Linee guida AIAC 2010 per la gestione e il trattamento della - Stopfa
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shock con forma d’onda bifasica è consigliab<strong>il</strong>e anche nei pazienti<br />
pediatrici 204 e nei pazienti con flutter atriale 207 .<br />
L’impedenza transtoracica è più bassa ut<strong>il</strong>izzando le tradizionali<br />
p<strong>la</strong>cche metalliche associate a pasta conduttrice rispetto<br />
alle p<strong>la</strong>cche adesive monouso 212,217 ; queste ultime, tuttavia,<br />
consentono <strong>il</strong> posizionamento in sede antero-posteriore (tra <strong>la</strong><br />
regione infra-c<strong>la</strong>vico<strong>la</strong>re destra e l’apice del<strong>la</strong> scapo<strong>la</strong> sinistra),<br />
che è risultata più efficace rispetto al<strong>la</strong> posizione antero-apicale<br />
(tra <strong>il</strong> margine sternale destro e l’apice ventrico<strong>la</strong>re sinistro)<br />
nel convertire a ritmo sinusale i pazienti in FA (96 vs 78%) 213-215 .<br />
Efficacia assoluta e clinica<br />
L’efficacia del<strong>la</strong> CVE del<strong>la</strong> FA è riportata essere tra <strong>il</strong> 70% e <strong>il</strong><br />
99% 222-225 . Questa ampia variab<strong>il</strong>ità è determinata da diversi<br />
fattori, quali caratteristiche dei pazienti, forma d’onda ut<strong>il</strong>izzata<br />
<strong>per</strong> lo shock e definizione di successo.<br />
Le variab<strong>il</strong>i cliniche che influenzano <strong>il</strong> risultato del<strong>la</strong> CVE sono:<br />
1) presenza di cardiopatia 225,226 ; 2) durata del<strong>la</strong><br />
FA 199,213,225,226 ; 3) dimensioni dell’atrio sinistro 227 ; 4) proteina Creattiva<br />
ad alta sensib<strong>il</strong>ità 228,229 ; 5) presenza di sindrome delle<br />
apnee notturne 229 . Tuttavia, non sono identificab<strong>il</strong>i variab<strong>il</strong>i che<br />
di <strong>per</strong> sé sono in grado di predire in modo assoluto l’insuccesso<br />
del<strong>la</strong> CVE 224 .<br />
Sui vantaggi derivanti dall’ut<strong>il</strong>izzo del<strong>la</strong> forma d’onda bifasica<br />
si è già discusso in precedenza.<br />
Importante è <strong>la</strong> definizione di successo del<strong>la</strong> CVE. L’inefficacia<br />
tecnica del<strong>la</strong> CVE è definita come l’impossib<strong>il</strong>ità di ottenere<br />
<strong>il</strong> ripristino del ritmo sinusale <strong>per</strong> almeno un battito. L’insuccesso<br />
tecnico va distinto dall’insuccesso clinico nel quale,<br />
dopo una CVE efficace, si assiste ad un’immediata (entro pochi<br />
minuti) o precoce (entro 15 giorni) recidiva del<strong>la</strong> FA. L’inefficacia<br />
tecnica e le recidive immediate si verificano in circa <strong>il</strong> 25%<br />
dei pazienti sottoposti a CVE e le recidive precoci in un altro<br />
25% 230,231 .<br />
L’insuccesso tecnico del<strong>la</strong> CVE transtoracica deriva dal fatto<br />
che solo una minima quantità dell’energia erogata (4%) raggiunge<br />
<strong>il</strong> miocardio 232 . Per questo motivo negli ultimi anni sono<br />
state proposte delle modalità alternative <strong>per</strong> aumentare <strong>la</strong><br />
quantità di energia in grado di raggiungere <strong>il</strong> miocardio atriale:<br />
<strong>la</strong> CVE interna 233 e <strong>la</strong> CVE transesofagea 234 . La CVE interna<br />
è stata <strong>la</strong> prima ad essere proposta, soprattutto in pazienti obesi<br />
o con BPCO 233,235,236 . Si tratta di una tecnica invasiva, costo-<br />
LINEE GUIDA <strong>AIAC</strong> <strong>2010</strong> PER LA GESTIONE E IL TRATTAMENTO DELLA FA<br />
Tabel<strong>la</strong> 7. Dosaggi consigliati e potenziali effetti col<strong>la</strong>terali dei farmaci antiaritmici di sicura efficacia nel<strong>la</strong> cardioversione del<strong>la</strong> fibr<strong>il</strong><strong>la</strong>zione atriale.<br />
Sostanza Via di Dosaggio Potenziali eventi avversi maggiori<br />
somministrazione<br />
Flecainide e.v. 2 mg/kg in 10-20 min (max 150 mg) Ipotensione, flutter atriale 1:1,<br />
<strong>per</strong> os 200-300 mg singo<strong>la</strong> dose scompenso cardiaco<br />
Propafenone e.v. 2 mg/kg in 10-20 min (max 150 mg) Ipotensione, flutter atriale 1:1,<br />
<strong>per</strong> os 450-600 mg singo<strong>la</strong> dose scompenso cardiaco<br />
Ibut<strong>il</strong>ide e.v. 1 mg in 10 min; ripetere dopo 10 min 0.5-1 mg<br />
in 10 min se necessario<br />
Prolungamento QT, torsioni di punta<br />
Amiodarone e.v. 5-7 mg/kg in 60 min, seguiti da 15 mg/kg in 24h Ipotensione, bradicardia,<br />
<strong>per</strong> os carico con 600 mg/die <strong>per</strong> 2-3 settimane<br />
(o 10 mg/kg <strong>per</strong> 10 giorni) quindi 200 mg/die<br />
allungamento QT, flebiti (e.v.)<br />
Vernaka<strong>la</strong>nt a e.v. 3 mg/kg in 10 min; ripetere dopo 15 min 2 mg/kg Ipotensione, blocco atrioventrico<strong>la</strong>re<br />
in 10 min se necessario completo<br />
a finora valutato solo in trial clinici; recentemente approvato.<br />
sa, e non priva di rischi. Inoltre, <strong>la</strong> probab<strong>il</strong>ità di recidiva di FA<br />
è risultata sovrapponib<strong>il</strong>e a quel<strong>la</strong> osservata dopo <strong>la</strong> CVE tradizionale<br />
237,238 . L’avvento del<strong>la</strong> forma d’onda bifasica, aumentando<br />
di molto l’efficacia del<strong>la</strong> CVE transtoracica, ha determinato<br />
di fatto l’abbandono del<strong>la</strong> CVE endocavitaria.<br />
Per ragioni sim<strong>il</strong>i anche <strong>la</strong> CVE transesofagea oggi ha indicazioni<br />
estremamente limitate 239 .<br />
In un caso clinico, l’ut<strong>il</strong>izzo contemporaneo di 4 p<strong>la</strong>cche<br />
adesive ha <strong>per</strong>messo l’interruzione del<strong>la</strong> FA in una paziente refrattaria<br />
a multipli shock con forma d’onda bifasica a 200J 240 .<br />
Nei pazienti molto sintomatici, un altro modo <strong>per</strong> aumentare<br />
<strong>il</strong> successo clinico è quello del<strong>la</strong> ripetizione seriata del<strong>la</strong><br />
CVE, metodo che si è dimostrato in grado di mantenere a ritmo<br />
sinusale dopo 12 mesi sino al 55% dei pazienti 241 .<br />
La cardioversione elettrica nei pazienti portatori<br />
di dispositivi impiantab<strong>il</strong>i<br />
La CVE nei pazienti portatori di pacemaker e defibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tori impiantab<strong>il</strong>i<br />
è sicura se vengono osservate alcune semplici precauzioni<br />
205 .<br />
Pacemaker e defibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tori impiantab<strong>il</strong>i sono costruiti in modo<br />
da resistere ad improvvise scariche elettriche esterne. Tuttavia,<br />
<strong>la</strong> programmazione del dispositivo potrebbe essere alterata<br />
dall’energia ricevuta. Il dispositivo deve essere interrogato<br />
prima e dopo <strong>la</strong> CVE <strong>per</strong> verificarne <strong>il</strong> funzionamento. Nei pazienti<br />
totalmente dipendenti dal pacemaker è prudente aumentare<br />
al massimo l’uscita dell’impulso ventrico<strong>la</strong>re prima del<strong>la</strong><br />
CVE. Nei pazienti portatori di defibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tore impiantab<strong>il</strong>e devono<br />
essere disattivate le terapie antitachicardiche.<br />
L’elettricità condotta lungo l’elettrodo impiantato può causare<br />
un danno miocardico localizzato che a sua volta può innalzare<br />
<strong>la</strong> soglia di stimo<strong>la</strong>zione con conseguente <strong>per</strong>dita di cattura<br />
ventrico<strong>la</strong>re. Per questo motivo: 1) le p<strong>la</strong>cche da defibr<strong>il</strong><strong>la</strong>zione<br />
devono essere posizionate <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e lontano dal<br />
dispositivo; 2) l’asse ideale delle p<strong>la</strong>cche deve essere ortogonale<br />
rispetto all’asse longitudinale degli elettrocateteri. Questo significa<br />
che, nei pazienti con <strong>il</strong> dispositivo posizionato in sede infra-c<strong>la</strong>vico<strong>la</strong>re<br />
sinistra, <strong>la</strong> configurazione delle p<strong>la</strong>cche più sicura<br />
è quel<strong>la</strong> tra <strong>la</strong> regione infra-c<strong>la</strong>vico<strong>la</strong>re destra e <strong>la</strong> regione<br />
compresa tra le due scapole a livello del<strong>la</strong> colonna vertebrale;<br />
al contrario, nei pazienti con <strong>il</strong> dispositivo posizionato in sede<br />
infra-c<strong>la</strong>vico<strong>la</strong>re destra <strong>la</strong> configurazione più sicura è quel<strong>la</strong> tra<br />
G ITAL CARDIOL | VOL 12 | SUPPL 1 AL N 1 2011<br />
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