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DOVE TI PORTEREI<br />
(Se non fossi qui)<br />
Le due facce del Perù<br />
Cronaca di un viaggio, dalla magia di Nazca e Cuzco<br />
all’inferno del Lurigancho<br />
Sono sempre stato affascinato dagli Egizi,<br />
Incas ed Aztechi ma non avrei mai immaginato<br />
quanto l’interesse per una di queste<br />
culture avrebbe contribuito a cambiare la mia<br />
vita.Allacciati le cinture stiamo per decollare...<br />
Lima ed il mistico Perù ci attendono.<br />
Purtroppo io non potrò più tornarci,<br />
ma vi accompagnerò volentieri in questo<br />
viaggio immaginario per farvi conoscere le<br />
due facce di questa terra intrigante.<br />
Il viaggio transoceanico è abbastanza<br />
lungo, ma le dodici ore da passare seduti in<br />
classe economica su un aereo sono il prezzo<br />
da pagare per poter vedere le meraviglie che<br />
si nascondono in quei luoghi.<br />
Touch down! Ci siamo: l’aereo ha toccato<br />
terra. L’aeroporto è situato nel barrio<br />
(quartiere) del Callao dove c’e anche il porto<br />
marittimo. Il percorso in taxi per arrivare<br />
in città mette subito in risalto l’architettura<br />
spagnoleggiante che caratterizza quasi tutte<br />
le città del Centro e Sud America dovuta alla<br />
lunga permanenza spagnola in questa parte<br />
del mondo. Ci si rende conto immediatamente<br />
del miscuglio di razze che popolano questo Paese:<br />
bianchi, neri, mulatti, indios, creoli, asiatici e<br />
tutti i tipi di miscugli, vivono in perfetta armonia<br />
senza alcuna discriminazione.<br />
I modi di vestire sono anche assai difformi<br />
tra loro oltre che pittoreschi e folcloristici. Ecco,<br />
guarda: là c’è un manager in giacca e cravatta,<br />
mentre poco più in là c’è una india che porta il<br />
suo bimbo in una sacca sulla schiena. La sua gonna<br />
è variopinta. Le lunghe trecce nere sbucano<br />
dal suo cappellino tipico.<br />
Le vie brulicano di gente, ma anche e soprattutto<br />
di macchine, bus e micros (una sorta<br />
di bus in miniatura). L’odore dell’aria è reso acre<br />
dallo smog: potrei riconoscere il Sud America<br />
anche bendato, semplicemente annusando l’aria!<br />
I semafori per le strade, poi, sono semplicemente<br />
un abbellimento, perché nessuno li rispetta. Gli<br />
incroci diventano un pittoresco caos, dove gli<br />
automobilisti si scambiano insulti e frasi sconce<br />
sulle rispettive mamme, senza però creare nervosismo<br />
o arrivare a liti. Oltre ai rumori dei clacson,<br />
l’atmosfera è piena di musica: ogni negozio, dal<br />
più piccolo al più grande tiene, infatti, lo stereo a<br />
palla diffondendo ritmi di salsa e merengue.<br />
Durante il tragitto, se sei un “gringo” (e noi<br />
per loro lo siamo, in quanto stranieri bianchi)<br />
è molto facile che il taxista ti offra una vasta<br />
gamma di prodotti, leciti, ma soprattutto illeciti:<br />
quindi prostitute, coca, marijuana etc. etc.<br />
Occhio, non lasciamoci coinvolgere dalla troppa<br />
disponibilità perché è facile che dopo l’acquisto<br />
si possa ricevere la visita della polizia.... Ahia che<br />
dolor... Finalmente siamo arrivati all’hotel. Ho<br />
scelto il barrio di Miraflores in quanto, essendo<br />
popolato da persone di un rango sociale un po’<br />
elevato, è più sicuro. Però anche San Isidro e las<br />
Molinas non sono da meno, anzi.<br />
Se non fosse che dovremo sostare solo per<br />
alcuni giorni a Lima, avrei optato per l’affitto<br />
di una casa in quanto più economico, sicuro e<br />
comodo. Il tempo di prendere possesso della camera<br />
e di una doccia rinfrescante e ci rivediamo<br />
nella hall per andare a sgranocchiare qualcosa,<br />
ho una fame...<br />
Ti porto alla “Costa Verde”, ristorante che<br />
prende il nome dall’omonimo barrio, situato giù<br />
dal mallecon, sulla spiaggia in pratica di fronte<br />
al mare. Il sottofondo musicale è gradevole, las<br />
chicas ( le ragazze) con un delizioso perenne sorriso<br />
sulle labbra ci fanno capire immediatamente<br />
quanto se la tirino le nostre compaesane, a questo<br />
punto il menù rischia di passare in secondo piano<br />
e sarebbe un peccato. La cucina peruviana è<br />
molto ricca di ricette variegate. Ti consiglio di<br />
cominciare con un ceviche di mariscos: frutti di<br />
mare marinati al succo di lime dei caraibi, aglio,<br />
coriandolo, peperoncino piccantissimo, cipolla<br />
tagliata a velo, il piatto è terminato con alghe<br />
marine, patata dolce, patata normale e mais bolliti<br />
logicamente. Poi potremmo proseguire con<br />
una zuppa di tartaruga marina ( una vera delizia)<br />
e per finire con dei bocconcini di baccalà impanati<br />
e fritti....<br />
È ora di organizzarci per partire per Nazca,<br />
per vedere gli immensi e famosi disegni (linee<br />
di Nazca) che si estendono nell’altopiano di una<br />
cinquantina di chilometri tra Nazca e Palpa,<br />
tracciati asportando sassi dall’arido terreno<br />
desertico della zona e visibili solo dall’aereo.<br />
Ok, il giorno è arrivato. Stiamo andando<br />
verso Nazca con un’auto noleggiata. Se hai<br />
fame, lungo il tragitto, possiamo fermarci a<br />
mangiare un tamales venduto dagli ambulanti.<br />
Sono dei deliziosi fagottini di polenta,<br />
avvolti in foglie di mais e ripieni di formaggio<br />
o di pollo o di una salsa di carne piccante<br />
che chiamano “Aji ”. E ci beviamo sopra una<br />
Chicha morada, una bibita moderatamente<br />
alcolica a base di mais scuro fermentato. Da<br />
Lima si arriva a Nazca in 4-5 ore, dipende<br />
dal traffico e dal ritmo personale.<br />
Ci dirigiamo al piccolo aeroporto: eccolo<br />
lì l’aereo, è un monomotore a elica da<br />
otto posti, costo del biglietto: 100 $ americani.<br />
Mi sembra un po’ sgangherato: speriamo che ci<br />
riporti a terra incolumi. Il volo dura mezz’ora.<br />
Dall’alto possiamo vedere il pappagallo lungo<br />
più di 180 metri, il colibrì, il condor e l’enorme<br />
ragno di circa 45 metri. Ma sono solo alcuni dei<br />
circa 800 disegni formati dalle oltre 13.000 linee<br />
presenti nell’area. C’è da rimanere a bocca aperta,<br />
credimi. Chissà perché i Nazca (civilizzazione<br />
pre-incaica) avranno mai fatto questi disegni:<br />
è strano che si possano ammirare solo dall’alto,<br />
mentre da terra sono irriconoscibili. La leggenda<br />
dice che li avessero fatti per dare il benvenuto ai<br />
visitatori che arrivavano dal cielo. Extraterrestri<br />
Anche questo fa parte del mito e noi non lo sapremo<br />
mai.<br />
In fondo gli odierni cerchi nel grano avvistati<br />
in Inghilterra e da altre parti del mondo ci<br />
richiamano un po’ allo stesso mistero.<br />
Prima di riprendere il viaggio diretti a Ica, ci<br />
fermiamo a mangiare una pachamanca, un’antica<br />
ricetta locale che richiede una laboriosa preparazione.<br />
Il forno è ricavato scavando una buca<br />
nel terreno nella quale si gettano delle braci che<br />
vengono poi ricoperte con sassi di granito. Su<br />
questa graticola di pietra si dispongono foglie<br />
di banano sulle quali vengono adagiate carne e<br />
patate. Poi un altro strato di foglie, sassi e braci.<br />
carte<strong>Bollate</strong> 24