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giugno - Fraternità San Carlo

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Nacque il tuo nome nello stesso istante in cui il cuore divenne l’effige: effigedi verità. / Nacque il tuo nome da ciò che fissavi.Karol WojtyłaGIUGNOfraternitàemissione5Il segreto di un prete feliceLa vocazione passa anche da una vacanza sulla neve, uno speck e quattro grappedi Tommaso Pedrolio sono un prete felice». Onestamente, non avevo«Icapito che quel signore di mezz’età fosse un prete,visto che stavamo quasi tutto il giorno in tuta da sci. D’altrondenon conoscevo nessuno a quella vacanza, trannela ragazza che mi aveva convinto a parteciparvi e ilgruppetto delle sue amiche più strette. Una settimanasulla neve, in Val d’Aosta. Tutto sommato una bella occasione,pensavo.Da piccolo avevo conosciuto diversi preti, perché lamia parrocchia è sede di un convento di frati francescani.Tutte persone che stimavo, uomini di profonda edoperosa fede, che si guardavano con affetto e virilità.Nessuno di loro, tuttavia, si era mai presentato così esplicitamente:«Io sono un prete felice!». Non sapevo nemmenoil suo nome, e ci avrei messo un po’ per impararlo.Era il 6 gennaio del 2001.Un anno e mezzo più tardi, quasi senza nemmenoconoscermi, mi invitò ad una vacanza dei responsabilidi Gioventù studentesca. L’ordine era stato di portarsi ilpranzo al sacco. Dopo un’ora e mezzo di viaggio, tuttavia,il pulmino si fermò presso un promettente ristorantinoaffacciato sul Lago di Como. Ci costrinse a valutarela differenza fra un panino ed un pranzo vero... Pagò luiper tutti e ripartimmo per Saint Moritz. Don Roberto ciha sempre insegnato il gusto delle cose belle, semplicima curate.Quella totale semplicitàPoi mi chiamò ad occuparmi della segreteria di Gs:furono due anni intensi, il nostro rapporto crebbe rapidamente.In quel periodo mi cercava spesso, senza maiessere indiscreto. Voleva sapere come andavano i gesti,le iscrizioni alle vacanze, il lavoro con la segreteria.Quando qualcosa non era curato alla perfezione,quando c’era un ritardo, si arrabbiava. Era esigente, masempre paterno nella correzione.Ma ciò che più mi colpiva di lui era quella totale semplicitàe letizia di fronte al lavoro nella sua grande parrocchiae alla responsabilità di Gs. Una letizia che sorpassavaogni limite e che sorgeva direttamente dal riconoscimentodel compito affidatogli da Dio per il mondointero. Andava a toccare le persone più impensabili elontane. Portava quanti incrociavano il suo cammino ascoprire, insieme a lui, la gioia della vita con Cristo. Equando a scuola di comunità ci raccontava queste vitecambiate le difficoltà erano sempre messe in secondopiano: «Vi ho mai detto che sono un prete felice?». Sì,don Roberto, almeno mille volte… Guardando lui riaffioròil fascino verso la vita sacerdotale, che Dio avevaseminato nel mio cuore sin da quando ero piccolo.Viaggio su una Punto grigiaMa il colpo di grazia avvenne a 18 anni. Finita la settimanadi vacanza all’Alpe di Siusi, stavo per salire sulpullman che ci avrebbe riportati a Varese, pronto peruna dormita colossale dopo cinque notti quasi insonni.Qualcosa, però, ci era sfuggito: tra partenze anticipate earrivi ritardati, mancava un posto per il viaggio diritorno.Don Roberto mi fissò deciso: «Perché non partiamo?».«Ho sbagliato i conti, don, non c’è posto per uno». «Belcolpo. Adesso vieni tu in macchina con me… almeno mifai compagnia».Senza quasi accorgermi salii sulla sua Punto grigia –senza aria condizionata – e ci dirigemmo verso l’autostradae la calda pianura. La macchina, però, invece diimboccare lo svincolo, andò dritta verso un paesino.Arrivammo in una fattoria. Lì comprò dei grossi speck echiese quattro bottiglie della grappa migliore che avevano.Ma cosa stava facendo? Arrivati in macchina, midiede i sacchetti in mano e disse: «Questi sono per te eper gli amici della segreteria, grazie per questi giorni!».Con pazienza e senza alcuna pressione mi accompagnònel cammino vocazionale fino alla fine del liceo.Qualche giorno prima di venire a Roma, mi chiese dovemi sarebbe piaciuto, una volta ordinato prete, andare inmissione. Poi si corresse e disse: «in ogni caso sii unprete felice, altrimenti non vale la pena!».Cercare Cristodi Roberto VergaTommaso ha sempre testimoniato,durante icinque anni di Gs, lasua quasi naturale adesionea Cristo, sperimentandocosì la certezzadella fede. La miaesperienza di amiciziacon lui e con tanti altriamici giessini mi rendesempre più certo cheCristo mantiene semprela promessa della felicità,perché Lui è presenteanche nelle vicendedifficili della vita.<strong>San</strong>t’Agostino ci insegnache Cristo si fa trovareda chi lo cerca:questo è il segreto peressere sempre felici, equesto è il mio appassionatoaugurio.Tommaso Pedroli, varesino, 27anni, entra giovanissimo nellacasa di formazione. In alto, conalcuni bambini in un oratorio romano.

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