34<strong>Campo</strong> de’ fiorila banda musicale di Castel Sant’Eliadi Riccardo Pieralisicomunque, a lavorarealacrementeper tenere in piedila banda musicale,nonostante moltigiovani musicantifossero stati chiamatialle armi. Allabanda musicale fudato il nome di“Banda MusicaleSanta Maria adRupes”, in onore allaSanta Vergine, chesi venera presso ilnostro amato Santuariodi Castel1931 banda musicale di Castel Sant’EliaSant’Elia. Subito dopola guerra DonLa banda musicale di Castel Sant’Elia nasceGiovanni, con rammarico, lascia l’incarico aufficialmente nel 1931, grazie alla prodigalitàdel concittadino M° Don Giovanni Decausa di alcune discordie sorte tra i musicanti.La banda viene fondata nuovamenteAngelis, che seppe invogliare e formarenegli anni tra il 1947 ed il 1960 e l’alloramusicalmente i giovani del luogo con saggezzae passione. Precedentemente viparroco Don Domenico Antonazzi provvidea rinnovare l’organico strumentale e affidòerano dei gruppi musicali di castellesi che sila direzione al concittadino M° Donriunivano per allietare la vita al paese.Tommaso Albani. I molteplici impegniEgli ne fu il Maestro Direttore fino agli eventibellici della Seconda Guerra Mondiale,pastorali e parrocchiali a cui doveva adempierenel vicino paese di Monterosi, costrinseroDon Tommaso a lasciare la direzione aldurante la quale i musicanti anziani rimaserocompatti per allietare le feste patronali eM° Giuseppe Trifogli che rinnovò il repertoriointroducendo opere di Rossini,le processioni. Don Giovanni continuò,Verdi,Bellini e tanti altri. Accrescono notorietà esuccesso. Dagli anni ’70 agli anni ’80 labanda è completata da un gruppo folkloristicocomposto da 40 ragazze, assumendo ilnome di “Banda Folkloristica di CastelSant’Elia”. In questi anni essa fu diretta dalM° Donato Boccadamo e allietò le feste diCastel Sant’Elia, ma anche quelle di molticentri del Lazio e dell’Italia centrale.Partecipò anche a molti raduni bandistici,ma tra il 1983 ed il 1987, la banda ebbe poiun periodo buio: si sciolse la folkloristica ediminuì sensibilmente il numero dei componenti.Solo la caparbietà e la buona volontàdel M° Luigi Neri, che la diresse dal 1988 al1994, fecero sì che a Castel Sant’Elia non siperdesse la cultura bandistica. Tra il 1994ed il 2000 si succedettero vari maestri, tracui il M° Antonio Carbone ed il M° LuigiCorrado. Nel Gennaio 2001 la banda musicaleviene affidata alla magistrale direzionedel M° Rino Fabrizi, rinnovando sia l’organico,con la presenza di molti giovani ragazzi,sia il repertorio eseguito.Difatti, a tutt’oggi, il complesso conta ben36 elementi. Nel Settembre 2003 laCommissione della banda musicale, su propostadel M° Rino Fabrizi, conferisce la direzioneal M° Fabio Fabrizi. Continua così lagrande e fondamentale funzione culturaleed educativa che la banda svolge nella vitasociale di Castel Sant’Elia.
<strong>Campo</strong> de’ fiori35Il Nuovo Rischiodel Dott.Maurizio MartiniAIDSAl giorno d’oggi chinon conosce almenoper sentito dire laSindrome da immunodeficienzaacquisitao AIDS? Allora perchéparlarne ancora? E’proprio qui, in questaultima frase “il nuovorischio AIDS”.Non se ne parla più, econ il non parlarnepiù, ecco che si fameno attenzione, soprattutto in termini diprevenzione ed ecco che le ultime statisticheci dicono che i nuovi casi di infezionenel nostro paese come in altri paesi industrializzatisono in aumento, soprattuttofra le fasce più giovani della società, quellesu cui purtroppo si è fatta e si sta facendomeno informazione. Questo costituisce“il nuovo rischio AIDS”, l’incremento delnumero di nuove infezioni. Per questomotivo ho deciso in accordo con la redazionedel giornale di dedicare un po’ dispazio a questo problema. Per ragioni dispazio suddividerò questo articolo in dueparti: la prima in cui vi parlerò dell’AIDS ingenerale e dello stato attuale della malattia,e la seconda in cui vi parlerò invece delproblema della prevenzione, della diffusionee delle cure attuali.La sindrome da immunodeficienza acquisitao AIDS è causata da un virus chiamatoHIV. Questo virus è in grado di infettare edi uccidere una particolare cellula delnostro organismo, i linfociti CD4+, checostituiscono il perno del nostro sistemaimmunitario.Questo sistema ha un ruolo fondamentaleper la nostra sopravvivenza, perché è ingrado di difenderci dagli attacchi degliorganismi infettivi, come batteri, miceti,virus e parassiti, di riconoscere le cellulealterate del nostro organismo, siano essecellule tumorali o non più in grado di svolgerela loro funzione, partecipa alla riparazionedei tessuti, ha un ruolo centrale nell’infiammazionee altre molteplici funzioni.Nella risposta immune i linfociti CD4+sono il fulcro centrale, distruggerli significadistruggere il nostro sistema immunitarioe diventare immunodeficenti. Questo èquello che fa il virus HIV. Quando il numerodi queste cellule CD4+ è insufficiente leinfezioni, soprattutto da parte di patogeniopportunisti, non vengono combattute adovere, hanno una durata eccessiva, debilitanoil nostro organismo e ci conduconopoi alla morte. A fine 2000 si stimava chele persone infettate dal virus nel mondofossero circa 37 milioni di cui 26 nella solaafrica. La malattia è in aumento soprattuttonei paesi del terzo mondo, dove la prevenzioneè ancora scarsa o nulla, e purtroppoanche nei paesi industrializzatidove, come ho già detto, la diminuzionedelle barriere difensive in termini preventivi,ha permesso una alta recrudescenzadella malattia.La trasmissione dell’HIV avviene principalmenteper via sessuale, attraverso sangueinfetto, o da madre infetta al feto. Subitoalla fine degli anni ottanta, quando lamalattia AIDS cominciava ad essere compresaappieno, erano state identificatedelle categorie a rischio di infezione daHIV. Queste categorie (omosessuali, tossicodipendenti,emofilici) che potevanoandare più frequentemente incontro adinfezione da HIV, oggi non esistono più, ela trasmissione del virus avviene fondamentalmenteper via eterosessuale.Il virus viene di solito a contatto con inostri linfociti CD4+ a livello delle mucosegenitali o anali, li infetta, e quindi cominciaa replicarsi. In questa fase il nostrosistema immunitario lo riconosce e producedegli anticorpi specifici contro di esso.Si ha la cosiddetta sieroconversione (disolito questa avviene nell’arco di 3-12 settimanedal contatto con il virus) che farisultare positivo il test di laboratorio per laindividuazione di questi anticorpi. Ma glianticorpi prodotti purtroppo non sono efficaci,infatti il virus muta continuamente egli anticorpi non sono in grado di agirecontro di esso. A livello clinico nella fase disieroconversione, si ha una sindrome similinfluenzale che in breve tempo viene superata.La persona infettata non ha più sintomio altre malattie, ma il virus è semprepresente, è in grado di sfuggire alle nostredifese e agli anticorpi prodotti e infetta unsempre maggior numero di cellule CD4+.Questa infezione cronica di solito avvienenell’arco di molti anni e varia da persona apersona, ma continua finche non si arrivaad un numero così basso di linfocitiCD4+, che il nostro organismo non è piùin grado di difendersi. Si entra così nellafase di malattia da AIDS conclamata, coninfezioni ricorrenti e debilitanti. Prima dellaintroduzione del trattamento specificoantiretrovirale, a metà circa degli anninovanta, il periodo che intercorreva tral’infezione da HIV e lo sviluppo dellamalattia vera e propria di solito era di circa10 anni. Poi di media il paziente andavaincontro ad una serie di patologie tali, infezioni,demenza e tumori che provocavanola sua morte nell’arco di due anni. Oggigrazie alla ricerca e alla terapia specificacontro il virus non si muore più di AIDS. Inuovi farmaci hanno infatti permesso dibloccare la replicazione virale fermando lamalattia in una fase cronica. Ma anche sedi AIDS non si muore più, l’insorgere diresistenze ai farmaci, il grosso peso socialein termini di spesa farmacologia dellamalattia cronica, le complicanze tossichedei farmaci usati, e l’insorgere di nuovepatologie dovute alla presenza duratura econtinua del virus nel nostro organismo,non ci devono indurre ad abbandonare laricerca di un vaccino efficace a livellomedico e a livello sociale, ad abbandonarequella che finora è l’unica vera arma di cuidisponiamo nei confronti dell’AIDS:la PREVENZIONE.continua sul prossimo numero...