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georg büchner, william shakespeare, laurence sterne - The Tristram ...

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Anche nel XIX secolo Shakespeare rimane un’autorità, un modello, e viene associato a tutti gli<br />

aspetti della vita culturale ed intellettuale tedesca. Secondo Wolfgang Stellmacher non c’è autore<br />

che abbia rinunciato a esprimersi su di lui o a confrontarsi con la sua opera, arrivando lungo questo<br />

percorso ad una maggiore consapevolezza della propria arte.<br />

Daneben blieb natürlich auch die Stimme der Dichter innerhalb der deutschen Shakespeare-<br />

Rezeption präsent, denn praktisch alle nennenswerten Schriftsteller des 19. Jahrhunderts haben sich<br />

über Shakespeare geäußert, sich mit dessen Werk auseinandergesetzt und dabei künstlerische<br />

Selbstverständigung vorangetrieben. 20<br />

Nelle lettere e nella novella Lenz anche Büchner considera Shakespeare un modello, al quale non è<br />

degno di sciogliere i lacci delle scarpe: «[…] und ich, der ich nicht wert bin, ihm die Schuhriemen<br />

zu lösen». (G. Büchner, Briefe, p. 465) Con queste parole esprime, nella lettera alla fidanzata del 27<br />

gennaio 1837, il suo rispetto e la sua ammirazione per il grande drammaturgo e poeta inglese. Non<br />

tutte le valutazioni su Shakespeare sono totalmente positive come quelle date da Büchner. La<br />

reazione a un modello di ricezione che aveva dominato nel tardo romanticismo, porta anche alla<br />

formazione di punti di vista diversi. Di particolare rilievo è, ad esempio, il saggio Über die<br />

Shakespearo-Manie del 1827 di Christian Dietrich Grabbe. Grabbe manifesta la sua intenzione di<br />

esprimersi riguardo ad un fenomeno allora di moda, l’ammirazione per Shakespeare, e a quali<br />

conseguenze essa possa condurre il teatro tedesco. Pur riconoscendo l’originalità dell’autore<br />

inglese, frena l’entusiasmo dei suoi ammiratori, lo considera non un genio irrepetibile, bensì il<br />

massimo esponente del teatro elisabettiano. I poeti tragici, Eschilo e Sofocle, ma anche i francesi<br />

Corneille, Racine e Voltaire sono, secondo Grabbe, più grandi di Shakespeare. Invoca un teatro<br />

tedesco, meno inglese e meno shakespeariano, in cui il popolo tedesco abbia la possibilità di trovare<br />

una tragedia che susciti sensazioni, uno spettacolo nazionale, ma al contempo drammatico e storico,<br />

un palcoscenico su cui scorgere l’ideale 21 . Anche se la produzione di Grabbe si orienterà poi in<br />

maniera diversa, in questa critica si trovano più richiami alla poetica di Schiller che a quella di<br />

Büchner. Tra gli estimatori di Shakespeare c’è l’amico ed editore, Karl Gutzkow. Nella lettera del<br />

21 febbraio 1835, lettera di risposta ad alcune questioni editoriali riguardanti il dramma Danton’s<br />

Tod sollevate da Gutzkow, Büchner scrive che, a eccezione di Shakespeare tutti i poeti sono come<br />

scolaretti di fronte alla storia e alla natura 22 , dimostrandosi quindi ancora una volta debitore nei<br />

confronti del grande maestro.<br />

Escludendo richiami, allusioni e citazioni indirette Büchner cita direttamente da Shakespeare<br />

almeno due volte nel dramma Danton’s Tod, dove vengono nominati Porzia e Amleto, e nelle<br />

parole di Jaques, da As you like it, che rappresentano il motto del primo atto della commedia Leonce<br />

20 Wolfgang Stellmacher, Büchner und Shakespeare, in: Ethik und Ästhetik, Werke und Werte der Literatur vom 18. bis<br />

zum 20. Jahrhundert, hrsg. Richard Fisher, Frankfurt a. M., Fischer, 1995, p. 445.<br />

21 Cfr. Ladislao Löb, Christian Dietrich Grabbe, Stuttgart, Weimar, Metzler, 1996, pp. 34-36.<br />

22 «[…] doch tröste ich mich mit dem Gedanken, daß, Shakespeare ausgenommen, alle Dichter vor ihr und der Natur<br />

wie Schulknaben da stehen.» Büchner Schriften Briefe Dokumente, hrsg. Henri Poschmann, cit., p. 393.<br />

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