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Scarica il quaderno - Vicenza Jazz

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Francesco Martinelli<br />

70<br />

basando pare la figura del sassofonista Pablo su Sidney Bechet. Il<br />

libro sarà poi tradotto in f<strong>il</strong>m da Fred Haines nel periodo psichedelico,<br />

e la colonna sonora composta dal pianista svizzero George<br />

Gruntz - con <strong>il</strong> sassofonista italo-americano Charlie Mariano, che<br />

risiede da decenni in Germania - è una delle migliori e più sottovalutate<br />

partiture jazzistiche per <strong>il</strong> cinema.<br />

Il simbolo dell’influenza del jazz sulla musica classica europea, ma<br />

anche <strong>il</strong> sintomo degli equivoci insiti in una ricezione meramente<br />

compositiva, è l’opera di Ernst Krenek Jonny Spielt Auf (Jonny dà<br />

<strong>il</strong> via all’orchestra), presentata <strong>il</strong> 10 febbraio del 1927 a Lipsia.<br />

L’austriaco Krenek era una figura centrale della musica a Vienna,<br />

per un breve periodo fu anche genero dello stesso Mahler, e nel<br />

1925 a Francoforte ebbe occasione di vedere Chocolate Kiddies,<br />

uno spettacolo americano basato sulla musica di Ellington, eseguito<br />

da un’orchestra di cui facevano parte musicisti del calibro di<br />

Tommy Ladnier, Herb Flemming e Gene Sedric: fu questa l’ispirazione<br />

per la sua nuova opera, in cui simbolicamente la musica<br />

europea e quella afroamericana si incontrano attraverso <strong>il</strong> protagonista<br />

e <strong>il</strong> suo strumento. Il protagonista è un musicista di jazz afroamericano<br />

che vuole suonare <strong>il</strong> violino, simbolo della musica europea;<br />

la storia comprende un amore interrazziale; l’allestimento è<br />

ispirato all’arte espressionista e al modernismo del Bauhaus, sottolineato<br />

dall’uso di tecnologie appena sv<strong>il</strong>uppate come telefoni,<br />

radio e automob<strong>il</strong>i. Nella musica, armonie jazzistiche e tempi sincopati<br />

incontrano la tradizione orchestrale europea postromantica.<br />

Tra i più interessanti esempi del primo jazz tedesco c’è l’orchestra<br />

di Eric Borchard, clarinettista e sassofonista che nel 1923 andò a<br />

New York per ingaggiare musicisti americani. Tornò con <strong>il</strong> trombonista<br />

di New Orleans Em<strong>il</strong>e Christian, che aveva suonato con la<br />

Original Dixieland Jass Band. Borchard nel 1924 incise una versione<br />

di Aggravatin’ Papa ispirata al disco originale degli Original<br />

Memphis Five (febbraio 1923) in cui i musicisti tedeschi dimostrano<br />

sufficiente confidenza con <strong>il</strong> nuovo idioma. Pochi anni dopo, nel<br />

1929, <strong>il</strong> compositore tedesco-ungherese Matyas Seiber fondò allo<br />

Hoch’sches Konservatorium di Francoforte sul Meno la “<strong>Jazz</strong>-

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