Campo de' fiori 69 nuovo:1-52.qxd.qxd
Campo de' fiori 69 nuovo:1-52.qxd.qxd
Campo de' fiori 69 nuovo:1-52.qxd.qxd
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 13<br />
Cardinali più potenti della Chiesa di Roma,<br />
si imponeva che ella dovesse avere un<br />
legittimo consorte e, per dare copertura<br />
ufficiale a quella scandalosa relazione,<br />
specie dopo aver indossato la Tiara, il<br />
Borgia se ne occupò personalmente combinando<br />
diversi matrimoni e garantendo ai<br />
mariti che si susseguirono nel tempo, una<br />
buona sistemazione all’interno<br />
dell’Amministrazione Pontificia. Così<br />
Vannozza va in sposa a Domenico Jannotti<br />
da Rignano e, rimasta subito vedova,<br />
sposa il milanese Giorgio della Croce, ma<br />
ben presto rimane vedova per la seconda<br />
volta. Rodrigo non si perde d’animo e in<br />
poche settimane pianifica per lei quella<br />
che sarebbe stata l’unione più riuscita. Ella<br />
sposa, infatti, il mantovano Carlo Canale,<br />
un dotto umanista profondo conoscitore di<br />
lettere e poesia, già Camerlengo del<br />
Cardinale Francesco Gonzaga.<br />
Questo <strong>nuovo</strong> matrimonio segna una svolta<br />
nella vita di Vannozza che, tra l’altro,<br />
decide di lasciare il Palazzo donatole da<br />
Rodrigo all’inizio della loro relazione, per<br />
trasferirsi in una nuova dimora, una sontuosa<br />
Villa nel quartiere della Suburra l’attuale<br />
Rione Monti.<br />
La Piazza antistante il Palazzo e la scenog<br />
r a f i c a<br />
Scalinata che<br />
sale fino a San<br />
Pietro in<br />
Vincoli, denominata<br />
anche<br />
“Salita Borgia”,<br />
naturale continuazione<br />
del<br />
c.d. “Vicus<br />
Sceleratus”<br />
perché testimone<br />
della<br />
scelleratezza<br />
compiuta da Tullia che, secondo la leggenda,<br />
con il marito Tarquinio il Superbo<br />
passò col cocchio sul cadavere del padre,<br />
il re Servio Tullio, costituiscono uno dei più<br />
suggestivi angoli di Roma.<br />
La Torre mozza posta sulla destra del<br />
Palazzo rivela l’origine mediovale del complesso,<br />
mentre la Colonna votiva sormontata<br />
da una croce, sembra voler rendere<br />
questo ambiente più simile ad un chiostro<br />
privo di colonne che ad una piazza del<br />
centro della città.<br />
Seguendo gli scritti di Lord Byron, è suggestivo<br />
immaginare come dalla finestra<br />
balconata del secolo XVI, posta al centro<br />
del Palazzo, si affacciassero Giovanna dei<br />
Cattanei detta Vannozza e sua figlia, la<br />
bella Lucrezia Borgia della quale il poeta<br />
inglese conservava religiosamente una<br />
ciocca di capelli. La notte del 14 giugno<br />
1497, dopo una festa, da quello stesso<br />
Palazzo uscì Don Juan Duca di Candia,<br />
figlio primogenito di Rodrigo e Vannozza<br />
per non rientrare mai più essendo stato<br />
ucciso e gettato nel Tevere.<br />
Alcuni mesi dopo si sospettò che autore<br />
dell’omicidio fosse il fratello Cesare, “il<br />
Valentino”, tant’è che in un dispaccio del<br />
22 febbraio 1498, l’Oratore ferrarese a<br />
Venezia scriveva: “ … de novo ho inteso<br />
come della morte del Duca di Candia fu<br />
causa il Cardinale suo fratello …<br />
Carlo Canale si affezionò in maniera autentica<br />
ai figli di Vannozza, specie alla piccola<br />
Lucrezia, alla quale trasmise tutto il suo<br />
amore per le scienze umanistiche, iniziandola<br />
allo studio del greco, del latino, della<br />
poesia e delle arti; a questo punto il legame<br />
sentimentale fra Rodrigo e Vannozza<br />
può considerarsi concluso. Tuttavia, fra i<br />
due rimase un legame di profondo affetto<br />
e stima il cui collante fu certamente costituito<br />
dall’amore che entrambi nutrivano<br />
per i loro figli.<br />
Le ricchezze di Vannozza, intanto, lievitano<br />
notevolmente grazie, non solo ai favori<br />
di cui aveva potuto godere essendo la concubina<br />
del potentissimo Cardinale spagnolo,<br />
ma anche per il suo indiscusso senso<br />
per gli affari che le consente di operare<br />
investimenti sempre vantaggiosi e redditizi.<br />
Donna energica ed anima di affarista,<br />
traffica per quasi quarant’ anni in acquisto,<br />
vendita, affitto, gestione di locande, svolge<br />
l’attività di albergatrice avendo avuto in<br />
fitto l’Albergo del Biscione e le Locande del<br />
Leone Grande e del Leone Piccolo, tutti e<br />
tre ubicati davanti alle Carceri di Tor di<br />
Nona quindi, morto Alessandro VI, acquista<br />
e fa restaurare la più nota Locanda<br />
della Vacca a <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>, una palazzina<br />
rinascimentale posta all’angolo fra Via<br />
dei Cappellari e Via del Gallo, frequentata<br />
da personaggi di alto rango che amavano<br />
intrattenersi con le numerose prostitute in<br />
servizio presso Vannozza.<br />
All’angolo di questo edificio è ancora possibile<br />
ammirare lo Stemma gentilizio della<br />
Nobildonna Vannozza, costituito dalla<br />
sovrapposizione<br />
delle insegne<br />
araldiche dei<br />
Borgia, dei<br />
Cattanei e di<br />
Carlo Canale,<br />
l’ultimo dei suoi<br />
mariti ma, poiché<br />
i mariti di<br />
Vannozza furono<br />
tre, nell’epigrafe<br />
manca il<br />
nome di uno di<br />
essi, ossia quello<br />
di Domenico<br />
Jannotti da Rignano.<br />
Negli ultimi anni della sua esistenza,<br />
Vannozza conduce una vita di penitenza<br />
ed espiazione aderendo alla Confraternita<br />
del Gonfalone alla quale lascia tutti i suoi<br />
averi, muore il 26 novembre del 1518,<br />
all’età di 76 anni.<br />
Le disposizioni che aveva lasciato per la<br />
sua sepoltura non furono rispettate;<br />
Vannozza desiderava essere sepolta nella<br />
scomparsa chiesa di Santa Maria delle<br />
Terme, venne invece tumulata nella<br />
Chiesa di Santa Maria del Popolo, dove<br />
riposava il figlio Juan, dei resti di entrambi,<br />
però, non vi è più traccia. Infatti,<br />
durante il Sacco di Roma del 1527 da<br />
parte dei Lanzichenecchi, la Cappella fu<br />
spogliata delle sue ricchezze e la tomba<br />
devastata, fu recuperata la sola lapide<br />
sepolcrale di Vannozza che venne ricomposta<br />
e murata nel portico della Basilica di<br />
San Marco, di fronte al Campidoglio, dove<br />
è tutt’oggi conservata.