21.03.2015 Views

Prof. Emilio Baccarini Alla ricerca del significante. Il sé e il suo futuro

Prof. Emilio Baccarini Alla ricerca del significante. Il sé e il suo futuro

Prof. Emilio Baccarini Alla ricerca del significante. Il sé e il suo futuro

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Gesù alla domanda sul comandamento più grande rimanda sempre a Lv., 19,18. Nella Torah dunque è<br />

scritto: «Amerai <strong>il</strong> Signore Dio tuo con tutto <strong>il</strong> tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e<br />

con tutta la tua mente, e <strong>il</strong> prossimo tuo come te stesso». Nella conclusione di Gesù («Hai risposto<br />

bene, fa' questo e vivrai») è indicato <strong>il</strong> paradigma o, se si vuole, le coordinate per <strong>il</strong> compimento <strong>del</strong><br />

senso <strong>del</strong>l'esistenza. <strong>Il</strong> livello conoscitivo intellettuale non è sufficiente per raggiungere <strong>il</strong> proprio<br />

senso ultimo, occorre «fare». Possedere la propria vita è l'atto di una responsab<strong>il</strong>ità che «obbedisce» al<br />

comandamento. L'agire etico è quindi di fronte ai <strong>suo</strong>i elementi fontali auto-evidenti. <strong>Il</strong> primo in<br />

particolare: «Amerai <strong>il</strong> Signore Dio tuo» è l'assolutamente indiscutib<strong>il</strong>e soprattutto perché è memoria<br />

di una signoria di Dio, unica garanzia etica: «Io sono <strong>il</strong> Signore». Che si debba amare Dio è quindi<br />

fuori discussione, appartiene alla dimensione <strong>del</strong> riconoscimento <strong>del</strong>l'assoluto ontologico-metafisico<br />

che ci costituisce nell'essere e soprattutto, biblicamente, ci mantiene nell'essere. Ciò che invece non è<br />

altrettanto autoevidente è <strong>il</strong> perché, <strong>il</strong> come amare <strong>il</strong> proprio prossimo e, soprattutto, «chi è <strong>il</strong> mio<br />

prossimo?». La parabola intende rispondere a questo interrogativo radicale che, in forma narrativa<br />

certamente, ribalta i paradigmi etici tradizionali e introduce, anche figurativamente, l'elemento <strong>del</strong>la<br />

gratuità liturgica (in senso etimologico originale <strong>del</strong> termine) che si fa carico <strong>del</strong> malessere <strong>del</strong>l'altro<br />

attraverso la responsab<strong>il</strong>ità.<br />

Leggiamo ancora una volta <strong>il</strong> testo. «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò<br />

nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso<br />

un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche<br />

un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un samaritano, che era in viaggio,<br />

passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite versandovi<br />

olio e vino; poi caricatolo sopra <strong>il</strong> <strong>suo</strong> giumento lo portò a una locanda e si prese cura di lui. <strong>Il</strong> giorno<br />

seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui e ciò che spenderai<br />

in più te lo rifonderò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato (sia divenuto) <strong>il</strong> prossimo di<br />

colui che è incappato nei briganti? Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse:<br />

"Va' e fai lo stesso " » .<br />

L'elemento narrativo che immediatamente risalta agli occhi è la strada. Quattro uomini in<br />

cammino, ciascuno con un'avventura esistenziale diversa. Da un punto di vista antropologico, la strada<br />

è una metafora fin troppo abusata per descrivere <strong>il</strong> percorso esistenziale e ciò nonostante mi pare<br />

importante insistervi. Non si tratta soltanto di una figura <strong>del</strong>la vita; possiamo leggere nella metafora<br />

<strong>del</strong>la strada anche lo st<strong>il</strong>e nomadico <strong>del</strong>l'esistenza; un andare alla <strong>ricerca</strong> di un senso che si incrocia<br />

con altri percorsi al punto che si può pensare <strong>il</strong> senso <strong>del</strong>la propria vita come <strong>il</strong> risultato di queste<br />

intersezioni e <strong>del</strong>le risposte che in questi incontri vengono date. <strong>Il</strong> percorso esistenziale è sempre un<br />

camminare-con. A volte <strong>il</strong> «con» si trasforma e allora <strong>il</strong> senso <strong>del</strong> nostro percorso, orientato da un<br />

intrinseco progetto teleologico da perseguire, si concretizza in incroci che costringono a decidere,<br />

fermarsi o passare oltre. In queste due forme verbali è <strong>del</strong>ineata in nuce una fenomenologia<br />

<strong>del</strong>l'incontro nel <strong>suo</strong> aspetto positivo e in quello negativo, patologico, <strong>del</strong> rifiuto. Passare oltre è non<br />

voler incontrare.<br />

Sulla struttura narrativa <strong>del</strong>la strada si potrebbe parlare a lungo; dalla parabola ricaviamo<br />

almeno tre dati, tre tipi di incontri, di cui due mancati (quello con i briganti e quello con <strong>il</strong> sacerdote e<br />

<strong>il</strong> levita) e uno positivo, efficace (con <strong>il</strong> samaritano). L'uomo lasciato mezzo morto è ancora<br />

paradigmatico per un'altra lettura che, da un punto di vista antropologico è particolarmente r<strong>il</strong>evante:<br />

l'uomo che siamo e che abbiamo di fronte è sostanzialmente un essere di bisogno. Non possiamo qui<br />

insistere oltre su questo aspetto che permette di ridefinire l'antropologia e l'etica su nuove basi.<br />

Cerchiamo ora di leggere brevemente i comportamenti dei personaggi che diventano<br />

paradigmatici per la riflessione etica. <strong>Il</strong> sacerdote e <strong>il</strong> levita percorrono la stessa strada, vedono <strong>il</strong><br />

malcapitato, ma tirano dritto. La coscienza non è turbata, non si lascia mettere in questione, bisogna<br />

puntare diritti al proprio progetto senza distrazione. L'invocazione <strong>del</strong> bisogno <strong>del</strong>l'altro non può<br />

fermare <strong>il</strong> mio cammino che mira al perseguimento <strong>del</strong> proprio télos senza fratture. <strong>Il</strong> sacerdote e <strong>il</strong><br />

levita «scendevano anch'essi», quindi è molto probab<strong>il</strong>e che venissero dal servizio al Tempio dove è<br />

possib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> «contatto», l'incontro con Dio. II «passare oltre» <strong>del</strong> sacerdote e <strong>del</strong> levita si fa ancora più<br />

drammatico se lo si colloca nello spazio memoriale <strong>del</strong>l'Esodo, dove si narra di un altro «passare<br />

7

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!