TUMORI DEL COLON-RETTO - SNLG-ISS
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LG <strong>TUMORI</strong> <strong>DEL</strong> <strong>COLON</strong> <strong>RETTO</strong><br />
il paziente. Studi di audit indicano una proporzione accettabile di pazienti inviati in urgenza<br />
compresa tra il 14 e il 20% [Trent Audit; Wessex Audit].<br />
Una quota di pazienti sintomatici sono inviati per un ricovero d’urgenza, anche in assenza di occlusione intestinale<br />
o altre complicazioni; si tratta spesso di pazienti anziani, con condizioni generali compromesse; in essi,<br />
la mortalità risulta in media 2-3 volte maggiore [Scott 1995(a)]. I pazienti inviati in urgenza variano tra il 15 e il<br />
50% dei casi totali [Waldron 1986; Runkel 1991].<br />
C<br />
Il ricovero d’urgenza deve essere limitato ai casi effettivamente tali.<br />
➔<br />
• Percentuale di pazienti ricoverati d’urgenza<br />
Limitare il ricorso al ricovero d’urgenza con finalità diagnostica, contenendo la percentuale<br />
entro i livelli standard giudicati appropriati (14%-20%), rende disponibili<br />
risorse stornate dalla degenza ordinaria, che possono essere investite per la riduzione<br />
delle liste di attesa dei servizi di endoscopia.<br />
2.5 PROSPETTIVE DI SCREENING<br />
L’evidenza disponibile indica che programmi di screening per il CCR, che utilizzano il test<br />
per la ricerca del sangue occulto fecale (FOBT) o l’endoscopia, possono ridurre la mortalità<br />
per questa forma tumorale. Ognuna delle strategie proposte presenta problemi che<br />
devono essere affrontati prima di poter avviare programmi di screening di popolazione<br />
su vasta scala relativamente al livello di adesione e all’accettabilità dei test, all’intervallo<br />
di età in cui proporre il test, all’intervallo ottimale tra i test. Sono inoltre in corso di valutazione<br />
le caratteristiche dei diversi test FOBT disponibili. Occorre infine valutare l’impatto<br />
delle diverse strategie di screening sull’organizzazione dei servizi (servizi di endoscopia,<br />
radiologia, chirurgia, oncologia medica), e stimare i costi di un programma di<br />
screening di popolazione<br />
L’evidenza relativa a questi aspetti è però ancora insufficiente. Le indicazioni contenute<br />
nelle linee guida sullo screening dei tumori colorettali elaborate da diverse società scientifiche<br />
e organismi internazionali (American Gastroenterological Association, American<br />
Cancer Society, Commissione Europea, Canadian Task Force on the Periodic Health<br />
Examination) non sono univoche e sono spesso basate su assunzioni non sostenute da<br />
solida evidenza sperimentale o osservazionale. L’acquisizione di informazioni più precise<br />
sull’impatto di diverse strategie di screening appare perciò preliminare all’attivazione<br />
di un programma esteso alla popolazione.<br />
Il documento della Commissione Oncologica Nazionale sulle linee guida in oncologia<br />
(GU 1/7/1996) e il successivo documento della Conferenza permanente per i rapporti tra<br />
lo Stato le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano: “Accordo tra il Ministero<br />
della Sanità e le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sulla linee guida<br />
concernenti la prevenzione, la diagnostica e l’assistenza in oncologia” (GU 2/5/2001)<br />
raccomandano di promuovere studi pilota di valutazione dell’impatto di protocolli di<br />
screening basati sul FOBT e/o sulla endoscopia, che permettano di valutare compliance,<br />
tasso di identificazione diagnostica e costi di diverse strategie.<br />
Uno di tali studi pilota è attualmente in corso a Torino e a Biella, finanziato dalla Regione<br />
Piemonte e dall’AIRC. In relazione ai risultati di questo progetto (previsti per la metà del<br />
2002) si prevede di definire un protocollo di screening esteso a tutta la Regione.<br />
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