br />
l’esercizio dell’agricoltura.<br />
È contemplata la possib<strong>il</strong>ità<br />
di ristrutturare gli immob<strong>il</strong>i<br />
rurali destinati all’attività attraverso<br />
interventi di ristrutturazione<br />
ed<strong>il</strong>izia, restauro<br />
conservativo o di miglioramento.<br />
Gli ampliamenti, invece,<br />
sono ammessi solo per<br />
l’adeguamento igienico-sanitario<br />
e tecnico.<br />
Le strutture recettive devono<br />
possedere i requisiti<br />
minimi igienico-ed<strong>il</strong>izi delle<br />
leggi statali e regionali e dal<br />
regolamento comunale di i-<br />
giene ed<strong>il</strong>izio in vigore.<br />
Sia le strutture recettive ad<br />
alloggio o unità abitative sia<br />
le camere devono essere in<br />
42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
AGRICOLTURA & FORESTE<br />
possesso dei requisiti previsti<br />
per gli alberghi.<br />
I nuovi regolamenti comunitari<br />
(pacchetto igiene)<br />
hanno abolito le vecchie autorizzazioni<br />
sanitarie, che<br />
sono state sostituite da una<br />
dichiarazione del produttore.<br />
È quindi responsab<strong>il</strong>ità<br />
dell’imprenditore garantire<br />
che le strutture siano a<br />
norma; per quanto riguarda<br />
<strong>il</strong> ristoro si consiglia comunque<br />
in fase di progettazione<br />
di richiedere <strong>il</strong> parere<br />
ed<strong>il</strong>izio.<br />
L’imprenditore che decide di<br />
effettuare solamente <strong>il</strong> servizio<br />
di ospitalità, deve a-<br />
dempiere alle disposizioni<br />
previste dal regolamento e-<br />
d<strong>il</strong>izio comunale in merito<br />
agli alloggi in cui intende o-<br />
Tabella 2<br />
Agriturismo in famiglia<br />
ture ed<strong>il</strong>izie già esistenti.<br />
La macellazione di animali<br />
allevati deve avvenire in locali<br />
aziendali o impianti<br />
pubblici o privati autorizzati<br />
a tale scopo dal servizio veterinario<br />
delle Asl competente<br />
per territorio; è consentito<br />
procedere nello<br />
stesso impianto alla macellazione<br />
di animali di specie<br />
diverse, nel rispetto delle<br />
corrette modalità di lavorazione,<br />
anche qualora le<br />
stesse avvengano in momenti<br />
diversi.<br />
Per la preparazione di pasti<br />
e bevande semplici e di<br />
pronto consumo possono<br />
Passaggi interni Prodotti di altre aziende agricole Tutto <strong>il</strong> resto: caffè, zucchero,<br />
dall’azienda agricola o artigiani alimentari <strong>della</strong> agrumi, pasta di semola,<br />
all’agriturismo provincia di appartenenza cacao, cioccolato, …<br />
e di quelle limitrofe<br />
>70%<br />
> 30% < 40%<br />
< 30%<br />
essere ut<strong>il</strong>izzate la cucina<br />
dell’imprenditore e zone di<br />
cotture poste all’esterno<br />
degli edifici.<br />
Inoltre, in merito all’applicazione<br />
dei requisiti strutturali<br />
e laboratori di produzione a-<br />
limentari è ut<strong>il</strong>e ricordare:<br />
l’art 28 del D.p.r. 327/80 in<br />
materia di stab<strong>il</strong>imenti, <strong>il</strong> regolamento<br />
locale di igiene<br />
tipo demanda all’attività di<br />
fissazione dei requisiti per<br />
l’attività di somministrazione;<br />
<strong>il</strong> regolamento<br />
di igiene<br />
tipo in materia veterinaria;<br />
l’ordinanza<br />
del ministero<br />
<strong>della</strong> Sanità<br />
del 3 apr<strong>il</strong>e 2002 in<br />
materia di requisiti<br />
per l’attività di<br />
somministrazione<br />
e vendita su aree<br />
pubbliche.<br />
Aspetti strutturali<br />
costruttivi: le caratteristiche<br />
delle pareti (imbiancatura,<br />
rivestimenti, raccordi, ecc) ,<br />
dei pavimenti (scarichi,ecc),<br />
i rapporti aereo <strong>il</strong>luminanti<br />
(apporto naturale e artificiale),<br />
devono essere funzionali<br />
alla tipologia di attività<br />
che vi si svolge e, comunque,<br />
tali da consentire <strong>il</strong> rispetto<br />
dei requisiti di sicurezza alimentare,<br />
l’altezza dei rivestimenti<br />
<strong>il</strong> loro materiale e le<br />
altre soluzioni con cui ciò<br />
viene garantito dipendono<br />
dalle scelte dell’operatore.<br />
Aspetti organizzativi: la separazione<br />
delle diverse attività<br />
non sempre necessita di<br />
accorgimenti fisici, ma a<br />
spitare i clienti e ai relativi<br />
servizi igienici, nonché garantire<br />
servizi e spazi minimi<br />
previsti dalla legge regionale<br />
16 luglio 2007, n. 15 (Testo u-<br />
nico delle leggi regionali in<br />
materia di turismo).<br />
Per quanto riguarda le attività<br />
di ospitalità in spazi a-<br />
perti, le piazzole devono garantire<br />
l’allacciamento elettrico<br />
e i servizi igienici, che<br />
saranno ricavati, preferib<strong>il</strong>mente,<br />
all’interno di strutvolte<br />
possono essere sufficienti<br />
differenziazioni temporali,<br />
o semplici spazi diversi<br />
pur nell’ambito di un u-<br />
nico ambiente.<br />
Le aziende agrituristiche<br />
hanno l’opportunità<br />
di accedere<br />
a finanziamenti previsti<br />
dal Programma di Sv<strong>il</strong>uppo<br />
Rurale 2007-2013 (Psr)<br />
attraverso la specifica misura<br />
311 A “Diversificazione verso<br />
attività non agricole: Agriturismo”<br />
finanzia gli investimenti<br />
delle strutture aziendali e<br />
l’acquisto di attrezzature<br />
con l’obiettivo di favorire la<br />
diversificazione dell’attività<br />
agricola, produrre beni e<br />
servizi non tradizionalmente<br />
agricoli, incentivare<br />
la permanenza delle popolazioni<br />
rurali nelle aree più<br />
marginali e svantaggiate.<br />
Il settore è di notevole interesse<br />
ed in continua crescita,<br />
tant’è che si registrano<br />
incrementi dell’ordine dell’8%<br />
annuo, un’opportunità<br />
sempre più apprezzata dai<br />
cittadini che riscoprono l’importante<br />
ruolo dell’imprenditore<br />
agricolo.<br />
❑<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 43
AGRICOLTURA & FORESTE<br />
Guido Lombardi<br />
da Giornale di Brescia<br />
L’agricoltura in cerca di riscatto<br />
Qualche luce si vede.<br />
Ma non basta,<br />
e, soprattutto,<br />
i timidi segnali di ripresa<br />
dei mercati devono tradursi<br />
in benefici per tutti gli attori<br />
<strong>della</strong> f<strong>il</strong>iera produttiva.<br />
L’agricoltura bresciana sta<br />
tentando di uscire dalla crisi<br />
e, nelle prime valutazioni<br />
sull’annata agraria 2010, e-<br />
mergono alcuni dati positivi.<br />
Lo ha sottolineato <strong>il</strong> presidente<br />
dell’Unione Provinciale<br />
Agricoltori, Francesco<br />
Bettoni, affiancato dal vicepresidente,<br />
Sergio Visini, e<br />
dal direttore, Annibale Feroldi.<br />
«Buone notizie – ha detto<br />
Bettoni – arrivano sul fronte<br />
<strong>della</strong> ripresa dei prezzi dei<br />
cereali e dei formaggi stagionati,<br />
con possib<strong>il</strong>i ricadute<br />
positive per i redditi degli a-<br />
gricoltori».<br />
Le notizie negative, invece,<br />
permangono, in campo suinicolo,<br />
nel florovivaismo e<br />
nel settore ortofrutticolo. I<br />
produttori di vino, intanto,<br />
cominciano a temere <strong>il</strong> calo<br />
dei consumi, «controb<strong>il</strong>anciato<br />
per ora – ha aggiunto <strong>il</strong><br />
presidente Upa – dall’ottima<br />
qualità dei nostri prodotti».<br />
Resta ancora troppo elevato,<br />
in ogni caso, <strong>il</strong> divario<br />
tra costi e ricavi. Per gli imprenditori<br />
agricoli, i primi<br />
continuano a crescere più<br />
dei secondi, e spesso si produce<br />
in perdita. Questo<br />
vale, in particolare, per <strong>il</strong><br />
settore lattiero-caseario. Il<br />
mercato, in questo caso, è<br />
decisamente positivo, specialmente<br />
sul fronte del<br />
Grana Padano, un prodotto<br />
vincente anche all’estero.<br />
«Ma gli allevatori – ha affermato<br />
Bettoni – non stanno<br />
beneficiando di questo positivo<br />
andamento, e l’intesa<br />
confermata dalla Confagricoltura<br />
e Italatte (per un<br />
prezzo alla stalla di 36,9 centesimi<br />
al litro, ndr) è la più remunerativa<br />
per <strong>il</strong> maggior<br />
numero di produttori». Naturalmente,<br />
l’Upa ha sostenuto<br />
singoli imprenditori<br />
che sono riusciti a strappare<br />
un prezzo più alto, specialmente<br />
grazie al positivo andamento<br />
del Grana.<br />
In netta crescita, a proposito<br />
di mercati internazionali,<br />
anche i prezzi dei cereali, a<br />
causa <strong>della</strong> contrazione<br />
<strong>della</strong> produzione mondiale,<br />
ma anche delle manovre<br />
speculative. «Si tratta comunque<br />
di una situazione<br />
diversa rispetto al 2007 – ha<br />
detto <strong>il</strong> presidente dell’Upa<br />
– grazie al buon livello delle<br />
scorte mondiali, che per i<br />
frumenti si assestano a 181<br />
m<strong>il</strong>ioni di tonnellate, <strong>il</strong> 50%<br />
in più di quelle registrate nel<br />
2007, l’anno del boom dei<br />
prezzi cerealicoli».<br />
Per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ancio del settore<br />
primario, l’Unione<br />
Agricoltori si<br />
augura anche un’apertura<br />
verso la sperimentazione<br />
degli Ogm, mentre le fonti di<br />
energie rinnovab<strong>il</strong>i vanno<br />
prese in considerazione<br />
solo come complementari<br />
all’attività agricola. La legge<br />
sull’etichettatura d’origine<br />
viene considerata positiva,<br />
«ma occorre maggiore chiarezza<br />
– ha aggiunto <strong>il</strong> presidente<br />
Upa – sui possib<strong>il</strong>i effetti<br />
del provvedimento<br />
quanto ai concetti di “prevalenza<br />
<strong>della</strong> materia prima” e<br />
di “ulteriore trasformazione<br />
sostanziale”: due elementi<br />
che potrebbero aumentare<br />
la confusione, anziché diminuirla».<br />
Infine, <strong>il</strong> mondo agricolo si<br />
prepara a giocare la grande<br />
partita <strong>della</strong> riforma <strong>della</strong><br />
Politica agricola comunitaria,<br />
prevista per <strong>il</strong> 2013.<br />
«Sarà necessario – ha concluso<br />
Bettoni – difendere <strong>il</strong><br />
budget comunitario destinato<br />
all’agricoltura e la quota assegnata<br />
al nostro Paese».<br />
❑<br />
44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
SICUREZZA CANTIERI<br />
Fabio Domenico<br />
Delbarba Applicab<strong>il</strong>ità del D.lgs 81/2008<br />
agli studi professionali<br />
Il 9 apr<strong>il</strong>e 2008 è entrato<br />
in vigore <strong>il</strong><br />
D.Lgs. 81, denominato<br />
Testo Unico <strong>della</strong> Sicurezza<br />
che sostituisce e a-<br />
broga, tra le altre, la legge<br />
626/94 in materia di tutela<br />
<strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> sicurezza<br />
dei lavoratori.<br />
Il comma 1 dell’articolo 3 –<br />
Campo di applicazione – del<br />
nuovo Decreto Legislativo<br />
conferma quanto già dettato<br />
dal D.Lgs. 626/94: «Il presente<br />
decreto si applica a<br />
tutti i settori di attività privati<br />
e pubblici e a tutte le tipologie<br />
di rischi».<br />
Da questa enunciazione si<br />
capisce che non è escluso<br />
dall’applicazione delle<br />
norme in materia di tutela<br />
<strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> sicurezza<br />
alcun ambito lavorativo e<br />
che quindi anche gli studi<br />
professionali sono soggetti<br />
alla sua applicazione.<br />
Discriminante per l’applicab<strong>il</strong>ità<br />
del D.Lgs. 81/2008 è la<br />
presenza di altre persone,<br />
oltre al professionista titolare<br />
dello studio, all’interno<br />
del luogo di lavoro: se infatti,<br />
in regime del D.Lgs. 626/94,<br />
si poteva parlare di sicurezza<br />
dei lavoratori solo in<br />
caso di sussistenza di un<br />
contratto di subordinazione,<br />
di qualsiasi natura, tra <strong>il</strong> titolare<br />
dello studio e altre persone<br />
presenti all’interno<br />
<strong>della</strong> struttura, lasciando<br />
quindi dubbi sull’effettivo<br />
dovere di applicazione in<br />
caso di presenza di tirocinanti<br />
e/o collaboratori fam<strong>il</strong>iari,<br />
la nuova norma, modificata<br />
dal D.Lgs. 106/2009, ha<br />
chiarito anche questi aspetti<br />
con l’articolo 2) che contiene<br />
le seguenti definizioni:<br />
a) “Lavoratore” persona che, indipendentemente<br />
dalla tipologia<br />
contrattuale, svolge un’attività<br />
lavorativa nell’ambito dell’organizzazione<br />
di un datore di lavoro<br />
pubblico o privato, con o senza<br />
retribuzione, anche al solo fine<br />
di apprendere un mestiere,<br />
un’arte o una professione, esclusi<br />
gli addetti ai servizi domestici e fam<strong>il</strong>iari.<br />
Al lavoratore così definito<br />
è equiparato: <strong>il</strong> socio lavoratore di<br />
cooperativa o di società, anche di<br />
fatto, […], l’associato in partecipazione[…],<br />
<strong>il</strong> soggetto beneficiario<br />
delle iniziative di tirocini<br />
formativi e di orientamento […],<br />
l’allievo degli istituti d’istruzione<br />
ed universitari e <strong>il</strong> partecipante a<br />
corsi di formazione professionale<br />
nei quali si faccia uso di laboratori,<br />
attrezzature di lavoro in genere,<br />
agenti chimici e fisici e biologici,<br />
ivi comprese le apparecchiature<br />
fornite di video terminali<br />
limitatamente ai periodi in cui<br />
l’allievo sia effettivamente applicato<br />
alla strumentazioni o ai laboratori<br />
in questione, i volontari<br />
del corpo nazionale dei Vig<strong>il</strong>i del<br />
Fuoco e <strong>della</strong> Protezione civ<strong>il</strong>e, <strong>il</strong><br />
volontario che effettua <strong>il</strong> servizio<br />
civ<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> lavoratore di cui al D.Lgs.<br />
1 dicembre 1997, n. 468, e successive<br />
modifiche.<br />
b) “Datore di lavoro” <strong>il</strong> soggetto<br />
titolare del rapporto di lavoro con<br />
<strong>il</strong> lavoratore, o comunque, <strong>il</strong> soggetto<br />
che, secondo <strong>il</strong> tipo e l’assetto<br />
dell’organizzazione nel cui<br />
ambito <strong>il</strong> lavoratore presta la propria<br />
attività, ha la responsab<strong>il</strong>ità<br />
dell’organizzazione stessa o dell’unità<br />
produttiva in quanto esercita<br />
i poteri decisionali e di spesa.<br />
c) “Azienda” è <strong>il</strong> complesso <strong>della</strong><br />
struttura organizzata dal datore<br />
di lavoro pubblico o privato.<br />
«omissis»<br />
Analizzando l’art. 2 del Testo<br />
Unico <strong>della</strong> Sicurezza, si desume<br />
che <strong>il</strong> datore di lavoro,<br />
ove ne ricorrano i requisiti<br />
per ritenerlo tale, ha l’obbligo<br />
di redigere la valutazione<br />
dei rischi aziendali per<br />
iscritto attraverso la comp<strong>il</strong>azione<br />
di un documento<br />
chiamato Documento di Valutazione<br />
dei Rischi (DVR).<br />
Oltre a questo compito <strong>il</strong> datore<br />
di lavoro deve procedere<br />
alla nomina di alcune figure<br />
importanti per poter e-<br />
seguire una corretta valutazione<br />
dei rischi aziendali.<br />
Tali figure sono l’R.S.P.P. (Responsab<strong>il</strong>e<br />
del Servizio di<br />
Prevenzione e Protezione),<br />
<strong>il</strong> medio competente, gli addetti<br />
al primo soccorso, gli<br />
addetti <strong>della</strong> squadra antincendio<br />
e gli addetti <strong>della</strong><br />
squadra per le emergenze e,<br />
qualora vi sia più di un collaboratore<br />
o di un dipendente,<br />
anche l’R.L.S. (Rappresentante<br />
dei Lavoratori<br />
per la Sicurezza). Tali obblighi,<br />
derivano al datore di<br />
lavoro dall’articolo 17 del<br />
succitato D.Lgs. e non sono<br />
delegab<strong>il</strong>i ad altra persona.<br />
Analizziamo ora le singole figure<br />
che devono coadiuvare<br />
<strong>il</strong> datore di lavoro, nella tutela<br />
<strong>della</strong> salute e sicurezza<br />
dei propri dipendenti o collaboratori.<br />
R.S.P.P.: è la persona incaricata<br />
dal datore di lavoro, che<br />
ha la responsab<strong>il</strong>ità del servizio<br />
di prevenzione e protezione<br />
aziendale. Tale compito<br />
può essere svolto dal<br />
datore di lavoro stesso, da<br />
persona interna all’azienda<br />
da lui incaricata o da persona<br />
esterna all’azienda. In<br />
ogni caso l’R.S.P.P. deve aver<br />
seguito dei corsi specifici in<br />
materia di sicurezza sui<br />
luoghi di lavoro, deve essere<br />
in possesso di un diploma<br />
di studio di scuola superiore<br />
o aver partecipato a<br />
corsi specifici che ne attestino<br />
la frequenza e l’apprendimento,<br />
secondo<br />
quanto previsto dall’articolo<br />
32 commi 1,2,3,5 del D.Lgs.<br />
81/08. L’R.S.P.P. comunque,<br />
deve frequentare corsi di aggiornamento<br />
secondo gli indirizzi<br />
definiti dall’accordo<br />
Stato-Regioni. Il datore di lavoro<br />
che decida di svolgere<br />
lui stesso <strong>il</strong> ruolo di R.S.P.P.,<br />
secondo quanto previsto<br />
dall’articolo 34 comma 2 del<br />
TUS, deve frequentare obbligatoriamente<br />
corsi di formazione<br />
<strong>della</strong> durata minima di<br />
16 ore e massima di 48 ore, a-<br />
deguati alla natura dei rischi<br />
presenti nel proprio luogo di<br />
lavoro e derivanti dalla sua<br />
attività lavorativa.<br />
Medico competente: è nominato<br />
dal datore di lavoro,<br />
deve essere specializzato in<br />
medicina del lavoro o in medicina<br />
preventiva dei lavoratori<br />
e psicotecnica, e comunque<br />
deve avere i requisiti<br />
previsti dall’articolo 38<br />
del D.Lgs 81/08; non può essere<br />
<strong>il</strong> proprio medico di famiglia.<br />
Il compito del medico<br />
competente è quello di<br />
predisporre idonei piani,<br />
atti a mantenere la sorveglianza<br />
sanitaria dei singoli<br />
dipendenti. Tali piani devono<br />
contenere la periodicità<br />
<strong>della</strong> visita medica,<br />
nonché gli accertamenti necessari<br />
a tutelare <strong>il</strong> lavoratore<br />
dai rischi ai quali è e-<br />
sposto. La visita medica normalmente<br />
è annuale, gli e-<br />
sami specifici sono elaborati<br />
dal medico in base ai rischi<br />
46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
SICUREZZA CANTIERI<br />
condo quanto prescritto dal<br />
D.M. 10 marzo 1998. Il corso<br />
di addestramento degli addetti<br />
è definito dal precedente<br />
citato D.M. in 8 ore, diviso<br />
in due moduli, uno puramente<br />
teorico e l’altro pratico.<br />
Attualmente non sono<br />
previsti corsi di aggiornamento<br />
periodici.<br />
Addetti alla gestione delle e-<br />
mergenze: sono lavoratori<br />
designati dal datore di lavoro,<br />
dopo aver sentito <strong>il</strong> parere<br />
del R.L.S. Tali operatori<br />
devono seguire un corso specifico<br />
teorico-pratico a seconda<br />
del tipo di rischio presente<br />
in azienda. La durata di<br />
tale corso non deve essere<br />
inferiore a quella del rischio<br />
incendio, ovvero 8 ore.<br />
Dobbiamo dire tuttavia che<br />
negli studi professionali di<br />
limitate dimensioni (fino ad<br />
un massimo di 5 dipendenti<br />
o collaboratori) la funzione<br />
di addetto al primo soccorso,<br />
antincendio e addetto<br />
alle emergenze, può<br />
evidenziati nel DVR ai quali<br />
sono soggetti i lavoratori (dipendenti<br />
o collaboratori a<br />
qualsiasi tipo ricadenti nella<br />
definizione più ampia di lavoratore<br />
secondo le definizioni<br />
di cui all’articolo 2)<br />
Addetti al primo soccorso:<br />
sono designati dal datore di<br />
lavoro in base alla natura<br />
delle attività ed alle dimensioni<br />
dell’azienda.<br />
Gli studi tecnici, possono ricadere<br />
nella tipologia B e C<br />
previste dal D.M. 15 luglio<br />
2003 n. 388, in funzione del<br />
numero degli addetti, ovvero:<br />
• nel gruppo B ricadono le a-<br />
ziende o unità produttive<br />
con tre o più lavoratori che<br />
non rientrano nel gruppo A;<br />
• nel gruppo C ricadono le a-<br />
ziende o unità produttive<br />
con meno di tre lavoratori<br />
che non rientrano nel<br />
gruppo A;<br />
Gli addetti individuati dal<br />
datore di lavoro, non possono<br />
rifiutare la designazione<br />
se non per giustificato<br />
motivo, come prevede l’articolo<br />
43 del D.Lgs 81/08<br />
comma 3. La durata dei corsi<br />
per entrambe le categorie è<br />
prevista in 12 ore distinte in<br />
due moduli, uno teorico di 8<br />
ore e uno pratico di 4 con<br />
test finale di apprendimento.<br />
L’aggiornamento di<br />
tali addetti è previsto ogni<br />
tre anni.<br />
Addetti all’antincendio:<br />
sono designati dal datore di<br />
lavoro all’interno dell’azienda<br />
in base alla natura<br />
delle attività e alle dimensioni<br />
dell’azienda.<br />
Gli studi tecnici, ricadono<br />
nella tipologia di rischio<br />
considerato medio, seessere<br />
svolta direttamente<br />
dal titolare dello studio, così<br />
come previsto dall’articolo<br />
34 commi 1-1 bis del D.Lgs.<br />
81/08. Lo stesso titolare comunque<br />
deve seguire gli<br />
stessi corsi previsti per le<br />
funzioni che va a svolgere<br />
con la stessa periodicità di<br />
aggiornamento.<br />
R.L.S. (Rappresentante dei<br />
Lavoratori per la Sicurezza):<br />
è nominato dai lavoratori<br />
in tutte le aziende così<br />
come previsto dal articolo 47<br />
comma 2 e 3; egli accede ai<br />
luoghi di lavoro in cui si svolgono<br />
tutte le attività lavorative,<br />
è consultato preventivamente<br />
per la stesura del<br />
DVR, è consultato per la designazione<br />
degli addetti al<br />
primo soccorso, all’antincendio<br />
ed alla squadra e-<br />
mergenza; esercita la sua<br />
funzione secondo quanto<br />
prescritto all’articolo 50 del<br />
D.Lgs. 81/08. Il rappresentante<br />
dei lavoratori per la sicurezza<br />
deve partecipare ad<br />
un corso idoneo <strong>della</strong> durata<br />
minima di 32 ore, di cui 12<br />
specifiche sui rischi presenti<br />
in azienda con test finale di<br />
verifica d’apprendimento, i-<br />
noltre l’aggiornamento periodico<br />
è previsto dalla contrattazione<br />
collettiva nazionale<br />
ogni 2 anni e la sua durata<br />
non può essere inferiore<br />
a 4 ore. Dove non sia eletto<br />
l’R.L.S., lo studio deve appoggiarsi<br />
obbligatoriamente<br />
all’R.L.S.T. (Rappresentante<br />
per la Sicurezza dei<br />
Lavoratori Territoriale) che<br />
ha le medesime funzioni ed<br />
è individuato tra più a-<br />
ziende secondo quanto previsto<br />
dal articolo 48 del<br />
D.Lgs. 81/08.<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 47
SICUREZZA CANTIERI<br />
D.V.R.: è <strong>il</strong> Documento di Valutazione<br />
dei Rischi presenti<br />
nello studio e nelle attività<br />
esterna a esso, e deve contenere<br />
la valutazione di tutti<br />
i rischi presenti nello studio<br />
e riscontrab<strong>il</strong>i anche dalla<br />
sola analisi dei luoghi di lavoro.<br />
Nella sua stesura l’RSPP<br />
deve tenere conto di eseguire<br />
le seguenti operazioni:<br />
a) Una corretta valutazione<br />
<strong>della</strong> scelta delle attrezzature<br />
ut<strong>il</strong>izzate.<br />
b) Una corretta valutazione<br />
<strong>della</strong> scelta delle sostanze<br />
chimiche impiegate<br />
(toner, inchiostri vari,<br />
liquidi per sv<strong>il</strong>uppi eliocopie,<br />
ecc ..).<br />
c) Una corretta sistemazione<br />
dei luoghi di lavoro.<br />
d) Una valutazione che<br />
tenga conto dei rischi derivanti<br />
per la sicurezza dei<br />
lavoratori esposti a particolari<br />
rischi, a quelli correlati<br />
allo stress indotto<br />
dal lavoro-correlato, a<br />
quello riguardante le lavoratrici<br />
in stato di gravidanza<br />
(secondo quanto<br />
previsto dal D.Lgs. 26<br />
marzo 2001, n. 151), e i-<br />
noltre a tutti i rischi connessi<br />
alle differenze di<br />
sesso (maschi/femmine),<br />
all’età anagrafica o alla<br />
provenienza da altri<br />
paesi.<br />
In prima analisi possiamo<br />
dire che una valutazione approssimata<br />
dei rischi presenti<br />
si può ricavare analizzando<br />
la matrice del rischio<br />
ricavata interpolando tra<br />
loro la probab<strong>il</strong>ità che un e-<br />
vento accada P ed <strong>il</strong> danno<br />
prodotto D, secondo la seguente<br />
relazione: R (rischio)<br />
= PxD. La matrice del rischio<br />
è un grafico che ci permette<br />
di capire l’entità e la pericolosità<br />
del rischio generato<br />
da un’attività o da una situazione<br />
presente nei luoghi di<br />
lavoro.<br />
Danno<br />
Probab<strong>il</strong>ità<br />
0 1 2 3 4 5<br />
1 2 4 6 8 10<br />
2 3 6 9 12 15<br />
3 4 8 12 16 20<br />
4 5 10 15 20 25<br />
Risultato Rischio = PxD<br />
Se <strong>il</strong> prodotto PxD genera un<br />
rischio R alto, ci obbliga ad a-<br />
nalizzare molto in dettaglio<br />
la fase lavorativa presa in e-<br />
same o <strong>il</strong> luogo di lavoro che<br />
l’ha generato, ancorché l’attrezzatura<br />
ut<strong>il</strong>izzata.<br />
I valori inserito da assumere<br />
nella matrice di rischio, per<br />
quanto riguarda la probab<strong>il</strong>ità<br />
che un evento accada P<br />
sono:<br />
1 = IMPROBABILE (trascurab<strong>il</strong>e)<br />
non sono noti episodi<br />
al riguardo.<br />
2 = POCO PROBABILE (ma<br />
non trascurab<strong>il</strong>e) sono<br />
noti alcuni casi già verificatisi<br />
3 = PROBABILE quando sono<br />
noti alcuni casi che<br />
hanno fatto seguito ad<br />
un danno<br />
4 = QUASI CERTA quando<br />
sono noti molti casi che<br />
hanno fatto seguito ad<br />
un danno di tipo permanente<br />
5 = SICURA quando si sono<br />
verificati danni per la<br />
stesa causa.<br />
I valori da assumere per<br />
quanto riguarda <strong>il</strong> danno<br />
prodotto D, sono:<br />
0 = non r<strong>il</strong>evante (trascurab<strong>il</strong>e)<br />
1 = lieve infortunio o inab<strong>il</strong>ità<br />
rapidamente reversib<strong>il</strong>e<br />
2 = medio infortunio o inab<strong>il</strong>ità<br />
reversib<strong>il</strong>e<br />
3 = grave infortunio o inab<strong>il</strong>ità<br />
parziale<br />
4 = gravissimo o mortale infortunio<br />
con inab<strong>il</strong>ità totale<br />
o morte<br />
Il risultato del calcolo eseguito<br />
applicando la relazione<br />
PxD definisce un indice<br />
che permette di valutare<br />
<strong>il</strong> rischio presente in<br />
un’azienda che comporta l’identificazione<br />
di tutti i peri-<br />
48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
SICUREZZA CANTIERI<br />
siderare anche <strong>il</strong> rischio residuo<br />
e trattarlo di conseguenza.<br />
Quando <strong>il</strong> risultato<br />
R, è minimo cioè R = 1, sono<br />
sufficienti istruzioni operative<br />
generiche e normalmente<br />
di buon senso a tenerlo<br />
sotto controllo.<br />
Contenuti del<br />
D.V.R.: nella redazione<br />
del D.V.R.<br />
bisogna esplicitare la descrizione<br />
<strong>della</strong> situazione a-<br />
ziendale, dei processi produttivi,<br />
delle figure presenti<br />
in azienda evidenziando le<br />
relative responsab<strong>il</strong>ità, procedendo<br />
poi ad analizzare<br />
nel particolare i singoli rischi<br />
presenti nello studio ed evidenziati<br />
dalla matrice del rischio,<br />
partendo dai luoghi di<br />
lavoro fino a giungere a valutare<br />
quelli relativi alle macchine<br />
ed attrezzature, a<br />
quelli previsti dal D.Lgs.<br />
81/08 e non trascurab<strong>il</strong>i,<br />
come <strong>il</strong> rischio prodotto dal<br />
rumore (interno ed esterno<br />
allo studio inteso come lavori<br />
di r<strong>il</strong>ievo e di cantierizzazione<br />
di progetti), <strong>il</strong> rischio<br />
proveniente dalle vibrazioni<br />
di macchinari e attrezzature,<br />
<strong>il</strong> rischio chimico<br />
e biologico e comunque tutti<br />
quei rischi che danno origine<br />
obbligatoriamente a<br />
sorveglianza sanitaria (rumore,<br />
vibrazioni, radiazioni<br />
ottiche ambientali elettrosmog).<br />
Per quanto riguarda i rischi<br />
che danno origine a sorveglianza<br />
sanitaria obbligatoria,<br />
sarà cura del medico<br />
competente segnalarli e<br />
coli presenti visib<strong>il</strong>i e non visib<strong>il</strong>i.<br />
Dobbiamo tuttavia fare una<br />
precisazione sul significato<br />
dei vocaboli pericolo e probab<strong>il</strong>ità.<br />
Con la definizione di pericolo<br />
non si deve intendere rischio,<br />
infatti, i due vocaboli<br />
hanno due significati ben distinti<br />
e intendono significare:<br />
1) Pericolo: è la proprietà intrinseca<br />
presente in un materiale,<br />
attrezzatura, metodo<br />
di lavoro che può<br />
creare un danno;<br />
2) Rischio: è la probab<strong>il</strong>ità<br />
che si verifichi un danno di<br />
diversa gravità su cose e persone,<br />
in relazione alle condizioni<br />
dei materiali, attrezzature,<br />
metodi e pratiche di lavoro.<br />
Valutare <strong>il</strong> rischio è quella<br />
procedura sistematica che<br />
permette di identificare i<br />
pericoli presenti e gli eventuali<br />
rischi connessi stab<strong>il</strong>endo<br />
un giudizio di gravità.<br />
La valutazione del rischio<br />
deve essere articolata su<br />
due punti fondamentali:<br />
1) valutazione del rischio<br />
2) determinazione dei provvedimenti<br />
da attuare per<br />
eliminare <strong>il</strong> rischio.<br />
Una volta ottenuti i dati di<br />
rapporto finale è possib<strong>il</strong>e<br />
stab<strong>il</strong>ire i criteri d’intervento<br />
e gli apprestamenti<br />
necessari che serviranno ad<br />
eliminare o meglio attenuare<br />
<strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e i rischi<br />
evidenziati in essa.<br />
Dobbiamo dire però che<br />
non esiste un valore R = PxD<br />
= 0 poiché esiste sempre<br />
una parte di rischio non eliminab<strong>il</strong>e<br />
e imponderab<strong>il</strong>e,<br />
quindi la nostra valutazione<br />
deve essere in grado di conproporre<br />
le idonee alternative<br />
in merito alle procedure<br />
corrette da mettere in atto.<br />
La presente indicazione<br />
circa i contenuti non deve intendersi<br />
come elenco esaustivo,<br />
in quanto la valutazione<br />
dei rischi di ogni singolo<br />
studio varia in funzione<br />
di molteplici variab<strong>il</strong>i quali<br />
numero di addetti, dimensione<br />
dello studio, tipologia<br />
delle attrezzature, tipologia<br />
degli incarichi e luogo di<br />
svolgimento degli stessi.<br />
Si rimandano pertanto i colleghi<br />
ad una attenta e approfondita<br />
lettura del Decreto<br />
Legislativo n. 81/2008<br />
completo dei relativi allegati<br />
e successive modifiche<br />
e integrazioni.<br />
❑<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 51
DAL COLLEGIO DI BRESCIA<br />
Brescia ospita<br />
la XIV Conferenza Nazionale<br />
di Asita<br />
D<br />
al 9 al 12 novembre<br />
2010 si è<br />
tenuta nei padiglioni<br />
<strong>della</strong> Fiera di Brescia<br />
la XIV Conferenza Asita (Associazioni<br />
Scientifiche per le<br />
Informazioni Territoriali ed<br />
Ambientali), la più importante<br />
e consolidata vetrina i-<br />
taliana del mondo <strong>della</strong> geomatica<br />
e delle sue molte-<br />
plici articolazioni: topografia,<br />
cartografia, aerofotogrammetria,<br />
teler<strong>il</strong>evamento,<br />
sistemi informativi<br />
territoriali, infrastrutture di<br />
dati spaziali, geodesia, geotecnologie,<br />
geografia urbanistica.<br />
Brescia è stata scelta come<br />
sede grazie all’importante<br />
ruolo svolto sul territorio na-<br />
52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI BRESCIA<br />
Nelle due foto di questa pagina, la<br />
delegazione dei geometri bresciani<br />
all’Asita<br />
Nella pagina precedente, la<br />
locandina <strong>della</strong> manifestazione e<br />
vedute degli stand alla Fiera di<br />
Brescia<br />
zionale nella promozione e<br />
nello sv<strong>il</strong>uppo di tecnologie<br />
e progetti realizzati nel<br />
campo <strong>della</strong> geomatica e dei<br />
processi di e-government<br />
ad essa correlati.<br />
La Conferenza si è articolata<br />
in sessioni attraverso le<br />
quali scienziati, docenti e<br />
studenti, tecnici e operatori,<br />
professionisti e aziende di<br />
produzione e di servizi<br />
hanno trovato spazi e momenti<br />
di crescita culturale,<br />
di opportunità comunicative,<br />
di scambio di esperienze,<br />
di domande e di risposte.<br />
Gli appassionati<br />
delle scienze legate alle<br />
informazioni ambientali e<br />
territoriali, i produttori e gli<br />
utenti, pubblici e privati,<br />
hanno potuto cogliere a Brescia<br />
l’occasione, unica e irrinunciab<strong>il</strong>e,<br />
di una visione<br />
aggiornata dell’universo<br />
<strong>della</strong> geomatica.<br />
Nessuna sede, meglio di<br />
Brescia, ha fatto da volano<br />
culturale per <strong>il</strong> miglioramento<br />
dei processi di conoscenza<br />
e governo del territorio;<br />
da Brescia e dalla<br />
Lombardia è partita la sfida<br />
per dare al nostro Paese <strong>il</strong><br />
ruolo che gli compete nel<br />
mondo scientifico.<br />
Nella giornata inaugurale<br />
<strong>della</strong> Conferenza sono stati<br />
proclamati e premiati i vincitori<br />
del premio nazionale<br />
“Licinio Ferretti” (ing. Andrea<br />
Mazzoldi) e consegnati<br />
dei premi delle Associazioni<br />
federate: ricerca e formazione<br />
sono la leva fondamentale<br />
per la crescita dell’economia<br />
e per garantire<br />
sv<strong>il</strong>uppo e futuro.<br />
Da Brescia parte la sfida per<br />
ritrovare lo slancio culturale,<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 53
DAL COLLEGIO DI BRESCIA<br />
La consegna (sotto) del Premio<br />
Ferretti all’ing. Andrea Mazzoldi e<br />
altri momenti <strong>della</strong> mostra convegno<br />
Asita<br />
tecnico e scientifico che ci<br />
porti fuori dalla pervasiva<br />
crisi economica globale.<br />
Informazione geografica e<br />
osservazione <strong>della</strong> Terra per<br />
<strong>il</strong> governo del territorio e la<br />
sostenib<strong>il</strong>ità dell’ambiente<br />
possono essere le parole<br />
chiave <strong>della</strong> crescita e dello<br />
sv<strong>il</strong>uppo.<br />
❑<br />
Il <strong>Collegio</strong> geometri di Brescia, in collaborazione con i Collegi<br />
Lombardi e l’Asita (Federazione italiana delle Associazioni<br />
Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali)<br />
ha organizzato, giovedì 11 novembre dalle ore 14,30 alle<br />
16,30 nella sede di Piazzale Cesare Battisti, 12, <strong>il</strong> corso<br />
“Database topografico Regione<br />
Lombardia”<br />
Il corso, gratuito, ha fruttato ai partecipanti 4 crediti formativi<br />
con <strong>il</strong> 100% <strong>della</strong> presenza.<br />
Le richieste sono state superiori alla capacità ricettiva <strong>della</strong><br />
sala e l’interesse dei presenti altissimo.<br />
54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI LODI<br />
Alessandro Colonna<br />
Autorizzazione paesaggistica<br />
per interventi di lieve entità:<br />
in vigore <strong>il</strong> nuovo regolamento<br />
sere soggetto a specificazioni<br />
e rettificazioni fondate<br />
su conoscenze, esigenze e<br />
motivazioni di natura tecnica.<br />
La nuova procedura prevede<br />
quindi una semplificazione<br />
documentale, nonché<br />
un accorciamento dei termini<br />
previsti per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio<br />
del provvedimento finale,<br />
quest’ultimo emesso entro<br />
60 giorni dal ricevimento<br />
<strong>della</strong> domanda da parte dell’amministrazione<br />
competente.<br />
Il procedimento in<br />
questione inoltre elimina<br />
l’obbligo dell’acquisizione<br />
del parere delle Commissioni<br />
locali per <strong>il</strong> paesaggio,<br />
a meno che sia diversamente<br />
previsto dalla normativa<br />
regionale (nella regione<br />
Lombardia l’obbligo tuttavia<br />
permane).<br />
L’istanza presentata è corredata<br />
da una relazione paesaggistica<br />
semplificata, redatta<br />
da un tecnico ab<strong>il</strong>itato,<br />
secondo <strong>il</strong> modello di scheda<br />
previsto dal decreto del<br />
Presidente del Consiglio dei<br />
Ministri del 12 dicembre<br />
2005 (a suo tempo rimasta di<br />
fatto inapplicata), nella<br />
quale sono indicate le fonti<br />
normative o provvedimentali<br />
<strong>della</strong> disciplina paesaggistica,<br />
è descritto lo stato<br />
attuale dell’area interessata<br />
dall’intervento, è attestata<br />
la conformità del progetto<br />
alle specifiche prescrizioni<br />
d’uso dei beni paesaggistici,<br />
se esistenti, ovvero documentata<br />
la compatib<strong>il</strong>ità con<br />
i valori paesaggistici e sono<br />
indicate le eventuali misure<br />
di inserimento paesaggistico<br />
previste. Nella relazione<br />
<strong>il</strong> tecnico ab<strong>il</strong>itato attesta<br />
altresì la conformità<br />
del progetto alla disciplina<br />
urbanistica ed ed<strong>il</strong>izia. Il decreto<br />
prevede inoltre in maniera<br />
esplicita che l’istanza,<br />
ove possib<strong>il</strong>e, venga effettuata<br />
in via telematica.<br />
Per quanto concerne la procedura,<br />
sinteticamente <strong>il</strong><br />
decreto prevede che venga<br />
effettuata una verifica preliminare<br />
da parte dell’amministrazione<br />
competente in<br />
merito all’applicab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong><br />
semplificazione o, viceversa,<br />
se sussistono le condizioni<br />
per l’assoggettamento<br />
al regime ordinario<br />
piuttosto che all’esonero<br />
dalla necessità di autorizzazione<br />
paesaggistica; negli<br />
ultimi due casi l’amministrazione<br />
ne dà comunicazione<br />
al richiedente.<br />
Qualora l’intervento<br />
rientri nella casistica<br />
<strong>della</strong> “lieve<br />
entità”, la documentazione<br />
risulti completa e laddove<br />
non siano necessari<br />
chiarimenti indispensab<strong>il</strong>i<br />
(per le quali integrazioni<br />
viene fatta richiesta all’utente,<br />
un’unica volta, unitamente<br />
all’avvio del procedimento<br />
concedendo <strong>il</strong> termine<br />
di 15 giorni per l’adempimento),<br />
l’amministrazione<br />
provvede ad effettuare<br />
una verifica <strong>della</strong><br />
conformità dell’intervento<br />
previsto alla disciplina urbanistica<br />
ed ed<strong>il</strong>izia; in caso di<br />
esito negativo, viene data al<br />
richiedente immediata comunicazione<br />
dell’improcedib<strong>il</strong>ità<br />
<strong>della</strong> domanda.<br />
In caso di esito positivo,<br />
l’amministrazione competente<br />
valuta la conformità<br />
Già approvato a<br />
giugno dal Consiglio<br />
dei Ministri, è<br />
stato pubblicato sulla Gazzetta<br />
Ufficiale n.199 del 26 a-<br />
gosto 2010, ed è entrato in<br />
vigore <strong>il</strong> 10 settembre 2010,<br />
<strong>il</strong> Decreto del Presidente<br />
<strong>della</strong> Repubblica 9 luglio<br />
2010 n.139 “Regolamento recante<br />
procedimento semplificato<br />
di autorizzazione<br />
paesaggistica per gli interventi<br />
di lieve entità, a norma<br />
dell’art.146, comma 9, del<br />
decreto legislativo 22 gennaio<br />
2004 n.42 e successive<br />
modificazioni”, applicab<strong>il</strong>e<br />
alle aree ed immob<strong>il</strong>i oggetto<br />
di alterazione dei<br />
luoghi o dell’aspetto esteriore,<br />
sottoposti alle norme<br />
di tutela previste dalla parte<br />
III del codice dei Beni Culturali<br />
e del Paesaggio.<br />
La norma trova immediata<br />
applicazione nelle regioni a<br />
statuto ordinario, mentre<br />
per le regioni a statuto speciale<br />
e le provincie autonome<br />
di Trento e Bolzano è<br />
previsto un lasso di tempo<br />
pari a 180 giorni per l’adeguamento<br />
del proprio ordinamento.<br />
Gli “interventi di lieve entità”<br />
sono elencati nell’allegato<br />
1 al decreto che comprende<br />
39 tipologie abbastanza<br />
circostanziate (vedi<br />
pagg. 12-13 e 14 de “Il <strong>geometra</strong><br />
<strong>bresciano</strong>” n. 4/2010); l’intento<br />
del legislatore sembra essere<br />
stato quello di evitare o<br />
quantomeno ridurre i margini<br />
di interpretazione, e di<br />
fornire con precisione la casistica<br />
specifica <strong>della</strong> qualificazione<br />
<strong>della</strong> “lieve entità”;<br />
tale elenco, tramite decreto<br />
ministeriale, potrà esdell'intervento<br />
alle specifiche<br />
prescrizioni d’uso contenute<br />
nel piano paesaggistico<br />
o nella dichiarazione di<br />
pubblico interesse o nel<br />
provvedimento di integrazione<br />
del vincolo, ovvero la<br />
sua compatib<strong>il</strong>ità con i valori<br />
paesaggistici presenti nel<br />
contesto di riferimento. Se<br />
l’intervento risulta conforme,<br />
la richiesta di autorizzazione<br />
paesaggistica viene<br />
trasmessa alla soprintendenza<br />
(che deve esprimersi<br />
entro 25 giorni, contro i 45<br />
<strong>della</strong> procedura ordinaria),<br />
unitamente ad una motivata<br />
proposta di accoglimento<br />
<strong>della</strong> domanda stessa.<br />
In questa fase si aprono di<br />
conseguenza tre scenari:<br />
1. valutazione positiva da<br />
parte del soprintendente<br />
2. valutazione negativa da<br />
parte del soprintendente<br />
3. mancata espressione da<br />
parte del soprintendente<br />
Nel primo e nel terzo caso<br />
l’amministrazione competente,<br />
nel rispetto degli obblighi<br />
procedurali e delle<br />
tempistiche previste dal regolamento,<br />
procede con <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio<br />
dell’autorizzazione<br />
paesaggistica; nel secondo<br />
caso <strong>il</strong> soprintendente a-<br />
dotta <strong>il</strong> provvedimento di rigetto<br />
dell’istanza.<br />
Differentemente rispetto<br />
alla procedura ordinaria, per<br />
la quale vige <strong>il</strong> regime di moratoria<br />
dei 30 giorni, l’autorizzazione<br />
paesaggistica<br />
semplificata assume immediata<br />
efficacia dal giorno del<br />
r<strong>il</strong>ascio ed ha validità per 5<br />
anni.<br />
❑<br />
56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI LODI<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 57
DAL COLLEGIO DI LODI<br />
58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI LODI<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 61
DAL COLLEGIO DI LODI<br />
62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI LODI<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 63
DAL COLLEGIO DI MANTOVA<br />
Due importanti convegni<br />
del <strong>Collegio</strong> di Mantova<br />
su “Sicurezza” e “Pregeo 10”<br />
Afronte delle novità<br />
introdotte al Testo<br />
Unico 81/2008, <strong>il</strong><br />
Consiglio Direttivo del <strong>Collegio</strong><br />
geometri e geometri<br />
laureati <strong>della</strong> provincia di<br />
Mantova ha deliberato di organizzare<br />
una serie di incontri<br />
al fine di chiarire<br />
quanto recentemente emanato<br />
dalla normativa vigente<br />
in tema di Coordinatori <strong>della</strong><br />
sicurezza e Amministratori<br />
di condominio.<br />
La prima giornata di studio si<br />
è svolta lo scorso 5 giugno a<br />
Mantova presso l’auditorium<br />
di Monte dei Paschi di Siena,<br />
alla quale hanno partecipato<br />
circa 150 professionisti.<br />
In quell’occasione relatore<br />
dell’incontro è stato <strong>il</strong> dott.<br />
Francesco Gallo, funzionario<br />
del Ministero del Lavoro - Direzione<br />
provinciale di Mantova,<br />
che con grande disponib<strong>il</strong>ità<br />
ha chiarito e risposto<br />
a ogni quesito posto dai partecipanti<br />
al seminario.<br />
L’incontro è stato <strong>il</strong> primo di<br />
una serie in fase di organizzazione<br />
da parte del <strong>Collegio</strong><br />
geometri <strong>della</strong> provincia<br />
di Mantova: sono infatti<br />
già stati calendarizzati<br />
gli incontri del 13 novembre<br />
e dell’11 dicembre 2010, da<br />
tenersi sempre presso <strong>il</strong> medesimo<br />
auditorium. Per i<br />
programmati incontri si prevede<br />
anche la collaborazione<br />
e l’intervento di altri<br />
enti e istituzioni mantovane,<br />
tra i quali l’Ordine dei consulenti<br />
del lavoro, gli artigiani<br />
ed<strong>il</strong>i dell’UPA, gli ed<strong>il</strong>i<br />
dell’Associazione Industriali<br />
e quelli del CNA, nonché gli<br />
Istituti Tecnici<br />
per geometri<br />
del Mantovano.<br />
Si ringraziano<br />
sin da ora i rappresentanti<br />
e i<br />
funzionari dell’Asl<br />
mantovana,<br />
che da<br />
sempre collaborano<br />
attivamente<br />
con <strong>il</strong><br />
<strong>Collegio</strong> geometri<br />
al fine di<br />
migliorare la sicurezza<br />
sui cantieri ed<strong>il</strong>i.<br />
Il 27 luglio scorso <strong>il</strong><br />
<strong>Collegio</strong> geometri e<br />
geometri laureati di<br />
Mantova ha organizzato una<br />
giornata di studio sul tema<br />
“Chiarimenti sull’ut<strong>il</strong>izzo<br />
<strong>della</strong> procedura Pregeo 10”.<br />
Il seminario svoltosi nella<br />
prestigiosa cornice di V<strong>il</strong>la<br />
Schiarino Lena di Porto Mantovano<br />
ha visto la partecipazione<br />
di numerosi professionisti.<br />
In qualità di relatori<br />
hanno partecipato i componenti<br />
<strong>della</strong> Commissione catasto<br />
geometri Davide Cortesi<br />
e Benedetto Sinigardi,<br />
mentre in rappresentanza<br />
dell’Agenzia del Territorio di<br />
Mantova erano presenti gli<br />
ingegneri Domenico Fernando<br />
Carella, Domenico Di<br />
Noia, Francesco Marino e <strong>il</strong><br />
geom. Angelo Sortino.<br />
In fase di organizzazione, <strong>il</strong><br />
Consiglio Direttivo del <strong>Collegio</strong>,<br />
di concerto con i rappresentati<br />
dell’Agenzia del<br />
Territorio di Mantova, aveva<br />
suggerito agli iscritti di inviare<br />
per tempo alla segreteria<br />
del <strong>Collegio</strong> dubbi,<br />
chiarimenti e quesiti da sottoporre<br />
ai rappresentanti<br />
dell’Agenzia. Tali quesiti<br />
sono poi stati esaminati e<br />
sviscerati durante l’incontro.<br />
Il convegno si è rivelato<br />
molto interessante, sia dal<br />
punto di vista professionale,<br />
sia dal punto di vista pratico.<br />
L’incontro si è rivelato come<br />
un’ulteriore dimostrazione<br />
<strong>della</strong> fattiva e proficua collaborazione<br />
in atto tra l’AdT e<br />
<strong>il</strong> <strong>Collegio</strong> e come importante<br />
occasione di confronto.<br />
La partecipazione al<br />
Convegno ha consentito agli<br />
iscritti presenti di maturare<br />
crediti validi per la formazione<br />
professionale continua.<br />
❑<br />
64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />
Stefania Confeggi<br />
Alcune considerazioni<br />
sulle nuove norme emanate<br />
negli ultimi quattro mesi<br />
Finalmente l’estate<br />
è finita e solo ora<br />
riesco a concentrarmi<br />
e riflettere sulle<br />
nuove normative che <strong>il</strong> legislatore<br />
ha emanato in questi<br />
ultimi quattro mesi, che<br />
come un temporale estivo,<br />
mi hanno colto di sorpresa e<br />
mi hanno completamente<br />
resa inerme di fronte ai fatti.<br />
Ma andiamo per ordine.<br />
Articolo 5 <strong>della</strong> Legge n. 73<br />
del 22 maggio 2010<br />
Dell’esigenza di introdurre<br />
incisive misure di semplificazione<br />
procedurali dell’attività<br />
ed<strong>il</strong>izia se ne parlava<br />
già nel provvedimento del<br />
1° apr<strong>il</strong>e 2009, redatto a seguito<br />
<strong>della</strong> Conferenza Unificata<br />
tra Stato, Regioni ed<br />
Enti locali, ed ecco che, finalmente,<br />
nel maggio del<br />
2010 viene pubblicata la<br />
legge n. 73 del 22 maggio<br />
2010.<br />
In particolare l’art. 5 <strong>della</strong><br />
legge va a modificare/sostituire<br />
l’art. 6 del Dpr 380/2001<br />
ampliando gli interventi e-<br />
d<strong>il</strong>izi che possono essere e-<br />
seguiti senza atto ab<strong>il</strong>itativo;<br />
di fatto permette di e-<br />
seguire interventi di manutenzione<br />
straordinaria comunicando<br />
per scritto al Comune,<br />
prima di aprire <strong>il</strong> cantiere,<br />
l’inizio dei lavori, allegando<br />
<strong>il</strong> progetto e una relazione<br />
tecnica a firma di un<br />
professionista ab<strong>il</strong>itato. Alla<br />
comunicazione da inviare al<br />
Comune si devono allegare<br />
le autorizzazioni obbligatorie,<br />
i dati identificativi dell’impresa<br />
che effettuerà i lavori<br />
e la dichiarazione del<br />
tecnico di non avere rapporti<br />
di dipendenza con<br />
l’impresa né con <strong>il</strong> committente<br />
asseverando, sotto la<br />
propria responsab<strong>il</strong>ità , che i<br />
lavori sono conformi agli<br />
strumenti urbanistici e che<br />
per essi la normativa statale<br />
e regionale non prevede <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio<br />
di titolo ab<strong>il</strong>itativo.<br />
Decreto del Presidente<br />
<strong>della</strong> Repubblica n. 139<br />
del 9 luglio 2010<br />
Dal 1°gennaio 2010 sono entrate<br />
in vigore, dopo un anno<br />
di rinvii, le nuove norme in<br />
materia di procedimento<br />
per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’autorizzazione<br />
paesaggistica di cui all’art.159<br />
del D.lgs 42/2004<br />
come modificato dal D.lgs<br />
63/2008 e dall’art. 4 quinques.<br />
La pratica viene presentata<br />
all’ente competente<br />
che, solo dopo un lungo iter<br />
tra commissioni paesaggio e<br />
Soprintendenza <strong>della</strong> durata<br />
di circa 140 giorni, r<strong>il</strong>ascia<br />
<strong>il</strong> provvedimento conclusivo.<br />
66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />
Forse <strong>il</strong> legislatore si è un po’<br />
“vergognato” <strong>della</strong> suddetta<br />
lungaggine “burocratica” e<br />
così sulla Gazzetta Ufficiale<br />
n.199 del 26 agosto 2010<br />
pubblica <strong>il</strong> Decreto del Presidente<br />
<strong>della</strong> Repubblica<br />
n.139 del 9 luglio 2010 “Regolamento<br />
recante procedimento<br />
semplificato di autorizzazione<br />
paesaggistica per<br />
gli interventi di lieve entità…”<br />
. Nel suddetto decreto<br />
sono elencate 39 tipologie<br />
di interventi che secondo<br />
<strong>il</strong> legislatore possono<br />
essere considerate interventi<br />
di lieve entità, per i<br />
quali ottenere l’autorizzazione<br />
paesaggistica sarà più<br />
veloce (non meno complicato).<br />
Infatti l’Ente competente<br />
dovrà r<strong>il</strong>asciare <strong>il</strong> provvedimento<br />
finale entro 60<br />
giorni dalla data di richiesta,<br />
dopo aver esaminato la pratica<br />
in Commissione paesaggio<br />
e aver ottenuto <strong>il</strong> parere<br />
<strong>della</strong> Soprintendenza.<br />
Articolo 49, commi 4-bis<br />
e seguenti, legge 122<br />
del 30 luglio 2010<br />
Con la modifica dell’art.19<br />
<strong>della</strong> legge 24 gennaio 1990<br />
da parte dell’articolo 49,<br />
commi 4 bis e successivi<br />
<strong>della</strong> legge 122/2010, la dichiarazione<br />
di inizio attività<br />
(Dia) è stata integralmente<br />
sostituita dalla segnalazione<br />
certificata di inizio attività<br />
(Scia) . Tale riforma, a<br />
detta del ministro <strong>della</strong><br />
semplificazione normativa,<br />
«risponde a una logica di riduzione<br />
degli oneri amministrativi<br />
fortemente innovativa<br />
e migliorativa per <strong>il</strong> privato<br />
…». Infatti, con la presentazione<br />
<strong>della</strong> Scia i lavori<br />
<strong>Collegio</strong> geometri di Sondrio<br />
Seduta n. 4 dell’8 apr<strong>il</strong>e 2010<br />
Iscrizioni Albo professionale<br />
Paolo Cotti (1536)<br />
Iscrizioni Registro praticanti<br />
Valentina Rosina<br />
Seduta n. 6 del 12 maggio 2010<br />
Iscrizioni Registro praticanti<br />
Norbert Parolini<br />
Seduta n. 8 dell’8 luglio 2010<br />
Iscrizioni Albo professionale<br />
Gianmario Svanosio (1537) reiscrizione<br />
Iscrizioni Registro praticanti<br />
Andrea Pusterla<br />
Seduta n. 9 del 5 agosto 2010<br />
Iscrizioni Albo professionale<br />
Luca Scaramella (1538)<br />
Iscrizioni Registro praticanti<br />
Claudio Baraiolo<br />
Andrea Giorgetta<br />
Matteo Pra<strong>della</strong><br />
Daniela Duscio<br />
Donato Bonadeo<br />
Luca De Petri<br />
Matteo Pra<strong>della</strong><br />
Seduta n. 10 del 9 settembre 2010<br />
Iscrizioni Registro praticanti<br />
Nicola Trapletti<br />
Valentina Bombardieri<br />
Sara Vaninetti<br />
Cristian Giaggi<br />
Jessica Toniatti<br />
Stefano Giugni<br />
Maurizio Bombardieri<br />
possono iniziare immediatamente,<br />
senza la necessità<br />
di attendere alcun termine o<br />
altro atto ab<strong>il</strong>itativo; sarà <strong>il</strong><br />
professionista a dover asseverare<br />
che gli interventi<br />
sono conformi alle normative<br />
vigenti e a produrre i pareri<br />
o autocertificazioni necessarie.<br />
Dopo aver letto<br />
questo elenco di<br />
nuove norme, alcune<br />
considerazioni mi sorgono<br />
spontanee:<br />
1) Perché <strong>il</strong> legislatore nel<br />
maggio 2010 ha modificato<br />
<strong>il</strong> testo unico dell’ed<strong>il</strong>izia<br />
Dpr 380/2010 e poi,<br />
a distanza di due mesi, ha<br />
introdotto un nuovo procedimento<br />
denominato<br />
Scia<br />
2) Le difficoltà di interpretazione<br />
e attuazione <strong>della</strong><br />
nuove normative sono<br />
determinate da una mia<br />
vecchia concezione <strong>della</strong><br />
materia ed<strong>il</strong>izio/urbanistica<br />
o dal fatto che non<br />
sono scritte in modo<br />
chiaro (vedansi anche le<br />
circolari esplicative e-<br />
messe dallo stesso ministero)<br />
3) Come è possib<strong>il</strong>e che alcuni<br />
interventi su beni<br />
soggetti a tutela ambientale<br />
vengano dichiarati di<br />
lieve entità da un Dpr<br />
senza avere nemmeno la<br />
conoscenza dello stato<br />
dei luoghi ove l’intervento<br />
verrà eseguito<br />
❑<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 67
DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />
Giuseppe Bertussi<br />
I dispositivi individuali<br />
di protezione anticaduta<br />
secondo le norme “Uni EN”<br />
La normativa italiana<br />
in tema di sicurezza<br />
e salute sul<br />
lavoro riporta, al decreto legislativo<br />
3 agosto 2009, n.<br />
106 - Titolo III – capo II, gli articoli<br />
(da 74 a 79) che disciplinano<br />
l’uso dei dispositivi<br />
di protezione individuale,<br />
definiti come «qualsiasi attrezzatura<br />
destinata ad essere<br />
indossata e tenuta dal<br />
lavoratore allo scopo di proteggerlo<br />
contro uno o più rischi<br />
suscettib<strong>il</strong>i di minacciarne<br />
la sicurezza …».<br />
Tali dispositivi, «devono essere<br />
impiegati quando i rischi<br />
non possono essere evitati<br />
o sufficientemente ridotti<br />
da misure tecniche di prevenzione,<br />
da mezzi di protezione<br />
collettiva, da misure,<br />
metodi o procedimenti di<br />
riorganizzazione del lavoro».<br />
Volendo approfondire l’argomento<br />
d.p.i. (dispositivi<br />
di protezione individuali),<br />
con particolare riferimento a<br />
quelli anticaduta, non è comunque<br />
sufficiente esaminare<br />
gli articolo citati nel<br />
Testo Unico, ma dobbiamo<br />
necessariamente riferirci al<br />
decreto legislativo 4 dicembre<br />
1992, n. 475 e alle<br />
norme UNI EN.<br />
Nel decreto legislativo<br />
475/92 troviamo elencati, tra<br />
le altre cose, i requisiti di<br />
conformità dei d.p.i. e la definizione<br />
delle loro categorie.<br />
Da queste, nel caso<br />
dei d.p.i. di III categoria, deriva<br />
l’obbligo per <strong>il</strong> datore di<br />
lavoro di assicurare una adeguata<br />
formazione e, se necessario,<br />
uno specifico addestramento.<br />
Nelle norme UNI EN, elaborate<br />
da Comitati Tecnici<br />
(CEN/TC 160) su mandato<br />
<strong>della</strong> Commissione Europea<br />
e dall’Associazione Europea<br />
di Libero Scambio, troviamo<br />
le caratteristiche e le prove<br />
di collaudo cui sono sottoposti<br />
i dispositivi per poter<br />
essere commercializzati e u-<br />
t<strong>il</strong>izzati nei luoghi di lavoro.<br />
In particolare, quanto segue<br />
si riferisce ai sistemi destinati<br />
a salvaguardare dalle<br />
cadute dal’alto: <strong>il</strong> “sistema<br />
di arresto caduta” e <strong>il</strong> “sistema<br />
di posizionamento e<br />
trattenuta”.<br />
Sistema di arresto caduta<br />
Connettore (primo) UNI EN 362<br />
Cordino UNI EN 354<br />
Connettore (secondo) UNI EN 362<br />
Imbracatura per <strong>il</strong> corpo UNI EN 361<br />
Il sistema di arresto caduta<br />
Il “sistema di arresto caduta”,<br />
così definito dalla<br />
norma UNI EN 363, è composto<br />
da cinque elementi:<br />
quattro classificati come dispositivi<br />
di protezione individuale<br />
(2 connettori, 1 cordino,<br />
1 imbracatura) e uno<br />
come dispositivo progettato<br />
esclusivamente per l’uso con<br />
dpi, chiamato ancoraggio.<br />
Fatta questa premessa, per i<br />
d.p.i. da ut<strong>il</strong>izzare per la prevenzione<br />
delle cadute dall’alto,<br />
le relative norme UNI<br />
EN risultano dalla seguente<br />
tabella:<br />
Si riassumono di seguito alcune<br />
considerazioni invitando,<br />
chi è interessato per<br />
l’attività che svolge in cantiere<br />
(per esempio i colleghi<br />
Coordinatori), ad approfondire<br />
<strong>il</strong> tema anche se le normative<br />
sono a disposizione,<br />
sul sito dell’UNI, solo a pagamento.<br />
Imbracature per <strong>il</strong> corpo<br />
UNI EN 361 (ottobre 2003)<br />
La norma UNI EN 361, definisce<br />
l’ imbracatura per <strong>il</strong><br />
corpo quel componente, di<br />
un “sistema di arresto di caduta”,<br />
che costituisce <strong>il</strong> supporto<br />
per <strong>il</strong> corpo da ut<strong>il</strong>izzare<br />
ai fini dell’arresto ca-<br />
Sistema di posizionamento e trattenuta<br />
Cintura di posizionamento e trattenuta UNI EN 358<br />
Cordino di posizionamento UNI EN 358<br />
duta.<br />
Essa sostiene <strong>il</strong> corpo di una<br />
persona e la tiene sospesa,<br />
sia durante una caduta, che<br />
dopo <strong>il</strong> successivo arresto.<br />
Il sostegno <strong>della</strong> persona avviene<br />
attraverso le cinghie<br />
primarie e le cinghie secondarie.<br />
Le prime, hanno una larghezza<br />
minima di mm 40 e<br />
sono quelle destinate a sostenere<br />
<strong>il</strong> corpo durante la<br />
caduta (le cosiddette bretelle<br />
e i cosciali); le seconde<br />
sono tutte le altre che servono<br />
per completare la vestizione<br />
vera e propria del<br />
d.p.i. (esempio la chiusura<br />
pettorale).<br />
Di norma le cinghie sono costruite<br />
con fettucce in poliammide<br />
o poliestere con<br />
parti metalliche (fibbie ed a-<br />
nello dorsale) in acciaio zincato<br />
o alluminio.<br />
I f<strong>il</strong>i ut<strong>il</strong>izzati per le cuciture,<br />
oltre ad essere di materiale<br />
compatib<strong>il</strong>e con le cinghie,<br />
sono di colore contrastante<br />
per fac<strong>il</strong>itare la verifica “a<br />
vista”.<br />
Altro componente dell’imbracatura<br />
è l’elemento di attacco,<br />
<strong>il</strong> punto cioè dove noi<br />
possiamo eseguire <strong>il</strong> collegamento<br />
con <strong>il</strong> cordino tramite<br />
un connettore (nella<br />
foto gli elementi di attacco<br />
pettorali indicati con le targhette<br />
di colore giallo).<br />
L’elemento di attacco è<br />
sempre identificato con la<br />
lettera “A” e, in una imbracatura,<br />
ne troviamo due: uno<br />
dorsale, costituito dall’anello<br />
chiamato a ”D” perché<br />
ne ricorda la forma; uno pettorale<br />
costituito dall’insieme<br />
di due asole poste direttamente<br />
sulle cinghie<br />
68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />
Cordino completo di assorbitore e<br />
connettori e Assorbitore di energia<br />
Connettori UNI EN 362<br />
(luglio 2005)<br />
Una volta indossata correttamente<br />
l’imbracatura, l’elemento<br />
che permette fisicamente<br />
i collegamenti imbracatura-cordino,<br />
e cordinoancoraggio,<br />
è <strong>il</strong> connettore.<br />
È un dispositivo metallico<br />
costruito in vari modelli e<br />
forme, con due possib<strong>il</strong>ità di<br />
chiusura: automatica o con<br />
ghiera a vite .<br />
La norma (UNI EN 362) e-<br />
lenca diverse tipologie di<br />
connettori identificati in<br />
classi:<br />
classe B: a chiusura automapettorali.<br />
L’attacco pettorale deve<br />
sempre essere eseguito interessando<br />
tutte e due le a-<br />
sole contemporaneamente.<br />
In commercio si trovano diverse<br />
tipologie, marche e<br />
modelli di imbracature,<br />
dalle più semplici a quelle<br />
più complesse che comprendono,<br />
in alcuni casi,<br />
anche la cintura di posizionamento.<br />
Indipendentemente dal<br />
modello, <strong>il</strong> rispetto alla<br />
norma UNI EN 361 e, per alcuni<br />
casi specifici anche alla<br />
norma UNI EN 358, deve essere<br />
assolutamente rispettato<br />
e certificato.<br />
Cordini UNI EN 354<br />
(ottobre 2003)<br />
Secondo la norma UNI EN<br />
354 <strong>il</strong> “cordino” è quell’elemento<br />
necessario ad eseguire<br />
un collegamento oppure,<br />
un componente compreso<br />
in un «sistema di arresto<br />
caduta».<br />
Per quello che riguarda i materiali<br />
ut<strong>il</strong>izzati per la costruzione,<br />
i cordini sono costituiti<br />
da una corda di fibra<br />
sintetica, da una fune metallica,<br />
da una cinghia oppure<br />
da una catena, anche se<br />
queste due ultime tipologie<br />
si trovano raramente in cantiere.<br />
Le estremità, chiamate “terminali”,<br />
servono per rendere<br />
<strong>il</strong> cordino pronto per<br />
l’ut<strong>il</strong>izzo e possono essere<br />
costituite da un connettore,<br />
da un anello impiombato o<br />
da un cappio cucito. Sono<br />
assolutamente vietati nodi<br />
di qualsiasi genere o altri sistemi<br />
di fortuna.<br />
Il cordino può essere fisso o,<br />
grazie alla presenza del “dispositivo<br />
di regolazione”, di<br />
lunghezza variab<strong>il</strong>e.<br />
In ogni caso , deve avere una<br />
lunghezza massima inferiore<br />
a mt 2,00, compreso i<br />
connettori e l’assorbitore di<br />
energia se previsto.<br />
L’assorbitore di energia<br />
(norma UNI EN 355), elemento<br />
o componente di un<br />
sistema di arresto caduta è<br />
costituito da un involucro di<br />
plastica trasparente contenente<br />
una fettuccia ripiegata<br />
più volte su sé stessa e serve<br />
per assorbire l’energia cinetica<br />
che si sv<strong>il</strong>uppa durante<br />
una caduta dall'alto.<br />
Si ricorda che, già dopo una<br />
caduta libera di cm 60 (sessanta!),<br />
si sv<strong>il</strong>uppa un’energia<br />
cinetica pari a circa<br />
250 kg. Una volta entrato in<br />
funzione <strong>il</strong> sistema di arresto<br />
caduta, con <strong>il</strong> cordino completamente<br />
teso e sotto carico,<br />
l’energia cinetica generata<br />
viene trasmessa al<br />
corpo umano attraverso le<br />
bretelle e, soprattutto, attraverso<br />
i cosciali dell’imbracatura.<br />
Non ci fosse l’assorbitore<br />
di energia, gli effetti<br />
<strong>della</strong> trattenuta dalla caduta<br />
sull’ut<strong>il</strong>izzatore rimasto “appeso”<br />
nel vuoto potrebbero<br />
generare gravi patologie.<br />
Verificata la necessità dell’ut<strong>il</strong>izzo<br />
dell’assorbitore di e-<br />
nergia, in funzione <strong>della</strong> tipologia<br />
delle lavorazioni da<br />
eseguire, per una corretta<br />
valutazione dei rischi dobbiamo<br />
definire la distanza di<br />
arresto. Essa si misura in<br />
metri dalla posizione di i-<br />
nizio caduta alla posizione<br />
finale (equ<strong>il</strong>ibrio dopo l’arresto),<br />
con la sola esclusione<br />
degli spostamenti dell’imbracatura<br />
(circa 15 cm).<br />
In caso di caduta, l’assorbitore,<br />
sollecitato da una e-<br />
nergia cinetica tale da provocarne<br />
la completa apertura<br />
(almeno 250 kg circa),<br />
non deve essere più lungo di<br />
cm 175.<br />
Il dispositivo può essere direttamente<br />
incorporato in<br />
un cordino, senza quindi a-<br />
vere la possib<strong>il</strong>ità di essere<br />
rimosso, oppure può essere<br />
un elemento indipendente,<br />
da collegare al cordino mediante<br />
un connettore.<br />
tica;<br />
classe M: a chiusura con<br />
ghiera a vite che può essere<br />
caricato lungo l’asse<br />
maggiore e minore;<br />
classe T: a chiusura automatica<br />
fissato in modo tale<br />
che <strong>il</strong> carico sia in una direzione<br />
predeterminata;<br />
classe A: a chiusura automatica<br />
, progettato per essere<br />
collegato direttamente ad<br />
uno specifico tipo di ancoraggio;<br />
classe Q: con ghiera a vite<br />
che si chiude mediante<br />
una leva avvitab<strong>il</strong>e, ut<strong>il</strong>izzato<br />
per connessioni a<br />
lungo termine o permanenti.<br />
Nel sistema di chiusura dei<br />
connettori può essere presente<br />
anche una leva, definita<br />
dalla norma semplicemente<br />
come parte del connettore<br />
che può essere spostata<br />
per aprirlo.<br />
La leva può essere :<br />
– a chiusura automatica: in<br />
questo caso si sposta automaticamente<br />
in posizione<br />
chiusa quando r<strong>il</strong>asciata<br />
da qualsiasi posizione<br />
aperta.<br />
– autobloccante: a chiusura<br />
automatica con una funzione<br />
di blocco automatico.<br />
– a blocco manuale: a chiusura<br />
automatica con una<br />
funzione di blocco <strong>della</strong><br />
leva ad azionamento manuale.<br />
Quale che sia la forma o la<br />
classe di appartenenza, è<br />
importante che i connettori<br />
non presentino bordi “vivi”<br />
o sbavature che possano<br />
provocare tagli o altri danneggiamenti<br />
ai cordini.<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 71
DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />
Connettore classe A<br />
Connettore classe B<br />
Connettore classe A<br />
Il posizionamento<br />
e la trattenuta<br />
Parliamo di trattenuta quando<br />
a un lavoratore si impedisce,<br />
tramite l’ut<strong>il</strong>izzo di dispositivi<br />
di protezione individuale,<br />
di raggiungere zone<br />
di lavoro con rischio di caduta<br />
dall'alto.<br />
Si parla invece di posizionamento<br />
sul lavoro quando si<br />
permette al lavoratore di o-<br />
perare, sostenuto da dispositivi<br />
di protezione individuali<br />
messi in tensione, in modo da<br />
impedirne la caduta.<br />
Cintura di posizionamento<br />
sul corpo e di trattenuta<br />
e cordini di posizionamento<br />
sul lavoro UNI EN 358<br />
(luglio 2001)<br />
Per lavorare in posizione<br />
trattenuta e/o di posizionamento<br />
dobbiamo per forza<br />
di cose ut<strong>il</strong>izzare un cordino<br />
di posizionamento sul lavoro<br />
e una cintura di sicurezza.<br />
Il cordino è necessario per<br />
collegare la cintura di sicurezza<br />
a un punto di ancoraggio,<br />
oppure, circondandola,<br />
a una struttura in modo<br />
da ottenere un mezzo di<br />
supporto (esempio tipico:<br />
lavori su pali e tralicci delle<br />
linee elettriche)<br />
Anche <strong>il</strong> cordino di posizionamento<br />
sul lavoro può a-<br />
vere lunghezza fissa o variab<strong>il</strong>e<br />
grazie all’elemento di<br />
regolazione purché abbia<br />
sempre una lunghezza inferiore<br />
ai 2,00 metri compreso<br />
i connettori.<br />
Così come per tutti i cordini,<br />
devono essere soddisfatti i<br />
requisiti <strong>della</strong> normativa<br />
UNI EN 354.<br />
La cintura di sicurezza è <strong>il</strong><br />
supporto per <strong>il</strong> corpo e va indossata<br />
a livello <strong>della</strong> vita in<br />
modo da circondarla.<br />
Essa è progettata in modo<br />
da consentire al lavoratore<br />
di eseguire la propria opera<br />
senza eccessivo disagio ed<br />
essere sempre protetto<br />
contro <strong>il</strong> rischio di una caduta<br />
dall'alto.<br />
Gli elementi di fissaggio e di<br />
regolazione di una cintura<br />
devono essere progettati e<br />
costruiti in modo che,<br />
quando allacciati correttamente,<br />
non possano sganciarsi<br />
o aprirsi involontariamente.<br />
La cintura può essere incorporata<br />
(fissata con cucitura o<br />
no) in una imbracatura per <strong>il</strong><br />
corpo. Nel caso i due dispositivi,<br />
dovranno riportare le<br />
targhette di identificazione<br />
con <strong>il</strong> riferimento alla normativa<br />
di appartenenza (EN<br />
361 per le imbracature; EN<br />
358 per le cinture).<br />
La marcatura,<br />
la conformità CE<br />
e la scadenza dei d.p.i.<br />
Tutti i d.p.i. ut<strong>il</strong>izzati contro<br />
le cadute dall’alto devono<br />
sempre essere accompagnati<br />
dal libretto di uso e<br />
manutenzione e dalla marcatura.<br />
Nel caso di materiale tess<strong>il</strong>e<br />
(cinture, cordini, assorbitori)<br />
dovrà sempre essere<br />
presente, e leggib<strong>il</strong>e, una<br />
targhetta di identificazione<br />
con riportate almeno queste<br />
informazioni:<br />
– nome fabbricante,<br />
– marca/modello e numero<br />
di serie;<br />
– conformità CE;<br />
– data fabbricazione (settimana<br />
o mese e anno)<br />
– normativa di riferimento<br />
UNI EN XXX;<br />
Nel caso dei d.p.i metallici<br />
(connettori) dovranno essere<br />
presenti, di solito sono<br />
serigrafati, almeno le seguenti<br />
informazioni:<br />
- fabbricante;<br />
- conformità CE;<br />
- normativa di riferimento<br />
UNI EN 362;<br />
- portata in kN.<br />
Tra le informazioni presenti<br />
nella marcatura, riveste una<br />
particolare importanza la<br />
data di fabbricazione, tenuto<br />
conto che i d.p.i., costruiti<br />
con materiale tess<strong>il</strong>e,<br />
hanno una scadenza.<br />
È <strong>il</strong> fabbricante che stab<strong>il</strong>isce<br />
la durata in genere si<br />
parla di 5-6 anni, e l’eventuale<br />
obbligo di ritiro per la<br />
verifica dopo la quale, con e-<br />
72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />
sito positivo, può essere stab<strong>il</strong>ito<br />
un ulteriore periodo di<br />
validità.<br />
tente.<br />
Chiunque può essere un manutentore<br />
competente<br />
purché sia a conoscenza dei<br />
requisiti correnti di ispezione<br />
periodica, delle raccomandazioni<br />
e delle istruzioni<br />
emesse dal fabbricante<br />
applicab<strong>il</strong>i al componente,<br />
al sottosistema o al<br />
sistema pertinente.<br />
Una volta riconosciuti i difetti,<br />
e la loro entità, <strong>il</strong> manutentore<br />
dovrà mettere in<br />
atto tutte le attività per avviare<br />
la correzione.<br />
La necessità di un eventuale<br />
addestramento è stab<strong>il</strong>ita<br />
dal costruttore del d.p.i. (riportata<br />
nel libretto di uso e<br />
manutenzione) soprattutto<br />
nel caso di dispositivi particolarmente<br />
complessi che<br />
richiedono addestramento<br />
specifico (esempio i dispositivi<br />
retratt<strong>il</strong>i UNI EN 360).<br />
Nella confezione del prodotto,<br />
<strong>il</strong> costruttore dovrà inserire,<br />
sottoforma di libretto,<br />
le istruzioni per la<br />
manutenzione e per le ispezioni<br />
periodiche.<br />
Le istruzioni che devono essere<br />
chiare, leggib<strong>il</strong>i e inequivocab<strong>il</strong>i<br />
sono necessarie<br />
per permettere di comprendere<br />
ogni informazione,<br />
anche con l’aus<strong>il</strong>io di schemi<br />
e disegni, ut<strong>il</strong>i per consentire<br />
la manutenzione corretta<br />
e sicura dei DPI.<br />
Tra le informazioni più importanti<br />
che dovranno essere<br />
riportate nelle istruzioni<br />
troviamo:<br />
Manutenzione<br />
a) procedimenti di pulizia;<br />
b) metodologia per l’asciugatura<br />
del prodotto;<br />
c) metodologia per l immagazzinamento;<br />
d) altri procedimenti di manutenzione<br />
(esempio lubrificazione).<br />
Ispezioni periodiche<br />
a) la necessità di eseguire i-<br />
spezioni periodiche regolari<br />
per mantenere in efficienza<br />
<strong>il</strong> d.p.i;<br />
b) la frequenza delle ispezioni<br />
(almeno ogni 12 mesi);<br />
c) la eventuale necessità di<br />
Requisiti generali<br />
per le istruzioni per l’uso,<br />
la manutenzione,<br />
l’ispezione periodica,<br />
la riparazione,<br />
la marcatura<br />
e l’imballaggio UNI EN 365<br />
(febbraio 2005)<br />
La norma UNI EN 365 definisce<br />
la manutenzione come<br />
l’atto di mantenere i DPI in<br />
condizione di funzionamento<br />
sicuro tramite l’esecuzione<br />
di azioni preventive<br />
quali pulizia e immagazzinamento<br />
adeguato.<br />
L’ispezione periodica è invece<br />
un atto da condurre periodicamente<br />
e consiste in<br />
un'ispezione approfondita<br />
dei DPI necessaria per verificare<br />
la presenza di difetti<br />
dovuti a danno o usura.<br />
La manutenzione, operazione<br />
importantissima,<br />
deve essere eseguita solamente<br />
da persona compefar<br />
eseguire le ispezioni a<br />
persona competente;<br />
d) se ritenuto necessario dal<br />
fabbricante, un'istruzione<br />
specificante che le ispezioni<br />
periodiche devono essere<br />
eseguite solo dal fabbricante<br />
o da una persona o organizzazione<br />
autorizzata dal<br />
fabbricante;<br />
e) requisito di controllo<br />
<strong>della</strong> leggib<strong>il</strong>ità delle marcature<br />
del prodotto.<br />
Riparazione<br />
Le istruzioni fornite nella<br />
lingua ufficiale del Paese in<br />
cui l'articolo è in servizio.<br />
Scheda di controllo<br />
Si raccomandazione di tenere<br />
una scheda di controllo<br />
per ogni componente.<br />
Esempio di scheda di controllo<br />
(vedi sotto).<br />
Tesßti consultati:<br />
Decreto legislativo 3 agosto 2009<br />
n° 106, Decreto legislativo 4 dicembre<br />
1992 n. 475, Norme UNI<br />
EN 358, 360, 361, 362, 363, 364,<br />
365.<br />
Scheda di controllo dell’equipaggiamento<br />
Prodotto:<br />
Modello e tipo/identificazione nome commerciale Numero identificativo<br />
Fabbricante Indirizzo Tel. fax e-ma<strong>il</strong><br />
Data di fabbricazione (scadenza) Data acquisto Data primo ut<strong>il</strong>izzo<br />
Altre informazioni<br />
Storia delle ispezioni periodiche e delle riparazioni<br />
Data Ragione dell’immissione Difetti notati Nome e firma Data prevista per<br />
(ispezione periodica riparazioni effettuate <strong>della</strong> persona competente la successiva ispezione<br />
o riparazione)<br />
periodica<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 73
GEOLOGIA<br />
Giovanni Fasser<br />
Geologia e geotecnica<br />
nelle “Norme tecniche<br />
per le costruzioni” *<br />
Aseguito del terremoto<br />
dell’Aqu<strong>il</strong>a,<br />
è stata anticipata<br />
al 1° luglio 2009 l'entrata in<br />
vigore <strong>il</strong> DM 14 gennaio<br />
2008: “Norme Tecniche per<br />
le costruzioni” (abbreviato di seguito<br />
in NTC/08). Il testo definisce<br />
i principi per <strong>il</strong> progetto,<br />
l’esecuzione ed <strong>il</strong> collaudo<br />
di tutti i tipi di costruzione<br />
rispetto alle prestazioni<br />
richieste in termini di<br />
sicurezza, regolare ut<strong>il</strong>izzo e<br />
durab<strong>il</strong>ità.<br />
Le NTC/08 hanno la funzione<br />
di raggruppare e aggiornare<br />
la complessa normativa in<br />
materia [L. 25 novembre<br />
1962, n. 1684; Legge 2 febbraio<br />
1974 n. 64; D.LL.PP. 15<br />
maggio 1985; D.M. 11 marzo<br />
1988; D.P.R. 10 settembre<br />
1990; n. 285; D.M. LL. PP. del<br />
12 dicembre1985; D.M. 4<br />
maggio 1990; D.P.R. 6 giugno<br />
2001, n. 380; D.Lgs 12 apr<strong>il</strong>e<br />
2006, n. 163] secondo un'impostazione<br />
coerente con gli<br />
eurocodici e tenendo conto<br />
<strong>della</strong> valutazione <strong>della</strong> pericolosità<br />
sismica del territorio<br />
nazionale (INGV-SSN).<br />
Le norme precedenti continuano<br />
ad essere vigenti e<br />
cogenti poiché <strong>il</strong> DM 14 gennaio<br />
2008 si applica solo ed<br />
esclusivamente al progetto,<br />
l’esecuzione e <strong>il</strong> collaudo<br />
delle costruzioni, nei riguardi<br />
delle prestazioni loro<br />
richieste in termini di requisiti<br />
essenziali di resistenza<br />
meccanica e stab<strong>il</strong>ità, anche<br />
in caso di incendio, e di durab<strong>il</strong>ità<br />
[punto 1 comma 1° DM<br />
14 gennaio 2008].<br />
* DM Infrastrutture e Trasporti 14 gennaio<br />
2008 - NTC/08<br />
La circolare n. 617 del 2 febbraio<br />
2009, un voluminoso e<br />
articolato documento a cura<br />
del Consiglio Superiore dei<br />
Lavori Pubblici, è stata emanata<br />
allo scopo di trattare in<br />
modo più esauriente gli argomenti<br />
più innovativi e complessi<br />
delle nuove Norme<br />
Tecniche. Le istruzioni forniscono<br />
agli operatori elementi<br />
informativi ed integrazioni,<br />
per ogni corrispondente capitolo<br />
e paragrafo contenuto<br />
delle NTC/08.<br />
Nel Capitolo 6 delle NTC/08<br />
vengono trattati gli aspetti<br />
geologici e geotecnici <strong>della</strong><br />
progettazione delle opere<br />
di fondazione e di sostegno,<br />
gli interventi di miglioramento<br />
e rinforzo di terreni e<br />
degli ammassi rocciosi, le o-<br />
pere in materiali sciolti, la<br />
stab<strong>il</strong>ità dei fronti di scavo e<br />
più in generale del sito in cui<br />
insiste l’opera nel suo complesso.<br />
Nelle stesse, in particolare,<br />
si fa riferimento a<br />
due documenti che competono<br />
alla specifica professionalità<br />
del geologo: la rela-<br />
zione geologica e la relazione<br />
geotecnica, la prima in<br />
forma esclusiva (Sentenza<br />
del Consiglio di Stato 18<br />
marzo 2008-28 novembre<br />
2008 n. 5909) e la seconda in<br />
maniera concorrente con<br />
altre professionalità (Sentenza<br />
del Consiglio di Stato<br />
2002 - DPR 328/01). Per la<br />
geotecnica varrebbe forse la<br />
pena di dire «in collaborazione<br />
con gli altri professionisti<br />
coinvolti nella progettazione»,<br />
come avviene in<br />
genere per le grandi opere.<br />
La relazione geologica (§<br />
6.2.1 NTC/08) esamina i caratteri<br />
geologici generali e<br />
del sito in cui verrà realizzata<br />
l'opera in relazione ai rischi<br />
naturali e all'influenza <strong>della</strong><br />
stessa nel contesto geologico<br />
in cui verrà inserita.<br />
La relazione geotecnica<br />
(paragrafo<br />
6.2.2 NTC/08) contiene<br />
i criteri che hanno o-<br />
rientato la programmazione<br />
delle indagini geotecniche,<br />
con riferimento al volume significativo<br />
(§ 3.2.2), l’interpretazione<br />
dei risultati delle<br />
indagini in sito e/o in laboratorio<br />
e l’elaborazione del<br />
modello geotecnico del sottosuolo<br />
(parametri caratteristici,<br />
come da EC7-EC8), in<br />
riferimento alla tipologia di<br />
intervento e alle modalità<br />
costruttive. Nella relazione<br />
geotecnica sono altresì incluse<br />
le verifiche di sicurezza<br />
(SLU) e l’analisi delle<br />
prestazioni nelle condizioni<br />
di esercizio del sistema o-<br />
pera -terreno (SLE).<br />
Pertanto nelle NTC/08 e<br />
nella circolare n. 617, § 10.1,<br />
al punto 5.1 sono previste le<br />
74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
GEOLOGIA<br />
seguenti relazioni specialistiche:<br />
1. relazione geologica: indagini,<br />
caratterizzazione e<br />
mo<strong>della</strong>zione geologica<br />
del sito; ha per oggetto la<br />
fattib<strong>il</strong>ità degli interventi<br />
e fornisce elementi indispensab<strong>il</strong>i<br />
per la loro progettazione,<br />
pertanto essa<br />
deve sempre far parte<br />
degli elaborati prodotti<br />
rale, pertanto deve essere<br />
redatta sia nelle fasi preliminare<br />
che avanzate <strong>della</strong><br />
progettazione (livello<br />
“definitivo” o “esecutivo”);<br />
3. relazione sulla mo<strong>della</strong>zione<br />
sismica, concernente<br />
la “pericolosità sismica di<br />
base” del sito di costruzione<br />
e i possib<strong>il</strong>i effetti di<br />
sito dovuti ad amplifica-<br />
rale, quindi necessariamente<br />
legata al modello<br />
geologico di riferimento.<br />
La caratterizzazione geotecnica<br />
del sottosuolo e la ricostruzione<br />
geologica devono<br />
essere reciprocamente coerenti:<br />
<strong>il</strong> professionista incaricato<br />
per la relazione geotecnica<br />
dovrà verificare la presenza<br />
<strong>della</strong> relazione geologica<br />
fra gli elaborati proget-<br />
vono essere commisurate al<br />
contesto geologico (grado e<br />
tipo di pericolosità geologiche<br />
e sismiche) e all'importanza<br />
dell'opera (da o-<br />
pere di modesta entità, ristrutturazioni,<br />
ecc, fino a<br />
grandi opere pubbliche o<br />
private).<br />
Per quanto riguarda<br />
le indagini sia geologiche<br />
che geotecniche<br />
s.s. (come da Dpr<br />
n.380 del 6 giugno 2001 - §<br />
6.2.2 NTC/08) si dovrebbe ricorrere<br />
a laboratori e/o a imprese<br />
specializzate che abbiano<br />
la concessione ministeriale,<br />
ma <strong>il</strong> condizionale è<br />
d'obbligo in attesa che <strong>il</strong> legislatore<br />
sciolga <strong>il</strong> dubbio,<br />
poiché allo stato attuale tali<br />
società sono in numero insufficiente<br />
per coprire anche<br />
solo una parte delle indagini<br />
per i lavori pubblici.<br />
Infine le NTC/08 hanno ereditato<br />
dalla legislazione<br />
precedente una nota che riguarda<br />
«costruzioni o interventi<br />
di modesta r<strong>il</strong>evanza,<br />
che ricadano in zone ben conosciute<br />
dal punto di vista<br />
geologico e geotecnico (§<br />
fin dalle prime fasi dell’iter<br />
autorizzativo e <strong>della</strong><br />
progettazione (es. parere<br />
preventivo, studio di fattib<strong>il</strong>ità,<br />
progetto preliminare,<br />
progetto architettonico,<br />
strumenti urbanistici<br />
esecutivi, ecc.);<br />
2. relazione geotecnica: indagini,<br />
caratterizzazione e<br />
mo<strong>della</strong>zione geotecnica<br />
del volume significativo<br />
di terreno; è strettamente<br />
legata al progetto struttu-<br />
zione sismica locale. Quest’ultima<br />
relazione, non è<br />
presente nel testo delle<br />
NTC/08, ma è specificata<br />
nella circolare n. 617/09. È<br />
annoverab<strong>il</strong>e tra le competenze<br />
specifiche del<br />
geologo, sia per quanto<br />
attiene alle indagini, che<br />
alla loro interpretazione,<br />
poiché richiede un analisi<br />
del suolo e sottosuolo in<br />
stretta relazione con le indagini<br />
geofisiche e <strong>il</strong> contesto<br />
geologico-struttu-<br />
tuali e fare ad essa<br />
puntuale e specifico<br />
riferimento.<br />
Secondo le norme e<br />
la successiva circolare<br />
(C.S.LLPP n.<br />
617/09) sono necessarie<br />
indagini sia<br />
per la relazione geologica<br />
sia per la mo<strong>della</strong>zione<br />
geotecnica.<br />
Le indagini<br />
(come secondo<br />
EC7-EC8, OPCM<br />
3274/03, ecc.) de-<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 75
GEOLOGIA<br />
6.2.2 ultimo comma)» previsto<br />
dalla normativa (solo ai<br />
fini dell’ampiezza delle indagini,<br />
ma non delle analisi<br />
relative al livello di pericolosità),<br />
per i quali è permessa<br />
una semplificazione delle<br />
indagini e dei rielativi elaborati<br />
tecnici, creando<br />
dubbi ed incertezze sul<br />
comportamento da tenere,<br />
anche in contesti che potrebbero<br />
essere a rischio<br />
geologico e/o sismico elevato.<br />
Si ritiene comunque<br />
che debba essere <strong>il</strong> professionista<br />
geologo (in modo e-<br />
sclusivo) a valutare se l'area<br />
è sufficientemente conosciuta<br />
da un punto di vista<br />
geologico e/o geotecnico e<br />
priva di pericolosità da permettere<br />
di evitare le indagini<br />
specifiche richieste per<br />
legge; in ogni caso si ritiene<br />
che sia lo stesso professionista<br />
(oltre al progettista)<br />
che debba dichiarare “sotto<br />
la sua responsab<strong>il</strong>ità” i motivi<br />
tecnici che permettono<br />
di evitare l'esecuzione di indagini,<br />
citando la fonte da<br />
cui hanno ricavato i dati geologici<br />
e geotecnici, non stimati<br />
da prove specifiche.<br />
Un discorso analogo può essere<br />
effettuato per gli “Interventi<br />
sul patrimonio ed<strong>il</strong>izio<br />
esistente “ (cap. 6.10), per i<br />
quali sono previsti una serie<br />
di azioni particolareggiate<br />
da definire in funzione di a-<br />
spetti specifici trattati nella<br />
norma e nella relativa circolare<br />
(semplificazioni e procedure<br />
ad hoc).<br />
Tali problematiche<br />
assumono particolare<br />
r<strong>il</strong>evanza, soprattutto<br />
per gli aspetti geologici<br />
e geotecnici, a causa<br />
delle difficoltà di eseguire<br />
indagini in sito e/o in laboratorio<br />
(soprattutto nei centri<br />
storici) e per la presenza di<br />
un patrimonio ed<strong>il</strong>izio esistente<br />
non adeguato alle attuali<br />
disposizioni normative,<br />
che hanno modificato<br />
le accelerazioni simiche di<br />
riferimento. Rispetto alla r<strong>il</strong>evante<br />
differenza dei valori<br />
di accelerazione sismica di<br />
base (si ricordi a questo proposito<br />
che le zone sismiche<br />
1,2,3,4 non hanno alcuna corrispondenza<br />
con le categorie<br />
I, II, III, IV), si stanno definendo,<br />
a livello nazionale,<br />
appositi programmi di sv<strong>il</strong>uppo<br />
di azioni, a medio ed<br />
a lungo termine, al fine di a-<br />
deguare gli edifici pubblici,<br />
in particolare quelli definiti<br />
strategici, sia a scala nazionale<br />
che a livello regionale,<br />
(rif. Decreto n. 3685/03 del<br />
Capo del Dipartimento<br />
<strong>della</strong> Protezione Civ<strong>il</strong>e,<br />
OPCM/03 e pubbl. su G.U. n.<br />
252 del 29 ottobre 2003) ai<br />
nuovi valori di pericolosità<br />
sismica, al fine di «ristab<strong>il</strong>ire<br />
condizioni di sicurezza» più<br />
accettab<strong>il</strong>i per tali edifici.<br />
Va precisato che fin dal 2003<br />
(rif. OPCM 3274/2003 e<br />
ss.mm.ii.) tutto <strong>il</strong> territorio<br />
nazionale è considerato sismico,<br />
sia pur con diversa intensità<br />
e pericolosità, pertanto<br />
da allora è sempre obbligatorio<br />
eseguire la relazione<br />
geologica e geotecnica<br />
(anche secondo la vecchia<br />
normativa); d'altro<br />
canto, nei territori a bassa sismicità<br />
(Zone 4), è ancora<br />
possib<strong>il</strong>e progettare opere<br />
secondo la vecchia normativa<br />
(si vedano i riferimenti<br />
normativi riportati sotto),<br />
tranne per le opere considerate<br />
strategiche, salvo<br />
norme regionali più restrittive<br />
(Regione Lombardia<br />
d.d.u.o. n.19904/2003). Si ricorda<br />
inoltre che anche nella<br />
vecchia normativa, nelle<br />
zone sismiche, erano comunque<br />
previste la relazione<br />
geologica e geotecnica,<br />
con le rispettive indagini<br />
(DM 11/03/88). Anche se<br />
in alcune regioni (come la<br />
Lombardia), dove ci sono<br />
vaste aree a sismicità molto<br />
bassa, prevale la tendenza<br />
ad adottare la vecchia<br />
norma, appare ut<strong>il</strong>e cercare<br />
di adeguarsi nel tempo alle<br />
NTC/08, in linea con le direttive<br />
europee. Altre valutazioni<br />
o verifiche, specificamente<br />
richieste da norme<br />
Regionali o Comunali (regolamenti)<br />
e/o da procedure<br />
più complesse (ad es. LLPP,<br />
edifici strategici, opere in<br />
sotterraneo, ecc.), che possono<br />
prevedere l’analisi del<br />
quadro geologico già a li-<br />
vello di fattib<strong>il</strong>ità con la previsione<br />
e l’analisi di ipotesi<br />
di intervento alternative (ad<br />
esempio : VIA, VAS - D.lgs.<br />
04/08, impatti paesaggistici -<br />
D.Lgs. 42/04, ecc.) non sono<br />
in contrasto con le NTC/08,<br />
ma complementari ad esse.<br />
Le NTC/08 operano un taglio<br />
netto tra relazione geologica<br />
e geotecnica, nell'intento di<br />
marcare la differenza tra i<br />
due documenti e forse<br />
anche per tenere distinte le<br />
competenze tra <strong>il</strong> geologo e<br />
<strong>il</strong> geotecnico (ingegnere o<br />
geologo). Si intende confermare<br />
<strong>il</strong> fatto che si tratta di<br />
due documenti ben distinti<br />
(ma lo erano già da tempo,<br />
soprattutto per le zone sismiche,<br />
nei LLPP, Legge<br />
109/94 e ss.mm.ii., Dpr n.554<br />
del 21/12/99, OPCM 3274/03<br />
e ss.mm.ii., ecc.), anche se<br />
molti tecnici, sia tra i professionisti,<br />
sia tra le amministrazioni<br />
pubbliche che private,<br />
ancor oggi confondono<br />
la relazione geologica con<br />
quella geotecnica, oppure le<br />
accorpano entrambe nella<br />
“relazione geologica”.<br />
Tuttavia è vero che <strong>il</strong><br />
modello geologico<br />
e modello geotecnico<br />
sono strettamente legati<br />
tra loro ed i confini sono<br />
spesso sfumati. Ad esempio<br />
in alcune disposizioni locali<br />
si impongano nella relazione<br />
geologica valutazioni<br />
e verifiche che ricadono nel<br />
campo <strong>della</strong> geotecnica (si<br />
veda ad es. le verifiche di<br />
stab<strong>il</strong>ità dei pendii richieste<br />
per <strong>il</strong> vincolo idrogeologico,<br />
per la stab<strong>il</strong>ità dei fronti di<br />
scavo o per i cambi di destinazione<br />
colturale); lo stesso<br />
76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
GEOLOGIA<br />
Terremoto dell’Aqu<strong>il</strong>a 2009<br />
può dirsi per la relazione<br />
geotecnica, per quanto riguarda<br />
alcuni tipi di indagine<br />
o per la definizione<br />
delle condizioni al contorno<br />
in problemi complessi, o ancora<br />
nel metodo osservazionale.<br />
È quindi indispensab<strong>il</strong>e<br />
che chi elabora la relazione<br />
geologica e quella<br />
geotecnica, se non si tratta<br />
dello stesso professionista o<br />
se non vengono effettuate<br />
contemporaneamente,<br />
siano in stretto contatto e<br />
abbiano un linguaggio comune.<br />
Lo stesso discorso<br />
vale, anche se in misura diversa,<br />
tra <strong>il</strong> geotecnico e <strong>il</strong><br />
progettista delle strutture<br />
(soprattutto le fondazioni, le<br />
opere di sostegno, ecc.), che<br />
secondo le NTC/08 devono<br />
comunicare strettamente<br />
per arrivare alle soluzioni<br />
progettuali ottimali, mediante<br />
un processo iterativo,<br />
per approsssimazioni successive.<br />
❑<br />
Allegato: riferimenti normativi<br />
A) La “vecchia” normativa (tensioni ammissib<strong>il</strong>i) sopravvive in<br />
zone di bassa sismicità (zona 4), tranne i casi previsti nel cap.2.7<br />
delle NTC/08 :<br />
• Legge 5 novembre 1971, n. 1086 - Norme per le opere in cemento<br />
armato;<br />
• Legge 2 febbraio 1974, n. 64 - Provvedimenti per le costruzioni<br />
con particolari prescrizioni per le zone sismiche;<br />
• vori Pubblici 11 Marzo 1988;<br />
• Circolare Ministero Lavori Pubblici, 24 Settembre 1988, n. 30483;<br />
• Circolare Ministero Lavori Pubblici, 9 Gennaio 1996, n. 218/24/3,<br />
Legge 2 febbraio 1974, n. 64. Decreto del Ministero dei lavori<br />
pubblici 11 marzo 1988. Istruzioni applicative per la redazione<br />
<strong>della</strong> relazione geologica e <strong>della</strong> relazione geotecnica;<br />
• Decreto Ministero dei Lavori Pubblici 16-1-1996 - Norme tecniche<br />
per le costruzioni in zone sismiche.<br />
• Circolare Ministero Lavori Pubblici, 10 Apr<strong>il</strong>e 1997, n. 65/AA.GG.<br />
- Istruzioni per l’applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni<br />
in zone sismiche" di cui al decreto ministeriale 16 gennaio<br />
1996.<br />
• DPR 6 giugno 2001, n.380: Testo unico dell'ed<strong>il</strong>izia<br />
• Ordinanza <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3431 del<br />
05 marzo 2005 - Ulteriori modifiche ed integrazioni all'O.P.C.M. n.<br />
3274 del 20 marzo 2003;<br />
• DM 14 09 05 “Norme tecniche per le costruzioni” e ss.mm.ii.;<br />
• D.M. 14 gennaio 2008: Norme tecniche per le costruzioni;<br />
• Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 del Ministero delle Infrastrutture<br />
e dei Trasporti approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici<br />
"Istruzioni per l'applicazione delle "Nuove norme tecniche<br />
per le costruzioni" di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008.<br />
• Circolare 5 agosto 2009 del Ministero delle Infrastrutture e dei<br />
Trasporti approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,<br />
Nuove norme tecniche per le costruzioni approvate con decreto<br />
del Ministro delle infrastrutture 14 gennaio 2008 “Cessazione del<br />
regime transitorio di cui all'articolo 20, comma 1, del decretolegge<br />
31 dicembre 2007, n. 248”.<br />
• Circolare 11 dicembre 2009 del Ministero delle Infrastrutture e<br />
dei Trasporti approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,<br />
Entrata in vigore delle norme tecniche per le costruzioni di<br />
cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008. Circolare 5 agosto<br />
2009 - Ulteriori considerazioni esplicative.<br />
B) La “nuova” normativa (stati limite – Eurocodici) è in vigore dal<br />
01/07/2009:<br />
• Ordinanza <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3274 del<br />
20 marzo 2003 - Primi elementi in materia di criteri generali per<br />
la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative<br />
tecniche per le costruzioni in zona sismica;<br />
• Decreto Ministero dei Lavori Pubblici 11 Marzo 1988;<br />
• Ordinanza <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3316 del<br />
02 ottobre 2003 - Modifiche ed integrazioni all’O.P.C.M. n. 3274<br />
del 20 marzo 2003;<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 79
TEMPO LIBERO<br />
Regolamento del XVI<br />
campionato sci alpino e nordico<br />
per geometri professionisti<br />
Il campionato di sci alpino e nordico per geometri nel<br />
2011 si terrà in provincia di Brescia, a Ponte di Legno.<br />
Il nostro <strong>Collegio</strong> si è fatto carico di questa impegnativa<br />
manifestazione sportiva; ci auguriamo che gli atleti bresciani<br />
iscritti rispondano in forma massicia all’invito. Il coordinatore<br />
<strong>della</strong> manifestazione nazionale è <strong>il</strong> collega Dario<br />
Piotti (cell. 335.5845061) che è a disposizione per ogni altra<br />
informazione. Per ora, pubblichiamo <strong>il</strong> regolamento <strong>della</strong><br />
manifestazione.<br />
Art. 1<br />
Tutti i partecipanti dovranno<br />
essere iscritti all’albo professionale<br />
per l’anno 2010.<br />
Possono partecipare i pensionati<br />
e i praticanti e in qualità<br />
di “simpatizzanti” i geometri<br />
dipendenti di enti<br />
pubblici e studi professionali,<br />
i fam<strong>il</strong>iari, e gli amici<br />
degli atleti partecipanti.<br />
Art. 2<br />
Le competizioni sono valevoli<br />
per l’assegnazione dei titoli:<br />
Campione italiano assoluto<br />
di sci masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>e<br />
per le seguenti specialità:<br />
– slalom speciale<br />
– slalom gigante<br />
– fondo tecnica libera<br />
– fondo tecnica classica<br />
– combinata e snowboard<br />
(I “simpatizzanti”, i pensionati e i<br />
praticanti non concorrono all’assegnazione<br />
dei titoli).<br />
Per le specialità individuali<br />
sono stab<strong>il</strong>ite le seguenti categorie:<br />
– Seniores masch<strong>il</strong>e<br />
(nati nel 1975 e seguenti)<br />
– Veterani masch<strong>il</strong>e<br />
• gruppo A1<br />
(nati dal 1965 al 1974)<br />
• gruppo A2<br />
(nati dal 1964 al 1955)<br />
• gruppo A3<br />
(nati nel 1954 al 1945)<br />
• gruppo A4<br />
(nati nel 1944<br />
80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5<br />
e antecendenti)<br />
– Femmin<strong>il</strong>e<br />
• categoria unica<br />
compreso le praticanti<br />
Le classifiche saranno st<strong>il</strong>ate<br />
per categoria. Per essere valida<br />
ogni categoria deve a-<br />
vere almeno 5 partecipanti.<br />
Art. 3<br />
Per i “simpatizzanti”, verrà<br />
st<strong>il</strong>ata un’unica categoria,<br />
masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>e. I pensionati<br />
gareggeranno nella<br />
categoria A4; i praticanti gareggeranno<br />
nella categoria<br />
seniores.<br />
Art. 4<br />
Le iscrizioni si perfezionano<br />
con l’invio dell’apposita<br />
scheda alla segreteria<br />
dell’A.S. Geisport c/o <strong>il</strong> Consiglio<br />
Nazionale geometri -<br />
Via Barberini N. 68 - 00187<br />
Roma, oppure al fax n.<br />
06/48.14.026 entro <strong>il</strong> 15 gennaio<br />
2011 accompagnate<br />
dalla quota di iscrizione di<br />
euro 15,00 per ogni gara che<br />
si intende disputare. La copertura<br />
assicurativa verrà<br />
garantita dalla Geosport tramite<br />
<strong>il</strong> pagamento <strong>della</strong> tessera<br />
obbligatoria.<br />
La tessera GEO-SPORT è di<br />
euro 30,00.<br />
Art. 5<br />
Alla gara di slalom gigante e<br />
alla gara di slalom speciale<br />
potranno partecipare un<br />
massimo di 200 atleti. Alla<br />
seconda manche (sia per lo<br />
speciale che per <strong>il</strong> gigante)<br />
prenderanno parte i primi 40<br />
(quaranta) classificati nella<br />
prima. Nel caso siano iscritti<br />
più di 200 concorrenti l’organizzazione<br />
si riserva di predisporre<br />
due tracciati di<br />
slalom, uno riservato ai<br />
“simpatizzanti”, ai pensionati<br />
e ai praticanti.In tale<br />
caso verrà disputata una<br />
sola manche.<br />
La gara di snowboard si articolerà<br />
in un’unica manche,<br />
sul tracciato <strong>della</strong> seconda<br />
manche dello slalom gigante.<br />
La gara di combinata<br />
sarà articolata su due prove,<br />
una di slalom gigante e una<br />
di fondo. Ogni prova assegnerà<br />
ai concorrenti <strong>il</strong> seguente<br />
punteggio: 1 punto al<br />
primo, 2 punti al secondo;<br />
ecc. La classifica verrà quindi<br />
st<strong>il</strong>ata sommando i due punteggi<br />
ottenuti e risulterà vincitore<br />
<strong>il</strong> concorrente che avrà<br />
totalizzato <strong>il</strong> punteggio più<br />
basso, in caso di parità si<br />
conteranno i tempi.<br />
Art. 6<br />
La giuria, che deciderà inappellab<strong>il</strong>mente<br />
su ogni reclamo,<br />
sarà composta da tre<br />
membri designati dall’A.S.<br />
Geosport, da quattro Caposquadra<br />
(o loro delegati) sorteggiati<br />
dalle squadre partecipanti<br />
e dai Giudici di gara.<br />
Il sorteggio dei numeri di<br />
partenza per le gare avranno<br />
luogo presso la sala Convegni<br />
dell’Hotel Mirella in<br />
Ponte di Legno.<br />
Ogni <strong>Collegio</strong>, solo per specialità<br />
alpine, può indicare 3<br />
atleti (teste di serie) che verranno<br />
sorteggiati tra i primi<br />
partenti. L’ordine di partenza<br />
verrà sorteggiato tra<br />
coloro che si saranno iscritti<br />
entro le 18.00 del giorno precedente<br />
la gara.<br />
Eventuali iscrizioni successive<br />
potranno essere accettate<br />
con partenza in coda all’ordine<br />
precedentemente<br />
st<strong>il</strong>ato.<br />
I concorrenti appartenenti a<br />
squadre Nazionali (A-B-C) o<br />
punteggiati Fisi fino a 80<br />
punti dovranno dichiararlo<br />
all’atto dell’iscrizione, pena<br />
l’esclusione dalla classifica<br />
finale e partiranno per ultimi.<br />
Art. 7<br />
L’ordine di partenza per ogni<br />
gara verrà predisposto come<br />
segue:<br />
1- <strong>Geometri</strong> femmin<strong>il</strong>e e<br />
“simpatizzanti”, praticanti<br />
femmin<strong>il</strong>e;<br />
2- <strong>Geometri</strong> masch<strong>il</strong>e (veterani<br />
A4 A3, A2, A1, Seniores,<br />
punteggiati fino a 80);<br />
3- Simpatizzanti, praticanti<br />
masch<strong>il</strong>e.<br />
Art. 8<br />
Le gare si svolgeranno su<br />
percorsi unici per tutte le categorie<br />
(fermo quanto disposto<br />
dall’art. 5).<br />
Il calendario gare prevede:<br />
Giovedì 27 gennaio 2011<br />
ore 10.00: gara di fondo 10<br />
km tecnica libera (anello in<br />
Valbione);<br />
ore 14.00: gara di slalom gigante<br />
valevole per la combinata<br />
(pista omologata<br />
Temù.)<br />
Venerdì 28 gennaio 2011<br />
ore 9.30: gara di slalom spe-
TEMPO LIBERO<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 81
TEMPO LIBERO<br />
ciale 1^ manche (Temù);<br />
ore 11.30: gara di slalom speciale<br />
2^ manche (Temù);<br />
ore 14.30: gara di fondo 5 Km<br />
tecnica classica (Valbione).<br />
Sabato 29 gennaio 2011<br />
ore 9.00: gara di slalom gigante<br />
1^ manche (Temù);<br />
ore 11.30: gara di slalom gigante<br />
2^ manche (Temù)*;<br />
ore 12.30: gara di snowboard<br />
(unica manche);<br />
ore 14.00: gara di fondo 2,5<br />
km tecnica libera valevole<br />
per la combinata (Valbione);<br />
* salvo quanto disposto al punto 5.<br />
Art. 9<br />
È istituito un trofeo che sarà<br />
assegnato a titolo definitivo<br />
al <strong>Collegio</strong> vincitore. Ottengono<br />
i punti i primi 15 classificati<br />
per ogni categoria geometri<br />
(masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>e)<br />
nelle gare di slalom<br />
speciale, slalom gigante,<br />
fondo tecnica libera, fondo<br />
tecnica classica e snowboard.<br />
Punteggio per assegnazione<br />
trofeo:<br />
1° classificato 30 punti<br />
2° classificato 25 punti<br />
3° classificato 22 punti<br />
4° classificato 19 punti<br />
5° classificato 17 punti<br />
6° classificato 15 punti<br />
7° classificato 13 punti<br />
8° classificato 11 punti<br />
9° classificato 9 punti<br />
10° classificato 7 punti<br />
11° classificato 5punti<br />
12° classificato 4 punti<br />
13° classificato 3 punti<br />
14° classificato 2 punti<br />
15° classificato 1 punti<br />
Il trofeo verrà assegnato al<br />
<strong>Collegio</strong> primo classificato.<br />
A tutti i concorrenti verrà offerto<br />
un gadget di partecipazione.<br />
Saranno premiati:<br />
– nelle prove alpine con la<br />
correzione del tempo in<br />
base agli handicap di età<br />
pari a 0,4% del migliore<br />
tempo per anno:<br />
1° assoluto per ciascuna<br />
gara (campione italiano);<br />
1° classificato per ciascuna<br />
categoria;<br />
2° classificato per ciascuna<br />
categoria;<br />
3° classificato per ciascuna<br />
categoria.<br />
– nelle prove nordiche con la<br />
correzione del tempo in<br />
base agli handicap di età<br />
pari a 1.00% del miglior<br />
tempo per anno:<br />
1° assoluto per ciascuna<br />
gara (campione italiano);<br />
1° classificato per ciascuna<br />
categoria;<br />
2° classificato per ciascuna<br />
categoria;<br />
3° classificato per ciascuna<br />
categoria.<br />
– nella combinata miglior<br />
punteggio<br />
1° assoluto per ciascuna<br />
gara (campione italiano);<br />
1° classificato per ciascuna<br />
categoria;<br />
2° classificato per ciascuna<br />
categoria;<br />
3° classificato per ciascuna<br />
categoria.<br />
– snowboard miglior tempo<br />
1° assoluto per ciascuna<br />
gara (campione italiano)<br />
1° classificato per ciascuna<br />
categoria;<br />
2° classificato per ciascuna<br />
categoria;<br />
3° classificato per ciascuna<br />
categoria.<br />
Nella categoria simpatizzanti,<br />
pensionati e praticanti<br />
verranno premiati i primi tre<br />
classificati (femmin<strong>il</strong>e e masch<strong>il</strong>e)<br />
per ogni gara.<br />
Art. 10<br />
Eventuali reclami dovranno<br />
essere presentati alla giuria<br />
delle persone ab<strong>il</strong>itate,<br />
entro i termini prescritti<br />
dagli artt. 232-307-640 del<br />
RTF, accompagnati dalla<br />
tassa di euro 25,00 che verrà<br />
restituita in caso di accoglimento<br />
del reclamo.<br />
Art. 11<br />
Il Comitato organizzatore<br />
A.S. Geosport dichiara di<br />
aver stipulato assicurazione<br />
per la responsab<strong>il</strong>ità civ<strong>il</strong>e<br />
per rischi derivanti dall’organizzazione<br />
delle gare.<br />
Art. 12<br />
I partecipanti alle gare,<br />
prima dell’inizio <strong>della</strong> manifestazione,<br />
dovranno presentare<br />
<strong>il</strong> certificato di sana<br />
e robusta costituzione r<strong>il</strong>asciato<br />
dal proprio medico<br />
senza <strong>il</strong> quale non avranno<br />
diritto a gareggiare.<br />
Art. 13<br />
Il Comitato organizzatore si<br />
riserva di apportare al presente<br />
regolamento le modifiche<br />
che si rendessero, a<br />
suo insindacab<strong>il</strong>e giudizio,<br />
necessarie. Si riserva inoltre<br />
di annullare singole gare o<br />
l’intera manifestazione in<br />
caso di avverse condizioni<br />
atmosferiche o in mancanza<br />
di neve.<br />
Art. 14<br />
Per quanto non previsto dal<br />
presente regolamento valgono<br />
le norme contenute nel<br />
RFT e nell’agenda dello sciatore<br />
2010/2011.<br />
❑<br />
82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
CULTURA<br />
Gli inediti esami<br />
del candidato Rodolfo Vantini<br />
Franco Robecchi<br />
Do conto su questa rivista dei geometri bresciani di<br />
un’interessante scoperta archivistica. Tutto<br />
quanto ha a che vedere con i maestri è pregiato,<br />
perché completa <strong>il</strong> quadro di personalità, di epoche, di contesti,<br />
chiarendo le matrici, le cause e gli effetti di qualche fenomeno<br />
emergente. Le personalità emergenti <strong>della</strong> storia<br />
si nutrono ovviamente di un<br />
humus non meno determinante.<br />
Dell’architetto neoclassico<br />
<strong>bresciano</strong> Rodolfo Vantini si<br />
sa molto. È al suo nome,<br />
come raramente capita a<br />
progettisti di fama, che fa<br />
capo la denominazione di<br />
“Vantiniano” del grande e<br />
nob<strong>il</strong>e cimitero <strong>bresciano</strong>,<br />
uno dei capolavori internazionali<br />
del Neoclassicismo.<br />
E si tratta di un Vantiniano<br />
con la V maiuscola, non<br />
come sarebbe per un aggettivo,<br />
che andrebbe scritto<br />
con la minuscola. In Brescia<br />
solo “Il Vanvitelliano” ha lo<br />
stesso onore: <strong>il</strong> salone del<br />
primo piano <strong>della</strong> Loggia, o-<br />
pera, appunto, di Luigi Vanvitelli.<br />
Solo che <strong>il</strong> Vanvitelliano<br />
è un rudere del Vanvitelli,<br />
mentre <strong>il</strong> Vantiniano è<br />
una splendida opera finita e<br />
rifinita. Il Vanvitelli stese un<br />
progetto ampio per la ricostruzione<br />
<strong>della</strong> Loggia e <strong>il</strong><br />
salone è solo <strong>il</strong> primo rustico<br />
abbozzo del lavoro, interrotto<br />
per motivi storico-economici.<br />
Ha ben poco da manifestare<br />
dello splendore<br />
del Vanvitelli. L’opera del<br />
Vantini è, invece, ben documentata<br />
in Brescia. Rodolfo<br />
Vantini è noto per molte sue<br />
opere, ma <strong>della</strong> sua vita non<br />
si conoscevano particolari<br />
che sono molto interessanti<br />
per la conoscenza <strong>della</strong> sua<br />
personalità, particolari che<br />
sono anche assai ut<strong>il</strong>i per conoscere<br />
l’iter di preparazione<br />
di un professionista del primo Ottocento. La storia<br />
<strong>della</strong> preparazione tecnica e dell’autorizzazione amministrativa<br />
all’esercizio <strong>della</strong> professione di ingegnere, architetto<br />
o perito agrimensore, ha vecchie origini. Per quanto si<br />
riferisce al nostro territorio, determinante fu la fase napoleonica<br />
di inizio Ottocento, nonché la successiva fase au-<br />
84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
CULTURA<br />
A sinistra: la domanda di Rodolfo<br />
Vantini, per l’ammissione all’esame<br />
di ab<strong>il</strong>itazione alla professione di<br />
ingegnere-architetto.<br />
In questa pagina: certificato <strong>della</strong><br />
polizia napoleonica che riconosce <strong>il</strong><br />
Vantini come esente da indagini e<br />
condanne.<br />
striaca. La tradizione tecnica del genio civ<strong>il</strong>e francese, maestro<br />
in Europa, aveva guidato la storia <strong>della</strong> preparazione<br />
scolastica e del riconoscimento del titolo già nel Settecento.<br />
Il d<strong>il</strong>agare napoleonico portò i criteri dell’organizzazione<br />
statale e tecnica francese in mezza Europa, fra cui l’Italia. Ma<br />
non era da meno la rigorosa visione dell’operare tecnico<br />
nell’impero austriaco,<br />
che, ricordo,<br />
fu l’inventrice<br />
del catasto<br />
moderno,<br />
applicato, per<br />
la prima volta,<br />
proprio nella<br />
settecentesca<br />
Lombardia. Fra<br />
la caduta <strong>della</strong><br />
Repubblica Veneta,<br />
nel 1797,<br />
e la caduta napoleonica,<br />
si<br />
ebbe in Brescia<br />
un prevalere<br />
francese, intarsiato,<br />
però da<br />
fugaci incursioni<br />
austriache,<br />
sino al definitivo<br />
prevalere,<br />
nel 1814,<br />
dei Viennesi.<br />
Nel 1805 si era<br />
nel cuore <strong>della</strong><br />
fase francese,<br />
laicista, razionalista,<br />
riformatrice.<br />
Nel marzo<br />
di quell’anno<br />
era stato costituito<br />
<strong>il</strong> Regno i-<br />
talico, che racchiudeva<br />
parte<br />
<strong>della</strong> Lombardia<br />
del Veneto,<br />
dell’Em<strong>il</strong>ia e delle Marche. Tra gli svariati provvedimenti legislativi<br />
che furono emanati in quegli anni, uno, del novembre<br />
del 1805, riguardò proprio l’iter di accesso alla professione<br />
di ingegnere, architetto e perito agrimensore. Si<br />
trattava del Decreto reale del 3 novembre, che prescriveva<br />
un dettagliato quadro di accesso e ammissione alla professione.<br />
Per l’ingresso nel mondo delle professioni tecniche<br />
erano previsti <strong>il</strong> titolo di studio, un apprendistato, svariati<br />
certificati di corretto comportamento, giudiziario e religioso<br />
e un esame di ammissione. Inoltre <strong>il</strong> decreto prescriveva<br />
che <strong>il</strong> candidato mettesse a disposizione <strong>della</strong> pubblica amministrazione<br />
una cauzione, a tutela degli interessi di clienti<br />
del futuro professionista, eventualmente danneggiati da<br />
suoi errori. La<br />
straordinaria e<br />
sorprendente<br />
misura, dà un’idea<br />
di quale<br />
fosse la concezione<br />
<strong>della</strong> responsab<strong>il</strong>ità<br />
personale di un<br />
professionista,<br />
nel 1805. Il provvedimento<br />
rimase<br />
in vigore<br />
anche per tutta<br />
la durata del<br />
successivo ordinamento<br />
statale,<br />
quello austriaco<br />
del Regno<br />
Lombardo-<br />
Veneto, e quindi<br />
si basava su<br />
una visione condivisa<br />
degli ordinamenti<br />
sociali<br />
all’interno<br />
degli stati moderni.<br />
Anche Rodolfo<br />
Vantini dovette<br />
seguire <strong>il</strong> prescritto<br />
procedimento<br />
per essere<br />
ammesso<br />
alla professione<br />
di “ingegnerearchitetto”,<br />
titolo<br />
che gli era<br />
stato r<strong>il</strong>asciato dall’Università di Pavia.<br />
I documenti che qui si presentano sono inediti e riguardano<br />
la pratica di ammissione del Vantini, datata 1813, quando<br />
l’architetto-ingegnere aveva 21 anni. Il Vantini, che si firmava<br />
“ingegnere praticante”, <strong>il</strong> l 5 marzo scriveva: «Quel<br />
genio, che guida per diverse vie gli uomini, che alla gloria si<br />
raccomandano, a me additò percorrere gli studi dell’Archi-<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 85
CULTURA<br />
Dichiarazione dell’ingegnere<br />
Vincenzo Berenzi circa<br />
l’apprendistato di Rodolfo Vantini.<br />
Nella pagina di destra: uno<br />
degli elaborati d’esame di Rodolfo<br />
Vantini.<br />
In basso: un certificato di<br />
ab<strong>il</strong>itazione alla professione tecnica<br />
r<strong>il</strong>asciato in epoca austriaca<br />
tetto e dell’Ingegnere.<br />
Perché animato da tale<br />
voce, sendo io nell’anno<br />
1810 dalla regia Università<br />
di Pavia decorato di laurea<br />
in queste arti liberali, ed a-<br />
vendo a mio credere soddisfatto<br />
a tuttoché prescrive <strong>il</strong><br />
Reale Decreto 3 nov. 1805,<br />
siccome <strong>il</strong> provano i qui uniti<br />
documenti, io domando Sig.<br />
Commissario Prefetto, essere<br />
ammesso agli esami di<br />
pratica acciò possa mercé<br />
l’esperienza (prima maestra<br />
di ogni arte) avvalorare le<br />
poche mie cognizioni ed acquistarne<br />
di nuove e rendermi<br />
ut<strong>il</strong>e con ciò alla Patria ed a me stesso. L’amore con<br />
che Ella protegge i giovani animi ardentissimi di lode, mi<br />
rende certo che di tanto onere me farà degno». Egli accompagnava<br />
quindi la richiesta con vari documenti, fra i quali le<br />
certificazione dei vari periodi di praticantato svolti presso<br />
studi privati e uffici pubblici. Fra gli ingegneri certificatori vi<br />
era Pietro Corbolani, che testimoniava la presenza del Vantini<br />
presso <strong>il</strong> Corpo d’acque e strade del dipartimento, in<br />
due fasi, da giugno a novembre del 1807 e da giugno a novembre<br />
del 1808, così come nel 1809: prima <strong>della</strong> laurea,<br />
quindi. Dal primo giugno 1810 fino al marzo 1812 <strong>il</strong> Vantini<br />
fu praticante presso l’ing. Vincenzo Berenzi. Così scriveva <strong>il</strong><br />
Vantini: «Compiuto avendo <strong>il</strong> corso regolare degli studi di<br />
Matematica teorica nella Regia Università di Pavia ed ottenuto<br />
<strong>il</strong> diploma di Architetto Ingegnere, mi faccio la doverosa<br />
premura di rassegnarle, Sig.r commendatore e barone<br />
prefetto, a norma del decreto reale 3 nov. 1805, art. 8°, che<br />
ho intrapresa la pratica sotto la direzione del facente funzione<br />
d’ingegnere in capo Sig.r Vincenzo Berenzi acciò mi sia<br />
computata a norma del sullodato decreto».<br />
Il Berenzi affermava che <strong>il</strong> Vantini si era impegnato «esercitandosi<br />
nei r<strong>il</strong>ievi de’ tipi, livellazioni, perizie e<br />
capitolati di opere stradali, ponti e ripari ai fiumi,<br />
stime de’ fondi e caseggiati, non che in progetti architettonici<br />
ove si è particolarmente distinto». Ricordo che <strong>il</strong> Berenzi<br />
fu uno stimato architetto <strong>bresciano</strong>, del quale sono rimaste<br />
varie opere. Anche l’ingegner Andrea Caminada certificava<br />
che <strong>il</strong> Vantini aveva svolto un periodo di apprendistato<br />
presso <strong>il</strong> suo studio, dal primo apr<strong>il</strong>e 1812 sino al 4 a-<br />
pr<strong>il</strong>e 1813. Al deposito <strong>della</strong> cauzione provvedeva <strong>il</strong> padre<br />
del giovane architetto, Domenico Vantini, figlio di Bortolo,<br />
di professione “possidente”, egli stesso dedito all’arte e all’architettura.<br />
Domenico<br />
Vantini metteva a disposizione<br />
dell’obbligo di legge,<br />
a favore del figlio, un’ipoteca<br />
sulla propria casa in<br />
Brescia. L’entità del bene<br />
messo a disposizione era di<br />
10.000 lire m<strong>il</strong>anesi, pari a<br />
7675,18 lire italiane, «a favore<br />
di chiunque potesse a-<br />
vere diritto d’indennizzazione<br />
dipendentemente<br />
dalla professione del figlio<br />
Rodolfo, ipotecando a tale<br />
effetto per la somma premessa<br />
la di lui casa in Brescia<br />
nella contrada di S.ta<br />
Brigida al n. civico 500 1/2»:<br />
un tratto dell’attuale Via Trieste.<br />
La polizia e <strong>il</strong> tribunale r<strong>il</strong>asciarono certificati di assenza di<br />
note a carico di Rodolfo, mentre la parrocchia <strong>della</strong> cattedrale,<br />
certificava che <strong>il</strong> giovane architetto, Rodolfo Ferdinando<br />
Giovanni, era nato <strong>il</strong> 17 gennaio 1792 ed era stato battezzato.<br />
Infine si hanno alcune prove d’esame del Vantini, autografe.<br />
Sono interessanti i quesiti, così come le risposte<br />
dell’architetto-ingegnere. Una prova poneva<br />
al candidato la seguente domanda: «Scoperta una sorgente,<br />
come renderla proficua alla irrigazione dei terreni intersecati<br />
da seriole da livello superiore od inferiore a quello <strong>della</strong><br />
sorgente medesima». Il Vantini rispondeva: «Lorché <strong>il</strong> proprietario<br />
di alcun fondo o mercé l’industria sua, o per fortuito<br />
caso, giunge allo scoprimento di alcuna sorgente, nasce tantosto<br />
in lui <strong>il</strong> desiderio di impiegarla alla irrigazione de’ suoi<br />
fondi più bassi <strong>della</strong> sorgente medesima, i quali più abbisognano<br />
del beneficio delle acque, che se ad adempiere<br />
tale suo desiderio si oppon parecchie seriole di livello diverso,<br />
farà allora ricorso ad un esperto Ing.re e questi, fatto<br />
d<strong>il</strong>igente esame <strong>della</strong> località, dovrà osservare se per condurre<br />
l’acqua <strong>della</strong> scoperta sorgente all’innaffiamento di<br />
certi campi giovi più fare in modo che, per vari andirivieni,<br />
si conduca questa al loco prefisso senza incontrare le antiche<br />
seriole ovvero segar queste o mercé di tombotti,<br />
quando sieno quelle di livello superiore a queste, ovvero<br />
farle scorrere al disopra mercé canali di legno ben costrutto<br />
ne’ modi indicati dall’arte e così si intersecheranno agevolmente<br />
colle nuove acque le vecchie seriole e si condurranno<br />
quelle a fert<strong>il</strong>izzare i campi che ne abbisognano, rendendo<br />
più ubertoso e ricco <strong>il</strong> podere. - Rodolfo Vantini».<br />
Si consoleranno molti nostri studenti per <strong>il</strong> linguaggio in-<br />
86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
CULTURA<br />
certo e per la soluzione a dir poco approssimativa del quesito<br />
da parte di un pure <strong>il</strong>lustre maestro dell’architettura<br />
bresciana e italiana. Non è più approfondita la trattazione<br />
risolutoria di un altro quesito: «Come r<strong>il</strong>evare <strong>il</strong> tipo di un<br />
terreno irregolare». Il Vantini rispondeva: «Sendo dato da<br />
r<strong>il</strong>evare un terreno irregolare egli è mestieri (se egli si può<br />
circoscrivere) r<strong>il</strong>evare da prima <strong>il</strong> perimetro (quando si<br />
faccia uso <strong>della</strong> tavola Pretoriana)<br />
quindi passansi a descrivere<br />
partitamente gli accidenti<br />
ed i riparti interni.<br />
Quando poi si facesse uso<br />
dello squadro, allora, formato<br />
nel mezzo un rettangolo,<br />
si compone <strong>il</strong> rimanente<br />
in trapezi nel modo u-<br />
sato. Se <strong>il</strong> terreno da r<strong>il</strong>evarsi<br />
contenesse a monte<br />
colline egli è mestieri circoscrivere<br />
la base e se in esso<br />
fossero punti inaccessib<strong>il</strong>i<br />
come anco si cercasse l’andamento<br />
<strong>della</strong> ripa oposta<br />
de un fiume presso del<br />
quale si facesse <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo allora<br />
si giunge allo scopo desiderato<br />
mercé i punti d’intersezione.<br />
In generale l’esperto<br />
agrimensore supera<br />
con fac<strong>il</strong>ità tutti gli ostacoli,<br />
che alla di lui operazione si<br />
oppongono e fa <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo di<br />
un fondo irregolare con<br />
quella destrezza con cui lavora nel suolo regolare richiedendosi<br />
in quello più tempo, ma non minore d<strong>il</strong>igenza né<br />
dottrina di questo. - Rodolfo Vantini». Definire genericamente<br />
discorsiva la risposta è generoso, ma, evidentemente,<br />
l’esame era superficiale e non si chiedevano conoscenze<br />
approfondite o concrete.<br />
Il quarto quesito, invece, era così formulato: «Quali avver-<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 89
CULTURA<br />
Sopra: un secondo tema d’esame<br />
dell’architetto-ingegnere Rodolfo<br />
Vantini.<br />
Sotto: Rodolfo Vantini<br />
Nella pagina di destra:<br />
Splendido disegno di Rodolfo Vantini<br />
per la sua Tomba Bonomini,<br />
popolarmente detta Tomba del cane,<br />
sui Ronchi di Brescia.<br />
tenze debbonsi avere per e-<br />
vitare possib<strong>il</strong>mente gli errori<br />
che possono derivare<br />
dagli strumenti». Ci si riferiva<br />
agli strumenti topografici.<br />
L’architetto Vantini così<br />
rispondeva: «Tutti gli istromenti<br />
geodetici sono soggetti<br />
a deviazioni dipendenti<br />
e dalle alterazioni metalliche<br />
e dalle inevitab<strong>il</strong>i<br />
scosse che sono conseguenza<br />
del trasporto che occorre<br />
fare secondo <strong>il</strong> bisogno<br />
tratto tratto di essi:<br />
però apparterrà all’avveduto<br />
Ingegnero, prima di dar<br />
opera alla sua operazione di<br />
campagna, assoggettare a<br />
disamina gl’istromenti che<br />
lui occorrono e quando<br />
questi non sieno esatti rettificarli<br />
con somma accuratezza<br />
mentre da questi dipende<br />
in massima parte <strong>il</strong><br />
buon esito e l’esattezza dell’operato.<br />
Egli è vero però<br />
che ancora con certi istrumenti<br />
inesatti, conoscendone<br />
l’errore si può agire<br />
con esattezza, per esempio,<br />
se un livello non fosse rettificato<br />
si può livellare con<br />
precisione purché si prendano,<br />
per ambe le parti battute,<br />
di eguale distanza, tenendo<br />
cioè discosto dal livello<br />
tanto l’antecedente<br />
quanto <strong>il</strong> conseguente,<br />
perché allora l’errore si e-<br />
qu<strong>il</strong>ibrerà da ambe le parti.<br />
Così pure si potrà colla tavoletta<br />
pretoriana agire d<strong>il</strong>igentemente<br />
quando l’asse<br />
<strong>della</strong> dioptra segni sempre<br />
una linea parallela alla visuale».<br />
Anche qui, la risposta<br />
al quesito è molto<br />
povera e certamente un nostro<br />
studente che rispondesse in questo modo in un compito<br />
dell’esame di maturità sarebbe bocciato. Si ha un bel<br />
dire che la serietà degli<br />
studi era tanto maggiore nei<br />
tempi andati, e soprattutto<br />
in un ambiente di spirito a-<br />
sburgico-teutonico!<br />
Il Vantini è famoso soprattutto<br />
come architetto. Trascuriamo<br />
i quesiti idraulici o<br />
topografici e vediamo come<br />
rispose ad una domanda i-<br />
nerente alle tecniche architettoniche:<br />
«Di quante<br />
forme si costruiscono le<br />
volte». Risposta: «La lunga<br />
pratica nella costruzione<br />
delle volte consolidata dalla<br />
teoria <strong>della</strong> spinta che esse<br />
producono sopra i pulvini e<br />
contro i muri ai quali si appoggiano<br />
lasciò larghissimo<br />
campo agli architetti di immaginarsi<br />
in quante forme<br />
esse possano costruirsi per<br />
coniugare in esse l’eleganza,<br />
la solidità e <strong>il</strong> comodo.<br />
Infatti si costruiscono<br />
volte a schifo, volte a botte,<br />
volte a crociera, volte a lunette,<br />
a tutto sesto, a terzo a-<br />
cuto, a vela, le quali denominazioni<br />
tutte dipendono<br />
dalla varia configurazione di<br />
esse. In generale io concluderò<br />
che moltissime possono<br />
essere le forme delle<br />
volte (benché le più comuni<br />
sieno le da me accennate)<br />
purché l’architetto <strong>il</strong> quale<br />
le costruisce conosca la<br />
teoria dei poligoni inflessib<strong>il</strong>i<br />
e trovi che la risultante<br />
delle due spinte orizzontale<br />
e verticale di esse cada<br />
entro la base del pulvino sul<br />
quale la volta si appoggia.<br />
Non è però che per aver egli<br />
così ampio campo di variare<br />
la forma di esse debba farlo:<br />
poiché non lo costringono le<br />
locali circostanze egli non deve mai dipartirsi dalle forme,<br />
le quali a lui detta <strong>il</strong> buon gusto e la lunga pratica: prima re-<br />
90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
CULTURA<br />
gola d’ogni arte». Insomma, anche in architettura <strong>il</strong> Vantini<br />
non br<strong>il</strong>lava e se la cavava con poche nozioni accennate. A-<br />
veva solo 21 anni e una laurea che certamente non assomiglia<br />
a quelle, pur declassate di oggi. Se non altro per <strong>il</strong> numero<br />
d’anni di studio. Tuttavia si poteva pretendere qualcosa<br />
di più, anche dal punto di vista linguistico.<br />
Il Vantini ebbe qualche difficoltà di approvazione, ma non<br />
tanto per la pochezza delle sue risposte ai quesiti scritti,<br />
quanto per <strong>il</strong> conteggio dei periodi di apprendistato. Gli si<br />
obiettò che solo i due periodi post laurea potevano essere<br />
presi in considerazione, poiché, per legge, quelli antecedenti<br />
non erano validi ai fini del r<strong>il</strong>ascio <strong>della</strong> licenza professionale.<br />
Tuttavia pare che <strong>il</strong> Vantini superasse le prove e<br />
ottenesse quell’autorizzazione che gli consentì di svolgere<br />
una br<strong>il</strong>lante carriera. Egli dovette solo fare i conti, in seguito,<br />
non più con occhiuti esami formali, ma con gli esami,<br />
che non finiscono mai, del mercato delle professioni e dei<br />
relativi committenti o interlocutori, come le pubbliche amministrazioni.<br />
Non così era per i malcapitati che preferivano ambire<br />
al posto fisso, inseriti negli organici degli uffici<br />
delle Pubbliche costruzioni. Il tema è ampio è<br />
può meritare un articolo a sé. Basti qui citare <strong>il</strong> caso dell’ingegner<br />
Francesco Rinaldini, laureato presso l’Università di<br />
Padova, che, nel 1845, aveva 47 anni ed era “praticante”<br />
presso l’Ufficio delle pubbliche costruzioni di Brescia da 22<br />
anni. Siamo quindi nel Regno Lombardo-Veneto, di stampo<br />
austriaco. L’ingegnere capo scriveva che <strong>il</strong> Rinaldini, ammogliato<br />
con due figli, conosceva la lingua italiana e <strong>il</strong> francese,<br />
aveva “ab<strong>il</strong>ità bastante”, “assiduità lodevole” e “moralità ottima”.<br />
Come non bastasse, anche per essere nominati ,“alunni<br />
gratuiti presso l’Ufficio provinciale delle Pubbliche<br />
Costruzioni”, bisognava inoltre rispettosamente chinare <strong>il</strong><br />
capo e giurare, così: «Avanti all’Onnipotente Iddio [di essere]<br />
in ogni tempo fedele, obbediente e devoto alla<br />
Maestà dell’augustissimo Sovrano Francesco Primo Imperatore<br />
d’Austria, Re d’Ungheria, Boemia, Lombardia e Venezia<br />
non che ai legittimi suoi eredi e successori», promettendo<br />
inoltre di «eseguire con esattezza, zelo ed onore le incombenze<br />
dell’impiego che viene affidato, di conservare <strong>il</strong> più<br />
rigoroso secreto negli affari d’ufficio, di obbedire e portare<br />
<strong>il</strong> dovuto rispetto agli ordini dell’Imperiale Regio Governo<br />
ed all’Autorità da cui immediatamente dipendo». Il candidato<br />
doveva infine dichiarare «di non appartenere ad alcuna<br />
società segreta né nella monarchia dell’augustissimo<br />
Sovrano d’Austria né in alcun altro estero stato» e promettere<br />
«di non farne parte giammai». Anche per lavorare gratis<br />
bisognava essere prostrati ai piedi dell’autorità imperiale e<br />
a 47 anni si poteva ancora essere praticanti: affinità e differenze<br />
rispetto ai tempi nostri, che comprendono anche le<br />
prove modeste di un destinato alla fama nella storia dell’architettura.<br />
Quelle erano prove iniziali, oggi vi sono prove<br />
modeste anche da chi la fama, più o meno meritata, già la<br />
possiede, con relative parcelle stratosferiche.<br />
❑<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 91
CULTURA<br />
Il Centro Studi San Martino<br />
per la storia dell’agricoltura<br />
e l’ambiente<br />
Il Centro Studi San<br />
Martino è un organismo<br />
che studia la<br />
storia dell’agricoltura e le trasformazioni<br />
del territorio, del<br />
paesaggio e dell’ambiente<br />
legate allo sv<strong>il</strong>uppo industriale,<br />
demografico nell’ottica<br />
di una ragionata ecocompatib<strong>il</strong>ità<br />
e sostenib<strong>il</strong>ità.<br />
Grazie a un accordo siglato<br />
con la Fondazione del Castello<br />
di Padernello, <strong>il</strong><br />
Centro Studi San Martino dispone<br />
di una prestigiosa<br />
sede per la propria biblioteca,<br />
ove promuove la creazione<br />
di una emeroteca e di<br />
una mediateca specializzate,<br />
nonché pubblicazioni,<br />
organizzazione di convegni,<br />
di giornate di studio, dibattiti<br />
mediante l’apporto di<br />
studiosi, con lo scopo di inserire<br />
<strong>il</strong> processo di sv<strong>il</strong>uppo<br />
locale nel più generale<br />
quadro dell’evoluzione agricola<br />
e ambientale italiana.<br />
L’intento del Centro Studi<br />
San Martino è quello di ricostruire<br />
la storia dell’agricoltura<br />
e del paesaggio <strong>della</strong><br />
nostra bellissima provincia,<br />
partendo da coloro che<br />
questa storia l’hanno creata,<br />
plasmata con le scelte quotidiane,<br />
solo apparentemente<br />
secondarie, quella<br />
storia che prescinde dalle<br />
statistiche, dalle opinioni i-<br />
nevitab<strong>il</strong>mente parziali,<br />
dalle collocazioni aprioristiche<br />
all’interno di rigide<br />
strutture mentali, ma che<br />
guarda al dato concreto per<br />
trarne <strong>il</strong> significato più<br />
profondo, per capire perché<br />
delle scelte fatte dai nostri<br />
genitori e dai nostri nonni,<br />
scelte che ci hanno preceduto<br />
e che inevitabimente<br />
oggi ci condizionano.<br />
L’obiettivo viene perseguito<br />
attraverso la raccolta di documenti<br />
presso la biblioteca<br />
del Castello di Padernello,<br />
in modo tale da conservare<br />
la memoria storica, per evitare<br />
la distruzione ad opera<br />
dell’incuria del tempo o, più<br />
semplicemente, dalla distrazione.<br />
L’ambizioso progetto di fare<br />
di uno scrigno prezioso come<br />
<strong>il</strong> Castello di Padernello <strong>il</strong><br />
luogo <strong>della</strong> raccolta <strong>della</strong><br />
memoria storica delle famiglie<br />
bresciane necessita, inevitab<strong>il</strong>mente,<br />
<strong>della</strong> collaborazione<br />
di molti, in primis dei<br />
geometri bresciani.<br />
Non si tratta di una tradizionale<br />
biblioteca volta unicamente<br />
alla raccolta dei libri;<br />
bensì <strong>della</strong> prima biblioteca<br />
in itinere, in continua evoluzione,<br />
finalizzata alla costante<br />
raccolta <strong>della</strong> documentazione<br />
proveniente direttamente<br />
dalle famiglie<br />
dei bresciani.<br />
Mi riferisco a quei documenti<br />
che, spesso, sono in<br />
soffitta o in cantina e che racchiudono<br />
le vicende quotidiane<br />
di una famiglia, di alcuni<br />
suoi membri.<br />
Documentazione cartacea e<br />
fotografica che raccoglie in<br />
sé <strong>il</strong> più alto valore storico,<br />
una volta collocata all’interno<br />
<strong>della</strong> più ampia storia<br />
bresciana.<br />
Tanti documenti privati, se<br />
uniti, possono ridar vita ad<br />
un patrimonio di informazioni<br />
preziosissimo altrimenti<br />
irrecuperab<strong>il</strong>e, altrimenti<br />
destinato a scomparire<br />
senza soluzione, altrimenti<br />
destinato a dimenticare<br />
se stesso.<br />
Informazioni che rappresentano<br />
briciole del trascorso<br />
individuale e fam<strong>il</strong>iare che,<br />
debitamente conservate<br />
possono rimanere nel<br />
tempo tramandando l’esperienza,<br />
l’acume, <strong>il</strong> coraggio e<br />
la fatica dei bresciani .<br />
L’oblio che – inut<strong>il</strong>e e devastante<br />
– può avv<strong>il</strong>uppare una<br />
famiglia e tutto ciò che essa<br />
ha fatto e creato, è <strong>il</strong> danno<br />
maggiore e insanab<strong>il</strong>e che<br />
può seguire ad un banale<br />
trasloco o, più semplicemente,<br />
al disinteresse dovuto<br />
alla concentrazione rivolta<br />
al presente o, ancor più<br />
realisticamente, o ad interessi<br />
legittimamente differenti.<br />
Tutto ciò può provocare un<br />
danno irreparab<strong>il</strong>e, cancellando<br />
i risultati di intere vite,<br />
vissute all’insegna del lavoro,<br />
del coraggio, delle difficoltà<br />
che ciclicamente investono<br />
tutti i settori produttivi.<br />
Sono i segmenti<br />
<strong>della</strong> storia individuale<br />
che, raccolti<br />
e catalogati, danno vita alla<br />
storia di tutti noi bresciani.<br />
Ciò che siamo è frutto di un<br />
tessuto di relazioni sociali<br />
che non muoiono e non si<br />
consumano nell’immediato,<br />
ma si srotolano dietro le nostre<br />
spalle spiegando atteggiamenti<br />
e pensieri collettivi<br />
condivisi.<br />
Ciò che siamo, come si e-<br />
volve la nostra società, e-<br />
merge dal confronto con ciò<br />
che alla nostra società non<br />
appartiene, ma che in essa,<br />
comunque, oggi vive.<br />
La nostra storia è lo strumento<br />
oggi più che mai indi-<br />
spensab<strong>il</strong>e per confrontarci<br />
con i fenomeni dell’immigrazione<br />
<strong>della</strong> moderna società,<br />
multietnica e multireligiosa<br />
e, forse per riuscire<br />
nell’auspicata integrazione.<br />
La pacifica convivenza di<br />
culture differenti non può e<br />
non deve significare l’annullamento<br />
delle istanze di un<br />
popolo, ma deve necessariamente<br />
passare attraverso<br />
<strong>il</strong> confronto.<br />
Solo dalla consapevolezza<br />
delle proprie radici, del percorso<br />
compiuto nel tempo,<br />
nasce <strong>il</strong> rispetto per se stessi<br />
e, di conseguenza, <strong>il</strong> rispetto<br />
per gli altri.<br />
Ricordare <strong>il</strong> passato è indispensab<strong>il</strong>e<br />
per capire <strong>il</strong> presente<br />
e consentire, eventualmente<br />
ove necessario,<br />
di intervenire al sostegno di<br />
uno sv<strong>il</strong>uppo agricolo e industriale<br />
che sia compatib<strong>il</strong>e<br />
col terrritorio: non bisogna<br />
fermare lo sv<strong>il</strong>uppo,<br />
bisogna orientarlo nel modo<br />
migliore fornendo opzioni<br />
alternative ad un mero consumo<br />
irrazionale.<br />
La raccolta dei documenti<br />
storici non è, quindi, fine a se<br />
stessa ma, attraverso <strong>il</strong> loro<br />
studio, è proiettata nel futuro<br />
poiché consente la riscoperta<br />
di informazioni, spesso preziose,<br />
di personalità bresciane<br />
di r<strong>il</strong>ievo nazionale e<br />
di lezioni di vita che possono<br />
consentire di evitare errori<br />
compiuti nel passato: anche<br />
quest’aspetto delle finalità<br />
del Centro Studi San Martino<br />
può essere interessante per i<br />
geometri, poiché questa categoria<br />
di tecnici è in possesso<br />
delle conoscenze necessarie<br />
per avvicinarsi nel<br />
modo migliore ai documenti<br />
92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
CULTURA<br />
Chiunque può diventare sostenitore<br />
del Cantro San<br />
Martino, versando una<br />
quota annuale che consentirà<br />
di far parte dell’Assemstorici<br />
da esaminare.<br />
Inoltre, nell’ottica delle attività<br />
che già fermentano in<br />
seno al Cantro Studi San<br />
Martino, si sta procedendo<br />
ad una pubblicazione divulgativa<br />
che esamina e <strong>il</strong>lustra<br />
gli aspetti delle biotecnologie,<br />
dell’omeostasi biologica<br />
del terreni e, in particolare,<br />
una serie di proposte<br />
per <strong>il</strong> recupero fattib<strong>il</strong>e<br />
delle cascine mediante inserimento<br />
nei PGT locali,<br />
con destinazioni ut<strong>il</strong>i e redditizie<br />
che non ne stravolgano<br />
le originali strutture e<br />
le rendano ancora vive e vivib<strong>il</strong>i<br />
nella moderna società.<br />
Un patrimonio immob<strong>il</strong>iare,<br />
quello delle casine bresciane,<br />
finora sottovalutato,<br />
ma che <strong>il</strong> progetto “Censimento<br />
delle cascine” promosso<br />
dalla Fondazione Civ<strong>il</strong>tà<br />
Bresciana e dalla Provincia<br />
di Brescia, mette in<br />
chiara evidenza.<br />
Un patrimonio immob<strong>il</strong>iare<br />
unico, originale e prezioso<br />
che può essere recuperato.<br />
blea dei sostenitori;<br />
Per informazioni ulteriori rivolgersi<br />
al <strong>Collegio</strong> <strong>Geometri</strong><br />
di Brescia o a Fondazione<br />
Civ<strong>il</strong>tà Bresciana<br />
Onlus, tel. 030.3757267, fax<br />
030.3774365. ❑<br />
Il mondo di B. Bat.<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 95
Novità di Legge<br />
a cura del geom. Alfredo Dellaglio<br />
Finalità <strong>della</strong> rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione<br />
di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale<br />
<strong>della</strong> Repubblica e sul Bollettino Ufficiale <strong>della</strong> Regione Lombardia.<br />
I lettori <strong>della</strong> rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti<br />
delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali<br />
(GU e BURL) presso <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong> dei <strong>Geometri</strong>.<br />
Legge 30 luglio 2010 n.122 (G.U. 30 luglio 2010 n. 176 Supplemento<br />
Ordinario N.174)<br />
Conversione in Legge, con modificazioni del decreto Legge 31<br />
maggio 2010 n.78, recante misure urgenti in materia di stab<strong>il</strong>izzazione<br />
finanziaria e di competitività economica vigore dal 31 luglio<br />
2010).<br />
Stralci:<br />
Disposizioni in materia catastale:<br />
- Attivazione <strong>della</strong> Anagrafe immob<strong>il</strong>iare integrata, costituita e gestita<br />
dall’Agenzia del Territorio entro <strong>il</strong> 1 gennaio 2011;<br />
- Introduzione <strong>della</strong> Attestazione integrata ipotecaria e catastale<br />
- Gestione partecipata delle funzioni catastali da parte dei comuni<br />
- Sanatoria catastale degli immob<strong>il</strong>i non dichiarati o difformi(cd<br />
case fantasma) entro <strong>il</strong> 31dicembre 2010;<br />
- Identificazione catastale degli immob<strong>il</strong>i negli atti pubblici e nelle<br />
scritture private;<br />
- Introduzione <strong>della</strong> Segnalazione certificata di inizio attività”Scia”<br />
- Modifica delle disposizioni sul procedimento amministrativo in<br />
materia di conferenza di servizi;<br />
- Semplificazioni procedurali nei casi in cui siano richieste autorizzazioni<br />
ambientali.<br />
- Installazione di piccoli impianti di distribuzione di gas naturale;<br />
- Ritenuta d’acconto sulle spese soggette a detrazione;<br />
- Differimento al 31dicembre 2010 dell’obbligo di valutazione dei<br />
rischi derivanti da stress lavoro-correlato.<br />
- Limitazione all’uso del contante.<br />
Decreto del Presidente <strong>della</strong> Repubblica 9 luglio 2010 n.139<br />
(G.U. 26 agosto 2010 n. 199)<br />
Regolamento recante procedimento semplificato di autorizzazione<br />
paesaggistica per gli interventi di lieve entità, a norma dell’articolo<br />
146., comma 9 del decreto legislativo 22 gennaio 2004<br />
n- 42 e successive modificazioni.<br />
(dal 10 settembre 2010 è prevista una procedura semplificata<br />
<strong>della</strong> durata massima di 60 giorni per 39 interventi di “lieve entità”<br />
tassativamente individuati).<br />
Decreto legislativo 29 giugno 2010 n.128 (G.U. 11 agosto 2010<br />
n.186 Supplemento Ordinario n.184/L)<br />
Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 apr<strong>il</strong>e 2006 n.<br />
152, recante norme in materia ambientale a norma dell’articolo 12<br />
<strong>della</strong> Legge 18 giugno 2009 n.69.<br />
(in vigore dal 26 agosto 2010)<br />
Legge 13 agosto 2010 n. 129 (G.U. 18 agosto 2010 n. 192)<br />
Conversione in Legge con modificazioni del decreto-Legge 8 luglio<br />
2010 n. 105, recante misure urgenti in materia di energia. Proroga<br />
di termine per l’esercizio di delega legislativa in materia di<br />
riordino del sistema degli incentivi.<br />
96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
a cura del geom. Alfredo Dellaglio<br />
Autorizzazione paesistica<br />
Ho presentato in Provincia di Brescia una richiesta di autorizzazione<br />
paesistica per dei pannelli fotovoltaici integrati in copertura. Depositata<br />
in Provincia in quanto <strong>il</strong> Comune dell’edificio su cui va installato<br />
l’impianto non mi accettava le autorizzazioni per i pannelli (in contrasto<br />
con le ultime linee guida di dicembre). Valutata la pratica mi è stata<br />
chiesta un’integrazione. Il primo termine di 40 giorni dall’integrazione<br />
è già scaduto, ma l’Amministrazione Provinciale non ha ancora inviato<br />
la relazione <strong>della</strong> Commissione paesaggio alla Soprintendenza. Volevo<br />
capire se è prevista qualche azione a favore del richiedente per<br />
evitare queste perdite di tempo o per oltrepassare <strong>il</strong> ruolo di alcuni uffici<br />
pubblici quando non adempiono ai propri compiti. Ringrazio anticipatamente.<br />
geom. A.N..<br />
Innanzitutto c’è da precisare quanto segue:<br />
1 - gli impianti con potenza non superiore a 20 kW sono considerati<br />
impianti non industriali e conseguentemente non sono soggetti alla<br />
verifica ambientale di cui al Dpr 12 apr<strong>il</strong>e 2006, ai sensi dell’art. 5,<br />
comma 5, Dm 19 febbraio 1997: non necessitano di autorizzazione<br />
<strong>della</strong> Provincia, non seguono la procedura di cui all’art. 12, comma 4,<br />
del Dlgs n. 387/2003, di competenza <strong>della</strong> Provincia, sono assentiti<br />
con Dia;<br />
2 - quelli con potenza superiore a 20 kW ai sensi del Dpp 12 apr<strong>il</strong>e<br />
2006 (All. b, p. 2, lettera c), sono soggetti alla verifica ambientale, necessitano<br />
di autorizzazione <strong>della</strong> Provincia, devono seguire la procedura<br />
di cui all’art. 12, comma 4, del Dlgs n. 387/2003, sono assentiti<br />
mediante permesso di costruire a Dia sostitutiva;<br />
3 - gli impianti fotovoltaici vanno riferiti ai seguenti elementi di valutazione:<br />
codifica dell’impianto, la sua tipologia, la procedura amministrativa<br />
con relativa competenza. Le diverse tipologie di impianti seguono<br />
ora le Linee guida dettate dal Dgr del 25 novembre 2009, n.<br />
8/10622 a cui è seguita la circolare n. 2 del 25 marzo 2010, del Dirigente<br />
Generale regionale di chiarimento <strong>della</strong> Dgr sopra detta;<br />
4 - in base quindi al tipo di impianto, corrisponde una procedura autorizzativa<br />
e la competenza amministrativa. In primo luogo si tratta di<br />
valutare se l’impianto che si intende realizzare sia di competenza del<br />
Comune o <strong>della</strong> Provincia. La Dgr del 2009, riporta chiaramente, per<br />
ogni impianto, i riferimenti normativi, se sono attività ed<strong>il</strong>izia libera, se<br />
sono soggetti a Dia o ad autorizzazione e a chi compete <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’eventuale<br />
autorizzazione paesaggistica. Ricordo semplicemente,<br />
non solo per l’interessato, che le codifiche degli impianti, fanno riferimento<br />
a:<br />
– fotovoltaico integrato sul tetto, senza modifica <strong>della</strong> sagoma (Ftv I<br />
1)<br />
– fotovoltaico integrato sul tetto, con modifica <strong>della</strong> sagoma (Ftv I 2);<br />
– fotovoltaico parzialmente integrato aderente al tetto e che rispetta<br />
tutte le condizioni di cui all’art. 11 del Dlgs 115/1998 (Ftv PI 1);<br />
– fotovoltaico parzialmente integrato aderente al tetto che non rispetta<br />
tutte le condizioni di cui all’art. 11 del Dlgs 115/1998 (Ftv PI<br />
2;<br />
– fotovoltaico non integrato ubicato al suolo con potenza inferiore a<br />
20 kW (Ftv NI 1);<br />
– fotovoltaico non integrato ubicato al suolo con potenza superiore a<br />
20 kW (Ftv NI 1).<br />
Se le competenze per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’autorizzazione unica dell’impianto<br />
è <strong>della</strong> Provincia (che costituisce anche autorizzazione all’esercizio<br />
dello stesso), <strong>il</strong> termine massimo per la conclusione del procedimento<br />
non può comunque essere superiore a 180 giorni, riunificando anche<br />
tutti gli atti di autorizzazione, valutazione, pareri, assensi espressi o di<br />
s<strong>il</strong>enzio assenso comunque denominati sia in campo ambientale sia<br />
in campo dell’ed<strong>il</strong>izia, dell’urbanistica, ecc.<br />
A fronte dell’istanza, la Provincia deve comunicare ai sensi e per gli<br />
effetti dell’art. 7 <strong>della</strong> legge 241 del 1990 l’avvio del procedimento<br />
entro 15 giorni, riportando l’indicazione delle eventuali integrazioni<br />
documentali da fornire, comunicando altresì che <strong>il</strong> mancato riscontro,<br />
ovvero la mancata trasformazione delle integrazioni nei termini previsti,<br />
comporta l’improcedib<strong>il</strong>ità dell’istanza per carenza documentale<br />
e la pratica viene archiviata.<br />
Le integrazioni devono pervenire nel termine perentorio di 30 giorni,<br />
pena <strong>il</strong> preavviso di diniego, entro 30 giorni dal ricevimento <strong>della</strong> documentazione<br />
integrativa ritenuta conforme alle indicazioni delle<br />
Linee guida, <strong>il</strong> Rd P convoca la Conferenza dei Servizi e convoca le<br />
amministrazioni competenti al r<strong>il</strong>scio dell’autorizzazione, trasmettendo<br />
ad ognuna copia del progetto delle opere. Nel corso <strong>della</strong> Conferenza<br />
di Servizi possono essere richieste all’interessato integrazioni<br />
progettuali una sola volta ed entro 90 giorni dall’avvio del procedimento,<br />
assegnando al richiedente un congruo termine per la disposizione<br />
degli elaborati.<br />
La Conferenza di Servizi si aggiornerà entro 30 giorni dal ricevimento<br />
delle integrazioni, con una riconvocazione a cura del RdP.<br />
Questa conclude i propri lavori entro 180 giorni dalla comunicazione<br />
di avvio del procedimento.<br />
Due parole anche per quanto riguarda <strong>il</strong> coordinamento di autorizzazione<br />
unica con altri procedimenti.<br />
In relazione alla particolare ubicazione dell’impianto e all’esistenza di<br />
vincoli specifici, sono interessati enti diversi, tra i quali la Soprintendenza<br />
ai Beni Culturali Architettonici e del Paesaggio, nel caso l’intervento<br />
interessi siti soggetti a vincolo paesaggistico ai sensi <strong>della</strong><br />
parte II del Dlgs n. 42 del 2004, ovvero nel caso l’intervento interessi<br />
siti soggetti a vincolo archeologico o architettonico ai sensi <strong>della</strong> parte<br />
II del Dlgs n. 42 del 2004.<br />
Ai sensi dell’art. 80 <strong>della</strong> legge regionale n. 12 del 2005 <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’autorizzazione<br />
paesaggistica per impianti oggetto di autorizzazione<br />
unica nelle aree soggette a vincolo art; 142, 143, comma 1, lettera d),<br />
del Dlgs 42/2004, è di competenza dell’Amministrazione Provinciale.<br />
Pertanto, affinché <strong>il</strong> procedimento di acquisizione dell’autorizzazione<br />
paesaggistica sia coordinato con quello dell’autorizzazione unica, entrambi<br />
in capo all’Amministrazione provinciale delle differenti normative<br />
di settore, si riassume quanto segue:<br />
a) la domanda di Autorizzazione Unica deve essere comprensiva <strong>della</strong><br />
domanda di autorizzazione paesaggistica. A tal fine la documentazione<br />
progettuale allegata all’istanza di Autorizzazione Unica deve essere<br />
corredata da una relazione paesaggistica firmata da professio-<br />
98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
nista ab<strong>il</strong>itato redatta sulla base di criteri di cui alla Dgr n. 2121 del 15<br />
giugno 2006;<br />
b) per tali casi la verifica preliminare riferita all’Autorizzazione Unica è<br />
effettuata anche ai fini dell’autorizzazione paesaggistica. L’eventuale<br />
richiesta di integrazione <strong>della</strong> documentazione ai fini <strong>della</strong> procedura<br />
dell’istanza è pertanto comprensiva delle eventuali integrazioni per la<br />
componente paesaggistica. La comunicazione di avvio del procedimento<br />
dell’Autorizzazione Unica è da intendersi valida anche agli effetti<br />
<strong>della</strong> domanda di autorizzazione paesaggistica;<br />
c) la convocazione <strong>della</strong> Conferenza di Servizi del procedimento di<br />
Autorizzazione Unica, da effettuarsi nei termini già sopra esposti, è inviata<br />
alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici<br />
un’ultima annotazione che riguarda i pannelli fotovoltaici è contenuta<br />
nel nuovo articolo 5 del Dl n. 40 del 25 marzo 2010, convertito, con<br />
modificazioni, dalla legge n. 73 del 22 maggio 2010.<br />
Tra le attività ed<strong>il</strong>izie libere di cui al nuovo articolo 6 del Dpr n. 380 del<br />
2001, comma 2, lettera d), vi sono anche i pannelli solari, fotovoltaici<br />
e termici, senza serbatoi di accumulo esterno, a servizio degli edifici,<br />
da realizzare al di fuori delle zone di tipo A (centri storici o nuclei di antica<br />
formazione) di cui al Dm 1444 del 1968.<br />
La modifica introdotta con la conversione in legge consente di superare,<br />
per i nuovi interventi ad attività ed<strong>il</strong>izia libera (per altro poche) le<br />
più restrittive disposizioni di cui all’articolo 33 <strong>della</strong> legge regionale n.<br />
12 del 2005.<br />
geom. Antonio Gnecchi<br />
Intervento ed<strong>il</strong>izio in zona agricola<br />
Ho predisposto un progetto di ristrutturazione di un porticato agricolo<br />
per ricavare sei piccoli alloggi a pianta libera da annettere all’attività<br />
agrituristica già esistente di sola ristorazione.<br />
Il fabbricato è stato costruito con pdc precedente per <strong>il</strong> quale era stato<br />
sottoscritto <strong>il</strong> vincolo di inedificab<strong>il</strong>ità e asservimento all’attività agricola<br />
in funzione del rapporto <strong>della</strong> superficie coperta del 10%.<br />
Ora <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e dell’area tecnica del comune di … dove è sede l’attività<br />
agricola e agrituristica, nulla eccependo sui lavori di ristrutturazione<br />
mi chiede di reintegrare <strong>il</strong> vincolo di inedificab<strong>il</strong>ità e asservimento<br />
alla destinazione agricola anche ai fini volumetrici, equiparando<br />
l’intervento alla residenza. Secondo la mia opinione gli alloggi da destinare<br />
all’attività agrituristica ricettiva costituiscono a tutti gli effetti<br />
«attrezzature e infrastrutture produttive necessarie per lo svolgimento<br />
dell’attività», così come recita l’articolo 59 <strong>della</strong> Legge regionale<br />
12/2005 e pertanto essendo <strong>il</strong> fabbricato porticato esistente già vincolato<br />
ai fini <strong>della</strong> superficie coperta e alla destinazione agricola, nulla<br />
più è dovuto, al massimo potrei reiterare <strong>il</strong> vincolo di «destinazione all’attività<br />
agricola dei nuovi alloggi».<br />
Geom. G.T.<br />
Ai sensi dell’articolo 59 <strong>della</strong> legge regionale n. 12 del 2005 doveva<br />
ed è stato perfezionato l’atto di vincolo di “non edificazione” con <strong>il</strong><br />
quale è stata vincolata l’area aziendale all’attività di agriturismo entro<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 101
<strong>il</strong> limite massimo del 10 per cento <strong>della</strong> superficie aziendale.<br />
Premesso che:<br />
- l’attività agrituristica è qualificata quale attività agricola a tutti gli effetti<br />
secondo la normativa regionale di settore vigente. Ricordo, al<br />
riguardo, che la legge regionale n. 10 del 2007, ha introdotto, in linea<br />
con la disciplina nazionale, la presentazione <strong>della</strong> DAA (dia nella versione<br />
dell’articolo 6, comma 2, <strong>della</strong> legge n. 96 del 2007). La nuova<br />
disposizione subordina l’esercizio dell’attività agrituristica alla presentazione<br />
<strong>della</strong> DAA al comune e non consente la richiesta di autorizzazione.<br />
Gli articoli 6 e 7 dispongono le caratteristiche ed i requisiti<br />
dei locali da ut<strong>il</strong>izzare per l’attività agrituristica. Sostanzialmente<br />
riconosce a questi fabbricati un carattere agricolo nulla r<strong>il</strong>evando<br />
la parte di questi impiegata nell’attività prettamente ricettiva,<br />
quali, ad esempio, le camere, le cucine, le sale da pranzo e di intrattenimento,<br />
etc., senza alcun obbligo di vincolo di destinazione<br />
d’uso. Importante è ribadire che l’ut<strong>il</strong>izzazione agrituristica non<br />
comporta cambio di destinazione d’uso degli edifici censiti come rurali<br />
e nulla r<strong>il</strong>eva la destinazione urbanistica di tali fabbricati. Il<br />
comma 2 dell’articolo 6 ammette la sistemazione degli immob<strong>il</strong>i da<br />
destinare ad uso agricolo attraverso interventi di ristrutturazione e-<br />
d<strong>il</strong>izia, restauro risanamento conservativo o di miglioramento o di<br />
ampliamento necessari all’adeguamento igienico – sanitario e tecnologico.<br />
- L’esercizio ed <strong>il</strong> funzionamento dell’attività agrituristica è subordinato<br />
alle condizioni e ai presupposti contenuti nella legge regionale<br />
n. 10 del 2007 e relativo regolamento di attuazione, non oggetto di<br />
contestazione da parte del comune<br />
- è stato sottoscritto l’atto di vincolo di “non edificazione” ai sensi dell’articolo<br />
59, <strong>della</strong> LR n. 12 del 2005, per destinazioni agricole (sebbene<br />
per funzioni agrituristiche), secondo i parametri ed<strong>il</strong>izi ed urbanistici<br />
produttivi delle zone E dello strumento urbanistico e non<br />
residenziali,<br />
- è stato, altresì, sottoscritto <strong>il</strong> vincolo di asservimento <strong>della</strong> destinazione<br />
dell’immob<strong>il</strong>e al servizio dell’attività agricola, comprensivo del<br />
porticato in parola, ai sensi del successivo articolo 60, stessa legge<br />
regionale.<br />
Il progetto di ristrutturazione ed<strong>il</strong>izia del porticato, pare non abbia sollevato<br />
problemi su chi ha proposto tale intervento né che sia risultato<br />
in contrasto con le previsioni del PRG (o PGT), salvo equiparare l’intervento<br />
alla residenza, per i motivi sopra esposti.<br />
La trasformazione di questo porticato in piccoli alloggi annessi all’attività<br />
agrituristica esistente, interessa una superficie coperta già precedentemente<br />
vincolata, per destinazioni agricole, secondo quanto<br />
precisa la legge regionale 8 giugno 2007, n. 10 e quanto prescrive <strong>il</strong><br />
citato articolo 59 <strong>della</strong> LR 12/05 .<br />
Ne consegue che non si rende necessario un ulteriore vincolo <strong>della</strong><br />
superficie aziendale in base ai parametri residenziali <strong>della</strong> zona E previsti<br />
dal PRG (o PGT) e neppure per destinazioni produttive agricole,<br />
in quanto la superficie del portico era già stata vincolata in precedenza<br />
e le superfici occupate con i nuovi piccoli alloggi sono annessi all’attività<br />
agrituristica, alla quale viene riconosciuto un carattere agricolo,<br />
come più volte ribadito.<br />
Questa condizione, ovviamente, rimane tale fino a modifica <strong>della</strong> situazione<br />
oggettiva degli immob<strong>il</strong>i o di variazioni delle condizioni urbanistiche<br />
dello strumento urbanistico, ovvero dei requisiti e presupposti<br />
dei soggetti titolari dell’attività.<br />
Se, quindi, gli interventi non comportano variazioni <strong>della</strong> superficie<br />
coperta secondo la disciplina urbanistica locale, non è necessario un<br />
ulteriore atto di vincolo “non edificazione” ai sensi dell’articolo 59, LR<br />
n. 12/2005.<br />
Potrebbe, invece, ritenersi necessario un ulteriore atto che preveda <strong>il</strong><br />
mantenimento <strong>della</strong> destinazione dell’immob<strong>il</strong>e al servizio dell’attività<br />
agricola, secondo quanto dispone l’articolo 60 stessa legge.<br />
Francamente, però, non vedo, in questo caso, dove sta la semplificazione<br />
degli adempimenti in quanto, sebbene non necessario <strong>il</strong> vincolo<br />
urbanistico, sia dovuto quello sull’asservimento <strong>della</strong> nuova destinazione<br />
(annessa all’attività agrituristica ed equiparata a quella a-<br />
gricola), che imporrebbe comunque l’obbligo di andare nuovamente<br />
dal notaio a regolarizzare tale condizione.<br />
geom. Antonio Gnecchi<br />
Pagamento <strong>della</strong> sanzione per ritardato<br />
pagamento contributo di costruzione<br />
Il comune di … può richiedere <strong>il</strong> pagamento di euro … di sanzione per<br />
ritardato pagamento del contributo di costruzione relativo alla Dia per<br />
la manutenzione straordinaria fabbricato produttivo di nuovi soppalchi,<br />
per l’insediamento di «laboratorio di design» (allegata determinazione<br />
del dirigente l’Utc, con diffida a dare inizio ai lavori e precedente<br />
comunicazione di chiusura procedimento ai sensi art. 42,<br />
comma 10, legge regionale 12/05, con richiesta di regolarizzazione e<br />
completamento <strong>della</strong> pratica prima dell’inizio lavori, presentando una<br />
serie di documentazioni integrative).<br />
geom. U.V.<br />
Dalla documentazione allegata al quesito non è dato sapere la data<br />
di presentazione <strong>della</strong> Dia, anche se precedente <strong>il</strong> 23 luglio 2010.<br />
L’UTC ha inviato in tale data quella che si definisce la “chiusura del<br />
procedimento” ai sensi dell’articolo 42, comma 10, <strong>della</strong> LR n. 12 del<br />
2005, ritenendo di non dover adottare, nel termine di 30 giorni dalla<br />
data di presentazione <strong>della</strong> Dia l’ordine motivato di non effettuare <strong>il</strong><br />
previsto intervento (articolo 42, comma 9, stessa legge).<br />
A parte <strong>il</strong> fatto che non si capisce come si possano definire interventi<br />
di manutenzione straordinaria la formazione di nuovi soppalchi, pur<br />
all’interno di un insediamento produttivo (aumento di slp), ma ciò è i-<br />
ninfluente per quanto ci interessa.<br />
Partendo quindi dal presupposto che <strong>il</strong> titolo ab<strong>il</strong>itativo (Dia o super<br />
Dia) sia oneroso, doveva essere allegato <strong>il</strong> relativo calcolo del contributo<br />
di costruzione ed effettuare <strong>il</strong> pagamento dello stesso secondo<br />
le modalità previste dalla normativa vigente (articolo 42, comma 2),<br />
mentre la quota degli oneri di urbanizzazione è corrisposta al comune<br />
entro 30 giorni successivi alla presentazione <strong>della</strong> Dia, fatta salva la<br />
facoltà di rateizzazione (articolo 42, comma 3).<br />
102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
Io non conosco le modalità di pagamento del contributo del comune<br />
di … per cui non posso essere preciso sulle diverse fasi di pagamento,<br />
ma ti posso riassumere come devono essere corrisposti gli oneri di<br />
urbanizzazione (compreso lo smaltimento rifiuti), secondo l’ipotesi<br />
<strong>della</strong> rateizzazione:<br />
- la prima rata degli oneri doveva essere versata entro <strong>il</strong> … , 30 giorni<br />
dalla data di presentazione <strong>della</strong> Dia,<br />
- <strong>il</strong> saldo alla data stab<strong>il</strong>ita dalla delibera comunale<br />
L’importo di euro … corrisponde al 10% di euro … e cioè l’intera<br />
somma degli oneri di urbanizzazione dovuti per gli interventi proposti<br />
con la Dia.<br />
Se la delibera comunale stab<strong>il</strong>isce che l’intero importo degli oneri<br />
debba essere pagato in un’unica soluzione, <strong>il</strong> comune ha ragione; se,<br />
invece, la delibera prevede due o più rate, la prima doveva essere pagata<br />
entro 30 giorni dalla data di presentazione <strong>della</strong> Dia, mentre la<br />
seconda (e/o la terza) alle date stab<strong>il</strong>ite dalla delibera di cui si diceva.<br />
L’articolo 42, comma 2, del Dpr n. 380 del 2001. dispone che i ritardati<br />
pagamenti delle somme dovute nei termini stab<strong>il</strong>iti dai comuni,<br />
comportano l’applicazione delle sanzioni pecuniarie.<br />
Relativamente agli oneri di cui si parla, se l’importo è dovuto in unica<br />
soluzione, come sopra si diceva, <strong>il</strong> comune ha correttamente applicato<br />
la sanzione prevista dalla norma sopra citata (lettera a), entro 120<br />
giorni dalla data di presentazione <strong>della</strong> Dia), tenuto conto che, in caso<br />
di ulteriore ritardo, si applicano anche le successive di cui alle lettere<br />
b) e c).<br />
Diversamente la prima rata doveva essere versata entro 30 giorni, ma<br />
la sanzione del 10% si applica solo all’importo <strong>della</strong> prima quota,<br />
mentre le seconda (e/o la terza) devono essere pagate alle date stab<strong>il</strong>ite<br />
dalla delibera comunale, oltre le quali si applica sulle somme dovute<br />
le sanzioni di cui alla lettera a) (10% nei successivi 120 gg) e<br />
quelle stab<strong>il</strong>ite dalle successive lettere b) e c), dPR 380/2001.<br />
Bisogna quindi verificare come <strong>il</strong> comune di … ha deciso come far pagare<br />
gli oneri di urbanizzazione e solo dopo sarà possib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire se<br />
l’importo <strong>della</strong> sanzione di euro … è giusto o sbagliato e, in tal caso,<br />
mettere al corrente l’UTC dell’errore per l’eventuale correzione <strong>della</strong><br />
soma dovuta per <strong>il</strong> ritardato pagamento <strong>della</strong> rata degli oneri.<br />
geom. Antonio Gnecchi<br />
IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 105
Aggiornamento Albo<br />
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 18 ottobre 2010<br />
N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza<br />
6042 Maimeri Panizza Fabio Edolo (Bs) 07/01/1985 25050 Sellero (Bs) via Valeriana 23<br />
6043 Bianchi Cristian Edolo (Bs) 20/10/1987 25040 Malonno (Bs) via Miravalle 113<br />
6044 Nicolini Cristian Chiari (Bs) 26/111987 25030 Castrezzato (Bs) via San Rocco 10<br />
6045 Sganzerla Giorgio Brescia 20/03/1974 25020 Azzano Mella (Bs) via dei Pizzi 15/A<br />
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 29 luglio 2010<br />
N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />
1884 Zanetti Pierino Mazzano (Bs) 01/06/1946 25080 Mazzano (Bs) via Martiri di p.zza Loggia 31 Decesso<br />
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 7 agosto 2010<br />
N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />
2170 Papis Luciano Brescia 02/05/1946 25128 Brescia via M. Cesaresco 25 Decesso<br />
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 29 agosto 2010<br />
N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />
5525 Pedezzi Fabio Tirano (So) 04/09/1983 25040 Corteno Golgi (Bs) via S. Giovanni Battista 2-Lombro Decesso<br />
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 9 ottobre 2010<br />
N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />
1160 Camadini Giovanni Pietro Cedegolo (Bs) 19/06/1928 25135 Brescia via Della Musia 30 Decesso<br />
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 18 ottobre 2010<br />
N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />
2546 Bagnardi Pietro Brescia 01/12/1939 25124 Brescia via Malta 12 - scala B Dimissioni<br />
106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5
memo<br />
AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBO<br />
Per consentire <strong>il</strong> periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sono<br />
tenuti a comunicare al <strong>Collegio</strong> ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico ut<strong>il</strong>izzando esclusivamente<br />
la seguente scheda:<br />
PER AGGIORNARE GLI ELENCHI<br />
DELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIA<br />
IL COLLEGIO INVITA I GEOMETRI<br />
A COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINE<br />
QUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX)<br />
SPETT.LE<br />
COLLEGIO DEI GEOMETRI<br />
DELLA PROVINCIA DI BRESCIA<br />
25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12<br />
FAX: 030/306867<br />
IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA<br />
cognome e nome ………………………………………………………………………………………….. n. albo …………………………………………... nato <strong>il</strong> …………………………………………<br />
luogo di residenza ………………………………………………………………………………………..<br />
luogo dello studio ………………………………………………………………………………......<br />
cap …………………………… città ……………………………………………………………………... cap ………………………………………………. città …………………………………………....<br />
via ………………………………………………………………………………………………………………………...<br />
via ………………………………………………………………………………………………………………......<br />
P. Iva ……………………………………………………………………………………………………………………<br />
tel. casa ……………………………………………………………………………………………………………. tel. ufficio …………………………………… fax …………………………………………........<br />
cell. ……………………………………………………………………………………………………………………….<br />
e-ma<strong>il</strong> …………………………………………………………………………………………………………....<br />
data ……………………………………………………………………………………………………………………..<br />
firma ……………………………………………………………………………………………………………....<br />
Per l’invio <strong>della</strong> corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta)<br />
Autorizzi la pubblicazione <strong>della</strong> tua e-ma<strong>il</strong> nel sito Internet del <strong>Collegio</strong> ❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta)<br />
Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa di<br />
Previdenza geometri a sensi <strong>della</strong> legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la comp<strong>il</strong>azione<br />
di specifico modello di atto notorio disponib<strong>il</strong>e presso <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong>. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte le<br />
informazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamenti<br />
alla Cassa di Previdenza.<br />
108 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5