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Fascicolo didattico - Centro on line Storia e Cultura dell'Industria

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avrebbe portato la Ferrero a diventare il colosso del cioccolato che oggi c<strong>on</strong>osciamo. A San Salvario si trovano, inoltre,altri importanti simboli cittadini: il parco del Valentino, polm<strong>on</strong>e verde della città trasformato in giardino pubblico nel 1856,il tempio valdese e la sinagoga israelitica, segni della decennale presenza sul territorio delle due più importanti comunitàreligiose n<strong>on</strong> cattoliche.PRIMA GUERRA MONDIALEIl 24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria, facendo ilproprio ingresso nella prima guerra m<strong>on</strong>diale. Occorre rifornirel’esercito di armi ed equipaggiamento. Ciò comporta l’avviodi una vera e propria produzi<strong>on</strong>e di guerra che vede unrapido sviluppo delle imprese operanti nei settori meccanico,metallurgico, chimico, elettrico ed estrattivo. Nel 1914 l’industriasiderurgica e quella meccanica copr<strong>on</strong>o il 5,2% e il21,6% dell’intero prodotto dell’industria manifatturiera; nel 1917 tali percentuali diventano del 10,8% e del 31,8%. La Diatto,la SPA, l’Ansaldi, e la FIAT s<strong>on</strong>o tra le prime aziende mobilitate: alla fine del 1916 si c<strong>on</strong>tano a Torino 207 stabilimentiausiliari c<strong>on</strong> 58.582 operai. La produzi<strong>on</strong>e di guerra orienta la traiettoria dell’industria torinese verso il comparto meccanico,in particolare, in direzi<strong>on</strong>e di quello automobilistico: una situazi<strong>on</strong>e che c<strong>on</strong>sente alla FIAT di balzare dal trentesimoposto nella graduatoria delle industrie nazi<strong>on</strong>ali, al terzo per dimensi<strong>on</strong>i d’impresa e capitale sociale, affiancando colossicome l’Ilva e l’Ansaldo. Uno sviluppo tendente a impr<strong>on</strong>tare l’intera ec<strong>on</strong>omia cittadina, caratterizzata dalla crescita delsettore meccanico e metallurgico. Grande impulso ricev<strong>on</strong>o anche le Ferriere Piem<strong>on</strong>tesi, la Diatto, la Westinghouse, leF<strong>on</strong>derie Subalpine, gli stabilimenti per la fabbricazi<strong>on</strong>e di aeroplani facenti capo alla SIA (Società Italiana di Aviazi<strong>on</strong>e) ealtre imprese automobilistiche come la Lancia e l’Itala. Pienamente investita dall’industrializzazi<strong>on</strong>e di guerra, Torino iniziacosì a de<strong>line</strong>are il proprio volto di città industriale per eccellenza.Fin dal 1916 la manodopera maschile, chiamata a combattere la fr<strong>on</strong>te, è sostituita nelle fabbriche da ragazzi e, soprattutto,d<strong>on</strong>ne, che fanno così il loro ingresso nei reparti delle fabbriche. La comp<strong>on</strong>ente femminile occupata negli stabilimenti torinesiaumenta sensibilmente: dalle poche migliaia dell’inizio della guerra, le lavoratrici diventano 23.000 nel 1915, 89.000alla fine del 1916, 175.000 nel 1917 e 200.000 al termine del c<strong>on</strong>flitto. Alla fine della guerra, le aziende torinesi dev<strong>on</strong>o farei c<strong>on</strong>ti c<strong>on</strong> i problemi del reinserimento dei reduci nel sistema produttivo e della ric<strong>on</strong>versi<strong>on</strong>e industriale: ne fanno le spesemigliaia di d<strong>on</strong>ne e ragazzi che, addetti soprattutto a lavorazi<strong>on</strong>i di munizi<strong>on</strong>amento, s<strong>on</strong>o colpiti dai licenziamenti seguitialla smobilitazi<strong>on</strong>e del dopoguerra. Tra il 1918 e il 1919, ad esempio, nel solo gruppo Fiat gli operai passano da 36.000 a25.000. Una diminuzi<strong>on</strong>e che coincide c<strong>on</strong> l’uscita dalla fabbrica di un’alta percentuale di manodopera femminile e minorilecostretta, qui come altrove, ad abband<strong>on</strong>are il proprio posto di lavoro per lasciare nuovamente spazio all’operaio specializzato,tornato ad essere la figura dominante nelle officine che riprend<strong>on</strong>o la produzi<strong>on</strong>e in tempo di pace.LA SECONDA GUERRA MONDIALENel 1938, alla vigilia della guerra, la popolazi<strong>on</strong>e di Torino amm<strong>on</strong>ta a 684.533 abitanti, 200.000 dei quali impegnati in atti-10

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