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gennaio-febbraio - Carte Bollate

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Radio – Caterpillar a <strong>Bollate</strong>Quasi in diretta su Radio 2SpettacoliUn’ottantina di spettatori sullegradinate, operatori indaffaratiattorno a cavi, microfoni e altoparlanti,i componenti dellanostra Basement Sounds Band che sidannavano a emettere suoni assordanticon i loro strumenti per trovare i giustivolumi. Operatori della RAI e i conduttoridella trasmissione che giravano trafrastornati educatori e agenti di polizia.Questa era la visione entrando nel nostroteatro lo scorso venerdì 23 novembre.Radio 2 RAI è entrata nel carceredi <strong>Bollate</strong> per registrare una puntata diCaterpillar, trasmissione che da più diquindici anni intrattiene un pubblico dilavoratori che rientra a casa in auto dopouna giornata di lavoro e fedelissimi fansin tutta Italia.I tre conduttori Massimo Cirri, Sara Zambottie Paolo Maggioni hanno condottocon professionalità la puntata, con piglioincalzante e apparentemente improvvisato.Ma la linea della trasmissione era inprecedenza già tracciata, con intervisteal direttore Massimo Parisi, l’educatriceCatia Bianchi, i volontari Renato Mele eGrazia Sacchi, l’imprenditrice SusannaMagistretti e l’agente della polizia penitenziariaFrancesco Mondello.Ascoltati anche tanti detenuti presentifra il pubblico che hanno raccontato laloro giornata-tipo.Anche noi di carte<strong>Bollate</strong> abbiamo avutoil nostro momento di gloria leggendo ungiornale radio in diretta. Argomento, leprimarie del PD che si sarebbero tenutela domenica successiva. Infatti, avevamoletto i programmi elettorali dei cinquecandidati e verificato chi di loro avevaincluso le problematiche delle carceri.Fra tutti solo Nichi Vendola eccellevapuntando il dito sulle condizioni disumanedei penitenziari, auspicando unamaggiore apertura verso le misure alternativeda parte di giudici e magistrati.Sappiamo poi com’è andata, ma speriamoche Vendola, attaccandosi al carrodel vincitore, potrà in qualche modocontribuire ad aiutare a cambiare la condizionecarceraria.Noi che ci siamo trovati dentro questaesperienza anche come protagonisti,abbiamo avuto tuttavia la sensazioneche sia passato il solito messaggio che èormai lo stereotipo dell’immagine nazionaledi <strong>Bollate</strong>. Il “villaggio vacanze” deidetenuti: niente affollamento delle celle,lavoro quasi per tutti, scuola, meditazione,musica. Ma qui non si torna a casadopo una settimana o due. La sera siamochiusi nelle celle e, per la stragrandemaggioranza di noi, questo si ripeteper anni. Nessuno degli intervistati haevidenziato la fatica di stare a <strong>Bollate</strong>.Negli istituti a regime chiuso si sta malefisicamente per lo spazio che manca, peril lavoro che non c’è, per le attività scarseo assenti. Situazione che a <strong>Bollate</strong> nonviviamo, almeno in parte. Ma in questopenitenziario avere una responsabilitàda portare addosso, che è quella di rispettareun impegno preso per il lavoro,per lo studio, per le attività di volontariato,comporta una fatica psicologica. Nelperiodo di osservazione da parte deglioperatori carcerari viene consideratonon solo se sei stato buono e educato onon ti sei picchiato con qualcuno, ma cheattività hai intrapreso e quali risultati haiottenuto, se hai rotto la fiducia data o sel’hai rispettata. Per persone per le qualila trasgressione era la quotidianità, trovarsia rispettare in ogni singola giornataorari, appuntamenti, impegnarsi per leopportunità offerte e che si è accettatodi fare, è una grande fatica, una fatica interiore,di testa. Per questo crediamo diaver perso l’occasione di farlo sapere alpubblico di Caterpillar.Ma torniamo alla nostra giornata radiofonica,che non è terminata per noi conla chiusura della registrazione della puntata,ma con un appuntamento convivialeofferto dai detenuti del 4° reparto. Latroupe RAI è stata infatti invitata, conalcuni educatori e volontari di carte<strong>Bollate</strong>,a un pranzo preparato e impiattatocon maestria da Davide, cuoco applauditoda tutti per la bontà e originalità delmenu.Unica pecca, la mancanza di abbinamentoa una gagliarda bottiglia di vino,sostituita, ahi noi, da acqua naturale egassata. Giusto e sottile particolare perricordare agli invitati, estasiati dal cibo,che non erano al Gambero Rosso, ma inun carcere.Maurizio Bi a n c h i e Gi a n c a r l o Ga r d i n ifotografie di federica neeffcarte<strong>Bollate</strong>25

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