Parte 2 - CusMiBio - Università degli Studi di Milano
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Negli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> origine Boera è frequente una mutazione del gene del recettore LDL consistente in una sostituzione<br />
<strong>di</strong> una coppia <strong>di</strong> basi (G C) nell’esone 4 del gene che crea un sito per l’enzima <strong>di</strong> restrizione DdeI: 5’ C/TNAG 3’<br />
3’ GANT/C 5’<br />
La mutazione causa anche una sostituzione amminoaci<strong>di</strong>ca Asp Glu che mo<strong>di</strong>fica la maturazione della proteina<br />
recettore e ne riduce la capacità <strong>di</strong> legare LDL una volta giunta sulla superficie cellulare.<br />
Il probando riferisce che lo zio deceduto si era sottoposto all’analisi del DNA e le analisi in suo possesso confermano<br />
che era portatore della mutazione sopradescritta.<br />
Pr fw<br />
Amplificando con la PCR un segmento <strong>di</strong> DNA <strong>di</strong><br />
DdeI<br />
235 bp che comprende il sito DdeI (posizionato<br />
Esone 4<br />
130 bp dall’estremità 5’), e <strong>di</strong>gerendo il prodotto<br />
Pr rev<br />
della PCR con l’ER DdeI, quale è il numero e la<br />
lunghezza (in bp) delle bande che vi aspettate <strong>di</strong><br />
trovare negli in<strong>di</strong>vidui che hanno ere<strong>di</strong>tato l’allele<br />
235 bp (normale)<br />
mutato (omozigoti o eterozigoti) e in quelli che<br />
non lo hanno (omozigoti normali)<br />
130 + 105 bp (mutato)<br />
Analizzeremo il DNA dei membri della famiglia<br />
<strong>di</strong>sponibili, per in<strong>di</strong>viduare chi è portatore della stessa mutazione identificata nello zio deceduto.<br />
Scenario 3. Emofilia A (HEMA) #OMIM 306700<br />
Sei anni fa ha richiesto consulenza genetica una giovane coppia proveniente da un piccolo centro dell’appennino<br />
marchigiano. All’anamnesi sono stati raccolti i seguenti dati: la donna aveva un fratello emofilico, morto a 8 anni in<br />
seguito ad una emorragia intestinale. I suoi genitori non hanno l’emofilia. Il marito è sano. Il loro primo figlio è un<br />
maschio affetto da emofilia A. La domanda della coppia riguardava il rischio <strong>di</strong> avere altri figli emofilici. La risposta<br />
era stata che ogni figlio maschio aveva 50% <strong>di</strong> probabilità <strong>di</strong> essere emofilico e che era quin<strong>di</strong> consigliabile, in caso <strong>di</strong><br />
una successiva gravidanza in cui fosse accertato il sesso maschile del feto, eseguire l’analisi del DNA fetale per fare<br />
<strong>di</strong>agnosi prenatale <strong>di</strong> malattia.<br />
Essendo l’emofilia A, come abbiamo già detto (ve<strong>di</strong> §2.4) una patologia estremamente eterogenea (il catalogo OMIM<br />
riporta 270 varianti alleliche principali), per identificare quale è la mutazione responsabile della malattia in ogni<br />
singolo caso è necessario effettuare delle analisi del DNA estremamente complesse e laboriose che richiedono<br />
laboratori attrezzati. Una via più semplice e tecnicamente meno impegnativa è quella <strong>di</strong> fare una <strong>di</strong>agnosi in<strong>di</strong>retta <strong>di</strong><br />
malattia utilizzando un marcatore RFLP associato all’allele malattia (ve<strong>di</strong> pag. 15). Sono stati identificati alcuni<br />
RFLP associati al gene che co<strong>di</strong>fica il fattore VIII. Come abbiamo già detto (ve<strong>di</strong> pag. 15), per avere dei risultati<br />
significativi è necessario analizzare il DNA <strong>di</strong> molti in<strong>di</strong>vidui all’interno della famiglia per identificare quale RFLP<br />
utilizzare e quale allele del RFLP scelto è associato all’allele malattia all’interno <strong>di</strong> quella famiglia.<br />
La coppia è ora in attesa <strong>di</strong> un figlio che ecograficamente è risultato maschio. La donna vuole sottoporsi ad<br />
amniocentesi. Si rimette in contatto con il centro <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> che consiglia <strong>di</strong> rivolgersi a un laboratorio del capoluogo<br />
della regione <strong>di</strong> residenza che non è attrezzato per l’identificazione <strong>di</strong>retta della mutazione ma è invece<br />
tecnologicamente in grado <strong>di</strong> eseguire una analisi del DNA per identificare RFLP associati alla malattia.<br />
Sono <strong>di</strong>sponibili i DNA della donna che richiede l’analisi e che è in attesa del quarto figlio, <strong>di</strong> sua madre, <strong>di</strong> due suoi<br />
fratelli e <strong>di</strong> una sua sorella; sono <strong>di</strong>sponibili anche i DNA dei tre bambini della signora: il maschio emofilico e due<br />
figlie femmine nate nel frattempo.<br />
Costruite il pe<strong>di</strong>gree <strong>di</strong> questa famiglia (rivedere il §2.2). Se non ricordate la modalità <strong>di</strong> trasmissione ere<strong>di</strong>taria<br />
dell’emofilia A consultate il catalogo OMIM (§2.3). Verificate il vostro pe<strong>di</strong>gree con quello che trovate a pag.22.<br />
Nella famiglia è risultato significativo il RFLP legato a un sito Hind III all’interno dell’introne 19 del gene. Questa<br />
mutazione è una piccola delezione (del AGAG) che crea un sito Hind III 5'A/A G C T T 3'<br />
3'T T C G A/A 5'<br />
Pr fw<br />
HindIII<br />
Introne 19<br />
Pr rev<br />
717 bp (-)<br />
167 + 550 bp (+)<br />
(+)(+)(+<br />
Nella famiglia l’allele malattia è associato all’allele (-)<br />
del RFLP (= assenza della delezione e quin<strong>di</strong> del sito).<br />
Quin<strong>di</strong> l’allele (-) sarà identificato dalla presenza <strong>di</strong> 1<br />
banda e l’allele (+) sarà identificato dalla presenza <strong>di</strong><br />
2 bande.<br />
Amplificando con la PCR un segmento <strong>di</strong> DNA <strong>di</strong><br />
717 bp che comprende il sito HindIII (posizionato 167<br />
bp dall’estremità 5’), e <strong>di</strong>gerendo il prodotto della<br />
PCR con l’ER HindIII, quale è il numero e la lunghezza (in bp) delle bande che vi aspettate <strong>di</strong> trovare nel DNA dei<br />
soggetti malati della famiglia, dei soggetti portatori, dei soggetti sani<br />
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