26.11.2012 Views

Linee guida AIAC 2010 per la gestione e il trattamento della - Stopfa

Linee guida AIAC 2010 per la gestione e il trattamento della - Stopfa

Linee guida AIAC 2010 per la gestione e il trattamento della - Stopfa

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

LINEE GUIDA <strong>AIAC</strong> <strong>2010</strong> PER LA GESTIONE E IL TRATTAMENTO DELLA FA<br />

Studi clinici randomizzati<br />

I risultati di questi studi vengono qui di seguito succintamente<br />

presentati.<br />

PIAF (Pharmacological Intervention<br />

in Atrial Fibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tion) 148,149<br />

Questo studio, <strong>la</strong> cui popo<strong>la</strong>zione era costituita da 225 pazienti<br />

con FA <strong>per</strong>sistente di durata compresa tra 7 e 360 giorni, seguiti<br />

<strong>per</strong> 1 anno, ha mostrato una migliore tolleranza all’esercizio<br />

fisico senza miglioramento nel<strong>la</strong> qualità di vita ed un maggior<br />

numero di ospedalizzazioni nel gruppo controllo del ritmo.<br />

Va, comunque, segna<strong>la</strong>to che solo <strong>il</strong> 23% dei pazienti in terapia<br />

con amiodarone era in ritmo sinusale al<strong>la</strong> fine del followup<br />

e che solo <strong>il</strong> 56% dei pazienti sottoposti a CVE aveva mantenuto<br />

<strong>il</strong> ritmo sinusale.<br />

STAF (Strategies of Treatment of Atrial Fibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tion) 150<br />

Questo studio, <strong>la</strong> cui popo<strong>la</strong>zione era costituita da 200 pazienti<br />

con un’età media di 67 anni, affetti da FA <strong>per</strong>sistente e seguiti<br />

<strong>per</strong> un follow-up medio di 20 mesi, non ha mostrato differenze<br />

statisticamente significative tra le due strategie, se non un<br />

lieve incremento del<strong>la</strong> mortalità totale (4.9 vs 2.5% <strong>per</strong> anno)<br />

nel gruppo controllo del<strong>la</strong> frequenza ed un aumento delle<br />

ospedalizzazioni nel gruppo controllo del ritmo. È interessante<br />

notare che <strong>la</strong> <strong>per</strong>centuale di pazienti del gruppo di controllo<br />

del ritmo che erano in ritmo sinusale al<strong>la</strong> fine dello studio anche<br />

dopo ripetute cardioversioni elettriche non su<strong>per</strong>ava <strong>il</strong><br />

40%.<br />

RACE (Rate Control versus Electrical Cardioversion<br />

for Persistent Atrial Fibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tion) 151<br />

Questo studio, che ha arruo<strong>la</strong>to 522 pazienti prevalentemente<br />

ad alto rischio tromboembolico con recidiva di FA <strong>per</strong>sistente<br />

dopo una prima CVE, non ha dimostrato alcuna su<strong>per</strong>iorità di<br />

una strategia terapeutica sull’altra al follow-up di 2.3 anni <strong>per</strong><br />

quanto riguarda l’endpoint primario combinato, ma semplicemente<br />

una tendenza verso una minore incidenza di eventi nel<br />

gruppo controllo del<strong>la</strong> frequenza (17.2 vs 22.6%). Anche in<br />

questo studio solo <strong>il</strong> 39% dei pazienti del gruppo di controllo<br />

del ritmo era effettivamente in ritmo sinusale al termine del<br />

follow-up. Inoltre, sempre nel gruppo controllo del ritmo, era<br />

possib<strong>il</strong>e notare una maggior incidenza di eventi tromboembolici.<br />

AFFIRM (Atrial Fibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tion Follow-up Investigation<br />

of Rhythm Management) 104<br />

Questo studio, che ha arruo<strong>la</strong>to 4060 pazienti di età >65 anni<br />

o con almeno un altro fattore di rischio <strong>per</strong> ictus o morte, ha incluso<br />

sia pazienti con episodi di FA di breve durata e terminazione<br />

spontanea sia pazienti con FA <strong>per</strong>sistente sottoposti a<br />

cardioversione. La durata media del follow-up è risultata di 3.5<br />

anni con un <strong>per</strong>iodo massimo di osservazione di 6 anni, al termine<br />

del quale è stata riscontrata una tendenza all’incremento<br />

di mortalità totale nel gruppo controllo del ritmo (26.7 vs<br />

25.9%, p=0.08). Una sottoanalisi dell’AFFIRM 105 ha documentato<br />

un significativo incremento di 1.5 volte del rischio di mortalità<br />

non cardiovasco<strong>la</strong>re nel braccio controllo del ritmo<br />

(p=0.0007), dovuto ad un eccesso di mortalità <strong>per</strong> cancro polmonare<br />

e patologie polmonari, probab<strong>il</strong>mente legato all’ut<strong>il</strong>izzo<br />

dell’amiodarone. Inoltre, un’analisi post-hoc ha mostrato<br />

che <strong>la</strong> <strong>per</strong>sistenza del ritmo sinusale che si ottiene senza l’ut<strong>il</strong>izzo<br />

dei farmaci antiaritmici aumenta <strong>la</strong> sopravvivenza, mentre<br />

l’impiego di questi <strong>la</strong> riduce 152 . Sia in questo studio che nel<br />

RACE, gli eventi tromboembolici si sono verificati in <strong>per</strong>centuale<br />

maggiore nel gruppo controllo del ritmo, in partico<strong>la</strong>re<br />

nei pazienti che avevano interrotto l’assunzione del warfarin o<br />

che avevano l’international normalized ratio (INR) a livelli non<br />

terapeutici (INR

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!