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MADRUGADA - Associazione Macondo

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u n l i b r oAttraversare il desertodalla prefazione di Francesco MoniniNella bassa stanza«Era il trenta di luglio di una giornatadi sole, come doveva essere». È la frase- bellissima - che conclude questopiccolo libro.Il trenta di luglio del Duemila Mariaci ha lasciato. Dopo alcuni mesi,anche su sollecitazione degli amici,Gaetano ha incominciato a ordinarenella mente centomila ricordi e a scriveredi lei, provando e riprovando,cercando le parole.Ho appena finito di leggere le suepagine e mi pare che Gaetano sia riuscitoin un’impresa non facile: raccontareil mistero di Maria. Che nonequivale a svelarlo - i misteri non possonoessere risolti come le equazionio gli indovinelli - ma significa darevoce e memoria a quel mistero, rendercelovicino e presente.Il piccolo libro che vi sta davantinon è una biografia. Se lo fosse, probabilmenteMaria non ne sarebbe statacontenta.Si scrivono biografie sulle «personeimportanti» - generali, poeti, profetied esploratori - e Maria non è mai statasul palcoscenico; non ha mai cercatole luci della ribalta. Maria era altrove.Maria cercava altro. Non voleva- e non vorrebbe oggi - «un piedistalloin forma di parole». Per farnecosa? E sarebbe subito scattata in unarisata fragorosa.Maria, però, era eccome una personaimportante. Importante per un numerodi persone non facilmente numerabile.Lo era per l’autore di questepagine: amico, complice, compagnodi viaggio, interlocutore incessante.Lo era per i suoi familiari e peri tanti amici sparsi per l’Italia e per ilBrasile. E lo era, credo, per qualsiasipersona la avesse incontrata veramente,si fosse seduta al suo tavoloanche solo per «fare due chiacchiere»bevendo il caffè, avesse avuto lafortuna e il coraggio di incrociarel’azzurro limpido dei suoi occhi.Incontravi Maria perché Maria c’era.Era lì, poco distante, lungo la tuastrada, appena dietro la porta, alla tuastessa altezza quotidiana.Maria ascoltava, Maria parlava, Mariagiocava, Maria si metteva in gioco.Non aveva sentenze, cartucce nascoste,barriere ideologiche, giudiziscontati.Era, credo, la vera e più autenticaanima di <strong>Macondo</strong> (una stramba associazioneper l’incontro tra i popoli e lepersone), l’esempio vivente di come sipossa vivere l’utopia senza l’ideologia.Gaetano non ha avuto paura a mettersidi fronte al mistero di Maria, adinterrogarsi su una ricerca lunga comela sua vita terrena. E Maria, ho pensato,doveva essere accanto a lui mentrescriveva: solo così - credo pagando ancheun grande prezzo al dolore dellaseparazione - Gaetano è riuscito a restituirciil senso di un viaggio che nonè altro da noi, ma che rimbalza paginadopo pagina nella nostra vita.Non troverete in queste pagine mirabolantiavventure e scoperte ecce-19

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