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Linee guida AIAC 2010 per la gestione e il trattamento della - Stopfa

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In Italia, nel<strong>la</strong> comune pratica clinica sono ut<strong>il</strong>izzati prevalentemente<br />

farmaci di c<strong>la</strong>sse IC o di c<strong>la</strong>sse III. A questi ci riferiremo<br />

nel<strong>la</strong> presente sezione. Inoltre, faremo un cenno al ruolo<br />

dei betabloccanti e del<strong>la</strong> digitale e tratteremo del nuovo farmaco<br />

antiaritmico, dronedarone.<br />

Efficacia dei diversi farmaci antiaritmici<br />

Flecainide<br />

La flecainide possiede, al pari di altri farmaci antiaritmici come<br />

<strong>la</strong> chinidina e <strong>la</strong> disopiramide, un effetto vagolitico277 . In numerosi<br />

studi ha dimostrato un’efficacia su<strong>per</strong>iore al p<strong>la</strong>cebo<br />

(<strong>per</strong>centuali di successo del 31-61 vs 7-39%) e al<strong>la</strong> chinidina278-282. <strong>la</strong> mortalità improvvisa nei pazienti con pregresso infarto miocardico<br />

283 . Per questa ragione e <strong>per</strong> i noti effetti inotropi e dromotropi<br />

negativi, è controindicata nei pazienti con cardiopatia<br />

ischemica, con disfunzione ventrico<strong>la</strong>re sinistra e con gravi turbe<br />

dell’eccitoconduzione. Costituisce, invece, un <strong>trattamento</strong> di<br />

prima scelta nei soggetti senza o con lieve cardiopatia nei quali<br />

non appare responsab<strong>il</strong>e di significativi effetti proaritmici 284 .<br />

Propafenone<br />

Il propafenone ha un’efficacia su<strong>per</strong>iore al p<strong>la</strong>cebo e sim<strong>il</strong>e a<br />

quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> disopiramide e del sotalolo, essendo efficace ad 1<br />

anno nel 30-50% dei pazienti 285-289 . Come <strong>la</strong> flecainide, con <strong>la</strong><br />

quale ne condivide <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse farmacologica, è controindicato nei<br />

pazienti con cardiopatia ischemica, con disfunzione ventrico<strong>la</strong>re<br />

sinistra e con gravi turbe dell’eccitoconduzione. Il suo uso è<br />

di prima scelta nei soggetti non cardiopatici o con cardiopatia<br />

non significativa.<br />

Sotalolo<br />

Il sotalolo possiede una doppia azione, antiaritmica di c<strong>la</strong>sse<br />

III e betabloccante. La sua efficacia è su<strong>per</strong>iore al p<strong>la</strong>cebo e sim<strong>il</strong>e<br />

a quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> chinidina e del propafenone 290-293 . È necessario<br />

notare come, in uno studio su una casistica limitata<br />

(47 pazienti), <strong>il</strong> sotalolo a bassa bose (160 mg/die) non si sia<br />

dimostrato su<strong>per</strong>iore al betabloccante (atenololo 50 mg) 294 . Il<br />

sotalolo ha indicazione nei pazienti con cardiopatia ischemi-<br />

ca nei quali ha un’efficacia sim<strong>il</strong>e a quel<strong>la</strong> dell’amiodarone 181 ,<br />

LINEE GUIDA <strong>AIAC</strong> <strong>2010</strong> PER LA GESTIONE E IL TRATTAMENTO DELLA FA<br />

Tabel<strong>la</strong> 8. Raccomandazioni <strong>per</strong> <strong>la</strong> cardioversione elettrica del<strong>la</strong> fibr<strong>il</strong><strong>la</strong>zione atriale (FA).<br />

C<strong>la</strong>sse di Livello di<br />

raccomandazione evidenza<br />

FA di recente insorgenza (48h in paziente già in appropriata terapia anticoagu<strong>la</strong>nte orale I C<br />

FA di durata >48h, previa adeguata terapia anticoagu<strong>la</strong>nte orale <strong>per</strong> almeno 3 settimane b I C<br />

FA in presenza di preeccitazione ventrico<strong>la</strong>re IIa C<br />

FA sintomatica quando i <strong>per</strong>iodi di ritmo sinusale tra una cardioversione elettrica e l’altra III C<br />

sono di breve durata, nonostante <strong>trattamento</strong> farmacologico antiaritmico adeguato<br />

FA in presenza di ipokaliemia ed intossicazione digitalica III C<br />

a se durata dell’aritmia non datab<strong>il</strong>e o >48h somministrare eparina frazionata e.v. o eparina a basso peso moleco<strong>la</strong>re sottocute e contestualmente<br />

iniziare terapia anticoagu<strong>la</strong>nte orale.<br />

b se FA recidivante, prima di eseguire nuovamente <strong>la</strong> cardioversione elettrica, iniziare <strong>trattamento</strong> farmacologico antiaritmico.<br />

Nello studio CAST, <strong>la</strong> flecainide ha indotto un aumento del-<br />

ma non è stato sufficientemente indagato nei pazienti con disfunzione<br />

sistolica. Presenta <strong>il</strong> vantaggio di rallentare <strong>la</strong> fre-<br />

quenza ventrico<strong>la</strong>re in caso di recidiva di FA. Prolunga l’intervallo<br />

QT, in partico<strong>la</strong>re nei pazienti con disfunzione sistolica o<br />

grave cardiopatia, nei quali può indurre torsione di punta.<br />

Amiodarone<br />

L’amiodarone sembra essere <strong>il</strong> farmaco antiaritmico più efficace.<br />

Si è rive<strong>la</strong>to infatti su<strong>per</strong>iore, oltre che al p<strong>la</strong>cebo, al<strong>la</strong> chinidina,<br />

al propafenone e al sotalolo 181,273,274,295,296 . La sua efficacia<br />

nel prevenire le recidive sintomatiche di FA ad 1 anno è stata<br />

del 70% sia nello studio CTAF 296 che nello studio SAFE-T 181 . La<br />

potenzialità di induzione di effetti col<strong>la</strong>terali extracardiaci è un<br />

severo fattore limitante, specialmente nell’ut<strong>il</strong>izzo in cronico e<br />

può talora vanificare gli effetti favorevoli sul mantenimento del<br />

ritmo; <strong>per</strong> queste ragioni l’amiodarone viene considerato farmaco<br />

di seconda scelta in molte situazioni cliniche 297-299 . L’ut<strong>il</strong>izzo<br />

di un basso dosaggio (1-1.4 g/settimana) riduce notevolmente<br />

l’incidenza di tali effetti 297 . Non deprimendo <strong>la</strong> contratt<strong>il</strong>ità<br />

miocardica e inducendo solo raramente effetti proaritmici<br />

r<strong>il</strong>evanti, viene reputato farmaco di prima scelta nei pazienti con<br />

disfunzione sistolica, con scompenso cardiaco o comunque con<br />

grave cardiopatia e in quelli con pregresso infarto miocardico.<br />

Betabloccanti e digitale<br />

I betabloccanti non sono considerati antiaritmici in senso stretto<br />

e sono stati poco indagati nel<strong>la</strong> prevenzione delle recidive di<br />

FA. In uno studio control<strong>la</strong>to con p<strong>la</strong>cebo 300 , <strong>il</strong> metoprololo al<br />

dosaggio di 200 mg/die ha ridotto di poco, anche se significativamente,<br />

l’incidenza delle recidive di FA a 6 mesi (60 vs<br />

49%), ma lo studio appare criticab<strong>il</strong>e circa <strong>il</strong> metodo di verifica<br />

dell’avvenuta ricorrenza (è possib<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> farmaco, efficace<br />

nel controllo del<strong>la</strong> frequenza cardiaca durante recidiva, abbia<br />

solo ridotto gli accessi di FA sintomatica). La digitale non è<br />

ut<strong>il</strong>e nel<strong>la</strong> prevenzione del<strong>la</strong> FA parossistica 301 .<br />

Dronedarone<br />

Il dronedarone è un derivato non iodato dell’amiodarone che,<br />

come <strong>il</strong> precursore, ha effetti su molteplici canali ionici e recettori<br />

302 . La dose giornaliera ut<strong>il</strong>izzata nel<strong>la</strong> prevenzione delle recidive<br />

di FA è di 800 mg 303 ed è stata testata in due trial gemelli<br />

(EURIDIS e ADONIS) che hanno incluso complessivamente<br />

1237 pazienti 304 . In questi trial, <strong>il</strong> dronedarone ha ridotto, rispetto<br />

al p<strong>la</strong>cebo, <strong>il</strong> tempo al<strong>la</strong> prima ricorrenza di FA del 25%<br />

G ITAL CARDIOL | VOL 12 | SUPPL 1 AL N 1 2011<br />

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