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georg büchner, william shakespeare, laurence sterne - The Tristram ...

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Lettore e narratore non sono nel rapporto di pubblico e autore, ma nel ruolo d’interlocutori. Come<br />

nella rappresentazione drammatica, che esclude l’autore, anche nel romanzo l’autore empirico<br />

lascia spazio ad un autore-narratore che dichiara di volere scrivere la storia della sua vita, come<br />

Orazio ab ovo. Per evitare che il narratore possa essere identificato con l’autore empirico, Shandy fa<br />

nascere <strong>Tristram</strong> cinque anni dopo la propria data di nascita. Il lettore viene incorporato nell’opera<br />

come personaggio, apostrofa l’autore-narratore o viene da lui apostrofato con il discorso diretto. Per<br />

usare la terminologia di Eco la differenza tra il lettore modello e il lettore empirico si assottiglia<br />

nella figura di un lettore virtuale, un narratario extradiegetico oppure un fiktiver Leser, come viene<br />

definito da Michelsen 44 , che interagisce con l’autore, sembra essere da lui conosciuto, viene<br />

chiamato signore o signora. La citazione, che segue, è solo uno dei tanti esempi d’interlocutore<br />

virtuale nel romanzo:<br />

- But pray, Sir, What was your father doing all December, - January, and February? – Why,<br />

Madam, - he was all the time afflicted with a Sciatica. (L. Sterne, <strong>The</strong> life and opinions of <strong>Tristram</strong><br />

Shandy, p. 9)<br />

Anche l’uso dei trattini concorre a evidenziare la teatralità del romanzo:<br />

Shut the door<br />

Questo esempio, inserito quasi a fine pagina del capitolo IV nel primo libro, sembra un’indicazione<br />

di regia: è come se l’autore si alzasse, andasse a chiudere la porta e ritornasse. Oppure, con<br />

riferimento alla citazione precedente dalla pagina 9 del romanzo, i trattini possono essere<br />

interpretati come segni di un discorso. Gli aspetti tipografici del <strong>Tristram</strong> Shandy evidenziano il<br />

passaggio tra oralità, l’arte della conversazione, e scrittura.<br />

Nelle opere di Georg Büchner l’uso di trattini, la mancanza di segni d’interpunzione prima di un<br />

discorso diretto, l’irregolarità nell’uso della punteggiatura rispetto alle regole ortografiche del<br />

periodo richiamano la sua preferenza per la scrittura teatrale anche nella prosa: «-- So lebte er hin.»<br />

Sterne definirebbe probabilmente la conclusione della novella Lenz come un esempio di «one of the<br />

neatest examples of that ornamental figure in oratory, which Rhetoricians stile Aposiopesis» (L.<br />

Sterne, <strong>The</strong> life and opinions of <strong>Tristram</strong> Shandy, p. 81), un'interruzione improvvisa, o una<br />

sospensione del discorso, per dare l'impressione di non poter o non voler proseguire, ma lasciando<br />

intuire al lettore la conclusione e creando una maggiore connotazione emotiva. L’uso di una<br />

determinata veste tipografica, non solo dei trattini, ma anche degli asterischi, che Sterne chiama<br />

stelle, delle pagine marmorizzate, delle pagine bianche o completamente nere, fanno parte di una<br />

strategia narrativa, allo stesso modo delle prolessi ed analessi, delle numerose digressioni o delle<br />

esortazioni per il lettore a riempire gli spazi vuoti con la propria immaginazione. Il corso delle idee<br />

della narrazione viene così interrotto, non casualmente o per una mancanza di forma, come nella<br />

44 Peter Michelsen, Laurence Sterne und der deutsche Roman des 18. Jahrhunderts, cit., p. 16.<br />

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