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COLLANA DI STORIA ED ARTE VI - Fondazione Marco Besso

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PRESENTAZIONE<br />

Il notaio, a me suona meglio l’antica dizione “notaro”, nella sua doppia<br />

veste di libero professionista e pubblico ufficiale, ha largo riferimento morale<br />

con il “confessore”, soltanto che il suo obbligo al segreto non è assoluto<br />

ma regolato dalla legge. È il depositario delle nostre volontà che traduce in<br />

atti cui è attribuita pubblica fede, li conserva, ne rilascia copie e ne certifica<br />

gli estratti. Fin qui la legge ma nei paesi ad ordinamento giuridico latino è<br />

una istituzione che ha varcato i secoli, la conoscevano i nostri lontani antenati,<br />

ne avevano fiducia e davanti a lui esprimevano la loro volontà che il<br />

notaro fedelmente interpretava compilando l’atto, nel significato fisico del<br />

termine, il rogito, che conserviamo e ancora oggi possiamo consultare nei<br />

nostri archivi. Superato l’ostacolo delle difficili grafie, possiamo ancora leggere<br />

quei pubblici documenti che fanno piena testimonianza di eventi ormai<br />

incastonati nella storia.<br />

Forse non era neanche il caso di ricordare la figura del notaro, è noto<br />

che è universalmente conosciuta, se ne parla però di buon grado, in definitiva,<br />

al di là delle persone, si rievoca una struttura a cui si attribuiscono<br />

valori solidi, positivi, onesti e quindi, spostando il nostro pensiero nell’immaginario,<br />

evochiamo personaggi benauguranti.<br />

Nelle grandi raccolte archivistiche il “notarile” è una parte nobile, formata<br />

nel tempo da centinaia di uomini, i notari, che hanno lasciato a futura<br />

memoria nome e firma a volte con una grafica così elaborata da essere un<br />

piccolo capolavoro di fantasia.<br />

Tutto questo è soltanto introduttivo alla spiegazione del motivo per cui<br />

la <strong>Fondazione</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Besso</strong> ha ritenuto opportuno inserire nel proprio programma<br />

culturale la ristampa del “Francois”, ossia lo strumento con cui<br />

quelle raccolte archivistiche possono essere consultate.<br />

Achille Francois ci ha lasciato la sua firma senza la cedille con la<br />

conseguenza che quel nome, di chiara origine francese, per convenzione, si<br />

usa pronunciarlo “Francois” anche se, da parte di alcuni, si avanzano riserve<br />

in proposito e preferiscono la pronuncia originale.<br />

Ritornando al “Francois” cioè all’Elenco di Notari, ossia a quel prezioso<br />

strumento di lavoro che ormai è conosciuto dai ricercatori soltanto in<br />

fotocopia in pietose condizioni di conservazione, possiamo dire che i motivi<br />

che hanno determinato la <strong>Fondazione</strong> alla sua ristampa sono più di uno.<br />

Intanto quello estetico-pratico di vedere usato per nobili fini di studio un<br />

mezzo di orientamento di ricerca ridotto a brandelli, un altro scaturisce dalla<br />

affettuosa collaborazione che avemmo, finchè visse, con Gaetana Scano che<br />

ne possedeva una copia – anch’essa in pessimo stato – che lasciò alla Fon-<br />

01-Presentazione.pmd 9<br />

08/02/2011, 11.24

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