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gennaio-febbraio - Carte Bollate

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INCHIESTA – Agenti e detenute parlano dell’omofobiaÈ la peggioredelle vergogneLa parola fobia deriva dal greco anticoe vuol dire paura, tanto percapirci c’è la claustrofobia che èla paura degli spazi chiusi; l’agorafobia,cioè l’esatto contrario quindila paura degli spazi aperti, ma c’è anchel’omofobia, che con la paura non haniente a che fare, poiché chi soffre delleprime due accusa crisi di panico, ansia,una vera e propria sensazione di terrore,quasi di morte imminente, l’omofobonon ha nessuno di questi sintomi: è soloun ignorante, con l’incapacità di capiree accettare ciò che non si conosce,e che può sembrare strano o diverso.La nostra società, per la maggior parteeterosessuale, sta pian piano imparandoa capire, se non proprio ad accettare,gli omosessuali. È anche vero chenon ci si può imporre, in un certo sensoè bene passare dalla porta di servizio,senza per questo sminuirsi: non è correttovoler sradicare delle convinzioniancestrali con la forza, e la speranza èche arrivi presto il giorno in cui tutti gliomosessuali potranno dire di far parteintegrante della società.Qualche giorno fa si è sentita in tv unanotizia sconcertante, considerando checerti episodi non si verificavano da tempo:due giovani gay, all’uscita di un localea Firenze, mano nella mano si sonoscambiati un bacio. Nel giro di pochiminuti si sono visti accerchiati da unabanda di poco più che ventenni, cheli hanno insultati e riempiti di botte,risultato: mandibole fratturate, settinasali rotti, costole fratturate. Pochigiorni dopo un episodio analogo si è verificatoa Roma, stessa modalità, primagli insulti e poi le botte e pure tante!Vergogna. E non è di tanto tempo fal’episodio sconcertante di quel poveroragazzino sedicenne, che per quel suoessere un po’ troppo effeminato, venivaschernito dai compagni di scuola. Dopotanto soffrire, la decisione finale: si èimpiccato davanti al fratellino di cinqueanni, che non è riuscito a far nullaper salvarlo.Si può solo provare vergogna per questiepisodi, soprattutto se ci confrontiamocon altri Paesi d’Europa che hanno approvatoil matrimonio tra coppie omosessualie pure molti Stati americani,grazie a Obama, hannofinalmente capitolato.L’arretratezza dell’Italiaper quanto riguarda laregolamentazione dei matrimonigay dipende dallapresenza del Vaticano? Mail Vaticano è uno Stato esteroche si trova in territorioitaliano e che sovrintende alla cristianitàdi tutto il mondo, quindi se si èadeguata la cattolicissima Spagna cosablocca l’Italia? Certo è difficile parlaredi matrimoni gay se non esiste ancoraneppure il reato di omofobia, che sussistesolo per le percosse e per i dannifisici e morali che provoca, ma non perl’umiliazione, l’insulto o la discriminazioneprodotti dall’omofobia.Noi croniste di carte<strong>Bollate</strong>, pur avendoun raggio d’azione limitato, abbiamoprovato a interrogare compagne detenutee qualche agente disponibile sultema dell’omofobia. Ecco domande erisposte.Parla P, detenuta.Sai cosa vuol dire omofobia?“Credo di averne una vaga idea, non misembra una cosa bella, è peggio quasidel razzismo”.Secondo te in carcere si verificanoeventi simili?“Non mi risulta per fortuna, sarebbeuna vergogna troppo grande per unposto come il carcere dove le persone,tutte, hanno diritto al rispetto e allaprotezione”.V, detenuta.Se tu fossi omosessuale, e ti trovassivittima di atteggiamenti omofobicida parte di altre tue compagne oaddirittura di qualche agente, cosafaresti?“Mi arrabbierei a morte, spero tantoche fatti simili non accadano o sarebbeuna vergogna totale”.Questi sono i pareri di alcune detenute,diremmo piuttosto esaustivi, ma non cisiamo fermati a loro, abbiamo chiesto adue agenti.Agente X.È inutile che le chiediamo cosa vuoldire omofobia, ma cosa pensa di chicompie atti simili, magari in carcere,sia esso un detenuto o magari anche qualche suo collega?“Il nostro regolamento ci impone uncontrollo e un contenimento dell’affettività,qualora questa si manifesti pubblicamente,con atti di libidine scandalosie che offendono la sensibilità di chivi assiste, ma se una detenuta dà unbacio sulla guancia a un’amica, anchese l’episodio si ripete spesso, ma dettatosolo dall’amicizia che lega le duedetenute, allora non ci trovo niente dimale, specie se il tutto succede allaluce del sole, un po’ come dire che nonsi ha niente da nascondere, una buonaamicizia, se vera, in carcere non puòche giovare.”Agente Y.In che misura si può dire che un attoomofobico sia tale o meno, ovveroqual è il limite tra il lecito e l’illecitoe quando l’agente deve far valere lasua autorità?“L’omofobia è la peggiore delle vergogne,ovunque essa si manifesti. Gliomosessuali ci sono sempre stati findall’inizio dei tempi, non sono spuntaticome funghi ora nel terzo millennio, eora ci si accorge che danno fastidio allasensibilità malata di qualcuno. È intollerabile,davvero vergognoso: chiunquesia omofobo, uomo libero, detenuto,agente, chiunque, ritengo abbia seriproblemi mentali”.Per finire alcuni dati importanti: solonel 2010 in Italia sono stati quasi ridottiin fin di vita 38 omosessuali e ne sonostati uccisi 12.In America nel 2011 si sono verificatisvariati casi di omofobia, ripresi anchedalle telecamere sparse in ogni via diNew York. È arrivata l’ora di parlarneseriamente perché non accadano piùcose terribili e incivili in una societàche si definisce moderna perché davverol’omofobia è la peggiore delle vergogne.El e n a Ca s u l acarte<strong>Bollate</strong>23

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