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dedalo 18:Dedalo rollingstone 8-04-2010 13:57 Pagina 29dei maestri del Movimento Moderno potranno costituire un terminedi riferimento per confrontare metodologie e tecniche specifichea partire dall’analisi dei risultati. Come è noto, inoltre, la sceltadella nuova destinazione funzionale è momento critico nei progettidi restauro: la scelta della musealizzazione del Moderno ha giàmostrato i suoi punti di debolezza nelle esperienze europeedegli ultimi vent’anni, ma d’altro canto, il compromessocon le problematiche, le normative e gli adeguamenti impostida un nuovo uso dell’immobile sicuramente ne rendono complessala progettazione. La vocazione a residenza universitariadel Marchiondi è stata individuata da tempo e perseguitacon un accordo di programma tra il Comune di Milano, il Politecnicodi Milano, la Fondazione Cariplo e il Consorzio delle Cooperativedi gestione sociale nel novembre 2007. L’interesse del Politecnicoal restauro e al recupero funzionale del Marchiondi è certamentequello di salvare un’opera famosa, ma anche l’obiettivo di dareagli studenti universitari un insieme di servizi abitativi che diventinosupporto fondamentale allo studio e alla loro socializzazione con altristudenti dalle provenienze più disparate, con un impatto sicuramentepositivo sull’intero quartiere urbano. Il progetto accetta dunquela sfida della nuova destinazione funzionale e ne calibra l’impattosui differenti edifici che compongono il Marchiondi. Il complessoarchitettonico insiste su di un terreno di m 90x225, delimitatosui lati Est e Sud rispettivamente dalle vie Noale e Antonio Mosca,ed è costituito da più corpi di fabbrica lineari ad un piano(servizi generali, ex foresteria, ex scuole elementari, soggiornoe corridore di collegamento), a tre piani (ex scuole medie)e da un volume emergente (ex convitto) sviluppato su sei livelli,per un totale di 10.971 mq. di s.l.p.. Sul Marchiondi si è giàintervenuto in passato con opere di ridestinazione funzionale relativea circa 1.280 mq., recuperati dal Comune come servizi per disabilie che non formano oggetto del presente intervento.La nuova articolazione funzionale conferma l’asse distributivolongitudinale, su cui si innesta l’atrio trasversale, e mantienesostanzialmente inalterate la spazialità e la localizzazione originaledei servizi comuni al piano terra del complesso, che prevedevanouno spazio cucina e mensa nel convitto e un ampio salone nel corpoautonomo del soggiorno: il ripristino della sua antica funzioneviene confermato anche con l’integrazione di un’aula conferenze,mantenendo così l’originale vocazione spaziale e l’eccezionalerapporto con l’esterno. Nel piano inferiore delle scuole mediee in una parte della foresteria sono previste inoltre sale studio,una biblioteca e una piccola palestra. L’inserimento di funzioni aperteal pubblico (birreria/caffetteria e saletta conferenze) potrà inoltreestendere le occasioni di fruizione, coinvolgendo in modosignificativo anche gli spazi all’aperto, in particolare il grandepergolato a portali. Nelle parti restanti - aule delle scuole elementarie medie, foresteria e piani superiori del convitto - saranno ricavati 224posti letto distribuiti in stanze di tipo alberghiero e in nuclei integratisecondo le modalità previste dalla Legge 338. In particolare,nell’edificio del convitto, è confermata l’organizzazione su due livellidelle camerate originarie, che il progetto prevede di trasformarein mini alloggi per 4 studenti di circa 90 mq. Viene dunque rispettatol’impianto spaziale delle cellule, che è una caratteristica importantedel progetto di Viganò, e, più in generale, vengono mantenutigli spessori e le quote dei solai esistenti senza introdurre alterazionivolumetriche dell’involucro architettonico, con la sola eccezionedell’inserimento di un nuovo ascensore aderente alla testatadell’edificio alto. Tutto l’organismo è modulato geometricamentein pianta rispetto ad un reticolo di m 3x5 e in alzato su quotedi m 2.5, 3.5, 5, con sottomultipli nei serramenti di 50 cm.Il sistema trave/pilastro, composto da elementi lamellari accostati,è il modulo strutturale secondo cui vengono organizzati gli spazie definiti i volumi. Sulla consapevolezza di tale impianto progettualee nell’ottica di non modificare l’unità formale del complessooriginario, si è intervenuti valutando sempre come prioritarioil mantenimento del valore architettonico dell’opera,sia nel preservare il più possibile la spazialità proposta dall’autore,sia nell’escludere l’intrusione di nuovi elementi in una strutturacompositiva già molto complessa. L’esplicito rapporto che VittorianoViganò stabilisce tra costruzione e forma-icona non sembra potertollerare presenze estranee. Il progetto di Restauro sceglie dunquedi non contrapporsi al disegno dell’autore e persegue un ripristinodei cementi armati che ne conservi al meglio, una volta salvaguardatele condizioni di sicurezza, geometria, dimensioni e qualità esteticadei materiali. L’intervento di recupero, che contempleràun laboratorio di cantiere, si confronta con esperienze di altri paesi,dove non si escludono operazioni di rifacimento più decise, piuttostoche una conservazione integrale del corpo materiale dell’operae della stessa patina del tempo. È esplicito il riferimentoal riconoscimento dell’opera d’arte ed all’ipotesi di interventosu questa come di un restauro critico, così come inteso da RenatoBonelli, teso alla ricerca e alla valorizzazione dei valori autenticidell’opera d’arte “…atto critico, giudizio fondato sul criterioche identifica nel valore artistico e perciò negli aspetti figurativi,il grado d’importanza ed il valore stesso dell’opera”. Nel casodel Marchiondi anche la scelta su come intervenire sui serramenti(oltre 3500 mq, di cui il 30% demolito) diventa decisiva:sarà mantenuto il disegno e l’ordito originario delle ampie superficifinestrate a telai metallici smaltati in vari colori, provvedendoalla sostituzione dei serramenti irrecuperabili, tenuto anche contoche la nuova destinazione residenziale comporta un incrementonotevole delle superfici apribili nei serramenti rispetto all’originale.Sarà inoltre ripristinato il materiale di pavimentazione: linoleum rossoossido, con campiture chiare e gomma nera, a seguito della verificaiconografica e per reperti dei colori impiegati da Vittoriano Viganò.028_029

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