Nel film Medea, nella scena in cui il centauro insegna a Giasone aguardare il paesaggio palustre, Pasolini gli fa <strong>di</strong>re questa frase sibillina:Solo chi è mitico è realistico e solo chi è realistico è miticoCol <strong>su</strong>o solito gusto per gli ossimori, Pasolini mette qui insieme due coseche la cultura postilluminista avverte come antitetiche: mitico e realistico. Le faconvergere per esprimere la miseria della convenzione realistica nel separare lecose da quello spessore allucinatorio che è la realtà, e che si può cogliere soloper visioni.<strong>Il</strong> realismo è convenzionale perché astrae, perché ritaglia delle figurine dalMistero della realtà, cioè dalla <strong>su</strong>a totalità. Ritaglia dei figuranti, un bue e unasinello, <strong>su</strong>llo sfondo <strong>di</strong> una grotta <strong>di</strong> cartone. In questo fa appunto come ilpotere cosiddetto realistico, machiavellico, che, come ho già ricordato, “escludedalla propria prassi ciò che può venir conosciuto attraverso visioni”. Perciò soloun’analisi visionaria riesce a vedere la micrologia del potere e le <strong>su</strong>e azioniimme<strong>di</strong>ate <strong>su</strong>i corpi. Essa coglie insieme particolare e sfondo. E’ senso dellatotalità in cui si è immersi: “sentimento <strong>di</strong> totalità che attraverso il sesso lolegava al mondo” (p. 42).La visione è anche ciò che coglie la stratificazione, cioè la realtà nonritagliata dal passato.3. TEMPI<strong>Il</strong> presente non appartiene solo alpresente.... luce così assoluta, quieta,profonda [....] da dare l’impressione<strong>di</strong> non appartenere al presente, ma aun passato miracolosamenteriapparso (p. 16)Questa è anche la luce del mito.In Petrolio le cose appaiono spesso stratificate, come i luoghi delpaesaggio italiano, con le <strong>su</strong>e strade quasi sempre costruite “<strong>su</strong>i resti <strong>di</strong> unastrada più antica”(p. 21). La realtà è vista come una “lunga e alquanto tenebrosaincubazione preistorica” (p. 39). Questo ci aiuta anche a capire il perché <strong>di</strong>
quello schema <strong>di</strong> viaggio, <strong>di</strong> quel viaggio mitico che si ripete, da Giasone aCarlo.Stratificazione che è anche dentro gli uomini, nei loro corpi, nelle lorofisionomie, nei loro comportamenti sociali.Ed è anche nella storia. Ibridazioni <strong>di</strong> tempi storici. L’arcaicosopravvive nel moderno. Niente si cancella, tutto si stratifica. E’ questa un’ideaantilluministica e a-<strong>di</strong>alettica. Un rifiuto della visione <strong>di</strong>alettica della storia checontiene in sé anche una critica della modernità e delle <strong>su</strong>e illusioni, prima fratutte quella del progresso.Pren<strong>di</strong>amo ad esempio la schiavitú. Per noi occidentali essa è una noncontemporaneità, nel senso che la percepiamo come appartenente a un mondostorico che abbiamo <strong>su</strong>perato. Eppure può anch’essa entrare in contatto connoi. La prostituzione, il commercio <strong>di</strong> organi, il lavoro nero ce la riportano <strong>su</strong>lnostro cammino.3Di recente è stata persino presentata al Parlamento una proposta <strong>di</strong> legge<strong>su</strong>lla “tratta delle persone”. Noi che <strong>di</strong>scutiamo <strong>di</strong> democrazia, <strong>di</strong>costituzionalità, <strong>di</strong> conflitto <strong>di</strong> poteri, camminiamo accanto a mon<strong>di</strong> paralleli,che non ve<strong>di</strong>amo, ma che comunque intersechiamo. <strong>Il</strong> nostro mondo è allagatoda questa alterità invisibile. <strong>Il</strong> potere trova modo <strong>di</strong> innestarvisi. Ma noi nonsiamo in grado <strong>di</strong> innestarci i nostri <strong>di</strong>scorsi <strong>su</strong>l potere, con i nostri strumenticoncettuali <strong>di</strong> origine illuministica.Nel 1975, anno della morte <strong>di</strong> Pasolini, questa percezione <strong>di</strong> un occidenteibridato, <strong>di</strong> una modernità postilluminista che si mescola con ciò che crede <strong>di</strong>aver <strong>su</strong>perato, e che tuttavia si trova quoti<strong>di</strong>anamente per strada, non eraaffatto all’or<strong>di</strong>ne del giorno. Pasolini la avverte. La tematizza appunto comecoesistenza <strong>di</strong> tempi storici <strong>di</strong>versi. Come ibridazione dell’arcaico con ilmoderno.Vi propongo ora <strong>di</strong> leggere un racconto inserito in Petrolio, quellointitolato: “Acquisto <strong>di</strong> uno schiavo”.Un giornalista occidentale va in Africa per acquistare uno schiavo, o unaschiava. E’ venuto a sapere che in luogo del cosiddetto Terzo Mondo si possonocomprare degli esseri umani. Persone finite in un’enclave, capitatesfortunatamente in una terra <strong>di</strong> nes<strong>su</strong>no, durante il lungo viaggio intrapresoper raggiungere la Mecca: sfruttati per lavorare e poi venduti. <strong>Il</strong> giornalistaquin<strong>di</strong> parte per fare esperienza <strong>di</strong> questa cosa che, per la società occidentale,fondata <strong>su</strong>i <strong>di</strong>ritti della persona, resta un’alterità assoluta.