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Dibattito promosso dalla redazione di “Ristretti Orizzonti”<br />
Incontro a Padova sull’informazione<br />
dal carcere e sul carcere<br />
La redazione di “Ristretti Orizzonti” promuove un dibattito tra coordinatori di giornali e di altre esperienze di informazione dal carcere<br />
che prenda spunto, come si legge nella lettera di invito giunta, naturalmente, anche a “carte<strong>Bollate</strong>”, “dall’acceso dibattito sulla<br />
pena e sul carcere su cui tanto peso hanno i media,” rilanciato da recenti avvenimenti di cronaca. In particolare “Ristretti Orizzonti”<br />
richiama le polemiche sulla legge Gozzini, “una buona legge che pochi continuano a difendere e che invece noi, giornali dal carcere, dovremmo<br />
eleggere quale simbolo di aggregazione e di una battaglia perché le carceri siano più decenti e chi ci sta dentro possa iniziare davvero<br />
un graduale percorso di reinserimento attraverso le misure alternative”.<br />
“Anche per questo – prosegue la lettera – riteniamo che il primo e fondamentale passo consista nell’unire le forze e come Federazione<br />
Nazionale dell’informazione dal carcere e sul carcere abbiamo organizzando il 10 <strong>dicembre</strong> scorso, nella nostra redazione interna alla Casa<br />
di reclusione di Padova, un incontro di lavoro dei coordinatori dei giornali e di altre esperienze di informazione dal carcere che ci permetta<br />
di condividere idee, eventuali iniziative e progetti da mettere in campo”.<br />
“È nostra intenzione – continua la lettera della redazione padovana – dare all’incontro un carattere pratico e abbiamo chiesto al Dipartimento<br />
dell’Amministrazione Penitenziaria di voler indicare – e di far intervenire alla giornata – un referente ministeriale che si occupi dei<br />
rapporti con la Federazione, al quale avanzare le richieste che di volta in volta si renderanno necessarie. Tra le altre cose l’incontro servirà<br />
anche: 1) a predisporre un progetto stabile che permetta alla Federazione di lavorare con continuità sull’informazione dal carcere e sul<br />
carcere 2) a individuare degli obiettivi comuni sui quali far sentire la nostra voce 3) a organizzare l’incontro della Federazione, che si svolge<br />
ogni anno a Bologna con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, e predisporre un numero di Ristretti Orizzonti<br />
contenente gli articoli delle riviste che parteciperanno all’incontro o che comunque aderiscono alla Federazione 4) a “formare” i responsabili<br />
e i coordinatori delle varie riviste.<br />
Concerto rock al teatro di <strong>Bollate</strong><br />
Woodstock... ad occhi chiusi<br />
Oltre cento detenuti per i New Skiprag “Las Vegas Jam”<br />
Il suono che riusciva a tirare fuori dalla chitarra resterà ineguagliabile e l’atmosfera di Woodstock con Jimy Hendrix vestito di bianco sarà per sempre un sogno.<br />
Però se un gruppo, per una sera, lasciati i locali abituali della città decide di suonare in un carcere, il sogno può anche diventare realtà. È successo martedì sera,<br />
4 <strong>dicembre</strong>, nel teatro del carcere di <strong>Bollate</strong> dove, davanti oltre cento detenuti, si sono esibiti i New Skiprag “Las Vegas Jam” un gruppo milanese di rock e soul<br />
(Roberto Porro chitarra e voce, Giancarlo Brambilla chitarra, Fulvio Gatti batteria, Leonardo Pantaleo basso, Carlo Garofano tastiere).<br />
Il concerto è stato organizzato in prossimità delle feste di Natale da<br />
Maddalena Capalbi che ogni sabato, a <strong>Bollate</strong>, tiene un corso di scrittura<br />
creativa con la partecipazione di poeti come Milo de Angelis, Michelangelo<br />
Coviello e intellettuali come Nicola Miglino. La musica, soprattutto<br />
se rock, ha un appeal superiore ai versi ma il connubio potrebbe aprire<br />
strade interessanti e non a caso l’idea del concerto è venuta proprio al<br />
corso di poesia dove, per esempio, c’è un senegalese che scrive poesie in<br />
forma di rap. Anche se il repertorio proposto è stato quello dei Rolling<br />
Stones, di Jimy Hendrix, dei Dire Straits e di altre stelle del rock, in sala<br />
l’atmosfera non ha potuto essere come quella che si crea negli stadi o nei<br />
palasport. Il carcere, anche se sperimentale, resta sempre tale. Un duetto<br />
di chitarre elettriche, però, può far viaggiare molto al di là delle sbarre.<br />
Così è bastato chiudere gli occhi e gli accendini si sono ugualmente accesi<br />
creando il magico effetto di tante fiammelle agitate nel vento. È bastato<br />
chiudere gli occhi per ballare e saltare. È bastato il rock per sperare in un<br />
futuro diverso, leggero e allegro.<br />
M. C.<br />
carte<strong>Bollate</strong> 20