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Bollettino 2009 - Comune di Pontedera

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Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong><br />

DARIO<br />

VIVALDI<br />

Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong><br />

Figure sul <strong>di</strong>vano<br />

<strong>di</strong> Mario Lupi<br />

DARIO VIVALDI<br />

Nasce nel 1938 a <strong>Pontedera</strong>,<br />

dove tuttora risiede e lavora.<br />

É titolare della cattedra <strong>di</strong><br />

Anatomia dell’Accademia<br />

delle Belle Arti <strong>di</strong> Firenze.<br />

Sopra: Autoritratto<br />

A destra: Venere<br />

Dario è un amico, un collega,<br />

prima come pittore poi come<br />

insegnante. È una vita che lo<br />

conosco ed è proprio per questo che<br />

ho aspettato tanto tempo a scrivere<br />

<strong>di</strong> lui sul <strong>Bollettino</strong>; c’è un meccanismo<br />

<strong>di</strong> rispetto, verso chi si stima che<br />

scatta per considerare, con il dovuto<br />

rispetto i sentimenti dell’altro. È affetto.<br />

Ricordo Dario da ragazzo attaccato al<br />

braccio dell’Armenia, la bidella della<br />

scuola, in giro con la sua timidezza, o<br />

quando con il Piccolo Teatro cercava<br />

<strong>di</strong> inserirsi nel mondo della comunicazione<br />

artistica.<br />

Dario ha poi fatto il suo percorso scolastico,<br />

dalla biologia alla anatomia artistica,<br />

conciliando un vecchio sogno:<br />

dalla scienza all’arte. Se l’arte è anche<br />

conoscenza non è poi un sogno.<br />

Dario ha sempre conciliato la sua ricerca<br />

artistica con la sua vicenda nel<br />

mondo familiare, con le cose care<br />

alla sua sensibilità, ai suoi affetti<br />

(ricordo un bel ritratto della moglie<br />

Raffaella), Questo atteggiamento si<br />

evidenzia anche nei ritratti <strong>di</strong> amici,<br />

modelle, allievi. Dell’ultima mostra,<br />

tutta <strong>di</strong> grafica, ricordo gli autoritratti<br />

<strong>di</strong> impianto classico, ma impietosi<br />

come una commemorazione ante litteram<br />

che ci ricorda come sia intenso<br />

<strong>di</strong> pensiero il suo rapporto con la sua<br />

vicenda d’arte.<br />

Il segno languidamente concavo sui<br />

gessi, più duro sugli umani, come è<br />

giusto che sia, ci propone una connotazione<br />

<strong>di</strong>versa del linguaggio del<br />

<strong>di</strong>segno. Oggi è tuttavia un momento<br />

per fare attenzione ai futuri progetti<br />

perché in ogni artista convivono due<br />

aspetti mutevoli e intensi: il primo è<br />

il proprio percorso personale che gratifica<br />

chi lo compie, se ne resta appa-<br />

gato, l’altro è il rapporto con la Storia<br />

dell’Arte <strong>di</strong> chi si deve confrontare<br />

per un <strong>di</strong>scorso serio che non ripercorra<br />

il déjà vu oggi tanto <strong>di</strong> moda.<br />

Ultimamente Dario ripercorre pittoricamente<br />

un momento della memoria<br />

familiare a lui tanto cara, è un ritrovarsi<br />

tra le cose care, gli affetti <strong>di</strong> cui<br />

sente il bisogno. E l’arte che cos’è se<br />

non una visione appassionata della<br />

nostra vita?<br />

A destra: Composizione<br />

16<br />

17<br />

A destra: Teatrino<br />

Lo stu<strong>di</strong>o dell’artista<br />

Ritratto <strong>di</strong> Raffaella

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