COLLANA DI STORIA ED ARTE VI - Fondazione Marco Besso
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L’ARCHI<strong>VI</strong>O DEL COLLEGIO DEI NOTAI CAPITOLINI (1348-1628)<br />
XXIX<br />
protocolli più antichi che trova nell’ufficio, il quale, al momento del primo<br />
acquisto, nel 1586, era già funzionante da molti decenni.<br />
Una conseguenza importante della riorganizzazione operata con la costituzione<br />
sistina riguarda la tenuta delle scritture notarili: a partire dal 1586<br />
gli atti sono ordinatamente rilegati in protocolli, organizzati nella serie degli<br />
Istromenti e, frequentemente, anche in quella dei Testamenti, collocati in<br />
preciso ordine cronologico ed intestati al notaio titolare dell’ufficio. Ogni<br />
notaio titolare conservava dunque presso l’ufficio da lui acquistato, tutte le<br />
scritture dei notai che lo avevano preceduto nella carica, prestando loro una<br />
cura particolare, dal momento che potevano essere ancora suscettibili di consultazione<br />
e rilascio di copie a pagamento.<br />
L’archivio del Collegio dei Notai Capitolini e l’archivio degli uffici dei<br />
Trenta Notai Capitolini costituiscono dunque il risultato della riorganizzazione<br />
operata da Sisto V nel 1586 e sono strettamente collegati: il primo, con<br />
i suoi poco meno di 2.000 volumi ospitati dal 1562 al 1880 presso l’Archivio<br />
notarile di Campidoglio istituito nel 1562 con sede nel palazzo dei Conservatori,<br />
divenne l’archivio “storico” dei notai capitolini che avevano<br />
esercitato la professione a Roma fra la seconda metà del Trecento e la fine<br />
del Cinquecento, quando gli uffici notarili furono ridotti al numero di trenta.<br />
Il secondo fondo archivistico, che attualmente si compone di circa 24.000<br />
protocolli, si venne costituendo in primo luogo presso i trenta uffici notarili<br />
capitolini (uffici 1-29 e 37) 15 , ubicati nei diversi rioni di Roma ed incardinati<br />
nel Collegio dei Trenta Notai Capitolini, ai quali si aggiunsero, con i<br />
versamenti successivi all’Unità d’Italia, avvenuti tra il 1886 ed il 1938, gli<br />
atti di altri nove uffici notarili che servivano tribunali ed istituzioni cittadine:<br />
i 4 uffici notarili della “curia del Vicario generale” (uffici 30-33), l’ufficio<br />
notarile della “curia di Borgo” (ufficio 34), della “curia del Governo”<br />
(ufficio 35), del “Consolato dei Fiorentini” (ufficio 36), della “Fabbrica di<br />
S. Pietro” (ufficio 38), l’ufficio del “Notaro maggiore della Camera capitolina”<br />
e “curia di Ripagrande” (ufficio 39). Questi ultimi uffici, 9 in totale,<br />
pur non facendo parte dell’archivio dei Trenta Notai Capitolini, furono accorpati<br />
al suddetto archivio che passò da 30 a 39 uffici 16 .<br />
15 Nel 1886, quando Francois redigeva il suo Elenco, gli archivi degli uffici notarili<br />
attualmente contraddistinti con i numeri 1, 2, 3, 4, 17, appartenenti rispettivamente ad Ernesto<br />
Bacchetti, Antonio Blasi, Salvatore Sarmiento, Alessandro Bacchetti, Paolo Bertarelli, erano<br />
già all’Archivio Notarile distrettuale, “in via Nazionale presso S. Andrea della Valle n. 23”,<br />
dove li vide appunto l’autore; da allora e fino al versamento all’Archivio di Stato, che avvenne<br />
nel 1916, vennero depositati presso l’Archivio Notarile distrettuale, man mano che i titolari<br />
morivano, gli archivi dei restanti ventisei uffici che facevano parte dei Trenta Notai capitolini<br />
– salvo gli uffici 27, 28, 29 che vennero versati nel 1933 e l’ufficio del notaio Buttaoni,<br />
versato nel 1935, che prese il n. 37.<br />
16 Gli uffici dei Trenta Notai erano originariamente numerati dal n. 1 al n. 15 per<br />
ciascun dei due tribunali Collaterali di Campidoglio, mentre gli altri non recavano alcun<br />
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08/02/2011, 11.25