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Giugno - Fraternità San Carlo

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ABBONATI O RINNOVA IL TUO ABBONAMENTO. È SEMPLICE. ON LINE: www.sancarlo.orgfraternitàemissione c/c postale: 72854979 - Intestato: Fraternità Sacerdotale Missionari S. <strong>Carlo</strong> B. Fraternità e Missione ABBONAMENTI: base €15 - Sostenitore €50SOSTIENICI: c/c postale: 43262005, intestato a Fraternità sacerdotale missionari san <strong>Carlo</strong> Borromeo c/c bancario: IT 72 W0351203206000000018620 [specificando la causale: missioni, sante messe ecc.]GIUGNOhanno iniziato ad alleggerire lo zaino». La mattinasveglia alle nove, colazione e poi subito inviaggio, con una pausa per il pranzo e una piccolasosta, per riprendere il viaggio fino alle 17,prima della messa. La pioggia e il freddo incontratiper via non sono riusciti a frenare il cammino,anche se disagiato. «Per loro è statoimportante capire che si cammina con una metae ha senso soloquello che ci facilitaquesto cammino. Miha colpito un ragazzinoche di fronte aun cippo miliare miha detto: “questocippo per me ècome un amico perchéindica la stradae mi fa capire che hasenso proseguire ilviaggio”».«È stato duro perdei ragazzi diquindici anni,ma hannoimparato cos’èessenzialenella vitae ad affidarela nostra faticaa san Giacomo»La statua di san Giacomo, sull’altaremaggiore della cattedrale.L’arrivo dei giovani pellegriniviennesi, davanti alla cattedraledi san Giacomo.>> “Camino” dopo quasi quattrocento anni di oblioconosce oggi una nuova giovinezza.«Avevo già percorso una volta la strada», introduceAttanasio, «e mi ero accorto della bellezza del camminare,pregare, meditare insieme». In effetti, è raro trovareun pellegrinaggio in Europa in grado di unire inmaniera così coinvolgente bellezze naturali a memoriastorica.Da quando gli amanuensi di Cluny ne iniziaronoa glorificare l’esistenza, i passi che portano alla tombadi san Giacomo sono stati percorsi nei secoli da migliaiae migliaia di pellegrini che hanno voluto lasciare lungoil “Camino”segni visibili del proprio passaggio:qui unacappella, là un’iscrizione.«Partendo da Sarria,ci siamo sempre svegliati piuttostopresto di mattina per evitare le ore più calde», raccontaAttanasio, «e dopo la recita delle lodi si iniziava acamminare.Per i sei giorni abbiamo letto tutti i 21 capitolidel Vangelo di Giovanni, alternandoli al silenzio edalla recita del rosario».Ma era necessario venire sino a <strong>San</strong>tiago per cercarequello che si può trovare in un ritiro spirituale? «Sonodue cose diverse»,risponde il rettore.«Per la mia esperienza– prosegue – il ritiro implica una posizione personalepiù matura. Il pellegrinaggio invece nella suasemplicità chiede soltanto di aderire. In un ritiro i concettipossono rischiare di rimanere astratti, in un pellegrinaggioli vivi… D’altronde, i peripatetici greci nonavevano già scopertoIl ritiro implicauna posizionepersonale piùmatura.Il pellegrinaggioinvece nella suasemplicitàchiede soltantodi aderirel’utilità del camminarediscutendo della verità?».Tra i campi di ginestrein fiore ed i ruderi lasciatidalle tante confraterniteche nei secoli si sonooccupate di aiutare i pellegrini,quando interitratti di strada eranooccupati dai musulmani ominacciati dai briganti, sisnodano piccole case dipietra con gli immancabili horreos,i lunghi e stretti granaidella Galizia. «Non vi sentite responsabili»,domando, «nei confronti dei tanti che, come nella vita,calpestano queste pietre senza essere consapevoli dellameta?».«La missione»,risponde Attanasio,«nasce dallamemoria di Cristo. Che è d’altronde lo scopo dellanostra Fraternità. Ma spesso è nella giornata che ci sidimentica di quella meta. E questo vale anche per ciascunodi noi: per questo ogni volta occorre riscoprirequello che abbiamo incontrato».A <strong>San</strong>tiago,sulla “praza da Quintana”una coda di pellegrinisi allunga sotto il sole attendendo il momento ditransitare sotto la Porta <strong>San</strong>ta ed entrare nella Cattedrale.Si susseguono i gesti che sanciscono la fine dellungo peregrinare: le dita nei cinque fori creati dall’usuradella colonna dell’arco centrale, la scaletta cheporta ad abbracciare da dietro la statua di san Giacomo,il volteggiare minaccioso del botafumeiro.Domando:che cosa hai fatto come prima cosa quandosei entrato in chiesa? «Mi sono predisposto all’adorazioneeucaristica… ma per la stanchezza mi sono addormentato!»,confessa Attanasio, che aggiunge riflessivo:«In fondo è un fatto emblematico: il Signore ti prendecosì come sei».

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