avvincente, un thriller politico che comincia con la morte <strong>di</strong> Mattei, e da lì sispinge fino all’oggi, accavallando omici<strong>di</strong> e misteri, tutti or<strong>di</strong>ti da una sorta <strong>di</strong>setta che proviene da fuori (dagli USA), la cui struttura e le cui finalità restanomisteriose. Questa è appunto una resa romanzesca delle trame, che amplificaromanzescamente la visione complottistica del potere. Da essa Pasolini èappunto lontano mille miglia.E’ vero che Pasolini, nel 1975, poco prima della morte, scrisse <strong>su</strong>l “Corrieredella sera” un articolo intitolato <strong>Il</strong> romanzo delle stragi. Quello che iniziavacosì:Io so. Ma non ho le prove. Io so i nomi <strong>di</strong> chi ha messo le bombe e dei loromandanti [...]Si intitolava Romanzo delle stragi ma non era un romanzo. <strong>Il</strong> <strong>su</strong>o titoloagiva piuttosto per antitesi. Come <strong>di</strong>re: è il potere che costruisce romanzi,perciò la mia risposta al potere non può essere romanzesca.Così anche in Petrolio - del resto sviluppato per “appunti”, cioè costruitoproprio <strong>su</strong>l rifiuto <strong>di</strong> narrare una storia, <strong>su</strong>l rifiuto <strong>di</strong> farsi narratore, <strong>di</strong>as<strong>su</strong>mere le vesti convenzionali <strong>di</strong> un narratore. Persino <strong>di</strong> fronte alla faccia più“tramesca” del potere, Pasolini fugge via dalla <strong>su</strong>a resa romanzesca. Nonostantequesta materia, che vi si presterebbe quasi naturalmente, non fa nes<strong>su</strong>naconcessione all’idea complottistica del potere, <strong>di</strong> cui <strong>di</strong> solito si alimentano iromanzi <strong>su</strong>l potere. E per raccontare la caccia al petrolio devia piuttosto versogli Argonauti. Devia dal romanzesco al mitico.Pasolini è evidentemente alla ricerca <strong>di</strong> altre forme <strong>di</strong> rappresentazione e<strong>di</strong> analisi del potere.Per mettere a fuoco il potere <strong>di</strong> solito usiamo lenti filtranti. Occhiali chefanno risaltare alcuni aspetti, lasciandone fuori altri che così ci restanoinvisibili. Ad esempio, con gli occhiali marxisti si vedranno gli aspetti economicidel potere. Con quelli <strong>di</strong>etrologici, le macchinazioni e i complotti. Con gliocchiali francofortesi vedremo la società amministrata, o la per<strong>su</strong>asioneocculta. Con altri la società dello spettacolo.Io credo che Petrolio sia un tentativo <strong>di</strong> rendere visibile tutto il potere. E<strong>di</strong> renderlo visibile attraverso Visioni.Ma seguiamo ancora un po’ Petrolio <strong>su</strong>ll’argomento Eni e la morte <strong>di</strong>Mattei. Questa parte si intitola “Lampi <strong>su</strong>ll’Eni”. Avrebbe dovuto essereformata da una decina <strong>di</strong> appunti (Appunti 20-30), tutti però mancanti, eccetto
il 21. Forse Pasolini non ha fatto intempo a scriverli. Forse si sonopersi.Ne resta comunque uno schemarias<strong>su</strong>ntivo, una pagina che ciinforma <strong>su</strong> come avrebbero dovutoessere gli appunti mancanti. Siintitola “Storia del petrolio eretroscena”. Questa pagina contieneanche uno specchietto. Lo potetevedere qui accanto. Leggiamone unpasso:In questo preciso momentostorico (I° BLOCCO POLITICO)Troya sta per essere fattopresidente dell’Eni: e ciò implica lasoppressione del <strong>su</strong>o predecessore (caso Mattei, cronologicamente spostato inavanti).Quin<strong>di</strong> Pasolini spiega il delitto Mattei in un modo molto <strong>di</strong>verso daquello che per tanto tempo è stato il più accre<strong>di</strong>tato (e che ritroviamo anche nelromanzo <strong>di</strong> Genna): quello che chiama in causa gli interessi americani einternazionali, le sette sorelle, l’OAS, i servizi segreti stranieri ecc. Niente <strong>di</strong>tutto questo. Per Pasolini Mattei è stato ucciso per far posto a Troya, cioè aCefis (in cui si deve leggere “fisicamente Fanfani”, come è scritto sopra il<strong>di</strong>agramma). Dunque un intrigo interno.<strong>Il</strong> 2 gennaio 2001 la “Stampa” pubblicò alcuni articoli <strong>su</strong>lla morte <strong>di</strong>Mattei alla luce delle nuove indagini svolte dalla procura <strong>di</strong> Pavia, dove ilgiu<strong>di</strong>ce Vincenzo Calia aveva riaperto l’inchiesta. Con un lungo lavoro,portato avanti per anni, e ora depositato per l’archiviazione, Calia avevaricostruito questo scenario: Mattei fu fatto fuori da un’oscura regia politicoistituzionale tutta interna all’Italia: Cefis ecc. Insomma arrivò nel 2001 allestesse conclusioni a cui già era giunto Pasolini nel 1975. E a cui probabilmenteera già arrivato anche Mauro De Mauro, il giornalista che aveva svolto