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Parte 2 - CusMiBio - Università degli Studi di Milano

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ten<strong>di</strong>ni (negli eterozigoti) o nella cute dei gomiti e delle ginocchia (negli omozigoti). Tuttavia, nel 40% <strong>degli</strong><br />

eterozigoti gli xantomi possono essere assenti del tutto, e anche le altre manifestazioni patologiche, come gli<br />

xantelasmi (accumuli <strong>di</strong> grasso all'esterno dell'occhio) o l'arco corneale (piccola lunetta che si forma dentro l'occhio<br />

alla periferia della cornea) possono essere assenti o manifestarsi in forma lieve. In questi casi, l'eterozigote può<br />

scoprire <strong>di</strong> essere affetto da FH solo in seguito a controlli ematici casuali e forse troppo tar<strong>di</strong> per instaurare una<br />

adeguata terapia. In assenza <strong>di</strong> trattamenti specifici, gli uomini intorno ai 35 anni e le donne intorno ai 45 anni hanno<br />

alto rischio <strong>di</strong> andare incontro a gravi problemi car<strong>di</strong>ocircolatori.<br />

Negli omozigoti il quadro clinico è più grave. I sintomi sono riscontrabili entro i primi 4 anni <strong>di</strong> vita e i problemi<br />

car<strong>di</strong>ocircolatori compaiono già nell'infanzia, determinando molto spesso la morte per infarto prima dei 20 anni.<br />

TERAPIA. Le semplici raccomandazioni <strong>di</strong>etetiche non sono sufficienti a ridurre le manifestazioni patologiche <strong>di</strong><br />

questa malattia, perchè l'organismo produce comunque colesterolo <strong>di</strong> per sé. I pazienti adulti vengono trattati con le<br />

statine, potenti inibitori dell'enzima 3-idrossi-3-metil-glutaril-Co A riduttasi che è necessario, come già detto, per la<br />

sintesi del colesterolo. Insieme alle statine vengono somministrate anche delle resine che sequestrano il colesterolo<br />

sotto forma <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> biliari e ne permettono l'espulsione con le feci, e l'ezetimide che inibisce selettivamente<br />

l'assorbimento <strong>di</strong> colesterolo a livello intestinale. E' importante, in ogni caso, evitare tutti i fattori <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong><br />

malattie car<strong>di</strong>ovascolari, come fumo, alcool, stress e tenere sotto controllo la pressione arteriosa.<br />

Negli omozigoti la terapia d'elezione è però rappresentata dalla LDL- aferesi che consiste, ogni due settimane circa,<br />

nella rimozione extracorporea delle LDL dal sangue con una speciale apparecchiatura.<br />

Scheda 3: EMOFILIA A (HEMA) #OMIM 306700<br />

L’emofilia è una malattia per cui il sangue fatica a coagulare con conseguenti gravi rischi in caso <strong>di</strong> ferite o possibilità<br />

<strong>di</strong> emorragie interne anche in assenza <strong>di</strong> traumi. La causa va ricercata nell'assenza <strong>di</strong> alcune proteine in<strong>di</strong>spensabili<br />

per la coagulazione (Fig. 4.4). Nell'85% dei casi, si tratta del fattore VIII (emofiliaA, HEMA) e, nei restanti casi, del<br />

fattore IX (emofilia B, HEMB), entrambi prodotti dal fegato. I geni del fattore VIII e IX della coagulazione sono<br />

localizzati sul cromosoma X. La malattia si manifesta solo nei maschi, mentre le femmine sono portatrici sane.<br />

Rarissime sono le femmine malate, il che fa pensare che la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> omozigosi per l'emofilia sia letale nella<br />

femmina allo stato fetale. Esistono forme <strong>di</strong> emofilia A <strong>di</strong> gravità <strong>di</strong>versa (<strong>di</strong>pendente dal tipo <strong>di</strong> mutazione). Il 60%<br />

<strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui con emofilia A ha la forma grave.<br />

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Fig. 4.4 La cascata <strong>degli</strong> eventi della coagulazione e i<br />

principali fattori coinvolti. Il fattore VIII è coinvolto<br />

nella emostasi secondaria e nella crescita del coagulo. Il<br />

fattore IX (non in<strong>di</strong>cato nella figura) è una delle<br />

proteine della cascata <strong>di</strong> reazioni che portano<br />

all’attivazione della protrombina a trombina.<br />

CAUSE. Malattia molto eterogenea geneticamente (vedere §2.4) in quanto dovuta a molte mutazioni <strong>di</strong>verse del gene<br />

del fattore VIII. Il catalogo OMIM riporta 270 varianti alleliche principali.<br />

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