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periodiche (si pensi ad esempio, ma non solo, al vetro). Un ulteriore supporto attivo può esser <br />

dato dai Musei a chi si cimenta in produzioni artigianali o di design o affini mettendo a <br />

disposizione competenze, consulenze, archivi, diritto di utilizzo delle immagini a fronte della <br />

condivisione della qualità e delle modalità di tale utilizzo. <br />

Tale proposta, a partire dai musei di proprietà comunale, può essere estesa anche alle altre <br />

istituzioni culturali della Città (Fondazioni, Soprintendenze, Atenei, Associazioni ecc.), che vanno <br />

chiamate a raccolta anche per collaborare, con le loro risorse umane, competenze e conoscenze, <br />

alla creazione di percorsi alternativi e itinerari che ne mettano finalmente in rete il patrimonio, <br />

offrendoli all'utenza con l'ausilio delle moderne tecnologie digitali. Tale cooperazione può così <br />

attivamente concorrere allo sviluppo di quel “museo diffuso” che permetterebbe di far “esplodere <br />

la struttura museale sulla realtà circostante” grazie agli innumerevoli collegamenti e rimandi <br />

possibili tra opere, oggetti, autori presenti nei musei ma contestualmente e fittamente presenti <br />

anche in ogni trama del tessuto urbano. È a partire da questo che vanno costruiti gli itinerari <br />

alternativi sopra accennati, la cui destinazione finale però non riguarda solo il “turista <br />

consapevole” ma dovrebbe coinvolgere anche i residenti della città storica e della terraferma, <br />

che potrebbero esser chiamati a partecipare anch'essi alla costruzione del progetto (suggerendo <br />

schede, luoghi da visitare, postando ricordi di famiglia e foto storiche), rafforzando in grandi e <br />

piccoli quel fondamentale senso di appartenenza senza il quale non vi è cura né cittadinanza vera. <br />

Palazzo Ducale potrebbe assumere un ruolo fondamentale quale fulcro del sistema museale <br />

cittadino per incentivare itinerari alternativi e fidelizzare il turista proponendo, ad esempio, che <br />

il suo biglietto consenta, pure in giornate diverse e distribuite nel tempo, l’accesso anche alle <br />

chiese (a fronte di una minima percentuale devoluta in favore della loro manutenzione e restauro <br />

-­‐ rispondendo a un’esigenza urgentissima -­‐ o della possibilità di tenerle aperte, consentendo, tra <br />

l’altro, una maggiore adesione e coerenza con quanto tassativamente prevede la Convenzione con <br />

lo Stato in merito alla gestione del Palazzo stesso). Forme di bigliettazione integrata, anche grazie <br />

alla city card, potrebbero inoltre esser pensate per l’insieme dei musei del circuito pubblico e di <br />

privati <br />

Come Palazzo Ducale anche l’Arsenale è un luogo-­‐simbolo: bisogna però evitare che finisca <br />

per diventare solo un’altra attrazione tra tante, e favorire piuttosto il suo ruolo naturale di spazio <br />

strategico, culturale e produttivo. <br />

Gli eventi e la loro funzione <br />

Eventi come Carnevale, 31 dicembre, festa di San Valentino potrebbero essere ripensati <br />

favorendo gli aspetti più qualificati pur presenti nella loro proposta ed evitando occasioni di <br />

fruizione “mordi e fuggi”, soprattutto in zone della città come piazza San Marco. Dovrebbero <br />

piuttosto proporre, in sinergia con gli operatori economici del territorio, programmi incentivanti <br />

pernottamenti, visite consapevoli e coinvolgere maggiormente terraferma e isole. La città tutta è <br />

naturale candidata ad ospitare eventi diffusi in particolare legati alla musica, al teatro, alla <br />

lettura, allo sport e al dialogo sociale a partire dalle capacità di produrre del tessuto associativo e <br />

culturale oggi esistente. <br />

Per tale ragione, è necessario che i programmi degli eventi, in special modo di quelli di <br />

medio-­‐lunga durata come il Carnevale, la loro organizzazione e il loro svolgimento, siano definiti <br />

e possano svolgersi coinvolgendo il più ampio numero di operatori culturali e sociali; non solo, <br />

dunque, le grandi istituzioni come La Biennale o la Fondazione Musei Civici, ma anche le piccole <br />

associazioni, gli operatori del commercio e le scuole e le Università, attraverso progetti <br />

strutturati e continuativi. Questa metodologia va instaurata (e in taluni casi ripresa da esperienze <br />

passate non più messe in atto) in modo tale che tali eventi non vengano percepiti come qualcosa <br />

Programma di coalizione<br />

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