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PRIMO PIANO: PLASTICA E AMBIENTE<br />

LA AMO O NO<br />

I SOGNI E LE CONTRADDIZIONI DELLA BIOPLASTIC<br />

Da 150 mila tonnellate consumate<br />

nel 2006 ai 2 milioni di tonnellate<br />

nel 2011. Sono i numeri del mercato<br />

europeo della bioplastica,<br />

emersi nel corso dell’ultima conferenza<br />

europea di Berlino, che fotografa<br />

un segmento di nicchia ma in<br />

costante crescita. Nel corso del<br />

2009, nonostante la crisi, è attesa<br />

una forte crescita della domanda,<br />

trainata soprattutto da un mercato<br />

sempre più sensibile alle tematiche<br />

ambientali e da un quadro normativo<br />

europeo che, tra accelerazioni<br />

e frenate, appare ormai decisamente<br />

orientato verso gli indirizzi<br />

comunitari che spingono per<br />

un’adozione massiccia dei derivati<br />

dai bio-polimeri. Come detto, dal<br />

2010 i sacchetti di plastica dovrebbero<br />

sparire, lasciando spazio a<br />

tutte le possibili alternative.<br />

La più nota e avanzata è quella del<br />

Mater-Bi, un materiale sintetico rivoluzionario<br />

derivato dai vegetali<br />

(mais, grano e patate).<br />

L’invenzione è tutta italiana, grazie<br />

a un’azienda leader mondiale<br />

come la Novamont, l’unica che è<br />

riuscita a sopravvivere alla fine<br />

della Montedison a metà anni Novanta.<br />

Il passaggio dall’agricoltura alla<br />

plastica è diretto, senza uso del petrolio,<br />

e il Mater-Bi può essere impiegato<br />

nella costruzione di<br />

pneumatici, stoviglie, giocattoli,<br />

pannolini, penne biro, oggetti di<br />

ogni tipo. I prodotti sono totalmente<br />

biodegradabili, poiché il<br />

Mater-Bi si trasforma in composto<br />

organico in presenza di acqua e<br />

anidride carbonica e quindi in<br />

humus fertile per la terra, ricomponendone<br />

il ciclo naturale.<br />

La prima sperimentazione di massa<br />

del Mater-Bi risale al 2000, in occasione<br />

delle olimpiadi di Sydney,<br />

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<strong>IMQ</strong> NOTIZIE N. 90

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