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Quattro porte su 'Petrolio', di Carla Benedetti - Il primo amore

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profeta, che avrebbe predetto le mutazioni del tardo capitalismo), sia i <strong>su</strong>oidetrattori (Pasolini nostalgico del passato, nutrito del mito dell’innocenza delleculture popolari, affetto da “populismo estetico” – come ha ripetuto <strong>di</strong> recenteanche Toni Negri).Ma questa è la vulgata del pensiero <strong>di</strong> Pasolini. Perciò non ho volutocominciare da qui. Ho preferito mettere prima altre cose <strong>su</strong>l tavolo, in modo daguadagnare lo spessore necessario ad affrontare l’argomento del “Nuovopotere”, senza cadere nelle solite semplificazioni.In Petrolio anche questo potere entra in modo cospicuo, attraverso unalunga visione. Sono gli appunti intitolati “Visione del Merda”. Qui le stra<strong>di</strong>neche si trovano all’incrocio tra via Torpignattara e la via Casilina si trasformanoin una serie <strong>di</strong> gironi danteschi, in ognuno dei quali si rivela, alla vista <strong>di</strong> Carlo– come in una carrellata, come a un regista che riprenda la scena da sopra uncarrello (da qui si potrebbe partire per parlare del rapporto tra Visione ecinema) – le mo<strong>di</strong>ficazioni operate dal Nuovo potere.In ognuno <strong>di</strong> questi gironi, dentro a una sorta <strong>di</strong> tabernacolo, sta ilModello, cioè uno stile <strong>di</strong> vita che viene imitato.Tutto ciò viene <strong>di</strong> solito rias<strong>su</strong>nto, sbrigativamente, nel concetto <strong>di</strong>“omologazione”. Ma secondo me questo fa capire ben poco. L’omologazionefotografa solamente, e comunque in maniera molto rozza, il ri<strong>su</strong>ltato dell’azione <strong>di</strong> questo potere, ma non ci <strong>di</strong>ce nulla <strong>su</strong> come esso agisca. Quin<strong>di</strong>, in uncerto senso, mentre lo nomina, ce lo rende anche invisibile. Lo fa sembrareun’azione <strong>di</strong> <strong>su</strong>perficie, come una verniciatura, o una nevicata che imbianca euniforma tutto ciò <strong>su</strong> cui si posa. Invece la “novità” <strong>di</strong> questo Nuovo potere staproprio nel tipo <strong>di</strong> azione che esso esercita <strong>su</strong>gli in<strong>di</strong>vidui e nel livello che riescea raggiungere. Esso raggiunge zone della vita che non erano mai state raggiunteprima, e con tanta efficacia e rapi<strong>di</strong>tà, da nes<strong>su</strong>n’altra forma <strong>di</strong> potere. Penetranelle zone più intime degli in<strong>di</strong>vidui, nel loro modo <strong>di</strong> essere, nella loro‘antropologia’, plasmandone i corpi, la gestualità, l’espressione.Usando una parola che non è <strong>di</strong> Pasolini ma <strong>di</strong> Foucault (ma vale la penaricordare che Foucault recensì Comizi d’<strong>amore</strong>, facendolo interagire con leproprie tematiche), potremmo <strong>di</strong>re che si tratta <strong>di</strong> relazioni <strong>di</strong> potere cheagiscono microfisicamente <strong>su</strong>gli in<strong>di</strong>vidui, investendo i loro corpi. Le notazioni<strong>di</strong> Pasolini <strong>su</strong>i mutamenti nel modo <strong>di</strong> vestire, <strong>di</strong> portare i capelli, <strong>di</strong> esprimersi,<strong>di</strong> sorridere colgono appunto un potere che <strong>di</strong>sciplina i corpi.<strong>Il</strong> fatto che questi mo<strong>di</strong> accomunino gran<strong>di</strong> strati <strong>di</strong> persone, rendendoleuniformi, è solo una spia <strong>di</strong> questo potere, e nemmeno la più importante.

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