COLLANA DI STORIA ED ARTE VI - Fondazione Marco Besso
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L’ARCHI<strong>VI</strong>O DEL COLLEGIO DEI NOTAI CAPITOLINI (1348-1628)<br />
XXXI<br />
l’Archivio di Stato di Roma nel gennaio del 2005 che, nel corso di tre anni<br />
di svolgimento effettivo dei lavori, ha prodotto importanti risultati che si<br />
sono concretizzati negli inventari analitici dei primi cinque uffici dei notai<br />
capitolini, nonché dell’ufficio 10 ed 11 19 .<br />
Nell’ambito di tale progetto si è evidenziata, contestualmente al lavoro<br />
di schedatura dei protocolli di ciascun ufficio 20 , la necessità di predisporre<br />
in prima istanza il censimento e successivamente il repertorio analitico dei<br />
numerosi documenti iconografici allegati agli atti ed inseriti nei protocolli,<br />
dei quali non esisteva finora neppure un elenco di consistenza; ciascun ufficio<br />
notarile conserva in media circa un centinaio di atti ai quali è allegato<br />
un numero di piante e disegni pari almeno al doppio. Nella realizzazione<br />
del repertorio si è cercato di curare innanzitutto il rapporto fra gli allegati<br />
ed il contesto documentario nel quale essi sono inseriti, attraverso una<br />
continua verifica dei criteri di schedatura testati direttamente sulla documentazione,<br />
e di affrontare contestualmente le problematiche legate alla<br />
conservazione, e spesso anche all’emergenza «restauro», di documentazione<br />
iconografica fragile e preziosa, esposta a frequente manipolazione per le<br />
esigenze della consultazione e della riproduzione degli originali. Un primo<br />
19 Al momento in cui si scrive sono stati completati e sono disponibili in sala di studio<br />
gli inventari degli uffici notarili 1-5, 10 ed 11; sono in fase di revisione e completamento le<br />
schedature già effettuate degli uffici 6-9, 12-18 ed è in corso la schedatura degli uffici 19 e<br />
21. Gli inventari dei volumi degli uffici 1, 2, 5, (Inv. 1/1, 1/2, 1/5) dell’archivio dei Trenta<br />
Notai Capitolini sono stati redatti da Daniele Balduzzi, mentre gli inventari degli uffici 3, 4,<br />
10, 11 (Inv. 1/3, 1/4, 1/10, 1/11) sono stati compilati da Daniela Soggiu; la cura e la direzione<br />
scientifica del progetto complessivo di inventariazione è di Orietta Verdi. La storia istituzionale<br />
del Collegio dei Trenta Notai Capitolini e dei loro archivi è tracciata nel lavoro di O.<br />
VER<strong>DI</strong>, «Hic est liber sive prothocollum», cit., in appendice al quale si trova la ricomposizione<br />
delle sedi degli uffici notarili capitolini a cura di D. BALDUZZI e D. SOGGIU, Le ubicazioni<br />
degli uffici dei Trenta Notai Capitolini (1664-1785), pp. 469-473.<br />
20 Per ogni ufficio si procede alla schedatura analitica dei protocolli cinquecenteschi<br />
rilevando, secondo criteri diplomatistici, la tipologia di redazione degli atti e del volume che<br />
li raccoglie – protocollo di imbreviature, di atti in extenso, filza o volume di notule, manuali<br />
d’atti giudiziari – del quale si segnala l’eventuale presenza di proemio, di sottoscrizioni ampie<br />
o in forma breve del notaio titolare, del segno del tabellionato, delle formule di chiusura<br />
del protocollo (elementi tutti che vengono trascritti per intero), la presenza di rubriche coeve<br />
o posteriori, i caratteri estrinseci del volume stesso; inoltre viene enucleata l’ubicazione dello<br />
studio e/o dell’abitazione del notaio, la clientela abituale, con particolare riguardo agli enti<br />
religiosi, monastici e laicali, e alle corporazioni artigianali per i quali il notaio fungeva spesso<br />
da segretario. Per i protocolli dei secoli X<strong>VI</strong>I-XIX, generalmente suddivisi nelle serie di<br />
Istromenti, Testamenti, Repertori e rubriche, si rilevano le emergenze dei nomi dei notai<br />
sostituti, si segnala il cambio del notaio titolare dell’ufficio, la presenza di volumi di atti<br />
interamente dedicati ad un ente o ad una persona, inventari di beni particolarmente rilevanti<br />
per l’importanza del testatore o per la tipologia dei beni (quadrerie, biblioteche, arredi di<br />
palazzi cospicui o di botteghe artigiane), oltre agli enti e alle corporazioni che figurano, dalle<br />
rubriche, clienti abituali dell’ufficio.<br />
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08/02/2011, 11.25