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Osteosintesi con placca volare a stabilità angolare nelle fratture del ...

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G.I.O.T. 2010;36:77-81T ecniche C hirurgiche: focus on<strong>Osteosintesi</strong> <strong>con</strong> <strong>placca</strong> <strong>volare</strong> a stabilità <strong>angolare</strong> <strong>nelle</strong> <strong>fratture</strong> <strong>del</strong> polsoVolar fixed-angle plate fixation for wrist fracturesG. SonciniF. PogliacomiM. ZanelliParole chiave: polso, <strong>fratture</strong> complesse, <strong>placca</strong> a stabilità <strong>angolare</strong>Key words: wrist, complex fractures, fixed-angle plateIntroduzioneSezione di Ortopedia,Traumatologia e RiabilitazioneFunzionale, Dipartimentodi Scienze Chirurgiche,Università di ParmaIndirizzo per la corrispondenza:Prof. Giovanni SonciniTel. +390521292637Fax +390521290439E-mail: giovanni.soncini@unipr.itRicevuto il 15-12-2009La frattura <strong>del</strong>l’epifisi distale <strong>del</strong> radio è una <strong>del</strong>le lesioni più comuni <strong>del</strong>l’artosuperiore. Le <strong>fratture</strong> complesse <strong>con</strong>seguenti a traumi ad alta energia colpis<strong>con</strong>oprevalentemente individui giovani mentre nei pazienti anziani possono verificarsianche per traumi banali ed a minor energia. Si tratta per lo più di <strong>fratture</strong> di tipo C(se<strong>con</strong>do il sistema classificativo AO) 1 <strong>con</strong> interessamento articolare e pluriframmentatea livello epifisario e metafisario. Rappresentano una patologia traumatica dinon facile trattamento il cui obiettivo è di ricostituire la <strong>con</strong>gruenza <strong>del</strong>la superficiearticolare e ristabilire la giusta altezza <strong>del</strong> radio, la sua angolazione e l’inclinazione<strong>volare</strong> mediante una fissazione stabile, <strong>con</strong>dizione necessaria per <strong>con</strong>sentire unamobilizzazione precoce <strong>del</strong>l’articolazione <strong>del</strong> polso 2 .Tra le differenti metodiche di osteosintesi, la riduzione a cielo aperto <strong>con</strong> fissazioneinterna (O.R.I.F.) è quella maggiormente utilizzata 3 . In passato la difficoltà maggiorenella O.R.I.F. <strong>con</strong> placche e viti era dovuta alla scarsa tenuta <strong>del</strong>le viti tradizionalinell’osso spongioso, spesso osteoporotico e pluriframmentato e per questo una mobilizzazioneprecoce <strong>del</strong>l’articolazione <strong>del</strong> polso poteva essere rischiosa 4 .L’utilizzo di placche a stabilità <strong>angolare</strong> ha ridotto notevolmente tale problematica.Si deve a Kambouroglou 5 e a Jupiter 6 l’introduzione <strong>del</strong>la fissazione a stabilità<strong>angolare</strong> nel radio distale. Questi Autori negli anni ’90 svilupparono placche volarie dorsali <strong>con</strong> queste caratteristiche che si sono dimostrate superiori in terminidi rigidità e di stabilità rispetto alle placche <strong>con</strong>venzionali 7 . Da allora tale sistemadi osteosintesi si è notevolmente evoluto e le caratteristiche biomeccaniche<strong>del</strong>le placche sono ulteriormente migliorate. Ciò ha permesso di gestire la maggiorparte di queste <strong>fratture</strong> <strong>con</strong> il meno agressivo approccio <strong>volare</strong> garantendocomunque risultati soddisfacenti anche in quelle più comminute e nel pazienteosteoporotico 8 .Inoltre l’introduzione di placche a stabilità <strong>angolare</strong> anatomiche ed a basso profilo,oltre a possedere caratteristiche di valida tenuta <strong>del</strong>l’impianto, ha diminuito l’incidenzadi <strong>con</strong>flitto fra i mezzi di sintesi ed i tessuti molli ad essi adiacenti, cosa chesi osservava invece <strong>con</strong> l’impiego di placche di vecchia generazione.77


<strong>Osteosintesi</strong> <strong>con</strong> <strong>placca</strong> <strong>volare</strong> a stabilità <strong>angolare</strong> <strong>nelle</strong> <strong>fratture</strong> <strong>del</strong> polsoTecnica chirurgicaIl paziente viene posizionato su letto traumatologico<strong>con</strong> avambraccio supinato ed appoggiato su tavolinoradiotrasparente per <strong>con</strong>sentire i <strong>con</strong>trolli radioscopiciintraoperatori.Dopo spremitura <strong>del</strong>l’arto e posizionamento <strong>del</strong> lacciopneumatico, si esegue un’incisione di circa 8-10 cmlungo il decorso <strong>del</strong> tendine <strong>del</strong> muscolo flessore radiale<strong>del</strong> carpo, avendo cura di non intersecare perpendicolarmentele pieghe flessorie <strong>del</strong> polso per evitare cicatriciretraenti (Fig. 1A).Si espone il tendine <strong>del</strong> flessore radiale <strong>del</strong> carpo (Fig.1B) che viene spostato verso il lato ulnare e si isola l’arteriaradiale che viene protetta dal lato opposto.In questa fase è importante prestare attenzione al nervomediano. È ora possibile esporre il piano tra il muscoloflessore lungo <strong>del</strong> pollice e il setto radiale e raggiungeresuccessivamente la superficie <strong>del</strong> radio.Si espone il pronatore quadrato.Si esegue un’incisione a forma di L di tale muscolo cheviene scollato in modo da esporre la superficie <strong>volare</strong> <strong>del</strong>radio, avendo cura di lasciare parte <strong>del</strong>la sua inserzionemuscolare sul versante radiale per poterlo reinserire a fineintervento.L’accesso chirurgico può essere ampliato disinserendoparzialmente l’origine <strong>del</strong> flessore lungo <strong>del</strong> pollice.La pronazione <strong>del</strong>l’avambraccio permette una migliorevisione <strong>del</strong> focolaio di frattura e l’esposizione di eventualiframmenti dorsali.A livello <strong>del</strong> processo stiloideo, il setto radiale si presentacome una struttura fasciale complessa che includeil primo compartimento degli estensori, l’inserzione <strong>del</strong>brachio-radiale e la parte distale <strong>del</strong>la guaina <strong>del</strong> tendine<strong>del</strong> flessore radiale <strong>del</strong> carpo. Nel caso si debbano ridurreframmenti dorsali occorre aprire il primo compartimentodegli estensori e spostare i tendini <strong>del</strong>l’abduttore lungo e<strong>del</strong>l’estensore breve <strong>del</strong> pollice liberando in seguito l’inserzione<strong>del</strong> brachio-radiale che si trova sul piano di questocompartimento; in questo passaggio l’arteria radiale èa rischio di lesione e deve essere accuratamente protetta.La riduzione <strong>del</strong>la frattura si ottiene, sfruttando la ligamentotassi,attraverso manovre di trazione ed esercitandocompressione sui frammenti di frattura (Fig. 2). L’utilizzo<strong>del</strong>l’amplificatore di brillanza è di ausilio per <strong>con</strong>trollarela riduzione ottenuta.Il mantenimento <strong>del</strong>la riduzione è garantito dalla trazione<strong>con</strong>tinua <strong>del</strong> polso e da supporti che lo mantengono indeviazione ulnare.A questo punto la <strong>placca</strong> va posizionata e adattata allasuperficie <strong>volare</strong> <strong>del</strong>la diafisi radiale a se<strong>con</strong>da <strong>del</strong> livello<strong>del</strong>la frattura.La tecnica standard di fissazione prevede diversi passaggi.Inizialmente si fissa la <strong>placca</strong> al frammento prossimale<strong>del</strong> radio <strong>con</strong> una vite da corticale o, se il mo<strong>del</strong>lo lo<strong>con</strong>sente, <strong>con</strong> un filo di Kirschner provvisorio. Alcuneplacche permettono di posizionare la prima vite in unforo oblungo, dando in questo modo la possibilità dipoter cambiare intraoperatoriamente il posizionamento<strong>del</strong> mezzo di sintesi.Fig. 1. (A) Via d’accesso (B) Esposizione <strong>del</strong> tendine <strong>del</strong> flessore radiale <strong>del</strong> carpo.78


Giovanni Soncini et al.Fig. 2. (A) Esposizione <strong>del</strong> focolaio di frattura (B) Riduzione <strong>del</strong>la frattura.Una volta ridotto il frammento distale lo si stabilizzaprovvisoriamente alla <strong>placca</strong> <strong>con</strong> una vite o <strong>con</strong> un filo diKirschner, qualora il mo<strong>del</strong>lo lo <strong>con</strong>senta.Successivamente sotto <strong>con</strong>trollo amplioscopico si procedealla fissazione <strong>con</strong> viti da corticale <strong>del</strong>la parte prossimale<strong>del</strong>la <strong>placca</strong> e <strong>con</strong> viti e/o “pegs” <strong>del</strong>la sua parte distale(Fig. 3), ponendo particolare attenzione a che i mezzidi sintesi non protrudano all’interno <strong>del</strong>l’articolazioneradio-carpica e che siano <strong>del</strong>la lunghezza adeguata perevitare <strong>con</strong>flitti <strong>con</strong> i tendini estensori posti dorsalmente.Per <strong>con</strong>trollare che le viti e/o “pegs” non siano posizionatidentro l’articolazione, risulta utile eseguire unaproiezione laterale <strong>del</strong> polso in elevazione di circa 30°rispetto al tavolino radiotrasparente e successivamenteuna scopia in <strong>con</strong>tinuo in prono-supinazione per valutarela <strong>con</strong>gruità <strong>del</strong>la lunghezza <strong>del</strong>le viti e/o “pegs” oltrechèla stabilità <strong>del</strong>la sintesi.La scelta <strong>del</strong> tipo di fissazione dipende dalle caratteristiche<strong>del</strong>la frattura e dalla <strong>placca</strong> che si utilizza. Nelleplacche <strong>con</strong> fori per il fissaggio meta-epifisario radialedisposti su doppia filiera, i “pegs” vengono di solito posizionatiin quella più distale <strong>con</strong> una funzione di supporto<strong>del</strong>l’osso sub <strong>con</strong>drale e le viti in quella più prossimaleper fissare stabilmente la <strong>placca</strong> all’osso.Viti e “pegs” filettati inoltre vengono utilizzati per ridurree sintetizzare i frammenti <strong>del</strong>la frattura che sono scompostidorsalmenteQualora sia difficile ottenere la riduzione <strong>del</strong>la frattura, sipuò applicare prima la <strong>placca</strong> al frammento distale e poiusare la <strong>placca</strong> come una leva per ottenere la riduzione.Fig. 3. <strong>Osteosintesi</strong> <strong>con</strong> <strong>placca</strong> <strong>volare</strong> a stabilità <strong>angolare</strong>.Fig. 4. Copertura <strong>del</strong>la <strong>placca</strong> <strong>con</strong> il muscolo pronatore quadrato.79


<strong>Osteosintesi</strong> <strong>con</strong> <strong>placca</strong> <strong>volare</strong> a stabilità <strong>angolare</strong> <strong>nelle</strong> <strong>fratture</strong> <strong>del</strong> polsoTerminata la sintesi è importante, laddove sia possibile,procedere alla reinserzione <strong>del</strong> pronatore quadrato (Fig.4); questo passaggio permette la copertura <strong>del</strong> mezzo disintesi e aggiunge stabilità all’articolazione radio-ulnaredistale.ConclusioniIl trattamento <strong>del</strong>le <strong>fratture</strong> complesse <strong>del</strong> radio distale ènotevolmente cambiato negli ultimi anni, passando da untrattamento di tipo <strong>con</strong>servativo, che al giorno d’oggi nonpuò più essere <strong>con</strong>siderato accettabile, ad uno di tipo chirurgicoche garantisce la ricostruzione <strong>del</strong>la <strong>con</strong>gruenzaarticolare, il mantenimento <strong>del</strong>la riduzione ed il recupero<strong>del</strong>la motilità e <strong>del</strong>la funzione.L’utilizzo isolato <strong>del</strong>la fissazione esterna e dei fili diKirschner non si è dimostrato sempre sufficiente a ristabiliree mantenere nel tempo l’altezza, l’angolazione e l’inclinazione<strong>volare</strong> <strong>nelle</strong> <strong>fratture</strong> complesse <strong>del</strong> radio distale.La O.R.I.F. <strong>con</strong> placche e viti in questo tipo di <strong>fratture</strong>garantisce una riduzione più accurata ed un’osteosintesipiù stabile e duratura.Con l’impiego di placche volari a stabilità <strong>angolare</strong> siriesce ad ottenere un’osteosintesi tale da <strong>con</strong>sentire unamigliore ricostruzione anatomica <strong>del</strong> radio distale ed unaprecoce mobilizzazione <strong>del</strong> polso.Sono ormai rare le indicazioni, anche in <strong>fratture</strong> complesse<strong>del</strong> radio distale, ad un accesso dorsale o combinato<strong>volare</strong>/dorsale. La maggior parte di queste <strong>fratture</strong>, graziealle caratteristiche biomeccaniche di queste placche, puòessere gestita <strong>con</strong> garanzie di tenuta <strong>del</strong>l’impianto, <strong>con</strong> ilsolo approccio <strong>volare</strong> anche in presenza di dislocazionedorsale dei frammenti. Inoltre il sistema di osteosintesi<strong>con</strong> placche a stabilità <strong>angolare</strong> e <strong>con</strong> un disegno anatomicoe a “basso profilo” ha minimizzato il <strong>con</strong>flitto <strong>con</strong> lestrutture tendinee e vascolo-nervose circostanti e l’ottimatollerabilità di questa <strong>placca</strong> è <strong>con</strong>fermata dal fatto cheraramente sia necessario rimuovere il mezzo di sintesiimpiantato.Le proprietà biomeccaniche di queste placche inoltregarantis<strong>con</strong>o un’ottima stabilità <strong>del</strong>la sintesi anche in<strong>fratture</strong> pluriframmentarie e <strong>con</strong> grave compromissionearticolare (<strong>fratture</strong> tipo C2 e C3 <strong>del</strong>la classificazioneAO) 1 7 8 . La riduzione ottenuta chirurgicamente si mantienenel tempo e i parametri radiologici misurati nelpost-operatorio e nel <strong>con</strong>trollo finale sono generalmentesovrapponibili (Figg. 5, 6).Fig. 5. (A) Frattura complessa <strong>del</strong>l’epifisi distale <strong>del</strong> radio di tipo C2. (B) <strong>Osteosintesi</strong> <strong>con</strong><strong>placca</strong> a stabilità <strong>angolare</strong>; <strong>con</strong>trollo post-operatorio. (C) Controllo a tre anni.80


Giovanni Soncini et al.Dal punto di vista tecnico, come dimostrato da Drobetz 9 ,il preciso posizionamento dei “pegs”/viti distalmentenell’epifisi radiale in zona sub<strong>con</strong>drale, aumenta in modosignificativo la stabilità <strong>del</strong>la sintesi <strong>del</strong>la frattura rispettoad un posizionamento più prossimale. Poche sono lecomplicanze riportate <strong>con</strong> l’impiego di queste placcheanatomiche e sono tutte riferibili ad errori di tecnica chirurgica,che seppur di non difficile esecuzione richiedeuna curva di apprendimento.È certo che la prognosi <strong>del</strong>le <strong>fratture</strong> intra-articolari <strong>del</strong>radio distale dipende anche dalla <strong>con</strong>comitanza di possibililesioni associate, quali lesioni capsulo-legamentosee/o <strong>con</strong>drali. In letteratura lesioni associate <strong>del</strong>la fibrocartilaginetri<strong>angolare</strong> (TFCC) sono riportate in percentualivariabili dal 6 al 78% dei casi 10 mentre le lesioni deilegamenti interossei <strong>del</strong> carpo <strong>con</strong>comitanti si aggiranodal 25 fino al 56% <strong>nelle</strong> differenti casistiche 10 .BibliografiaFig. 6. (A) Frattura complessa <strong>del</strong> radio distale di tipo C3. (B) <strong>Osteosintesi</strong> <strong>con</strong> <strong>placca</strong> astabilità <strong>angolare</strong> e viti libere; <strong>con</strong>trollo post- operatorio. (C) Controllo a tre anni.1Muller ME, Nazarian S, Koch P, et al. The comprehensiveclassification of fractures of long bones. Berlin-Hei<strong>del</strong>berg-New York: Springer-Verlag 1990.2Leung F, Zhu L, Ho H, et al. Palmar plate fixation of AOTYPE C2 fracture of distal radius using a locking compressionplate. A biomechanical study in a cadaveric mo<strong>del</strong>. JHand Surg 2003;8B:263-6.3Fernandez DL. Fractures of the distal radius: operative treatment.Instr Course Lect 1993;42:73-88.4Carter PR, Frederick HA, Laseter GF. Open reduction andinternal fixation of unstable distal radius fractures. J HandSurg 1997;22A:777-84.5Kambouroglou GK, Axelrod TS. Complications of the AO/ASIF titanium distal radius plate system (pi plate) in internalfixation of the distal radius: a brief report. J Hand Surg1998;23A:737-41.6Jupiter JB. Current <strong>con</strong>cepts review: fractures of the distalend of the radius. J Bone Joint Surg 1991;73A:461-9.7Orbay JL, Touhami A. Current <strong>con</strong>cepts in volar fixed-anglefixation of unstable distal radius fractures. Clin Orthop RelatRes 2006;445:58-67.8Orbay JL, Fernandez DL. Volar fixed-angle plate fixation forunstable distal radius fractures in the elderly patient. J HandSurg 2004;29A:96-102.9Drobetz H, Bryant AL, Pokorny T, et al. Volar fixed-angleplating of distal radius extension fractures: influence of plateposition on se<strong>con</strong>dary loss of reduction: a biomechanic studyin a cadaveric mo<strong>del</strong>. J Hand Surg 2006;31A:615-22.10Chen AC, Chan YS, Yuan LJ, et al. Arthroscopically assistedosteosynthesis of complex intra-articular fractures of the distalradius. J Trauma 2002;53:354-9.81

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