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NANO?<br />

A NOSTALGIA<br />

Capita così che ancora oggi si parli dei<br />

mitici robot delle saghe giapponesi<br />

animate, sbarcate in Italia a cavallo tra<br />

i Settanta e gli Ottanta, e che proliferino<br />

comunità di quarantenni specializzati<br />

nello scambio via cellulare delle<br />

sigle di quei cartoon (alcune carine,<br />

altre obiettivamente agghiaccianti) o<br />

nel peer-to-peer (lo scambio di file on<br />

line) con la riesumazione delle “scene<br />

madri” ripescate in chissà quale anfratto<br />

della memoria collettiva del<br />

web. E qualcuno di loro è perfino capace<br />

di indossare con orgoglio magliette<br />

con i colori gialli e rossi di Jeeg<br />

“cuore e acciaio”.<br />

Che si condivida o meno la passione<br />

per quei cartoon - ma anche per<br />

Candy Candy, Lady Oscar o Lupin III -,<br />

resta comunque un dato di fatto: i<br />

protagonisti sono ormai entrati nella<br />

storia del cinema d'animazione e non<br />

solo. Chi li ha creati, probabilmente,<br />

non poteva immaginarne tanta futura<br />

fortuna, anche se già in quegli anni diversi<br />

imitatori si affannavano invano<br />

a ripeterne il modello (di Mazinga<br />

quanti ce ne sono stati? Troppi!).<br />

Comunque la pensiate, Actarus (l'eroe<br />

di Goldrake) e Hiroshi (di Jeeg) sono<br />

in ogni caso solo il pretesto per disquisire<br />

sull'immortalità e la mortalità<br />

di oggetti, mode e tecnologie.<br />

Si è divertito di recente ad accendere<br />

la questione Pierluigi Battista, vicedirettore<br />

del Corriere della Sera, che si<br />

è posto le seguenti domande: perché<br />

qui in Italia abbiamo tracannato Coca<br />

Cola per anni, ma per esempio, il drive<br />

in non ci ha mai preso? Oppure, perché<br />

il telefonino piace ancora, ma il videofonino<br />

no? Com'è che Facebook<br />

ha fatto il botto e Second life si è<br />

sgonfiato presto, presto?<br />

È naturale che siano domande destinate<br />

a restare senza una risposta univoca,<br />

ma reggerebbero dignitosamente<br />

un dibattito balneare,<br />

indossando magari un paio di Persol<br />

649 (anni Ottanta) tirati giù dalla soffitta<br />

o ricomprati in un mercatino<br />

estivo.<br />

Sì, sempre chi sta lì, sulla svolta dei<br />

suoi primi quarant'anni, a un certo<br />

punto si sarà chiesto se per caso la<br />

macchina del tempo si fosse messa a<br />

girare all'indietro quando ha cominciato<br />

a notare schiere di ragazzine in<br />

fiore con giganteschi e coloratissimi<br />

cerchi alle orecchie, maniche a pipistrello,<br />

cinturoni ritornati al punto<br />

vita, esattamente come capitava un<br />

quarto di secolo fa (a quando il ritorno<br />

delle mega spalline?).<br />

La moda, però, vive sempre di corsi e<br />

ricorsi storici, dunque stupirsene<br />

troppo non conviene e poi, chissà perché,<br />

di solito restiamo legati al look<br />

che andava per la maggiore durante i<br />

nostri anni verdi. Molto meno chiaro è<br />

perché, per dire, una generazione è<br />

impazzita per il “Tamagotchi”, quell'animaletto<br />

elettronico che dovevi<br />

nutrire sennò moriva, mentre quella<br />

di oggi, probabilmente, non sa minimamente<br />

che cosa fosse. Oggi sono<br />

nate le “Pixel chix”, bambole virtuali<br />

in 3D che ballano, si vestono e chiacchierano<br />

in casette di plastica reali che<br />

puoi collegare l'una con l'altra. Ma il<br />

fenomeno è meno evidente, al di<br />

fuori della fascia d'età cui sono destinate.<br />

Lo stesso vale per quelle specie di risciò<br />

con le grosse due-ruote (il più<br />

noto è prodotto dalla Segway) che a<br />

un certo punto impazzavano nella<br />

grandi città, pure italiane: oggi chi li<br />

usa più se non sulle piste da golf o similia?<br />

Lo stesso si può dire per il monopattino,<br />

recuperato dai giochi infantili<br />

e riadattato per gli adulti in carriera.<br />

Chi è che ci gira ancora oggi in<br />

città? Ancora piuttosto gettonati sono<br />

i pattini, ma sulle piste ciclopedonali<br />

e nei momenti di relax, non certo per<br />

spostarsi nelle caotiche mattine di lavoro.<br />

Se passiamo all'hi-tech, le domande<br />

senza risposta aumentano ancora.<br />

Quanto durerà la moda dell'iPhone?<br />

Chi è che lo usa veramente in sostituzione<br />

del computer? E il navigatore<br />

satellitare diventerà di serie su tutte le<br />

auto o le cartine stradali si prenderanno<br />

un giorno la loro rivincita?<br />

E che dire dei libri? Davvero Kindle,<br />

ossia il libro elettronico, sta per soppiantare<br />

i fogli da sfogliare? Chissà,<br />

anche perché, a ben guardare, gli<br />

amanti della carta sono ancora molti,<br />

se pensiamo al popolo che va a caccia<br />

di vecchi Tex e incunaboli da bancarella.<br />

La verità non la sa nessuno, insomma,<br />

però un'ipotesi plausibile è questa: di<br />

solito restiamo attaccati al passato<br />

quando è il presente a non dirci granché.<br />

Per questo poi cerchiamo i cartoni<br />

animati, Zagor e gli occhialoni da<br />

sole. Così un giorno qualcuno comprerà<br />

su e-Bay (o la versione che lo<br />

soppianterà) i primi modelli di Nokia<br />

grossi come padelle, un po’ quel che<br />

accade oggi con i vecchi telefoni in bachelite<br />

della Sip, quelli con la rotella<br />

per fare i numeri e la cornetta per parlare.<br />

Il motivo di una così strana passione?<br />

Con quel telefonino (one...) un<br />

tempo flirtava con la sua innamorata,<br />

oppure aveva cominciato il suo primo<br />

lavoro. In definitiva, siamo animali nostalgici:<br />

basta che qualcuno intercetti<br />

i nostri ricordi e il revival è fatto.<br />

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