Materiali di discussione - Dipartimento di Economia politica

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Tab. 3 − Area Nord: proiezioni demografiche 2002-2014 Area Nord Scenario medio (Flussi migratori = media 1999-2001) Scenario massimo (Flussi migratori = max 1997-2001) Popolazione Famiglie Popolazione Famiglie 2002 79.864 31.505 79.864 31.505 2006 81.841 33.014 82.556 33.300 2014 85.853 36.458 88.151 37.424 Var. ‰ 2014/2002 6.03 12.17 8.23 14.35 Fonte: Osservatorio Demografico Provincia Utilizzando i tassi di crescita continua della popolazione così come individuati dalla Provincia di Modena per le proprie proiezioni nello scenario massimo ed applicandole alla popolazione di dicembre 2006, si può stimare che al 2016 la popolazione dell’area oscillerà attorno ai 90.000 abitanti, con un tasso di crescita del 0,8%. Utilizzando questo semplice metodo è possibile così stimare la popolazione residente nell’area tra 10 anni. Dal momento che gli scenari più convincenti paiono essere quello medio e quello massimo, l’Area Nord nel 2016 dovrebbe ospitare 88.674 residenti nel primo caso, 90.647 nel secondo. Tab. 4 − Area Nord: proiezioni demografiche 2002-2014 Scenario medio (Flussi migratori media 1999- 2001=0.6%) Scenario massimo (Flussi migratori max 1997-2001 =0.8%) 2006 83.488 83.488 2016 88.674 90.647 Nota In queste proiezioni non si considera Bondeno, che però fa parte del sistema Locale del lavoro e che concorre a definire un bacino di relazioni economiche e sociali di oltre 100 mila abitanti. 1.3 L’attività economica I dati fin qui esposti mostrano che, negli ultimi 10 anni, i comuni l’Area Nord della provincia di Modena, hanno conosciuto un processo di forte crescita, dopo anni di stagnazione e di marginalità rispetto ai principali poli produttivi della provincia. Tale crescita è probabilmente destinata a continuare, rendendo l’area un polo economico attrattivo anche per le zone decentrate delle province confinanti. È interessante allora esaminare da vicino le caratteristiche del sistema produttivo dell’area, alla ricerca dei fattori di specializzazione che sostengono lo sviluppo recente. La tecnica più usata per sintetizzare le caratteristiche della struttura produttiva di un territorio è l’uso degli quozienti di localizzazione. Essi descrivono la quota di occupazione per ogni settore di un territorio, relativamente alla quota regionale di occupazione dello stesso settore. 6 6 Il Quoziente di Localizzazione (QL ir ) è definito come il rapporto tra la quota di occupazione O in un dato settore i in una certo territorio (o regione) r, relativamente 13
L’analisi dell’indice di localizzazione fornisce indicazioni al riguardo della vocazione produttiva di un area rispetto a quella della regione. In termini di analisi della base economica di un’area, la logica è che se la quota di occupazione di un settore in un territorio è più grande di quella regionale (QL ir > 1) allora quel territorio è specializzato nella produzione del bene di quel settore. Se per semplicità assumiamo che la funzione di produzione è la stessa per tutti i territori; e che è identico anche il comportamento di consumo delle famiglie; allora un quoziente maggiore di uno implica che il territorio è esportatore netto del prodotto di quel settore. Il livello di specializzazione in un’area diventa così un indicatore indiretto della sua capacità esportatrice 7 . Nel caso dell’Area Nord, il denominatore ritenuto adatto a ricavare i quozienti è quello regionale, che funge quindi da parametro di riferimento. I risultati vengono riportati separatamente per l’industria e i servizi. Le figure riportano inoltre per ogni settore il quoziente del 2001 e il quoziente 1981, per soffermarsi sulle eventuali differenze intercorse in vent’anni. La figura 10 mostra che quasi tutti i settori agro-industriali hanno un QL > 1; possiamo quindi distinguere tre gruppi di specializzazione: quelli di fortissima specializzazione (indice superiore a 3); quelli di media specializzazione (con indice tra 1 e 3); quelli di non specializzazione (inferiori a 1). Nel primo gruppo si colloca il biomedicale (che raggiunge un QL di 11), il settore cartotecnico, il tessile l’abbigliamento. Ma mentre la specializzazione biomedicale, la cartotecnica e quella dell’abbigliamento rispetto al 1981 aumentano fortemente, quella tessile diminuisce. Nel secondo gruppo, oltre ai settori connessi all’agricoltura, è forte il comparto autoveicoli e rimorchi, i prodotti chimici, le ceramiche, le lavorazioni in metallo. Si rafforza molto il settore costruzioni. Nel terzo gruppo infine si colloca l’industria del legno, la produzione di macchine, l’industria del mobile che peggiora fortemente rispetto al 1981. Attorno a un nucleo di settori a forte specializzazione, vi è un insieme vario di industrie di supporto, alcune in crescita altre in declino. alla proporzione di occupazione dello stesso settore a livello regionale (o nazionale) n, ed è dato da QL = Oir Oin ir Or On 7 P. McCann, Urban and Regional Economics. Oxford, OUP, 2001. 14
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