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Economia e sviluppo industriale

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erano divenuti 970; nella Ferrovia Vigezzina, i 97 impiegati<br />

del 1961 erano divenuti 105 nel 1971 e 116 nel<br />

1982; solo nell’Enel i 771 addetti del 1961 erano scesi<br />

a 666 nel 1971 e a 636 nel 1982. Un certo squilibrio<br />

tra le varie zone delle valli si andava accentuando in<br />

quanto l’ubicazione dell’apparato <strong>industriale</strong> si andava<br />

concentrando sulla riva destra del fiume Toce: nel 1951<br />

con 447 unità lavorative e 6.767 addetti; nel 1961 con<br />

478 unità e 7.724 addetti; nel 1969 con 582 unità e<br />

7.716 addetti. Ormai nella piana della Toce si collocava<br />

il 90% delle aziende manifatturiere e degli addetti e,<br />

per quanto possa sembrare strano, Domodossola era il<br />

centro con più unità lavorative (215 nel 1951, 234 nel<br />

1961 e 243 nel 1969), mentre Villadossola e Pieve Vergonte<br />

restavano i centri con la più alta concentrazione<br />

operaia rispetto al numero degli stabilimenti. Il fenomeno<br />

è importante per comprendere il lento spopolamento<br />

alpino e in che modo si sono assestati i flussi migratori<br />

all’interno della Val d’Ossola. 45 Particolare menzione<br />

meritano le discontinue vicende di alcune grandi<br />

aziende per la loro rilevanza storica nel settore <strong>industriale</strong><br />

ossolano. La Ceretti nel 1972 aveva iniziato la costruzione<br />

di un nuovo stabilimento in vista di un progettato<br />

<strong>sviluppo</strong>, ma nel 1974 fu frenata dalla crisi che<br />

Stabilimenti chimici in Val d’Ossola.<br />

sembrò risolta con l’ingresso di nuovi azionisti, con la<br />

vendita della parte sud del vecchio opificio alla Fomas<br />

di Osnago e con l’introduzione di nuove tecnologie.<br />

Ma nel 1979 fu chiesta l’amministrazione controllata<br />

e la cassa integrazione; e negli anni ‘80 ci fu la cessione<br />

alla Società FERDO di Torino per 19 miliardi di lire. 46<br />

La Ferriera dell’Ossola sorse nel 1977 con l’acquisto<br />

di parte del vecchio stabilimento Ceretti. I 189 addetti<br />

divennero 264 nel 1978 con prospettive confortanti,<br />

ma nel 1979 l’azienda venne posta in liquidazione. Anche<br />

la Sisma entrò in crisi nel 1972 con l’ingresso delle<br />

partecipazioni statali (EGAM) che, al di là delle attese,<br />

si rivelò improduttivo perché l’ente statale fu sciolto.<br />

Molti furono gli oneri finanziari mentre i debiti aumentarono<br />

sensibilmente e l’occupazione diminuì del<br />

23%. Più confortanti sono stati i risultati della Tonolli<br />

di Pieve Vergonte che aveva assorbito l’ALP e che riuscì<br />

ad aumentare l’occupazione malgrado abbia avvertito<br />

qualche difficoltà. La Clifford sorse nel 1968 per iniziativa<br />

di imprenditori inglesi e il contributo municipale,<br />

ma il capitale inglese nel 1973 si ritirò dall’attività che<br />

venne rilevata da un gruppo finanziario. Nacque così la<br />

Clifford Bongiasca Spa, ma la crisi cominciò a farsi sentire<br />

a fasi cicliche, finché l’impresa non fu rilevata dalla<br />

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